#bella lì
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sara-smind · 2 years ago
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Innamorato
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omarfor-orchestra · 9 months ago
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Ma perché devi dire customizzabile quando personalizzabile è lì davanti a te che ti guarda
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prossima-nebulosa · 1 year ago
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I am so fucking done with this job
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rainbowgod666 · 4 hours ago
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Oh no è che sono canonicamente italiano
Parlando di Italia, è ironico come gli americani sono tanto fissati col copyright ma hanno fregato a noi italiani l'intera roba della destra politica
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angelap3 · 10 months ago
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Tutti bravi a restare accanto ad una bella donna, ad un bel sorriso, a due occhi incantevoli...ad una brava in cucina e a letto...
ma il vero amore non lo dimostri stando accanto alla tua donna quando tutto va bene,
lo dimostri nei momenti difficili, quando pure lei non riesce proprio a rialzarsi (e credimi che molto spesso lei cade e si rialza da sola e magari voi nemmeno ve ne siete accorti) e tu uomo le porgi la mano e l’aiuti, facendole capire che non sei lì per quello che lei è fuori ma per quello che ogni giorno ti ha dato e ti darà ...
(dal web)
È un’immagine forte lo so ... ma dice tutto sull’amare veramente. ❤️
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raccontidialiantis · 2 months ago
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Il fondo, in fondo…
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Si: te lo dicono tutti. Tutti quelli pieni di buonsenso. Ma intanto adesso senti un chiodo al costato. Però alla fine, quando pure questa sarà passata avrai avuto l'ennesima conferma che la vita non è altro che una serie lunghissima di dune: arrivato in cima alla prossima a costo di duri sacrifici, ti senti padrone del mondo. Quello è proprio il momento in cui tutto viene rimesso in discussione e inizi a precipitare. Nuovamente. A volte di colpo, altre lentamente. Sino a toccare il fondo.
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E lì il luogo comune direbbe che c'è ancora dinamica per… scavare. Non è così: toccare il fondo è ciò che ti fa riscoprire quello che vale davvero. Ciò che ti mantiene umile e discrimina le persone e i valori davvero importanti per te. Toccare il fondo vuol dire fare un bagno nell’umiltà e piegare le gambe per darti una bella spinta, in modo da tornare a galla. Non esiste nessuno che veramente viva quella che comunemente si definisce una bella vita. Esistono solo prove differenti per ciascuna anima.
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È un percorso di crescita diverso per ciascuno e tutti studiamo con impegno, all'Università della Terra. Non c'è una durata standard del piano di studi a cui fare riferimento, né una qualche garanzia di risultato. Non puoi comprarti un esame né scegliere l'appello. O le materie, i professori. Ti arriva la prossima prova davanti ai piedi come un pacco che devi scartare e ne sei sempre spiazzato.
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Te lo fanno apposta: per vedere come reagisci. Se fossi preparato infatti, significherebbe che già ci sei passato, già coosci il risultato del test e quindi avrebbe valore zero, per il punteggio dell'anima. A volte ti fanno arrivare un regalo: che serve a non farti scoraggiare, a vederti sorridere. A rilassare il tuo percorso per un po'.
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Ma non è così che cresci; non è così che provi sensazioni, emozioni. Odio, amore, paura, desiderio, passione, attrazione, disperazione, resurrezione. E poi lacrime, sorrisi, risate e grida di dolore soffocate o urlate: tutti veri e propri tesori, racchiusi nella dinamica e nei battiti del tuo cuore.
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Perché forse l'hai scordato, o forse nessuno qui te l'ha ancora detto: tu sei una fonte di luce. Un diamante inscalfibile, un pezzetto di un'energia senza tempo né spazio. Un umile fante dell'esercito della luce che qui sulla Terra cerca gli elementi utili per tornare a casa, prima o poi.
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L'avrai letto, da qualche parte: non sei un corpo che ha un'anima, ma un'anima a cui è dato un corpo per una breve gita su questo mondo. E poi ancora e ancora. Goditela. Sii presente a te stesso e compi le scelte che ti sembreranno più giuste, in buona fede. Nel bene e nel male. E soprattutto non dimenticarti dell'amore, che nei momenti bui ti salva.
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Amore dichiarato, amore contrastato, amore impossibile, amore segreto, amore indecente, amore per i figli, amore per la vita che infine ti sfugge di mano: non esiste amore che non valga la pena vivere. E rispettare. Facci caso: anche dopo una storia finita male, non esiste nessuno che comunque non ringrazi Iddio. Tu non farai certo eccezione, col tuo bellissimo sorriso amaro di oggi. Me lo fai un sorriso, si?
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RDA
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finestradifronte · 7 months ago
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Mi manca...
Lo zoccolare fino in spiaggia con mia madre che mi diceva "cammina bene alza quei piedi"...pinoli per terra da schiacciare con i sassi...
l'odore della siepe di caprifoglio dalla pensione trieste al bagno emilio e quello dei giornali dell'edicola, misto a quello del mare e degli abbronzanti e della piadina...
la cuffietta bianca della piadinara...quella anziana, la prima ..che faceva le piade tirate a mattarello con il bordo frastagliato e il pezzetto di carta marroncina per portarle via ...
la luce bianca del mattino e la bassa marea con le righe della sabbia sotto i piedi, i buchini dei cannolicchi e schivare i granchi 
fare capannella con il tettuccio del lettino e il telo, il caldo sulla pelle...l'odore dell'abbronzante e il libro con sabbia tra le pagine...
e aspettare le 11 che non arrivavano mai per il bagno... il freddo dell'acqua al primo tuffo  o l'andare giù piano piano con tutta la pelle d'oca... i rumori attutiti quando si è sott'acqua.... il cretino di turno che ti slaccia il bikini...le spalle di mio padre per salirci a fare i tuffi...
correre sulla sabbia bollente saltellando tra un'ombra e l'altra...  stendersi al sole senza fare la doccia e sentire la pelle tirare con il sale che brucia appena sulla pelle un po' scottata sulle spalle ...
il fastidio della sabbia tra le dita e lavarsi i piedi nel rubinetto sotto le docce aspettando con il costume in mano per sciacquare anche quello...il profumo dello shampoo e il rigagnolo di schiuma e acqua sulla sabbia...
il cemento rigato e rosso e bollente della banchina del porto con le barche che partivano da Milano Marittima per la gita a Rimini e la voglia di tuffarsi lì ma la mamma non voleva...e stare in equilibrio sul muretto tra la banchina  e gli scogli ad aspettare gli schizzi delle onde,
il mare grosso i rari giorni che faceva temporale e a fare il bagno tuffandosi dentro le onde e ci si riempiva il costume di sabbia..
la pizza che faceva la sorella della vedova di Emilio alle cinque...e io le confondevo poi sempre quelle due...la Maria e l'Anna
Il rullo per tirare il campo da bocce e il barattolo bucato con il talco per fare le righe...e le premiazioni delle gare al  pomeriggio e se le coppie erano miste io ero un po' gelosa se mio padre giocava con la mamma della cecilia perchè era così bella...
e guardarti da lontano mentre giocavi a calcio sporco di sabbia dappertutto e cominciare a scoprire  quell'emozione nuova quell'attrazione mai provata... ecco cosa vuol dire innamorasi...il dondolo dell'Hotel Miramare dove per la prima volta ho capito che potevo anche godere del mio corpo...
I giardini del tennis con la terra rossa e la giostra e l'odore dei pini...
le tonde alla sera su e giù per viale Roma e baci infiniti sulle panchine, le feste al Giardino D'Estate con Gianni Togni che cantava Luna..e le puntate all'ippodromo di Cesena e le gite al Parco Naturale che mi sembrava così lontano...
Gli amici che poi non avresti rivisto più,  quelli che rivedi solo lì...e quelli che sono ancora con me ......il primo primissimo bacio sul dondolo della casa in affitto ...
il rumore degli aerei con la pubblicità...la pizzeria da Duilio e il cinema Italia all'aperto ...le lacrime  quando era ora di tornare e il grano nei campi era già mietuto e le arature portavano l'autunno...
Mi manca la felicità pura e spensierata di quel periodo quando ancora tutto poteva essere e ogni cosa era nuova e da scoprire ...e che non è stata mai più.
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oramicurcu · 3 months ago
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La vita è più bella quando non ti preoccupi di avere il servizio buono per mangiare, ma non ti importa manco di avere la forchetta.
Scaldi il pane sulla stufa, togliendo giusto il misto di polvere e cenere che stava lì.
Raccogli le bacche di rosa canina, la quantità giusta per la tua tazza. Usi la legna che serve per scaldare un po’ la stanza. Solo il necessario, il resto rimane alla natura, il resto rimane per chi viene dopo di te.
Dovremmo ripartire da qui.
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omarfor-orchestra · 1 year ago
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La programmazione per Oppenheimer e Barbie l'hanno decisa 6 mesi fa e stanno al cinema per altri tre mesi invece i film italiani boh? Due giorni bastano? Però ti faccio sapere la mattina stessa se escono ah e per vederlo ti devi spostare di regione. No macché promozione non li spendo i soldi tanto so già che non lo vede nessuno. Come dici? Se non faccio promozione è ovvio che non lo veda nessuno? Ma figurati non è così che funziona è tutto un magnamagna, fidati
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scritti-di-aliantis · 24 days ago
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(Foto: fortunatelyspeedyface)
Ci vuole fortuna anche a nascere cucciolo! Dai: mollalo adesso, quel fagottino. Facciamo colazione, bella? È vero, lo confesso: il caffè lo metto sempre lì, troppo in alto per te... No: non so perché lo faccio...😇 Ok, ok: non ti incazzare! Semplicemente, voglio vederti alzare il tuo culo mozzafiato e sollevare le ascelle. Amo il profumo delle tue ascelle al mattino. Per me è davvero un afrodisiaco naturale!
Aliantis
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(Foto: gepetordi2)
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Ciao Marlene. Come molti ho visualizzato i post che hai messo su MeWe che, senza timore di smentita, sono un bel campionario di Perversioni ed esibizioni che è un piacere gustarsi. Per la mia particolare predilezione su tutto quello che ha a che fare con il culo di una Donna ho particolarmente apprezzato la tua "performance" con lo scopino del cesso. Mi piacerebbe sapere, se hai voglia di dirlo, qual è stato il "motore motivazionale" di quel video in quanto, semplicisticamente, l'uso dello scopino porta a pensare ad una voglia di auto-umiliazione o di oggettivizzazione del tuo corpo da dimostrare ad un Padrone. Il mio intuito però mi suggerisce che non è detto sia proprio così ….
Riscrivo perché forse mi sminuiscono eccessivamente e sono stata un po' frettolosa nel rispondere
C'era un master, sì, che sicuramente ha contribuito a tirare fuori la parte peggiore (migliore?) di me
Ma poi gran parte del merito lo avevo io. Il lavoro grosso lo facevo io.
Mantenersi costantemente vigile e attenta, con pensieri ed azioni che potessero continuamente gratificarlo ed eccitarlo... E nel frattempo godere IMMENSAMENTE di questo. No, non è attitudine di tutte le donne
Né scontato per una slave .
Io ho preso consapevolezza, e potrei decidere di trovare qualcuno da far sentire in questo modo .. Chi non vorrebbe essere al centro della totale attenzione di una bella donna 😏?
Spero che la ricerca sia o sia stata altrettanto facile per lui. È comunque pieno di brave slave, lì fuori. 😉
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parlamitucheiononmiparlopiu · 2 months ago
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E' ora di bilanci, me lo ripeto, me lo ripeto e me lo ripeto, ripensando a quanto abbia fatto schifo questo anno e quanto, invece, avrebbe potuto essere migliore. Avevo due strade, scegliere me o togliere pezzi di me nel tentativo di incastrarmi in un cuore che per me non aveva spazio. Ho scelto la seconda e me ne sono presa tutte le conseguenze. Non ho avuto attimi di luce, non c'è stato un continuo sentirmi amata e rispettata; era tutto un urlare senza mai essere sentita, era un sentirmi perennemente messa all'ultimo posto, ho scelto una persona che mi ha resa invisibile. E' ora di bilanci, ed il bilancio di questo anno, si chiude in negativo. Negativo perché ho lottato per una persona che non muoveva nemmeno un dito per me, però mi riempiva le orecchie di parole e promesse, di cazzate; negativo perché non mi sono mai arresa ed ero lì sempre, a tentare, a provare, per poi sentirmi dire che ero invadente. Il mio desiderio di chiarire, di amore e di rispetto, di essere presa in considerazione era invadente. Ha fatto talmente male che avevo perso la mia luce, l'amore non ti fa questo, no? Mi ero promessa che mai nessuno avrebbe avuto il potere di mancarmi di rispetto, di invalidare i miei sentimenti ancora una volta, e invece. Mi sono fidata di un cuore egoista, di un cuore apparente, è stato stupido da parte mia credere che sapere di tutto il mio dolore, gli avrebbe fatto venir voglia di proteggermi, come un qualcosa di cui aver cura. Ma no, no, sono stata proprio io a dargli la pistola carica ogni volta, a dire "spara ancora, mira meglio", e lo ha fatto. Non vorrei essere lunga, ma questo anno è stato pazzesco. Però ho capito cosa non voglio al mio fianco, una persona che non sa tenermi e non vuole nemmeno lasciarmi andare, ferma tra i "forse" i "se" ed i "ma", tra le incertezze che non merito più. Io che quando amo, amo in modo saldo, fermo, forte, sicuro; non merito di essere uno stupido forse nella vita di chi non sa cosa vuole. Quando mi sono ritrovata a fare i conti con una me che avevo messo in ripostiglio, mi sono accorta che lì per me non c'era più nutrimento e dovevo andarmene il prima possibile. Quindi ho preso il mio cuore a pezzi e sono scappata, tornando da chi invece, mi amava davvero, e lì ho trovati tutti lì pronti ad accogliermi. Ho fatto delle nuove promesse a me stessa, mi sono estraniata da tutto, ho preso le distanze dalle persone e il telefono non squilla più. Nessuno mi cerca, nessuno mi guarda, nessuno mi vede. Non voglio più essere vista solo per prendere da me quello che fa comodo, voglio camminare nella mia pace adesso, lontano da tutti. Questo dolore forse mi serviva, mi serviva per imparare a non mettermi più da parte, a non rimpicciolirmi più solo per stare in posti stretti che non appartengono a me, solo per un briciolo di amore. Non mi importa più sapere perché, non mi importa più sapere l'altra versione della storia per poter controbattere che "non è vera!". In amore io non scappo mai, resto fino alla fine, fino a quando capisco che se mi fa male, non è amore. Non mi importa più capire; ho dato tante possibilità che sono state gettate al vento perché era più facile dare per scontata la mia presenza, fino al giorno in cui di me ne resta solo l'eco. Insomma, quest'anno mi ha insegnato cosa non è l'amore, ancora una volta. Quindi mi sto ricostruendo, più distaccata dagli altri, più attaccata a me. Un giorno sarò amata senza mai dover chiedere di essere rispettata, un giorno sarò amata proprio nello stesso modo in cui amo. Ho letto una frase molto bella che dice "e se mai l'amore dovesse ritrovarmi, spero che sia con qualcuno che tremi all'idea di ferirmi", ecco, è così che spero che sarà. Ma so che il mio viaggio adesso non riguarda l'amore, riguarda me. Devo prendermi cura di quella bambina della quale tutti si sono presi gioco e conoscere quella donna che permette agli altri di farla sentire meno di quella che è. Questo anno è stato tremendo, ma sono viva e sono grata di ogni giorno in cui respiro. In fine, vi auguro di riuscire a distinguere sempre un cuore sincero da uno codardo.
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raccontidialiantis · 28 days ago
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Tempo delle nostre vite ben speso
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T’ho corteggiata a lungo. Come un vero gentiluomo. Affamato, pronto a sbranarti al tuo primo segno di cedimento e a farti mia schiava. Nel fisico e soprattutto nella mente. Perché i legami più forti sono quelli mentali. Come diceva Lana Turner: “un gentiluomo non è altro che un lupo paziente” e io quindi ho sviluppato le mie tattiche, tutte tese a far cadere innamorata una preda che mi piaceva assolutamente. Non potevi sfuggirmi. Era scritto in cielo. Ho percepito che eri pronta un mese fa, quando il nostro appuntamento quella volta fu finalmente molto differente dalle precedenti.
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Fino ad allora tra noi erano state in casa tua solo sere piene di passione controllata, frenata. Evidente ma non liberata. Serate caratterizzate da giochi mentali ad alto tasso erotico non confessato. Vicinanze piene di voglie inespresse, in cui però se mi avvicinavo a te e mi azzardavo a toccarti, mi davi dei ceffoni sulle mani. Schiaffi certamente non dolorosi, ma inequivocabili. Dinieghi fisici che però erano ogni volta più leggeri, sino a diventare progressivamente quasi carezze di resistenza solo formale. Lasciavi che la mia mano riposasse sul tuo corpo sempre più a lungo e diventasse sempre più sfacciata.
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Ho capito che era arrivato il momento dalla gonna ampia che avevi indossato, dal tuo stare scomposta - cosa incredibile per la tua educazione - addirittura a gambe aperte sulla sedia e dallo sguardo che mi diceva solo: “eccomi a te, aprimi pure.” Contrariamente al solito, invece di stare un’ora a parlare solo dell’universo mondo, duellando in punta di fioretto, mentre entrambi non desideravamo altro che scambiare quanti più fluidi possibili, quella volta eri silente e tutta rossa in viso. Accaldata, ti sventagliavi con la mano. "Non si fa, ma lo voglio" era di sicuro il tuo tormento interiore.
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Ho parlato solo io per appena tre secondi. Poi, deciso, t’ho infilato direttamente una mano sotto la gonna. Sono arrivato a toccarti le mutandine, guardandoti fissa negli occhi. Li hai abbassati e poi socchiusi, mentre gemevi e io godevo di te. Scostando gli slip, toccavo finalmente la tua vulva bagnata. Vi ho infilato un dito. T’ho fatta eccitare. T'ho ordinato di spogliarti nuda e di metterti in ginocchio: volevo vincere ogni tua possibile resistenza psicologica e assoggettarti completamente a me. Sono stato lì a rimirarti e a farti i miei complimenti. Eri e sei giovane e bella come una Dea.
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Poi t’ho presa in braccio, baciata a lungo e sculacciata: eri felice ma sorpresa. Non sapevi bene come reagire. Ma ti fidavi perché mi volevi. E hai scoperto che essere sculacciata ti piace, ti prepara alla totale sottomissione al maschio. E ora non desideri altro che essere punita, prima di essere scopata. Piano piano, t’ho insegnato a sopportare tutte le dolci torture che ti infliggo ogni volta, spostando la soglia del nostro gioco a due privatissimo, del tuo dolore e della tua umiliazione ogni volta un po’ più in alto. Quando introduco qualche novità, tu, deliziosa e novizia puttana, mi sorridi e con gli occhi che ti brillano, muta mi ringrazi.
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Vuoi essere dominata, mi è evidente. Ti piace da morire. Hai un orgasmo, quando legata e imbavagliata ti strizzo i capezzoli e ti ordino di resistere alla punizione. Mi piace soprattutto quando te li pinzo e inizio a incularti. O se ti ficco brutalmente il cazzo in bocca e ti impongo di fartelo entrare bene tutto fino alla radice. Senza protestare. Amo vederti nuda, fiera e bellissima, prima di sottometterti. Ti faccio assumere delle pose plastiche, che mettano in evidenza le tue forme perfette di giovane puledra da monta. Sei fatta per essere scopata e riempita di sborra ovunque. Il più spesso e il più a lungo possibile.
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Subito a seguire, adoro trattarti in modo rude, prenderti e sbatterti contro una parete o sul letto. Esigo godere del tuo profumo, dei tuoi odori corporei, leccarti tutta e ingoiare i tuoi umori. Vieni come una vera signora: copiosamente, urlando e vibrando dal piacere. Hai imparato a chiedermi per favore l’autorizzazione a venire, o il permesso di succhiarmi l’uccello. Con te mi sento perfettamente padrone e mi faccio un vanto del fatto che ti faccio godere ripetutamente e a distanza di tempo ravvicinata. Spesso, se sono in ritardo all’appuntamento, ti fai trovare direttamente in posizione prona, a gambe larghe e natiche aperte belle alte.
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Quando è così, vedo la tua fica che già cola. Quindi mi spoglio rapidamente, t’accontento e ti sfondo il culo. Mi accogli dicendo: “finalmente… oooh… siiii…. squartami, spaccami ovunque…” Ti sborro nelle viscere a lungo, con getti ripetuti. Dolcemente ti resto dentro, pieno d’amore. Sento che sono nella tua anima, te la posso toccare. Apprezzo e gusto il tuo ano che contrai e rilasci per trattenermi, adorabile bricconcella. Quindi, finito di sborrare mi sfilo e marco il mio territorio baciandoti, prendendo confidenza con la tua bocca. Preparandoti. Perché sei il mio giocattolo preferito.
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Non devi protestare, devi semplicemente ingoiare e stare zitta. Solo poi stabiliamo insieme il resto del programma. Ho imparato a mia volta a permetterti di esprimere delle preferenze. E ti accontento sempre più. Sto imparando ad amarti. E a viziarti con doni a sorpresa e addirittura casti baci sulle guance che significano moltissimo, per te. E ancor di più per me. Carezze, ogni tanto. Spesso. Non penso che potrò più fare a meno della mia schiava: quando infilo il mio uccello nella tua bocca, mi accorgo dei miglioramenti enormi che hai fatto nell’accogliermi: sento i progressivi movimenti delle tue labbra avide di cazzo sulla mia asta rigida.
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Il mio glande si fa strada agevolmente fino a raggiungere la sua sede naturale: il fondo della tua gola. La quale si apre lieta, mentre tu intanto mugoli di puro piacere. A un certo punto mi fai capire con gli occhi e con dei gemiti stabiliti che vuoi ingoiare la mia sborra. Quindi mi concentro per venire e dopo alcuni colpi intensissimi t’accontento. Ingoi tutto senza impedimenti. Hai una vera passera da troia cinquantenne, in fondo alla tua gola. La adoro. Il tuo culo poi è un’opera d’arte: quando voglio, ti metto sulle mie gambe e ti sculaccio fino a farti piangere dal dolore. Ma non ti muovi dalla posizione in cui ti trovi.
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Adori soffrire per darmi piacere. E ormai entro in te senza più nessuna forzatura: il tuo ano è un burro. Infilo nel tuo anello elastico e gentile dei falli di gomma sempre più importanti ma non protesti mai. Ti impongo di portare il plug, quello più grande di tutti, durante tutta la tua giornata lavorativa. Perché la sera non devo avere problemi e soprattutto perché ti devo trovare già bella infoiata. Infatti, spesso durante il giorno grazie allo stimolo anale hai dei bellissimi orgasmi spontanei, che ti fanno desiderare di avere dentro di te il mio cazzo. Anche se a volte succede in momenti imbarazzanti: in riunione, con un cliente o mentre sei alla macchinetta del caffè coi colleghi!
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Sei la mia privata, dolcissima, educata, riservata e insospettabile troia, venuta al mondo solo per il mio piacere privato. Forse… anzi, decisamente: ti sposerò. Chissà che misura hai all’anulare e come lo preferisci, l’anello. Lo chiederò a tua madre, la mia vicina di bottega, mentre domani la scoperò al solito nel nostro appuntamento segreto del giovedì pomeriggio - chiusura infrasettimanale - a casa mia. Cosa che facciamo insieme da anni. Godremo per l’ennesima volta, in segreto dal resto del mondo e da tuo padre, che invece a quell'ora è al lavoro in fabbrica. Perché lei adora dominarmi; mi lega, mi tortura i genitali, mi spompina, mi fa arrivare al culmine, però proprio allora mi ordina di non sborrare.
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Quindi, mi impone di darle piacere leccandola a lungo. Solo dopo, posso scoparla. E se mi dà il permesso mi consente finalmente di venire. Posso farlo solo sulle sue tette: nel culo o nella fica non me lo fa mai fare. Quanto lo vorrei! Poi, quando lei è soddisfatta e ha goduto abbastanza, devo prepararle la doccia, insaponarla, lavarla accuratamente ovunque e asciugarla. Devo massaggiarla sapientemente con delle creme e assistere, sempre restando nudo come un verme, alla sua vestizione. Soltanto quando è pronta per uscire e andare ad aprire il suo negozio mi fa rivestire in fretta e mi caccia via. Però non mi lamento, da bravo suo schiavo. Ma questa è una storia che tu non dovrai mai sapere, finché durerà.
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RDA
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s-a-f-e-w-o-r-d--2 · 3 months ago
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Mal sopporto gli imperativi... Posso anche obbedire se mi và... Ma sempre e solamente per mia scelta e per mio piacere... In tutti gli altri casi mi ostino a fare esattamente il contrario... Anche le domande indiscrete mi indispongono... Specialmente se fatte in maniera arrogante e boriosa... C'è un modo e un tempo per chiedere le cose, con garbo e con bella maniera... Ormai, il più delle volte non ho nemmeno più la voglia di mandarli a quel paese... A meno che, non mi becchino con la luna storta... Nella giornata sbagliata... Allora lì... Un sonoro vaffanculo mi esce dritto dal cuore!!
~ Virginia ~
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omarfor-orchestra · 1 year ago
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-2 col sito funzionalissimo del mio cinema
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lamargi · 3 months ago
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Fu mia sorella a dire ad Emanuele che quel giorno facevo il compleanno. “Ecco, fu il mio commento, tua madre non si fa mai i fatti suoi, e così ora che compio oggi 60 anni non è più un segreto!”
Lei gli aveva detto di assicurarsi che lo festeggiassi….e di portarmi fuori.
E, sessant’anni o meno, non chiedevo di meglio.
Quando mi vide Emanuele non cercò nemmeno di nascondere quanto colpo avessi fatto su di lui. Trucco, scollatura, la gonna corta, sapevo di essere sexy.
Erano passati alcuni giorni da quella sera in cui avevamo fumato insieme. Non riuscivo a non pensare a zia Margherita e alle sue gambe e alle sue labbra sulle mie e alla sua lingua che accarezzava la mia bocca….mi chiedevo cosa fosse stato sogno provocato dal fumo e e cosa realtà …ma la realtà era che mi segano freneticamente ogni notte ormai.
Mia madre mi telefonò per dirmi che era il compleanno di zia e che per ricambiare la sua gentilezza doveva portarla fuori a festeggiare, visto che era sempre da sola.
Quando glielo dissi, zia mi parve contenta.
Ma non ero preparato quando la vidi, pronta per uscire. Era fantastica. I capelli, il rossetto, le tette strizzate, e poi praticamente in minigonna e le gambe in calze scure velatissime. Ai piedi tacchi altissimi che la facevano alta quanto me….
Ero molto orgogliosa di uscire per festeggiare il compleanno con mio nipote. Ed ero anche molto compiaciuta di come mi aveva fissato quando mi aveva vista pronta per uscire.
Entrai nel ristorante, mettendogli il braccio sotto il suo. Sguardi di uomini e donne che mi seguivano, ammirati gli uni, invidiose le altre. Ma quello che mi interessava era mio nipote, seduto lì accanto a me al tavolino così stretto che era impossibile che le ginocchia non si sfiorassero. E quando lui cercò di ritrarsi, fui io stessa a mettergli una mano sulla coscia e riportarla a contatto della mia.
Al ritorno, nel taxi, continuai a tenere le gambe a contatto con le sue. Le mani si sfiorarono, poi le dita si intrecciarono. Gli carezzai dolcemente la nuca ringraziandolo per la serata. “Una serata così bella erano anni che non la vivevo, tesoro!”
Fui agitato tutto il tempo. Zia era ancora più allegra del solito. Si mise a braccetto con me quando entrammo nel locale, e durante la cena diverse volte sentii le sue ginocchia contro le mie. Anche in taxi, tornando a casa, stava seduta vicinissima a me e a un certo punto non so come ci tenevamo per mano e lei mi accarezzava dietro la testa….Arrivati a casa, la principale mia preoccupazione era diventata nascondere l’erezione che era aumentata tutta la sera…..
Entrati a casa, gli dissi che l’unica cosa che mi mancava era ballare un po’ con lui. Lo mandai a mettere della musica mentre versavo per entrambi ancora del vino.
Cominciammo a ballare avvinghiati. Con i tacchi alti, potevo guardarlo dritto negli occhi. Gli misi le mani sul culo e senza più remore lo attirai a me. “zia…” mormorò.
Con una mano gli afferrai e strinsi la patta. Era durissimo, come sapevo che lo avrei trovato. “zia…” esclamò di nuovo, stavolta allarmato. Ma la mia lingua era già nella sua bocca..e non poté dire altro.
Ballando non sapevo che fare, ma lei mi strinse fortissimo. Poi sentii la sua mano che mi stringeva il cazzo attraverso i pantaloni. Mai avevo provato una cosa del genere…provai a dire qualcosa, ma sentii la sua lingua che entrava con forza nella mia bocca….e da lì fu la nebbia nel cervello…..
Tenendolo per mano lo portai nella mia camera. Lo spogliai, nudo. Spinto sul letto, accarezzai il suo corpo e poi cominciai a baciargli e leccargli il pene. Emanuele si lasciava fare. Usavo la punta della lingua per stuzzicargli il glande, mentre con le unghie accarezzavo il pene. Gli accarezzai i testicoli e poi spinsi la carezza più giù, tra le sue natiche, finché non venne come una fontana.
Mi ritrovai nudo sul suo letto con lei che mi guardava. Si impossessò del mio cazzo e se lo mise in bocca. Succhiava, leccava, mordicchiava e io non avevo mai provato niente di simile. Sentivo la sua mano che stringeva le palle, poi …..e dita, su…alla base del cazzo, poi ….dentro….uno due dita….urlai…..
Ansimante, mi lasciai guardare mentre mi spogliavo. Non avevo alcuna vergogna a mostrargli il mio corpo da sessantenne, ora che vedevo il suo pene tornare rapidamente eretto. “Vuoi che tenga le calze?” gli chiesi mentre mi sdraiavo accanto a lui.
Fece sì con il capo e cominciò a baciarmi il seno. Mi rovesciai sulla schiena ed Emanuele venne sopra di me. Volevo sentire il suo cazzo dentro di me. Ma prima c’era un’altra cosa che non provavo da tempo….
“Vieni tra le mie cosce, amore, e leccamela….” gli dissi, sollevando le gambe sulle sue spalle e attirando il suo viso in mezzo alle gambe “fammi urlare di piacere…” gli dissi. Sapevo che il mio splendido nipote, a differenza degli altri amanti di una notte, non mi avrebbe deluso.
(3/fine)
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