#barattolo di felicità
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ingarbugliata-mente · 1 year ago
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finestradifronte · 6 months ago
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Mi manca...
Lo zoccolare fino in spiaggia con mia madre che mi diceva "cammina bene alza quei piedi"...pinoli per terra da schiacciare con i sassi...
l'odore della siepe di caprifoglio dalla pensione trieste al bagno emilio e quello dei giornali dell'edicola, misto a quello del mare e degli abbronzanti e della piadina...
la cuffietta bianca della piadinara...quella anziana, la prima ..che faceva le piade tirate a mattarello con il bordo frastagliato e il pezzetto di carta marroncina per portarle via ...
la luce bianca del mattino e la bassa marea con le righe della sabbia sotto i piedi, i buchini dei cannolicchi e schivare i granchi 
fare capannella con il tettuccio del lettino e il telo, il caldo sulla pelle...l'odore dell'abbronzante e il libro con sabbia tra le pagine...
e aspettare le 11 che non arrivavano mai per il bagno... il freddo dell'acqua al primo tuffo  o l'andare giù piano piano con tutta la pelle d'oca... i rumori attutiti quando si è sott'acqua.... il cretino di turno che ti slaccia il bikini...le spalle di mio padre per salirci a fare i tuffi...
correre sulla sabbia bollente saltellando tra un'ombra e l'altra...  stendersi al sole senza fare la doccia e sentire la pelle tirare con il sale che brucia appena sulla pelle un po' scottata sulle spalle ...
il fastidio della sabbia tra le dita e lavarsi i piedi nel rubinetto sotto le docce aspettando con il costume in mano per sciacquare anche quello...il profumo dello shampoo e il rigagnolo di schiuma e acqua sulla sabbia...
il cemento rigato e rosso e bollente della banchina del porto con le barche che partivano da Milano Marittima per la gita a Rimini e la voglia di tuffarsi lì ma la mamma non voleva...e stare in equilibrio sul muretto tra la banchina  e gli scogli ad aspettare gli schizzi delle onde,
il mare grosso i rari giorni che faceva temporale e a fare il bagno tuffandosi dentro le onde e ci si riempiva il costume di sabbia..
la pizza che faceva la sorella della vedova di Emilio alle cinque...e io le confondevo poi sempre quelle due...la Maria e l'Anna
Il rullo per tirare il campo da bocce e il barattolo bucato con il talco per fare le righe...e le premiazioni delle gare al  pomeriggio e se le coppie erano miste io ero un po' gelosa se mio padre giocava con la mamma della cecilia perchè era così bella...
e guardarti da lontano mentre giocavi a calcio sporco di sabbia dappertutto e cominciare a scoprire  quell'emozione nuova quell'attrazione mai provata... ecco cosa vuol dire innamorasi...il dondolo dell'Hotel Miramare dove per la prima volta ho capito che potevo anche godere del mio corpo...
I giardini del tennis con la terra rossa e la giostra e l'odore dei pini...
le tonde alla sera su e giù per viale Roma e baci infiniti sulle panchine, le feste al Giardino D'Estate con Gianni Togni che cantava Luna..e le puntate all'ippodromo di Cesena e le gite al Parco Naturale che mi sembrava così lontano...
Gli amici che poi non avresti rivisto più,  quelli che rivedi solo lì...e quelli che sono ancora con me ......il primo primissimo bacio sul dondolo della casa in affitto ...
il rumore degli aerei con la pubblicità...la pizzeria da Duilio e il cinema Italia all'aperto ...le lacrime  quando era ora di tornare e il grano nei campi era già mietuto e le arature portavano l'autunno...
Mi manca la felicità pura e spensierata di quel periodo quando ancora tutto poteva essere e ogni cosa era nuova e da scoprire ...e che non è stata mai più.
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bones39 · 1 year ago
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Hai barattato te stesso, la tua libertà, la tua felicità e spensieratezza per un supermercato sotto casa, un quattro ruote sotto i piedi, un robot da cucina multifunzione, un tavolo per gli ospiti, un paio di schermi che fanno parte del tuo corpo, una lunga esistenza e un barattolo antirughe, l accesso al divertimento e al drink di compagnia... e cos altro? E ora guarda gli animali che tanto denigriamo. Guardali tuffarsi, giocare, imparare, socializzare mentre aspetti le ferie per fare un bagno al mare. Guardali bene mentre dici "beati loro sempre in vacanza".
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orianagportfolio · 1 year ago
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«Quando lei è felice, il nostro caffè è più buono», forse la morale è questa, ho bisogno che lo sia. Sclero di Edoardo Vecchioni il libro che fa pensare. / Il Bullone - OrianaG
Pubblicato su Il Bullone n° 59/60, dicembre 2021/gennaio 2022.
Forse perché è Natale. Forse perché ho finito di leggere il libro in treno con Michael Bublé nelle orecchie. Ma è l'ultima frase di Sclero che mi rimane in testa più di tutto il resto della rocambolesca storia scritta da Edoardo Vecchioni: «E quando lei è felice, il nostro caffè è più buono». Forse la morale è questa. O forse ho bisogno che lo sia. È la felicità che porta il buono. Non la frustrazione, non il rancore, non il bisogno di rivalsa, né la vendetta.
Cornelio, il protagonista di Sclero, è arrabbiato per la maggior parte del tempo. Vaga, per la maggior parte del tempo. Il mondo che vede intorno è distorto. Ma è questo l'effetto che fa una diagnosi cronica prima dei trent'anni. E se è degenerativa, come la sclerosi multipla, l'unica promessa che ti fa è che sarà sempre peggio. Ed è normale arrabbiarsi, sentire tutto, specialmente il negativo, amplificarsi ogni minuto che passa. Se poi la tua ragazza ti lascia perché non regge l'idea della malattia, ti cornifica col tuo migliore amico, ti trovi solo. Solo e arrabbiato. E se, per caso, ti capita di trovarti nelle mani di un altro, solo e arrabbiato più di te, che si propone come mentore, via d'uscita da quella rabbia e quella solitudine, beh, è facile che il tuo mondo si ribalti.
È difficile definire il romanzo di Edoardo. Ma è difficile sempre entrare nella testa di «uno di noi», B.Liver, ragazzi che con la malattia vanno a braccetto anche quando non te ne accorgi, quando è invisibile, quando ci ridono sopra perché faccia meno paura. Il nostro cervello diventa facilmente un labirinto intricato e impenetrabile, complesso da raccontare. Il cocktail di emozioni ha sapori strani, mai completamente felice, mai completamente arrabbiato, oppure sì, anche troppo. L'unica forma plausibile è suo fedele riflesso: un racconto strano, un'avventura che inizia romanzo di formazione, tocca lo splatter alla Tarantino, si rivela poi thriller, con romantico finale. Sembra e diventa tutto e il suo contrario.
Vi è mai capitato di sbagliare barattolo, e mettere il sale nel caffè, al posto dello zucchero? Ecco, a volte vivere con una malattia cronica, un passato orrendo, un trauma mai risolto, ha lo stesso sapore. In questo, molti personaggi di Sclero si somigliano: Angelo, affetto da nanismo e per questo abbandonato, Cornelio, neodiagnosticato con sclerosi multipla, Yayo, suo migliore amico, disorientato dai suoi cambi di rotta, Napoleone, doppiatore cinico ma con un gran bisogno di tenerezza... Tutti hanno una scelta. Rifilare per rabbia un pessimo caffè col sale a chiunque incontrino, o perdere un secondo in più, respirare profondamente e decidere di zuccherarlo.
«E quando lei è felice, il nostro caffè è più buono». Vale anche il contrario: se il caffè è buono, e me lo fai «sentire», io di riflesso torno felice. E non perché la rabbia, la frustrazione, la solitudine spariscano. Torneranno. Ma quel caffè concede una tregua, ossigena il cervello, fa dormire qualche ora in più, la visione del mondo è meno distorta.
Ed è più difficile che un nano sadico e fissato con gli imperatori romani ti usi come un burattino, usando la tua umana debolezza a suo disumano vantaggio. È il ruolo di Ambra, che da sempre lavora ad AmikaMokA, il bar dei suoi, e grazie a quel caffè non si limita a deliziare i clienti, ma li salva, in molti modi.
È difficile dire se, o a chi, consiglierei di leggere il romanzo di Edoardo Vecchioni. Non è semplice. Anzi, rasenta l'assurdo. Ma è il nostro mondo. Benvenuti tra i B.Liver. Vi va un caffè?
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25a · 2 years ago
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persanelmioblu · 5 years ago
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Gli addii non sono mai facili, dopo che le parole o i silenzi strategici hanno deposto un telo sul cadavere di una storia, subentra spesso la rimozione delle testimonianze. Di colpo una cucina che aveva ospitato colazioni pigre la domenica o intimità improvvisata diventa un luogo ostile. Oggetti che avevano rappresentato la vita comune devono essere rimossi dalla vista, profumi, camicie, regali. E nel mentre risuonano quelle frasi che vorremmo aver detto un attimo prima del naufragio. Ma più di tutto, in questa fase di dolore comandano gli oggetti. La cernita dolorosa di cosa tenere e cosa destinare al macero pregando di dimenticare in fretta. Eppure c’è chi chiede di salvare tutto questo. Un museo.
Il Museo delle Relazioni Interrotte. Esiste davvero, si trova a Zagabria. Fondato nel 2006 da due ex innamorati che invece di far finire la loro storia solo con un addio, hanno deciso di cristallizzarla in uno spazio comune. La produttrice cinematografica Olinka Vištica e lo scultore Dražen Grubišić, hanno così creato questo spazio. Nel tempo è stato riempito da altre persone che hanno portato ognuna il proprio oggetto e messo accanto la storia che lo contornava. Adesso ha anche una succursale a Los Angeles
Ecco un vestito da sposa, messo dentro un barattolo di sottaceti, dopo sette anni di matrimonio, la donna ha visto andare via il marito senza nemmeno annunciargli che andava a prendere le sigarette, c’è un vasetto di cetriolini, lo aveva acquistato una ragazza per il suo fidanzato, che invece ha smesso di chiamarla o cercarla, sparendo per due mesi. E poi per tutta la vita. C’è una protesi, donata da un uomo con la seguente motivazione: “la mia gamba artificiale è durata più del nostro amore”, si era innamorato della sua terapista. C’è addirittura un’ascia, usata per fare a pezzi i mobili di casa da una donna che aveva scoperto la condotta non ineccepibile del marito. Un tubetto di dentifricio mai finito. Un pupazzo di Peter Pan, proprietà di un uomo cui ricordava la parte infantile e che scrive “ora quel bambino non esiste più”.
Un modo diverso di esorcizzare il proprio dolore, esporlo in maniera dignitosa e con poche righe, invece dello sbandieramento in ogni piattaforma, dal bar ai social, raccontando ognuno la propria versione in cui siamo la vittima e la persona sbagliata è l’altro che non ci ama. Una sorta di ago esposto, usato per suturare la ferita e medicarla con una teca.
Leggevo che pian piano ci sta accomunando un sentimento prima sottovalutato, l’imbarazzo. In questa epoca di perfezionismo ostentante e di ragione unilaterale, chi mostra involontariamente una parte di sé, la espone per errore, per difficoltà, suscita sempre più un sentimento solidale. Vale più un “ho sbagliato, aiutami” che mille modi di essere cazzuti. Però bisogna essere abili ad arrivare al nucleo di come siamo, smettendo di buttarci come pezzi di carne al pubblico ad ogni alito sentimentale.
Sempre che dall’altro lato ci sia voglia di ascoltare questo lato debole e di vederlo esposto. Qualora non fosse così, se non fossimo ascoltati, c’è sempre un museo dove portare tutto. Di sicuro è un modo dignitoso di valorizzare quello che abbiamo fatto per un po’ anche ingannandoci. Dare un senso profondo ad un maledetto muscolo che pompa sangue. E che spesso ci porta a quel mago ingannatore di seducenti speranze di felicità che è l’amore.
Ettore Zanca
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ialastore · 6 years ago
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Mi dispiace..
Probabilmente è inutile scrivere tutto questo, ma non ho altri modi per sfogarmi. Vorrei tanto dirtelo, che mi manchi. Vorrei tanto riabbracciarti e tornare in quei posti dove andavamo sempre. Vorrei tanto poter sentire di nuovo il tuo odore, accarezzarti il viso e guardarti sorridere. Vorrei tanto stringere la tua mano fredda e non lasciarla più. Purtroppo non potrò fare niente di tutto ciò. Sto urlando, ma come negli incubi la voce non esce. Non ero abbastanza per te probabilmente.. Vorrei solo aver avuto più tempo per dimostrarti quanto potevo amarti e tutto quello che potevo darti. È finita così e spero davvero tu possa essere felice adesso, lo spero tanto. Io dopo un sacco di tempo ho provato la felicità, è durata poco e forse avrei voluto durasse di più. Mi sveglio con una fitta costante al petto, un dolore che già conoscevo ma che non volevo risentire. Il dolore di un cuore distrutto che ha smesso di sperare, eppure non riesco a piangere. Le mie emozioni bloccano le lacrime, come un barattolo pieno di schifezze che se lo capovolgi non esce nulla. Potrai non crederci, potrà sembrarti da pazzi, ma più sto male e mi più capisco quanto ti amo, ancora adesso. Più sento la tua mancanza e più vorrei prendermi a pugni. Starai pensando "tanto gli passerà", probabilmente si, ma non mi interessa del futuro. Il presente fa male e senza di te è devastante. Mi dispiace di non essere stato all'altezza, mi dispiace se tu non hai provato questi sentimenti verso di me e mi dispiace averti causato pensieri contrastanti.. Mi dispiace..
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occhidibimbo · 2 years ago
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Illustratori italiani: che talento! Non hanno nulla da invidiare, rispetto agli illustratori americani. Stili anche diversissimi tra loro raffigurano magnificamente le emozioni che l’autore desidera veicolare ai bambini. Lo "ipnotizzano", a volte mostrando cura certosina ai minimi dettagli, in altre circostanze essenziali. Ma occhio a scambiarla per trasandatezza: un bozzetto apparentemente elementare è in grado di attivare nei bambini precisi interruttori, che noi manco immaginavamo! Passiamo in rassegna cinque testi con cui gli illustratori italiani hanno dato pieno sfoggio del loro talento. Illustratori italiani Numeri felici (autore Susanna Mattiangeli, illustrato da Marco Corona) Tina è una bambina di 10 anni ed ha appena finito la scuola. Ora sì che può dedicarsi a scrivere un diario, in cui raccontarsi. E raccontare tutto ciò che la circonda, attraverso i numeri, che fungono da sfondo ai fatti che man mano si susseguono. Nel volume, su una piccola scheda Susanna Mattiangelli sottopone alcune domande, la cui risposta va espressa in numeri. Ad esempio: quanti libri hai letto? I disegni sono a cura di Marco Corona, uno degli illustratori famosi di fiabe più apprezzati. L’erba magica (autore Lu Xu, illustrato da Alice Coppini) Cina, anni Trenta: una bimba incontra un vecchietto esperto di erbe selvatiche e scoppia l’amore per la medicina tradizionale. Lei si chiama Tu Youyou: passerà alla storia come la prima donna cinese insignita del premio Nobel per la medicina. A partire dal 1969 viene incaricata di seguire il Progetto 523, un programma governativo avviato in segreto per trovare una cura contro la malaria. Un compito estremamente complicato da portare a termine: quando Tu Youyou inizia le ricerche, sono già stati testati oltre 240.000 composti, ma senza risultato. In sinergia coi colleghi, esamina migliaia di ricette appartenenti all’antica medicina cinese. I risultati tardano ad arrivare, finché ha un’intuizione geniale, salvando così la vita di milioni di persone. Il libro, basato su una storia vera, invita a inseguire i propri sogni. Buchettino (autore Antonio Tabucchi, illustrato da Simona Mulazzani) A teatro, le porte di una casetta fiabesca si schiudono per cinquanta spettatori. Nella grande stanza di legno, li accolgono cinquanta lettini, illuminati da una sola lampadina. Tutti sotto le coperte! Accomodata sul suo sgabello, la narratrice sollecita a chiudere gli occhi. Al riparo, i bambini ascoltano le vicende dei fratellini, che abbandonati nella foresta, tra infinite minacce, riabbracciano casa. Da lì il passaggio alla stesura di un libro è stato breve. Il venditore di felicità (autore Davide Calì, illustrato da Marco Somà) Attenzione, attenzione: sta per arrivare il signor Piccione. Si percepisce euforia nell’aria, perché ogni volta offre cose preziose, a volte uniche. Non vende infatti né pentole né scope, bensì felicità in barattoli di varie misure, a seconda delle disponibilità economiche. La signora Quaglia acquista un barattolo grande, che poi dividerà con gli amici quando li accoglierà a cena, la signora Scricciolo ne può comprare uno piccolo, la signora Upupa ne prende una dozzina mignon per Natale, l’anziana signora Pettirosso due per i nipoti. Liù prova a strappare uno sconticino, ma il signor Piccione è impietoso. Il signor Fagiano finge di disinteressarsene, ma, zitto zitto, ordina due barattoli su internet. Alla tentazione sembra resistere esclusivamente il signor Storno: in quanto artista ha bisogno di soffrire per proteggere le sue aspirazioni. La movimentata e proficua giornata del signor Piccione volge al termine. Sta per ripartire, fino a quando un barattolo cade dal furgoncino. Il signor Topo lo raccoglie: farà una grande scoperta… Betta la barchetta - scopre un tesoro (Silvano Martina)   In una radiosa mattina di fine estate Betta e Noa giocano serenamente, finché un "mostro marino" le trascina in un’avventura. Una briosa barchetta, una gioiosa boa e un
birichino "calamarone" si alleano per cercare un favoloso tesoro: riusciranno nell’intento? La storia di illustratori italiani si sofferma sui valori dell’amicizia e della cooperazione.
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innerdem0n · 4 years ago
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È cosi sbagliato voler mollare tutto per paura di star male?
Lasciarsi cadere, giù a fondo, dove le delusioni non arrivano, le aspettative non esistono, ci sei tu e la tua malinconia, mai più una parola sbagliata, nessun fraintendimento, non puoi essere sbagliato se non ce nessuno attorno a te, o forse sei sbagliato proprio perché non ce nessuno, ma la tristezza non ti delude mai, rimane lì persistente, non ti abbandona, non ti mente, è la compagna più sincera che tu possa avere.
Eppure tutti cercano la felicità, la bramano la rincorrono, per poter stare un po' in sua compagnia, illudersi di un momento credendo sia infinito, che sia vero, non vorresti mai ti abbandonasse, ti ci abitui e voli sempre più in alto, ne vuoi sempre di più, come una droga che ti fa sentire bene, ti fa sentire bello, adeguato, voluto, per poi accoltellarti al petto e tradirti, abbandonarti sulla strada e volare via lontana, lasciandoti, solo. La verità è che dopo la felicità c'è sempre tristezza.
E dopo la tristezza ci sono io, quelli come me, che la felicità la cercano si, ma non si dimenticano mai di chi c'era nei momenti brutti, guardano lo star bene con diffidenza, sanno che dietro alle belle parole c'è un coltello affilato pronto penetrare la tua carne e mutilare ciò che hai imparato ad amare.
Bisogna star lontani dalla felicità, una tela di inganno che si sfilaccia facendoti precipitare nel vuoto, dove la tua cara amica è lì, pronta ad accompagnarti nel buio cammino della vita.
E cosa succede quando una persona come me incontra la felicità e la identifica in una persona?
Diffida della situazione, non ci crede, come un orso trova un barattolo di miele nel bosco, ma il miele è buono e lui ha l'istinto di ogni altro orso, diffidente si avvicina e lo assaggia, scoprendo un mondo bellissimo fatto di sapori dolci e colori caldi, ci gioca e preso dal momento si lascia andare, si innamora, non pensa a tutelarsi ma solo a quel dolce miele, ne diventa ossessionato e non ne può più far a meno, vorrebbe stare sempre li a mangiare tutto il giorno, ogni giorno.
Identificare la felicità in una persona è sbagliato, perché poi non ne puoi più fare a meno, ti dimentichi com'è stare bene da solo, stare triste da solo, stare solo.
Non mangi più, non dormi, sei nervoso e irascibile con tutti, come un tossicodipendente in cerca della sua dose, tu vaghi in cerca di essa. Niente ha senso senza lei, quando provi i biscotti di marca poi quelli del discount non li guardi nemmeno, non hanno sapore, si impastano in bocca togliendoti la saliva e lasciandoti a gola secca, li digerisci a fatica.
Cosi è stato con te, mi hai preso e strappato al baratro, travolto come un uragano e portato in alto, dove l'aria è fresca le giornate sono calde e la birra sempre fresca. Mi hai dato il tuo amore, coccolandomi e facendomi sentire protetto. Il tuo corpo, così caldo e sensuale, mostrandomi che il piacere può arrivare dove mai avrei immaginato. Mi hai mostrato le tue debolezze, la tua fragilità, non avrei mai pensato potessi averne, mi hai fatto sentire meno solo, capito, come se in mezzo al mare fossimo in due, come se in due non si possa annegare.
Non avrei mai pensato di dipendere così tanto da te, te lo giuro, mi sono lasciato andare non rendendomi conto di quanto fossi finito al largo, per poi scoprire di aver dimenticato come si nuota da solo.
Ma non siamo uguali, il tuo cuore appartiene a te, e decidi tu a chi dedicarlo, ora sei lontana e non potrebbe far più male sapere che sei capace di essere felice, di poter non pensare a me.
Non è colpa tua, non è una colpa, tu sei così, libera e viva sempre alla ricerca di vita. Non potresti mai rimanere dove anche il più minimo dubbio ti assilla, dove le persone non ti comprendono.
Eppure io un po' ce l'ho con te per questo, perché rendermi così dipendente da te, portarmi così in alto sapendo che il paracadute ce l'hai solo tu, farmi vedere le stelle e non dirmi che esistono le nuvole, che come il sole te ne vai per illuminare altre terre e lasci spazio alla notte.
Ed è li che giaccio aspettando il tuo ritorno, è tutto buio fa freddo anche d'estate, i colori lasciano spazio al nero, niente ha più sapore.
Le delusioni tornano, le aspettative sono deluse, ogni parola è sbagliata, ti senti sbagliato, anche se non hai nessuno attorno. Ma lei è li pronta ad abbracciarti, non se ne è mai andata, è la tristezza.
È così sbagliato sceglierla?
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imshaar · 4 years ago
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qual è la cosa che più vi è mancata di questo periodo?
quella cosa che prima avevate e che poi, per uno strano scherzo del destino, così: di punto ed in bianco vi hanno tolto?
la cosa che a me è mancata durante questa ‘pandemia’ è stata un qualcosa di intangibile;
qualcosa che non si può comprare oppure trovare dentro un barattolo con scritto “2kg di felicità”.
una forma astratta di mancanza dell’altro: la cosa che di più ho sentito la mancanza è stato il contatto umano.
ho sperato tanto di poter tornare anche se di un briciolo alla normalità, quindi grazie ragazzi.
ed anche se non ho più gli occhi dopo quattro ore di montaggio video, e siamo tutti esausti ma soprattutto deliranti, sono stata felicissima di avervi rivisto.
vi voglio bene;
e vi ringrazio❤️❤️❤️❤️
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cuordiconiglio · 7 years ago
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L’arrivo della primavera reca séco degli strani imperativi biologici che ogni anno non mancano mai di colpirmi con lo stesso rigore di un fenomeno atmosferico incontrollabile. Quasi sempre coincidono con un’impellenza di rivoluzione cui non so dare nome - primo principio dell’imperialismo: la capacità di attribuirne uno alle cose permette di soggiogarle - ma che sembra voler spingere su qualcosa che giace sopito e che cerca insistentemente di spezzare le corde.   Quando i sensi cominciano a percepire il lieve canto delle rondini - è da un po’ che non sento più i corvi gracchiare in prossimità della mia finestra, sebbene mi fossi abituato alla loro inusuale presenza fino ad attenderne il ritorno ogni giorno - tutto sembra amplificarsi e rendermi sensibile a cose che credevo di aver dimenticato, come lo stupore nel vedere come la pianta di malerba sul davanzale sia riuscita ad insediarsi nel vaso di basilico e a crescere senza che me ne accorgessi, quasi fosse avvenuto in una sola notte. È una strana forma di presa d’atto, a metà strada tra la tenera commozione e il dolore. Riprendo a vedere tutto come se fosse la prima volta, a soffermare l’olfatto sulle note del gelsomino in fiore e dei tralci di glicine purpureo.   Qualche giorno fa la luce era intensa e il cielo di un azzurro profondo, di un acume che pensavo di aver solo immaginato, che mi ha fatto ripensare ad un mattino di Agosto del 2011 in cui mi sforzai di imbottigliare e di riporre in un anfratto dell’animo la sensazione di felicità affiorata spontanea e che mi costrinse a sedere in soggiorno, davanti ad un barattolo di yogurt al limone. È in momenti come questi che il calore prende a pungolare da un punto ben preciso del petto, se chiudo gli occhi mi sembra di vederlo roteare.   Forse tendo solo a dimenticare le cose, a farle scivolare dalle mani, ed è per questo che ogni carineria finisce col sembrarmi tenera a fresca. Da quando ho cominciato a vedere Felicity avverto una dolcezza del distacco che non credevo mi sarebbe mancata, quel piacere che deriva nel disperdere le tracce pur mantenendone un’annotazione segreta da qualche parte.   Ho ripreso a pensare a cose inconsuete che nel mio immaginario hanno sempre goduto di notevole fortuna, come la gravità suscitata da un sorriso, una parola detta male o pronunciata del tutto fuori dal contesto, e alla spontaneità di alcune azioni che piovono non programmate. Quando vado a comprare le uova spero sempre che sia sempre quella ragazza a darmele, mi sono sorpreso a farmi piacere il modo in cui affetta le carote o mi offre una noce cercando di spingermi a comprare cose di cui non ho bisogno, pur non ricordandosi di averlo già fatto la volta precedente  Prima ero in strada ed un ragazzo mi ha fermato, tendendo un tarallo. Quando gli ho detto che non potevo mangiarlo per via dello strutto che sicuramente conteneva, me ne ha dato uno all’olio di oliva, accompagnandolo alla domanda: “Tornerai a trovarci? A trovarmi, volevo dire?”. Mentre sentivo la mandorla tostata intrecciarsi al pepe mi sono chiesto di rimando: “Me lo ha chiesto solo per la campagna commerciale che stava portando avanti? Certo che sì, che motivo avrebbe avuto nel chiedere ad uno sconosciuto di tornare a trovarlo, sennò?”. Eppure mi ha fatto commuovere.   Perché ci sto ancora pensando?   
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picciburla · 5 years ago
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Un silenzio carico di promesse...
La ricerca della felicità. .
Siccome dicono che la felicità sia la cosa più importante, quando decidono di venderla, in barattoli piccoli, grandi, e confezione famiglia. Tutti a comprare la felicità. Peccato che quando il venditore di felicità se ne va, gli cade un barattolo piccolo e allora la verità si rivela. La felicità non si può vendere né comprare. E allora dove si trova? Cos’è che si diceva un tempo? Nelle piccole cose?....
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È possibile trovare la felicità nelle piccole cose. Chi ha detto che la soddisfazione e il benessere siano legati solo ai grandi successi ed eventi importanti della vita? Ogni giorno è prezioso e ogni gesto ha un significato: per quanto abitudinari, influenzano il nostro modo di vedere la vita e di vivere la nostra esistenza.
La capacità di trovare la felicità nelle piccole cose è quasi un dono. Non la portiamo con noi dalla nascita, ma la sviluppiamo a mano a mano che capiamo che anche le piccole cose ci fanno stare bene. Questa capacità richiede impegno e costanza per poter diventare una prospettiva stabile con cui affrontare la vita.
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sanremista-dal51 · 5 years ago
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Bambino armato e disarmato in una foto senza felicità sfogliato e impaginato in questa vita sola che non ti guarirà. Crescerò e sarò un po’ più uomo ancora un’altra guerra mi cullerà Crescerò, combatterò questa paura che ora mi libera. Milioni sono i bambini stanchi e soli in una notte di macchine, milioni tirano bombe a mano ai loro cuori ma senza piangere. Ragazzini corrono sui muri neri di città, sanno tutto dell’amore che si prende e non si dà, sanno vendere il silenzio, il male la loro poca libertà, vendono polvere bianca ai nostri anni e alla pietà. Bambini, bambini Bambino in un barattolo è rinchiuso un seme come una bibita lo sai che ogni tua lacrima futura ha un prezzo come la musica. Io non so quale bambino questa sera aprirà ferite e immagini, aprirà porte chiuse e una frontiera in questa terra di uomini, terra di uomini. Ma dimmi qual è la piazza a Buenos Aires dove tradirono tuo padre il tuo passato assassinato ormai desaparecido. Ragazzini corrono sui muri neri di città, sanno tutto dell’amore che si prende e non si dà, sanno vendere il silenzio, il male,la loro poca libertà, vendono polvere bianca ai nostri anni e alla pietà. Bambini, bambini Bambino armato e disarmato in una foto senza felicità sfogliato e impaginato in questa vita sola che ti sorriderà. (Roberto Righini e Alfredo Rizzo) #sanremo #sanremo39 #sanremo89 #sanremo1989 #festivaldisanremo #emergenti Brano: Bambini Immagine: Piccoli Patrioti - Gioacchino Toma - 1862 https://www.instagram.com/p/B-g4TGVlTCw/?igshid=fbasu8wkwk1o
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parrotandpalm · 5 years ago
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Che fine del mondo sarebbe senza di te. 👑 🦠 Paris fashion week. Sono partita ieri con molta - inquietudine, soprattutto pensando a cosa ne sarà di noi, se non impariamo a rispettarci ( e vuol dire - amare il nostro pianeta). Non ho bimbi purtroppo, ma penso a MAMMA, a come proteggerla e in questa circostanza- come si fa? La chiudo in barattolo di vetro? Voi che fate? Ho lasciato la mia città con una lacrima, vedendo le strade vuote e spaventate. Una nazione spiazzata da notizie divergenti, da certezze smontate al ritmo di tweet e da sensazionalismi da rotocalco. Ci vuole forza e coraggio, sempre - mettiamocela tutta! In foto: ootd la felicità con te. Pants a zampa e draghi di @ilthedelle5 maglione over by @momoni_official . . . . . #paris #moodoftheday #parisfashionweek #dragons #instalove #picoftheday #goodvibes #goodnight #tonight #lifestyle #style #travel #justdoit #travelgram #instatravel #parrotandpalm #buyer #instadaily #pfw #instasmile #photooftheday #streetphotography #streetstyle #shop #lookoftheday #look #torino #details #inspiration #bestrong (presso Le Barav) https://www.instagram.com/p/B9Hqrr7KJH-/?igshid=1xsqm3oy7d7g2
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spinebookstore · 5 years ago
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Top 2019. I titoli più venduti a Spine Bookstore nell’ultimo anno.
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Alla fine della decade e all’inizio di un nuovo anno, con registro vendite alla mano e matita sull’orecchio, ci apprestiamo a stilarvi una piccola lista dei titoli 𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝘃𝗲𝗻𝗱𝘂𝘁𝗼 nel nostro bookstore per l’ormai passato 2019. La ″𝗧𝗢𝗣 𝟴″ tiene conto delle copie fisiche proposte da SPINE Bookstore e scelte dal pubblico in sede, negli eventi di presentazione o nelle nostre tappe fuori sede. Dagli #albi illustrati ai #fumetti, da quelli per i più #piccoli a quelli #censurati, dai #recentissimi alle #riscoperte, ecco quindi gli otto titoli elencati e descritti che formano la piccola lista dei titoli più acquistati dai nostri followers.
𝗕𝘂𝗼𝗻𝗮 𝗹𝗲𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮!
●●● “IL VENDITORE DI FELICITA’” ( di Marco Somà, Davide Calì. Kite Edizioni 2018 )
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“Siccome dicono che la felicità sia la cosa più importante, quando decidono di venderla, in barattoli piccolo, grande, e confezione famiglia, c’è subito la fila: una nonna, un ragazzo, una mamma di tanti figli, tutti a comprare la felicità. Peccato che quando il venditore di felicità se ne va, gli cade un barattolo piccolo e allora la verità si rivela. La felicità non si può vendere né comprare. E allora dove si trova? Cos’è che si diceva un tempo? Nelle piccole cose? “
✱ Presentato a Spine
Autore: Davide Calì
Illustratore: Marco Somà
Uscita: Maggio 2018
https://www.facebook.com/commerce/products/2987420414602507/
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●●● “QUATTRO VECCHI DI MERDA” - ( di Marco Taddei, Simone Angelini. Fandango/Coconino Press [Warp], 2018)
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“È il 2029: il mondo post consumista decresce infelicemente, senza guida, senza ideali, bloccato in una grottesca sopravvivenza. Solo l’odio dei giovani senza futuro contro i vecchi improduttivi accende gli animi di una società sfigurata. Colt è un vecchio ultrasettantenne: da giovane era il chitarrista di una band punk, i Quattro pezzi di merda. Ora vive di espedienti e acredine: vorrebbe solo tornare a suonare per annullarsi nella distorsione più estrema. Può fare poco però contro il destino. Quando la sua casa va a fuoco, miseramente finisce per rifugiarsi in un ospizio. A Villa Doris non troverà sollievo e pace, ma mistero, complotti e le trame enigmatiche della direttrice: si ritroverà così invischiato nel disvelamento del più tremendo dei segreti. Il mondo deraglia, le dimensioni si sfaldano e le stelle emettono il loro ultimo bagliore… a Colt non resta che provare a rimettere in piedi la sua band. Benvenuti al primo concerto dei Quattro vecchi di merda.”
✱ Presentato a Spine
 Autore: Taddei e Angelini
Titolo: 4 vecchi di merda
Collana: Coconino Warp
Uscita: 2018
https://www.facebook.com/commerce/products/2642179675859035/
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●●● “PALLA ROSSA E PALLA BLU / PALLA ROSSA E PALLA BLU Rotolano ancora” - ( di Maicol & Mirco. Bao Publishing, 2016 /2019)
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“Palla Rossa e Palla Blu sono amici per la pelle, nonostante un piccolissimo dettaglio… Palla blu è un quadrato! Non ditelo a palla rossa, però, o si arrabbia tantissimo! In fondo… l’amicizia arrotonda tutto! Maicol & Mirco tornano con una nuova raccolta di storie di due personaggi che i bambini amano in modo folle, imparando a memoria le loro storie e raccontandole poi ai grandi. Questo volume, insieme a tanti inediti, contiene anche “Palla rossa e il terremoto”, una storia uscita per un progetto di solidarietà in favore dei paesi terremotati.Un volume che vi commuoverà con la sua dolcezza.”
✱ Presentato a Spine
 Autori: Maicol & Mirco
Colore o B/N: Colore
Uscita: 2016 e 2019
https://www.facebook.com/commerce/products/2784025398383071/
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●●● “ CHEESE” - ( di Zuzu. Fandango / Coconino Press [Warp], 2019 )
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“Cheese è il primo graphic novel di ZUZU, la più giovane autrice mai pubblicata da Coconino Press, che ha affidato questa storia a fumetti alla cura di Gipi nelle vesti di “Mago” d’eccezione. È la storia dell’amicizia tra ZUZU, Dario e Riccardo. Gli innamoramenti folli, la noia delle giornate in periferia e gli entusiasmi immotivati, la voglia di sbranare il mondo, il difficile rapporto col proprio corpo e l’anoressia, le risate demenziali e le prime vere lacrime. La storia di un trio, un ecosistema chiuso, un’isola rifugio dalle cui sponde osservare e sfidare l’infinito mare di possibilità e pericoli dell’età adulta. Ciascuno a suo modo, ZUZU e gli amici cercano il coraggio di rischiare, di buttarsi, di provare a realizzare i propri sogni. E quando arriva il momento di vivere un’avventura e intraprendere il viaggio fino a Brentonico, paese di quattromila anime in provincia di Trento, per partecipare alla tradizionale gara del formaggio rotolante sul pendio della montagna, i tre affronteranno la sfida con la gravità e l’impegno degli atti più solenni. Perfettamente equipaggiati di caschi, ginocchiere e buffe camicette, ZUZU, Dario e Riccardo si preparano a rotolare contenti verso il loro destino. Cosa vedranno in fondo alla collina?”
✱ Presentato con Spine
Autore: ZUZU
Titolo: Cheese
Collana: Coconino Warp
Uscita: 2019
https://www.facebook.com/commerce/products/2594516833988707/
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●●●“ NON SO CHI SEI ” - ( di Cristina portolano. Rizzoli Lizard, 2017 )
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“ Chi nel ’68 sognava l’amore libero, non avrebbe mai pensato che un giorno sarebbe stato accontentato da un telefono. Tinder, OkCupid, Grindr (e tante altre) sono delle app di incontri che hanno reso molto più facile il compito di portarsi a letto qualcuno, riducendo al minimo indispensabile le dinamiche dell’approccio e della seduzione. Questo meccanismo così schietto, se da un lato mette in ombra la sfera affettiva, a volte spinge gli utenti a una spietata riflessione su se stessi e sul ruolo che gli altri giocano nelle loro vite. È quello che è successo a Cristina che, in questo libro-confessione, a metà tra realtà e finzione, racconta un anno di incontri con perfetti sconosciuti. Una storia che spiega con grande efficacia perché il sesso non deve essere ostaggio del senso di colpa (o dell’inadeguatezza), ma trasformarsi nel più sincero strumento di auto-analisi a nostra disposizione.“
✱ Presentato a Spine
Autore: Cristina Portolano
Titolo: Non so chi sei
Collana: Lizard 
Uscita: 2017
https://www.facebook.com/commerce/products/2961006757297028/
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●●● “ NON HO DIMENTICATO ” e “ VEDERE IL GIORNO “ - ( Emma Giuliani. Timpetill Edizioni, 2015/2014 )
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“I viaggi nella memoria sono affascinanti per grandi e piccini. Quante volte una mamma ha dovuto raccontare al proprio figlio episodi importanti dei primi anni di vita: la nascita, la prima parola, le grandi conquiste.
E mentre il racconto fluisce, gli occhi brillano di interesse, le emozioni riaffiorano e insieme si gusta il piacere nostalgico di ritrovare una storia e un passato condivisi, prossimo o remoto non importa. E’ questo il sentimento su cui si costruisce Non ho dimenticato, delizioso albo illustrato realizzato da Emma Giuliani ed edito da Timpetill. Le bolle di sapone, le ciliegie succose, la scuola, le feste, le biglie, le castagne d’autunno. Il piacere delle piccole cose, con il loro profumo, le loro forme è rievocato da un testo evocativo e una grafica colorata i cui protagonisti sono sagome senza volto. Profili di bambini capaci di abbracciare la vita con dolce curiosità. E in quelle sagome, che si potrebbero sembrare delle ombre stagliate su muri bianchi in luminose mattine d’estate, è facile riconoscersi e identificarsi, qualunque sia l’età del lettore che si ritrova a sfogliare questo libro.” - ( Il Taccuino di Alise ).
Autore: Emma Giuliani
Titoli: Non ho dimenticato / Vedere il giorno
Editore : Timpetill 
Uscita: 2014 / 2015
https://www.facebook.com/commerce/products/3414042185337696/
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●●● “ IL FATTO E’ “ - ( di Gek Tessaro. Lapis Edizioni, 2014)
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“ Il fatto è che fare libri per i piccoli esseri umani è davvero difficile, in pochissimi, tra autori e case editrici si cimentano, in ancor meno ci riescono con successo.Il fatto è anche che a uno come Gek Tessaro i libri riescono meglio che le ciambelle, spessissimo hanno anche i buchi! e pensate sia la paura a bloccare paperetta siete decisamente fuori pista! Il fatto è, semplicemente, che paperetta non ha voglia di fare il bagno e ancor meno di essere spinta a farlo, anzi, più è spinta me lo fa!Non è difficile da capire eppure pare che per i grandi sia pressoché impossibile: l’ostinazione prende l’interpretazione del “capricci”, della paura. Invece la paperetta sta solo chiedendo di essere rispettata in una netta presa di posizione (alla lettera).Il fatto è di Gek Tessaro edito da Lapis è un albo cartonato premiato dal Premio Nati per Leggere nella fascia 6-36 masi perché in tutto e per tutto corrisponde e rassicura la logica infantile.” ( Teste Fiorite ).
Autore: Gek Tessaro
Editore: Lapis
Uscita: 2014
https://www.facebook.com/commerce/products/2403285956447941/
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●●● “ LO STRUFFALLOCERO BLU ” - ( di Roger Olmos, Ursula Wölfel. Logos Edizioni, 2018 ) 
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“Nella calda savana, i facoceri grufolano contenti alla ricerca di radici e al tramonto si concedono rilassanti bagni di fango… tutti tranne uno, che se ne sta in disparte, disgustato da quei corpi tozzi e grigi e da quei grugni pieni di verruche. Questo facocero si tiene alla larga dai suoi simili, ignaro di essere esattamente come loro, finché un giorno, specchiandosi nell’acqua dello stagno, scopre l’amara verità. Affranto per il suo aspetto così rozzo e ordinario, il facocero scorge nello stagno uno splendido pesce blu. Da quell’istante non riesce a pensare ad altro che a quel colore così elegante… e lo desidera così ardentemente che, risvegliandosi dopo una notte di sonno, scopre di essere diventato dello stesso blu brillante di quel pesce! Orgoglioso e soddisfatto, il facocero blu corre a pavoneggiarsi in giro, ma incontrerà tanti altri animali che gli sembrano più belli, più eleganti e più maestosi di lui. Così, notte dopo notte, il facocero desidererà un collo da giraffa, una criniera da leone, lunghe zampe da struzzo… e si trasformerà fino al punto di smarrire la propria identità. Come farà a riconquistarla? Dalla penna della premiata autrice tedesca Ursula Wölfel, questo racconto surreale e divertente arriva finalmente in edizione italiana, arricchito dalle spassosissime illustrazioni a olio di Roger Olmos. La biblioteca della Ciopi cresce, adottando una nuova storia che farà riflettere grandi e bambini sul modo in cui ciascuno percepisce il proprio corpo, e sull’importanza di accettarsi e volersi bene così come si è.”
 Autore: Ursula Wolfel
Illustratore: Roger Olmos
Editore: Logos
Collana: La biblioteca della Ciopi
Uscita: 2018
https://www.facebook.com/commerce/products/2865241980161728/
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creatiwetinker · 5 years ago
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È arrivatoooooo...adoroooo! 🛴 "verso l'infinito ed oltreeee" 🚀(Cit.Buzz lightyear) basta poco per tornare bambini sono felice come quando scartano i giocattoli nuovi. Questo è un giocattolo da grandi che ricorda i momenti da piccoli. Si deve cercare di crescere custodendo con grande cura il bambino che è in ognuno di noi solo così ci si riesce ad entusiasmare per ogni momento all'apparenza insignificante. Nel mio "barattolo della felicità" oggi e nei giorni scorsi ho avuto molto da inserire. MINDFULLNESS🧡💛💜💚 #ilcoloreticambialumore🌈 #solocosebelle❤️ #xiaomi #monopattinoelettrico #monreve #miosogno #mydreams (presso Rome, Italy) https://www.instagram.com/p/B6njFnmoywc/?igshid=61cus9cgry0f
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