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scontomio · 1 day ago
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carmenvicinanza · 11 days ago
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Fede Cheti
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“Lavoro esclusivamente con donne, sono ottime collaboratrici, validissime, puntuali. Sì, sono femminista: al cento per cento; anche se possiedo una buona dose di femminilità e desidero non indurire il mio temperamento per una vita commerciale. Perché la donna, indubbiamente, può dedicarsi a qualsiasi attività ritenuta “maschile” senza perdere la propria femminilità. Ed oggi, in generale, è simpaticissima, emancipata, sa quello che vuole: abbiamo donne che possiamo portare ad esempio agli uomini”.
Fede Cheti, la signora dei tessuti, è stata un’artista e imprenditrice italiana.
Figura di rilievo nel panorama culturale e intellettuale del dopoguerra, ha creato tendenza e intrecciato la sua attività con il mondo dell’architettura e del design collaborando con artisti come Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Filippo de Pisis, Raymond Peynet, Mario Sironi, Giò Ponti e molti altri ancora.
Ha partecipato alla Triennale di Milano dal 1930 al 1957.
I suoi disegni e sperimentazioni hanno contribuito a creare il gusto dell’arredamento di interni dell’Italia degli anni Cinquanta.
Il tessuto a cui più è legato il suo nome è il cinz, cotone lucido con cui ha decorato importanti dimore e allestimenti museali.
Alla Triennale di Milano del 1954 aveva presentato una fibra sintetica nuova, trasparente come vetro filato, abbinata a fibre classiche. Tra i suoi stampati ne spiccava uno che ricordava la pittura di Chagall, vero esempio di perfezione della stampa su stoffa, per profondità di toni, delicatezza nei passaggi di colore e perfetta vividezza. 
Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero esportando stile e eleganza italiani quando ancora non si parlava di made in Italy.
Nata a Savona il 10 novembre 1905 da Emanuele e Gemma Sanvenero, si era interessata all’arte tessile seguendo l’esempio della madre.
Dopo la morte del padre le due si erano trasferite a Milano, dove avviarono una attività artigianale che sperimentava tecniche di tessitura, di materiali e di disegni, creando stoffe per arredamenti.
Oltre ai disegni originali, col tempo, era passata ad acquistare i bozzetti da diversi artisti su cui imprimeva il suo marchio. 
Nel 1936 ha fondato la sua ditta, iscritta alla Camera di commercio come scuola di tappeti e di tessitura.
Ha lavorato anche durante la seconda guerra mondiale utilizzando materiali autarchici. Dopo il conflitto la sua azienda è cresciuta notevolmente, riportando colore e morbidezza di tessuti nelle abitazioni. Si stima che, in quegli anni, si avvalesse di centocinquanta artigiane.
Le sue creazioni riconosciute per originalità, eleganza e funzionalità, erano molto apprezzate anche all’estero, ha avuto punti vendita in diverse città, tra cui New York e Parigi.
Ha ricevuto molti riconoscimenti, nel 1948 a New York ha partecipato all’importante mostra Italy at Work: Her Renaissance in Design Today.
Nel 1950 alla Biennale di Venezia i suoi tessuti artistici furono premiati con la medaglia d’oro e nel febbraio 1960, a Londra, è stata l’unica donna a partecipare ai festeggiamenti per il centenario dei grandi magazzini Sanderson, la più importante casa inglese per stoffe d’arredamento. Ha decorato anche interni d’automobili e famosi yacht.
Nel 1963 ha vinto la medaglia d’oro Indathren per la migliore composizione cromatica realizzata su sciantung di cotone, alla Permanente per la III Biennale del tessuto per l’arredamento e il mobile imbottito. Nello stesso anno ha partecipato alla mostra Il colore nell’arredamento, promossa dalle città di Venezia, Vicenza e Verona.
Nel 1965 le è stato assegnato il premio Città di Milano quale migliore artefice distintasi nel campo delle arti figurative.
È stata la prima donna eletta socia d’onore della UISTA, Unione italiana stampa tessile ed abbigliamento, nel 1970.
Creativa, insofferente, ansiosa di sapere, giramondo, ha conquistato fama internazionale con la sua società che le è sopravvissuta e continua a essere leader nel settore.
Ha lavorato fino all’ultimo istante. Si è spenta a Genova il 18 novembre 1978.
Presso la sede storica della ditta, in Via Manzoni 23 a Milano, è conservato l’archivio dei suoi disegni e stoffe. Alcuni suoi disegni come Luna e stelle e Bocca d’asse sono esposti al Philadelphia Museum of Art.
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andrealeotta · 7 months ago
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Spesso si associa il nero a stereotipi negativi, come tristezza o apatia. Ma il nero rappresenta qualcosa di ben diverso. È uno scudo contro le etichette, un modo per non essere definito da ciò che gli altri vedono. Indossare il nero permette di essere se stessi, senza filtri e senza compromessi.
Ho un legame particolare con il nero. Lo scelgo anche per gli accessori, per l'auto e lo sceglierei persino per gli arredamenti di casa. È un colore che mi accompagna in ogni aspetto della mia vita, diventandone parte integrante.
Senza dimenticare la mia gatta nera
Ma soprattutto perchè sfila e nasconde i (troppi) kg di troppo 🙃
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southbendtrees · 7 months ago
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arredamento
Trasforma la Tua Casa in un'oasi Verde con i Vasi Piante di I Giardini di Giulia
Benvenuti su I Giardini di Giulia, il tuo destino per trasformare la tua casa in un'accogliente oasi verde. Con la nostra vasta selezione di vasi piante e arredamenti botanici, puoi aggiungere un tocco di natura e stile a ogni angolo della tua casa.
Il vaso giusto può fare la differenza in qualsiasi ambiente, e su I Giardini di Giulia troverai una varietà di stili, dimensioni e materiali per soddisfare ogni esigenza di design. Dai vasi classici in terracotta ai moderni vasi in vetro e metallo, abbiamo tutto ciò di cui hai bisogno per esprimere la tua personalità attraverso le piante.
Uno dei nostri prodotti più amati è il vaso per bonsai ficus, perfetto per chi desidera aggiungere un tocco di eleganza e serenità alla propria casa. I bonsai ficus sono conosciuti per la loro bellezza intramontabile e la loro capacità di portare armonia e equilibrio in qualsiasi spazio.
Oltre ai vasi piante, su I Giardini di Giulia troverai una vasta selezione di arredamento botanici per completare il tuo spazio con stile. Dai cuscini decorativi con motivi floreali alle lampade ispirate alla natura, puoi creare un'atmosfera accogliente e rilassante che ti farà sentire sempre in contatto con la natura.
Acquistare piante online non è mai stato così facile e conveniente. Grazie al nostro sito web user-friendly e al nostro servizio di consegna rapida, puoi scegliere e acquistare le tue piante preferite con pochi clic e riceverle comodamente a casa tua.
Inoltre, su I Giardini di Giulia ci impegniamo a offrire prodotti di alta qualità a prezzi accessibili, in modo da poter trasformare la tua casa senza spendere una fortuna. Siamo fieri di collaborare con i migliori fornitori per garantire la freschezza e la bellezza delle nostre piante, in modo che tu possa godere di un verde rigoglioso e duraturo.
Non importa se sei un esperto giardiniere o un principiante appassionato, su I Giardini di Giulia troverai tutto ciò di cui hai bisogno per creare un ambiente verde e rigoglioso che rifletta il tuo stile e la tua personalità. Esplora la nostra collezione di vasi piante, arredamenti botanici e molto altro ancora e inizia a trasformare la tua casa oggi stesso. Con I Giardini di Giulia, ogni giorno è un giorno di primavera.
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enkeynetwork · 10 months ago
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dorsalblog · 1 year ago
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ARREDAMENTI BROGLIO A VENARIA REALE (TO)
DA QUASI 100 ANNI SI PRENDE CURA DEL RIPOSO
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Arredamenti Broglio a Venaria Reale (Torino) è l'azienda familiare nata nel 1924 che Dorsal ha scelto come Negozio del mese per questo novembre. Al suo interno ha da poco inserito il Dorsal Experience Point (DEP) rendendo così il punto vendita ancora più identificativo del marchio Dorsal. Prossimo a festeggiare l'anniversario del 100 anni, il negozio rappresenta un fiore all'occhiello del Riposo di Natura Dorsal.
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"Il nostro lavoro è anche la storia della mia famiglia - ha dichiarato il titolare Walter Broglio -: con Dorsal c'è un rapporto di completa fiducia e collaborazione reciproca e siamo molto soddisfatti di aver inserito la novità del DEP all’ingresso del nostro show-room così da accogliere la clientela in un ambiente davvero rilassante e intimo, ideale per poter scegliere il proprio sistema letto ideale”. 
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Qui a Venaria Reale si respira l'esperienza e la grande passione per il proprio lavoro, d’altra parte Arredamenti Broglio nel 2024 festeggerà i suoi primi 100 anni di attività.  
“La nostra è una storia lunga - ha commentato il titolare - siamo alla terza generazione di mobilieri. Tutto è iniziato nel 1924 quando mio nonno Giuseppe, giovanissimo, iniziò a lavorare in una falegnameria. Lavorando duramente riuscì ad avviare una fabbrica di mobili che poi ha gestito mio padre Domenico fino al 1965. In questi anni, abbiamo deciso di non produrre più mobili ma di diventare un vero e proprio negozio di arredamento e ci siamo trasferiti da Leinì a Venaria. È nato così il negozio Arredamenti Broglio, gestito con grande esperienza e dedizione da mio padre Domenico e mia madre Laura. Con il tempo l'attività è cresciuta e si è evoluta. Da diversi anni, alla guida del negozio, ci siamo io e mia moglie Maria con l’aiuto e la presenza costante di mia madre”. 
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Nel suo appassionato racconto, Walter ci spiega come la clientela abbia accolto con entusiasmo la novità del Dep che già si scorge dalla vetrina creando un forte impatto emozionale.
“Si tratta di una sorta di percorso in cui il cliente può toccare con mano la qualità Dorsal, i diversi materiali dei materassi, la cura e i dettagli delle reti a doghe con i diversi tipi di angolari, scegliere i differenti tipi di tessuti Dorsal - ha spiegato -. Inoltre abbiamo messo al centro del Dep un letto Simplicity senza contenitore con materasso Zefiro body, il top tra i materassi Dorsal e nell’allestimento abbiamo voluto ricreare l’atmosfera di una casa, per questo accanto al bellissimo letto abbiamo messo le pattine, la copertina… proprio per dare ai clienti la sensazione di intimità, calore, comfort”. 
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Uno spazio che racconta la filosofia Dorsal del riposo di natura che si sposa perfettamente con i valori di Broglio Arredamenti. “Ciò che ci piace di Dorsal - ha dichiarato - è la grande qualità dei materiali, dei dettagli, l’attenzione al cliente, per noi è un’azienda di riferimento su cui abbiamo deciso di puntare e a cui abbiamo voluto dare largo spazio nel nostro punto vendita”. 
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Tra i prodotti di punta per Arredamenti Broglio c’è sicuramente il materasso Greener.
“Un materasso performante, dal comfort eccezionale, che permette di risolvere tante problematiche, adatto a chi dorme sul fianco: per noi è il materasso più venduto di sempre. Poi c’è un altro materasso che secondo noi rappresenta il top: Zefiro, ecco la sua qualità è davvero ineguagliabile. Parlando di reti, a noi piace molto la rete Human, molto valida per il fatto di poter offrire una portanza differenziata in base alla morfologia e al peso delle coppia”. 
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Negli anni, da Arredamenti Broglio è nata anche un’importante sinergia con i fisioterapisti della zona.
“Collaboriamo con diversi di loro - spiega Broglio - e presto organizzeremo anche un nuovo evento in negozio con il fisioterapista a disposizione della clientela per consigli mirati alla scelta del letto”.
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Di eventi, nello show-room Arredamenti Broglio, se ne fanno diversi. Alcuni mesi fa, ad esempio è stato organizzato un evento dedicato agli sportivi.
“Abbiamo fatto intervenire un fisioterapista e un’azienda di integratori sportivi. Poi abbiamo presentato il materasso Fitness di Dorsal, l’unico materasso che garantisce un veloce recupero agli sportivi che si allenano. L’evento è stato un successo e sicuramente anche per il futuro lo riproporremo”. 
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Il punto vendita Arredamenti Broglio si trova in viale Buridani, 48 a Venaria Reale (Torino). È aperto il lunedì dalle 15.30 alle 19.30 e dal martedì al sabato dalle 09.00 alle ore 12.30 e dalle 15.30 alle ore 19.30. 
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Per informazioni telefonare al n. 011 4521035 oppure scrivere un messaggio Whatsapp al n. 3661531039. 
Per maggiori informazioni potete visitare il sito internet di Arredamente Broglio (www.arredamentibroglio.it) oppure seguire la loro Pagina Facebook all'indirizzo: www.facebook.com/arredamentibroglio1 
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Stradomenica: l'iniziativa promossa dal Comune di Pesaro
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Stradomenica: l'iniziativa promossa dal Comune di Pesaro. Pesaro, cade il 17 settembre la Stradomenica del mese in corso. L’appuntamento, promosso dal Comune di Pesaro ogni terza domenica del mese, prevede una ricca giornata di appuntamenti per scoprire le meraviglie e i tesori della città, per lasciarsi stupire dalle esposizioni previste, per approfittare delle occasioni di shopping. SHOPPING: MERCATO CITTADINO - Orario: 8:00-13:00 Torna, come ogni terza domenica del mese, il tradizionale mercato cittadino. Le bancarelle degli ambulanti coloreranno, dalle 8:00 alle 13:00 piazzale Carducci e le vie limitrofe. MERCATO DELL’ANTIQUARIATO - Orario: 8:30-19:00 In piazzale Matteotti e nei giardini intorno a Rocca Costanza torna il Mercato dell'antiquariato: dai libri alle monete, dagli arredamenti agli attrezzi, dagli accessori all'oggettistica, decine di banchi di curiosità e piccoli tesori del passato per chi apprezza il modernariato, il vintage, il collezionismo e l'antiquariato. Ingresso libero. Info: 0541.827254 MOSTRE: LA LUNA SPLENDENTE. IL SOLE CHE SPLENDE. E LA LUNA CHE IMBRUNA – MASSIMILIANO BRUNO Picca Arte Contemporanea, via Diaz 18 Su prenotazione: [email protected] Ingresso gratuito TRA PASSATO E PRESENTE/LE DONNE - Orario 16-20 Museo della Marineria Washington Patrignani, Villa Molaroni, viale Pola 9 Mostra fotografica di Giovanni Marinelli Ingresso gratuito, info 0721 35588 LA GOLA E GIANNI SASSI FRA PESARO E LE MARCHE - Orario 10-13, 16-20 Casa Bucci, strada della Romagna, 143 Ingresso gratuito Info 335 1389271 LUCIO DALLA. ANCHE SE IL TEMPO PASSA Palazzo Mosca – Musei Civici Orario 10.00-13.00 / 16.00-19.00 Centro Arti Visive Pescheria Orario 10.00-13.00, 16.00-19.00 Dopo Bologna, Roma e Napoli a Pesaro, la mostra che celebra - in occasione dell’ottantesimo dalla sua nascita - la figura dell’artista che ha segnato in modo unico la storia della musica italiana. Ingresso a pagamento, gratuito fino ai 18 anni, possessori Carta Famiglia del Comune di Pesaro. Info 0721 387541 SEMIRAMIDE 1823-2023 Casa Rossini, orario 10.00-13.00 / 16.00-19.00 Museo Nazionale Rossini, orario 10.00-13.00 / 15.00-18.00 Dentro la casa natale del compositore, la consueta esposizione che la Fondazione Rossini dedica ad un’opera rossiniana che compie 200 anni: per il 2023 la Semiramide, l’ultima opera di Rossini composta per l’Italia che costituisce un vero e proprio manifesto dell’arte rossiniana, in un mondo che stava ormai mutando verso la nuova estetica romantica. La sede �� doppia: accanto alla casa anche al Museo Nazionale Rossini. Ingresso a pagamento, gratuito fino a 18 anni, per studenti del Conservatorio Rossini e possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro Info 0721 387357 COM-PA-NA-TI-CO - Orario 10.00-13.00 / 16.00-19.00 68 disegni a china di Giorgio Donini Palazzo Mosca – Musei Civici Ingresso gratuito Info 0721 387541 ROF 15K: Orario 10.00-13.00, 15.00-18.00 Museo Nazionale Rossini l’esposizione riunisce 24 modellini di scena di alcune delle principali opere allestite in 42 anni di Festival, restaurati grazie al lavoro dei Laboratori del ROF. ingresso a pagamento, gratuito fino ai 18 anni, studenti del Conservatorio Statale di Musica G. Rossini e possessori Carta Famiglia del Comune di Pesaro. Info 0721 1922156 ORIZZONTI - Orario 10.00-13.00, 16.00-19.00 Galleria Rossini (via Rossini 38) Esposti gli scatti di alcuni fotografi amatoriali appartenenti al gruppo Facebook ‘PESARO in un CLICK’ che ritraggono Pesaro sullo sfondo del ‘Cuore a Specchio’, l’opera ideata da Vittorio Livi come simbolo del Rossini International Award, collocato in punti suggestivi della città. Ingresso gratuito LUOGHI DELLA CULTURA: PALAZZO MOSCA – MUSEI CIVICI -Orario 10.00-13.00 / 16.00-19.00 Piazzetta Mosca 29 Il museo della città che conserva importanti collezioni di pittura, ceramica e arti decorative e ospita nel corso dell’anno esposizioni temporanee. Ingresso a pagamento, gratuito fino a 18 anni, possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro Info 0721 387541 MUSEO NAZIONALE ROSSINI- Orario 10.00-13.00 / 15.00-18.00 Via G. Passeri 72 Il museo dedicato al grande compositore pesarese per un viaggio a 360° nella sua straordinaria vita e nella sua produzione. Ingresso a pagamento; gratuito fino ai 18 anni, studenti del Conservatorio Statale di Musica G. Rossini, possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro Info 0721 1922156 SONOSFERA® Palazzo Mosca – Musei Civici Ore 10.30 e 16.30 Frammenti di estinzione nell’Orologio Climatico Ore 11.30 e 17.30, “Raffaello in Sonosfera®”, viaggio a 360° nel ciclo di affreschi della Stanza della Segnatura dei Musei Vaticani. Prenotazione obbligatoria, ingresso a pagamento, gratuito fino a 18 anni e per gli studenti del Conservatorio Rossini, possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro. Info 0721 387541. CASA ROSSINI - Orario 10.00-13, 16-19.00 Via Rossini 34 La casa natale di Gioachino Rossini offre materiali che provengono in gran parte da diverse donazioni di fine ottocento, il nucleo più consistente dal grande collezionista parigino Alphonse Hubert Martel; stampe, incisioni e litografie legate alla vita e all’opera del compositore. Ingresso a pagamento; gratuito fino a 18 anni, possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro. Info 0721 387541 MUSEO ARCHEOLOGICO OLIVERIANO - Orario 16.00-19.00 Via Domenico Mazza 97 Accolto a Palazzo Almerici e nato dal lascito testamentario di Annibale degli Abbati Oliveri (1708-1789), il museo è stato riaperto al pubblico in un allestimento rinnovato lo scorso dicembre. Il nuovo percorso documenta mille anni di storia del territorio - dal periodo piceno alla tarda età imperiale - e si articola in quattro sezioni espositive, vere e proprie chiavi di narrazione dell’intero corpus delle collezioni: la necropoli picena di Novilara, il lucus pisaurensis, il municipio di Pisaurum e il collezionismo settecentesco. Ingresso a pagamento; gratuito fino a 18 anni e per possessori Carta Famiglia del Comune di Pesaro Info 0721 33344 AREA ARCHEOLOGICA DI VIA DELL’ABBONDANZA - Orario 10.30 - 12.30 / 16.30 - 18.30 Costruita fra la fine del I sec. a.C. e gli inizi del I sec. d.C., la domus romana propone al pubblico un innovativo percorso multimediale. Ingresso a pagamento; gratuito fino a 18 anni, possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro Info 0721 387541 AREA ARCHEOLOGICA E ANTIQUARIUM DI COLOMBARONE - Orario 16.30-19.30 Strada San Cristoforo 136 Orario 16.30-19.30 un complesso archeologico unico perché immerso nel verde del Parco San Bartolo ingresso a pagamento; gratuito fino a 18 anni, possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro, studenti del Conservatorio Rossini. Info 0721 387541 [email protected] MUSEO DELLA BICICLETTA  - Orario: 10.00-13.00, 16.00-19.00 Palazzo Gradari via Rossini Il museo è dedicato alla collezione di biciclette d’epoca divenuto patrimonio della città: 40 bici da corsa in un excursus cronologico dal 1930 fino al contemporaneo, fra cui magnifici “pezzi’ in ferro e acciaio utilizzati dai pionieri del ciclismo di inizio secolo come il primo “Campionissimo” Costante Girardengo. Ingresso a pagamento; gratuito fino a 18 anni e per i possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro Info 0721 387541 I MUSEI CIVICI A PALAZZO CIACCHI - Orario 16.30-19.30 visite guidate alle 16.45, 17.45 e 18.45 Via Cattaneo 34 Palazzo Ciacchi – sede di Confindustria Pesaro Urbino - accoglie un percorso espositivo realizzato con dipinti e ceramiche provenienti dai depositi dei Musei Civici e restaurati da Confindustria, dal titolo ‘Mito e devozione’: 62 opere illustrano al pubblico la mitologia, la storia antica oltre a diversi episodi sacri e veterotestamentari. Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria (0721 387541). MUSEO DELLA MARINERIA WASHINGTON PATRIGNANI Villa Molaroni, viale Pola 9 Orario 16-20 Ingresso gratuito Info 0721 35588 MUSEO DIOCESANO - Orario 9.30-12.30, 16.30-19.30 Via Rossini 53 Testimonia l'operato della chiesa pesarese nel tempo ed è accolto negli spazi sotterranei di Palazzo Lazzarini. Le collezioni si compongono di reperti archeologici (3 sale) e beni storico-artistici (6 sale). Ingresso a pagamento, include Chiesa del Nome di Dio Info: [email protected] 0721 68095 CHIESA DEL NOME DI DIO - Orario 9.30-12.30, 16.30-19.30 Via Petrucci Ingresso incluso nel biglietto del Museo Diocesano Info: [email protected] 0721 68095 MUSEO OFFICINE BENELLI - Visita guidata ore 16.00 Viale Mameli 22 Ultimo esempio di archeologia industriale di Pesaro, il museo della moto nella sede storica dell’azienda Benelli offre mille metri quadrati con l'esposizione permanente di 150 motociclette dai primi modelli degli anni venti fino all’attuale produzione. Ingresso gratuito Info 0721 31508 CASA-MUSEO GIOVANNI GENTILETTI - Orario 10.00-13.00 /15.00- 19.30 Strada dei Guazzi 4, Santa Maria dell’Arzilla La Casa-museo dello scultore pesarese (1947 – 2010) è una fucina-studio da scoprire attraverso sei sale espositive: al piano terra, Superfici, Frammenti e Trittici, al primo piano, Forme Zoomorfe, Aironi e Calendari. Ingresso con card Pesaro Cult (costo 3 euro, validità annuale), gratuito fino a 18 anni Info 347 7219106... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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jo-from-saturn · 1 year ago
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La mia personale interpretazione del film d'animazione "The House" diretto da Emma de Swaef, Marc James Roels, Niki Lindroth von Bahr e Paloma Baeza e scritto da Enda Walsh, distribuito da Netflix nei primi del 2022 è soggetta al periodo in cui ho avuto il piacere di vederla, che per puro caso, o come risposta a mie domande - dipende dai punti di vista - è capitato nel momento giusto.
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The House è uno di quei film che sembrano più libri che film, un libro antologico audiovisivo che solo sui nostri dispositivi può riuscire nell'intento di creare questa sensazione di leggere un racconto senza effettivamente leggerlo. Diviso in tre parti, ogni parte, o atto, o capitolo - in questo caso li chiamerò 'atti' per comodità - nominati con due strofe di un poema, al quale corrisponde il tema generale del racconto mostrato in quell'atto.
Nel primo atto, affiancato ad un orologio analogico d'epoca, compaiono le prime due strofe: "And heard within, a lie is spun" ("Sentita da dentro, una bugia compare"). Inizia mostrandoci Mabel, una bambina di quasi nove anni, che gioca con le sue bambole, le quali sembrano essere dei topi o gatti antropomorfe, ricreando quello che crede sarà l'incontro con sua zia paterna. Mabel vive con il padre, la madre e la neonata Isabelle, in un modesto cottage nel countryside inglese, e sebbene a lei piaccia l'atmosfera familiare della casa, ben presto si accorge che gli zii paterni non solo non sono gentili come nelle sue aspettative, ma che guardano dall'alto al basso il loro modo di vivere, dispreggiando il come si sia ridotto il padre ad una vita modesta, arrivando a paragonarlo al suo di padre, pecora nera della famiglia. Il padre di Mabel, Raymond, soffre del giudizio della sua famiglia e affogando i suoi dolori all'alcool, quella stessa notte accadde un miracolo: un misterioso architetto benestante, il quale dice di essere amico del defunto padre e di chiamarsi Mr. Van Schoonbeek, gli dona una casa degna del rispetto e dell'ammirazione della propria famiglia, completamente gratuita con l'unica condizione di lasciare la propria casa, il proprio cottage, e trasferirsi in questa nuova dimora. Raymond riesce a convincere la moglie, Penny, di accettare lo strano regalo e ben presto Mabel e la sua famiglia lascia la sua casa per andare a vivere nella magione appena costruita. Al loro arrivo, la magione sembra perfetta, nonostante ci siano ancora operai, e ben presto si ambientano. Raymond e Penny non devono nemmeno curarsi del cibo, donato loro da Mr. Van Schoonbeek, quindi passano il loro tempo nel salottino, dove li vediamo intenti ad attività familiari: come aveva fatto nel suo cottage, Penny inizia a cucire delle tende per il salottino con il bel tessuto verde smeraldo e la macchina da cucito nuova di zecca, al contempo Raymond cerca in tutti modi di accendere il camino. Troppo occupati nelle loro cose, nel cercare di dare i tocchi finali alla casa, si dimenticano ben presto delle figlie, che intanto si accorgono che la magione è strana: Mr. Van Schoonbeek non solo si diverte a cambiare le stanze, togliere le scale, e a distruggere quella che una volta era la loro casa, il loro cottage, l'architetto ha una strana ossessione per i due genitori, arrivando addirittura a donar loro dei vestiti che li fanno assomigliare ad una poltrona e un drappo di tende, dei perfetti arredamenti per la villa. La stranezza culmina quando, sotto suggerimento dell'architetto, Raymond inizia a bruciare tutti i vecchi arredamenti - a cui prima teneva poiché di famiglia - pur di accendere il camino, ignorando i richiami di Mabel che intanto si era persa con la sorellina per la villa e soffrivano la fame. Il racconto si conclude con Mabel che riesce a trovare il salottino e si accorge che il padre ha bruciato anche la sua casa delle bambole pur di tener acceso il fuoco, ma questo non la disturba tanto quanto la scoperta che i suoi genitori sono diventati parte ormai della casa, il padre una poltroncina e la madre un drappo di tende, che inizia a prendere fuoco e a bruciare. La piccola Mabel si salva solo con l'aiuto della madre, che le porta in salvo e sotto consiglio dei genitori scappa via, lontano da quell'incubo di casa.
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Pur di far colpo sui propri parenti, Raymond finisce per demolire la propria dimora e di conseguenza la propria famiglia con l'aiuto della moglie, la quale lo supporta nonostante abbia i suoi dubbi. Solo le piccole riescono a vedere come il malvagio architetto stia giocando con i suoi genitori come se fossero di sua proprietà, ormai misere bambole. Non aiuta il fatto che la casa esteriormente è uguale a quella delle bambole di Mabel, e che quando la sua casa delle bambole brucia anche la villa stessa fa la medesima fine. Costruita con l'intento di far apparire come benestanti i propri abitanti, questa è la bugia che il padre di Mabel e un po' tutti noi ci diciamo, che abbiamo bisogno di far piacere agli altri per stare bene, anche se significa rinunciare a ciò che a noi fa già star bene. Vivere appoggiandoci solamente a ciò che gli altri ci impongono ci fa diventare miseri arredamenti, ci riduce in piccole comparse nella nostra vita, pur di far piacere agli altri ci mettiamo in mano ad architetti che ci aiutano in quello che crediamo di avere bisogno - l'approvazione del prossimo - rinunciando volontariamente a ciò che abbiamo realmente bisogno per essere in pace con noi stessi, essere fieri di ciò che siamo anche se siamo modesti agli occhi degli altri.
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Nel secondo atto, affiancato ad un orologio digitale, compaiono le due strofe di mezzo: "Then lost is truth that can't be won" ("Poi persa è la verità che non può esser vinta"). Rivediamo la magione, stavolta in un centro abitato, urbano, e la vediamo che si è in procinto di ristrutturarla. Immediatamente ci rendiamo conto della sporcizia e dell'immondizia di cui è ricoperta la strada, dovuta principalmente allo stato abbandonato della casa. Il protagonista è un agente immobiliare dalle sembianze di un ratto antropomorfo che ha investito tutto ciò che gli rimaneva nella ristrutturazione di questa villa, e si vede alle prese di ciò mentre parla al telefono con la propria anima gemella, e cerca di far tornare i conti in banca promettendo che la casa sarà un successo. Quando finalmente avrà terminato la ristrutturazione, si accorgerà di avere un'invasione di terme e scarafaggi, di cui tenterà di liberarsi disinfettandola da capo a fondo. Ci riuscirà e successivamente, con alcune problematiche, mostrerà la casa ultramoderna e ristrutturata ai potenziali compratori, solo che a nessuno interesserà tanto quanto a due strani individui che si insediano in casa e non hanno né intenzione di comprarla tantomeno di andarsene. Litigherà con la propria anima gemella, proprio per questa sua ristrutturazione nella casa, e si stancherà dei tizi che non gliela liberano, e qui chiamerà la polizia. In questo momento, scopriremo che in realtà lui non stava parlando con la sua anima gemella in tutto questo tempo non era altro che il suo dentista, il quale si sentiva molestato dal suo continuo chiamarlo per dirgli della sua vita. Ma il nostro protagonista non può avere un po' di pace, che la casa si riempie di parenti della strana coppia - i quali dicono di aver già vissuto in quella casa - e nel tentativo di mandarli via come aveva fatto con gli scarafaggi, finisce per andare in ospedale. Solo e disperato, quando i due strani tizi lo riportano a casa, si abbandona alla loro rozzatezza e diventa pian piano come loro, i quali divorano la casa e si riducono ad uno stato animale primitivo.
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Il protagonista è solo, sogna in grande, ma è pieno di debiti e non si rende conto che parlare con il suo dentista come se fosse una persona importante della sua vita - definendolo "sweetheart" e "darling" - sia sintomo di una mancanza di rapporti con il mondo esterno. Cerca di far colpo sui potenziali compratori, ma si ritrova solo due persone che irrompono nella sua vita proprio come ha fatto lui con il dentista, e alla fine si abbandona al loro modo tossico pur di far riempire quel vuoto. Ha ristrutturato quella casa per gli altri, con uno stile moderno ma vuoto, privo di personalità, e infondo lui stesso è vuoto, falso come quella casa. Fa finta che la sua vita sia normale, e superficialmente sembra normale, ma per dare questa illusione al mondo e a sé stesso importuna un estraneo. Vive lo stesso nella sua pelle, con due strani roditori che non lo lasciano in pace e distruggono la sua illusione da persona perfetta, e ormai vede che è troppo tardi per cambiare quindi invece di chiedersi il perché di queste sue azioni, smette di provarci e abbraccia la sua somiglianza con questi esseri più vicini a quei scarafaggi che ha provato a togliersi dai piedi. Poteva forse chiamare qualcuno a disinfettare la casa, poteva cercare di andare a farsi aiutare, e invece cade nello squallore poiché ormai la verità sta troppo in fondo per vederla. La chiave della sua felicità risiede in una cosa ricoperta di bugie spacciate per verità.
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Il voler l'approvazione degli altri ormai ha fatto anche dimenticare quale sia la verità e quale sia la bugia, e da soli non si potrà mai capire come mai ci si comporta così. La casa è stata ristrutturata, ma non per sé stessi, per gli altri, ed ha attratto solo altre persone come lui che non hanno risolto il problema, poiché è così che succede a volte, ci dimentichiamo la verità, ciò che ci fa star bene perché siamo convinti che ciò che piace e credono gli altri sia molto più importante di come ci sentiamo noi, e quindi ci imbattiamo in persone che ci somigliano e che facendo il nostro stesso ragionamento si lasciano andare nel lato opposto, abbracciando i lati più tossici in cerca di un piacere momentaneo, aiutandoci a tirar fuori il peggio di noi. La casa non potrà mai essere come vogliamo, se noi non tiriamo fuori tutte le cose negative, se noi non disinfettiamo propriamente lasciandoci anche aiutare da un esperto. La casa non potrà mai essere bella, noi non potremmo mai piacere agli altri, se ci sforziamo di arredarla in un modo superficiale con lo stile che non è nostro, se ci sforziamo di apparire per quello che non siamo. Finisce che alla fine le cose che odiavamo di noi prendono il sopravvento, e ci riducono in una forma primitiva che non è nostra, e che distrugge tutto ciò su cui abbiamo sudato per aggiustare. La cosa più brutta, è che questo ci porta a farlo fare a noi. Noi distruggiamo alla fine la casa su cui abbiamo lavorato per così tanto tempo.
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Nel terzo atto, affiancata ad una meridiana, compaiono le ultime due strofe del poema: "Listen again and seek the sun" ("Ascolta di nuovo e cerca il sole"). La storia inizia con Rosa, una gatta antropomorfa che ha ereditato dalla sua famiglia la casa in questione, e che si ritrova ad usarla come motel per pagare la ristrutturazione. Solo che è resa difficile dall'alluvione causata da piogge, che ha fatto della casa un'isola. L'alluvione non è l'unico problema che impedisce la ristrutturazione, anche i condomini ci si mettono non pagando il loro affitto: Elias, invece dei soldi usa dei pesci pescati da lui, mentre Jen è una figlia dei fiori che paga utilizzando cristalli d'ossidiana che aiutano ad allineare il chacra di una persona e dando da mangiare a Rosa i frutti del suo giardino. Rosa è determinata a portare la casa al suo massimo splendore, vede in questa un potenziale, e vuole tirarlo fuori ad ogni costo. Le cose verranno rese più difficili dall'entrata in scena di Cosmos, lo spirito compagno di Jen, che arriva e impedisce ciò utilizzando invece pezzi della casa per creare una barca ad Elias. È da tempo che Elias vuole esplorare il mondo, lasciare la casa e Cosmos lo aiuta, raccontando anche le sue esperienze. Jen prova a far capire Rosa che Cosmos vuole aiutare anche lei, modificando la casa in modo che lei possa utilizzarla per spostarsi, poiché l'allagamento si sta alzando e ben presto la casa si ritroverà inondata. Ma Rosa non parla dell'alluvione, no lei vuole solo ristrutturare la villa ignorando il pericolo e i consigli dei suoi amici e affittuari. Tutto cambierà quando sia Elias, ché Jen se ne andranno e allora lei capirà di quanto sarà infelice, da sola, senza i suoi amici, nella casa ormai inondata e distrutta. Questa visione le farà capire che per avere i momenti di felicità e di ricordi avrà bisogno di loro, e vuole raggiungerli, quindi attiva le modifiche che ha fatto Cosmos alla sua casa e questa diventa una barca, separandosi dalle sue cementa e andando al largo, dove Rosa ritrova le barche di Elias e Jen.
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L'unico racconto che finisce con una nota positiva è quella dove le persone più vicine alla protagonista invece di ignorarla per la casa, o usarla, come abbiamo visto in quella precedente, pensano più a lei che alla loro abitazione. L'unica ancora attaccata alla sua casa è Rosa, la quale è convinta che se l'abbellisce verrà fuori il vero aspetto della villa, è convinta che comportandosi in un certo modo otterrà la felicità. E questa volta, chi ha intorno, dice il contrario: loro le vogliono bene per com'è, vedono il potenziale in lei, ma vedono che non lo sta tirando fuori in modo corretto e cercano di indirizzarla nel giusto modo. Ma Rosa è testarda, ed è troppo presa nel suo mondo per capire che non le serve la casa come è nella sua testa per avvicinarsi a loro e far loro piacere. Bastava solo stare con loro. Cosa che rinunciava ristrutturando casa. La stessa casa a cui erano affezionati Elias e Jen, ma cui entrambi erano pronti a lasciare una volta capita che non andava più bene per loro. Cambiare per loro due non era un problema, ma a Rosa cambiare significava lasciare il proprio passato e lei teneva troppo a quel passato per lasciarlo andare. Ha paura di cosa può scoprire se lo fa, se lì fuori poi tutto diventa peggiore, che si penta di aver cambiato, e per questo cerca di cambiare la casa superficialmente, esteticamente, credendo che così ha cambiato qualcosa e non si pente di restare sempre sullo stesso punto. Rosa è scettica, coi piedi per terra, non sopporta la spiritualità, non sopporta confrontarsi con quella parte più profonda di sé e ignora i problemi anche se la stanno letteralmente soffocando, inondando. Non vuole affezionarsi, ma al tempo stesso desidera ardentemente un rapporto con gli altri. Solo grazie a Jen ed Elias, e anche a Cosmos, riuscirà a capire che ignorare i problemi, che ristrutturare la casa, cambiare sé stessa, senza andare alla radice è inutile. L'estetica poco importa se poi non può galleggiare. Questo cambiamento radicale, cambia anche la casa stessa, e raggiunge finalmente il suo potenziale. Finalmente la casa viene utilizzata, cambia per essere vissuta, e non è più un confetto, un'opera per dimostrare agli altri quanto si è degni della propria approvazione, ma un mezzo per avvicinarsi agli altri, per instaurare un rapporto più che superficiale. E finalmente smette di essere ristrutturata continuamente senza servire ad un vero scopo che non sia torturare il protagonista. Smette di essere una "house" e inizia ad essere una "home", ovvero il tema principale del film.
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Nella canzone ai titoli di coda "This House is..." si riassume il significato nei suoi termini più semplici, dove ci tiene a specificare che la "house" è solo una costruzione di mattoni, mentre la "home" è il posto dove non ti senti mai da solo e che dunque può essere anche ovunque le persone che tengono a te e le persone a cui tu tieni ci sono. Il cottage di Mabel era la sua "home", lì lei stava bene con la sua famiglia, ma il padre non è riuscito ad andare oltre i pregiudizi della propria famiglia, si è lasciato condizionare dagli altri a tal punto che ha distrutto tutto. L'agente immobiliare era solo e disperato di un contatto sociale, e cercando di apparire normale e alla moda, è risultato essere per nulla genuino e si è legato a persone che l'hanno spinto a distruggere tutto, scambiandole per "famiglia". Solo Rosa ha avuto successo, ed è stato non grazie alla casa ristrutturata, perfetta, ma alle persone che ospitava, quella che era la sua famiglia e che finalmente le ha fatto capire che non doveva cambiare tutto e solo nell'estetica per diventare la persona che voleva essere, bastava fare un unico, grande, cambiamento alla struttura, così da potenziarla. Staccandosi dalla collina su cui era stata costruita per torturare i propri inabitanti, è diventata una barca di salvataggio, e ha ritrovato il proprio scopo aiutando il proprio proprietario.
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Il poema riassume il come noi stessi scambiamo il sentimento di cambiare e cerchiamo il modo di farlo creandoci una bugia - quella di avere l'approvazione altrui anche al costo di perderci - e sul come non potremmo mai vincere il nostro obiettivo se continuiamo ad ignorare la verità, nascosta su queste bugie che ormai diventano dogmatiche - il far finta di apparire per una cosa che non siamo per essere accettati, anche dalle persone sbagliate a cui non importa nulla di noi - ma che possiamo farlo solo riascoltando ciò che abbiamo bisogno e cercando l'aiuto degli altri, la nosta luce, il nostro sole, che illumina tutto ciò che le bugie tengono ben celate al buio, facendoci ignorare i pericoli e rendendoci testardi all'ovvio. Coloro che tengono a noi ci illuminano e finalmente potremmo trovare la verità celata tra le bugie. Solo così si potrà essere felici.
Un'ultima precisazione: nel riflettere mi è venuto in mente che Penny, la madre di Mabel, aveva rifiutato la costruzione della casa poiché credeva di doverla pagare, ma quando si assicura che è gratuita e che deve solamente lasciare la sua attuale casa modesta, non esita a far firmare il marito, dunque anche lei, come Raymond, ha preso a cuore le critiche dei parenti paterni, riferiti soprattutto al modo in cui avevano giudicato le tende e gli abiti da lei cuciti.
Poi, non escludo che il secondo e terzo atto possano essere frutto dell'immaginazione di Mabel, come lo stesso finale del primo atto. Negli atti seguenti al primo non si vedono più gli umani, personalmente credo sia dovuto al fatto che si trattano entrambi di ambientazioni post-umane, dove nella seconda di vede l'influenza dei nostri tempi, mentre nella terza è tutto meno moderno, compresa la tecnologia; detto ciò, può essere che siano dell'immaginazione di Mabel perché in una delle prime scene si vedono bambole di ratti o gatti antropomorfi. Poi, ci sono anche riferimenti a Isabelle, la neonata, e a Penny, la madre, e la stessa casa che è ripresa dalla casa delle bambole. Personalmente mi piace pensare che in un futuro distante dove noi esseri umani siamo estinti, i ratti si sono evoluti a specie dominante, magari anche in concomitanza con i gatti, poiché vengono citati nel secondo atto, e che poi si siano ridotti ad uno stato primitivo lasciando i gatti come specie dominante, per una ragione o l'altra.
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In conclusione, "The House" utilizza la tecnica stop-motion per portare alla vita un'antologia di racconti che ti portano a dare una tua interpretazione e che sebbene vuole far passare un messaggio semplice, devi attivamente leggere tra le righe e gli indizi che ti lasciano sul piccolo schermo. Decisamente un'ora e mezza passata a riflettere attivamente su ogni dettaglio, con un'estetica strana ma accattivante. Uno dei migliori prodotti targati Netflix di quest'anno.
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arredo-artigiano-interior · 2 years ago
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der-papero · 1 year ago
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Sì, ma per un motivo culturale molto semplice.
Qui non si vestono, si coprono. Qui non mangiano, si nutrono. Qui non arredano, attrezzano la casa. Questo principio si può applicare a tutti gli aspetti della vita germanica (tranne per l'auto, dove ci investono dei capitali per curare ogni singolo aspetto, ma ogni paese ha le sue contraddizioni).
Se per certi versi è una cosa molto positiva, perché è un popolo (e più a Nord si va, meglio è) che non si fa tutte le seghe mentali che ci facciamo noi (vedi ad esempio il recente dibattito sulla pesca dell'Esselunga, che solo noi italiani sappiamo martellarci le palle con discorsi inutili e inconcludenti per settimane, qui non avrebbero detto bau, esclamando "beh, è uno spot, che c'è da di'?"), dall'altro lato ti cadono le braccia quando vedi certe robe, perché per la nostra cultura sono dei veri e propri abomini, mischioni di cibo, di vestiti, arredamenti che manco gli accampati sotto ai ponti, una roba oscena.
Entrando più nel merito del cibo, magari dal punto di vista nutrizionistico sono dei geni, eh, questo lo lascio a te :), ma è un fatto che non vedrai mai il tedesco medio mettersi ai fornelli con l'idea di curare quello che fa, perché magari il sapore viene prima di tutto, magari anche della salute, se ne frega altamente, la sera si fa il famoso Abendbrot, pane, formaggio, salame e via. Della serie, devo riempire lo stomaco, non devo esclamare "MMMMMMM che delizia questa crema di ceci!".
Sul discorso più rigoroso "1 piatto caldo + 1 piatto freddo", sto alle parole del video, vedo i tedeschi solo a pranzo (e per fortuna), però non faccio fatica a credere che sia così.
@der-papero ma davvero?
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jollycasasrl · 7 years ago
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fuoridaibinari · 2 years ago
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Vorrei farmi foto più belle ma casa mia è un casino, non ha quegli arredamenti super fighi e camera mia oltre a tutto ciò è disordinata perché io non so tenere niente in ordine (tranne i libri) per più di un giorno
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enkeynetwork · 1 year ago
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fashionbooksmilano · 3 years ago
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Casa Balla
Dalla casa all’universo e ritorno
a cura di Bartolomeo Pietromarchi , Domitilla Dardi
MAXXI / Marsilio,Venezia 2021, 224 pagine, ISBN  978-88-297-0978-6
euro 30,00 *
email if you want to buy [email protected]
Casa Balla, l’appartamento romano in cui Giacomo Balla visse per oltre trent’anni con la sua famiglia, raccoglie schizzi, bozzetti preparatori, prove per il teatro e per la moda, esempi di grafica pubblicitaria, giocattoli dell’artista e alcune opere pittoriche realizzate dalle figlie Luce ed Elica. Una vera opera d’arte, un laboratorio di sperimentazione, fatto di pareti dipinte, di una moltitudine di mobili, arredamenti, utensili decorati, di quadri e sculture, di abiti da lui disegnati e di tanti altri oggetti che, insieme, hanno creato un unico e caleidoscopico progetto totale, esplicitando l’indissolubile legame tra arte e vita, alla base del pensiero futurista. Tra i numerosi dipinti conservati in casa, alcuni testimoniano le diverse fasi di ricerca dell’artista torinese, da un primo periodo figurativista a cavallo tra i due secoli, all’estetica e ideologia futurista degli anni dieci-venti a un ritorno, infine, alla pura rappresentazione del reale nell’ultima parte della sua vita. Il libro raccoglie una serie di immagini attuali e di repertorio di Casa Balla, una selezione quasi del tutto inedita di opere di Giacomo Balla e le opere di otto artisti contemporanei (IlaBêka & Louise Lemoine, Carlo Benvenuto, Cassina con Patricia Urquiola, Alex Cecchetti, Jim Lambie, Emiliano Maggi, Leonardo Sonnoli, Space Popular) ispirate al lavoro del grande Maestro futurista, oggetto della mostra al MAXXI. Vengono pubblicati inoltre un testo inedito di Emanuele Trevi scritto per l’occasione e saggi di Domitilla Dardi, Bartolomeo Pietromarchi, Flavio Benzi e Elena Gigli.
06/11/21
twitter: @fashionbooksmi
instagram: fashionbooksmilano, designbooksmilano tumblr: fashionbooksmilano, designbooksmilano
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h-aa-v-e-i-ll-a · 3 years ago
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mi manchi, sono aggrappato al tuo ricordo come a nessuno mai, mi hai spezzato il cuore eppure continuo ad amarti ancora così tanto, vorrei lasciarti andare,dimenticarmi di tutto come hai fatto tu, odiarti e aprire un nuovo capitolo della mia vita, ma non ci riesco, non sono in grado di buttare un qualcosa di così grande, tutti i momenti passati davanti gli arredamenti e fantasticare su come sarebbe stata casa nostra, o quando nell appartamento di sopra ce lo immaginavamo ammobiliato, con i nostri due cani perchè sennò uno si sente sola, dei pranzi di natale con le nostre famiglie e le faccie piene di ansia per decidere da chi passare il 24 e da chi il 25, mi manca immaginare un futuro insieme trovarti a cucinare per me quando torno da lavoro con il cane che fa la pipì dall emozione, trovarci sempre poi su quel divanetto a fumare e decidere se aspettare per farne un altra o farla subito, mi manca pensare a cosa avremmo cucinato domani a pranzo, unire i letti era la cosa piu bella del mondo, tu la mattina che mi svegliavi tutto impanicato che senno mannaggiacazzo facevo tardi a lavoro, e menomale dico che mi facevi il caffè tutte le mattine sennò chi se svegliava... mi hai dato tanto e mi hai totlto tutto se non di piu di quello che io sia mai riuscito a dare ad una persona, perchè te lho detto mille volte,io morirei per te, ma non basterebbe .
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