#biancheria da camera
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リネンシツ
リネン室は、主にホテルや病院、介護施設などにおいて、リネン類の管理や保管を行うための専用スペースです。リネン類とは、シーツやタオル、枕カバーなどの寝具や布製品のことを指します。リネン室では、使用済みのリネン類の回収や洗濯、新しいリネン類の供給などを行い、清潔で快適な状態を保つために重要な役割を担っています。リネン室は、施設の規模や用途に応じて、専用の大型洗濯機や乾燥機、棚やカートなどが設置されていることが一般的です。
手抜きイラスト集
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Contemporary Bedroom - Wallpaper Medium-sized modern master bedroom with multicolored walls, wallpaper, and a beige floor.
#biancheria camera#letto matrimoniale#carta da pareti#camera matrimoniale#bedroom#armadio per camera
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Contemporary Bedroom in Milan
#Mid-sized trendy master light wood floor#beige floor and wallpaper bedroom photo with multicolored walls biancheria camera#controsoffitto camera#comodini#carta da pareti#camera matrimoniale#armadio
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Sommessamente
Lo pensa. Non dovrebbe, non sarebbe consentito. È una donna sposata di mezza età e lui ha due anni meno di suo figlio. È un vicino di casa gentile e bellissimo. S'è accorta che dalla sua camera da letto il ragazzo molto discretamente la spia quando si veste e quando si spoglia. Dapprima era abbastanza seccata e chiudeva gli scuri. Ma poi man mano s'è sentita lusingata, dal fatto di essere ancora desiderata, mentre per suo marito è oramai scontata: una parte del mobilio, quasi solo un'istituzione da rispettare, sopportare e con cui pianificare le cose concrete di tutti i giorni.
Mentre lei invece vorrebbe tornare a essere strapazzata, presa da quelle emozioni forti e proibite che provi solo all'inizio di una storia; una di quelle che più è sconveniente, più intenso è il piacere della trasgressione. E ha iniziato quindi a lasciare le finestre dapprima socchiuse, poi via via più aperte, di pomeriggio con la luce accesa e le tende tirate via. E gode nel sentirsi desiderata, voluta. Oggetto di passione erotica. Si spoglia lentamente: è diventata una professionista della seduzione. A volte, con nonchalance e rapidamente, gli lancia addirittura uno sguardo complice.
Grazie a questo gioco, guardandolo bene in viso ogni volta che lo incontra s'è resa conto che lui adesso la spoglia completamente con gli occhi. Le sorride, sempre gentile, la squadra e le fa una Tac. Poi arrossisce un po’, mentre scappa via. A lui piace. Molto e si vede chiaramente. Lo vuole anche lei. Lo inviterà a casa, una mattina o un pomeriggio dopo pranzo, quando il marito e i figli sono tutti al lavoro. Si profumerà più del solito, indosserà un abito leggero e velato, con sotto della biancheria di pizzo: del frou-frou da capogiro. Lo metterà dapprima a suo agio. Poi con una scusa lo trascinerà in camera da letto. Si farà aiutare a mettersi comoda, gli farà tirar giù la zip del vestito.
E se lui non è stupido - e il ragazzo non lo è: terzo anno di informatica con profitto - la stringerà a sé da dietro… oh, si: adesso lo brama proprio. È un desiderio irrazionale, folle. Deve trovare il coraggio di farlo. Ogni scrupolo è caduto da tempo. Il marito, i figli, la fedeltà, le convenzioni… tutta roba che il ciclone emotivo e passionale travolge senza pietà. La carne comanda su tutto: soprattutto a una certa età. Del resto, parliamoci chiaro: più vai avanti nella vita, più capisci che la morale è solo una questione di tempo. Intanto lei si dà piacere da sola. Molto più spesso di prima, pensando a lui. Nell'attesa che mani forti, atletiche e giovani finalmente la frughino ovunque, affamate del suo corpo di donna calda, disponibile e la preparino per bene all'amore. A quello che non si può, che non si deve, che non è giusto, che non dobbiamo assolutamente farlo. Che però proprio per questo è bellissimo.
RDA
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Mi ricordo che il primo periodo che ero qua, con le persone con cui vivo facevamo le cose in modo molto più separato, poi, col tempo, sempre meno, ora per niente.
Uno dei casi in cui è successo è la lavatrice. All'inizio io facevo la mia e le ragazze ciascuna la propria, o al limite capitava che loro la facessero insieme, ma non con me.
Ora non è più così, ma in questo caso non tanto per la maggiore confidenza tra noi, quanto perché abbiamo imparato a risparmiare soldi, quindi, siccome facendola separatamente era spesso semivuota, invece ora quando abbiamo abbastanza roba da lavare la mettiamo tutti insieme, riempendo bene la lavatrice, e poi stendiamo tutto nello stendino che copriamo completamente e, contro ogni legge della natura, riesce a contenere una quantità di biancheria stessa che farebbe collassare un buco nero.
Fra l'altro, fare la lavatrice e stendere assieme io con le ragazze è anche un modo per passare del tempo insieme, parlare e divertirci.
In tutto questo poi c'è un mistero enorme: che non capisco come facciano poi le ragazze, quando ritirano la roba dallo stendino, a riconoscere la loro biancheria. Non mettono nessuna etichetta distintiva eppure ciascuna sa qual è la sua, questo è un mistero insondabile.
Con la mia invece per forza di cose non rischiano di confondersi. Anche se qualche giorno fa Violetta ancora assonnatissima stava prendendo e portando in camera sua un paio di miei boxer scambiandoli per dei suoi pantaloncini. L'ho vista e glielo ho detto in tempo, ma anche se se li fosse messi non mi sarebbe dispiaciuto.
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Ciao, ho altri consigli per i dispetti alle coinquiline.
se hanno numero di telefono fisso o mobile, o si conosce pure la loro mail, usarli per iscriversi a siti tipo testimoni di Geova, Scientology, fanbase di Trump, televendite, gestori di luce gas e affini, o altri siti analoghi Roba molesta insomma, così riceveranno di continuo mail o telefonate.
nascondere le bollette così prima o poi i gestori staccheranno le utenze, o loro avranno more da pagare oltre all'importo.
tanto dado da brodo sciolto in poca acqua e spruzzato sui loro materassi o tappeti - tappezzeria. Non tanto da rendere visibile la macchia di bagnato ma abbastanza. O nelle piante in balcone, se ci sono, tanto vanno annaffiate e non si destano sospetti. Gli animali ne vanno matti e difficilmente capiranno cosa li attira - l'ideale sarebbe metterli in giardino ed aspettare che la pioggia li sciolga. Anche su un carico di biancheria stesa ad asciugare, tanto è già bagnata. Alternative al dado, il liquido puzzolente di carnevale o, meglio ancora, Surströmming. La manna sarebbero le cimici dei letti: se l'infestazione è grossa dovrebbero lasciare l'appartamento.
aggiungere peperoncino o piccante liquido all'olio, al caffè in polvere ed altri cibi a lunga scadenza. Oppure spezie varie così da alternarne il sapore, dovranno buttare tutto e ricomprare.
nascondere della carne o delle interiora di pesce nella loro camera o nelle aree comuni in posti difficili da scoprire (dietro i battiscopa, se ci sono, per esempio, o in scatole vecchie nello stanzino) ed aspettare l'effetto dell'odore di rancido + frotte di insetti o topi. Però forse potresti passare guai con il proprietario del palazzo se ti scoprono?
aggiungere crema depilatoria a shampoo o balsamo di loro proprietà - l'ho visto fare in un film, per punire un bullo gli depilavano le sopracciglia nel sonno.
se la coinquilina è ossessiva riguardo ad oggetti, spostali o nascondili per un po' e poi falli rispuntare fuori in posti inusuali.
fai fermentare l'umido (o carne, o pesce, o vegetali) tipo in cantina o mansarda e quando ci sono i vermetti li metti in dispensa. Dovrebbero creare le farfalline che sono difficili da mandare via. La spazzatura fermentata la puoi nascondere per casa mentre loro sono via, per profumare l'ambiente, o lasciarla in cantina così riceveranno richiami dai vicini - in questo caso molta, mi raccomando. Forse dovranno chiamare pure la disinfestazione se arrivano topi o blatte. In alternativa, il succitato Surströmming a confezione aperta od il frutto Durian, cibi davvero fetenti.
Alcune di queste avrei voluto pensarle quando stavo con quelle zoccole delle mie ex coinquiline. Ottimi consigli
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(Christian Vogt, The Pair, 1987)
"La francese" (Roberto Bolaño)
Una donna intelligente.
Una donna bella.
Conosceva tutte le varianti, tutte le possibilità.
Lettrice degli aforismi di Duchamp e dei racconti di Defoe.
In genere con un autocontrollo invidiabile,
Salvo quando si deprimeva e si ubriacava,
Cosa che poteva durare due o tre giorni,
Un susseguirsi di bordeaux e valium
Da far venire la pelle d’oca.
Allora di solito ti raccontava le storie che le erano successe
Fra i 15 e i 18 anni.
Un film porno e dell’orrore,
Corpi nudi e affari ai limiti della legge,
Un’attrice per vocazione e allo stesso tempo una ragazza con strani tratti di avidità.
La conobbi che ne aveva appena compiuti 25,
In un periodo tranquillo.
Suppongo che avesse paura della vecchiaia e della morte.
La vecchiaia per lei erano i trent’anni,
La Guerra dei Trent’Anni,
I trent’anni di Cristo quando aveva cominciato a predicare,
Un’età come un’altra, le dicevo mentre cenavamo
A lume di candela
Contemplando la corrente del fiume più letterario del pianeta.
Ma per noi il prestigio era altrove,
Nelle bande possedute dalla lentezza, nei gesti
Squisitamente lenti
Dell’esaurimento nervoso,
Nei letti bui,
Nella moltiplicazione geometrica delle vetrine vuote
E nella fossa della realtà,
Il nostro assoluto,
Il nostro Voltaire,
La nostra filosofia in camera e nel boudoir.
Come dicevo, una ragazza intelligente,
Con quella rara virtù, la previdenza
(Rara per noi, latinoamericani)
Che è così comune nella sua patria,
Dove perfino gli assassini hanno un libretto di risparmio,
E lei non sarebbe stata da meno,
Un libretto di risparmio e una foto di Tristán Cabral,
La nostalgia del non vissuto,
Mentre quel prestigioso fiume trascinava un sole moribondo
E sulle sue guance scendevano lacrime apparentemente gratuite.
Non voglio morire, sussurrava mentre veniva
Nel perspicace buio della camera,
E io non sapevo che dire,
Davvero non sapevo che dire,
Tranne accarezzarla e sostenerla mentre si muoveva
Su e giù come la vita,
Su e giù come le poetesse di Francia
Innocenti e castigate,
Finché non tornava sul pianeta Terra
E dalle sue labbra sgorgavano
Passaggi della sua adolescenza che all’improvviso riempivano la nostra stanza
Con doppioni suoi che piangevano sulle scale mobili della metro,
Con doppioni suoi che facevano l’amore con due tizi alla volta
Mentre fuori cadeva la pioggia
Sui sacchetti della spazzatura e sulle pistole abbandonate
Nei sacchetti della spazzatura,
La pioggia che tutto lava
Tranne la memoria e la ragione.
Vestiti, giacche di pelle, stivali italiani, biancheria intima da far impazzire,
Da farla impazzire,
Apparivano e scomparivano nella nostra stanza fosforescente e pulsante,
E cenni rapidi di altre avventure meno intime
Sfolgoravano nei suoi occhi feriti come lucciole.
Un amore che non sarebbe durato molto
Ma che alla fine si sarebbe rivelato indimenticabile.
Questo disse,
Seduta vicino alla finestra,
Il suo volto sospeso nel tempo,
Le sue labbra: le labbra di una statua.
Un amore indimenticabile
Sotto la pioggia,
Sotto quel cielo irto di antenne dove convivevano
I cornicioni del Seicento
Con le cacche di piccione del Novecento.
E in mezzo
Tutta l’inestinguibile capacità di provocare dolore,
Invitta attraverso gli anni,
Invitta attraverso gli amori
Indimenticabili.
Sì, ecco cosa disse.
Un amore indimenticabile
E breve,
Come un uragano?,
No, un amore breve come il sospiro di una testa ghigliottinata,
La testa di un re o di un conte bretone,
Breve come la bellezza,
La bellezza assoluta,
Quella che contiene tutta la grandezza e la miseria del mondo
E che è visibile solo a chi ama.
Roberto Bolaño da “I cani romantici”
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Distopiche visioni
Mentre attendevo che il mio udito, proteso dal salone, cogliesse il lieve gorgoglio della moka in procinto di esalare il suo aroma, mi intrattenevo nel raccogliere i panni sullo stendino. Il caffè, infine, sgorgò, e riempii una tazzina. Quando la prima pila di calzini, mutande e canottiere fu pronta, la cinsi delicatamente e mi avviai per il corridoio. Procedevo con passo lento, forse a causa delle tenebre ancora dense del mattino, forse per quella sonnolenza che tardava a dissolversi, o forse perché, in quell'istante, mi trovavo a dovermi destreggiare, come un abile funambolo, affinché i calzini appallottolati e posti in cima al mucchio non scivolassero a terra. Ad ogni modo, arrivai nella camera e adagiai il carico sul letto.
La stanza era immersa in quella tipica penombra mattutina: le lenzuola, come di consueto, erano ancora disfatte e i cuscini fuori posizione. Spesso spetta a me l’ingrato compito di raccogliere i panni, giacché la mia ragazza è solita uscire prima per recarsi al lavoro, e pertanto eseguo il compito in maniera quasi automatica. Lo spazio che separa i piedi del letto dai cassetti in cui riporre la biancheria è di neanche mezzo metro, ma abbastanza per permettermi di aprire i cassetti. Apro quello delle mutande, mi volto per afferrarne una manciata e, senza troppe cerimonie, le lascio cadere dentro. Tuttavia, una volta rivolto nuovamente lo sguardo verso il letto, la mia attenzione è attirata da un particolare: i due comodini, identici, siamesi, simmetricamente posti ai lati del letto. Entrambi spogli, quasi scarni: sul mio è riposta una lampada di sale, mentre su quello della mia ragazza c'è una fotografia incorniciata che la ritrae insieme a un'amica di vecchia data, che ormai da anni vive in Norvegia. Oltre a questi due oggetti, su ciascun comodino sono riposti i caricabatterie dei nostri cellulari, con i fili che pendono mollemente.
Fu proprio l'immagine di quei fili a destare in me un pensiero curioso e, oserei dire, vagamente distopico. Mi parve quasi che quei caricabatterie non fossero altro che dispositivi per ricaricare non tanto i cellulari, quanto gli esseri umani, allacciati al letto come fossero macchine, pronte a ricaricare il corpo durante il riposo notturno. Sorrisi a quell’immagine surreale e la mia fantasia si spinse oltre, immaginando che, ad assistere a quella scena, vi fosse l’androide Upsilon HR 204, inviato in missione per studiare usi e costumi degli esseri umani. Nella mia mente, lo sentivo comunicare alla base: "Upsilon HR 204 alla base, confermo osservazione umanoidi in fase di ricarica. Utilizzo di antica porta USB. Inserimento della porta USB non ancora confermato, ipotesi di inserimento nell’ano durante ore di oscurità."
Quel pensiero bizzarro, intriso di un sottile umorismo, mi accompagnò mentre riprendevo il mio dovere, immerso in quel quieto e vagamente irreale inizio di giornata.
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L'italia ti fotte il cervello
Crescere in un Paese dove ti aspetti sempre una fregatura o un problema non è sano. Lo sanno bene gli italiani che si ritrovano spiazzati quando in Islanda o in Giappone trovano posti in cui puoi comprare qualcosa e non c'è cassiere: basta lasciare i soldi nella scatola/ciotola e prendere il resto se dovuto. Al tempo stesso lo sanno bene gli albergatori italiani e non che sono stati costretti a mettere cartelli in cui si indica il prezzo della biancheria in camera (che verrà addebitato nel caso l'ospite voglia portarsi a casa un set di asciugamani/accappatoi come ricordo) o i vari ammonimenti/divieti che avvertono di NON portare via del cibo dalla sala colazioni. Detto questo l'ultimo episodio aeroportuale ha ben messo in evidenza la discrepanza mentale tra la mia forma mantis italica e quella di mia moglie. Situazione: causa imprevisto familiare abbiamo dovuto volare su voli diversi ma l'erede era nella sua prenotazione e sedeva accanto a lei. Senza di lei cosa sarebbe successo? In più c'era da portare il suo rialzo per l'auto.
Italian mind: facciamo finta di niente, ci presentiamo tutti al gate con tanto di seggiolino sfruttando la priority e poi dopo che siamo passati dal gate tutti e tre tu moglie mia ti esibisci in un teatrale dramma in cui devi a malincuore abbandonare noi e te ne vai.
Polish mind: andiamo al check-in, chiediamo di portare a bordo il rialzo che entra sotto il sedile, al gate spieghiamo la situazione che io non posso venire con voi ma il bambino volerà comunque con te.
Nella mia mente già si erano creati scenari di Ryanair che chiedeva di fare un nuovo biglietto o di pagare oboli o addirittura negazione del viaggio per l'erede non accompagnato dall'amorevole madre indicata in prenotazione (il mio posto era a una fila di distanza).
Questo quello che è accaduto:
AL CHECK IN
"Possiamo portare il rialzo a bordo?“
"Ok"
AL GATE
"Io non posso volare. Può sedersi mio marito al mio posto?"
"Ok"
Per la scenata con la polizia dove grido "DENUNZIAQUERELAQUALCUNOPENSIAIBAMBINILEUROPADOVEEEHH" dovrò aspettare un'altra occasione.
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"(Sposato a 24 anni) all'età di 33 anni aveva una relazione con una cugina trentaseienne divorziata. Spariva per giorni finché andò via da casa, accettando di tornarci solo a patto che la moglie avesse rispettato alcune condizioni:
che i suoi vestiti e la biancheria fossero mantenuti in ordine e in buono stato;
che egli ricevesse i suoi tre pasti regolarmente nella sua stanza;
che la sua camera da letto e lo studio fossero sempre puliti e, in particolare, che sulla sua scrivania potesse mettere le mani solo lui.
La moglie avrebbe dovuto evitare ogni rapporto personale, astenersi dal criticarlo sia a parole sia con azioni davanti ai figli;
Non doveva aspettarsi intimità;
Doveva smettere immediatamente di rivolgersi a lui se lo richiedeva;
Doveva uscire all'istante dalla stanza senza protestare se egli lo richiedeva" .
(Queste ultime due condizioni sarebbero tutto quello che serve con le donne, sia in famiglia che fuori. Andrebbero scolpite nella pietra come le Tavole della Legge).
Ma chi sarà mai questo pervertito retrogrado dis-inclusivo cattivo esempio da emarginare e isolare senza se e ma, codesto Gran Visir della toxic masculinity? Un fassio che salta nel cerchio di fuoco, un personaggio palestrato inventato da Sylvester Stallone, uno spartano dei 300 dai fumetti di Frank Miller?
Pas de tout, era ALBERT EINSTEIN.
Celebrato dall'inclito e dal profano come IL genio del XX secolo: al punto che il patologo che effettuò la sua autopsia ne asportò il cervello e lo conservò di nascosto per decenni.
Scandalizzati, ma perché? Gli è che come quasi tutti, E. viveva nel e il suo tempo, non anticipando istanze che vi siete inventate nel vostro. Soprattutto, i suoi enormi contributi all'avanzamento delle conoscenze dell'Umanità non sono inficiati da attitudini (allora normali) che le masse rieduchescional oggi considerino perverse. Albert rovescio della medaglia del Michelangelo omosessuale: dimostra come il BIGOTTISMO TALEBANO sia sbagliato sempre, anche se piace alla gente che piace. A maggior ragione quando si tratta di giudizi estrapolati dal tempo, come se viaggiassero alla velocità della luce.
Sappiatelo, prima che inizino a dire che le sue teorie sono tossiche o peggio, facciano un film su di lui con protagonista un attore islamico.
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Ossigeno - 2
2. Garden Flower
Zlatan uscì dalla doccia e guadò Megan intenta ad asciugarsi i capelli in biancheria intima di pizzo nera davanti all'enorme specchio che occupava quasi tutta la parete dal lavabo in su. Era stupenda, mozzafiato. Ricordava ancora la prima volta che l'aveva vista, stava uscendo dall'appartamento di fronte al suo a Miami, con indosso un vestitino semi trasparente bianco e i capelli raccolti in uno chignon. Era rimasto imbambolato. E dopo qualche mese erano diventai la coppia più popolare d'America. Erano inseparabili e a letto facevano scintille. Megan era pazza di lui, si era trasferita a Barcellona e poi a Milano e tornava negli Stati Uniti solo per girare un film o partecipare a qualche programma. Ma, ultimamente Zlatan non provava più gli stessi sentimenti per lei.
Megan era estremamente viziata e spesso si comportava male, molto male. Lui, dal canto suo, aveva sempre odiato i figli di papà. Non gli aveva mai regalato niente nessuno, tutto quello che aveva ora lo aveva guadagnato con le proprie forze e grazie al proprio talento. Non aveva mai avuto un bel carattere, le persone lo definivano arrogante e presuntuoso, e lui lo era, ma in campo. Fuori era una persona completamente diversa. Non digeriva affatto certi suoi comportamenti, più volte glielo aveva fatto notare e spesso avevano litigato fin quasi ad arrivare alle mani, ma d'altronde quello era il suo carattere e non poteva di certo cambiarlo. Due settimane prima, col cuore a pezzi, Zlatan aveva deciso di chiudere la storia. Megan però aveva avuto un crollo emotivo, gli aveva detto che non poteva vivere senza di lui e... lui l'aveva semplicemente stretta a sé e non aveva avuto più il coraggio di mandarla via. Si avvolse un asciugamano intorno alla vita e si avvicinò allo specchio per pettinarsi i capelli. Lei lasciò vagare lo sguardo su quel corpo da urlo e sospirò. Spense il fono e lo poggiò sul piano di marmo. ‹‹Amore, sei irresistibile.›› Zlatan le sorrise e l'attirò a sé per sbaciucchiarla un po'. Le accarezzò il sedere. ‹‹Vai a prepararti, altrimenti faremo tardi.›› Si scambiarono qualche altro bacio, poi lei scomparve nella camera da letto e lui continuò a prepararsi.
Due ore più tardi erano in centro a Milano, nel nuovo locale del suo amico, nonché compagno di squadra, Ignazio Abate. Aveva aperto un lounge bar, il Garden Flower, e quella sera c'era un party inaugurale al quale erano stati invitati molti vip e presunti tali, calciatori e amici. Zlatan prese posto su un divano di pelle grigio accanto ai suoi compagni e ordinò da bere. Fu proprio nel momento in cui portò il bicchiere alle labbra che la vide: la ragazza che lo aveva insultato in quella boutique in centro era appena entrata nel bar e stava salutando un po' di persone. Era proprio lei, non poteva sbagliarsi. ‹‹Chi è quella?›› chiese a Mark Van Bommel, seduto accanto a lui. Mark guardò nella sua stessa direzione ‹‹Amico, non ne ho la più pallida idea, però è uno schianto.›› E sì, Zlatan dovette ammettere a sé stesso che era favolosa. Indossava un vestito rosso fuoco che le arrivava fin sopra le ginocchia, senza spalline e molto aderente. I capelli biondi erano sciolti e leggermente mossi; stringeva una piccola pochette nera e ad un tratto i loro sguardi si intrecciarono. L'eloquenza del suo sguardo lo fece incazzare, continuò a guardarla fino a quando non fu lei per prima a spostare lo sguardo altrove. Però continuava ad avere quell'aria familiare... ‹‹Ma come, non l'avete riconosciuta?›› intervenne Rino ‹‹Quella è Sveva, la sorella di Ignazio.›› Ah. La sorella di Ignazio. Ecco dove l'aveva vista! Ogni volta che andava a casa di Ignazio si soffermava sempre a guardare le sue foto sparse per tutta la sala. E adesso? Come doveva comportarsi con lei? Qualcosa dentro di lui si agitò. Aveva sempre desiderato conoscere la sorella di Ignazio, lui la nominava di continuo e dalle foto ne era rimasto affascinato. Ora invece il pensiero di conoscerla non lo allettava più. Aveva paura che potesse cambiare l'opinione che si era fatto di lei, cambiarla in peggio. E non era sicuro di volerlo.
Sveva distolse lo sguardo da quegli occhi profondi che la stavano fissando e si recò al tavolo del buffet. Mise qualche rustico e qualche tartina in un piattino e prese un cocktail analcolico alla frutta, poi trovò un posticino vuoto vicino al bancone e si sedette. Poco dopo la raggiunse il fratello. ‹‹Sveva, finalmente sei arrivata.››
‹‹E' da un po' che sono qui, chiacchieravi con delle persone e non sono venuta a disturbarti.›› ‹‹Hai salutato i ragazzi?›› ‹‹Non ancora, stavo mangiando qualcosa.›› Ignazio le accarezzò un braccio ‹‹Non mi hai ancora detto com'è stato per te ritornare qui dopo tanto tempo.›› ‹‹È casa mia qui. Ci sei tu, ci sono mamma e papà, è sempre bello.›› ‹‹Sono felice di sentirtelo dire. Ora vieni a salutare Rino, Massimo e tutti gli altri.›› Sveva si alzò dallo sgabello e seguì il fratello fino all'angolo dove prima aveva visto Ibrahimovic e gli altri compagni. ‹‹Ehi ragazzi, guardate un po' chi è tornato? Conoscete tutti mia sorella, vero?›› ‹‹Ciao Sveva!›› Massimo Ambrosini si alzò e la strinse in un caloroso abbraccio. Lo stesso fecero i veterani del Milan, che la conoscevano piuttosto bene. ‹‹Io non la conosco›› disse Mark, alzandosi e porgendole la mano. ‹‹Io sono Mark, molto piacere›› ‹‹Sveva.›› Mark sfiorò con le labbra il dorso della mano e la lasciò andare controvoglia. In cambio però ricevette un bellissimo sorriso, genuino, fresco, abbagliante, e per un secondo anche Zlatan rimase incantato. ‹‹Zlatan!›› Ignazio guardò l'amico, ‹‹anche tu non conosci Sveva vero? Oddio, mi sembra così strano...›› ‹‹Già›› rispose lui. ‹‹E così tu sei la famosa Sveva. Ti immaginavo diversa›› si alzò controvoglia e le strinse la mano. Forte. Lei ricambiò la stretta senza batter ciglio e disse in tono tagliente ‹‹Posso dire la stessa cosa di te, Zlatan Ibrahimovic.›› Che i due non si piacessero era chiaro a tutti in quel momento. Ignazio capì che doveva essere successo qualcosa, ma non disse nulla. Gli altri ripresero a parlare tra loro. Zlatan le rivolse un sorriso forzato e si accomodò di nuovo al suo posto. Sveva si guardò intorno nel tentativo di trovare una valida scusa per allontanarsi da lì il prima possibile e, guardando verso l'entrata, scorse il suo migliore amico Christian. ‹‹Vogliate scusarmi›› disse rivolgendosi ai ragazzi ‹‹ho appena visto una persona, vado a salutarla. A dopo›› Si congedò e corse verso la porta. A pochi passi da lui si fermò. Christian. Quanto gli era mancato. Lui la vide e sorrise, le si avvicinò rapido. ‹‹Sveva..›› l'attirò a sé e la strinse forte, tenendo premute le labbra sulla sua guancia. ‹‹Chri...›› ‹‹Quando sei tornata?›› ‹‹Un paio di giorni fa.›› ‹‹E non mi hai chiamato, perché?›› ‹‹Volevo farti una sorpresa.›› Lui le accarezzò la guancia ‹‹Come stai?›› Christian era l'unico che sapeva cosa era accaduto a New York con Logan. A lui non poteva mentire, non ci riusciva. ‹‹Molto meglio.›› ‹‹Per quanto tempo rimani? Ho tanta voglia di stare un po' con te... non hai idea di quanto mi sei mancata. Anche Stefania e le piccole vorranno vederti.›› ‹‹Ehi, ma Stefania non è venuta?›› ‹‹No, era un po' stanca e ha preferito riposare.›› ‹‹Uno di questi giorni verrò a pranzo da voi.›› ‹‹Ci puoi scommettere! Allora quanto rimani?›› ‹‹Abbastanza perché ti stuferai di avermi tra le scatole.›› ‹‹Sciocca›› le scostò alcune ciocche di capelli dal volto e l'accarezzò di nuovo. Non riusciva a staccare gli occhi dal suo volto. La guardava e sorrideva, era veramente felice di averla lì. Si sedettero ad un tavolo e rimasero a chiacchierare per molto, molto tempo.
Zlatan li osservò incuriosito. Sembravano molto più che semplici amici. Il modo in cui il suo compagno di squadra la guardava... c'era amore nei suoi occhi, tanto amore. Cos'erano quei due, amanti?
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Caro affitti, gli studentati non bastano
Mille euro per un posto letto, vi porto nei Campus universitari pagati dallo Stato e finiti ai privati. Il ministero dell'università ha stanziato 20mila euro a posto letto per realizzare nuovi studentati, ma la partecipazione al bando è per il 99% coperta da privati. "Allo scadere dei pochi vincoli imposti alle società d'investimento i posti letto per i meritevoli e gli studenti con Isee basso potrebbero aumentare solo leggermente, con percentuali ridicole", peggiorando il problema del caro affitti nelle grandi città. Campus universitari di qua, campus universitari di là. Passeggiando nei quartieri universitari di Roma saltano all’occhio nuove costruzioni moderne e colorate che prima non esistevano. Sono alloggi per studenti con aree verdi, palestre, sale per la musica, biblioteche e tanti altri servizi. Sembrano campus americani o hotel di lusso. Strutture molto diverse dalla classica 'Casa dello studente' a cui siamo abituati (vedi foto sotto).
Casa dello studente in via Cesare de Lollis a Roma Una buona notizia per gli studenti universitari fuori sede che da anni denunciano i prezzi folli degli affitti, rivendicando il diritto allo studio con le tende davanti agli atenei. Quello delle nuove residenze per studenti però è un fenomeno che riguarda tutte le città a forte vocazione universitaria, perché dove c’è una forte domanda nasce una nuova opportunità di business, specie se ci sono i soldi del Pnrr di mezzo. Peccato però che poi i tanto sbandierati "prezzi calmierati" spesso si traducano in cifre che raggiungono anche i 1.000 euro al mese. Salta così l’obiettivo iniziale della misura, ovvero quello di aumentare il numero di posti letto per le fasce meno abbienti, come conferma Damiano Di Giovanni, responsabile della questione abitativa per l'Unione degli universitari (Udu). Ma andiamo per ordine e vediamo che cosa abbiamo scoperto. I nuovi studentati privati Più di 7.000 metri quadri, oltre 300 posti letto, aree verdi, parcheggi e strutture sportive. Sta per nascere un nuovo studentato nel quadrante est della Capitale, a poche fermate di autobus dall’università La Sapienza, in un’area industriale dismessa di 25mila metri quadri. Una buona notizia per tutti, studenti e abitanti del quartiere compresi vista la riqualificazione dell'area. Anche in questo caso si parla di "prezzi calmierati". Ma siamo davvero sicuri che questi alloggi saranno affittati a prezzi accessibili? Proviamo a scoprirlo guardando il listino di un campus realizzato a qualche chilometro da lì, riservato a "studenti, turisti e professionisti in viaggio". Nel canone di affitto sono compresi tutta una serie di servizi oltre all’alloggio: l’accesso agli spazi comuni (cucina, palestra, sale studio, sale ricreative, etc.), colazione e cena, pulizia della camera e del bagno una volta a settimana con cambio biancheria, aria condizionata, internet, manutenzione ordinaria e straordinaria. Come un albergo (vedi foto sotto).
Alloggi per studenti universitari a Roma I prezzi partono da 13.500 euro per una doppia per 11 mesi e da 14.900 per una singola. Ci sono poi tutta una serie di sconti e riduzioni di reddito e di merito cumulabili. Al massimo si arriva a una riduzione del 35 per cento. Uno studente meritevole e con un Isee basso paga 11.475 euro, più di 1.000 euro al mese per una stanza condivisa. A meno che non vinca una borsa di studio riservata a figli od orfani di dipendenti Inps.
Tariffario studentati Di campus come questi ne sono comparsi davvero tanti nella Capitale, ma anche in altre città universitarie. Uno di questi sorgerà al posto del villaggio olimpico di Porta Romana a Milano. Una volta terminati i Giochi del 2026 diventerà un campus universitario a "prezzi convenzionati", con canoni da 1.000 euro al mese per una stanza singola e 740 euro per una doppia. Tariffe che difficilmente risolveranno il problema del caro affitti anzi secondo alcuni lo peggioreranno, perché diventeranno un benchmark come dicono gli economisti, un punto di riferimento per i proprietari di case che affittano a studenti. Uno studente su 10 paga più di 800 euro Sul mercato immobiliare per studenti non siamo ancora arrivati a queste cifre, ma ci stiamo avvicinando complice l’esplosione degli affitti brevi ai turisti. Nell’ultimo anno i prezzi di una stanza sono saliti in media del 12 per cento, secondo un’indagine di Scenari Immobiliari. Questo il mercato degli affitti a Roma. Nella zona universitaria si parte da 400 euro per una stanzetta con letto, armadio a ponte e scrivania (vedi foto sotto), per arrivare a 1.000 euro per una doppia con bagno in camera. Alla stessa cifra si può prendere una singola di 9 metri quadri a due passi dall’università, con bagno condiviso ma ristrutturatissima.
Affitto stanza studenti 400 euro Nei meandri dell’irregolarità e dell’illegalità si trovano anche tanti tuguri a prezzi folli, scantinati o soffitte da brividi. A Milano, la città più cara di tutti per gli affitti universitari, i canoni partono da 500 euro per volare fino a 1.250 euro per una camera di 14 metri quadri in buone condizioni. In media in Italia gli studenti fuori sede pagano per l’alloggio 430 euro al mese, ma uno su dieci sborsa più di 800 euro secondo un’indagine di Skuola.Net. A più di un mese dall’inizio delle lezioni una matricola su tre non ha ancora trovato una stanza, mentre uno studente su quattro ha cambiato alloggio per motivi economici. Il 30 per cento si è rivolto a studentati universitari oppure a collegi e convitti privati. Uno universitario su tre, a dimostrazione del fatto che la domanda per gli studentati c'è ed è forte. Il business dell’housing student Di "posti letto pagati a peso d'oro accessibili solo a studenti con un certo reddito" ne avevamo parlato un anno fa con un rappresentante dell’Unione degli universitari (Udu), preoccupato per come si stavano spendendo gli 1,2 miliardi di euro del Pnrr. Risorse stanziate per portare da 40mila a 60mila i posti letto entro il 30 giugno 2026. Obiettivo: colmare il divario con il resto d’Europa dove il tasso di copertura degli alloggi per studenti fuori sede in media si attesta al 18 per cento, con punte del 30 per cento nei Paesi Bassi. In Italia, con 49mila posti letto su 600mila studenti fuori sede non pendolari, siamo solo al 7,3 per cento (vedi foto sotto). Grazie anche alle strutture di student housing gestite da operatori specializzati si spera che entro tre anni si possa superare quota 100mila. Il tasso di copertura potrebbe raggiungere così il 15 per cento. Ma le premesse non sono buone.
Posti letto negli studentati 2024 In Italia i privati fanno a gara per costruire nuovi campus universitari perché sono diventati un buon investimento. Basti sapere che con 315 milioni di euro lo student housing rappresenta il 45 per cento degli investimenti di tutto il comparto residenziale. Interessati soprattutto fondi immobiliari e società straniere, attratte in particolar modo dai soldi del Pnrr. E il pubblico cosa fa? Resta a guardare mentre i privati si accaparrano la fetta più grossa della torta. Vediamo perché. Dallo Stato 20mila euro a posto letto Il decreto n.481 del 26-02-2024 del ministero dell’Università (Mur) ha stabilito che i gestori pubblici e privati riceveranno un contributo da parte dello Stato di quasi 20mila euro a posto letto per i primi tre anni di gestione della struttura (vedi foto sotto). Cifra che ha convinto i privati a investire in vista di futuri guadagni mentre comuni, università e regioni sono rimasti inermi per mancanza di fondi, visto che ci vogliono circa 90mila euro per realizzare un posto letto.
Contributo Pnrr per posti letto alloggi universitari "Il governo ha deciso di puntare tutto sui privati", conferma a Today.it Damiano Di Giovanni, referente nazionale per la questione abitativa dell’Unione degli Universitari (Udu), aggiungendo che l’obiettivo di realizzare 60mila posti letto entro il 2026 è ancora molto lontano. "Il 99 per cento dei soggetti che a oggi partecipa al cofinanziamento statale sono privati, l’1 per cento sono pubblici. Per questa ragione abbiamo presentato un emendamento urgente per salvare il Pnrr. Chiediamo un miliardo di euro per incentivare e sostenere gli atenei e i comuni che vogliono partecipare al bando pubblico per realizzare almeno 20mila posti letto accessibili ed economici. Un contributo di almeno 50.000 euro a posto letto, perché i gestori pubblici a differenza dei privati hanno pochi soldi da investire". Da considerare anche l’assenza di alcuni vincoli importanti per i privati, come il tetto massimo al canone di locazione. "Previsto per i primi 12 anni uno sconto iniziale del 15 o del 25 per cento, in base ai casi, e un vincolo di 12 anni per la riserva dei posti letto del 30 per cento per il diritto allo studio. Quindi al termine del vincolo questi alloggi diventeranno studentati privati". Se vorranno potranno trasformali in hotel per turisti, "anche se economicamente gli conviene farsi pagare 1.000 euro a stanza dagli studenti", dichiara Di Giovanni. Ma quante famiglie riusciranno a far studiare il proprio figlio fuori casa visto che il reddito medio in Italia è di 23.650 euro lordi l’anno? "Non c’è una visione, un progetto, tra qualche anno ci sarà qualche posto in più per i meritevoli e gli studenti con Isee basso ma stiamo parlando di percentuali ridicole". Ricapitolando: senza l'intervento di soggetti pubblici l'occasione del Pnrr per far fronte all'emergenza abitativa degli studenti universitari rischia di evaporare insieme ai posti letto creati dai privati. Read the full article
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Desiderio Inaspettato 1
Un tarlo, un tarlo mi rode e nonostante sia l’alba e potrei ancora dormire un sonno beato, non posso fare a meno di pensare.
Con il mio fidanzato, in questi giorni di allontanamento forzato per distrarci dalla monotonia del “non far nulla” e per poter mantenere vive le nostre fantasie sessuali e cercare di tenere a bada il nostro desiderio reciproco con del “fai da te”, abbiamo iniziato a leggere anche dei “racconti erotici” ed a scambiarci pensieri sul contenuto e sulle fantasie dei protagonisti e di conseguenza sulle nostre fantasie.
In tempi di allontanamento forzato, l’invio di video è pressoché indispensabile a mantenere accesa la fiamma, quindi con immensa eccitazione mi sono esposta come non avevo mai fatto alla videocamera del mio cellulare per poter incentivare le fantasie del mio fidanzato.
In ogni caso da tutte queste chiacchiere, scambi di video e sesso “fai da te” è nata l’idea di provare a scrivere un “racconto erotico”, per eccitare le nostre menti, per scoprire forse anche desideri mai confessati e per divertirci .
“Desiderio inaspettato “ -PARTE 1-
Sono una donna non esattamente giovane ma così mi dicono ancora decisamente piacente, più che dirmelo lo intuisco dagli sguardi ammiccanti e lascivi di molti uomini, dai complimenti più o meno velati ed educati, dagli abbracci più che calorosi anche dei mariti delle mie amiche che non perdono occasione di farmi “sentire” la loro amicizia.
A questo proposito vi devo confessare che sono “fidanzata” con il marito di una pseudo amica.
Uomo dall’aspetto molto interessante occhi azzurro ghiaccio , capelli ricci e splendidamente brizzolati, sportivo, dall’atteggiamento molto pacata e perbene, un intellettuale di sinistra, simpatico, molto educato, quasi timido ma sotto quei riccioli frullano continue idee e pensieri;
si direbbe insomma il classico tipo che non ti aspetteresti che ha un “drago nelle mutande” e che aspira ad avere “esperienze” e invece sorpresa sorpresa è uomo appassionatissimo, sessualmente generoso, ben dotato, amante attento e premuroso, master severo con la sua slave, con una passione per il mio fondo schiena e alla continua ricerca di novità stimolanti.
Amando molto il mio corpo spesso il mio fidanzato mi regala trattamenti presso Spa, per lo più massaggi tonificanti, drenanti, rilassanti, insomma tutto quello che può mantenermi in buona forma e non far perdere al mio corpo snello ma morbidamente tondeggiante dove serve, un aspetto invitante e provocante.
Tra i tanti regali mi ha dato un coupon per massaggi di coppia in una nota,ma riservata a pochi, Spa della nostra zona, abbiamo così prenotato per un pomeriggio full-immercion di coccole e attenzioni dedicate ai nostri corpi e compreso nella prenotazione c’era pure l’uso di una camera destinata al dopo coccole
In un ambiente assolutamente ovattato ed estremamente elegante la receptionist ci fa accomodare in una stanza con due letti per massaggi, delle eleganti poltrone bianche dalla forma sinuosa, un grande vasca idromassaggio destinata a due persone, luci soffuse, musica di sottofondo e inebrianti profumi; siamo stati invitati a spogliarci completamente ed a stenderci su nostri letti per ricevere la prima fase dei trattamenti.
Non nego che la tensione sessuale era già alta ancora prima di spogliarci e distenderci - pregustavamo il dopo massaggio nella camera a noi riservata - i nostri sguardi bruciavano dal desiderio ma la tensione si fece ancor più intensa scoprendo che il massaggio per me sarebbe stato effettuato da un aitante giovane uomo e per lui da una elegantissima quanto provocante giovane donna.
Entrambi i massaggiatori erano vestiti con candidi camici di raso di seta che lasciavano poco all’immaginazione e al di sotto dei quali non indossavano biancheria intima.
Direi che al primo impatto la situazione ci aveva già ben predisposto a quello che sarebbe stato.
Il trattamento prevedeva l’utilizzo di candele da massaggio, le avevamo già usate per i nostri giochi e quindi ne conoscevamo il piacere
Dopo i naturali convenevoli di presentazione con i nostri massaggiatori, ci lasciammo sfiorare con grande abilità e competenza dal tocco delle mani esperte di Luca e Anna.
Il mio fidanzato non perse di vista un solo attimo Luca che con estrema professionalità si insinuava in ogni muscolo possibile della mia schiena per rilassarla completamente, e insinuandosi arrivò sino ai miei glutei che lavorò morbidamente sino ad aprirli sentivo le sue mani parallele sulle mie chiappe e i pollici convergevano , e dilatavano e aprivano il solco oscuro che si apriva a lasciar fiorire quel bocciolo appena schiuso ed urlante di desiderio d’essere sondato, aperto, ammorbidito,per essere esplorato sino nel suo più profondo essere; per verificare quanto il suo lavoro manuale avesse provocato, Luca non poté fare a meno di notare che ero così eccitata dal suo tocco e dallo scorrere dell’olio della candele nel solco del mio culo che ormai ero ben pronta a ricevere un massaggio ben più profondo.
Nel mentre Anna con grande abilità aveva massaggiato il mio fidanzato, che tra le sue mani esperte e nel vedermi completamente preda del massaggio di Luca aveva avuto un’erezione incontenibile ormai difficilmente gestibile per la posizione supina, leggevo il suo sguardo bruciante.
Molto garbatamente Luca mi chiese se volessi un massaggio più profondo lasciandomi ovviamente intendere che gli avrebbe fatto molto piacere - e la sua erezione assolutamente evidente sotto la candida seta del camice non lasciava dubbi; guardai il mio fidanzato per capire quanto ne sapesse di questa offerta - se fosse già tutto da lui ben predisposto ed orchestrato - e se gli potesse far piacere questa nuova esperienza, ne avevamo ampiamente fantasticato ma non ci eravamo mai trovati nella condizione di provare e soprattutto ogni volta queste fantasie comprendevano noi ed una altra donna mai un altro uomo, ma il suo sguardo compiaciuto e incendiato dal desiderio erano una risposta certamente affermativa.
In ogni caso seppur titubante e decisamente impreparata, mi feci coraggio e chiesi esplicitamente che Anna, prima di Luca, affondasse il suo volto tra le mie natiche e le mie cosce per saggiare e stimolare il mio desiderio già infinitamente acceso, Anna non si fece pregare
Per agevolare la mia richiesta mi sollevai sulle ginocchia offrendo tutta la mia natura già grondante di piacere ad Anna e per non far torto alla cortesia di Luca lo feci posizionare di fronte a me e curiosa di conoscere il suo sapore presi a succhiare il suo splendido cazzo
Il mio fidanzato decisamente sorpreso dalla mia audacia ma molto compiaciuto si godette per un po’ lo splendido quadretto masturbandosi
Ebbra di piacere per le languide e sapienti leccate di Anna, invitai il mio fidanzato ad alternarsi a Luca e quelle due meravigliose erezioni succhiate a turno esplosero sul mio volto inondandomi dei loro umori.
Non ancora appagata nel mio piacere scambiai con Anna baci profondi, i nostri piccoli seni si sfioravano e i capezzoli turgidi desideravano essere palpeggiati da mani forti, lievemente torturati con quel dolce dolore che diventa indimenticabile per qualche giorno, non servi’ spiegarlo ne al mio fidanzato - che ben conosceva questa mia urgenza - e neppure a Luca che si adeguò
Basto’ poco a riaccendere i maschietti, l’immagine saffica di due donne che si amano è sempre molto efficace e devo dire che i nostri corpi ben si prestavano
Ne nacque un groviglio di corpi avidi di provare piacere e di darne, e siccome divento particolarmente avida quando si tratta di avere del piacere sessuale feci in modo da impegnare tutti e tre sul mio corpo, che ormai era percorso da profondi brividi e spasmi di piacere, riservai ovviamente il posto d’onore al mio fidanzato offrendo a lui il tenero bocciolo di rosa schiuso dai sapienti colpi di lingua di Anna, il quale non aspettava altro che impalarmi sulla sua verga possente e sprofondare dentro le mie viscere che non aspettavano altro che essere riempite dal suo caldo seme, ma non prima di essermi accomodata sopra Luca che mi riempiva con la sua bacchetta magica, riservai ad Anna la mia bocca che spalancando le gambe di fronte a me si fece succhiare leccare e con una provvidenziale candela di forma fallica penetrare sino all’elsa, ognuno di noi ebbe il proprio piacere, io fui riempita dai loro in ogni cavità disponibile e resi a loro i miei orgasmi e tutta la mia passione.
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Ieri è venuto a casa un mio collega dell'università, perché mi ha chiesto di prestargli degli appunti che ho preso a lezione.
Ovviamente capita ogni tanto che venga qualche compagno di studi a casa da me, ma è sempre un po' un problema capire se lo facciano davvero per motivi di studio, o se lo fanno perché sperano in questo modo di incontrare le mie coinquiline. Ormai so che è così.
Nel caso di quel ragazzo di ieri, penso che fosse sincero, perché non sapeva che abito con delle ragazze, e so che quegli appunti gli servivano davvero perché non riesce a passare l'esame.
Infatti, praticamente ha scoperto la situazione, cioè con chi abito, mentre era qui a casa. Io e lui eravamo nel divano del soggiorno, stavamo parlando di quell'esame, e ad un certo punto è passata Veronica perché doveva andare a prendere della biancheria nello stendino, e per arrivarci bisogna per forza passare in soggiorno. Veronica non sapeva che c'era un ospite, era in pigiama, a piedi scalzi, come è passata e lo ha visto è rimasta un po' sorpresa perché non sapeva che c'era un estraneo e lo ha salutato.
Lui mai si sarebbe immaginato di vedere dentro la mia casa una ragazza ed è andato in iperventilazione, mi ha guardato come dire: "Ma chi è? Tu abiti con lei?". Lei nel frattempo si è affrettata, ha preso ciò che le serviva ed è tornata in camera sua. Poi gli ho spiegato che lei è una delle tre compagne di appartamento.
Per lui quei pochi secondi che l'ha vista sono stati una specie di apparizione. Per me è stato uno di quei momenti in cui ho pensato: quella che per qualcuno è una visione di pochi secondi, per me è qualcosa che dura tutti i giorni, devo esserne sempre consapevole.
Poi lui andando via mi ha detto che tornerà a trovarmi.
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Azora Rais, tra Dolore e Determinazione
Un altro gravissimo episodio di violenza sessuale contro le donne. A denunciarlo è stata Azora Rais, scrittrice di talento e cantautrice di successo che, malgrado il trauma subito - anziché rinchiudersi nel silenzio e nel dolore - ha deciso di reagire, di raccontare e di condividere pubblicamente il drammatico episodio che l'ha coinvolta.
L'artista italo-bulgara - spesso protagonista sui rotocalchi di gossip ma anche autrice di libri di successo come "La verità nascosta" dedicato allo sviluppo economico politico postcomunista dei paesi dell'Est Europa dal 1989 ad oggi - è stata vittima lo scorso 4 novembre di uno stupro a Monaco di Baviera, mentre soggiornava nell'elegante hotel Eden Wolff, vicino alla stazione ferroviaria di Monaco.
I FATTI
Azora Rais stava aspettando al bar-ristorante dell'hotel il suo fidanzato, il tedesco Christoph Wienold, ingegnere informatico e cyber-security per una multicorporation americana: "Al bar, oltre alla sottoscritta, c'era un uomo alto e muscoloso che si scolava una birra dopo l'altra. Era evidentemente un po' alticcio e, ad un certo punto, ha cominciato ad infastidirmi. Rideva, faceva battute, provava ad allungare le mani. Sono abituata alle avance degli uomini ma so distinguere un complimento da una molestia e, quindi, vedendo i suoi modi così insistenti, ho preferito andarmene. Saranno state circa le 22.30 quando mi sono alzata per tornare in camera".
E l'incubo per Azora Rais comincia proprio in quell'istante: "Lui mi ha seguita fino all'ascensore. A quel punto, ero convinta fosse anche lui un cliente dell'hotel e, quindi, non mi sono troppo preoccupata della sua presenza. Invece, dopo avermi pedinata anche lungo il corridoio del 2° piano, non appena ho aperto la porta con la key-card, lui con uno scatto repentino si è infilato nella mia stanza e mi ha scaraventata sul letto. Il tutto è durato poco più di un minuto ma, in quel breve tempo, è riuscito a violentarmi. Lui mi urlava in tedesco, io lo supplicavo in inglese… tutto inutile. Sarà stato alto 1.90, era muscoloso. E' stato impossibile per me reagire".
Azora Rais si è difesa come ha potuto, lottando fino allo stremo per evitare la violenza sessuale. Ma, alla fine, non ce l'ha fatta. L'aggressore, visibilmente annebbiato dai fumi dell'alcol, non si è fermato neppure di fronte alla sua disperazione e alle sue lacrime anche se, dopo alcuni momenti di terrore, ha deciso di desistere, non prima però di essersi fatto promettere un nuovo incontro fissato per il giorno successivo: "A quel punto - dice - ho provato ovviamente ad assecondarlo perché temevo che la situazione potesse diventare ancora più pericolosa. In quel momento, l'unica cosa che volevo è che quell'energumeno se ne andasse dalla mia stanza il prima possibile".
Malgrado il trauma della violenza, la cantante non ha mai ha perso la lucidità e, non appena il suo aguzzino si è dileguato, ha immediatamente chiamato al telefono il suo compagno e la polizia: "Un agente ha bussato alla mia porta mentre ero ancora al telefono con il Commissariato. Quando ho sentito il trambusto fuori dalla camera sono stata nuovamente assalita dal panico, pensavo che quel bruto fosse tornato. Invece erano i poliziotti che, per entrare, si erano fatti consegnare dalla reception il passe-partout della stanza. Sono rimasta impressionata dalla loro efficienza ma anche dalla loro sensibilità. Dopo pochi minuti, nella mia stanza c'erano una decina di poliziotti, compresi gli agenti della Scientifica che hanno effettuato tutti i rilievi dattiloscopici ed il prelievo del Dna. Mi hanno fatto i tamponi in tutti i centimetri del mio corpo. Non mi sono potuta lavare per oltre otto ore. Mi hanno anche sottoposta all'esame dell'alcol-test a cui sono risultata ovviamente negativa. Hanno passato palmo a palmo l'intera stanza e hanno confiscato tutti gli abiti che indossavo, la biancheria intima e le lenzuola del letto sopra il quale è avvenuta la violenza".
"Inoltre - prosegue Azora Rais - hanno acquisito i filmati di tutte le telecamere a circuito chiuso, rilevato le impronte digitali su ogni superficie disponibile, dalla porta al rubinetto del bagno, sequestrando persino gli asciugamani. Insomma, una task force di grande efficienza ed umanità".
LE INDAGINI
Azora Rais è stata quindi accompagnata alla sezione criminale della centrale di polizia dove, dopo aver rilasciato una circostanziata testimonianza sull'accaduto, è stata visitata dal medico legale e dal ginecologo che l'ha sottoposta ad ulteriori tamponi e ad esami medico-scientifici.
"La Polizia ha già individuato il mio aggressore - spiega Azora - ad inchiodarlo, infatti, c'è anche una foto, sfocata e senza flash ma comunque indicativa, che sono riuscita a scattargli nel momento in cui è entrato nella stanza. Avevo ancora il telefono in mano e, d'istinto, sono riuscita a fargli una foto. Ora dobbiamo solo attendere l'esito delle indagini del Dna e poi credo che si arriverà ad un'incriminazione e, spero, anche ad un provvedimento restrittivo della sua libertà. Sono molto grata alla polizia tedesca per la serietà e la professionalità con cui ha trattato il mio caso. Purtroppo questo episodio mi ha inevitabilmente segnata. Sto provando a reagire, ad andare avanti ma, da quella sera, non ho pace. Spero solo di avere giustizia ma, dopo questa violenza - conclude amara - il mio atteggiamento nei confronti degli uomini sarà diverso e inevitabilmente diventerò molto più diffidente".
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