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#assolutamente musica
affogonellamarmellata · 6 months
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ci sono tre miliardi di canzoni nella storia della musica mondiale
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gaysessuale · 2 years
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il peso sociale di amare cantanti che hanno fatto una (1) canzone che passa alla radio e poi sono tornati nella loro nicchia si fa sempre sentire quando ti chiedono 'quali sono i tuoi artisti preferiti' e tu devi rispondere 'hai presente quello lì che ha fatto questa canzone? ecco lui' solo per sentirti dire 'ah ha fatto altro???'
quando sartre diceva che l'inferno sono gli altri intendeva questo
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kon-igi · 6 months
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I GIAPPONESI, MEDIAMENTE, STANNO MALE MA LA SANNO LUNGA (cit.)
Ieri, oltre ad aver sistemato il problema al motore del mio fuoristrada appiccicando dello scotch davanti alla spia del guasto (si chiama Metodo Vorace Bestia Bugblatta di Traal), un tamblero ungherese mi ha suggerito di fare un upgrade e coprire i gemiti del motore ascoltando la musica a tutto volume (il mio motore emetteva gemiti? Non lo so... avevo la musica a tutto volume!)
Fatto sta che in un impeto di autolesionismo estremo, su youtube scelgo un collage della durata di 60 minuti - il tempo del viaggio di ritorno a casa senza fare i tornanti in derapata, sia mai che i gemiti del motore coprissero la musica - dicevo, un collage di tutte le sigle dei cartoni animati anni '70-'80, quindi Cristina D'Avena esclusa.
Ora, può darsi che i miei gusti musicali siano pessimi (lo sono) e che io abbia la sindrome di Munchausen a Stoccolma (mi avveleno da solo con cose che mi hanno reso psicodipendente da bambino) però è stato un viaggio davvero molto... istruttivo (che fatica non aver messo la D) perché mi sono reso conto che oggi i bambini non possono avere ciò di cui è stato fatto dono a chi guardava i cartoni animati sulle tv regionali.
Il trauma psicofisico di una violenza televisiva gratuita e improvvisa senza la minima censura o il minimo controllo della società.
E non sto parlando di Goku che frugava nelle mutande di Bulma chiedendosi cosa fosse quella cosa ma robe tipo Ninja Kamui, Kyashan o Judo Boy che AMMAZZAVANO DI BRUTTO LA GENTE CON TANTO DI TORTURA E SCHIZZI DI SANGUE.
Voglio dire, l'Uomo Tigre crepava di mazzate i suoi avversari ma non modello Goku Super Sayan AAAAAAAAHHHHHH!!!!... una roba più tipo il poliziotto preso a rasoiate in Pulp Fiction
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E cosa dire di Bem il Mostro Umano?
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Cioè, non lo so... 'umano' perché lui dava solo bastonate, mentre i cattivi cavavano occhi, evisceravano pance e torturavano bambini. Letteralmente.
Ho in mente questa scena in cui Ninja Kamui sta meditando su un albero (?!) e a poca distanza da lui un brigante cattura una donna e le taglia la gola con un coltello... uno schizzo di sangue della vittima imbratta il volto del protagonista ma il narratore afferma subito che lo stato di meditazione del ninja era così profondo che lui non poteva accorgersene.
Avevo 9 anni.
In genere, però, anche nelle serie più kid-friendly c'era questo sottile filo di sado-masochismo per cui ok che il/la protagonista trionfava ma per riuscirci dovevano SOFFRIRE VISTOSAMENTE, preferibilmente assistendo alla morte atroce di parenti o amici di infanzia e subendo torture da Guantanamo (spesso autoinflitte, per quella storia di Nietzsche temo un po' sfuggita di mano al mangaka).
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Comunque - e qua so di citare un cosa praticamente irraggiungibile conoscitivamente dalla maggior parte di voi - la cosa che ancora adesso mi mette più angoscia è il ricordo di Madame Butterfly che durante gli allenamenti fa espodere con furia le palline da tennis contro al muro.
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Poi sono arrivati il MOIGE e il CODACONS, quindi ora i bambini vivono in uno stato di dissociazione mentale dovuto ai buchi di trama per i tagli censori e alle cugine assolutamente non lesbiche di Sailor Moon.
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blogitalianissimo · 8 months
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la frase di mahmood contro il coming out era di fatto essa stessa un coming out, perchè se fosse stato etero mettere bocca sul coming out altrui sarebbe stato ancora più fuori luogo (era in risposta al c.o. di marco carta), comunque se il suo concetto era proprio che non si dovrebbe fare l'annuncio "sono gay" dalla d'urso ma lasciare che si capisca in modo naturale (cosa che ha fatto anche attraverso la sua musica) allora non penso che una terza persona che ribadisce l'ovvio in tv possa essere considerato un outing, di fatto mahmood è già out le cose dette in quel video in generale sono fuori luogo, ma se mahmood si è permesso di sindacare sul c.o. degli altri mentre lui fa la velata un po' se lo doveva aspettare
Io non la penso così, e manco ai tempi la pensavo in questo modo, poi magari mi sbaglio per carità, ma non ci ho visto un sindacare sul coming out altrui. Ci ho visto solo un tipo a cui volevano forzatamente far fare coming out e lui ha dovuto spiegare che "come un etero non è obbligato a dire che gli piacciono le donne manco un gay è obbligato a rivelare che è gay pubblicamente". Ripeto, io non l'ho percepita come un "non dovete fare coming out voi altri", però può essere che mi sbaglio.
Mi dispiace ma quello che è successo in TV è assolutamente outing, e l'ulteriore conferma è che per outtarlo il tizio abbia raccontato fatti personali di Mahmood
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be-appy-71 · 6 months
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- Cosa combiniamo oggi?
- Io direi di godercela.
- E come?
- Facendo cose semplici. Musica, passeggiate, sguardi.
- Hai un'ottima capacità di sintesi.
- Modestamente.
- E poi?
- E poi almeno un bacio dovremmo darcelo.
- Dovremmo?
- Assolutamente. Cosa c'è di meglio?
- Sentirti parlare, per esempio.
- Ecco: hai un potere assurdo.
- Quale potere?
- Il potere di farmi sentire importante. Ti manifesto una voglia estrema di baci, e tu dici che sentirmi parlare è ancora meglio.
- È vero. Mi fai viaggiare. A ogni parola crei mondi, semini bellezza.
- Chissà come sarà quando ti stancherai di me.
- Sarà come adesso.
- Ma non è possibile. Quando non ne potrai più, non te ne fregherà nulla.
- Non sono d'accordo.
- Perché?
- Perché non succederà. È una possibilità che escludo. Non mi stancherò... ♠️🔥
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(Luigi Costantino)
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angelap3 · 6 months
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Tanti auguri a Mina⚘️
“Se una voce miracolosa non avesse interpretato nel 1967 La canzone di Marinella, con tutta probabilità avrei terminato gli studi in legge per dedicarmi all’avvocatura.
Ringrazio Mina per aver truccato le carte a mio favore e soprattutto a vantaggio dei miei virtuali assistiti“.
“Ci vuole proprio un bel coraggio a cantare con Mina “La canzone di Marinella”, perché la sua voce è un miracolo. Credo che lei sia nata con la musica nel DNA, è come se avesse avuto una memoria prenatale della musica. Questo è un fenomeno tipico della genialità: quello di sapere prima di conoscere. Te ne accorgi quando la senti cantare perché le sue evoluzioni vocali, le picchiate, i glissati, i grappoli di note in brevissimi intervalli di tempo, le svisature della melodia sono assolutamente spontanee”.
Fabrizio De André
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theperfectpints · 1 month
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È l'artista irlandese Garreth Joyce l'autore dell'opera posta sull'edificio che ospita il tour 'Smithwick's Experience', l'esperienza multisensoriale per conoscere a fondo la birra rossa irlandese. Il murale di Parliament Street, realizzato prima dell'estate 2022, celebra Kilkenny e le sue inconfondibili ricchezze. St Francis Abbey, Kilkenny Castle e St Canice's Cathedral, senza tralasciare la musica e lo sport, tratti distintivi della città a sud dell'Irlanda. Ovviamente non poteva mancare il protagonista principale di questa splendida opera: l'inconfondibile Red Ale. Smithwick's, la rossa irlandese per eccellenza, dalla bassa gradazione ma con una storia assolutamente da scoprire, dal 1710 fedelmente presente sui banconi dei pub d'Irlanda e non solo. L'ennesima bellissima opera street art presente sull'isola, capace di sintetizzare al meglio l'essenza di questo paese. D'altronde gli ingredienti non mancano affatto. Arte, storia, sport, tra un passato da ricordare e un futuro da scrivere. Magari con una pinta in mano. 🇮🇪 🍻 🧱 🎨
© Irish tales from Rome
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osmosidelladecenza · 1 year
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Sono assolutamente convinta che alcune persone ci portino giù in un contesto di povertà assoluta che non ci appartiene
Facendoci dimenticare della musica, dell’arte, della poesia
All’inizio non sembrerà una tragedia ma è sicuro che la superficialità ci ucciderà
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volumesilenzioso · 7 months
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mi sento estremamente insoddisfatta nonostante gli altri stiano provando a farmi vedere tutti i progressi che ho fatto in questi due mesi. l’anno scorso è stato uno degli anni peggiori della mia vita, un anno intero in cui mi sono completamente abbandonata alla depressione e l’ho fatta impossessare di ogni singola parte di me senza pensarci due volte, arrivata a settembre ho smesso anche di parlare, dicevo al massimo due frasi al giorno e solo se mi sentivo obbligata, stavo sempre da sola, non volevo vedere né sentire nessuno, non rispondevo ai messaggi per mesi, non mi importava di nessuno, men che meno di me stessa. ero sprofondata in un mondo spento e triste che si nascondeva già nella mia testa, un mondo in cui l’unica cosa che ero in grado di sentire era l’odio, un odio smisurato mischiato a tanta, tantissima rabbia: verso il mondo, verso le persone, verso la vita ma, soprattutto, verso me. mi sono sempre odiata, non era una novità, l’autodistruzione e l’autosabotaggio sono sempre stati parte di me, ma l’anno scorso, in quel piccolo mondo dentro la mia testa, tutto quello che faceva già parte di me è cresciuto ulteriormente, e non riuscivo a pensare ad altro oltre alla morte. passavo le giornate sul divano a guardare il soffitto, a un certo punto ho smesso anche di ascoltare la musica, e questo non è assolutamente da me. mi sono allontanata da tutto e ho sperato ogni giorno di perdere improvvisamente il respiro. non riuscivo a smettere di farmi male, era più forte di me. tutto è cambiato quando mi hanno ricoverata perché la mia famiglia era preoccupata, sia per la situazione con l’autolesionismo sia per il peso troppo basso. qualche giorno in psichiatria e tutto è cambiato, ma al tempo stesso non è cambiato niente. ora lavoro, ma il mio lavoro non mi piace, non mi dà niente. vorrei studiare, ma mi sento in ritardo e non mi sento in grado di farlo, nonostante tutti dicano il contrario. ho ancora l’ansia, le paure e i pensieri che avevo prima, perché gli psicofarmaci non sono magici, aiutano un po’, ma il resto del lavoro dovrei farlo io, e lo farei, se solo mi importasse di me. ora mangio, sono tornata normopeso, ma odio il mio corpo ogni giorno di più. ancora penso alla morte, voglio distruggermi, ho la tentazione costante di farmi del male. ho ricominciato a parlare, ma per la maggior parte del tempo vorrei soltanto stare sola e annegare nel mio dolore. quindi si, sono cambiate tante cose, ma non è cambiato niente
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fioredialabastro · 4 months
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Ciao! Vorrei chiederti la 64 e la 72☺️
Ciao! 😊 Grazie per le domande, senza saperlo hai toccato due dimensioni a me molto care. ✨
64. Musica in streaming, Spotify, CD o vinile? 🎶
🎼 Direi proprio tutte e quattro le possibilità (anzi, tre, siccome Spotify rientra nello streaming). La musica è parte di me fin da quando ne ho memoria, pare che sia nata anche con l'orecchio assoluto. L'ho suonata, cantata, e ovviamente ascoltata. Credo che non sia mai esistito un giorno della mia vita in cui non abbia sentito almeno un brano, perché il silenzio totale mi disturba, mi sconcentra, mi innervosisce; ho bisogno di musica per studiare, guidare, lavarmi, cucinare, fare le faccende domestiche, passeggiare in solitaria, leggere, qualche rara volta anche per dormire. Ovviamente il genere cambia in base all'attività da svolgere.
💻 La modalità più utilizzata, quindi, è senza dubbio quella streaming, per una semplice questione di comodità. Tuttavia, essendo una millennial, sono cresciuta con i CD, gli mp3 e i vinili, e il primo amore si sa, non si scorda mai.
💽 Possiedo ancora uno stereo con lettore CD e alcuni dischi che i miei genitori mi facevano ascoltare da bambina, come Pino Daniele, Domenico Modugno e Tchaikovsky, ma anche i classici del jazz che ricevetti in regalo da fanciulla.
📀 Per quanto riguarda i vinili, invece, ho in casa il giradischi di mio nonno, risalente agli anni '60, a valigetta e con la puntina un po' rovinata. Ho anche i suoi dischi, come quello delle colonne sonore dei film più famosi, ma non ho rinunciato negli anni a procurarmi dei vinili miei: uno nuovo, di Edith Piaf, ricevuto in regalo, altri dell'epoca, comprati ai mercatini, come quelli di Sting, ai quali sono molto affezionata.
🎵 Ciononostante, sia i CD che i vinili li ascolto raramente. I primi quando voglio rivivere alcuni momenti della mia infanzia, i secondi, invece, li preservo per occasioni speciali e intime. Non solo perché temo per la puntina fragile del mio giradischi, ma anche perché trovo l'ascolto dei vinili un momento magico, sprecato da gustare in solitaria ma al contempo da condividere solo con chi è disposto ad entrare con te in quel mondo di suoni graffiati che trasudano di storia e mille vite, che nella loro imperfezione ti fanno sentire al sicuro e ti fanno viaggiare oltre il tempo e lo spazio, lasciandoti in una curiosa estasi, fatta di brividi e totale alienazione dal mondo.
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72. Cosa non può mancare in casa tua? 🏡
Amo molto il mondo delle case e dell'interior design fin da bambina, perciò mi ritrovo spesso a fantasticare sulla mia casa ideale, intervallando tra sogni irrealizzabili e ipotesi più concrete e fattibili.
🛋️ L'unico spazio che si può creare in qualsiasi tipo di dimora e che non può assolutamente mancare in nessuna casa che abiterò è la libreria.
📚 Per me i libri non sono solo oggetti, ma anche ricordi personali. Di ciascuna opera cartacea sui miei scaffali ho memoria delle persone, dei luoghi, delle situazioni e delle emozioni coinvolti nell'ottenerla e leggerla. Per tale ragione, se non ho problemi ad entrare in negozio per regalare libri ai miei cari, non riesco a donare né a prestare quelli già miei, perché è come se mi venisse tolta una parte di me, anche se momentaneamente. Allo stesso modo, quelle rare volte in cui li ricevo in prestito, desidero ardentemente acquistarli in separata sede dopo averli restituiti, per sigillare materialmente quel pezzo di vita sugli scaffali tangibili della mia memoria. In sostanza, la mia libreria è un frammento della mia anima e dove vado io, c'è indissolubilmente anche lei, finché morte non ci separi.
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🤓 Per concludere vorrei aggiungere, stavolta senza dilungarmi, altri due spazi per me molto importanti, immancabili se avessi risorse economiche sostanziose:
🌿 Un giardino o come minimo un affaccio su un ampio spazio verde, perché senza il contatto con la natura non ci so stare;
🌊 La vista mare o almeno la possibilità di raggiungerlo velocemente, perché su di me ha un potere curativo incredibile.
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affogonellamarmellata · 7 months
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reiterazione (shakerando + italodisco)
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seoul-italybts · 3 months
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[✎ ITA] Weverse Magazine : Recensione : RM Lo Rende Possibile | 03.07.24⠸
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🌟 Weverse Magazine 🗞
RM Lo Rende Possibile
__ Uno sguardo ai diversi MV per Right Place, Wrong Person  __
__ di SEO SEONGDEOK | 03. 07. 2024
Twitter  |  Orig. KOR 
RM ha scritto Right Place, Wrong Person prima di iniziare il servizio militare, e poi l'ha rilasciato in corso d'addestramento. Per questo motivo, ovviamente, non è stato possibile vedere sue apparizioni alla TV o a programmi in diretta, men che meno scoprire i suoi pensieri e processi mentali relativi all'album. Invece, nel corso di un mese, è stata pubblicata tutta una serie di video performance e video musicali—sei in totale— L'album tratteggia il tipo di persona che RM è diventato oggi. Vorace amante della musica, RM ha tratto ispirazione da diversi generi e si è fatto aiutare da molteplici collaboratori al fine di portare alla luce la sua più sincera visione del mondo. Affiancato – in particolare – da San Yawn dei Balming Tiger, la super star dei BTS si è affidata ai propri gusti personali – invece che volgersi a nomi noti della musica – per creare la sua squadra dei sogni, composta da artisti coreani ed internazionali. Il risultato è qualcosa di più unico che raro, anche per quella fetta di idol K-pop che già si occupa in prima persona della propria musica. RM muove un ulteriore passo al di fuori delle aspettative, distanziandosi dal seguire una mera diramazione dei lavori e dello stile dei BTS – per addentrarsi, piuttosto, in un territorio musicale lui poco noto. Quest'album non è un progettino personale qualsiasi, ma un lavoro dalla produzione e le risorse tipiche dei rilasci su scala internazionale. RM ha dunque attinto dalla sua identità coreana – e, più generalmente parlando, asiatica - per esprimere il suo status di outsider agli occhi del mondo occidentale. E tutto questo è stato possibile proprio perché è un artista K-pop, è un membro dei BTS e si tratta di lui, RM. Come sicuramente già menzionato, la libertà espressiva e linguistica di RM non è solo o tanto un punto di forza, quanto una sua caratteristica identitaria.
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Chiaramente i diversi MV preparati per accompagnare l'album non possono che riflettere la personalità del progetto stesso. “Come back to me”, rilasciato come singolo prima dell'uscita dell'album, vede la regia di Lee Sung Jin, già autore della serie Netflix Beef (Lo scontro). L'anno scorso, Lee ha preso parte ad una conferenza che si è tenuta in Corea e ha condiviso come in passato, “Scrivevo preoccupandomi di come poter creare qualcosa che potesse piacere al pubblico americano”. Mentre ora, ha detto “Cerco di esprimere la mia identità, nei miei progetti.” Il cast principale apparso nel MV di “Come back to me” sono tuttə attori/trici coreanə o parte della diaspora coreana. Nonostante l'atmosfera vagamente aliena, le riprese in interno—esperta opera della direttrice artistica Seong-Hie Ryu—sembrano rappresentare un qualche spazio residenziale in Corea. Come si è visto in pellicole quali Parasite e Everything Everywhere All at Once—e, più recentemente, nelle famosissime serie TV The Sympathizer (Il Simpatizzante / HBO) e Shōgun (FX), d'ambientazione rispettivamente vietnamita e giapponese—è ormai assolutamente normale ed accettato seguire e concentrarsi su tali storie senza dover metter mano e trasporre il contesto linguistico e culturale d'origine.
In un'era in cui la musica coreana non è più sconosciuta è dunque forse possibile puntare a qualcosa di più che la semplice ambiguità culturale o un'estetica esotica, quando si tratta di video musicali? Sembrerebbe un quesito ed una possibilità condivisi da moltə dato che, mentre in passato il K-pop non si è quasi mai distanziato dall'iconografia tipicamente coreana – fatta, ad esempio, di uniformi scolastiche -, negli anni più recenti la scena si è sviluppata ed espansa fino ad includere elementi di cultura ed abbigliamento tradizionali — come l'hanbok— ed il folklore coreano. L'approccio adottato da RM, però, non spicca tanto per la sua modernità, quanto per la qualità cinematografica. Il non-detto è sufficiente a suggerire un'ulteriore e più profonda proliferazione di possibilità ancora inesplorate, e la struttura circolare esprime al meglio le tematiche narrate in quest'album, ovvero la dicotomia giusto/sbagliato, la contraddizione in termini del voler essere se stesso nonostante i dubbi identitari, ed il contrasto tra il desiderio di esplorare cose nuove e l'attenersi a ciò che già si conosce.
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Il video musicale di “LOST!” è stato diretto dal regista Aube Perrie. Perrie si è aggiudicato i premi Best New Director e Best Hip Hop/Grime/Rap Video (International) agli UK Music Video Awards 2021 per i MV di “Chemical” di MK e “Thot Shit” di Megan Thee Stallion e, successivamente, è diventato ancor più famoso grazie al contributo dato ai brani “Music For a Sushi Restaurant” e “Satellite” di Harry Styles. I video musicali di Perrie sono noti per il modo in cui sanno spingersi oltre i limiti dell'immaginario in scenari e situazioni ben precisi. Vi troviamo un collage di stili – tra cui, anche la clay animation (plastilina animata) – e set che ricordano miniature o studi televisivi d'epoca, il tutto mixato insieme in un labirinto escheriano di ripetizioni e paradossi temporali.
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I video di “Groin”, “Nuts”, “Domodachi” (feat. Little Simz) e “ㅠㅠ (Credit Roll)” sono usciti in un secondo momento e sono tutti opera della regia di Pennacky. Questo regista è noto e celebrato nella scena indie giapponese come pioniere dello stile rètro anni ’80s/’90s ed è celeberrimo per le sue collaborazioni con vari artistə asiaticə, anche al di fuori della scena giapponese, come il collettivo musicale coreano dei Balming Tiger, la band singaporeana dei Sobs ed il gruppo indonesiano dei Gizpel. Ma dire che opera unicamente entro i limiti della scena indie non è del tutto corretto, vista la sua partecipazione a progetti di artistə giapponesi famosissimi come le ATARASHII GAKKO! ed altrə appartenenti alla scena mainstream occidentale, quali i Phoenix. Lo stile tipico di Pennacky pervade i video diretti per RM. È evidente la predilezione per una certa estetica ed iconografia���la pellicola 16 mm, un approccio semplice e diretto ad effetti particolari ed affascinanti, cui attinge senza nascondere l'evidente sprezzatura—e la tendenza ad enfatizzare il gusto propriamente giapponese che caratterizza i suoi video, qualsiasi sia la nazionalità dell'artista o la scala del progetto cui partecipa – ad esempio la presenza costante di figure quali il personaggio del lavoratore salariato giapponese ed effetti speciali più vicini alla cultura e tradizione nipponica.
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Tra tutte le sue collaborazioni con RM, però, il video che accompagna la penultima traccia dell'album, “ㅠㅠ (Credit Roll)”, è forse il più degno di nota. RM siede di fronte ad una telecamera mentre il filmato viene riprodotto su una vecchia TV squadrata e, nelle sue immediate vicinanze, gente di diversa età ed origini siede a terra, attorno ad un tavolo tradizionale - bapsang, condividendo un pasto a base di pietanze che potrebbero essere coreane, sebbene sia difficile a stabilirsi. Questi personaggi chiacchierano animatamente senza mai voltarsi verso la televisione. Un gruppo di individui non coreani riuniti per consumare un pasto coreano – o anche solo asiatico, mentre RM si esibisce in TV—quale migliore rappresentazione del rispetto che RM si merita, di quanto dovrebbe esser fiero di se stesso, e del mistero che ancora cela ciò che gli riserverà il futuro? “ㅠㅠ (Credit Roll)” non è solamente un'umile traccia conclusiva in cui l'artista ci ringrazia preventivamente per aver ascoltato fino ai titoli di coda. Alcuni artisti si considerano e/o sono consapevoli d'essere piattaforme e mezzi espressivi di per sé. Right Place, Wrong Person presanta tematiche quali il sentirsi un estraneo, l'essere una star globale, l'approccio a percorsi ancora inesplorati e le difficoltà di adattamento—o forse l'inadeguatezza in genere. La vasta gamma di collaboratori di cui si è circondato RM per questo progetto non fa che arricchire la trama di questi brani e video fondamentalmente appartenenti alla sfera idol, espandendone i concetti e contenuti contestuali. E, come già detto, tutto questo è possibile solo perché si tratta di K-pop, si tratta dei BTS e si tratta di RM.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS ⠸
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multiverseofseries · 26 days
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Beetlejuice (1988)
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Tim Burton ci mostra la sua bizzarra visione dell'aldilà in un film folle e geniale
Delirio infernale
Beetlejuice è uno dei primi film della carriera di Tim Burton. Sebbene scegliere tra i suoi lavori sia operazione difficile e complessa, possiamo dire che sia anche uno dei migliori.
A voler essere più precisi, Beetlejuice è uno dei film più completi di Burton, nel senso che contiene già tutti gli elementi che faranno di lui un regista tra i più particolari e unici tra i contemporanei e che sarebbero stati poi sviluppati ampiamente con i lavori successivi.
Che Burton sia un ex disegnatore, è chiaro fin da subito: le sue inquadrature, i colori, i personaggi e ogni aspetto del suo lavoro portano il marchio di un artista del disegno. Inoltre la sua follia visionaria è talmente straripante da riversarsi in ogni sequenza.
Il film si apre con una panoramica del paese in cui la storia è ambientata, che si rivela poi il plastico a cui il protagonista sta lavorando, primo segnale della fusione (o confusione) tra realtà e finzione che troveremo, sia qui che in quasi tutti i film successivi dell'autore.
Beetlejuice è una miscela di atmosfere gotiche e surreali, ma allo stesso tempo ironiche ed eccessive, tanto da suscitare raramente inquietudine e deviare sempre verso la commedia, nonostante la potenzialità horror della storia. Infatti, a pensarci, l'idea dei fantasmi intrappolati nella loro casa, costretti a spaventare e cacciare via i nuovi inquilini, sarebbe potuto diventare un horror in mani diverse e con una sceneggiatura diversa.
Ovviamente Burton la affronta secondo le sue inclinazioni, si procura una sceneggiatura adatta a sfruttare il suo talento visionario (sebbene non accreditato, il soggetto dovrebbe essere anche suo) e a sua volta ne sfrutta tutte le potenzialità nel trasformarla in film.
L'ironia la fa da padrone e pervade tutte le scene di Beetlejuice, dalla splendida e delirante visione dell'aldilà in Burton Style, con il Manuale del novello deceduto e i pittoreschi deceduti in sala d'attesa, al bellissimo contrasto tra la piccola dark Lydia e la sua famiglia mondana. Il tutto culminante nella meravigliosa sequenza della cena al ritmo di Day-O di Harry Bellafonte, che da sola varrebbe il film e un oscar.
L'aldilà di Burton è un luogo infarcito di personaggi bizzarri, macabri quanto buffi, governato da una burocrazia paragonabile a quella dei nostri uffici comunali, con tanto di sala d'attesa, pratiche da affrontare e trafile da seguire.
A concretizzare la visione ironica, nonché onirica, di Burton, troviamo uno splendido e folle Michael Keaton irriconoscibile sotto un trucco che ha valso un oscar al film, assolutamente esplosivo e incontenibile, perfetto nel suo delirio e nella sua interpretazione dell'esorcista di umani, denso di una cattiveria da fumetto che solo Burton poteva portare sullo schermo con tanta efficacia, senza scadere nel volgare nonostante gli eccessi del personaggio.
Ma non sono da meno neanche gli altri caratteristi del film, da Catherine O'Hara e Jeffrey Jones, che dipingono alla perfezione i Deitz, la coppia che prende possesso della casa dei Mailands alla loro morte, a Wynona Ryder, anche lei del tutto a suo agio ed equilibrata nell'ironico ruolo della ragazzina dark e depressa, che l'ha fatta conoscere al grande pubblico, oltre a renderla attrice cult per tutta una generazione di spettatori.
Efficaci anche i due sposini-fantasmi protagonisti del film: Alec Baldwin e Geena Davis, in equilibrio tra romanticismo da coppietta e lo smarrimento della loro condizione di fantasmi inesperti.
Buoni anche gli effetti, considerando i costi contenuti dell'intero film, soprattutto il bellissimo trucco ad opera di Steve LaPorte e Ve Neill, vincitore di un premio oscar, come già accennato.
La musica è di Danny Elfman, come per quasi tutti i lavori di Burton successivi, evocativa e tinta di spettrale euforia, del tutto adatta alla regia ed alla storia.
Il lieto fine del film arriva dopo un susseguirsi di trovate di grande vivacità, lasciando il ricordo di un film frizzante, piacevole e del tutto godibile, condito da una freschezza narrativa che il Burton successivo perderà in parte a favore di temi e tempi più ragionati e maturi.
Volendo a tutti i costi trovare difetti in Beetlejuice, possiamo dire che forse Burton ha messo troppo in un unico film, spinto dalla voglia del quasi esordiente. Questo non ha reso meno bello il film, ma gli ha impedito di dare il giusto risalto alle scene migliori e di rendere il lavoro finale del tutto bilanciato.
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1 ami il giorno o la notte?
2 cosa ti mette allegria?
3 il tuo carattere?
1. Notte assolutamente
2. La musica
3. Sono una persona molto introversa, che ci mette molto ad entrare in sintonia con le persone, però con quelle giuste esce il mio lato estroverso
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pettirosso1959 · 5 months
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Sì, siamo boomer, cioè vecchi che fanno cose da vecchi a cui piace musica obsoleta e barbosa, agli occhi di tanti giovani di oggi, e questa musica (Rock, Pop, per non parlare della Classica in generale, la lirica poi...) a loro non dice assolutamente niente, perché? Perché la deriva culturale non trova più freni nella discesa verso la bruttezza.
E così che spuntano "artisti" che mostrano e fanno mostrare banane appiccicate, Venere con stracci, oppure stronzi a Firenze, e anche tanti "musicisti" che sfornano autentici troiai "trapper" e "rapper" e altro.
È così che un pagliaccio vince in Europa mentre altri molto più validi (Isaak, per esempio) non vengono minimamente ascoltati da orecchie non più abituate a sonorità, vocalità e composizioni create, queste sì, da autentici Maestri.
A questi poveri di cultura se facciamo ascoltare Firth of Fifth dei Genesis oppure Aria sulla quarta corda di Bach, o Vivaldi come i King Crimson, musicisti geni come Lucio Battisti o Steve Howe, o i tipacci del video testé postato, ritorneranno tutti a quel tipo di cui parlavo prima. Anche se tra qualche tempo se ne dimenticheranno perché verrà fuori un altro pagliaccio anche peggio di questo.
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pescettaspelacchiatas · 3 months
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ascolto musica che mi da di borghese radical chic, fiamme e anime alla deriva.
assolutamente lontano da cosa voglio essere io. e sotto sotto sono esattamente come non voglio essere.
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