#basta lo sguardo
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monologhidiunamarea · 7 months ago
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raccontidialiantis · 15 days ago
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Ti leggo l’anima
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Tu posi ancora per un po’ lo sguardo sulla pagina. Io invece paziente aspetto e nel frattempo non mi stanco di leggere il tuo corpo. Adoro i tuoi fianchi, il bel culo tondo e la perfetta schiena nuda. Ti faccio il solletico con un dito. Tanto, tra un po’ so che dal mondo del sesso virtuale vorrai passare alle cose concrete.
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E allora mi troverai qui, pronto e pieno di passione; carne e sangue pulsante d'uomo tutto per te. Ti spoglierò piano e ti farò morire di desiderio. Mi piace, mentre faccio stare il mio uccello a due centimetri dalla tua pelle. Ti annuso tutta, inspiro il tuo odore e la tua anima. Tu inizi a scioglierti e capisco dalle frasi sconclusionate che pronunci che stai per dare sfogo alla tua libidine.
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Il momento più bello per me è quando ti sdraio sulla schiena e ti apro le gambe: non ti opponi e mi offri la tua intimità più preziosa. Un tesoro di femminilità a mia completa disposizione. Con la lingua disegno sulla tua passera poco depilata l’intero alfabeto e ti assaporo di gusto. Quando vieni, sono contento e inghiotto golosamente tutto il tuo preziosissimo miele di donna.
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Tu intanto, senza più alcun controllo, gemi: ti lasci andare completamente e rovesci la testa all'indietro, scoprendo una gola bellissima. Profumata d’amore e imbiancata da un lunghissimo inverno. Come un vampiro, di scatto e impazzito di desiderio infilo la mia dotazione tecnica nella tua vulva già abbondantemente lubrificata e gonfia di brama. Lo vuoi tutto. Mi vuoi da morire e me lo dici: “spaccami, sventrami, saziami di cazzo: sono porca per te. Solo per te.”
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Inizio a scoparti forte, con colpi potenti e intanto mi tuffo sulla tua gola adorata e ne lecco ogni centimetro quadrato. Te la bacio con tutta la mia passione. Voglio solo venirti dentro, ma nello stesso tempo cerco di resistere perché desidero sentirti perdere ulteriormente il controllo. Adoro quando fai per aprirti tutta e spingerti in avanti per farmi entrare un millimetro in più del fisicamente possibile.
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Vorresti mettermi tutto dentro la tua fregna. Lo sento. Sento il tuo profumo penetrarmi le narici sfacciato. Quando poi ti infilo un dito nel culo, mi sussurri un intimissimo “siiiii” che mi fa indurire l’uccello ancora di più, se possibile. Sborro dentro di te una prima volta. Cerco di uscire, ma tu incroci le gambe dietro la mia schiena. Allora sono costretto a stringerti forte la mascella e ti pizzico con violenza un capezzolo. Ti faccio male e ti ordino di aprire le gambe.
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Tu piangi dal dolore, ma obbediente e sottomessa alla mia volontà rilasci la stretta e nel frattempo mi attiri a te per baciarmi la bocca.  Allora dopo un bacio rapido e delizioso tra noi prendo la tua testa e la guido con dolce fermezza verso il mio cazzo. Tu non vedevi l’ora e come una gazzella assetata ti attacchi con le labbra. Golosissima e vorace inizi a succhiare e man mano inghiotti tutta la mia asta.
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Sul letto compio miracoli d’equilibrio, per farti bere mentre sei distesa sulla schiena. Lo faccio perché mi piace vederti umiliata ma felice di succhiarmi l'uccello. E poi perché amo molto sentirti gemere mentre ingoi tutto, quando sborro una seconda volta dentro il tuo corpo. Perché mentre con tuo marito ormai il sesso è archiviato da anni, con me diventi la femmina da bordello che vuole solo tanto cazzo e ancor più sborra dappertutto: dentro e sopra di te.
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Sei la mia troia segreta. Oggi basta così. Alzati e fai un caffè: muovi quel culo preziosissimo. Per domani inizia a prepararlo bene, il tuo didietro: toccherà a lui. E so che già da stasera non penserai ad altro, mentre sorridendo serena e composta metterai in tavola la cena per tutti, puttana dolcissima che altro non sei. Baciami proprio adesso, dopo che felice hai inghiottito tutto il mio seme. Ti amo.
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RDA
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janniksnr · 5 months ago
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al secondo posto della suddetta top 3 poi ci sono i controllori che se e quando passano fanno finta di nulla io lo capisco che si rompono le balle pure loro a dire sempre le stesse cose ma credo sia tipo il loro lavoro ?? allora visto che sta gente fa finta di non capire gli annunci che dicono di liberare i sedili tocca a te controllore capotreno o quello che sei passare e fare rispettare delle regole (che comunque è roba tipo di civiltà di base ma cosa posso aspettarmi da gente che mette i piedi sui sedili come fosse loro)
treni in ritardo + vagoni pieni di turisti con circa tre valigie a testa è esattamente così che mi immagino l'inferno
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be-appy-71 · 3 months ago
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Quando non andrai più a genio alle persone
Preparati a ridere perché dalle loro bocche
Usciranno cose che non hai detto..
Preparati a sorridere davanti a chi ti diceva
Di volerti bene ed invece ti usa e basta.
Dicono, loro, che sono state ferite nel profondo..
Quando, quel profondo loro, non hanno neanche la più pallida idea di che cosa sia.
Tu, sorridi perché sai cosa hai fatto e detto.
Il tuo cuore è buono.
Continua a camminare con lo sguardo rivolto al cielo.
Prima o poi la ruota gira... ♠️🔥
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_Totò
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empito · 4 days ago
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Non mi sognerei mai di pagare per contenuti su OnlyFans. Non perché giudichi chi lo fa, né perché disprezzi chi vi trova conforto o ispirazione. Ma perché credo fermamente che le emozioni più profonde, le connessioni più vere, non si possano acquistare con il denaro né racchiudere in uno schermo luminoso. Cerco lo sguardo sincero che incrocia il mio in una strada affollata, il sorriso inaspettato che illumina una giornata grigia, il calore di una mano che stringe la mia senza bisogno di parole. Voglio perdermi nelle sfumature di una voce reale, nell'intensità di un abbraccio, nel profumo dell'aria dopo la pioggia. Non c'è abbonamento che possa regalarmi il brusio del vento tra gli alberi, la sabbia calda sotto i piedi, il sapore salato di un bacio sul mare. Non c'è contenuto esclusivo che possa sostituire l'emozione di un tramonto condiviso, le risate spontanee intorno a un tavolo, il silenzio complice sotto un cielo stellato. La vita pulsa fuori, nelle strade, nei volti sconosciuti che raccontano storie senza parlare. Voglio vivere ogni istante con l'intensità che merita, assaporare la bellezza dell'imprevedibile, lasciarmi sorprendere da ciò che non posso controllare né prevedere. Non mi basta osservare attraverso un vetro digitale; desidero toccare, sentire, immergermi nella realtà palpabile che mi circonda. Voglio costruire ricordi fatti di sostanza, non di pixel; voglio che le mie esperienze siano intrecciate al tempo e allo spazio in cui esisto, non relegate a una dimensione virtuale. Per questo, scelgo di non spendere per ciò che credo non possa davvero arricchirmi. Scelgo di investire il mio tempo e il mio cuore nelle persone che posso guardare negli occhi, nelle emozioni che posso vivere pienamente, nelle avventure che mi attendono appena oltre la soglia. La vera magia sta nell'autenticità dei momenti condivisi, nella semplicità delle piccole cose che riempiono l'anima. E nulla, nemmeno il contenuto più esclusivo, potrà mai sostituire la profondità di una vita vissuta davvero, senza filtri né schermi a frapporsi tra me e il mondo.
Empito
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occhietti · 2 months ago
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Certe emozioni non hanno bisogno di parole
ma vanno solo sentite con anima e cuore. Per certe emozioni non ci sono spiegazioni... basta viverle intensamente dentro di sè...
Certe emozioni ti portano verso il nucleo del tuo stesso essere e la verità che senti dentro... perchè tutto quello che sgorga dal cuore è puro... vero... autentico...
Tutto quello che fai... fallo con il cuore... ama con il cuore... sorridi di cuore... vivi con la grandezza del tuo cuore... alza lo sguardo verso il cielo con la gratitudine nel cuore... risveglia la tua energia positiva... celebra la vita con il cuore e fluisci con ciò che accade con amore...
-  Colette Haddad
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falcemartello · 10 months ago
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Quando avrete la possibilità di visitare la Cappella Sansevero di Napoli, provate a non rimanere ipnotizzati dal "Cristo Velato" di Sammartino (lo so, è quasi impossibile).
Perché basta alzare lo sguardo per rimanere incantati anche dal "Disinganno" di Queirolo.
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angelap3 · 9 months ago
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A far star male una persona ci vuole niente, basta una parola mal detta o mai detta, uno sguardo mal dato o mai dato.
A farla stare bene ci vuole molto più tempo.
A tirar giù un edificio basta della dinamite piazzata nei punti giusti, bastano pochi secondi.
Per tirare su una casa, ci vuole l’architetto, il geometra, il muratore, il falegname, il piastrellista, l’idraulico, l’elettricista, il fabbro, ci vogliono mesi se non anni, dipende dalla complessità della casa.
Siamo esseri delicati, la struttura esteriore può essere robusta, ma abbiamo bisogno di continua manutenzione interna, la facciata, anche se rifatta, non sempre rispecchia lo stato interno.
Far star bene le persone non è un’opzione, è una scelta precisa che ripaga; è un compito estremamente complesso, presuppone la capacità di leggere le persone e nelle persone, chi sorride non sempre è felice, chi sta in silenzio non sempre non ha nulla da dire.
Non siamo villette a schiera costruite con lo stampo, siamo piuttosto borghi meravigliosi, ognuno con i suoi vicoli e la sua storia.
Le persone si riscrivono in continuazione, e una volta che sei riuscito a leggere il loro libro, devi ricominciare da capo, perché il contenuto è cambiato.
"L'angolo della psicologia" - G. Liberati
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Oggi farò il bis, tra meno di un' ora mi devasterá nuovamente: ci penso mentre rispondo ad una mia amica ed il corpetto rigido che indosso anonimamente mi ricorda quello che da lì a poco mi attende. Le sfere nel culo mi invitano a masturbarmi un po' e io, non potendo infilare la mano, mi soddisfo con delle sedute decise mentre la mia fica inizia a colare. Finalmente il suono della campana mi restituisce la libertà e io mi precipito dal mio D. A dire il vero spero sia in ritardo perché voglio indossare delle calze lasciate in fondo ad un cassetto da ormai troppo tempo e un plug che ho con me in borsa. Giunta in albergo davanti alla reception tre men che chiedono informazioni su cosa visitare. La receptionist mi fa l' occhiolino e con un filo di voce ed un sorrisetto malizioso mi dice che la mia camera è la 303 e che l'altra persona è già dentro. Ricambio il sorriso a quella donna minuta e, a quanto pare, sveglia, certa che le mie urla in questo anno e mezzo si siano sentite fino al pian terreno spiegandomi così il perché del suo ammiccamento. Ha proprio ragione: D. è lì che mi attende e la sua voglia di possedermi non si fa attendere. Agghindata di tutto punto, mi offro a lui. Inizia la danza del piacere: il suo cazzo si fa presto strada nella mia bocca, sempre più in fondo e sempre più prepotentemente. Non credo ci sia mai stato un nostro incontro cominciato senza un solenne pompino. Lui conosce bene la mia ingordigia e la mia loquacità: quale modo migliore, quindi, per tapparmi la bocca? Rimango in corpetto e calze con "varco centrale", non ha bisogno di togliere niente, non deve farlo, perché oggi voglio restare in abbigliamento da zoccola, oggi voglio scatenarmi così. La fica reclama, le sfere la stimolano, il cazzo in bocca la stimola e lei vuole la sua parte: affondi impietosi la occupano, lui pompa sempre più violentemente mentre la troietta tra le mie gambe inizia a rumoreggiare. Mi metto nella posizione che meglio offre al mio Porco la possibilità di ficcarmelo fino ai coglioni. Gemiti e piccole provocazioni ad arte risuonano nella camera 303. Sono una grande provocatrice e so bene quali argomenti usare. Ignoti cazzi e iniziative prese senza il suo permesso lo fanno scatenare, il suo sguardo si accende, prende il flogger e infierisce sulla mia pelle: urlo e godo mentre sento il culo e la schiena in fiamme. After care: dopo la durezza arriva puntuale la dolcezza. Mi abbraccia, tenendo gli occhi chiusi e con le sue mani gioca con i miei capelli. "Mi rilassi così" mi dice e io per un po' rimango rannicchiata accanto a lui e lascio che sopraggiunga la calma...Non finisce qui il nostro incontro, sarebbe inimmaginabile per due come noi che dopo un anno e mezzo hanno la stessa voglia del primo giorno: le carezze si trasformano, la sua mano dai capelli scende fino alla fica e inizia a fistarla, procedendo poi in direzione opposta verso il culo che spalanca preparandolo alla inculata. Eh sì, oserei definire l' inculata una sorta di destinazione finale: tutto il resto fatto nelle due ore prima sembra un preliminare perché quando mi si pianta in culo entrambi sospiriamo soddisfatti. Martella senza sosta e quando per l' ennesima volta lo provoco dicendo che la mia bocca è libera mi risponde che prima o poi mi offrirà all' unico uomo al quale concederebbe questa possibilità avvertendomi con fare molto serio che da quella esperienza uscirei distrutta: è tronfio, lo capisco, ma non mi basta. Avranno pure due cazzi devastanti ma lui non deve mai dimenticare che, su sua ammissione, io sono una macchina da guerra e accetto le sfide. Mi giro e mi impalo, colpi ben decisi su quel cazzo, tantissimi, prima di prendere il suo viso tra le mie mani e di dirgli " Voi sarete pure due ma io vi sfinisco entrambi". Sorride e si carica su di me: ecco il mio Porco scatenato, quello che voglio mi possegga ogni volta senza freno alcuno. Mi incula pesantemente, molto più di prima...(prima parte)
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missrainworld · 2 years ago
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Per una piccola parte di me <3 0.1
La parte più difficile in ogni cosa è iniziare, come adesso. Non è facile trovare le parole giuste per aprire la strada alle milioni di cose che vorrei dirti. Ogni inizio è spaventoso, difficile. E me lo ricordo che qualche mese fa di paura ne avevo tanta, temevo tutte le cose che avremmo dovuto vivere.
Tu sei la prima volta in cui ho perso il controllo, in cui mi sono buttata nel vuoto e mi son detta 'Ora o mai più'. Perché in fondo te lo senti che alcune cose puoi farle solo in un determinato momento e che non c'è altro tempo per viverle.
Sei il mio momento giusto, su questo non ho dubbi, mi sei piombato addosso per caso e senza alcuna pretesa, nessuna forzatura e nessuna speranza, sei rimasto.
A volte mi chiedo perché, dopo aver visto tutto il casino che sono, tu sia rimasto. Non hai neanche dovuto lottare per entrarci nella mia vita, perché ti avevo lasciato ogni porta aperta, era troppo tempo che non davo così tanta fiducia a qualcuno ma stranamente con te mi sentivo al sicuro. E ci sono tutti gli ingredienti le farfalle, le palpitazioni, l'impazienza di essere tua.
Ci sono tutti gli ingredienti perché tu possa distruggermi e forse, per la prima volta, voglio correrne il rischio.
Probabilmente, anzi, sicuramente mi sono innamorata prima io ma come dovevo fare? Quando mi guardavi e mi parlavi di filosofia, di storia, cose che non mi hanno mai preso, ma che dette da te diventavano la cosa più interessante del mondo.
Non mi sono innamorata di te perché necessitavo di avere qualcuno al mio fianco, sono sempre stata bene da sola.
Non mi sono affezionata a te perché avevo bisogno di qualcuno che mi rendesse felice, ne perché stessi cercando qualcuno con cui stare.
In realtà, non cercavo proprio nessuno.
Mi sono innamorata di te perché mi sono sentita apprezzata, perché sei l'unica persona che mi restituisce tutto l'amore che do. Mi sono innamorata di te perché mi fai stare tranquilla, potremmo anche stare seduti senza dire nulla e guardare tik tok ed io non avrei ansia.
Siamo così simili ma in certi sensi così diversi, eppure sei esattamente quella parte che mi manca per essere come vorrei.
E' bastato un istante, uno sguardo e ti ho riconosciuto, come se in fondo ti avessi sempre aspettato. Delle volte sono istanti piccolissimi a cambiarci la vita, momenti così insignificanti da non rendercene nemmeno conto, ogni tanto mi chiedo cosa starei facendo ora se non ti avessi mai scritto, se tu non mi avessi mai baciata, se fossimo rimasti solo amici.
La maggior parte delle persone si limita al “mi piaci”, Kierkegaard invece scrisse: “Ti muovi costantemente sulle onde dell’intuizione; eppure, ogni singola somiglianza con te basta a rendermi felice. Perché? É a causa della ricca unità del tuo essere o della povera molteplicità del mio? Non é l’amare te, amare un mondo?”
D’altronde hai avuto tutto, prima ancora che te ne rendessi conto. Ti ho parlato di qualsiasi cosa, quando per me parlare di sentimenti o emozioni risulta essere complicato, tendo sempre a sopprimere qualsiasi cosa, penso perché da piccola venivo etichettata come “la bimba matura “e qualsiasi persona contava su di me ed io non avevo tempo di pensare a cosa realmente provassi.
Forse ho perso la testa, tu mi hai fatto perdere la testa, perché adesso non sento neanche di essere io, ho meno paura di tutto e provo cose talmente diverse che mi destabilizzano. Ti ho parlato di cose che non voglio ammettere nemmeno a me stessa, che portavo, e porto, come un peso, con vergogna, ma tu sei stato così paziente e mi hai ascoltato quando probabilmente quello che dicevo non aveva senso nemmeno per me.
Ti ho amata fin da subito ed ho avuto paura della velocità con cui un sentimento del genere sia cresciuto, d’altronde sono un overthinker e mi son chiesta, che vuoto lascerà una persona del genere nella mia vita? Come mi faccio domande, mi do anche risposte e Tu lasceresti un vuoto enorme, incolmabile.
Oramai occupi tutto, tutto lo spazio che c'è, sei ovunque e neanche me ne rendo conto.  Se conquisti la mia mente ci sarai sempre dentro.
Hai reso tutto pieno di significato, pieno d'amore e di timori. Per la prima volta ho davvero paura di perdere qualcuno, per la prima volta penso che non esista qualcosa che non farei per te, qualsiasi cosa pur di farti stare bene.
Non lo dico perché ti amo, ma lo dico perché sei una persona speciale. Meriti qualsiasi cosa di bello possa esserci, tutta la felicità che possa provare. Hai così tante cose dentro, che non dici e che non mi mostri. Ed io vorrei sapere tutto, conoscerti meglio di te stesso perché niente che ti riguarda mi è estraneo.
Ho capito che ero fottuta quando non mi sapevo dare una risposta al perché ti amassi, lo faccio e basta.
Ogni volta che dico di amarti significa che ti accetto per la persona che sei, e che non voglio trasformarti in qualcun altro. Significa che ti amerò e starò al tuo fianco anche nei momenti peggiori. Significa amarti anche quando sei giù di morale, non solo quando è divertente starti vicino. "Ti amo" significa che conosco la tua persona e non ti giudico. Significa che ci tengo abbastanza da lottare per quello che abbiamo e che ti amo abbastanza da lasciar perdere, se ciò significa vederti felice. Vuol dire pensarti, sognarti, volerti e aver bisogno costantemente di te, e sperare che tu provi lo stesso per me.
Mi stai donando qualcosa che non potrò che inscrivermi nel cuore, quelle cose che ti porti gelosamente dentro, che sai di poter vivere solo con una determinata persona.
Alla fine, ogni cosa mi riconduce a te. Sei nei libri che sottolineo e nella musica che ascolto, in ogni film che mi segno, in tutte le parole che scrivo, persino in quelle che non scrivo ma che custodisco gelosamente dentro di me, tra l’anima e il cuore, in quello spazio che solo tu riesci a raggiungere e che vorrei non abbandonassi mai. É come se dopo un viaggio molto lungo tu mi avessi finalmente riportato a casa.
Mi hai dato talmente tanto che adesso sono piena di te e non potrei dimenticarti mai, seppur volessi.
Mi hai riempita di un amore che non credevo avrei mai provato, così forte che adesso fatico nello scrivere senza commuovermi, senza sentire quelle stupide farfalle, perché pensarti mi fa questo effetto.
Esattamente come quando ti guardo troppo a lungo, penso a quanto sei stupenda, a quanto sai farmi stare bene e mi escono dagli occhi tutte le parole che mi rimangono bloccate in gola. Non riesco a dirtelo mentre ti ho davanti, ma hai dato alla mia vita un valore aggiunto e che avrei milioni di parole da dedicarti se solo riuscissi a concentrarmi mentre mi guardi con quegli occhioni da cui non riesco a fuggire.
Quando mi guardi dimentico tutti i miei difetti ma allo stesso tempo ho paura che guardandomi troppo o standomi troppo vicina tu mi veda come mi vedo io.
Vorrei rivivere ogni ora passata insieme, per rendermi conto di quanti dettagli mi son persa, ma poterli assaporare tutti, coglierli e conservarli. Sei un regalo grandissimo, per il quale sarò per sempre in debito verso il destino. Non so cosa succederà un domani, non importa se un ti amerò esattamente come adesso, probabilmente di più, ma sarai sempre e comunque tu, niente ti renderà diverso di fronte ai miei occhi, adesso non vedo altro che la tua essenza. Non vedo l'ora di poterti baciare, mi manchi da morire e niente mi rende felice come averti accanto e poter sentire il calore di un tuo abbraccio che tanto ho desiderato. Sei ciò di cui ho più bisogno e che non voglio lasciar andare per nulla al mondo.
Ti amo, come non amo altro.
Tua, A.
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francesca-70 · 9 months ago
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Una forza e una generosità straordinarie sono il dono di ogni madre, e sono la base di quell’amore incondizionato che solo una madre sa offrire e che tutti dovremmo avere la possibilità di assaporare. Un vecchio proverbio napoletano recita: «Chi tene ‘a mamma, nun chiagne» (chi ha la mamma, non piange), ed è vero. Le madri sono scudo pronto a difenderci da ogni dolore, a volte persino esagerando.
La verità è che l’amore può tutto, che un sorriso, uno sguardo sincero, una carezza sono sorsi di eternità, che nel dolore la fiducia nel domani può soltanto diventare più grande.
Una terribile battaglia da combattere “un lungo addio”.. “un addio rubato..un addio mancato.. un addio finto”.
Perché tra di noi, mamma, non può esserci addio.
La mia persona più amata si dissolve lentamente in piccoli pezzi, ed è impossibile andare a ripescare quale sia stata l’ultima conversazione. Struggente ed emozionante, «il segreto della vita».
Tutto ruota intorno ai ricordi e alla memoria, al loro disperdersi e riemergere continuo e imprevedibile, trasportando tutti in una sorta di infinito presente. Una storia di cui non conosco né l’inizio né la fine, ma di cui ho vissuto e vivo intensamente ogni giorno con dolore, paura, rabbia, fatica, solitudine, curiosità, ostinazione. Facile perdersi in questo guazzabuglio di emozioni. Non so dire con precisione quando quel processo abbia avuto inizio. Sono stata incapace di cogliere i primi segnali quotidiani. E mi sono trovata direttamente a decidere quanti scatoloni avrebbero occupato i ricordi della mia infanzia e della mia adolescenza, riempiendoli ad una velocità molto superiore a quella delle mie emozioni, che mi soffocavano la gola. “Questo è il momento più difficile”, mi racconto ma intanto sto tatuando il mio cuore. In maniera indelebile.
Figlia unica di un genitore non autosufficiente, come la definisce la USL.
Il muro che ho dovuto attraversare per trovare il mio binario è fatto di rifiuto, disoriento.
Dovevo combattere con i fantasmi del mio passato, guardare negli occhi una persone che non mi riconosceva piu e specchiarmi nelle sue paure. Una micidiale danza di emozioni contrastanti: l’eterno presente senza ieri e senza domani il passato remoto improvvisamente prende vita catapultandoti in una dimensione surreale e spiazzante. Mi trito il cuore cercando di cogliere un’espressione diversa sul volto, un lampo negli occhi, un gesto, ma lei ė in un'altra dimensione e questo fa male. Come tenere tutto dentro.
Ecco come vedo, assisto e vivo questo lento perdersi. Un lento svanire. Spegnersi poco a poco, spettatore di questa surreale esibizione della vita. Dove il regista è il tempo e la trama è composta dalla memoria, dai ricordi, che a tratti riemergono da quel luogo fuori dallo spazio e dal tempo. Sono sempre lì. Sono sempre loro. Solo nascosti in qualche angolino. Basta aspettare il momento giusto... ed eccoli.
Un viaggio nei legami affettivi più forti, nelle nostre paure e nei nostri bisogni di amare, alla ricerca della felicità anche nelle situazioni apparentemente più avverse.
A 52 anni proprio non me lo aspettavo. Di figli ne avevo già uno, ormai grande, proiettato verso un futuro luminoso insieme alla famiglia che si era creato.
Ed io, invece, ecco che mi ritrovo, inaspettatamente, a dover fare i conti con la dolorosa esperienza di diventare “madre di mia madre", nel suo lento declino fisico e mentale.
Eppure il suo sguardo, di tanto in tanto, torna per un fugace momento (tanto fugace che, a volte mi chiedo se sia veramente successo) a fissarsi su di me, limpido e cosciente. Come se davvero fosse tornata a vederMi...tornata ad essere mia madre. Quella che si preoccupava per me. E si prendeva cura di me, sempre con un sorriso sulle labbra. Non so bene come spiegarmi. C’è da non trovare le parole quando hai a che fare con una persona che se ne sta andando lontano, sempre più, suo malgrado. C’è da augurarselo di non trovarle, mettere in fila i pensieri richiederebbe di voler vedere quello che si ha davanti e io non voglio.
“Mamma, sono io, sono Francesca”. Te lo ricordo, te lo ripeto, non perderlo il mio nome. Non lasciarmi andare. Nei tuoi pensieri troncati, assillanti, confusi non sei persa, perché non si può affogare in una pozzanghera, e non sei rinchiusa finché fai di tutto per stare a galla. Attaccati a me, aggrappati all'amo, salda più che puoi, con le mani e con lo sguardo, che ti tiro verso di me, non smettere di respirare.
Quanto fa male trasformarsi. “Sono io, mamma, sono Francesca”. “Lo so,” mi rispondi. Sei arrabbiata. In te c’è ancora forza...non molli, non cedi, ti ribelli. Mi prenderesti a schiaffi. Ti vedo, seduta sul divano. Ti stringi, ti rimpicciolisci, scompari, eppure io ti trovo sempre. So dove cercarti. So dove trovarmi. Anche se potremmo essere il gioco dei contrari io e te. Tu, che sei tanto diversa da me eppure ti assomiglio. Ho paura..e nello stesso tempo ho Il bisogno di non far vedere agli altri che sto male.
Ho tanti sensi di colpa: sono una mamma, come te. Quanta malinconia c’è, quanto mi ricordo di te..ricordi che si diluiscono. All’inizio mi concentro sul come fare per catturarti e quando ti ho catturata penso a come trattenerti; quando sto per perderti cerco di invogliarti a restare con un nuovo stratagemma; quando ti ho persa iniziano i propositi per fare meglio la volta dopo. Ricomincio, riprovo, non mollo mai. I tentativi si susseguono senza sosta. Non c’è fine, non c’è pausa. Ci pensi anche quando non lo fai. Ci deve essere da qualche parte una linea di confine che, se oltrepassata, è un cambio perenne di stato. E ci pensi mentre fai la spesa o sei in fila dal dottore, mentre parli al telefono con un’amica e perfino mentre ti fai la doccia. Quando sei sotto il getto dell’acqua tiepida piangi per il fallimento: non importa quanto poco ti consoli l’esserci per accudirla. L’acqua si miscela alle lacrime nel gorgo dello scarico e dovrebbe andare giù, lasciarti, non tornare, giusto? No, non va giù. La lacrima stagna, imputridisce. Si deposita. È l’acqua delle pozzanghere. Non conosce colore, non conosce fine. Non riflette tutto il cielo, non è nemmeno una finestra. Non bisogna scoraggiarsi.. ma mi mancano le forze o forse il coraggio. A volte ricordo i tempi piu felici che sono anche i più taglienti.“Eccomi! Ciao, come stai oggi? Hai visto che è arrivata l'estate???....
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Guardami,
"sono Francesca, mamma
Mamma❤”.
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raccontidialiantis · 3 months ago
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Smettila!
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Adesso basta flirtare con gli altri uomini di nascosto, con chiunque ti faccia un complimento! Mi fai sentire umiliato, mi fai dannare. Chiunque vorrebbe saltarti addosso solo a un tuo cenno, non lo capisci? O invece lo capisci sin troppo bene! Maledetta ossessione che sei, per me. Perché sei una femmina lussuriosa dentro: io ti conosco benissimo e mi preoccupo. 
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Pubblicamente, al lavoro o nelle occasioni ufficiali in società, tu semplicemente interpreti a perfezione una parte: quella della professionista compassata e seria. Sembri quasi una puritana dall’etica impeccabile e dai rapporti interpersonali cortesi ma molto distaccati. Appari formale, fredda e dall’aspetto algido, distante e sembri addirittura un po’ timorosa di eccessive confidenze. 
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Chi ti osserva professionalmente direbbe che sei una donna sobria, discreta. Ti sanno molto devota, la cattolica praticante che mostra di scandalizzarsi per qualsiasi parola un po’ colorita o espressione appena volgare. Infine, quando siamo in mezzo agli altri, con te non si può neppure accennare a cose di sesso: non si fa, non sta bene. Assumi immediatamente un’espressione inorridita, scandalizzata e cambi subito discorso.
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Arrossisci, addirittura. “Un altro po’ di tè?” Che attrice straordinaria e spudorata! Ma a letto con me invece ti scateni. Ti trasformi completamente e potresti assolutamente dare delle lezioni - e che lezioni! - a un’attrice porno. Te lo vieni a cercare, me lo impugni, te ne impadronisci e ci giochi, ti piace. Lo brami, lo succhi e lo lecchi. Con gran gusto e perizia tecnica, te lo ficchi in due secondi tutto in gola.
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Sei una vera maestra dell’arte. Mi svuoti letteralmente i testicoli. Hai la perfidia negli occhi, mentre ti fai scopare. Mi vuoi, desideri il cazzo più di ogni cosa. Sei una porca magistrale, laureata cum laude. Potresti battere in strada, per la perizia con cui maneggi il cazzo e ne tiri fuori tanta sborra. E ti piace assaporarla, giocarci. Troia schifosa e sporchissima.
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Sei tu quella che conduce i giochi. Vuoi che ti sbatta il cazzo sul viso più volte, a umiliarti. E devo farlo chiamandoti troia e puttana. Si: sei inequivocabilmente una grandissima porca. Quanto mi piace, questo tuo lato! Sul letto, mi ti apri davanti all’improvviso, ti fai vedere da me ovunque, sul corpo: senza alcun pudore e socchiudendo gli occhi gemi contenta.
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Il tuo culo, la tua passera e la tua bocca parlano chiaro e dicono soltanto: “penetrami, fammi godere.” Ti piace da impazzire essere osservata, desiderata, toccata, violata. Con prepotenza ti piace ancora di più. Sei assatanata di sesso: in casa vuoi il mio cazzo sempre e ovunque: in ogni momento, quando siamo soli. Mi vuoi a qualsiasi ora del giorno, se siamo a casa.
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Vuoi che il tuo seno sia adorato e subito dopo leccato, assaggiato, strizzato, odorato, massaggiato. Cerchi di continuo l’uccello. Ne esigi tantissimo. Ami il lusso e gli agi. Ti approfitti della tua bellezza mozzafiato, perché sai che farei di tutto per te, per farti star bene, comoda e viziata. 
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Gli anglosassoni direbbero che sei una “high maintenance woman.” Entrando in camera da letto, come percepisco il tuo sguardo carico di libidine maliziosa, se ti vedo mezza nuda già capisco cosa ti passa per la mente. Non ti resisto e mi precipito su di te. 
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Compiaciuta di essere una femmina bellissima, sensuale e in missione segreta per conto del Dio Eros, mi sussurri all’orecchio dov’è che lo vuoi, dove e come desideri essere adorata, baciata e leccata. A lungo. Mi spompi, ne vuoi sempre di più. Sono pazzo di gelosia, per te: mi piaci da morire, mi sei entrata nel sangue. Ti voglio di continuo.
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Che tu sia dannata, donna: non flirtare, non guardare, non rispondere, non dare confidenza, non sorridere. Capisco che è impossibile, ma fammetelo almeno dire. Sii solo mia, non tradirmi. Mi tradisci? Non ti basto? Dimmelo sinceramente, sgualdrina: tu sei la mia croce e delizia. E non ridere, troia. Senza il tuo profumo in giro per casa io morirei. Ama me e nessun altro. Perché io voglio te e basta. 
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Sei una mia vera e propria fissazione. Porto sempre in tasca con me un tuo paio di slip sporchi. Sono schiavo del tuo odore intimo. Adesso tu starai zitta e sopporterai queste sberle. Voglio vedere il tuo bel culo bianco latteo diventare rosso fuoco. E sentirti implorare pietà, piangere di dolore. Dovrai pur espiare, per tutta la gelosia che mi provochi. 
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Devo pur controllarti, in qualche modo, contenere la carica erotica che spandi attorno a te con non so quanta incoscienza e nonchalance. Sopporta, fallo perché mi ami. E perché... oh, per la miseria: che vera troia sei! Ti vedo che sorridi di nascosto e sembri soddisfatta, mentre ti mordi le labbra e fai finta di sentirti umiliata, ferita nell’onore, arrabbiata. 
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Maledetta: ti piace, essere sculacciata allora, eh? Dio: mi farai impazzire. Sei la mia dolcissima e assolutamente perfida puttana. Dai: ora usa la tua bocca nel modo che sai. Perché ti piace un sacco usarla così e sei capace di compiere veri e propri capolavori di acrobazia, con la tua lingua. Che spero tu usi solo con me. Dai, sbrigati. Succhia forte, puttana e fammiti sborrare dentro. Perché mi urgi e io ti amo troppo.
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RDA
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canesenzafissadimora · 20 days ago
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Oggi la si chiama "resilienza", una volta la si chiamava "forza d´animo", Platone la nominava "tymoidés" e indicava la sua sede nel cuore.
Il cuore è l´espressione metaforica del "sentimento", una parola dove ancora risuona la platonica "tymoidés".Il sentimento non è languore, non è malcelata malinconia, non è struggimento dell´anima, non è sconsolato abbandono. Il sentimento è forza. Quella forza che riconosciamo al fondo di ogni decisione quando, dopo aver analizzato tutti i pro e i contro che le argomentazioni razionali dispiegano, si decide, perché in una scelta piuttosto che in un´altra ci si sente a casa. E guai a imboccare, per convenienza o per debolezza, una scelta che non è la nostra, guai a essere stranieri nella propria vita.
La forza d´animo, che è poi la forza del sentimento, ci difende da questa estraneità, ci fa sentire a casa, presso di noi. Qui è la salute. Una sorta di coincidenza di noi con noi stessi, che ci evita tutti quegli "altrove" della vita che non ci appartengono e che spesso imbocchiamo perché altri, da cui pensiamo dipenda la nostra vita, semplicemente ce lo chiedono, e noi non sappiamo dire di no. Il bisogno di essere accettati e il desiderio di essere amati ci fanno percorrere strade che il nostro sentimento ci fa avvertire come non nostre, e così l´animo si indebolisce e si ripiega su se stesso nell´inutile fatica di compiacere agli altri. Alla fine l´anima si ammala, perché la malattia, lo sappiamo tutti, è una metafora, la metafora della devianza dal sentiero della nostra vita. Bisogna essere se stessi, assolutamente se stessi.
Questa è la forza d´animo. Ma per essere se stessi occorre accogliere a braccia aperte la nostra ombra. Che è poi ciò che di noi stessi rifiutiamo.
Quella parte oscura che, quando qualcuno ce la sfiora, ci sentiamo "punti nel vivo". Perché l´ombra è viva e vuole essere accolta. Anche un quadro senza ombra non ci dà le sue figure. Accolta, l´ombra cede la sua forza.
Cessa la guerra tra noi e noi stessi. Siamo in grado di dire a noi stessi:
"Ebbene sì, sono anche questo". Ed è la pace così raggiunta a darci la forza d´animo e la capacità di guardare in faccia il dolore senza illusorie vie di fuga.
"Tutto quello che non mi fa morire, mi rende più forte", scrive Nietzsche.
Ma allora bisogna attraversare e non evitare le terre seminate di dolore.
Quello proprio, quello altrui. Perché il dolore appartiene alla vita allo stesso titolo della felicità. Non il dolore come caparra della vita eterna, ma il dolore come inevitabile contrappunto della vita, come fatica del quotidiano, come oscurità dello sguardo che non vede via d´uscita. Eppure la cerca, perché sa che il buio della notte non è l´unico colore del cielo.
Di forza d´animo abbiamo bisogno soprattutto oggi perché non siamo più sostenuti da una tradizione, perché si sono rotte le tavole dove erano incise le leggi della morale, perché si è smarrito il senso dell´esistenza e incerta s´è fatta la sua direzione. La storia non racconta più la vita dei nostri padri, e la parola che rivolgiamo ai figli è insicura e incerta.
Gli sguardi si incontrano solo per evitarsi. Siamo persino riconoscenti al ritmo del lavoro settimanale che giustifica l´abituale lontananza dalla nostra vita. E a quel lavoro ci attacchiamo come naufraghi che attendono qualcosa o qualcuno che li traghetti, perché il mare è minaccioso, anche quando il suo aspetto è trasognato.
Passiamo così il tempo della nostra vita, senza sentimento, senza nobiltà, confusi tra i piccoli uomini a cui basta, secondo Nietzsche: "Una vogliuzza per il giorno, una vogliuzza per la notte, fermo restando la salute".
Perché ormai della vita abbiamo solo una concezione quantitativa. Vivere a lungo è diventato il nostro ideale. Il "come" non ci riguarda più, perché il contatto con noi stessi s´è perso nel rumore del mondo.
Passioncelle generiche sfiorano le nostre anime assopite. Ma non le risvegliano. Non hanno forza. Sono state acquietate da quell´ideale di vita che viene spacciato per equilibrio, buona educazione. E invece è sonno, dimenticanza di sé. Nulla del coraggio del navigante che, lasciata la terra che era solo terra di protezione, non si lascia prendere dalla nostalgia, ma incoraggia il suo cuore. Il cuore non come languido contraltare della ragione, ma come sua forza, sua animazione, affinché le idee divengano attive e facciano storia. Una storia più soddisfacente.
Umberto Galimberti
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worldofdarkmoods · 3 months ago
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Ci sono amicizie che, per un tempo, sembrano l’universo intero. Persone che entrano nella nostra vita con un impatto devastante, come stelle cadenti che illuminano ogni angolo della nostra esistenza. Con loro, condividiamo segreti, pensieri, speranze e dolori, intrecciando le nostre vite come se nulla potesse mai scioglierle. Ci convinciamo che quei legami, così profondi e preziosi, dureranno per sempre. E poi, un giorno, senza un motivo chiaro, senza un segnale evidente, le strade iniziano a divergere. Passano giorni, mesi, anni, e quella presenza fondamentale si allontana, fino a diventare solo un’ombra lontana.
All'inizio, fa male. Un dolore acuto, come una ferita aperta che non sembra voler guarire. Ogni luogo sembra risuonare della loro assenza, ogni oggetto un richiamo ai momenti passati insieme. Era come vivere in una casa piena di fotografie di un tempo che non esiste più, ma da cui è impossibile distogliere lo sguardo. Tutto sembrava richiamare quella persona, ogni piccolo dettaglio, anche quelli che un tempo sembravano insignificanti. Ogni sorriso, ogni risata, ogni segreto condiviso diventava un nodo in gola, un peso nel cuore. Era come camminare in una casa dove le pareti sono ricoperte di ricordi che non vuoi dimenticare, ma che fanno male ogni volta che li osservi.
Col tempo, però, il dolore si smussa. Non scompare, ma diventa una presenza silenziosa, una sorta di eco lontano che non lacera più, ma che fa parte di noi. È strano, quasi spaventoso, rendersi conto di come il cuore impari a convivere con il vuoto, di come l’assenza si fonda con la nostra normalità. E ci si sorprende nel ritrovare una parvenza di serenità anche senza quella persona che, un tempo, sembrava indispensabile.
Ma forse la cosa più dolorosa, quella che ci spaventa di più, è proprio la facilità con cui il cuore si abitua. Guardarsi allo specchio e rendersi conto che quel legame, un tempo così intenso, ora è diventato una presenza sfocata, un ricordo che non riesce più a suscitare le stesse emozioni di una volta. È un pensiero che ci fa sentire fragili, vulnerabili. Come se la nostra stessa capacità di amare, di creare legami profondi, fosse in realtà limitata, destinata a consumarsi con il tempo.
È spaventoso pensare a quanto tutto sia effimero, a come le persone che hanno significato tutto possano diventare niente. È come vivere in un mondo fatto di sabbia, dove ogni passo che lasciamo dietro di noi viene lentamente cancellato dal vento. Ci spaventa la consapevolezza che anche i legami più forti possano svanire, che l’affetto e l’amore possano trasformarsi in ricordi sempre più vaghi, fino a dissolversi completamente.
E così, impariamo a convivere con questo vuoto. Impariamo ad abitare una casa spoglia, a riempire le nostre giornate di gesti nuovi, di volti nuovi. Eppure, ogni tanto, quando meno ce lo aspettiamo, il passato torna a bussare alla porta. Basta un profumo, una canzone, un luogo particolare, e tutto quel dolore che sembrava addormentato si risveglia, ricordandoci di quanto abbiamo amato e perso. È un dolore che non ci travolge più, ma che si insinua piano, come un’ombra che non possiamo scacciare del tutto.
A volte mi domando se sia giusto così, se sia giusto accettare che anche le persone più importanti possano svanire come nebbia al sole. Mi domando se sia possibile costruire qualcosa di eterno, o se siamo destinati a perdere, a dimenticare, a trasformare tutto in ricordi. Ma forse, il senso di tutto questo sta proprio qui: nell’accettare che ogni incontro, ogni legame, è una parte del nostro cammino, una tappa preziosa che ci arricchisce e ci cambia, anche se non sarà per sempre.
E così, continuiamo a camminare. Portiamo con noi i frammenti di quelle persone, di quei momenti, anche se ormai sono solo ombre nel nostro passato. Forse, alla fine, ciò che conta non è quanto dura un legame, ma quanto ci ha fatto sentire vivi, quanto ci ha permesso di scoprire parti di noi che non conoscevamo. Forse è questo il dono che ci lasciano le amicizie passate: la consapevolezza di essere stati amati, di aver vissuto qualcosa di unico, anche se solo per un breve istante.
E in questo silenzio, in questo vuoto che a volte sembra pesare troppo, continuiamo a camminare
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susieporta · 7 days ago
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Mi ci sono voluti due divorzi e altre " fatiche relazionali" per iniziare a pormi delle domande e scoprire quanta ignoranza sulle Relazioni intime e quanta superbia mi avessero dominato.
Nonostante gli studi da psicologa e il lavoro fatto in tanti anni di professione in termini di formazione, cura di me e crescita personale, ho continuato a sottovalutare l'impatto della mia ferita profonda e dei relativi meccanismi difensivi automatici nelle relazioni.
Non basta comprendere le proprie ferite per stare in una relazione in maniera appagante, quello è solo l'inizio. ( si lo so, che fatica!!)
Occorre fare continue esperienze con gli altri per ricevere feedback onesti che ci aiutino a scoprire in che modo la corazza protettiva, che la ferita ha provocato, agisce e impatta sugli altri quotidianamente.
Senza una dimensione sincera di feedback è veramente difficile scoprire l'impatto reale che abbiamo sugli altri perché ognuno pensa a sé stesso in base a come si percepisce e non per ciò che emerge di sé nell'interazione.
La relazione di coppia è l'ambito di falsificazione di noi stessi per eccellenza perché ciò che emerge di noi non coincide con ciò che pensiamo di essere.
E spesso lottiamo per ottenere che l'altro ci veda per come siamo convinti intimamente di essere.
Tutti vogliamo essere amati per ciò che siamo, salvo non essere sinceramente interessati a scoprirlo noi per primi.
La promessa dell'amore è una promessa di sguardo e di attesa. Essa recita " ti offro il mio rispecchiamento e la necessità della tua presenza."
La promessa della relazione è la verità su chi siamo: siamo davvero disponibili a scoprirlo?
Perché il prezzo da pagare è la perdita della sicurezza che ci da' la corazza caratteriale. Siamo attrezzati per sostenere il disarmo del cuore che l'amore opera in noi?
È chiaro che no. Ecco perché in men che non si dica un'esperienza d'amore può essere vissuta come un'esperienza minacciosa dalla quale scappare.
Ho capito che amarsi è conoscere questa corazza caratteriale e prendercene la responsabilità. E questo atto di responsabilità libera l'altro dalla richiesta, che agiamo inconsapevolmente, di prendersene cura al nostro posto.
Ho capito che amare è possibile se siamo disposti a prenderci cura della vulnerabilità che la relazione comporta e che tale vulnerabilità prende spesso la forma di emozioni violente, trattenute o espresse, che ci spaventano.
Ci vuole una disposizione davvero tanto umile per affrontare tutto questo altrimenti non si tratta di amore ma di sfruttamento.
E ho capito perché l' Umiltà è sinonimo di Amore: l'Umilta' di sapere che non potremo mai vedere certe parti di noi perché così come non possiamo vederci la schiena, è solo accettando questa ignoranza su noi stessi, questo " sapere di non sapere" che ci motiviamo a stare nella relazione e a provarne gratitudine per la possibilità di restituirci a noi stessi, di rimetterci al mondo ogni giorno.
E questa forza che proviene dall'Umilta' è il motore che nutre e ci arriva come Amore in azione.
Mi sento abbastanza pronta di iniziare a condividere con voi le mie riflessioni su questo tema in un seminario gratuito online mercoledì 22 alle 20.30.
Vi offro un pezzettino del cammino interiore e di ricerca fatto in questi anni, non soluzioni o tecniche : chissà che possa contribuire a fare qualche "click" anche a voi come è successo a me.
Siamo già in tantissimi e non vedo l'ora di scoprire cosa ne verrà fuori da questo primo esperimento.
Se vuoi venire a far parte di questa temporanea comunità di ricercatori, ci sono ancora dei biglietti gratuiti su eventbrite, metto il link qui sotto.
e grazie per aver letto per intero questo post 🤗
Gloria Volpato
https://www.eventbrite.it/e/biglietti-gli-ostacoli-allamore-1194069286379?aff=oddtdtcreator
#gliostacoliallamore
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fiamme-di-nostalgia · 15 days ago
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Sai perché mi sono innamorato di te? Per il tuo sorriso, per quella risata che riesce a colmare anche i silenzi più lunghi, soprattutto quando non ti vedo da tempo o quando non ti sento da un’eternità. Mi piace che hai conosciuto il dolore, ma non hai mai permesso che ti spegnesse, che chiudesse il tuo cuore in un angolo buio. 
Mi piace quando ti siedi accanto a me e mi ascolti, anche quando parlo per ore, anche quando dico cazzate. 
Non mi giudichi mai, ma cerchi di capire, di vedere il mondo attraverso i miei occhi.
E poi, mi piace che dici: io non voglio innamorarmi, ma eccoti qui, accanto a me. Dal modo in cui mi stringi, mi racconti tutto ciò che le parole non osano dire. Mi piace che sei pronta a fare qualsiasi cosa per gli altri, anche a costo di consumarti un po’. Mi piace che dimostri sempre quanto tieni alle persone, anche quando hai bisogno di fermarti per respirare. 
Amo la tua testa dura, il fuoco albanese che ti porti dentro.
Amo quel cuore immenso che sa voler bene senza riserve. E forse è proprio per questo che, nonostante tutto, ci ritroviamo sempre. Quante volte ci siamo detti addio, senza mai crederci davvero? Quante volte abbiamo pensato: è l’ultima possibilità, per poi darcene altre mille? Ho perso il conto delle volte in cui l’orgoglio sembrava dividerci, ma uno di noi ha sempre scelto di metterlo da parte, di fare il primo passo. Nei momenti di rabbia non ci siamo mai presi sul serio; bastava poco per ritrovare la pace, un abbraccio, un bacio. Noi.
La nostra forza? Non lasciamo che il silenzio duri troppo a lungo. Sappiamo  entrambi che, in una relazione, ci si salva insieme. Lo sanno tutti: quei due, non importa quante volte si allontanino, tornano sempre l’uno dall’altro.
Siamo giovani, sì, e forse dobbiamo ancora imparare a gestirci, ma una cosa la sappiamo fare: volerci bene. 
Ce lo diciamo spesso, anche senza parole. Ci basta uno sguardo per capire ciò che conta davvero. 
E forse è proprio questo il nostro segreto: sapere che, alla fine, noi due troveremo sempre un modo per ritrovarci sempre.
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