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Come Disappannare il Parabrezza: Aria Calda o Aria Fredda? Scopri il Metodo più Efficace
Guida pratica per eliminare l’appannamento del parabrezza in modo rapido e sicuro
Guida pratica per eliminare l’appannamento del parabrezza in modo rapido e sicuro Con l’arrivo dell’inverno e dei primi freddi, il problema dell’appannamento del parabrezza diventa una sfida quotidiana per molti automobilisti. Un parabrezza appannato non solo riduce la visibilità, ma può anche causare pericoli alla guida. Uno dei quesiti più comuni riguarda la temperatura dell’aria da utilizzare…
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Lenti progressive migliori 2020
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Lenti progressive migliori 2020
La salute degli occhi è davvero molto importante.
Spesso ci capita di sforzare la vista, trascorrendo molte ore davanti al pc, alla televisione e altri dispositivi. Di conseguenza, i nostri occhi risultano stanchi e gonfi, avvertendo forte bruciore.
Per contrastare ciò, è fondamentale consultare un oculista e richiedere degli occhiali con lenti progressive. Al giorno d’oggi ne hanno inventati di varie tipologie e mirano principalmente ad una visione più confortevole.
Ciò significa che si va a ridurre il senso di affaticamento, dato dalla famosa luce blu dei display. A tal proposito, si possono trovare anche lenti graduate e non graduate. Tuttavia, prima di acquistare gli occhiali con lenti progressive, vi consigliamo di effettuare una visita specializzata.
Così facendo, il vostro oculista di fiducia saprà indicarvi la tipologia di prodotto più idonea al vostro caso. Di conseguenza, non rischiate di andare incontro a controindicazioni. Inoltre, leggete sempre attentamente le istruzioni d’uso.
Lenti progressive: quali acquistare
Per chi non lo sapesse, le lenti progressive, sono dette anche multifocali.
Ciò significa che sia realizzano attraverso una sequenza di poteri. Il tutto avviene in una sola lente, per far sì che si possano correggere tutti i difetti della vista (sia da lontano che da vicino).
Ecco alcuni esempi di occhiali con migliori lenti progressive:
Lenti progressive Fourchen
Questi occhiali con lenti progressive di Fourchen, offrono tre potenze graduali senza linee intermedie.
Ciò significa che puoi stare comodo mentre visualizzi gli oggetti sia vicini che lontani senza striature sgradevoli. La parte inferiore dell’obiettivo è per la lettura, l’ingrandimento leggermente ridotto del centro è per l’uso del computer e la parte superiore è ulteriormente ridotta per l’ambiente circostante.
Diamo un’occhiata alle sue caratteristiche, presenti su Amazon e altri siti web:
A differenza di altri occhiali multifocali, la parte superiore ha anche una forza di prescrizione, che consente di leggere le note e vedere altri elementi importanti che sono un po’ più lontani.
Filtro a luce blu. Le lenti anti luce blu progressiva e UV400 ti aiutano a resistere alla luce blu dannosa al 100% e ai raggi riflettenti e UVA / UVB, ti aiutano a ridurre l’affaticamento degli occhi mal di testa abbagliante. Un paio di occhiali per risolvere tutte le tue esigenze!
Inoltre, le lenti trifocali progressive di Fourchen usano una progressione graduale in modo che non sia necessario che le linee sgradevoli entrino nella tua linea visiva per un’esperienza di distrazione molto meno
Dimensione del prodotto:
Larghezza lente: 51 mm (2,01 pollici)
Altezza dell’obiettivo: 36 mm (1,42 pollici)
Lunghezza del tempio: 140 mm (5,51 pollici)
Ponte del naso: 13 mm (0,51 pollici)
Lenti progressive Eyekepper
Come riportato su Amazon, gli occhiali con lenti progressive di EYEKEPPER, sono dotate di multifocus.
Di conseguenza, hanno cinque strati di rivestimento anti-riflettente per minimizzare la luce vivida da schermi e illuminazione fluorescente. Questo soddisfa i requisiti della FDA degli Stati Uniti e supera i requisiti dell’Unione europea. Non solo per guardare lontano, ma anche per guardare lontano, vicino, al computer, verso il basso e così via.
All’interno della confezione, è presente un panno in microfibra e un astuccio con cerniera. 3 livelli di visione in una lente, linee e nessuna distorsione, intermedio, medio e la visione da vicino, tutti in una lente. Riduce l’affaticamento degli occhi da uso del computer e la lettura
A differenza di altri lenti progressive, esse hanno un obiettivo di distorsione di basso colore di Eyekepper. Pertanto, sono ottimizzate e forniscono il perfetto equilibrio tra la protezione degli occhi e la qualità di visualizzazione.
Infine, presentano un telaio di alta qualità. Ecco le altre caratteristiche tecniche:
Materiale telaio: Titanio e metallo
Spessore lenti: 2 3/16″(55mm)
Larghezza del telaio: 5 1/2″(140mm)
Altezza lente: 1 7/16″(36mm)
Altezza del telaio: 1 1/2″(38mm)
Ponte (DBL): 11/16″(17mm)
Lunghezza del tempio: 5 5/16″(135mm)
Cerniera a molla: Sì
Lenti: asferiche
Dimensioni della testa: Telaio stretto di Medium
Lenti progressive TIJN
Nel caso in cui stesse cercando degli occhiali con lenti progressive low cost, provate quelle di TIJN.
Stando alla descrizione presente su Amazon, essi hanno le seguenti peculiarità:
Design classico. Si adattano perfettamente a quasi ogni tipo di viso. Adatti sia per uomo che per donna, come accessorio di alta moda e abbigliamento quotidiano.
Tre livelli di visione. Gli occhiali di TIJN hanno lenti multifocus progressive per tutte le tue esigenze. La parte inferiore dell’obiettivo è un ingrandimento a piena potenza. Invece, la parte centrale è un ingrandimento leggermente ridotto. La parte superiore è un ingrandimento a metà potenza per camminare, fare shopping e così via.
Lenti a luce blu. Essi infatti, sono in grado bloccare efficacemente le radiazioni ultraviolette dannose. Di conseguenza, riducono i danni alla vista. La lente di colore giallo può eliminare i riflessi e migliorare il contrasto.
Dimensioni. Larghezza lente: 53MM, Larghezza ponte:18MM, Lunghezza braccio: 140MM.
Garanzia di qualità. Nel caso in cui doveste avere dubbi o domande sul prodotto, contattate i venditori del prodotto.
Lenti progressive PIXEL
Se vi capita di trascorrere molte ore davanti al pc, vi consigliamo le lenti progressive PIXEL.
Come riportato da Amazon, sono delle lenti con gradazione indicate per la presbiopia: +2.00 , distanza interpupillare : 62 mm
Inoltre, le lenti protettive Pixel Lens riducono del 41% la Luce Blu emessa da pc, tablet, smartphone e lampadine a led. Contro affaticamento della vista, secchezza e rossore oculare, mal di testa, visione offuscata, insonnia. Producono un maggior comfort e relax visivo, permettendo di continuare a stare davanti ai monitor, senza percepire stanchezza.
Modello unisex ultraleggero. Materiale lenti: policarbonato. Indice di rifrazione: 1.59. Trattamento anti graffio, Anti appannamento, Antiriflesso, Anti sfarfallio dei monitor.
Le lenti non modificano il colore dei monitor, sono adatte anche a grafici e a chi deve controllare colori tramite schermi. Per videoterminalisti e gamers. Consigliati anche a chi ha subito operazione di cataratta e sostituzione del cristallino.
Gli occhiali Pixel Lens sono un prodotto del progetto Pixel Kura, nato per ridurre l’impatto della luce blu e proporre una soluzione integrata, composta da monitoraggio (screening della vista nelle migliori farmacie), protezione diretta e integrazione alimentare. Pixel Active HD, prodotto innovativo studiato per protezione oculistica e stimolazione neurocognitiva per lavoratori al PC e videogaming..
Come riportato su Amazon, questi occhiali sono testati presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino.
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sine seneca?
Mi fingo Paolino mentre leggo quanto mi scrive l’amico Lucio Annea, soffermandomi in alcuni punti:
1.
La maggior parte dei mortali, o Paolino, si lagna per la cattiveria della natura, perché siamo messi al mondo per un esiguo periodo di tempo, perché questi periodi di tempo a noi concessi trascorrono così velocemente, così in fretta che, tranne pochissimi, la vita abbandona gli altri nello stesso sorgere della vita. Né di tale calamità, comune a tutti, come credono, si lamentò solo la folla e il dissennato popolino; questo stato d’animo suscitò le lamentele anche di personaggi famosi. Da qui deriva la famosa esclamazione del più illustre dei medici, che la vita è breve, l’arte lunga; di qui la contesa, poco decorosa per un saggio, dell’esigente Aristotele con la natura delle cose, perché essa è stata tanto benevola nei confronti degli animali, che possono vivere cinque o dieci generazioni, ed invece ha concesso un tempo tanto più breve all’uomo, nato a tante e così grandi cose. Noi non disponiamo di poco tempo, ma ne abbiamo perduto molto. La vita è lunga abbastanza e ci è stata data con larghezza per la realizzazione delle più grandi imprese, se fosse impiegata tutta con diligenza; ma quando essa trascorre nello spreco e nell’indifferenza, quando non viene spesa per nulla di buono, spinti alla fine dall’estrema necessità, ci accorgiamo che essa è passata e non ci siamo accorti del suo trascorrere. È così: non riceviamo una vita breve, ma l’abbiamo resa noi, e non siamo poveri di essa, ma prodighi. Come sontuose e regali ricchezze, quando siano giunte ad un cattivo padrone, vengono dissipate in un attimo, ma, benché modeste, se vengono affidate ad un buon custode, si incrementano con l’investimento, così la nostra vita molto si estende per chi sa bene gestirla.
2.
Perché ci lamentiamo della natura delle cose?Essa si è comportata in maniera benevola: la vita è lunga, se sai farne uso. C’è chi è preso da insaziabile avidità, chi dalle vuote occupazioni di una frenetica attività; uno è fradicio di vino, un altro languisce nell’inerzia; uno è stressato da un’ambizione sempre dipendente dai giudizi altrui, un altro è sballottato per tutte le terre da un’avventata bramosia del commercio, per tutti i mari dal miraggio del guadagno; alcuni torturala smania della guerra, vogliosi di creare pericoli agli altri o preoccupati dei propri; vi sono altri che logora l’ingrato servilismo dei potenti in una volontaria schiavitù; molti sono prigionieri della brama dell’altrui bellezza o della cura della propria; la maggior parte, che non ha riferimenti stabili, viene sospinta a mutar parere da una leggerezza volubile ed instabile e scontenta di sé; a certuni non piace nulla a cui drizzar la rotta, ma vengono sorpresi dal destino intorpiditie neghittosi, sicché non ho alcun dubbio che sia vero ciò che vien detto, sotto forma di oracolo, nel più grande dei poeti: “Piccola è la porzione di vita che viviamo”. Infatti tutto lo spazio rimanente non è vita, ma tempo. I vizi premono ed assediano da ogni parte e non permettono di risollevarsi o alzare gli occhi a discernere il vero, ma li schiacciano immersi ed inchiodati al piacere. Giammai ad essi è permesso rifugiarsi in se stessi; se talora gli tocca per caso un attimo di tregua, come in alto mare, dove anche dopo il vento vi è perturbazione, ondeggiano e mai trovano pace alle loro passioni. Pensi che io parli di costoro, i cui mali sono evidenti? Guarda quelli, alla cui buona sorte si accorre: sono soffocati dai loro beni. Per quanti le ricchezze costituiscono un fardello! A quanti fa sputar sangue l’eloquenza e la quotidiana ostentazione del proprio ingegno! Quanti sono pallidi per i continui piaceri! A quanti non lascia un attimo di respiro l’ossessionante calca dei clienti! Dunque, passa in rassegna tutti costoro, dai più umili ai più potenti: questo cerca un avvocato, questo è presente, quello cerca di esibire le prove, quello difende, quello è giudice, nessuno rivendica per se stesso la propria libertà, ci si consuma l’uno per l’altro. Infòrmati di costoro, i cui nomi si imparano, vedrai che essi si riconoscono da questi segni: questo è cultore di quello, quello di quell’altro; nessuno appartiene a se stesso. Insomma è estremamente irragionevole lo sdegno di taluni: si lamentano dell’alterigia dei potenti, perché questi non hanno il tempo di venire incontro ai loro desideri. Osa lagnarsi della superbia altrui chi non ha tempo per sé? Quello almeno, chiunque tu sia, benché con volto arrogante ma qualche volta ti ha guardato, ha abbassato le orecchie alle tue parole, ti ha accolto al suo fianco: tu non ti sei mai degnato di guardare dentro di te, di ascoltarti. Non vi è motivo perciò di rinfacciare ad alcuno questi servigi, poiché li hai fatti non perché desideravi stare con altri, ma perché non potevi stare con te stesso.
3.
Per quanto siano concordi su questo solo punto gli ingegni più illustri che mai rifulsero, mai abbastanza si meraviglieranno di questo appannamento delle menti umane: non tollerano che i propri campi vengano occupati da nessuno e, se sorge una pur minima disputa sulla modalità dei confini, si precipitano alle pietre e dalle armi: permettono che altri invadano la propria vita, anzi essi stessi vi fanno entrare i suoi futuri padroni; non si trova nessuno che sia disposto a dividere il proprio denaro: a quanti ciascuno distribuisce la propria vita! Sono avari nel tenere i beni; appena si giunge alla perdita di tempo, diventano molto prodighi in quell’unica cosa in cui l’avarizia è un pregio. E così piace citare uno dalla folla degli anziani: “Vediamo che sei arrivato al termine della vita umana, hai su di te cento o più anni: suvvia, fa un bilancio della tua vita. Calcola quanto da questo tempo hanno sottratto i creditori, quanto le donne, quanto i patroni, quanto i clienti, quanto i litigi con tua moglie, quanto i castighi dei servi, quanto le visite di dovere attraverso la città; aggiungi le malattie, che ci siamo procurati con le nostre mani, aggiungi il tempo che giacque inutilizzato: vedrai che hai meno anni di quanti ne conti. Ritorna con la mente a quando sei stato fermo in un proposito, quanti pochi giorni si sono svolti così come li avevi programmati, a quando hai avuto la disponibilità di te stesso, a quando il tuo volto non ha mutato espressione, a quando il tuo animo è stato coraggioso, che cosa di positivo hai realizzato in un periodo tanto lungo, quanti hanno depredato la tua vita mentre non ti accorgevi di cosa stavi perdendo, quanto ne ha sottratto un vano dispiacere, una stupida gioia, un’avida bramosia, una piacevole discussione, quanto poco ti è rimasto del tuo: capirai che muori anzitempo”. Dunque qual è il motivo? Vivete come se doveste vivere in eterno, mai vi sovviene della vostra caducità, non ponete mente a quanto tempo è già trascorso; ne perdete come da una rendita ricca ed abbondante, quando forse proprio quel giorno, che si regala ad una certa persona od attività, è l’ultimo. Avete paura di tutto come mortali, desiderate tutto come immortali. Udirai la maggior parte dire: “Dai cinquant’anni mi metterò a riposo, a sessant’anni mi ritirerò a vita privata”. E che garanzia hai di una vita tanto lunga? Chi permetterà che queste cose vadano così come hai programmato? Non ti vergogni di riservare per te i rimasugli della vita e di destinare alla sana riflessione solo il tempo che non può essere utilizzato in nessun’altra cosa?Quanto tardi è allora cominciare a vivere, quando si deve finire! Che sciocca mancanza della natura umana differire i buoni propositi ai cinquanta e sessanta anni e quindi voler iniziarela vita lì dove pochi sono arrivati!
10.
Se volessi dividere ciò che ho esposto e le argomentazioni, mi verrebbero in aiuto molte cose attraverso le quali posso dimostrare che la vita degli affaccendati è molto breve. Soleva affermare Fabiano, il quale non fa parte di questi filosofi cattedratici ma di quelli genuini e vecchio stampo, che contro le passioni bisogna combattere d'istinto, non di sottigliezza, e respingerne la schiera (delle passioni) non con piccoli colpi ma con un assalto: infatti esse devono essere pestate, non punzecchiate.Tuttavia, per rinfacciare ad esse il loro errore, bisogna non tanto rimproverarle ma ammaestrarle. La vita si divide in tre tempi:passato, presente e futuro. Di questi il presente è breve, il futuro incerto, il passato sicuro. Solo su quest'ultimo, infatti, la fortuna ha perso la sua autorità, perché non può essere ridotto in potere di nessuno. Questo perdono gli affaccendati: infatti non hanno il tempo di guardare il passato e, se lo avessero, sarebbe sgradevole il ricordo di un fatto di cui pentirsi. Malvolentieri pertanto rivolgono l'animo a momenti mal vissuti e non osano riesaminare cose, i cui vizi si manifestano ripensandole, anche quelli che vengono nascosti con qualche artificio del piacere presente. Nessuno, se non coloro che hanno sempre agito secondo la propria coscienza, che mai si inganna, si rivolge volentieri al passato; chi ha desiderato molte cose con ambizione, ha sprezzato con superbia, si è imposto senza regola né freno, ha ingannato con perfidia, ha sottratto con cupidigia, ha sprecato con leggerezza, ha paura della sua memoria. Eppure questa è la parte del nostro tempo sacra ed inviolabile, al di sopra di tutte le vicende umane, posta al di fuori del regno della fortuna, che non turba né la fame, né la paura, né l'assalto delle malattie; essa non può essere turbata né sottratta:il suo possesso è eterno e inalterabile. Soltanto a uno a uno sono presenti i giorni e momento per momento; ma tutti (i giorni) del tempo passato si presenteranno quando tu glielo ordinerai, tollereranno di essere esaminati e trattenuti a tuo piacimento, cosa che gli affaccendati non hanno tempo di fare. È tipico di una mente serena e tranquilla spaziare in ogni parte della propria vita; gli animi degli affaccendati, come se fossero sotto un giogo, non possono piegarsi né voltarsi. La loro vita dunque precipita in un baratro e come non serve a nulla, qualsiasi quantità tu possa ficcarne dentro, se non vi è sotto qualcosa che la raccolga e la contenga [come un recipiente senza fondo], così non importa quanto tempo è concesso, se non vi è nulla dove posarsi: viene fatto passare attraverso animi fiaccati e bucati. Il presente è brevissimo, tanto che a qualcuno sembra inesistente; infatti è sempre in corsa, scorre e si precipita; smette di esistere prima di giungere, e non ammette indugio più che il creato o le stelle, il cui moto sempre incessante non rimane mai nello stesso luogo. Dunque agli affaccendati spetta solo il presente, che è così breve da non poter essere afferrato e che si sottrae a chi è oppresso da molte occupazioni.
12.
Chiedi forse chi io definisco affaccendati? Non pensare che io bolli come tali solo quelli che soltanto cani aizzati riescono a cacciar fuori dalla basilica, quelli che vedi esser stritolati o con maggior lustro nella propria folla di clienti o più vergognosamente quella dei clienti altrui, quelli che gli impegni spingono fuori dalle proprie case per schiacciarli con gli affari altrui, o che l'asta del pretore fa travagliare con un guadagno disonorevole e destinato un giorno adincancrenire. Il tempo libero di alcuni è tutto impegnato: nella loro villa o nel loro letto, nel bel mezzo della solitudine, benché si siano isolati da tutti, sono fastidiosi a se stessi: la loro non deve definirsi una vita sfaccendata ma un inoperoso affaccendarsi. Puoi chiamare sfaccendato chi dispone in ordine con minuziosa pignoleria bronzi di Corinto, pregiati per la passione di pochi, e spreca la maggior parte dei giorni tra laminette rugginose? Chi in palestra(infatti, che orrore!, neppur romani sono i vizi di cui soffriamo) siede come spettatore di ragazzi che lottano? Chi divide le mandrie dei propri giumenti in coppie di uguale età e colore? Chi nutre gli atleti giunti ultimi? E che? Chiami sfaccendati quelli che passano molte ore dal barbiere, mentre si estirpa qualcosa che spuntò nell'ultima notte, mentre si tiene un consulto su ogni singolo capello, mentre o si rimette a postola chioma in disordine o si sistema sulla fronte da ambo i lati quella rada? Come si arrabbiano se il barbiere è stato un po' disattento, come se tosasse un uomo! Come si irritano se viene tagliato qualcosa dalla loro criniera, se qualcosa è stato mal acconciato, se tutto non ricade inanelli perfetti! Chi di costoro non preferisce che sia in disordine lo Stato piuttosto che la propria chioma? Che non sia più preoccupato della grazia della sua testa che della sua incolumità?Che non preferisca essere più elegante che dignitoso? Questi tu definisci sfaccendati, affaccendati tra il pettine e lo specchio? Quelli che sono dediti a comporre, sentire ed imparare canzoni, mentre torcono in modulazioni di ritmo molto modesto la voce, di cui la natura rese il corretto cammino il migliore e il più semplice, le cui dita cadenzanti suonano sempre qualche carme dentro di sé, e di cui si ode il silenzioso ritmo quando si rivolgono a cose serie e spesso anche tristi? Costoro non hanno tempo libero, ma occupazioni oziose. Di certo non annovererei i banchetti di costoro tra il tempo libero, quando vedo con quanta premura dispongono l'argenteria, con quanta cura sistemano le tuniche dei loro amasi, quanto siano trepidanti per come il cinghiale vien fuori dalle mani del cuoco, con quanta sollecitudine i glabri accorrono ai loro servigi ad un dato segnale, con quanta maestria vengano tagliati gli uccelli in pezzi non irregolari, con quanto zelo infelici fanciulli detergano gli sputi degli ubriachi: da essi si cerca fama di eleganza e di lusso e a tal punto li seguono le loro aberrazioni in ogni recesso della vita, che non bevono né mangiano senza ostentazione. Neppure annovererai tra gli sfaccendati coloro che vanno in giro sulla portantina o sulla lettiga e si presentano all'ora delle loro passeggiate come se non gli fosse permesso rinunziarvi, e che un altro deve avvertire quando si devono lavare, quando devono nuotare o cenare: e a tal punto illanguidiscono in troppa fiacchezza di un animo delicato, da non potersi accorgere da soli se hanno fame. Sento che uno di questi delicati - se pure si può chiamare delicatezza il disimparare la vita e la consuetudine umana - , trasportato amano dal bagno e sistemato su una portantina, abbia detto chiedendo: “Sono già seduto?” Tu reputi che costui che ignora se sta seduto sappia se è vivo, se vede e se è sfaccendato? Non è facile dire se mi fa più pena se non lo sapeva ose fingeva di non saperlo. Certamente di molte cose soffrono in realtà la dimenticanza, ma di molte anche la simulano; alcuni vizi li allettano come oggetto di felicità; sembra che il sapere cosa fai sia tipico dell'uomo umile e disprezzato; ora va e credi che i mimi inventano molte cose per biasimare il lusso. Certo trascurano più di quanto rappresentano ed è apparsa tanta abbondanza di vizi incredibili in questo solo secolo, che ormai possiamo dimostrare la trascuratezza dei mimi. Vi è qualcuno che si consuma a tal punto nelle raffinatezze da credere ad un altro se è seduto! Dunque costui non è sfaccendato, dagli un altro nome: è malato, anzi è morto; sfaccendato è quello che è consapevole del suo tempo libero. Ma questo semivivo, a cui è necessaria una spia che gli faccia capire lo stato del suo corpo, come può costui essere padrone di alcun momento?
14.
Soli tra tutti sono sfaccendati coloro che si dedicano alla saggezza, essi soli vivono; e infatti non solo custodiscono bene la propria vita: aggiungono ogni età alla propria; qualsiasi cosa degli anni prima di essi è stata fatta, per essi è cosa acquisita. Se non siamo persone molto ingrate, quegli illustrissimi fondatori di sacre dottrine sono nati per noi, per noi hanno preparato la vita. Siamo guidati dalla fatica altrui verso nobilissime imprese, fatte uscire fuori dalle tenebre verso la luce; non siamo vietati a nessun secolo, in tutti siamo ammessi e, se ci aggrada di venir fuori con la grandezza dell'animo dalle angustie della debolezza umana, vi è molto tempo attraverso cui potremo spaziare. Possiamo discorrere con Socrate, dubitare con Carneade, riposare con Epicuro, vincere con gli Stoici la natura dell'uomo, andarvi oltre con i Cinici. Permettendoci la natura di estenderci nella partecipazione di ogni tempo, perché non elevarci con tutto il nostro spirito da questo esiguo e caduco passar del tempo verso quelle cose che sono immense, eterne e in comune con i migliori? Costoro, che corrono di qua e di là per gli impegni, che non lasciano in pace se stessi e gli altri, quando sono bene impazziti, quando hanno quotidianamente peregrinato per gli usci gli tutti e non hanno trascurato nessuna porta aperta, quando hanno portato per case lontanissime il saluto interessato[del cliente verso il patrono, ricompensato in cibarie], quanto e chi hanno potuto vedere di una città tanto immensa e avvinta in varie passioni?Quanti saranno quelli di cui il sonno o la libidine o la grossolanità li respingerà! Quanti quelli che, dopo averli tormentati a lungo, li trascureranno con finta premura! Quanti eviteranno dimostrarsi per l'atrio zeppo di clienti e fuggiranno via attraverso uscite segrete delle case, come se non fosse più scortese l'inganno che il non lasciarli entrare! Quanti mezzo addormentati e imbolsiti dalla gozzoviglia del giorno precedente, a quei miseri che interrompono il proprio sonno per aspettare quello altrui, a stento sollevando le labbra emetteranno con arroganti sbadigli il nome mille volte sussurrato! Si può ben dire che indugiano in veri impegni coloro che vogliono essere ogni giorno quanto più intimi di Zenone, di Pitagora, di Democrito e degli altri sacerdoti delle buone arti, diAristotele e di Teofrasto. Nessuno di costoro non avrà tempo, nessuno non accomiaterà chi viene a lui più felice ed affezionato a sé, nessuno permetterà che qualcuno vada via da lui a mani vuote; da tutti i mortali possono essere incontrati, di notte e di giorno.
16.
Molto breve e travagliata è la vita di coloro che sono dimentichi del passato, trascurano il presente, hanno timori sul futuro: quando saranno giunti all’ultima ora, tardi comprendono, infelici, di essere stati a lungo affaccendati, pur non avendo combinato nulla. E non vi è motivo di credere che si possa provare che essi abbiano una lunga vita col fatto che invochino spesso la morte: li tormenta l’ignoranza in sentimenti incerti, che incorrono in quelle stesse cose che temono; perciò invocano spesso la morte, perché la temono. Non è neppure prova credere che vivano a lungo il fatto che spesso il giorno sembri ad essi eterno, che mentre arriva l’ora convenuta per la cena si lamentino che le ore scorrano lentamente; difatti, se talora le occupazioni li abbandonano, ardono abbandonati nel tempo libero e non sanno come disporne e come impiegarlo. E così si rivolgono a qualsiasi occupazione e tutto il tempo che intercorre è per essi gravoso, proprio così come, quando è stato fissato un giorno per uno spettacolo di gladiatori, o quando si attende il momento stabilito di qualche altro spettacolo o piacere, vogliono saltare i giorni di mezzo. Per essi è lungo ogni rinvio di una cosa sperata: ma è breve e rapido quel tempo che amano, e molto più breve per colpa loro; infatti passano da un posto all’altro e non possono fermarsi in un’unica passione. Per essi non sono lunghi i giorni, ma odiosi; ma invece come sembrano brevi le notti che trascorrono nel vino o nell’amplesso delle meretrici! Di qui anche la follia dei poeti, che alimentano con le loro favole gli errori umani: secondo loro pare che Giove, sedotto dall’amplesso, abbia raddoppiato il tempo di una notte. Cosa altro è alimentare inostri vizi che attribuire ad essi gli dei quali autori e dare al male giustificata licenza mediante l’esempio della divinità? Possono a costoro non sembrare brevissime le notti che acquistano a caro prezzo? Perdono il giorno nell’attesa della notte, la note per paura del giorno.
(Traduzione di Luigi Chiosi)
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