#b-retta
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Retta Scott and Woolie Reitherman “B-1st” Children's Book Preliminary (No Publisher, 1941)
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Ci vorrebbe un manuale. Un manuale che ti consegna qualcuno quando sei piccolo con tutte le indicazioni sull'amore. Dove puoi trovare la soluzione quando ti innamori e l'altra persona non ricambia, quando l'amore è finito ma tu non vuoi mollare, quando ti fai un film mentale e la realtà è diversa, quando vuoi sapere se è la persona giusta, quando vuoi andare oltre ma non sai se è il momento giusto. Un manuale che dica fai così quando succede questo, rispondi A quando ti dicono B. Una specie di algoritmo scritto da un bravo programmatore che risponda correttamente indicandoti dove andare davanti ad ogni bivio.
Peccato che l'amore è proprio il contrario, non ha regole, non ha un giorno uguale all'altro, non ha una linea retta. È bello proprio perché è una continua salita e discesa, non ci sono facilitazioni, non c'è un manuale. Neanche scritto da Flaubert, Goethe, Shakespeare, Marquez, Kahlo, D'Annunzio, Merini, Wilde, Coelho, Poe, Bukowski, ollerongiS o tutti quelli che ogni giorno postiamo.
Quello che per noi è amore, è amore e basta, dentro e fuori.
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Secondo te, dopo anni di depressione è troppo tardi per ricominciare l'uni o anche solo a riprendermi quelle esperienze adolescenziali che ho evitato?
vado per i 27
Ti abbraccio, te e i tuoi gatti pestiferelli
ciao (-_-)b
Non è mai troppo tardi. Vai e buttati. La vita non è la linea retta scuola, lavoro, famiglia che ci raccontavano da piccoli, ma più un treno su un circuito di montagne russe con un sacco di scambi, stazioni e pure binari morti che ti obbligano a ripercorrere strade vecchie. Vai dove vuoi.
E se qualcuno comincia con "Alla tua età...", tira fuori quel gremlin malvagio che di solito si dedica a distruggere il tuo morale e scaricalo addosso a quei ficcanaso frustrati e sicuramente invidiosi della tua capacità di metterti in gioco.
Un abbraccio enorme ♥️
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For this Blorbo Blursday I'm doing a very special incorrect quotes which is specifically quotes from Papuwa Island, an obscure anime which nonetheless is A) one of my favorite anime all time and B) extremely quotable
So this is my characters as lines that I remember (and which fit my characters):
Anthem: A father lion throws his cub into the valley and a father Italian throws his child into the sea of Venice!
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Ithea: Poor kid. Oh well, let's go kidnap the little bastard.
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Sigrid: I refuse to let you be my servants any longer!
Temitope: It looks like somebody has a bad case of ‘I'm-better-than-everybody-else......itis’.
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Retta: Hey! That's my special battle outfit!
Nelli: What the hell kind of special battles have you been fighting?
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Patrice: It's not in my nature to respect a fungus.
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Kradhi: Open the hatch. It's time for me to go be awesome again.
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Risaul: Real men settle their problems with rock-paper-scissors!
Kyraen: Ha! I win! I don't have to go back to that insipid island!
Risaul: Whoever said that the winner didn’t have to go?
Kyraen: But that’s not fair!
Keril: Well then I guess you should have been more of a team player and picked paper like the rest of us.
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Tiarnach: But what will I tell dear George in heaven?
Anrikas: Since when are you on a first name basis with America's founding fathers?
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Genevieve: In Germany we say 'when the tomatoes turn red, the doctors turn blue’.
Margherita: In Italy we say 'if the pizza isn’t delivered in 30 minutes-'
Zeke: "YOU CAN TEACH A HORSE TO FISH!"
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Nyari: And that was the last time I ever saw my father because he was kidnapped by aliens.
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Iskandar: He’ll forgive us. Everyone knows that beautiful men are total assholes, right?
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Seneria: He said I needed to fight with the raw strength of Chinese history.
Gheist: What does that even mean?
Seneria: How the hell should I know?
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Storia pubblicata su Wattpad
Quando vengono superati di troppo i limiti della stanchezza fisica e psicologica c'è soltanto una cosa da fare: prendersi una pausa, staccare la spina e cercare un posto lontano da tutto e da tutti per ritrovare se stessi e ricaricare le potenzialità.
Veronica era arrivata in questo stato e doveva reagire, fare qualcosa in questo senso.
Come per magia di un'intrigante coincidenza, che non sono mancate affatto nella sua vita, le fu attratta l'attenzione di un documentario trasmesso in televisione sul Monviso, comune di Crissolo, la località Pian del Re sita ai suoi piedi, nota come luogo della sorgente del più lungo fiume d'Italia con il suo percorso di 652 km, il Po, che nel 2013 è diventato patrimonio dell'UNESCO, come riserva della biosfera, che rappresenta una qualifica attribuita da UNESCO per la prottezione e la conservazione dell'ambiente internamente al Programma sull'Uomo e la biosfera - MAB (Man and Biosphere).
Adorava ed era sempre affascinata dai documentari sulla natura e i suoi viventi, ma quella volta fu sopraffatta da un'emozione indescrivibile nel vedere la maestuosità di quelle montagne e i magnifici posti circostanti.
Fu in quello momento, a luglio di questo estate, che decise di andare a vederli con i suoi occhi, trascorrere una settimana delle sue ferie là e non più in Romania, come da venti anni che si trova in Italia.
Destinare una settimana soltanto a sé per la prima volta a 58 anni potrebbe anche andare, meglio tardi che mai.
Si mise a cercare un posto per il pernottamento e, secondo le sue possibilità, trovò un B&B a Villar Pellice, che dista 44 km da Monviso, sul percorso stradale. Guardò il posto sulla cartina geografica e pensò che poteva comunque andare benissimo, essendo nella vallata Val Pellice, circondata dalle stupende montagne verdi.
Nella prima sera si mise sul balcone stracolmo di fiori per godersi il paradisiaco panorama.
C'era un silenzio profondo, anzi, si sentiva soltanto lo scorrere quieto del torrente Pellice che viaggiava con il suo condiscendente tumulto a qualche centinaia di metri e di tanto in tanto qualche cinguettio appena percettibile degli uccellini dai loro nidi vicini.
C'era il cielo agghindato delle più grandi e luminose stelle che Veronica abbia mai visto.
C'era il profumo di montagna, di verde e di fiori e nel sottofondo c'era la voce e la musica di Pino Mango.
C'era la perfezione di quello che lei osava sognare, superando tuttavia ogni aspettativa.
Non si ricordava di aver mai sentito tale ineccepibile serenità del corpo, dell'anima, della mente.
C'erano tutti gli ingredienti che accarezzavano acutamente le sue profondissime emozioni.
Come per miracolo, l'intuito illuminato da un Universo di astri le bisbigliò: "E perché non iniziare a raccontare adesso la tua vita?!"
Le era stato detto più volte nel suo cammino che dovrebbe scrivere un libro sul suo vissuto, l'aveva anche iniziato farlo più e più volte, ma nell'ognuna di queste traeva subitissimo la conclusione che tutto fosse assurdo, privo di senso, sintetizzando in frase tipo: "Mamma fa la spesa. Papà taglia la legna. Veronica piange..."
Ma arriva per tutti il momento opportuno in cui trovarsi nel posto giusto, in retta linea con i desideri e i grandi sogni.
Imprescindibile è di prendere consapevolezza e di cogliere in tempo l'attimo fuggente, carpe diem!
Quello che aveva innescato la sua reazione erano le emozioni uniche di quali era invasa.
Sì, aveva bisogno di emozionarsi, con l'anima pienamente nostalgica di Kevyn, che conoscerete nel terzo volume, in quello posto divinamente adorato e con la poesia, la musica e la voce del grande unico Mango, che le farà compagna dovunque si troverà e in ogni momento.
Per un'altra fortunata coincidenza era da sola nella struttura, per ciò iniziò subito il suo racconto e scoprì con immenso stupore che tutto le era molto chiaro e le idee, le frasi, le giravano velocemente e incensamente nella testa, come tutto fosse custodito nel più profondo della sua mente e anima e quelle mirifiche emozioni le avrebbero disserrato la porta per farle uscire.
A nessuno interessa il vissuto di un'altra persona, ciascuno ha il suo bagaglio e spesso si ritiene che il proprio è stato più pesante degli altri.
Che nessuno ha indossato le nostre scarpe, anche questo è da non contrapporsi.
Veronica non vuole affatto raccontare la sua storia per così dire: "Guardate cosa mi è capitato, solo e soltanto a me!"
No, assolutamente no!
Se negli ultimi quasi tre anni ha pensato più seriamente di pubblicare il suo racconto è stato primordialmente perché il modo in cui le è stato detto di farlo da Kevyn le ha dato coraggio, fiducia in sé ed entusiasmo, come mai aveva sentito prima, poi perché Veronica ha qualcosa da dire, come riflessione su tutto quello che succede sempre più spesso nelle coppie, nei rapporti interumani.
Non è un caso, anche se risulterà magari noioso, fastidioso, il fatto che racconta anche la vita dei suoi nonni e genitori. E' una mera deduzione delle conseguenze dell'evolversi della nostra civiltà e come, quanto incidono le proprie angolazioni delle prospettive sulle nostre vite e degli altri. E comunque, in questo primo volume verrà raccontato il vissuto dei primi venti anni di Veronica.
Il traguardo e la poesia del cantautore Pino Mango che ha trasmesso con il suo essere, le sue parole, musica e voce inimitabile, la profondità del pensiero, sono l'indole di Veronica.
Conosce e ha sempre adorato la musica italiana e i suoi grandi rappresentanti, anche prima di arrivare in Italia, ma per la sua immensa incredibilità, di Mango, come nome, ha sentito per la prima volta al Festival di Sanremo di questo anno. Si ricordava qualche sua canzone, come: "Ti porto in Africa", "Oro" ... ma non ci aveva mai fatto caso chi fosse il cantante.
Ci sono quelle cose o eventi che ci sfuggono, correndo via dalla nostra attenzione, mano in mano con la nostra vita, per quanto impossibile ed assurdo possa sembrare.
E' stata la sua voce, cantando "La rondine", che le aveva attrato l'attenzione, ammaliatasi da profondissime emozioni. Da allora non ha smesso di ascoltare le sue interviste, la sua musica e la sua poesia e con ogni sua opinione, dichiarazione e "chiacchierata" con il pubblico nei turnée e spettacoli scoprirà un'immane ammirazione per tutto quello che ha rappresentato come persona, artista, musicista.
Inoltre, da quando aveva iniziato ascoltarlo continuamente, si rendeva conto ogni giorno di più che c'era qualcosa in Mango che le ricordava Kevyn, come tra di loro ci fosse un misterioso legame imprescendibile, questo a parte che i suoi versi sembrano scritti a posta per loro, che può capitare ad ogni umano. Scioglierà l'enigma poi, ma lo scoprirete sempre nel terzo volume, pazienza, per favore!
Le parole della canzone "Grandi sogni", che potrebbero riassumere i pensieri e le riflessioni di Veronica ed interpretata magnificamente di Pino Mango:
"Cosa ricordi tu degli anni
Che hai vissuto già soltanto qualche scena
Impressa dentro di te
Grandi sogni grandi sogni quello che c'è8
Se tu racconti la tua vita nel dettaglio poi
Tu ti accorgi che non sei diverso da me
Grandi sogni grandi sogni spaziano in te
Noi - io - tu - noi - noi
Siamo i rami di una pianta che già c'è
Noi - io e te - noi
Siamo i frutti della terra questo è
Eppure qualche cosa dentro noi
Si spande dentro l'aria fin lassù
E graffia il cielo un grido anche io
Vorrei capir soltanto un po' di più
E graffia il cielo un grido oh mio Dio
Vorrei capir qualcosa anche io
E poi vivendo tu ricerchi il senso vero che
Rintracci a volte con l'aiuto della tua età
Grandi sogni grandi sogni restano là
Noi - io - tu - noi - noi
Siamo gocce della pioggia che cadrà
Noi - io e te - noi
Siamo i figli di una madre che già sa
Eppure qualche cosa dentro noi
Si spande nell'azzurro fino al blu
E graffia il cielo un grido anche io
Vorrei capir soltanto un po' di più
E graffia il cielo un grido oh mio Dio
Vorrei lasciare un segno tutto mio"
Buona lettura e vi ringrazio per i vostri commenti e contributo nel diffondere questa storia!
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This brand-new book is the perfect thing to pick up to cap off summer! Scars Publications just released a huge cc&d magazine collection book of the May-August 2024 issues of cc&d, titled “Insurrection”! This 422-page volume is a great way to stock up on issues if you didn’t buy all of the issues, which makes this a GREAT deal! A listing of all the contributors and titles is available at Scars online, and authors are also listed in the description now online through Amazon throughout the U.S., and can also be ordered in the U.K., all of Europe, and even Japan and Australia!
https://www.amazon.com/dp/B0DBD43LLF
https://scars.tv/2024May-August-issue-collection-book/Insurrection.htm
The contributors to this book (of writing and art) include Aaron Wilder, Adam Michael Levine, Alfredo Bravo de Rueda, Allen F. McNair, Andrej Bilovsky, Anila Bukhari, ayaz daryl nielsen, Bill Tope, Binod Dawadi, Bradford Middleton, Brian Daly, Brian Hosey, Carl Chapman, Christina Culverhouse, Christopher Hivner, Claude Chabot, Corbin Schaefer, Corey Villas, Darrell Petska, David J. Thompson, David Jackson, David Sowards, Diane Funston, Dr. Schnooz a.k.a. Daniel Weinberg, DS Maolalai, Duane Anderson, Edward Michael O’Durr Supranowicz, Elizabeth Allison, Eric Bonholtzer, Frank De Canio, Frederick Frankenberg, Greg Beckman, I.B. Rad, James Bates, James Croal Jackson, James Razor, Janet Kuypers, Jeffrey S. Hartnett, Jenene Ravesloot, Jenny Morelli, Joe Sonnenblick, John F. McMullen, John Yotko, Julianna May, Karen Hedges, Kathleen S. Zoll, Kenneth DiMaggio, Kyle Hemmings, L. R. McGary, Lee Hammerschmidt, Leigh-Anne Burley, Lima Das, Linda L. Bielowski, Ph.D., Linda M. Crate, Lou Faber, Louis Marvin, Malcolm Bell, Mark Pearce, Michael Gigandet, Michael H. Brownstein, Michael Lee Johnson, Mykyta Ryzhykh, Nancy Machlis Rechtman, Norm Hudson, Patrick Fealey, Retta Lewis, Richard LeDue, Robert Paul Allen, Salem B Holden, Sterling Warner, Thom Woodruff, Thomas Elson, Tim Newton Anderson, Todd K. Denick, Toney Dimos, Üzeyir Lokman Çayci, and Westley Heine.
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RICHARD FORD"I veri parenti di Gesù"
X Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (09/06/2024) Liturgia: Gn 3, 9-15; Sl 129; 2Cor 4, 13-5, 1; Mc 3, 20-35 È nella natura di un “vangelo” pronunciare, per un pubblico, ciò che è indiscutibilmente vero, qualcosa su cui un ascoltatore o un lettore può fare affidamento nel corso della sua vita, parole che non distolgono dalla retta via ma che piuttosto allontanano in modo salvifico dal dubbio…
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#Commenti al Vangelo#OMELIE#Vangelo#Vangelo di Domenica prossima#X Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)
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sono aquario ascendente pesci
L’ASCENDENTE PESCI – IL TELETRASPORTO
L’Ascendente Pesci va oltre le caratteristiche di ogni altro veicolo. È il teletrasporto, capacità di muoversi come nessun altro saprebbe fare. Segue una coordinata tutta sua e sovverte l’ordine normale della logica. Alle volte per arrivare da A a B disegna un originale arabesco, altre volte sorprende tutti con la linea retta di un approccio diretto e frontale. È originale, istintivo e soprattutto imprevedibile, perché è la «pancia» la bussola che guida il suo approccio alle cose. Ha una straordinaria empatia che gli consente di sentire ciò che sente l’altro, comprendere immediatamente le intenzioni di un interlocutore e di avvertire subito i pericoli. Ma può trasformarlo in una spugna emotiva, che assorbe e si fa carico di sensazioni e stati d’animo altrui.
In amore, è sensibile e attento ai bisogni e alle esigenze del partner, se ne prende cura con dedizione e delicatezza, ma sa essere anche molto pignolo. Quando crede in una relazione, dà tutto se stesso, fin quasi a mettere da parte le sue aspirazioni personali. Mentirgli o inventare scuse può essere molto rischioso: le bugie le sente con la pancia. Quando crede in una relazione, dà tutto se stesso, fin quasi a mettere da parte le sue aspirazioni personali, ma se si sente tradito perde subito interesse nel rapporto. Pur essendo iper-emotivo, nelle situazioni “critiche” sorprende con la sua capacità di tirar fuori nervi saldi e sangue freddo. Questo a grandi linee è come appari agli altri… ma come ti poni invece agli occhi del partner? Dove c’è un ASCENDENTE infatti c’è anche un DISCENDENTE, che descrive il modo di stare in un rapporto d’amore e più in generale nelle relazioni a due. Il tuo è in VERGINE. Lo sapevi? CLICCA QUI per leggere l’approfondimento! Se invece vuoi conoscere di più te stesso/a o una persona a te vicina, SCOPRI GLI ALTRI CALCOLATORI presenti nel mio sito.
fonte descrizione: simonandthestars.it
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Riflessioni di Carl William Brown
Riflessioni e pensieri di Carl William Brown Riflessioni di Carl William Brown, pensieri, meditazioni, idee, umorismo e provocazioni a ruota libera su vari argomenti a cura del sito blog aforismicelebri.com Le vere immagini poetiche sono principalmente quelle lontane nel tempo e nello spazio, lo sanno fin troppo bene i grandi artisti; ne consegue dunque che i miei aforismi di poetico hanno ben poco, poiché si riferiscono in genere alla stupidità che è sempre presente e vicina nel tempo e nello spazio. Possono però suscitare un poco di commozione e di emozione quando aiutano a ricordare tutti i grandi e valorosi guerrieri caduti nell'immane e secolare battaglia contro le avversità dell'umana imbecillità. Carl William Brown I potenti che governano il mondo non sono altro che stupidi e crudeli imbecilli, tuttavia la gente o li vota inconsapevolmente o li asseconda timorosamente, vivendo al tempo stesso nella più completa indifferenza di quello che accade ai nostri vicini, preoccupata soprattutto di fare il proprio dovere, vale a dire lavorare, mangiare, riempire le fogne e talvolta procreare. Il risultato delle condizioni del nostro pianeta è sotto gli occhi di tutti, benché si preferisca egoisticamente far finta di niente e continuare a ripetere ipocritamente che va tutto bene e che viviamo nel migliore dei mondi possibile. Guerre, povertà, violenze, sopprusi, intolleranze, ingiustizie, schiavitù, assurdità e insoddifazioni profonde sono all'ordine del giorno e rovinano la vita alla quasi totalità della popolazione, dimostrando una verità molto semplice, ovvero che gli esseri umani non sono altro che insulse e vanitose macchine termodinamiche impegnate solo ad inquinare e a distruggere la nostra madre terra, creandosi vicendevolmente una quantità innumerevole di sofferenze. Tuttavia c'è chi spera ancora in un mondo migliore e crede in qualche misteriosa divinità superiore che possa perdornarci di tutti i nostri misfatti e possa far rinsavire questa bizzarra, stolta e scriteriata specie di bestie. Nonstante questo tipo di fede in un ignaro ottimismo, la nostra sorte rimane tragicamente ineluttabile, solo la morte infatti potrà portarci un po' di serenità, quindi direi di smetterla di ignorare la realtà elogiando la vita ed esorterei tutti ad impegnarsi maggiormente per legalizzare e favorire la morte, soprattutto quella dei nostri avidi carnefici. Carl William Brown Voi, o muse gentili, con il vostro sorriso donate un soffio di vita ad ogni samurai dell'arte che per sua natura cammina a fianco della morte sentendosi da sempre un suo collega, o peggio ancora un suo antenato, e medita con lei sulla felicità dell'amore, e le sofferenze della vita, consapevole con il Buddha che la realtà dell'esistenza e del mondo è dolore, consistente nell'impermanenza delle sue condizioni, nella nascita, nella malattia, nella morte, nell'unione con ciò che dispiace, e nella separazione da ciò che si ama e che l'origine del dolore è la sete, cioè il desiderio di esistere, l'appetito dei godimenti o il loro rifiuto. Fategli intravedere con la vostra vitalità, la vostra innata energia e la luce del vostro viso l'arresto della sete generatrice delle rinascite, che è l'estinzione, il suo Nirvana, che è la via che conduce all'arresto del dolore, rappresentato dalla legge dell'Ottuplice sentiero. Donategli la Retta Visione, il Giusto pensiero, la Buona Parola, la Generosa Azione, una Sana Condotta di Vita, uno Sforzo Tenace, una Vivace Abilità di Spirito, una Calma Capacità di Meditare. Regalategli anche la compassione, nel senso che egli possa percepire dentro di sé il dolore e la gioia dell'altro; l'amorevolezza verso tutti gli esseri del mondo in modo da abbattere la barriera che divide gli uni dagli altri; la gioia del lato positivo delle cose; l'imparzialità e l'obiettività nel considerare la realtà nella quale si è coinvolti. Generategli la forza di gridare con Paul che se l'uomo ha da morire prima di avere il suo bene, bisogna che i poeti siano i primi a soffrire e a morire, anche se il loro sacrificio non dovesse servire proprio a nulla. Carl William Brown Caro diario. A Berlino, il 19 dicembre del 2016, vicino alla chiesa Gedächtniskirche, nei pressi dello Zoo, un Tir nero con a bordo un autista polacco, morto ammazzato, un carico di acciaio e un non meglio identificato presunto terrorista, ora alla macchia, poco dopo le 20, si schianta sulla folla del mercatino di bancarelle di Natale allestito per l'occasione, causando poco più di una decina di morti e una cinquantina di feriti, a dimostrazione del fatto che nell'Europa civile, razionale e cristiana, è pienamente garantito il pluralismo democratico ed ognuno può santificare le festività nel modo che crede più opportuno per la propria fede religiosa e perché no, anche politica, economica e sociale! P.S. Morale della favola? Guardarsi sempre attorno in modo estremamente guardingo, il pericolo infatti può sbucare dal nulla da un momento all'altro, così, all'improvviso e in questi casi bisogna essere preparati ad evitarlo! Be always good and if you can't be good, be extremely careful, my dear friends; that is to say, risk management mood and permanent learning always on! Nella sua poesia "A Natale", Ungaretti se ne stava in disparte al caldo, stanco e dimenticato, a guardare le capriole di fumo che salivano dal focolare. Pensate un po' che liriche avrebbe potuto creare se fosse vissuto ai nostri giorni, e avesse intelligentemente sfruttato Facebook per poter guardare tutte le innumerevoli puttanate di questo mondo! Carl William Brown L'Italia è un paese che ormai galleggia a malapena nella melma più disgustosa, una nazione dove le fogne governano in tutti i sensi, e la chiesa cosa propone, un giubileo, straordinario ed eccezionale, per manifestare con parole, pensieri, ed opere tutta la sua gioia per l'enorme quantità di stupidità che ci circonda! Ma io dico, e andare a spalare un po' di merda invece! L'Italia infatti più che di preghiere, di giubilo e di uomini illuminati dalla più profonda imbecillità, ha bisogno di innumerevoli spalatori! Questa può essere una proposta ragionevole anche per tutti gli immigrati che sostano senza fare un cazzo negli alberghi o negli ostelli cattolici della penisola, e per tutti quei politici che propongono buone riforme per colmare sempre di più il letamaio del bel paese, c'è da spalare, vogliamo capirla o no! La stessa ricetta vale ovviamente anche per la Germania, che deve smaltire oltre un bel po' della sua merda, anche le centrali nucleari presenti sul territorio, per dei costi irrisori che si aggirano intorno alle decine e decine di miliardi di euro, che alla fine pagheranno i cittadini, come al solito, mentre in Francia e in Polonia gli stessi impianti continuano allegramente a produrre energia! C'è da spalare, e un bel po' di roba, volete capirla o no! Altro che giubileo! Carl William Brown
Amore e riflessioni di Carl William Brown Forse dev'essere proprio così, qualcuno deve comandare, deve condurci, il rischio però è che ci conduca allo sfacelo, alla catastrofe, e ci faccia giungere all'apocalisse tra i dolori più laceranti ed atroci. Arrivati a questo punto c'è un'osservazione di un certo rilievo che può aiutarci a capire molte cose; Federico II° di Prussia (anche i governanti talvolta sanno riconoscere la stupidità), un potente sovrano, non c'è dubbio, una volta esclamò: "Se i miei soldati cominciassero a pensare, nessuno più rimarrebbe nelle mie file." e questa breve e sarcastica frasetta ci spiega dunque che i potenti hanno bisogno, per portare a termine i loro nefasti progetti, di gente fedele e ossequiosa che, per paura o per denaro li segua ciecamente nelle loro folli imprese di conquista e di sterminio; ma allora non sono solo i potenti che non hanno cervello, come ipotizza Hugh Freeman nel suo libro Le malattie del potere, ma a quanto pare sono anche i loro seguaci ad avere qualche problema. Carl William Brown I capitani d'industria hanno sostituito i capitani di ventura, gli operai i soldati degli eserciti votati al massacro, la ricerca del denaro quella dell'immortalità e così chi è dominato dalla fissazione del potere e dal bisogno di conquistarlo non fa altro che esibire un vuoto interiore talmente grande da far dubitare persino che l'uomo non sia altro che un automa impazzito creato da un'insaziabile e malefica potenza. Carl William Brown Il fatto che per Hegel il negativo sia anche positivo ci riporta alla bontà del male di Seneca, di S. Agostino e alla morale cristiana di "tutto quello che ti capita è quanto di meglio ti potrebbe accadere", ci riporta dunque al migliore dei mondi possibili di Leibniz e più recentemente di Popper e ancora al postulato di Orwell che nel suo romanzo 1984 affermava ironicamente con un nuovo linguaggio (il newsspeak) che la guerra è pace e la prigionia è libertà. Dunque se siete poveri, non lamentatevi perché filosoficamente parlando siete anche ricchi. Carl William Brown Il concetto di Dio è una speranza di giustizia, di bontà, di felicità che l’uomo coltiva consapevole di aver bisogno di un’ideale superiore alla propria mediocrità. E’ al tempo stesso un conforto che aiuta a vivere e a sopportare la stupidità del mondo illudendo i poveri mortali che ci possa essere un luogo idilliaco dove finalmente non soffriranno più. Purtroppo però è anche contemporaneamente un antidoto alla lotta e alle sacrosante rivendicazioni terrene della povera gente. Carl William Brown L'eco del foglio internazionale mi ricorda quei giornali che si usavano per pulirsi il culo quando non c'era ancora la carta igienica! E' un fatto risaputo per l'osservatore, che merita la nostra unità di intenti, perché vogliamo essere liberi di dire la nostra sulla nazione, alla luce del sole, 24 ore al giorno, è il manifesto dell'avvenire della padania, per la gloria dei tempi moderni, per poterci godere il panorama di un epoca che ha espresso tutta la sua grandezza, e che il corriere ci porti dunque il nostro giornale quotidiano del mattino per una repubblica sempre più gioiosa e naturalmente piena di merda, con buona pace di milano e della sua finanza! Carl William Brown Italia. Agosto 2015. La religione non è altro che l'oppio dei popoli, e per di più è una droga tagliata molto male, dannosa e pericolosa quanto incredibilmente economica, che riesce a dare il massimo delle sue stupide allucinazioni nella povera fede dei credenti o nei penosi discorsi dei suoi amministratori; senza poi contare che genera la più numerosa e complessa burocrazia che ovviamente procede di buon grado imparentandosi con quella degli stati che sono disposti a fare con essa dei profittevoli concordati; il tutto fertilizza un ottimo terreno per la povertà intellettuale e per la criminalità più o meno organizzata che si impegnano a dare il meglio di sé in ridicole carnevalate organizzate in occasione di matrimoni di interesse o di funerali di rappresentanza, come può essere per esempio l'ultimo caso delle esequie comiche e sfarzose di un misero boss di un clan di criminali, strozzini, faccendieri, spacciatori e truffatori di Roma, città che ormai a buona ragione è sempre più l'onorata capitale del nostro bel stato di merda e si pregia pomposamente di fare affari con tutti i più sgradevoli coglioni che la specie umana abbia mai generato. Si, si, stiamo proprio parlando sempre di quella religione che nutre anche i nostri fedeli fratelli islamici o i guerriglieri dell'Isis che ovviamente in quanto ad imbecillità non vogliono essere inferiori a nessuno, tanto meno ai potenti del mondo! L'unico dubbio che irrimediabilmente mi rimane è questo, chi sono i più stupidi di questa enorme baldraccata, la gente comune che paga e soffre sempre, i politici, i governanti, i finanzieri, gli industriali e i criminali che ci guadagnano sempre o più modestamente tutti quei predicatori della legge falsa, o quegli artisti che la raffigurano, che vivono discretamente alle spalle del proprio prossimo senza mai fare un cazzo di logico? Carl William Brown Nella storia della cultura e dello scibile umano gli studiosi, i critici e i filosofi che si sono cimentati nelle tematiche più strane non mancano di certo; abbiamo ad esempio intellettuali di buona volontà che si sono applicati alla filosofia della musica, alla storia e teoria dell'aforisma, alla metafisica dei supereroi, al cyberporno nella società antica e moderna, alla tessitura dei cestini sott'acqua, all'impatto degli zombies sulla stampa di qualità, all'etica ed estetica della professione più antica del mondo, all'ermeneutica critica dell'epistemologia artistica della letteratura poetica e romanzesca, per non parlare poi di tutte le numerose branche della psicologia, dell'economia, dell'arte e della religione, dove la fantasia di questi accademici non conosce limiti; orbene, per non dilungarmi troppo, consiglio a tutti questi benefattori della specie umana, visto le grandi doti, capacità e possibilità di cui evidentemente dispongono, di dedicarsi un po' anche all'approfondimento della filosofia ontologica, linguistica, metafisica, artistica, pragmatica, pedagogica, politica, economica e giuridica della merda, non si sa mai, potrebbero ottenere delle grandi soddisfazioni e apportare al tempo stesso dei grossi benefici al progresso dell'umanità. Carl William Brown Isotopia sessuale, alimentare ed escrementizia. Certo che l'Italia è proprio un paese di merda! La prefettura mette a disposizione dei buoni pasto agli immigrati, e loro cosa fanno, li offrono a delle prostitute in cambio di prestazioni sessuali non meglio identificate. Ma per Dio, in che nazione viviamo, avranno ben diritto questi poveri disgraziati a soddisfare i loro bisogni primari e a fare qualche scopata, e allora suvvia organizzatevi per fornirgli anche un po' di puttane, magari potrebbero recarsi direttamente negli alberghi dove alloggiano, per gli altri rimarebbe ovviamente sempre la strada; è semplice, basta istituire dei buoni appositi, delle convenzioni, un sito ad hoc. In questo anche la chiesa potrebbe fare benissimo la sua parte, se poi ha dei problemi con le mignotte, potrebbe sempre favorire e sviluppare i rapporti omossessuali, settore in cui mi risulta abbia maturato nei secoli dei secoli una certa esperienza. P.S. Un appello anche a tutte le donne sole della penisola, accoglieteli nelle vostre case, ospitatene almeno un paio, e assaporate o riscoprite una volta per tutte i piaceri della carne! Carl William Brown Aforismi personali Pensieri e riflessioni Riflessioni sull'amore Il Vendicatore letterario Una piccola biografia Destra e sinistra Ars longa, Vita brevis Aforismi Volume I L'Italia in breve Aforismi Geniali Aforismi sull'amore Aforismi sulla dignità Aforismi sulle elezioni Aforismi contro il potere Aforismi sulla politica English quotes Aforismi per autore Aforismi per argomento Read the full article
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➡️🌺🙏Giovedì 23 Novembre 2023
S. Clemente I (mf); S. Colombano (mf); B. Margherita di Savoia
33.a del Tempo Ordinario
1Mac 2,15-29; Sal 49; Lc 19,41-44
A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio
👉📖🕍❤️VANGELO
Se avessi compreso quello che porta alla pace!
+ Dal Vangelo secondo Luca 19,41-44
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
Parola del Signore. ❤️🙏
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La storia è questa
...e mi appresto a scriverla qui perché tra un paio di anni, quando scorrerò i post di questo tumblr, probabilmente ci riderò o ci piangerò sopra (e vorrei davvero sapere quale sarà la mia reazione).
Succede che sogno B e la cosa è già cursed così, ancor prima di raccontare il resto.
Sogno B e la sua nuova impresa finanziaria, ossia cercare di diventare migliori dei Ferrero, della Nutella e tutte le merendine messe assieme.
Il signor B quindi propone di fondare un concorrente della Ferrero, lanciando sul mercato la SUA merendina. Una via di mezzo tra la kinder delice e un piatto esotico (che non nominerò).
Dopo quelle che mi sono sembrate ore di sogno, piani aziendali ecc, sbotto e gli dico che è una stronzata. Sta vendendo aria fritta e nemmeno se ne rende conto. Non ricordo null'altro del sogno, se non la sua faccia triste e ferita.
Mi sveglio e lo racconto ad amici. Ora, non so come sia arrivata a tanto, ma decido di giocarmi i numeri, primo fra tutti il 72.
Nella smorfia napoletana dovrebbe essere la meraviglia, qui però abbiamo (ho) optato per il cursed.
Ancora adesso, mi chiedo il perché di questa scelta. Sono cresciuta con parenti anti B. Non guardavamo Uomini e donne o il tg5. Come molti bambini della mia generazione, i cartoni animati su Italia 1 costituivano l'unica eccezione a questa "purga". Una frase tipica di mio padre all'epoca era "non comprerei niente di tutto ciò che vende, neanche un'auto usata".
Questo per darvi un contesto, l'assurdità ecco.
Gioco i numeri: non ne esce nemmeno uno, tranne il 72. #cursed
Dovevo dare retta a mio padre
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Trying not b a bitch n block the person who does boring reactions to tv they watch in the a tag ..like tagging it too .... Like idk why ppl think tht theyre Retta live reacting when theyre bringing nothing to the table
..
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Gli anni di formazione di Joseph Ratzinger 1 – a) Nel maggio 1945, con la resa incondizionata della Germania, l’immane conflitto che chiamiamo “seconda guerra mondiale” si conclude ufficialmente in Europa. In Estremo Oriente invece esso dura sino all’agosto successivo, allorché anche il Giappone, dopo le bombe atomiche che colpiscono due importanti città con conseguenze devastanti, depone le armi. Se la guerra fra gli stati è finita, la pace non è certo sbocciata. Di lì a alcuni anni comincia la “guerra fredda”, che oppone il mondo comunista, che si riconosce nel modello e nella guida dell’Unione Sovietica, e l’insieme di paesi che hanno come comune denominatore l’avversione al comunismo, anche se i loro regimi non sono tutti improntati alla democrazia liberale. Un certo numero di paesi, non riconoscendosi in nessuno dei due blocchi, darà vita al cosiddetto Terzo Mondo. L’Europa, in cui il conflitto è cominciato e in cui si è combattuto più che in altre parti del mondo, è un cumulo di rovine. In alcune aree d’Europa conflitti alimentati da antichi risentimenti fra le diverse nazionalità insanguinano regioni a popolazione mista. Talvolta le ostilità nascono da contrasti ideologici, come in Italia, fra il settembre 1943 e la primavera 1945, e ancor più in Grecia, ove la guerra civile dura ben oltre il 1945. Non si dimentichi poi che durante la seconda guerra mondiale, molto più che in conflitti precedenti, non si verificano solo guerre civili all’interno di un medesimo stato (il caso più clamoroso è quello della Jugoslavia), ma anche guerre contro i civili, ossia violenze di ogni specie commesse da soldati di eserciti regolari o da uomini delle formazioni paramilitari contro non combattenti, compresi i bambini e le donne. b) Quanto alla Germania, essa è a pezzi ed è considerata la maggior responsabile del tremendo conflitto, per cui le deliberazioni della conferenza di pace svoltasi a Parigi tra il luglio 1946 e il febbraio 1947 sono imposte ai Tedeschi. I governi dei paesi vincitori non tengono in nessun conto i movimenti di resistenza al nazismo costituiti da Tedeschi, che hanno pagato molto spesso con la morte la loro opposizione. Ampie regioni a Est del corso dei fiumi Oder e Neisse, ossia la Pomerania, che si affaccia sul mar Baltico, con la città di Danzica, la Slesia, più a Sud, ricca di risorse minerarie, con la città di Breslavia, sono annesse alla Polonia; la Prussia orientale, con la città di Königsberg, è annessa all’Unione Sovietica. Milioni di Tedeschi abbandonano, per evitare vessazioni, i territori sopra nominati, e oltre a questi anche la Boemia e la Moravia: anche se in tutte queste regioni essi risiedono da secoli, preferiscono rifugiarsi in Germania e in grande maggioranza nella Germania ovest. Si tratta complessivamente di circa 10 milioni di persone. In diversi casi sono cacciati con la forza, in quanto indesiderati, tanto più dopo i soprusi e gli eccidi che Tedeschi in uniforme hanno compiuto sui popoli slavi a partire dal 1939. Un numero cospicuo di loro, circa 2 milioni, muore per gli stenti, le malattie i maltrattamenti. La Germania, già ridimensionata rispetto all’anteguerra, deve subire l’occupazione militare delle truppe dei paesi vincitori. Americani, Britannici e Francesi controllano la Germania occidentale, mentre l’Armata Rossa sovietica controlla la Germania orientale. Si formano così due stati: la Repubblica federale di Germania, retta secondo un regime democratico o quasi, e la Repubblica democratica di Germania, che ha un regime comunista e sarà per circa quattro decenni un satellite docile ai voleri di Mosca. c) Più ancora della disfatta militare, con le conseguenti mutilazioni territoriali, più ancora della divisione della patria in due stati, c’è qualcosa che ferisce i Tedeschi che abbiano una coscienza morale: vengono alla luce i crimini compiuti durante gli anni di guerra da reparti speciali (p. es. le SS), più raramente dall’esercito. Si è calcolato che
circa 11 milioni di persone, per lo più anziani, donne, bambini sono uccisi nei luoghi della morte dai nomi sinistri: Auschwitz, Buchenwald, Bergen-Bersen, … Oltre la metà delle vittime dello sterminio è costituita da Israeliti. Gli Ebrei sono additati da Hitler come i nemici più irriducibili della nazione e i corruttori del sangue tedesco. La maggior parte di queste vittime della “soluzione finale” proviene dall’Europa centro-orientale. Altre persone, in numero cospicuo, ma inferiore alle vittime dello sterminio programmato, muoiono non nelle camere a gas o nei forni crematori, ma nei campi di concentramento che contengono milioni di prigionieri di guerra. La Chiesa cattolica ha elevato all’onore degli altari uomini e donne uccisi per la loro testimonianza evangelica. Tra essi ricordiamo il frate minore conventuale polacco Massimiliano Kolbe e il sacerdote carmelitano olandese Tito Brandsma. Anche i Tedeschi hanno avuto i loro martiri; tra questi Edith Stein, di origine israelita, divenuta carmelitana con il nome di Teresa Benedetta della Croce, il sacerdote Bernhard Lichtenberg e il pastore protestante Dietrich Bonhoeffer. Anche i domenicani hanno dato un contributo di sangue: padre Michele Czartoryski, la religiosa Giulia Rodzinska e, a noi più noto, l’italiano padre Giuseppe Girotti. d) L’evento più clamoroso dell’immediato dopoguerra riguardante i Tedeschi è il processo di Norimberga. Un certo numero di alti gerarchi del regime nazista è chiamato a rispondere di reati molto gravi: crimini contro la pace, crimini di guerra, crimini contro l’umanità. L’aver individuato questi crimini come gravissime violazioni dei diritti umani più elementari e dell’ordine internazionale costituisce un progresso notevole e irreversibile della civiltà giuridica. Teniamo presente che cinque dei maggiori responsabili di quei crimini sfuggono al processo. Quattro di loro si tolgono la vita negli ultimi giorni di guerra o al momento dell’arresto o nei primi giorni del processo: si tratta di Hitler, di Goebbels, ministro della propaganda, di Ley, ministro del lavoro e responsabile per i milioni di prigionieri costretti a lavorare per la Germania e Himmler, organizzatore delle SS e maggior responsabile dello sterminio; inoltre sfugge all’arresto e quindi al processo Bormann, l’ultimo delfino di Hitler. Le condanne a morte sono dodici, dieci quelle eseguite, in quanto Goring si toglie la vita poche ore prima dell’esecuzione e Bormann risulta contumace. Altri imputati sono condannati a pene detentive, più o meno lunghe; tre sono dichiarati non colpevoli. Il processo di Norimberga e gli altri successivi, che riguardano imputati meno famosi, aprono gli occhi agl’ignari e agl’increduli. È difficile stabilire il grado di colpevolezza o di complicità nella colpa dei cittadini del Terzo Reich. Il filosofo esistenzialista tedesco Karl Jaspers (1883-1969), in un libro pubblicato nel 1946, intitolato “La questione della colpa”, tenta di farlo, dimostrando coraggio e franchezza. In effetti è verosimile che molti Tedeschi, soprattutto coloro che vivono in campagna o in piccoli centri, fossero all’oscuro di quanto accadeva. Gli Ebrei non sono nella Germania degli anni ‘30 una minoranza considerevole, come in Polonia, nella quale costituiscono nello stesso periodo circa il 10% della popolazione, o anche in altri paesi, come l’Ucraina, la Lituania, l’Ungheria …In Germania, alla metà degli anni ’30 sono circa lo 0,7% - 0,8%, ma molti emigrano dopo le leggi di Norimberga (1935), fortemente discriminatorie nei loro confronti. Inoltre gl’Israeliti, che fra l’altro in Germania, come in altri paesi dell’Europa occidentale, sono ben inseriti nella società, considerano la terra in cui risiedono da tanto tempo come la loro patria. Essi risiedono, come peraltro in tutti i paesi del mondo, in città grandi e medie, quasi mai in campagna o in piccoli centri. 2 - Quali sentimenti, quali pensieri si agitano nell’animo di molti giovani e più specificamente di J
oseph Ratzinger? Non saremo lontani dal vero supponendo che egli provi dolore per il disastro della Germania, provocato da una cricca di criminali, e tristezza nell’avvertire che i Tedeschi sono ormai additati collettivamente, quasi che tutti siano colpevoli, come una razza spregevole, come carnefici disumani. La famiglia Ratzinger si ricompone allorché sia Joseph, in primavera, poi anche Georg, in luglio, tornano a casa. Nell’autobiografia Joseph afferma che quei mesi, seguiti al ritorno a casa di Georg, per il quale si era in ansia, sono tra “i ricordi più belli” della sua vita. Questo non significa che l’orizzonte del futuro sacerdote e vescovo sia limitato alla sfera domestica e anche sociale, ma circoscritta a un piccolo mondo di conoscenti e amici. È ragionevole pensare che Joseph e non solo lui provi orrore per quei crimini, risultato estremo di un veleno iniettato nelle menti, specialmente dei giovani, e insieme con quell’orrore la compassione per le vittime. Invero la sua autobiografia non contiene diretti ed espliciti riferimenti a questo stato d’animo; lo possiamo evincere tuttavia dall’insieme della sua vita e del suo magistero. I fratelli Ratzinger rientrano nel seminario, quello di Frisinga, ove si trovano insieme ben centoventi aspiranti sacerdoti di età molto diversa: dai quarantenni, che hanno combattuto e sono passati attraverso prove assai dure e orrori, sino a chi non ha ancora vent’anni e fra questi ultimi è Joseph. Prima di descrivere quegli anni fecondi trascorsi in seminario egli fa questa osservazione: “Durante le feste di Natale (il Natale del 1945) riuscimmo a combinare un incontro tra i nostri compagni di classe. Molti erano caduti e a maggior ragione i reduci erano riconoscenti per il dono della vita e per la speranza che rinasceva, pur in mezzo a tutte le distruzioni”. Egli ricorda con gioia questo periodo. “Malgrado la grande differenza di esperienze e di orizzonti - scrive ancora nell’autobiografia - ci teneva insieme una grande riconoscenza, per il fatto di essere usciti dall’abisso di quegli anni difficili. Da questa riconoscenza nasceva la volontà determinata di recuperare il tempo perso e di servire Cristo nella sua Chiesa, per un tempo nuovo e migliore, per una Germania migliore, per un mondo migliore. Nessuno dubitava che la Chiesa fosse il luogo delle nostre speranze. Malgrado le molte debolezze umane, essa era stata il polo di opposizione all’ideologia distruttiva della dittatura nazista. Essa era rimasta in piedi nell’inferno, che pure aveva ingoiato i potenti, grazie alla sua forza proveniente dall’eternità. (…) Potevamo anche vedere con i nostri occhi che la casa costruita sulla roccia si era mantenuta salda”. A questi sentimenti “si aggiungeva una fame di conoscenza, che era andata crescendo negli anni della desolazione, in cui eravamo stati esposti al moloch del potere, cui erano estranei la cultura e lo spirito”. Tra gli autori che attirano l’interesse dei seminaristi, oltre ai testi di contenuto specificamente religioso, egli cita alcuni autori, come il romanziere russo Dostoevskij, alcuni scrittori e scrittrici tedeschi più vicini nel tempo e inoltre “i grandi francesi” come Claudel, Bernanos e Mauriac. Ci s’interessa anche degli sviluppi delle scienze naturali, specie della fisica: “si riteneva - osserva Ratzinger - che con la svolta impressa da Plank, Eisenberg, Einstein, la scienza fosse di nuovo sulla via di Dio”. Si pensa cioè che lo scientismo proprio del secondo ‘800, per il quale l’unica conoscenza valida è quella delle scienze e l’unico modello dell’universo è il rigido determinismo, che non lascia posto alla libertà, al nuovo, a ciò che non può essere previsto e predeterminato, sia al tramonto. Tra i pensatori religiosi ne sono citati diversi. Forse l’unico noto a qualche lettore italiano è l’italo-tedesco Romano Guardini. Ratzinger ricorda pure con gratitudine il teologo Alfred Läpple, il “prefetto della sala di studio”, un teologo rientrato da poco dalla prigionia, studioso tra l’altro del problema della coscienza in Ne
wman. Osserva ancora Ratzinger: “La sua presenza si rivelò per noi particolarmente stimolante, grazie all’ampiezza delle sue conoscenze di storia della filosofia e per il suo gusto per il dibattito”. Egli cita anche l’influsso esercitato su di lui dalla lettura dei due volumi “dedicati alla fondazione della teologia morale” di Theodor Steinbüchel, in cui trova “soprattutto un’eccellente introduzione al pensiero di Heidegger e Jaspers come anche alle filosofie di Nietzsche, Klages e Bergson”. Ancora più importante per lui è la lettura di un altro testo di Steinbüchel, ossia “La svolta del pensiero”, in cui l’Autore s’impegna per un ritorno alla metafisica e per una concezione che valorizza la persona. “L’incontro con il personalismo – osserva ancora Ratzinger - che poi trovammo esplicitato con grande forza persuasiva nel grande pensatore ebreo Martin Buber, fu un evento che segnò profondamente il mio cammino spirituale; anche se il personalismo, nel mio caso, si legò quasi da sé con il pensiero di Agostino, nelle “Confessioni” mi venne incontro con tutta la sua passionalità e profondità umane”. Al suo interesse per la filosofia contribuisce il corso di un docente ancora giovane, Jacob Fellmaier, “che riuscì a trasmetterci una visione d’insieme completa su tutta la grande ricerca dello spirito umano, da Socrate e dai presocratici fino al presente, offrendoci così dieci fondamenti, di cui io ancor oggi sono grato”. Al clima di famigliarità che Joseph trova nel seminario di Frisinga contribuisce – lo riconosce lui stesso - anche la personalità benevola e cordiale del rettore, Michael Höck, che non a caso i seminaristi chiamano padre: si tratta di un uomo che ha trascorso cinque anni nel campo di concentramento di Dachau. Si possono fare qui due considerazioni. Innanzitutto Joseph Ratzinger ha sempre parole gentili e in qualche caso accenti di schietta ammirazione e riconoscenza per l’ambiente in cui si è formato e per le singole persone, in questo caso i maestri e le guide spirituali che egli ha trovato sul suo cammino. In secondo luogo egli ha scoperto in Agostino un pensatore, un ispiratore nel suo itinerario che lo porterà al sacerdozio e a salire verso le vette della teologia. La dichiarazione d’amore e di venerazione che Dante, all’inizio del suo poema, fa nei confronti di Virgilio si può ripetere anche per il rapporto del futuro papa con il vescovo d’Ippona: “Tu se’ lo mio maestro, lo mio autore” (Inferno, I, 85). 3 - Dopo questo periodo, piuttosto breve ma molto intenso, Joseph Ratzinger entra nel seminario di Monaco per continuare e approfondire gli studi teologici e prepararsi al grande passo. Ci soffermeremo solo su alcuni suoi maestri, tutti sacerdoti e docenti esperti in questo o quell’altro ramo della scienza sacra. Egli ricorda con speciale venerazione Joseph Pascher, originario della Renania: la sua cultura spazia dalla matematica alle lingue orientali, dalla filosofia delle religioni alla pedagogia; arriva poi, passando per la teologia pastorale, alla liturgia, che negli anni di Monaco diviene “il suo vero campo di lavoro”. “Come direttore del “Georgianum” era responsabile della nostra formazione umana e sacerdotale – scrive Ratzinger -. Questo docente “sapeva spesso arrivare al nostro cuore con le sue vivissime conferenze spirituali, in cui si rivolgeva a noi in modo molto personale (…). Nel suo sistema educativo tutto si fondava sulla celebrazione quotidiana della santa messa…Grazie alle lezioni di Pascher e alla solennità con la quale c’insegnava a celebrare la liturgia, secondo il suo spirito più profondo, anch’io divenni un sostenitore del movimento liturgico. Come avevo imparato a comprendere il Nuovo Testamento, quale anima di tutta la teologia, così capii che la liturgia ne era il fondamento vitale, senza di cui essa finisce per inaridirsi”. Non dimentichiamo che Joseph sente il fascino delle celebrazioni liturgiche sin dalla fanciullezza, quindi molto prima di trovare nel pio sacerdote Pascher un autentico i
nnamorato. Il riferimento al Nuovo Testamento fa pensare al docente, che, nonostante l’età piuttosto avanzata, riscuote la maggiore popolarità da parte dei seminaristi. Si tratta di Friedrich Wilhelm Maier. Questi, docente fin dai primi anni del ‘900, deve lasciare l’insegnamento, in quanto sospettato di modernismo per le sue idee circa la genesi dei Vangeli; diviene cappellano militare durante la guerra 1914-18 e poi cappellano in carcere; ritorna all’insegnamento negli anni ’20, in un nuovo clima spirituale e culturale. Egli riesce a conciliare l’esegesi critica, propria della teologia liberale, da cui proviene, e il sincero rispetto del dogma. “”Ecco perché durante i sei semestri dei miei studi teologici – osserva a distanza di tanto tempo Ratzinger – ascoltai con grande attenzione tutte le lezioni di Maier, facendole oggetto di rielaborazione personale. Per me l’esegesi è sempre rimasta il centro del mio lavoro teologico; è merito di Maier se da noi la Sacra Scrittura era diventata l’anima del nostro studio teologico, come esige il concilio Vaticano II”. Anche per Gottlieb Söhngen il suo allievo che diverrà un eccelso teologo ha parole di sincera deferenza. Söhngen si dedica inizialmente alla filosofia, seguendo un neotomismo aperto al confronto con il pensiero moderno. Nato da un matrimonio misto, egli è sensibile all’ecumenismo, che in Germania significa soprattutto dialogo fra cattolici e luterani. Quel che è divenuto normale con il concilio Vaticano II, non lo era negli anni ’40 e ’50. “…Ciò che più caratterizzava il metodo di Söhngen – osserva ancora Ratzinger – era che egli pensava sempre a partire dalle fonti stesse, a cominciare da Aristotele e Platone, passando per Clemente e Agostino, fino ad Anselmo, Bonaventura e Tommaso, Lutero e la scuola teologica di Tubinga del secolo scorso” (il XIX). Anche Pascal e Newman erano tra i suoi autori preferiti. Joseph Ratzinger, guardando retrospettivamente gli anni della sua formazione, si meraviglia di ciò che in seguito si è pensato della Chiesa preconciliare. “Il dogma non era sentito come un vincolo esteriore, ma come la sorgente vitale che rendeva possibili nuove conoscenze. La Chiesa per noi era viva soprattutto nella liturgia e nella grande ricchezza della tradizione teologica. Non abbiamo preso alla leggera l’esigenza del celibato, ma eravamo comunque convinti di poterci fidare dell’esperienza secolare della Chiesa e che quella rinuncia, che essa ci chiedeva e che penetrava fin nel profondo di noi, sarebbe divenuta feconda”. Joseph comincia a preparare, dall’estate 1950 – egli ha ventitré anni – una dissertazione assegnata da Söhngen ai laureandi; il titolo è: “Popolo e casa di Dio nell’insegnamento di sant’Agostino sulla Chiesa”. Joseph si lancia in quest’avventura più spirituale che intellettuale, facendo tesoro anche della lettura di un libro che un suo docente di Frisinga gli ha proprio allora regalato. Si tratta dell’opera “Cattolicesimo” di Henri De Lubac, un teologo gesuita francese, tra i maggiori di tutto il Novecento. “Questo libro è divenuto per me una lettura di riferimento. (…) La fede era, qui, una visione interiore divenuta nuovamente attuale proprio pensando insieme con i padri. In quel libro si percepiva il tacito confronto con il liberalismo e con il marxismo, la drammatica lotta del cattolicesimo francese per aprire una nuova breccia alla fede nella vita culturale del nostro tempo. De Lubac accompagnava il suo lettore da un modo individualistico e angustamente moralistico di credere verso il largo di una fede pensata e vissuta socialmente, comunitariamente nella sua stessa essenza, ad una fede che proprio perché era per sua stessa natura speranza investiva la totalità della storia, non si limitava a promettere al singolo la sua beatitudine privata”. Questo giudizio, tratto ancora dall’autobiografia, ci fa conoscere ancora meglio l’animo del giovane Joseph. La dissertazione, presentata nella primavera del 1951, è giudicata meritevole del massimo dei voti (“summa cu
m laude”). Egli può prepararsi serenamente all’ordinazione sacerdotale, che avviene il 29 giugno seguente.
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