#bello e impossibile
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~ Era una serata di festa quella organizzata in uno dei locali di zona e quella fu la loro prima uscita in pubblico, tra la folla scalmanata che si faceva posto per un boccale di birra (il tema della serata). Lui non le stacca gli occhi di dosso neanche per istante, come a volerla proteggere da tutti quegli occhi che attiravano la sua attenzione; era bella lei. Loro completamente a proprio agio e connessi da quel filo invisibile che da subito li ha legati e tenuti vicino l’uno all’altro, si allontanano dalla folla per trovarsi un posto meno accalcato. Lei si avvicina a lui per abbracciarlo e in quel momento le sussurra all’orecchio: “Grazie per come mi tratti e per come mi fai sentire…” e guardandolo negli occhi, proseguì: “Resta!”. Lui la guardò, colpito dalla sincerità delle sue parole. I suoi occhi brillavano di una luce che sembrava riflettere tutto ciò che provava in quel momento. "Resterò," rispose, la voce calda e rassicurante. "Non c'è nessun altro posto in cui vorrei essere adesso."
Si allontanarono ulteriormente dalla musica e dal brusio della festa, trovando un angolo più tranquillo, dove il suono dei bicchieri che si incrociavano e le risate si attenuavano. La luce soffusa creava un’atmosfera intima, quasi magica. Lui afferrò la mano di lei, le dita intrecciate come se avessero sempre trovato il loro posto l'una nell'altra. "È strano, vero?" disse lui, rompendo il silenzio. "Come ci siamo trovati…” lasciando in sospeso la frase. Lei sorrise, il suo cuore batteva forte. "Non è strano. È perfetto. È come se tutto il resto fosse sfocato e noi fossimo l'unico focus."~ 💎
In quel momento, il mondo attorno a loro svanì completamente, lasciando solo il calore dei loro corpi vicini e il battito dei loro cuori che sembrava danzare all'unisono. La musica, i colori e la folla si ridussero a un semplice sfondo, mentre la loro connessione si intensificava, come se il tempo stesso si fosse fermato.
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parmenida · 2 years ago
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Bellissimo messaggio da Richard Gere:
Non c'è tempo per nient'altro.
Così è la vita e nessuno sfugge vivo a questo mondo.
C'è ancora tempo, quindi vivi per piacere, domani potrebbe non essere più.
Mangia quello che vuoi, cammina al sole, fatti la doccia in mare...
Di la verità quando lo senti.
Sii pazzo, sii sciocco. Sii strano.
Sii te stesso, non c'è tempo per nient'altro.
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fallingforfandoms · 2 years ago
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Ich: * kauft sich ein Buch über italienische Popmusikgeschichte *
Auch ich: "Ach, guck mal an, die Nannini war queer! Und dieser Typ da auch! Und hier krieg ich sehr krasse nonbinary vibes. Hach. So mag ich das."
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immensoamore · 3 months ago
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Ti meriti il riposo.
Una notte serena, sogni da bambina, nessun rumore se non il tuo respiro, nessun rumore se non i tuoi battiti.
Ti meriti il riposo, soprattutto da te stessa, da tutte le critiche che ti muovi di continuo, da tutti i fantasmi del passato che non se ne sono andati ma vivono con te ogni giorno, a tutte le ore, anche quando non ci pensi, anche quando sei troppo stanca per accorgertene.
Ti meriti il riposo dalle persone, dalla loro voce, dalle loro pretese, dalla voglia che ciascuno ha di lamentarsi un po', di sfogarsi, di farsi ascoltare.
C'è un tempo per esserci ed uno per sparire.
E tu sparisci troppo poco.
Ti meriti il riposo dalle responsabilità, dalla necessità di sapere cosa accadrà domani, fra una settimana, fra un mese, dalla smania di programmare e controllare tutto, di organizzare, di reagire. Non puoi essere sempre pronta, non devi per forza esserlo.
Ogni tanto, non fare nulla.
Ti meriti il riposo, la solitudine, il silenzio, ti meriti un tempo in cui non ci sia niente a cui pensare. Ti pare impossibile immaginare un vuoto ma sarebbe bello, semplicemente, non sentirti sempre traboccare.
Ti meriti il riposo, gli occhi chiusi, la mente sgombra, un minuto per respirare, per ritrovarti, per riprenderti, senza impulsi esterni, senza sollecitazioni, senza contatto.
Non grandi cose, non troppo tempo, non giorni, non ore.
Momenti.
Ti meriti il riposo, almeno per un attimo.
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5oliloquio · 8 days ago
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non sarò mai felice, perché le persone hanno reso un sentimento così semplice e bello come l'amore una cosa impossibile
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ilpianistasultetto · 1 year ago
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Cara Audrey,
Di tanto in tanto avrei voluto scriverti una lettera ma sapevo che per te capire le mie parole era una cosa impossibile. Tu eri piu' interessata ai gesti, ti lasciavi guidare dall'istinto, sapevi regalare compagnia e affetto, questo sapevi fare e lo facevi meravigliosamente bene. Era bello tenerti tra le braccia, stringere il tuo corpo morbido e profumato. Era bello uscire insieme, camminarti accanto e vedere tanta gente che ti guardava e faceva mille apprezzamenti. Per me sei stata come un'aliena venuta da un altro mondo per regalare attimi continui di grande felicita'. Ricordo come adesso quella prima volta che ti ho vista sulla porta di casa. Mi hai guardato con quei due occhioni neri meta' spaesati e meta' sorridenti, con quel musetto piccolo, tutta scodinzolante come solo chi e' riconoscente sa fare. Sei entrata, hai girato tutte le stanze e poi ti sei sdraiata su un tappeto, un modo originale per dire: "questa sara' casa mia, qui staro' bene". Spero che in tutti questi anni per te sia stato proprio cosi. Da parte mia posso solo dirti grazie per tutto cio' che hai saputo regalarmi. Grazie per tutte le volte che sei stata la mia ombra, per tutto l'amore che m'hai regalato stando in silenzio. Le parole tra noi non sono mai state necessarie, importanti, i gesti invece si, quelli erano importanti. Quel musetto posato sulla mia coscia, quella lingua sempre fuori a leccarmi la mano, quelle continue giravolte per dirmi che avevi bisogno di coccole o di qualche ghiottoneria che ti rendesse felice. Siamo stati amici, complici, sei stata una che m'ha fatto capire tante cose, mi hai regalato la consapevolezza di amare chi sa dare tanto senza chiedere niente in cambio. Adesso te ne sei andata sul ponte dell'arcobaleno, forse perche' avevi capito che quello che hai regalato non verra' dimenticato. Ecco, oggi quella lettera te la posso scrivere. Posso scriverla per dirti grazie di tutto, cagnolina mia.
@ilpianistasultetto
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occhietti · 2 months ago
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Vi ricordate "La Ginestra"? Sapevate che Leopardi la scrisse un anno prima di morire?
Questa poesia però non è soltanto una delle più celebri della poesia italiana, ma è la più bella di tutte, perché il messaggio che c’è dietro dà i brividi.
Immaginate di camminare sulle pendici del monte Vesuvio, dappertutto vedete cenere e lava; a un tratto però scorgete un fiore che si erge tra tante rovine.
La ginestra non è come le piante che vediamo spesso nei nostri giardini, ma è un fiore più raro, diverso dai suoi simili: cresce in luoghi solitari, «cosparsi di ceneri infeconde».
È l’unico fiore che riesce a crescere lungo le pendici desolate del Vesuvio. Però questo fiore solitario spande nell’aria un profumo dolcissimo.
Cosa vi sta dicendo Leopardi? Che dalla sofferenza e dalla diversità nasce la bellezza.
Van Gogh fu rinchiuso in manicomio, Alda Merini fu rinchiusa in manicomio, Beethoven diventò sordo, Pascoli perdette il padre da bambino, Dostoevskij venne condannato ai lavori forzati.
Se andate a leggere le biografie dei grandi uomini, vi troverete sempre questa cosa qui: una caduta, un momento di terribile disperazione, un ostacolo talmente grande che sembrava impossibile da superare.
Però proprio in manicomio Van Gogh dipinse alcuni dei suoi quadri più belli, e c’è un motivo se in ogni parte del mondo, le sue opere, a distanza di due secoli, continuano a suscitare emozioni tanto forti. Perché?
Perché ci raccontano la storia di un’anima che resiste e splende anche nelle tenebre.
Anche la Ginestra «resiste», non si arrende.
C’è sofferenza nella vita? Certamente.
Leopardi non vi mente, non vi mente mai. Non indossa la maschera del moralista, non vi vende illusioni, vi parla della ginestra che accetta la vita così com’è, con tutte le sue difficoltà e i suoi ostacoli, ma resta comunque lì, a creare bellezza in mezzo al deserto, a fare qualcosa di bello anche se nessuno dovesse venirlo a sapere.
- Guendalina Middei, da «Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera
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abatelunare · 5 months ago
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- Tu pensi che sia bello non odiare nessuno. Io ti dico che è da criminali. Tu vuoi amare tutti allo stesso modo, e questo è peggio che impossibile… è sbagliato. (Edward Morgan Forster, Il cammino più lungo).
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angelap3 · 2 months ago
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Vi ricordate la Ginestra? Sapevate che Leopardi la scrisse un anno prima di morire?
Questa poesia però non è soltanto una delle più celebri della poesia italiana, ma è la più bella di tutte, perché il messaggio che c’è dietro dà i brividi.
Immaginate di camminare sulle pendici del monte Vesuvio, dappertutto vedete cenere e lava; a un tratto però scorgete un fiore che si erge tra tante rovine.
La ginestra non è come le piante che vediamo spesso nei nostri giardini, ma è un fiore più raro, diverso dai suoi simili: cresce in luoghi solitari, «cosparsi di ceneri infeconde».
È l’unico fiore che riesce a crescere lungo le pendici desolate del Vesuvio. Però questo fiore solitario spande nell’aria un profumo dolcissimo.
Cosa vi sta dicendo Leopardi? Che dalla sofferenza e dalla diversità nasce la bellezza.
Van Gogh fu rinchiuso in manicomio, Alda Merini fu rinchiusa in manicomio, Beethoven diventò sordo, Pascoli perdette il padre da bambino, Dostoevskij venne condannato ai lavori forzati.
Se andate a leggere le biografie dei grandi uomini, vi troverete sempre questa cosa qui: una caduta, un momento di terribile disperazione, un ostacolo talmente grande che sembrava impossibile da superare.
Però proprio in manicomio Van Gogh dipinse alcuni dei suoi quadri più belli, e c’è un motivo se in ogni parte del mondo, le sue opere, a distanza di due secoli, continuano a suscitare emozioni tanto forti. Perché?
Perché ci raccontano la storia di un’anima che resiste e splende anche nelle tenebre.
Anche la Ginestra «resiste», non si arrende.
C’è sofferenza nella vita? Certamente.
Leopardi non vi mente, non vi mente mai. Non indossa la maschera del moralista, non vi vende illusioni, vi parla della ginestra che accetta la vita così com’è, con tutte le sue difficoltà e i suoi ostacoli, ma resta comunque lì, a creare bellezza in mezzo al deserto, a fare qualcosa di bello anche se nessuno dovesse venirlo a sapere.
(Guendalina Middei - da «Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera»
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falcemartello · 1 year ago
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Bisogna ripartire dalle basi, con certi ambientalisti. L’anidride carbonica non è un inquinante.
È un gas inodore, innocuo e invisibile. Non provoca fumo né smog.
La nuvola bianca che sale dalla torre di raffreddamento di una centrale elettrica (foto ) non è anidride carbonica, ma vapore acqueo. Non puoi vedere l'anidride carbonica!
L’idea di arrivare un giorno ad avere solo energia rinnovabile è una illusione tragica.
Purtroppo stiamo percorrendo quella strada verso l'inferno. Immaginate di essere quel giorno.
Verranno spente tutte le centrali termiche. Avremo solo pannelli solari e turbine eoliche (forse anche centrali nucleari) e batterie tampone adeguate.
Tutta l’energia prodotta è esclusivamente quella che serve per i consumi dell’umanità di allora. Che succede?
1) Crescita economica impossibile. Un incremento di bisogni (aumento della popolazione) non sarà possibile soddisfarlo.
Il sistema non può sottrarre energia all’ordinarietà per produrre nuove turbine o nuovi pannelli in assenza di fossili.
2) Allo stesso modo, il sistema non sarà in grado di provvedere all’usura e ai guasti di quelle. infrastrutture.
Del resto, l'effetto più eclatante della crescita della CO2 è l'aumento delle aspettative di vita. E' questo che fondamentalmente spaventa il WEF.
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Allora l’unica alternativa sarà ridurre i fabbisogni, o… ridurre le persone.
Non avrete niente e sarete felici(?)
Fortunato Nardelli
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Eppure tutta questa sceneggiata organizzata l'hanno basata su quanto è pericolosa la CO₂, approfittando dell'ignoranza diffusa per far passare questa bugia.
Il "bioetico" S. Matthew Liao propone che per impedire il cambiamento climatico, gli esseri umani dovrebbero essere geneticamente modificati e il loro sistema immunitario dovrebbe essere programmato per renderli allergici alla carne e diventare così ecocompatibili.
E' stato bello, addio!
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~ Fu come una doccia fredda, d’un tratto tutto ciò che lei avevo proiettato nella sua mente svanisce, come una vuota costruzione di carta, fluttuante, leggera e fragile da accartocciare dentro il pugno di una mano. Lui è fidanzato e la foto che gira sui social è una prova d’amore per lei, la dimostrazione da parte sua verso di lei, come a voler urlare l’ufficialità della storia.
Lei inizia a fare un viaggio introspettivo e a chiedersi cosa le ha portato questo incontro, questa connessione? Ammette a sé stessa di essersi spinta un po’ oltre con l’immaginazione e che adesso era arrivato il momento di ridimensionare tutto quanto.
Ogni speranza remota di una uscita con lui crolla. “Perché?” si domandò; perché tra tante persone proprio con lui si è dovuta creare quella connessione e vibrazioni? Cosa le ha voluto lasciare? Cosa voleva che le insegnasse?
Lei rimase sveglia a rigirarsi nel suo letto, a prendere sonno per ore… e mentre le ore scorrevano, fuori da quella stanza qualcun’altra stava vicino a lui e viveva quello che lei, fino a ieri, tesseva nei suoi sogni con fervida immaginazione.
Il pensiero di quell'altra persona, di colei che aveva la fortuna di condividere la vita con lui, non le faceva conciliare il sonno. Ogni sorriso che aveva immaginato di scambiare con lui si trasformava in un colpo al cuore, ogni parola non detta risuonava come un eco vuoto nel suo animo. La connessione che aveva percepito, così intensa e palpabile, ora le appariva come un miraggio, un'illusione creata dalla sua stessa mente.
Si alzò dal letto, il cuore ancora in tumulto, e si avviò verso la finestra. La luna splendeva alta nel cielo, e il suo chiarore sembrava illuminare i pensieri confusi che si accavallavano nella sua mente. "Cosa ho sperato?" si domandò, mentre osservava il mondo al di là del vetro. "Cosa avrei voluto che fosse?"
I ricordi di momenti condivisi in quell’unico luogo, di sguardi furtivi e risate, si mescolavano con la realtà cruda della situazione. Ogni attimo che aveva vissuto con lui ora si sentiva come un regalo rubato, un sogno infranto. Ma c'era anche una parte di lei che iniziava a riconoscere il valore di quell'esperienza, anche se dolorosa. Forse, pensò, quella connessione non era stata solo una promessa di qualcosa di più, ma un insegnamento su se stessa, sulle proprie aspettative e desideri.
Le sue mani si chiusero in un pugno mentre rifletteva su quanto fosse importante accettare la realtà. Doveva lasciar andare quell'immagine idealizzata di lui, quell'aspettativa che l'aveva portata a volare così in alto. La vita, in fondo, era fatta di scelte e di strade che si incrociano, e non sempre portano dove si sperava.
Con un respiro profondo, si voltò, lasciando la vista della luna e del mondo esterno. Era ora di tornare a se stessa, di ricostruire il suo spazio interiore. Con pazienza, avrebbe dovuto riprendere i pezzi sparsi del suo cuore e ricomporli, più forti e più saggi. La connessione che aveva sperimentato, sebbene fugace, le aveva insegnato qualcosa di prezioso: che non era solo la presenza di un'altra persona a darle valore, ma la capacità di amarsi e rispettarsi anche nella solitudine.~ 💎
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arreton · 7 months ago
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Ma sul serio, quale sadomasochistico desiderio ci spinge ancora a voler essere membri attivi di questa società? E con membri attivi intendo cazzi tesi che si agitano a voler essere per forza qualcosa, a far parte di qualcosa, a rientrare in una qualche categoria. Essere un membro della società è faticoso. Prima lo ammettiamo, prima ce ne rendiamo conto e prima ci liberiamo dalla necessità di dover essere un cazzo teso perché no, non siamo all'altezza: il cazzo non si tende manco per sbaglio. Abbiamo voglia poi di prendere antidepressivi e affidarci a psicoterapie a volte anche abbastanza dubbie. Non siamo all'altezza degli standard che ci siamo prefissati: siamo dei cazzetti mosci tristi e piagnucoloni. Basta, amen. Ma tornando alla fatica e soprattutto tornando alla società: francamente viene l'ansia solo a guardarla. Se sei una donna devi essere fragile ma con le palle, emancipata a forza che mi chiedo dove inizia l'emancipazione e finisce la sottomissione perché a me pare solo che cambia il padrone ma sempre a novanta stiamo messe; se sei un maschio devi essere maschio, femmina, etero, bi, con i muscoli ma che ti piacciono i gattini, spolverare e cucinare, però devi essere pure stronzo, uno stronzo dal cuore d'oro che ti fai curare perché io sono la tua crocerossina però ehi non ti ci abituare! Sbracciati e curami pure tu, diventa dottore. E in tutto questo non ho parlato delle dinamiche che si attivano nei social: fai delle foto e devi essere un content creator; pubblichi cibo e devi essere un food influencer; pubblichi foto di tette e devi farti onlyfans; ti trucchi e devi essere una di quelle che sponsorizza ecc ecc ecc. E questo solo nei rapporti tra comune gente mortale, tra cazzetti mosci insomma! Nel mondo del lavoro le cose forse vanno pure peggio: lauree, master, dottorati, attestati, diplomi di vario tipo alternando cucina, scrittura di codici, filosofia. Ok, il mondo è bello perché vario ma sembra solo un accumulo di escrementi cacati dal capitalismo il cui obiettivo è solo rendersi sempre più impossibile. Ma come tutti i belli e dannati, più è impossibile più ci piace perché ci piace soffrire, e poi ci lamentiamo perché siamo dei depressi malati ansia. Qual è la soluzione a tutto questo? E che ne so. Lascio ai filosofi contemporanei l'arduo compito di trovarci una via d'uscita. Per quel che mi riguarda ho le energie talmente contate che non ho voglia né tempo di entrare in questo circolo vizioso. Se l'uomo è stato pensato fino ad ora come un essere sociale, che ha bisogno della società bene, ha talmente esasperato questo bisogno che adesso la società è diventata solo un sinonimo di sofferenza.
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imfedericakrieg · 10 days ago
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🤍
quanto è bello l’amore sano. Sapere di poter parlare di tutto con la propria persona. non avere vergogna di nulla. girare per i negozi e fantasticare su come vestiremo un possibile figlio. Tu rendi possibile ciò che ho sempre creduto fosse impossibile.
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grlbts · 3 months ago
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un piccolo frammento per ricordare due fantastici attori di un cinema che non esiste più.
In questa scena due estranei si ritrovano a fare conoscenza in un momento difficile per entrambi.
Vogel, interpretato da Gian Maria Volonté è un evaso, tutti lo inseguono, poliziotti, cani, posti di blocco, è un animale braccato che ha paura e non sa se potrà ancora fidarsi di qualcuno.
Corey, il personaggio di Alain Delon è invece appena uscito di prigione per buona condotta. Ha scontato la sua pena ma si rende conto di avere ormai perso tutto della sua vita precedente, la sua donna, gli amici, tutti lo hanno abbandonato, è un uomo allo sbando che sembra non provare più nessuna emozione.
Come in molti altri ruoli di Delon c'è anche un secondo livello, Corey è un uomo bellissimo e molto elegante, questo fatto non viene esplicitato in nessun modo durante il film ma è evidente agli occhi di tutti. Corey è bello e impossibile nella cella del carcere, mentre vaga all'alba tra bar e sale da biliardo nei bassifondi di Marsiglia, in questa scena in aperta campagna in cui il fango arriva fino alle caviglie. Tutti gli altri personaggi lo notano e hanno una naturale reazione, lo invidiano, lo disprezzano, non si fidano.
Alcuni dettagli rendono questo incontro per me indimenticabile cinematograficamente. Lo zoom che trasforma il campo larghissimo in un campo americano mentre Volontè si avvicina, come a sottolineare la distanza che si assottiglia tra i due uomini, e poi il momento topico della sigaretta: Vogel stringe la pistola con la destra e il pacchetto nella sinistra, così l'accendino gli cade a terra, se vuole recuperarlo deve distogliere sguardo e arma dall'altro uomo, è un dilemma, lo vediamo esitare e infine cedere, metaforicamente sotterrare l'ascia di guerra e accettare Corey, condividere una sigaretta che sancisce una fratellanza.
Il tutto in un paio di secondi e senza dire una parola, solo con gesti e sguardi. Tornare dopo questo a guardare un film americano in cui i gangster parlano del più e del meno e si urlano insulti e parolacce senza soluzione di continuità è un vero shock culturale.
da Le Cercle rouge di Jean Pierre Melville
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io-confesso · 1 month ago
Note
Qualche anno fa, avevo un'amica qui su Tumblr. Avevamo iniziato a scriverci la sera in cui ha scoperto un nodulo al seno e abbiamo continuato tutte le notti, per mesi, a parlare di quello che stava vivendo e cercavo di distrarle la mente per un po'.
Avevamo tanto in comune, dalla scrittura (erotica e non) alla musica e sembrava fosse davvero un'amicizia disinteressata, soprattutto da parte sua. Mi sono anche rasato a zero per farle capire quanto le fossi vicino, quando ha iniziato la chemio.
Dopo qualche tempo, conosco un'altra donna sempre qui e ne parlo subito con lei, entusiasta. Sembrava davvero felice per me, del resto ha sempre chiarito che, pure se avesse avuto interesse nei miei confronti, in quel periodo non c'era spazio per niente e nessuno che non fosse la sua malattia (come è giusto che sia).
Dopo due o tre mesi che la mia storia va avanti e diventa sempre più grande e importante, abbiamo iniziato anche a frequentarci, un giorno apro Tumblr e scopro che la mia presunta amica mi aveva bloccato senza dirmi nulla, senza che fosse successo qualcosa, di punto in bianco. Ci sono rimasto malissimo, ancora me ne dispiaccio, anche perché c'era una bella affinità ed era davvero bello parlare con lei.
Io confesso che ancora non conosco il motivo per cui lei sia sparita così, chissà che un messaggio nella bottiglia possa farla tornare o portarmi una spiegazione...
è vero, mi sono comportata di merda
il motivo è questo: avevo detto a te una cosa che qui dentro all'epoca sapevi solo tu e dopo un soffio mi sono arrivati messaggi anonimi feroci con quel dettaglio. un caso? difficile, ma non impossibile. potevo dirtelo? certamente, ma tanto avresti negato, quindi cosa cambiava?
mi sarebbe rimasto il dubbio e si sarebbe solamente aperta di più una crepa che stava diventando una voragine viste le tue posizioni politiche. scusa, mi hai conosciuto nell'abisso più basso della mia vita, pensavo che certe cose (quando ti dicono che stai per crepare) non avessero peso più di tanto, invece no. pur nel mio delirio da terapia, non potevo reggere certe idee. aver apprezzato un paio di libri e un po' di musica in comune non bastava per tollerare una visione del mondo diametralmente opposta alle mia. parlarne mi avrebbe fatto sprecare una valanga di tempo ed energie che non avevo.
ero profondamente a disagio. non avevo tempo da buttare sentendomi così.
ho fatto ciò che nella vita di prima non avrei mai fatto (ma ora sì), la scelta più veloce e stronza: ho tagliato i ponti senza dare spiegazioni.
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ec-chi-mo-si · 1 month ago
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Tempo fa ho scritto un post su quanto sia difficile per un cuoco avere una relazione con qualcuno che non appartenga alla ristorazione.
Oggi dopo un bel po' di tempo confermo questa mia visione.
Fare il cuoco, o meglio lavorare nella ristorazione, per quanto possa essere bello, è davvero stressante, ti consuma dentro. Ore ed ore di sacrificio per vedere un sorriso e ricevere un "complimento" in un mondo dove diventa sempre più facile criticare ed essere gentili è ormai merce rara.
Senza riscrivere i motivi per la quale stare con un cuoco sia difficile, riassumo il succo con un "stare con un cuoco è difficile, stare con me è impossibile".
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