#arte della seta
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fashionbooksmilano · 1 year ago
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Cinquant'anni dei Tessuti d'Arte Lisio
Antica e nuova Arte della Seta nei Tessuti Lisio
Vallecchi 1956, 70 pagine,  21 tavole fotogr. a colori fuori testo con descrizione a lato, 25,5 x 35 cm
euro 50,00
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Antica e nuova Arte della Seta nei Tessuti Lisio
28 Gennaio 1906-1956
Notizie storiche e biografiche tavole illustrative
Nel 1906 Giuseppe Lisio fonda la sua prima manifattura a Firenze. Da allora, la Fondazione Lisio prosegue la produzione di pregiati velluti e broccati in seta, sempre tessuti a mano sugli stessi antichi telai Jacquard, con lo stesso unico scopo: mantenere viva l’arte della tessitura di stoffe di pregio.
13/06/23
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lunamagicablu · 9 months ago
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Camminare in un Bosco d’inverno è sempre un’esperienza intensamente spirituale. Il SILENZIO è assoluto, ovattato, liscio e morbido come un velluto di seta . Anche gli uccellini tacciono, rannicchiati al caldo dei loro nidi.
I rami degli alberi, ancora spogli, disegnano nel cielo chiaro preziosi merletti. Il Sole pallido, quasi come una Luna, spande sulla Natura i suoi tiepidi raggi. La TERRA, che sembra addormentata, già culla nel suo grembo, l’ esplosione di vita della Primavera.
La quiete ti accarezza l’Anima come un benefico balsamo. Riaffiora dentro al cuore, l’ innocenza di fanciulla, quando lo spettacolo della Natura era stupore, meraviglia, miracolo e…magia … MARZIA ORTOLANI art britta-jacobs- ******************** Walking in a forest in winter is always an intensely spiritual experience. SILENCE is absolute, muffled, smooth and soft like silk velvet. Even the birds are silent, huddled in the warmth of their nests.
The branches of the trees, still bare, draw precious laces in the clear sky. The pale Sun, almost like a Moon, spreads its warm rays over Nature. The EARTH, which seems asleep, already cradles the explosion of life of Spring in its womb.
The quiet caresses your soul like a beneficial balm. The innocence of a girl resurfaces within the heart, when the spectacle of Nature was amazement, wonder, miracle and...magic... MARZIA ORTOLANI art britta-jacobs- 
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inariedwards · 11 months ago
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meitoscringe · 1 year ago
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reminder to myself of all the books I gotta read/read again
really blurry images ahead
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Here we go.
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Arte dell' Oceania:
Small fascicolo about Polynesian art (not read)
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Anima sonora:
Poetry book my teacher/the writer gave me for free (read again)
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Mythical irish wonders:
Book about mythical irish wonders (not read)
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La donna dal kimono bianco:
Post ww2 Japan, historical piece about the struggles of mothers of mixed Japanese/American kids (Read again in 5 years this shit destroyed me)
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Botteghe di Tokyo:
A book illustrating different Tokyo shops in watercolor (read ?, look at)
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Storie segrete della Via della Seta:
Book about the silk road. (Not read, got to page 31)
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Spiriti e creature del giappone:
Book about Japanese spirits and creatures (Not read)
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Samurai:
Book about samurai (not read, got to page 42 but I should definitely restart)
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La vera arte é non farsi beccare:
Book about street art + interviews with Bansky (not read)
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La ragazza che cadde in fondo al mare:
Ancient Korean myth (not read) /could be a modern retelling I'm unsure/
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Cien años de soledad:
This one doesn't need a description. (Not read)
+ ALL 42 PDFS ABOUT VENEZUELAN HISTORY I SAVED!!! INCLUDING THE 2 BOOKS I DOWNLOADED
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Sanzuwu/Yatagarasu (parte 1)
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Mi piace questo sottile paragone tra gli umani/youkai e il corvo/coniglio e quindi Sole/Luna,Yang e Yin (ricordate che il Maten Kyo e il Seiten Kyo sono le Scritture che dominano lo Yin e Yang rispettivamente, tanto che lo stesso Maten Kyo aveva un lignaggio demoniaco prima dell’Anomalia) ma la cosa che ha attratto la mia curiosità è l’ultimo disegno raffigurante lo Yatagarasu o più precisamente il Sanzuwu (三足烏). Sappiamo come nella Minekura molti concetti, storie, miti ecc. spesso siano fusi e con-fusi come in questo caso e dunque vi è la necessità di scindere i vari pezzi pertanto dividerò in due parti (si spera XD) questa analisi.
Origini
Prima di parlare di esso però voglio agganciarmi al mito cinese implicito nell'ultima frase di Ukoku, come si può notare si vede un corvo (o cornacchia più probabilmente considerato l'areale di distribuzione del Corvus macrorhynchos colonorum nell'area del sito neolitico della cultura Yangshao e del Corvus macrorhynchos tibetosinensis se consideriamo la sovrapposizione geografica col C.m.colonorum della dinastia Shang), dalle parvenze più della fenice Fenghuang che di un corvide, inscritto nel disco solare poiché nel mito cinese e in quello giapponese derivato dal primo il corvo/la cornacchia è legato al Sole. In Cina le prime testimonianze del corvo solare (lo chiamo così perché come viene di solito chiamata “corvo/cornacchia a tre zampe” non mi convince molto e ve lo spiegherò più avanti) risalgono già nel 5000 a.C. dove viene rappresentato come uccello totemico e pare che il luogo d’origine di questa figura è Shandong provincia costiera situata lungo la regione più orientale della Cina. 
Già nelle ceramiche neolitiche risalenti dal 5000 al 3000 a.C. troviamo la rappresentazione del corvo solare,detto anche Sanzuwu, nelle culture Yangshao e Longshan. Altre scoperte archeologiche nel villaggio Quanhu-chun (città di Liuzi-zhen, provincia di Shaanxi) rivelano la presenza di ceramiche su cui è rappresentato l’uccello totemico sulle cui ali spicca il Sole. Interessante notare come nella cultura Yangshao oltre al corvo solare gli è affiancato nella rappresentazione un rospo su una Luna crescente.
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Notare il corvo a sinistra e il rospo sulla Luna a destra rappresentati in questo dipinto trovato nel sito archeologico di Mawangdui. L'immagine è lo stendardo del corteo funebre dipinto su seta della dinastia Han occidentale trovato nella tomba Mawangdui Han di Xin Zhui, nota anche come Signora Dai (morta nel 168 a.C.), raffigurante il rospo lunare (in alto a sinistra) e il corvo solare (in alto a destra). Qua vedete lo stendardo nella sua interezza, notare come ancora sia presente quell'antica traccia tripartita del mondo (cieli, mondo umano e mondo di sotto o aldilà di sciamanica memoria).
Questa rappresentazione già antica di 7000 anni,continuò per altri 3000 anni fino a che l’uccello divenne un corvo (o cornacchia) dorato e la rana in un rospo,ritratto di un credo secondo cui il corvo è l’anima del Sole mentre il rospo l’anima della Luna.
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Sanzuwu, dal sito: https://baike.baidu.com/item/%E9%87%91%E4%B9%8C/1513627?fromtitle=%E4%B8%89%E8%B6%B3%E9%B8%9F&fromid=5475459
È molto probabile che il motivo del corvo solare e il mito dei dieci corvi (che spiegherò anch'esso più avanti) si siano originati col popolo Shang il cui mito proliferò dal sud fino alla provincia Fujian,da notare tra l’altro che il loro mito della creazione asserisce che essi siano nati dall'uovo dell’uccello nero.
Nel libro di Sara Allen, Shape of the Turtle: myth, art and cosmos in early China, si dice:
“There appears to be an association between the ten-sun tradition and southern China. It might be argued that this was not a Shang tradition retained in the south during the Zhou, but one which originated in the state of Chu – a number of Shang sites in the Chu region and the connection between Shang and Chu culture has been confirmed by archaeological excavation. The most extensive finds were from Tianhu in Luoshan County, just south of the Huai River in southern Henan Province well connected to the south.  The Zhou ruler claimed this title “wang” or king exclusively for the son of heaven tianzi  history, in the Shang Dynasty, the rulers of many states used this title and were recognized by the Shang ruler who was also called king (wang).���
Col passare del tempo il mito dei dieci corvi solari si trasformò in quello dell’unico corvo solare e questo avvenne quando la dinastia Zhou conquistò e dominò sulla dinastia Shang nel 1045 a.C. da dieci corvi si passò ad uno solo tant'è che lo stesso Mencio cita Confucio dire “Il Cielo non ha due soli,i popoli non hanno due re…” comunque a livello popolare la credenza e il mito dei dieci soli rimase. A livello folkloristico si diceva che i dieci Soli fossero appollaiati sui rami del gelso (genere Morus) chiamato Fusang, situato ad Est ai piedi della Valle del Sole e che quindi questo albero fungesse da luogo d’origine dei dieci Soli.
Per capire come mai il corvo/cornacchia è una figura importante devo fare un’introduzione alla religione Shang impermeata di elementi sciamanici, ritualistici e religiosi vari, quindi scusatemi se vi rompo le balle con queste digressioni ma sono utili per meglio capire queste cose (cara Minekura quanto mi fai “dannare” per separare i vari pezzi che sapientemente hai fuso e con-fuso XD, non è vero lo adoro!).
Religione Shang
La religione del popolo Shang è molto vasta e complessa in quanto unisce elementi vari quali cerimonie, teologia, dogmi, rituali, divinazioni, elementi sciamanici ecc. La prima cosa da tenere in mente è l’importanza e il ruolo rilevante che il culto degli Antenati, con relativi sacrifici, aveva nel popolo Shang. La genealogia regale conteneva 35 Antenati storici, che includeva sia i regnanti pre-dinastici che dinastici con le relative consorti. Ad essi sono associati i miaohao ossia i “nomi-templi” a cui sono dati offerte e rituali vari. Oltre a questi troviamo figure storiche che hanno svolto il ruolo di importanti ministri quali Huang Yin, Yi Yin, Xian Wu e Xue Wu e insieme a loro ci sono figure mitologiche i cosiddetti gaozu ossia gli “Alti Antenati” e sono Nao, Er e Wang Hai.
Non è semplice poter schematizzare la religione Shang, tuttavia è possibile farsi un’idea tramite la seguente suddivisione:
Dio (o Dei) supremo: Di
Dei cosmici: Fang, Dongmu, Ximu
Forze naturali: Sole, Luna, Stelle, Fulmine, Pioggia
Spiriti naturali: Tu, Yue, He
Antenati mitici: Nao, Ji, Wang Hai, Wang Heng
Antenati pre-dinastici: Shang Jia,Bao Yi, Bao Bing, Bao Ding, Shi Ren, Shi Gui
Antenati dinastici: Da Yi, Da Ding, Da Jia, Bu Bing poi basta perché non ne ricordo più, sono un bel po'
Consorti degli Antenati dinastici: Bi Jia, Bi Yi ricordo solo queste due
Ministri reali: Huang Yin, Yi Yin, Xian Wu, Xue Wu, Jin Wu, Mie
Come detto i rituali svolgevano un ruolo dominante, ma anche come, quando farli e quali tipi (tutto questo era inciso sulle ossa da oracolo) ad esempio i sacrifici prevedevano molti tipi di cose e i più comuni erano: cibo, vino, buoi, maiali, pecore e cani (curioso poi che fosse praticata anche la castrazione di questi animali, soprattutto dei maiali). Oltre a questi si aggiungevano animali selvatici catturati durante le spedizioni venatorie e i sacrifici umani (guerrieri catturati e il metodo usato per il sacrificio era la decapitazione). Lo ammetto che sono della forte idea che lo Sciamanesimo abbia svolto un ruolo fondamentale in tutto questo in quanto era necessario il contatto tra i vari mondi (Inferiore, di Mezzo e Superiore) e per farlo erano necessari riti e offerte varie ma bisognava anche effettuarli nel modo corretto come la tradizione sciamanica esige, che poi sia divenuta una religione pre-burocratica non lo escludo anzi come tutte le cose c’è sempre evoluzione.
I sacrifici di vino e animali avevano proprio lo scopo di influenzare le forze cosmiche al fine di ottenere vantaggi, il che è più che naturale e logico. Le divinazioni avevano poi come scopo ultimo quelle di poter far diventare il regnante deceduto un Antenato per poi accedere al Dio supremo Di il quale controlla tutte le forze cosmiche e naturali, quindi si arrivava a negoziare ed eventualmente a controllare tali spiriti, Antenati e forze. Ai gaozu erano sacrificati ad esempio i buoi (gli animali grandi erano da preferirsi a quelli piccoli), specie se bianchi perché rari ma anche altri animali di colore bianco e in certi frammenti ossei su cui erano incise le divinazioni anche “uomini bianchi”,ma il carattere cinese bai per alcuni è da intendersi come “cento”.
Lo so che c’è molto, moltissimo da dire ma è per dare un’idea molto generale di quello che era la religione Shang, ora torniamo al nostro corvo.
Perché il corvo/cornacchia?
Il corvo (o cornacchia) è associato ai re Shang e alla dinastia Shang in generale e sappiamo come i regnanti divenissero gaozu una volta morti e come il regno dei vivi e dei morti sia altamente connesso,poiché il morto continua ad esistere come Antenato (tradizione sciamanica). Il mito Shang parla dei dieci Soli, il gruppo che governava aveva una relazione totemica con tali Soli e questo mito è intrinsecamente legato alla cultura Shang. Sappiamo anche che i corvi sono appollaiati sui rami del Fusang, albero di gelso i cui frutti sono rossi o bianchi e nelle iscrizioni oracolari ossee si dice che da esso ci siano molte bocche da cui si appollaiano i Soli, curioso poi notare come il carattere cinese che indica l’albero significhi anche “supporto” a significare come esso funga da supporto per i Soli (non è infrequente nelle mitologie la presenza di un albero che sorregga qualcosa che è vitale per il mondo). Un’altra cosa interessante, leggendo le parole di Ukoku in merito al fatto che i corvi risiedano all'interno delle macchie solari, è un passaggio del Shanhaijing un testo classico cinese che descrive vari luoghi e culture in modo mitologico. In esso si dice: “All'interno dei Soli ci sono giovani corvi; nella Luna rospi.” Anche nelle tombe della dinastia Han (ben postuma alla dinastia Shang) troviamo i Soli con i corvi inscritti e la Luna col rospo, notare poi che i corvi hanno due zampe e non tre, tuttavia in alcune tombe vedremo già tre zampe. Anche nella cultura giapponese né il Kojiki né il Nihon Shoki menzionano che lo Yatagarasu ha tre gambe, e il primo riferimento allo Yatagarasu con tre gambe è Wamyō Ruijushō (un dizionario giapponese di caratteri cinesi.), scritto a metà del periodo Heian (intorno al 930), e si pensa che a quel tempo volta Yatagarasu venne identificato con il corvo solare (a tre zampe), un uccello mitico della Cina e della Corea, e divenne a tre zampe. È possibile che la credenza nell'uccello come messaggero degli dei, originariamente esistente nella mitologia giapponese, si sia fusa con la credenza cinese nell'uccello spirituale del sole.
Per oggi mi fermo continuo la prossima volta con la seconda parte.
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afnews7 · 5 days ago
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Lorenzo Mattotti, Nicolas de Crécy, Icinori e Thomas Ott per Louis Vitton
http://www.afnews.info segnala: Si chiama LV Art Silk Squares la nuova collezione firmata Louis Vuitton, che vede protagoniste 5 versioni dell‘iconico carré in seta della Maison, realizzate in collaborazione con artisti del panorama internazionale contemporaneo. Cinque per l’appunto i creativi coinvolti: il collettivo tedesco di pixel-art eBoy, il duo di designer…
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enkeynetwork · 22 days ago
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claudiotrezzani · 2 months ago
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Santiago non si sarebbe seduto lì, aveva da battagliare con il marlin.
Santiago?
Sì, Santiago il pescatore, il protagonista de "Il vecchio e il mare" (con buona pace del titolo originale inglese) di Ernest Hemingway.
Qui invece abbiamo "le sedie ed il mare".
Può un'atmosfera risultare intima nonostante spazi verso l'infinito?
Sì, se la firma è di Maria Luisa Corapi e Odilia Liuzzi.
Perché  se l'orizzonte conferisce respiro, è il primo piano a recare i crismi dell'icasticità.
Icasticità grafica, quella di Maria Luisa.
Il rigore del ferro; il complemento dell'ombra.
Un tintuale calore, ma che s'incammina verso soffusità.
E soffusità generale è la cifra stilistica di Odilia.
Delicatezza e raffinatezza di cromie.
E quel cielo di seta, laggiù, che par derivare dalla serica leggiadria della tenda.
O di quando, in Fotografia - quando l'esito è alto - un umile manufatto è giusto l'incipit di una poesia.
All rights reserved
Claudio Trezzani
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carmenvicinanza · 5 months ago
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Biki
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Biki è stata una importante imprenditrice della moda che ha contribuito a lanciare il made in Italy nel mondo.
Ha vestito attrici e teste coronate e, soprattutto, ha forgiato lo stile di Maria Callas che si affidava completamente al suo gusto.
Nata a Milano il 1 giugno 1906 come Elvira Leonardi, portava il nome della nonna, sposata in seconde nozze con il compositore Giacomo Puccini che era solito chiamarla affettuosamente col soprannome Bicchi, birichina, più tardi trasformato in Biki, su suggerimento di Gabriele D’Annunzio. Cresciuta in un ambiente colto e raffinato, tra musica, teatro e arte, aveva sviluppato, sin da piccola, un gusto naturale per l’eleganza.
Aveva imparato a fare la maglia e cucire grazie alla nonna Elvira, durante la Grande Guerra. Dopo gli studi al liceo Manzoni, frequentando il mondo dell’arte e della cultura, aveva viaggiato spesso in Europa per seguire le tournée di Arturo Toscanini, padre della sua cara amica Wally, in Francia, allora patria della moda mondiale, aveva avuto modo di apprezzare lo stile dei couturiers e trarne ispirazione.
Nel 1934, la sua prima esperienza imprenditoriale è stata Domina, casa di biancheria intima che proponeva camicie da notte che somigliavano ad abiti da sera, scollate, trasparenti e sensuali che destarono scandalo e, insieme, ammirazione.
Dopo il successo del nuovo modo di vestire la notte, decise di mettersi in proprio e creare capi di alta sartoria, abiti da gran sera e tailleurs. In breve era diventata la sarta delle maggiori personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e della finanza.
Nel settembre 1936 ha sposato Robert Bouyeure, antiquario francese, con il quale ebbe una forte intesa anche in campo lavorativo. L’anno seguente nacque la loro figlia Roberta, che ha seguito le orme della madre e lavorato con lei fino alla fine.
Dopo la crisi provocata dalla guerra, per risollevarsi, ebbe l’intuizione di mettere la sua arte al servizio delle mutate esigenze sociali e, in un clima profondamente cambiato, pur restando fedele al suo stile, lanciare la prima linea di prêt-à-porter.
Per prima, per sostenere i costi, ha utilizzato fibre sintetiche e artificiali e costruito alleanze con fabbriche di tessuti.
Il suo stile si caratterizzava per gli accostamenti audaci di colori e di tessuti, come il blu marino e il verde mela, il viola e il blu, il giallo e l’arancio, e l’unione di pelle e chiffon, tela e jersey di seta, feltro e raso.
Dalla metà dei Cinquanta alla metà dei Sessanta ha consolidato uno stile italiano che non imitava più la haute couture francese.
È stato il suo decennio d’oro. Grazie al contributo del couturier francese Alain Reynaud, marito di sua figlia, la sua maison ha conosciuto uno sviluppo internazionale. La trasgressione lasciava il posto alla linearità e impeccabilità dello stile.
In quegli anni ha aperto negozi in varie località italiane e svizzere, come Saint Moritz, Portofino e Roma e poi ancora in Francia, negli Stati Uniti e ancora in Giappone, dove ebbe grande popolarità.
È stata questa l’epoca della cliente più nota, Maria Callas, conosciuta nel 1951, di cui ha inventato il look e che, da testimonial d’eccellenza, con le sue tournée in giro per il mondo aveva rafforzato la fama della sartoria. Il loro è stato un sodalizio iconico di amicizia e stile.
È di Biki anche l’abito nero indossato da Jeanne Moreau nel film La notte di Michelangelo Antonioni, del 1961.
Questa signora appartenente a una classe sociale che non aveva bisogno di lavorare, si è impegnata fino all’ultimo giorno della sua vita. Non amava farsi chiamare stilista ma semplicemente sarta. Insignita del titolo di Commendatore prima e di Grande ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica italiana, poi, è stata, per diversi anni, nel consiglio d’amministrazione del Corriere della Sera. 
Aveva ereditato dalla madre, che si era risposata con Mario Crespi, uno dei maggiori proprietari, una grossa fetta di azioni dell’impero editoriale.
Ha tenuto rubriche di moda su varie riviste e alla radio.
Dopo gli anni sessanta, che hanno visto il fiorire della rivoluzione anche negli abiti, in contro tendenza, ha lanciato una moda molto sobria, destabilizzando coi suoi abiti da sera confezionati in tweed.
Ha abbandonato le passerelle solo negli anni Ottanta, per dedicarsi al nascente mercato asiatico e alla sua Biki-Japan.
Con la sua morte, avvenuta il 24 febbraio 1999, la maison è stata chiusa.
La documentazione relativa alla sua vita e attività creativa, è depositata presso le Civiche Raccolte Storiche del Comune di Milano.
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fashionbooksmilano · 2 years ago
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Trame Giapponesi  Japanese Tales
Costumi e storie del Teatro No al Museo d’Arte Orientale di Venezia
Costumes and Stories from No Theatre at the Museum of Oriental Art in Venice
A cura di Marta Boscolo Marchi
Antiga Edizioni, Crocetta del Montello 2022, 160 pagine, brossura, ill.a colori, 22 x 28 cm, Testo italiano e inglese, ISBN  9788884353016
euro 30,00
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Il catalogo si compone di alcuni saggi introduttivi dei maggiori studiosi del teatro No- in Italia, sulla rappresentazione, i costumi, gli strumenti musicali che accompagnano la performance e sul primo spettacolo di teatro No- tenutosi a Venezia nel 1953. Nella collezione del Museo d'Arte Orientale di Venezia si conservano xilografie dei maggiori autori dell'Ottocento come Hokusai e Hiroshige, alcune delle quali raffiguranti la lavorazione della seta e alcune delle leggende che diedero origine ai drammi più noti del teatro No-, che accompagnano l'esposizione dei costumi e degli strumenti musicali. Il Museo possiede sontuosi costumi in seta e oro, abitualmente non visibili al pubblico per motivi di conservazione, che nel volume Trame Giapponesi sono pubblicati con le loro schede tessili: tra questi kariginu, atsuita, karaori, hangire, oguchibakama. In contrasto con la sobrietà della scenografia, ridotta all'essenziale, i costumi degli attori spiccano per fasto e preziosità, catalizzando prepotentemente l'attenzione del pubblico. Il volume riporta inoltre gli strumenti musicali dell'hayashi e l'orchestra per il No-, ovvero il flauto e le tre diverse percussioni (otsuzumi, kotsuzumi, taiko), che sono eccellenti pezzi artistici in lacca dorata, pelle e seta. La pubblicazione è completata da una scelta di fotografie di Fabio Massimo Fioravanti, fotografo che da anni si dedica alle riprese del teatro No- in Giappone.
13/01/23
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pikasus-artenews · 6 months ago
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LA VIA DELLA SCRITTURA Settecento anni di arte calligrafica tra oriente e occidente
Nel settimo centenario della morte di Marco Polo il Museo Correr propone un percorso espositivo in cui la via della seta diventa la via della scrittura
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personal-reporter · 7 months ago
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La storia tra le righe 2024 a Legnano
Torna a Legnano il Festival storico letterario La storia tra le righe, nato su impulso di Fondazione Palio e del Comune di Legnano, ideato e curato da Incipit Eventi culturali e letterari di Amanda Colombo, con la collaborazione delle università Cattolica del Sacro Cuore, Statale di Milano, Università degli Studi Milano Bicocca e Fondazione Arte della Seta Lisio-Firenze. La seconda edizione,…
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clearlyangrylove · 9 months ago
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Il Freedom Theatre di Jenin di nuovo sotto attacco, ma questa volta la solidarietà internazionale si fa sentire
Della Storia del piccolo teatro, e poi del Teatro della Libertà ne parlavo tempo fa
:https://www.tumblr.com/edizionistellecadenti/168136545951/a-jenin-sognano-ancora-un-teatro-un-libro?source=share
Da allora il Teatro ha fatto molta strada, e ha vissuto le vicissitudini di essere un teatro in un paese occupato che intende cancellare la cultura e la identità dei palestinesi. Jenin è uno dei punti focali della repressione. È di pochi giorni fa la notizia della incursione violenta dell'esercito nella sede del teatro, che ha lasciato distruzione e violazione persino dei muri, a cui è seguito l'arresto violento di tre persone, il direttore artistico del teatro, Ahmed Tobasi, il produttore Mustafa Sheta, e un diplomato dei corsi del teatro Jamal Abu Joas. 
Tobasi è poi stato rilasciato dopo poche ore, AbuJoas dopo una settimana di detenzione mentre Seta si è visto affibbiare sei mesi di detenzione amministrativa, quindi senza accuse o processo, ed ha potuto vedere solo per 10 minuti il suo avvocato, a sua volta convocato per rispondere a un tribunale militare.
Ma in questi anni il teatro si è fatto conoscere nel mondo, ed ha stabilito legami con altri teatri, che ora si stanno muovendo a sostegno del Teatro della Libertà.
Di seguito il link all'articolo originale : https://www.972mag.com/freedom-theatre-jenin-art-world-protests/
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lamilanomagazine · 9 months ago
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Presentata al Museo di Arte Orientale la "Trieste Chinese Week 2024" in occasione del capodanno cinese.
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Presentata al Museo di Arte Orientale la "Trieste Chinese Week 2024" in occasione del capodanno cinese. Questa mattina (sabato 3 febbraio) al Civico Museo di Arte Orientale (via San Sebastiano 1) è stata presentata la "Trieste Chinese Week 2024", in vista del capodanno cinese, che celebra l'ingresso nell'anno del drago. Per l'occasione, qui è stata inaugurata la mostra fotografica "Pechino. I colori della metamorfosi in un album di fotografie italiane di inizio Novecento", visitabile fino a sabato 10 febbraio. Contestualmente una serie di appuntamenti culturali si svolgeranno anche al Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl (Palazzo Gopcevich, via Rossini 4). Sono intervenuti l'assessore a Cultura e Turismo Giorgio Rossi; il sinologo e presidente dell'Associazione Culturale Nuove Vie della Seta Xu Gao; il conservatore del Civico Museo d'Arte Orientale Francesca Avignone; il volontario curatore del progetto "Trieste Chinese Week 2024" Simone Starc. Ha dichiarato l'assessore Giorgio Rossi: "Il Comune di Trieste con l'Associazione Culturale Nuove Vie della Seta ha rapporti importanti, basati sui valori dell'amicizia e del reciproco rispetto, che nascono dalla storica presenza in città della comunità cinese, la quale apporta un contributo positivo all'interno del tessuto culturale e produttivo di Trieste. È significativo il fatto di svolgere questa presentazione al Civico Museo di Arte Orientale, in quanto è un luogo di cultura". In seguito l'assessore Giorgio Rossi ha rivolto un augurio in particolare ai bambini e ai ragazzi della comunità cinese cittadina, che erano presenti con un'ampia rappresentanza per l'occasione. Successivamente il professor Xu Gao ha spiegato in che modo Trieste rappresenti un caso unico in Italia nella diffusione della lingua e della cultura cinese (si faccia riferimento al paragrafo finale). LA MOSTRA FOTOGRAFICA Il Comune di Trieste co-organizza la mostra fotografica "Pechino. I colori della metamorfosi in un album di fotografie italiane di inizio Novecento", curata dall'Associazione Culturale Nuove Vie Della Seta di Trieste. Resterà aperta fino al 10 febbraio (in orario 10-17, ingresso libero) nelle due sale espositive al piano terra del Civico Museo di Arte Orientale (via San Sebastiano 1). Comprende una ventina di fotografie, che raccontano ai visitatori una Pechino di inizio Novecento, apparentemente lontana e inaccessibile, ma di fatto ancora viva nelle forme e nei colori per cui oggi è conosciuta. Il percorso inizia laddove si era interrotta la mostra fotografica dell'edizione 2020 della "Trieste Chinese Week", intitolata "La testa del drago. I primi mattoni della Grande Muraglia in un album di fotografie italiane di inizio Novecento". Iniziando con l'Antico Osservatorio Astronomico costruito nel 1442 (dinastia Ming), l'itinerario prosegue a illustrare la coesistenza di luoghi di culto: un tempio confuciano, una chiesa cristiana e una pagoda buddista. In seguito si vedono soprattutto scorci della Città Proibita, costruita tra il 1406 e il 1420 (dinastia Ming), e del Palazzo d'Estate, dove l'imperatore trascorreva le estati tra ponti, arcate e barche. Il percorso si chiude con Deshengmen ovvero la "Porta del Virtuoso Trionfo", una delle poche porte rimaste delle mura della capitale. Alcune fotografie in bianco e nero sono accompagnate dalla versione moderna degli stessi luoghi, immortalati in scatti a colori, a testimoniare le numerose trasformazioni di Pechino. LE VISITE GUIDATE È inoltre previsto un programma di visite guidate, destinate al pubblico e agli studenti delle classi di lingua cinese dell'I.s.i.s. Carducci - Dante. Per partecipare è richiesta la prenotazione (e-mail: [email protected]; telefono: 388 8783798; costo del tour: 3 euro a persona; durata: 90 minuti circa). Tutte le visite saranno guidate dal professor Gao Xu, presidente e sinologo dell'Istituto Nuove Vie della Seta, e si svolgeranno al Civico Museo di Arte Orientale (via San Sebastiano 1), coinvolgendo sia la mostra fotografica che il Museo, nel seguente calendario: - Sabato 3 febbraio (ore 10.30, 12, 15); - Domenica 4 febbraio (ore 10.30, 12, 15); - Lunedì 5 febbraio (ore 15); - Martedì 6 febbraio (ore 15); - Giovedì 8 febbraio (ore 15); - Venerdì 9 febbraio (ore 15); - Sabato 10 febbraio (ore 10, 11.45). GLI EVENTI ALLO SCHMIDL Ulteriori iniziative avranno luogo nella Sala Bobi Bazlen del Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl (Palazzo Gopcevich, via Rossini 4). Per partecipare è richiesta la prenotazione (e-mail: [email protected]; telefono: 388 8783798). Il calendario è il seguente: Martedì 6 febbraio e giovedì 8 febbraio, ore 17: conferenza "Cerimonia del tè e strumenti musicali cinesi: ammira, assaggia, ascolta" - Ingresso: 10 euro a persona - Durata: 120 minuti circa Sarà presentata una cerimonia del tè, con relativo assaggio di alcune varietà cinesi, e una dimostrazione musicale di alcuni brani suonati con il guzheng, antica cetra cinese. Venerdì 9 febbraio, ore 17: conferenza "Viaggiare in Cina! La geografia e i suoi panorami mozzafiato" - Ingresso: libero - Durata: 120 minuti circa Sarà approfondito l'argomento del viaggio in Cina, dei suoi patrimoni Unesco e della ricchezza dei suoi paesaggi. Verranno illustrate inoltre le novità introdotte con il 2024 riguardanti i permessi di viaggio e i documenti richiesti per l'accesso. ULTERIORI CONTATTI - Civico Museo d'Arte Orientale - 040 3220736 - 040 675 4068-4039 - link  - [email protected] LE CERTIFICAZIONI LINGUISTICHE Durante la conferenza stampa, il professor Gao Xu ha spiegato che l'Istituto Nuove Vie della Seta di Trieste è l'unico ente privato indipendente (cioè non afferente agli Enti pubblici italiani e cinesi), presente a livello nazionale, a essere riconosciuto dal Ministero dell'Istruzione della Cina come sede per potere sostenere gli esami di certificazione di lingua cinese. Nel resto d'Italia esistono altri centri di certificazione linguistica, legati appunto agli Enti pubblici italiani e cinesi: ciò rende l'Istituto di Trieste un caso unico nel panorama nazionale. Ha detto il professor Gao Xu: "Il riconoscimento che abbiamo ricevuto da parte del Ministero cinese è stato un evento storico, unico in Italia, reso possibile dall'apertura della città, che è stata apprezzata, e dal sostegno ricevuto negli anni dal Comune di Trieste, che ringrazio". Il Test center di Trieste permette di conseguire i vari livelli delle certificazioni "Hsk", "Hskk", "Yct", "Bct". Servono ad esempio ai ragazzi delle scuole italiane che studiano la lingua cinese a livello curriculare e che in seguito, per poter lavorare oppure ottenere successive borse di studio, hanno bisogno di ottenere un attestato di lingua riconosciuto a livello ufficiale; ma anche a professionisti già affermati che necessitano di specifiche certificazioni per poter operare nel ramo del business.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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seoul-italybts · 11 years ago
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[✎ TESTO ♫ ITA] Skool Luv Affair - BTS⠸ ❛ Just One Day ❜⠸ 12.02.14
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[✎ TESTO ♫ ITA] BTS
❛ Just One Day (하루만) ❜
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__💿Skool Luv Affair , 12. 02. 2014
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Solo per un giorno, se avessi tempo,
Inebriato del tuo profumo dolce, vorrei assopirmi sereno,
Tra tutti i miei impegni, ce ne fosse l'opportunità,
Vorrei lasciarmi avvolgere dal tuo caldo e profondo sguardo castano
Mi piace quando leghi i tuoi lunghi, lunghi capelli di seta
Il tuo collo mozzafiato e le ciocche ribelli che lo accarezzano
Ovunque andiamo insieme, la mia borsa è la tua vita
Sei il mio tesoro, ogni volta che ti vedo mi lasci senza fiato,
come le strade di Myeong-dong¹
[* Un distretto commerciale di Seoul in cui si trovano moltissimi negozi e bancarelle. Per questo motivo, di solito, è estremamente affollata e congestionata, n.d.t.]
La nostra colonna sonora è il suono del nostro respiro
Quando chiami il mio nome, nella tua voce
Vorrei tuffarmi e nuotare, vorrei conoscerti meglio
Come un avventuriero, esplorare a fondo la misteriosa foresta che sei tu
Non posso che ammirare che capolavoro sei
La tua esistenza è arte di per sé
Proprio così, ti immagino ogni notte
Perché questi non sono che futili sogni, ahimè
Solo un giorno, se solo io e te potessimo stare insieme Solo un giorno, se solo io e te potessimo tenerci per mano Solo un giorno, se solo io e te potessimo stare insieme Solo un giorno (Solo un giorno) Se solo io e te potessimo stare insieme (dài dài dài) Vorrei vorrei poter stare con te anche solo un giorno (dài dài dài) Sarebbe una festa festa per noi due soli (dài dài dài) Vorrei vorrei poter stare con te anche solo un giorno (dài dài dài) Sarebbe una festa festa per noi due soli
Se fosse possibile, quanto sarei felice
Se solo potessimo fare un giro, mangiare un boccone e guardare un film insieme
Farei di tutto purché si avveri, ragazza
Scusami, forse son fin troppo razionale
Ma quando quel giorno verrà, prima o poi, ti prego sorridimi
Probabilmente ce l'avrai un po' con me, forse molto
Lo so perché grazie ai miei sogni non riesco più ad incrociare il tuo sguardo
E allora ti prego, dammi solo un giorno, anche solo per sogno, solo un giorno
Così che, di tutte quelle parole che ho dovuto trattenere, dando la colpa alla realtà
Io riesca a dire almeno una cosa sensata
Già, incontriamoci al fiorire delle belle di giorno² e salutiamoci quando appassiscono
[* le belle di giorno sono piante della famiglia delle Convolvulacee i cui fiori sbocciano al mattino e si richiudono la sera, n.d.t.]
Non ho mai creduto dimenticarti sarebbe stato facile
Ma se ti dicessi che spero tu mi scorderai con facilità, sarei tanto egoista?
E continuo a mentire, a dire che l'ho fatto per il tuo bene
Ma tu sei sempre al centro del mio cuore
Solo un giorno, se solo io e te potessimo stare insieme Solo un giorno, se solo io e te potessimo tenerci per mano Solo un giorno, se solo io e te potessimo stare insieme Solo un giorno (Solo un giorno) Se solo io e te potessimo stare insieme
Vai col tempo
24 ore, se fossimo noi due soli
Fin dal mattino ti bacerei
Un boccone per brunch non possiamo dimenticare
E tenendoti per mano, mi beerei del sole con te
Ma non è tutto, quando scende la sera, bellissima,
Ti dichiarerei il mio amore, la luna a rischiararci
Sono tante cose, ma dimmi che
Anche avessimo solo un giorno, sarebbero possibili
Solo un giorno, se solo io e te potessimo stare insieme Solo un giorno, se solo io e te potessimo tenerci per mano Solo un giorno, se solo io e te potessimo stare insieme Solo un giorno (Solo un giorno) Se solo io e te potessimo stare insieme (dài dài dài) Vorrei vorrei poter stare con te anche solo un giorno (dài dài dài) Sarebbe una festa festa per noi due soli (dài dài dài) Vorrei vorrei poter stare con te anche solo un giorno (dài dài dài) Sarebbe una festa festa per noi due soli
Solo un giorno, se solo io e te potessimo stare insieme
Solo un giorno, se solo io e te potessimo tenerci per mano
Solo un giorno, se solo io e te potessimo stare insieme
Solo un giorno (Solo un giorno)
Se solo io e te potessimo stare insieme
Ti prego, puoi restare con me?
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS | eng:  © doolsetbangtan © BTS_Trans⠸
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aloevera-foreverliving · 1 year ago
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