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Caro affitti, gli studentati non bastano
Mille euro per un posto letto, vi porto nei Campus universitari pagati dallo Stato e finiti ai privati. Il ministero dell'università ha stanziato 20mila euro a posto letto per realizzare nuovi studentati, ma la partecipazione al bando è per il 99% coperta da privati. "Allo scadere dei pochi vincoli imposti alle società d'investimento i posti letto per i meritevoli e gli studenti con Isee basso potrebbero aumentare solo leggermente, con percentuali ridicole", peggiorando il problema del caro affitti nelle grandi città. Campus universitari di qua, campus universitari di là. Passeggiando nei quartieri universitari di Roma saltano all’occhio nuove costruzioni moderne e colorate che prima non esistevano. Sono alloggi per studenti con aree verdi, palestre, sale per la musica, biblioteche e tanti altri servizi. Sembrano campus americani o hotel di lusso. Strutture molto diverse dalla classica 'Casa dello studente' a cui siamo abituati (vedi foto sotto).
Casa dello studente in via Cesare de Lollis a Roma Una buona notizia per gli studenti universitari fuori sede che da anni denunciano i prezzi folli degli affitti, rivendicando il diritto allo studio con le tende davanti agli atenei. Quello delle nuove residenze per studenti però è un fenomeno che riguarda tutte le città a forte vocazione universitaria, perché dove c’è una forte domanda nasce una nuova opportunità di business, specie se ci sono i soldi del Pnrr di mezzo. Peccato però che poi i tanto sbandierati "prezzi calmierati" spesso si traducano in cifre che raggiungono anche i 1.000 euro al mese. Salta così l’obiettivo iniziale della misura, ovvero quello di aumentare il numero di posti letto per le fasce meno abbienti, come conferma Damiano Di Giovanni, responsabile della questione abitativa per l'Unione degli universitari (Udu). Ma andiamo per ordine e vediamo che cosa abbiamo scoperto. I nuovi studentati privati Più di 7.000 metri quadri, oltre 300 posti letto, aree verdi, parcheggi e strutture sportive. Sta per nascere un nuovo studentato nel quadrante est della Capitale, a poche fermate di autobus dall’università La Sapienza, in un’area industriale dismessa di 25mila metri quadri. Una buona notizia per tutti, studenti e abitanti del quartiere compresi vista la riqualificazione dell'area. Anche in questo caso si parla di "prezzi calmierati". Ma siamo davvero sicuri che questi alloggi saranno affittati a prezzi accessibili? Proviamo a scoprirlo guardando il listino di un campus realizzato a qualche chilometro da lì, riservato a "studenti, turisti e professionisti in viaggio". Nel canone di affitto sono compresi tutta una serie di servizi oltre all’alloggio: l’accesso agli spazi comuni (cucina, palestra, sale studio, sale ricreative, etc.), colazione e cena, pulizia della camera e del bagno una volta a settimana con cambio biancheria, aria condizionata, internet, manutenzione ordinaria e straordinaria. Come un albergo (vedi foto sotto).
Alloggi per studenti universitari a Roma I prezzi partono da 13.500 euro per una doppia per 11 mesi e da 14.900 per una singola. Ci sono poi tutta una serie di sconti e riduzioni di reddito e di merito cumulabili. Al massimo si arriva a una riduzione del 35 per cento. Uno studente meritevole e con un Isee basso paga 11.475 euro, più di 1.000 euro al mese per una stanza condivisa. A meno che non vinca una borsa di studio riservata a figli od orfani di dipendenti Inps.
Tariffario studentati Di campus come questi ne sono comparsi davvero tanti nella Capitale, ma anche in altre città universitarie. Uno di questi sorgerà al posto del villaggio olimpico di Porta Romana a Milano. Una volta terminati i Giochi del 2026 diventerà un campus universitario a "prezzi convenzionati", con canoni da 1.000 euro al mese per una stanza singola e 740 euro per una doppia. Tariffe che difficilmente risolveranno il problema del caro affitti anzi secondo alcuni lo peggioreranno, perché diventeranno un benchmark come dicono gli economisti, un punto di riferimento per i proprietari di case che affittano a studenti. Uno studente su 10 paga più di 800 euro Sul mercato immobiliare per studenti non siamo ancora arrivati a queste cifre, ma ci stiamo avvicinando complice l’esplosione degli affitti brevi ai turisti. Nell’ultimo anno i prezzi di una stanza sono saliti in media del 12 per cento, secondo un’indagine di Scenari Immobiliari. Questo il mercato degli affitti a Roma. Nella zona universitaria si parte da 400 euro per una stanzetta con letto, armadio a ponte e scrivania (vedi foto sotto), per arrivare a 1.000 euro per una doppia con bagno in camera. Alla stessa cifra si può prendere una singola di 9 metri quadri a due passi dall’università, con bagno condiviso ma ristrutturatissima.
Affitto stanza studenti 400 euro Nei meandri dell’irregolarità e dell’illegalità si trovano anche tanti tuguri a prezzi folli, scantinati o soffitte da brividi. A Milano, la città più cara di tutti per gli affitti universitari, i canoni partono da 500 euro per volare fino a 1.250 euro per una camera di 14 metri quadri in buone condizioni. In media in Italia gli studenti fuori sede pagano per l’alloggio 430 euro al mese, ma uno su dieci sborsa più di 800 euro secondo un’indagine di Skuola.Net. A più di un mese dall’inizio delle lezioni una matricola su tre non ha ancora trovato una stanza, mentre uno studente su quattro ha cambiato alloggio per motivi economici. Il 30 per cento si è rivolto a studentati universitari oppure a collegi e convitti privati. Uno universitario su tre, a dimostrazione del fatto che la domanda per gli studentati c'è ed è forte. Il business dell’housing student Di "posti letto pagati a peso d'oro accessibili solo a studenti con un certo reddito" ne avevamo parlato un anno fa con un rappresentante dell’Unione degli universitari (Udu), preoccupato per come si stavano spendendo gli 1,2 miliardi di euro del Pnrr. Risorse stanziate per portare da 40mila a 60mila i posti letto entro il 30 giugno 2026. Obiettivo: colmare il divario con il resto d’Europa dove il tasso di copertura degli alloggi per studenti fuori sede in media si attesta al 18 per cento, con punte del 30 per cento nei Paesi Bassi. In Italia, con 49mila posti letto su 600mila studenti fuori sede non pendolari, siamo solo al 7,3 per cento (vedi foto sotto). Grazie anche alle strutture di student housing gestite da operatori specializzati si spera che entro tre anni si possa superare quota 100mila. Il tasso di copertura potrebbe raggiungere così il 15 per cento. Ma le premesse non sono buone.
Posti letto negli studentati 2024 In Italia i privati fanno a gara per costruire nuovi campus universitari perché sono diventati un buon investimento. Basti sapere che con 315 milioni di euro lo student housing rappresenta il 45 per cento degli investimenti di tutto il comparto residenziale. Interessati soprattutto fondi immobiliari e società straniere, attratte in particolar modo dai soldi del Pnrr. E il pubblico cosa fa? Resta a guardare mentre i privati si accaparrano la fetta più grossa della torta. Vediamo perché. Dallo Stato 20mila euro a posto letto Il decreto n.481 del 26-02-2024 del ministero dell’Università (Mur) ha stabilito che i gestori pubblici e privati riceveranno un contributo da parte dello Stato di quasi 20mila euro a posto letto per i primi tre anni di gestione della struttura (vedi foto sotto). Cifra che ha convinto i privati a investire in vista di futuri guadagni mentre comuni, università e regioni sono rimasti inermi per mancanza di fondi, visto che ci vogliono circa 90mila euro per realizzare un posto letto.
Contributo Pnrr per posti letto alloggi universitari "Il governo ha deciso di puntare tutto sui privati", conferma a Today.it Damiano Di Giovanni, referente nazionale per la questione abitativa dell’Unione degli Universitari (Udu), aggiungendo che l’obiettivo di realizzare 60mila posti letto entro il 2026 è ancora molto lontano. "Il 99 per cento dei soggetti che a oggi partecipa al cofinanziamento statale sono privati, l’1 per cento sono pubblici. Per questa ragione abbiamo presentato un emendamento urgente per salvare il Pnrr. Chiediamo un miliardo di euro per incentivare e sostenere gli atenei e i comuni che vogliono partecipare al bando pubblico per realizzare almeno 20mila posti letto accessibili ed economici. Un contributo di almeno 50.000 euro a posto letto, perché i gestori pubblici a differenza dei privati hanno pochi soldi da investire". Da considerare anche l’assenza di alcuni vincoli importanti per i privati, come il tetto massimo al canone di locazione. "Previsto per i primi 12 anni uno sconto iniziale del 15 o del 25 per cento, in base ai casi, e un vincolo di 12 anni per la riserva dei posti letto del 30 per cento per il diritto allo studio. Quindi al termine del vincolo questi alloggi diventeranno studentati privati". Se vorranno potranno trasformali in hotel per turisti, "anche se economicamente gli conviene farsi pagare 1.000 euro a stanza dagli studenti", dichiara Di Giovanni. Ma quante famiglie riusciranno a far studiare il proprio figlio fuori casa visto che il reddito medio in Italia è di 23.650 euro lordi l’anno? "Non c’è una visione, un progetto, tra qualche anno ci sarà qualche posto in più per i meritevoli e gli studenti con Isee basso ma stiamo parlando di percentuali ridicole". Ricapitolando: senza l'intervento di soggetti pubblici l'occasione del Pnrr per far fronte all'emergenza abitativa degli studenti universitari rischia di evaporare insieme ai posti letto creati dai privati. Read the full article
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