#autoarticolati
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Emissioni globali di CO₂ per tipologia di trasporto [Our World in Data]
Grafico da Our World in Data In questo articolo di Our World in Data vediamo la distribuzione in percentuale delle emissioni di CO₂ per tipologia di trasporto, sintetizzata nel grafico sopra e così traducibile: 45,1% – Trasporto passeggeri (include auto, motocicli, autobus e taxi) 29,4% – Trasporto merci su gomma 11,6% – Aviazione (81% passeggeri, 19% trasporto merci) 10,6% – Trasporto su…
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#autoarticolati#automobile#automobile privata#Aviazione#camion#CO₂#Nautica#taxi#trasporti#trasporti navali#trasporto su ferro#trasporto su gomma
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Buongiorni signori e signore. Questo è l’ultimo briefing prima della messa in operatività della missione quindi procederei con un veloce recap con cui i responsabili di ogni gruppo ci ragguaglieranno. Nucleo Automobilisti?
- Buongiorno a tutti. Il Nucleo Automobilisti è suddiviso in due cellule, tutte posizionate e pronte ad agire. I guidatori semplici copriranno un incrocio ogni tre chilometri lungo il tragitto e quando il soggetto si avvicinerà, si butteranno in mezzo alla strada, guidando poi a zig zag e invadendo anche l’altra carreggiata con una velocità non superiore ai 40 km/h. Ogni tentativo di sorpasso sarà ostacolato da brusche frenate alternate ad accelerate improvvise, fino a che non ci sarà la svolta all’incrocio e il cambio con un nuovo operatore; la cellula ‘Mamma con Suv’, invece, si farà trovare dietro alle curve senza visibilità e in prossimità di incroci pericolosi e si adopererà in tentativi infruttuosi di parcheggio a S da ripetere più e più volte finché non lascerà il suv in mezzo alla strada con le quattro frecce e si allontanerà col bambino facendo il segno universale del ‘torno subito!’.
Molto bene. Nucleo Mezzi Pesanti?
- Salve. Il Nucleo Mezzi Pesanti è suddiviso in tre cellule: furgoni, autoarticolati e trattori. I furgoni sono dissimulati da mezzi di consegna, quindi si comporteranno come se non trovassero l’indirizzo a cui lasciare il finto pacco, rallentando improvvisamente e guardando i numeri civici, salvo poi fermarsi e scendere per chiedere al soggetto il nome di una via inesistente; gli autoarticolati, invece, precederanno il soggetto e simuleranno un improvviso imprevisto che gli renderà impossibile disincastrarsi dalla rotatoria di una rotonda minuscola in centro storico e poi scenderanno in strada bestemmiando e dando la colpa al navigatore; i trattori, infine, dovranno stare davanti al soggetto affumicandolo con la nafta appositamente addizionata con plutonio e diossina e inondandogli il parabrezza di paglia che si staccherà da una rotoballa instabile infilzata su rebbi appuntiti che sporgeranno all’altezza del parabrezza del soggetto.
Ottimo. Nucleo Mezzi Leggeri?
- Eccoci, buongiorno. Noi siamo pronti ad agire sia con ciclisti singoli che staranno in mezzo alla carreggiata che con ciclisti in gruppo che tenteranno una volata collettiva tutte le volte che il soggetto proverà a sorpassarli; poi abbiamo alcuni stuntman con monopattini elettrici alimentati da un reattore nucleare sfrecceranno in mezzo alla strada senza preavviso sfiorando il paraurti anteriore del soggetto e infine potremo contare su pedoni travestiti da pensionati con girello che a ogni attraversamento sembreranno indecisi se scendere dal marciapiede o meno, salvo poi impiegare 10 minuti per arrivare dall’altra parte della strada.
Perfetto. Colgo l’occasione per presentarvi dei nuovi membri che ci daranno supporto nella difficile missione che ci apprestiamo a intraprendere. Lì abbiamo il Nucleo Lavori Stradali che si occuperanno di allestire finti cantieri sulla carreggiata del soggetto e poi uno di loro, a torso nudo con abbronzatura da canottiera e visibilmente ubriaco farà segnalazioni sbagliate con la paletta e il soggetto rimarrà bloccato con dieci macchine davanti e dieci dietro che gli suonano tutte assieme. Lì, invece il nucleo Ostacolatori che si adopererà nel posizionare in mezzo alla strada dei dissuasori in adamantio alti 70 cm per distruggere le sospensioni e la coppa dell’olio del soggetto e scavare buche di medesima profondità, mentre là il nucleo Segnalatori che con appositi telecomandi prolungherà spasmodicamente il rosso del semaforo a cui il soggetto si fermerà, salvo poi far scattare subito il giallo dopo tre secondi di verde.
Ah... un’ultima cosa. Non è qua presente con noi perché si sta già preparando all’azione ma avremo anche il prezioso supporto delle Forze Speciali di Assalto Stradale con il loro agente migliore: il vecchio col cappello su pandino del 1986 con la frizione consumata.
Bene, questo è quanto... buona fortuna a tutti voi e da adesso silenzio radio! Fategli cagare sangue a quello stronzo!
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Io: ma che è oggi, diocane? Si sono messi tutti d’accordo per farmi arrivare tardi a lavoro?!
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Il sindaco di Gaza ha dichiarato a Al Jazeera, “Non un solo litro di carburante è arrivato nella città di Gaza". Eppure dal valico di Rafah sono entrati in questi giorni autoarticolati con 500,000 litri di carburante: chissà dove sono finiti e chi mai li avrà presi?
Lo stesso per i viveri e chissà che altro ? Credo che il suolo lì sia particolarmente drenante, bisognerebbe cercar sottoterra ...
Nel frattempo, in varie postazioni smantellate di Hamas dentro la città, l'esercito israeliano ha trovato e sequestrato, tra armi e altro, anche cinque milioni in contanti.
Povery.
notizie via https://t.me/Israel_Realtime_Updates/3143
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Autoarticolati
Se il sogno di stanotte fosse stato un mezzo di trasporto, si sarebbe trattato senza alcun dubbio di un autoarticolato. Ne ho fatti poche volte di così intricati e complessi. Non ci ho capito granché. Ricordo solo tre presenze. La prima era una mia collega di studi universitari. Una che non vedo da secoli. Nel sogno aveva la testa completamente pelata. Può essere le abbia chiesto come mai. La seconda era un mio compagno di classe delle medie. Anche lui non lo vedo da ere geologiche. Aveva una voce stranissima. Può essere gli abbia chiesto come mai. La terza era un gatto arancione con una zampa posteriore più grande dell’altra. A lui non ho chiesto come mai. Sapevo già che non avrebbe risposto.
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Udine, furto da 200mila euro in uno stabilimento alimentare: arrestate 7 persone tra la Lombardia e la Puglia
Udine, furto da 200mila euro in uno stabilimento alimentare: arrestate 7 persone tra la Lombardia e la Puglia Nel corso della mattinata, nelle province di Milano, Foggia e Barletta-Andria-Trani, i Carabinieri della Compagnia di Latisana (Udine), con il supporto dei colleghi delle Compagnie di Abbiategrasso (Milano), Cerignola (Foggia) e Andria (Barletta) hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Udine nei confronti di 7 soggetti ritenuti responsabili dell'ingente furto avvenuto nella notte tra il 1 e il 2 aprile 2023 all'interno di uno stabilimento produttivo/commerciale di Rivignano Teor (Udine), nel corso del quale erano state asportate più di 1.500 cosce di prosciutto affumicato, del valore di oltre 200.000 euro. Le odierne misure cautelari giungono all'esito di una complessa attività di indagine, avviata nell'immediatezza degli eventi dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Latisana (Udine) sotto la direzione della Procura della Repubblica Presso il Tribunale di Udine, che ha consentito di ricostruire tutte le fasi del reato, accertandone le esatte tempistiche e il modus operandi adoperato. Fondamentali per accertare i fatti sono state le risultanze dei sopralluoghi effettuati e la visione delle riprese video acquisite, che confrontate con gli elementi probatori emersi nel corso delle attività tecniche sviluppate su delega dell'Autorità Giudiziaria, hanno consentito di identificare, nei 7 odierni indagati, i presunti autori dell'ingente furto, nonché di individuare i mezzi adoperati, tra cui tre autoarticolati con i quali era stata trasportata l'ingente quantità di merce rubata. I sette arrestati, nei cui confronti vale la presunzione di innocenza fino a sentenza passata in giudicato, sono stati tradotti in carcere, per restare a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Finita la sbornia natalizia, che non è neppure più tale perché ridottasi a semplice sequenza di banchetti – sequenza… parola diversa da sequela; la prima è spettacolare, l’altra è cristologica secondo Bonhoeffer –, un’osservazione sulla cosiddetta “caritativa”. Un servizio tv, non ricordo di quale canale, ha descritto nei giorni di festa l’alacre lavoro di un noto centro di raccolta di cibo e vettovaglie per diseredati. In aumento, effetto della crisi, profughi, immigrati in cerca di una nuova vita… infatti, tèll chì la nuova vita! Bla bla bla. In secondo piano durante l’intervista al volontario faceva manovra un grosso articolato, non un camioncino dell’Esselunga, un vero e proprio tir. Bene, direte, la carità si è ingrossata; ha superato ogni limite; esonda, tra breve non uno non due, ma un treno di autoarticolati attraverserà le strade del mondo per portare sollievo ai meno abbienti, come il lessico purgato dell’ipocrisia più laida chiama il prodotto delle proprie nefandezze… bla bla bla. Il piglio manageriale dell’intervistato non lascia dubbi, ci troviamo di fronte a un’impresa di carità, a un’imprenditoria della carità. È questo il modo per renderla più efficace? No: questo è un modo per garantire al concetto stesso di impresa di considerarsi come l’unico soggetto in grado di costruire/trasformare il mondo, in un senso come nell’altro. È l’impresa che se la canta e se la suona. Lei produce i bisognosi, lei li assiste e ne attenua i dolori, o meglio, vende l’idea, narra che può risolverli. Tanta efficienza nel produrli, altrettanta per alleviarne le sofferenze. Secondo un principio di rigorosa economia classica si potrebbe scegliere la strada di non produrre qualcosa che poi ti ritorna tra i denti come costo aggiuntivo – stato sociale burocratico, fiscalismo esoso per riparare i costi sociali, ambientali ecc. – senonché mi accorgo nella mia ignoranza dei principi dell’economia di mercato che al contrario è essa stessa a volere anche questa apparente distorsione, ad alimentarla. Anche la carità genera profitto, lavoro, surplus. Direttamente, in alcuni casi più “professionalizzati”; in altri meno, attraverso lo Stato sociale e i soggetti del cosiddetto terzo settore. Non solo, ma il meccanismo ha necessità di essere alimentato da un’ideologia di sostegno, apparentemente immateriale, ideal-emotiva, in realtà costruita sul più bieco dei sentimenti, quello che attanaglia il criminale: il senso di colpa. L’hanno fatta grossa creando questo mondo, ma onnipotenti come si credono, lo fanno e lo disfano. Ciclicamente. A costoro andrebbe ricordata l’osservazione di Bernard Mandeville: “Non c’è alcun merito a salvare un bambino innocente che sta per cadere nel fuoco. Tale azione non è né buona né cattiva e, anche se il bambino ne ha ricevuto un beneficio, essa fu compiuta da noi solo per soddisfare noi stessi” (La favola delle api ovvero vizi privati pubbliche virtù). Per i credenti che ci cascano, rinnovando agli occhi dei loro antagonisti antichi argomenti di epoca pagana, reggendo il moccolo a coloro che il mondo lo reggono in tal fatta, credo sia giunto il tempo di allontanarsi da quegli autoarticolati… a meno che già non ne siano alla guida.
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Maltempo, al traforo del Gran San Bernardo stop ai mezzi pesanti
Il traforo del Gran San Bernardo è stato temporaneamente chiuso in entrambe le direzioni ai soli autotreni e autoarticolati. La decisione è stata presa a causa della neve caduta sulla strada cantonale svizzera, che da Martigny porta alla galleria. Per i veicoli leggeri invece la viabilità è regolare. Dal traforo del Monte Bianco viene comunicata la presenza di “neve in atto con intensità…
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Ceccano, sprofonda un TIR vicino la superveloce, due gru per rimetterlo in carreggiata
E’ accaduto qualche giorno fa, ma c’era da aspettarselo: la presenza di un’azienda per il recupero di materiali ferrosi in via Madonna del Carmine, all’algtezza di via Facciabate, ed un intricato sistema di divieti di transito costringe giganteschi e pesanti autoarticolati a persorrere la strada parallela alla superveloce tra via Badia e via S. Paolo della Croce. Uno di questi mezzi,…
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"Cerchiamo autisti": l'azienda che offre un bonus di 5.000 euro ai nuovi assunti
“Cerchiamo autisti”: l’azienda che offre un bonus di 5.000 euro ai nuovi assunti
L’offerta di lavoro della Germani Spa di San Zeno Naviglio, nel Bresciano: un lauto stipendio e un premio per chi si fa… “Germani Spa assume 50 autisti da integrare nel proprio organico. Verranno loro affidati autoarticolati nuovi di fabbrica con dotazioni di comfort e sicurezza di ultimissima generazione. Si offre possibilità di lavoro su base giornaliera… Read MoreCittà, EconomiaToday
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Sabato e domenica, due giorni di indegno rumore in Valsassina proveniente dalla località Pratobuscante di Barzio lungo il Torrente Pioverna udibile fino a Pequeno, che fa scappare il turista. Figuratevi noi, che abbiamo il balcone che si affaccia sulla valle a poche centinaia di metri. Il divertimento consiste nel suonare incessantemente clacson di autoarticolati e musica a tutto volume, tipo Balla. Non ci sono controlli da parte dell'autorità comunale? E pensate che si tratta di una manifestazione autorizzata giunta alla quarta edizione!, il 4° Truck Festival Valsassina organizzato dalla Associazione Truck Valsassina. Nel sottofondo dell'audio, stavo ascoltando Juditha triumphans devicta Holofernis barbarie di Antonio Vivaldi.
Saturday and Sunday, two days of unworthy noise in Valsassina coming from the Pratobuscante di Barzio locality along the Pioverna stream audible up to Pequeno, which makes the tourist escape. Imagine us, who have a balcony overlooking the valley a few hundred meters away. The fun consists in playing endlessly clacson of articulated lorries and loud music, like Balla. Are there no checks by the municipal authority? And think that this is an authorized event now in its fourth edition!, the 4th Valsassina Truck Festival organized by the Truck Valsassina Association. In the background of the audio, I was listening to Juditha triumphans devicta Holofernis barbarie by Antonio Vivaldi.
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Avellino, incendio in un deposito di autoarticolati: 12 tir in fiamme | www.ilsud24.it
Avellino, incendio in un deposito di autoarticolati: 12 tir in fiamme | www.ilsud24.it
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[2.1] - Una Storia Breve
Per capire cosa è accaduto e forse sta ancora accadendo a Buenaventura occorre osservare diversi processi simultaneamente. Ho alcune ipotesi che potrebbero spiegare le traiettorie seguite dallo sviluppo della città ma, prima di proporle, vorrei delinearne meglio il contesto. Buenaventura, fin da subito, mi parve una realtà avvitata su se stessa, che apparteneva ad altre leggi, volutamente isolata mentre stava accadendo qualcosa di molto grande, tanto grande che in molti non erano completamente consapevoli degli eventi che vivevamo. Il suo Puerto era ed è una turbina che dà energia al movimento del mondo delle cose. E’ un orgoglio ingegneristico nazionale, capace di scaricare e ricaricare enormi navi cargo in tempi al passo con i più grandi porti mondiali. Ma per fargli spazio, negli ultimi venti anni, Buenaventura, la città, in cui circa l’88% della popolazione è di origini africane, ha sofferto cambiamenti strutturali di tale profondità e portata da far immaginare che vi fosse una non-strategia precisa che sosteneva le pratiche locali di governo: creare le condizioni per ricollocare 30.000 persone dall’isola del Cascajal (in foto) nell'entroterra. Osservando le fasi costruttive del suo polo logistico si ha infatti l’impressione di assistere alle iniezioni di improvvise dosi di "progresso e modernità" su di un corpo urbano completamente impreparato e che, poco alla volta, si è ritrovato spossessato dei suoi spazi. L’innesto non è stato indolore da qualsiasi punto di vista lo si voglia osservare. C'è stata una convergenza di eventi, alcuni dei quali numerabili e quantificabili, che non lasciano spazio a troppe fantasticherie.
Sul fronte dell'impiego, l'automazione dei tre terminali logistici ha ridotto drasticamente la forza lavoro direttamente impiegata nel settore portuario. Si parla di circa 6000 posti di lavoro che sono stati persi in 10 anni e che sono stati sostituiti solo parzialmente dagli impieghi nel settore edilizio o dai lavori “a progetto” nell’indotto portuario attraverso agenzie interinali (1). A questo va aggiunta la crescita dei costi di gestione per mantenere in acqua barche di piccolo e medio cabotaggio. Come sostenuto anche da alcuni sindacalisti e da piccoli imprenditori locali, con l’espansione delle aree adibite ai porti, l’accesso al mare di imprese locali di pesca e delle cooperative di trasporto sono diventate sempre più difficoltose. Nel 2013 i dati sulle condizioni economiche della città confermavano questo cammino involutivo. Il 29% della popolazione in età lavorativa era disoccupata. L'81% viveva al livello di sussistenza e il 44% aveva un reddito inferiore alla soglia di povertà (UNDP 2013). Vivere di espedienti era l'unica soluzione disponibile per la grande maggioranza degli abitanti.
Questa condizione faceva da sfondo ad un ambiente che era diventato sempre più violento e pericoloso (1). Ci sono dati che confermano che la città ha vissuto per almeno 20 anni dentro livelli sostenuti di violenza armata. Il numero di morti per arma da fuoco in 15 anni sfiora le 7.000 persone. I tassi di omicidio fino al 2015 furono ampiamente superiori alla già alta media colombiana (oltre i 70 morti per 100.000 abitanti con anni in cui si toccarono i 136 morti). Oltre al numero degli assassinati, un recente articolo su “El Espectador” conferma che dal 1997 al 2021 la Fiscalia ha registrato ufficialmente 1128 casi di sparizioni forzate in città. Ma quando vivevo da quelle parti le cifre di cui parlavano le ong per i diritti umani erano molto più alte. Altrettanto significativi sono i dati sui movimenti migratori che hanno piegato definitivamente le già precarie strutture di accoglienza cittadine. Secondo dati gestiti dall’agenzia dell’ONU, OCHA, cui ho potuto avere accesso nel 2009, il 20% della popolazione, circa 63.000 persone, apparteneva ad un’indefinibile categoria di abitanti fluttuanti, non esistenti, fantasmici che erano i rifugiati interni del conflitto armato scoppiato all’inizio del nuovo millennio nella regione pacifica.
Le ragioni di questa nuova\vecchia guerra hanno certamente bisogno di maggiori spiegazioni. Lo scontro ha si radici nella crescita dal Puerto e in generale nell'accresciuta importanza strategica della regione Pacifica nell'economia nazionale (1). Ma l'escalation bellica è dovuta anche alle dinamiche messe in moto dall’industria del narcotraffico. Tutta la storia recente colombiana non può ormai prescindere dalla comprensione dei processi bellici e socio-economici messi in moto dall'industrializzazione della produzione di cocaina. Su questo tema, come è chiaro, esistono ancora molte divergenze ed omissioni. Rispetto all'esperienza di polo logistico di Buenaventura vorrei però proporre una tesi che ho sviluppato leggendo gli archivi disponibili raccolti attraverso una rassegna di ricerche di altri studiosi e le storie messe insieme nei quartieri in cui ho vissuto per 4 anni.
Seguendo lo schema teorico proposto nel post precedente, conclusosi con un elenco delle maggiori formazioni storiche che operano in città, cercherò ora di mostrarne delle altre, più locali, di natura informale e decisamente fluida, che hanno esercitato nel corso degli anni un’influenza altrettanto decisiva sulle vicende urbane. Data la loro dimensione molecolare rispetto agli aggregati già descritti, utilizzerò ancora Deleuze ed uno dei suoi testi “giovanili” (1) ma questa volta per definirle come istituzioni con le quali si organizzano localmente “i mezzi per soddisfare una tendenza”, dove le azioni collettive di piccoli gruppi di persone non sono da considerarsi limitate dalla legge ma al contrario trovano uno sbocco positivo e una capacità di articolarsi nel corpo sociale. Si tratta di forme “organizzate” di abitare la città la cui osservazione permette di delineare elementi delle strutture politiche che sostengono le strategie di sopravvivenza dei quartieri ed alcune fondamentali tattiche degli abitanti per gestire, controllare ma anche di agire la crisi di Buenaventura.
Vorrei allora provare ad analizzare i cosiddetti combo o gruppi di ragazz* attraverso la loro fluidità; non seguendo i processi di identificazione ed appartenenza che li segnano ma osservando le potenzialità che creano e le tendenze che catturano. Durante il mio lavoro di campo ho notato con una certa costanza che la capacità di eseguire mansioni, di muoversi in città o di lavorare per conto di qualcuno non riguardava mai l’individuo ma sempre un gruppo che si organizzava cambiando in base alle necessità ed alle disponibilità del momento. Un caso che conobbi più da vicino era quello della quadrilla, un’istituzione di base spontanea e tradizionale che ordinava il lavoro nelle miniere di 4 massimo 7 persone e che espletava compiti di diverso tipo sul posto di lavoro ma non solo, tra cui vi era anche quello di autodifesa quando le condizioni lavorative lo rendevano necessario. La stigmatizzazione di micro-istituzioni come queste e la loro associazione a gang o pandillas se non direttamente a gruppi armati ha avuto un impatto decisivo sulle relazioni tra diversi barrios, esquinas o calles della città. In molti casi le fratture imposte da “maldicerie” o da vere e proprie operazioni di criminalizzazione hanno ridotto la capacità di opposizione civica e di resistenza ad alcune scelte di politica economica che venivano prese per la città o attraverso di essa. Non vi è dubbio che, per circa 50 anni, la formazione di istituzioni così definite abbia dovuto sviluppare forme di convivenza e relazioni con l’industria del narcotraffico. Tuttavia è mia convinzione e cercherò di spiegarne le ragioni, che queste relazioni dipesero in maniera sostanziale dal modus operandi di un’istituzione dello Stato, la Polizia Nazionale, il cui obiettivo sarebbe dovuto essere quello di “mostrare la legge” ma che nella Valle del Cauca e a Buenaventura ebbe un ruolo fondamentale nel far attecchire il narcotraffico nei quartieri. In questo modo la leva narcotica venne sfruttata militarmente per silenziare il dissenso in base alle necessità che via via venivano identificate per permettere l’espansione portuaria e l’accaparramento di terre. Seguendo questa linea interpretativa, quello che avvenne nella regione di Buenaventura potrebbe allora essere sintetizzato in questo modo.
Una delle maggiori fonti di reddito ed attività economiche del Puerto, oltre alla pesca ed al trasporto via mare, fu storicamente il contrabbando di prodotti che per qualche ragione non potevano essere commerciati da tutti o su cui occorrevano permessi speciali: dall'alcol, ai medicinali, a una vasta gamma di altri prodotti come gli schiavi venduti nel XIX secolo fino alle adidas fasulle cinesi di quando vivevo lì. Tuttavia, dalla fine degli anni '70, si andò affermando una rete di contrabbando più specifica che concentrò le sue attività sul commercio di cocaina. Questa rete originariamente era composta per lo più da membri della guardia costiera, della polizia nazionale e dagli ufficiali di dogana. Quando negli anni ottanta iniziò il boom narcotico di Cali la rete ebbe il potere di accentrare il contrabbando locale insieme a tutta una serie di attività commerciali legittime, quasi di forzarle dentro il traffico di un unico prodotto. Alla fine degli anni 90 esisteva una flotta di almeno 200 imbarcazioni ormeggiate intorno alla città che smerciavano unicamente cocaina e che, insieme ai grandi porti, avevano reso sempre più costoso il mantenere barche in mare per occuparsi di tutt’altro. Anche loro erano parte di una struttura logistica, ma capillare e diffusa, che faceva atterrare aerei tipo Cesna ed arrivare autoarticolati provenienti dalle maggiori regioni in cui si processava la pasta base della Colombia. In altre parole, la specializzazione del contrabbando e la diffusione di eserciti privati per sostenerlo fu il risultato evidente della creazione di uno campo politico oltre che di una prassi con cui si impose l’accettazione su vasta scala dei traffici illegali del Puerto. Localmente ciò si manifestò soprattutto grazie alla duratura e quasi trasparente partecipazione nel business narcotico delle agenzie preposte al suo controllo. Proverò allora a ricomporre una breve storia locale della cocaina per tentare una dimostrazione più convincente di tutto questo.
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Brindisi, traffico illecito di rifiuti a bordo di 3 autoarticolati diretti in Bulgaria: 3 arresti dai Carabinieri
Brindisi, traffico illecito di rifiuti a bordo di 3 autoarticolati diretti in Bulgaria: 3 arresti dai Carabinieri. Nella mattinata del 15 maggio 2024, presso l'area portuale Costa Morena di Brindisi, i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Lecce, nell'ambito delle periodiche verifiche sulle procedure di esportazione dei rifiuti, coadiuvati dai funzionari doganali dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, effettuavano il controllo di tre autoarticolati, tutti di immatricolazione e condotti da cittadini bulgari, pronti per essere imbarcati con destinazione Bulgaria via Grecia. A seguito dell'ispezione dei carichi si accertava che i rifiuti in procinto di essere esportati, invece che essere costituiti da "plastica e gomma" come riportato dai relativi documenti di trasporto, erano invece formati da vari polimeri (poliuretano, polistirolo, PVC ecc ecc) frammisti e miscelati a diverse impurità quali legno, indumenti, inerti da demolizione ed altro. I controlli culminavano, pertanto, con il sequestro dei tre autoarticolati, delle circa 70 tonnellate di rifiuti trasportati e la denuncia a piede libero alla Procura della Repubblica di Brindisi dei tre cittadini bulgari per il reato di Traffico illecito transfrontaliero di rifiuti.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Wild Wild Chioggia
di Lorenzo Innocenti
Che tu appena la vedi, dici: “Venezia!”.
E invece no.
No, carino, Venezia è il passato: Chioggia is the new black.
È come dire Supreme invece che Obey; Dark Polo Gang invece che Fabri Fibra; Telegram invece che Whatsapp.
È il nuovo che avanza e che si prende gli spazi lasciati liberi da un sistema costretto a divorare in fretta le mode passate, deteriori, decadenti, decadute.
A San Marco non ci si passa più per via della calca? C’è Chioggia.
A Dorsoduro si fa fatica a trovare un bacaro che non sia dei cinesi? C’è Chioggia.
Per trovare un buco a prezzi decenti bisogna scappare a Martellago? Nessun problema: C’È CHIOGGIA.
Cioza sa di avventura, di selvaggio, di stato brado, di non addomesticato.
Sa di pericolo, sì, ma coi palazzi del ‘500, i vicoletti romantici, i localini gourmet.
Ricorda l’idea che hai tu di Venezia: i canali, il salmastro, il baccalà, le ciacole, le barche, la lentezza, il bon vivre.
Senza la ressa, però.
Senza i porter.
Senza i turisti in ciabatte monostrappo.
Senza i belgi che si buttano da Calatrava.
SENZA CALATRAVA.
Senza i negozi di maschere a perdita d’occhio.
Senza Neapolitan Pizza.
Senza Lasagne Bolognesy.
Senza la foto di Totò che mangia i maccheroni appesa alla parete del risto-jazz.
A Cioza ci puoi girare pure con la Subaru, col motorino truccato, con lo skateboard catalitico. Ci passi anche in centro storico, ti ci fai tutta la fondamenta in andata e in ritorno, la parcheggi sotto il portico se ti gira. Senza problemi, Senza paura.
A Cioza c’è una commistione strana tra barche ed autoarticolati: un po’ Venezia e un po’ Milano; un po’ Torcello e un po’ Londra; un po’ Malamocco e un po’ Detroit.
E tu vai dalle parti di Calle Duse (bello pensare sia Eleonora) e trovi tutto questo, ma anche molto di più.
Trovi menù operai a prezzi frizzantini che ti danno l’idea di quanto benessere si viva qui.
Trovi i panni stesi alle finestre che fanno sempre folklore.
Trovi tanta abitudine alla vita sull’acqua che appesi alle porte, ad asciugare, ci sono calzini, mutande e mute da sub.
Ci trovi affascinanti rimessaggi di barche in disuso (La valorosa Téméraire?).
Ci trovi scritte d’amore sui muri, tra cui spicca un monumentale “Saxy Lady”, che non è un refuso di “Sexy”, ma è proprio “Saxy”: la ragazza sassofono, sogno mistico ed erotico di qualunque malato di musica jazz&blues.
Ci trovi icone della Madonna col Bambino, pei vicoletti, così tanto spirituali e anacronistiche e quasi quasi commoventi.
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Ecco il nuovo articolo di Ticonsiglio
https://www.ticonsiglio.com/gruppo-mascio-curia-bergamo-formazione-stage-giovani/
Gruppo Mascio e Curia di Bergamo: formazione gratis e stage per i giovani
Si svolgerà a Bergamo il corso di formazione gratuito completo di stage per conseguire le Patenti CE e CQC per guida di autoarticolati. Il percorso è rivolto a giovani disoccupati. Ecco cosa sapere Leggi
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Ceccano, TIR, rottami ferrosi e stradine di campagna a Facciabate e Colle Alto
Ceccano, TIR, rottami ferrosi e stradine di campagna a Facciabate e Colle Alto
Per raggiungere il sito di carico e scarico devono fare un tortuoso percorso per le strade via Badia, traversa di via S. Paolo della croce, e poi via Madonna del Carmine a Ceccano, dove sussiste un’azienda che lavora rottami ferrosi. Stessa cosa al ritorno: e stamattina se ne sono incrociati tre, tre autoarticolati da 44 tonnellate ciascuno. E’ sufficiente guardare in che stato è ridotta la…
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