Tumgik
#anomala orientalis
unluckyprime · 2 months
Text
Tumblr media
anomala orientalis! 💚
31 notes · View notes
honeydoe12 · 2 years
Text
Tumblr media
Anomala orientalis but bi
180 notes · View notes
fivetrench · 3 months
Text
Also here’s some other cool beetles I found recently
Tumblr media Tumblr media
Left is an oriental beetle (anomala orientalis/exomala orientalis), right is a japanese beetle (popillia japonica)
9 notes · View notes
jbt7493 · 1 year
Text
it appears the beetle I killed was an Oriental Beetle (Anomala orientalis) which are invasive to north america (crazy based on the name) but i still kinda feel bad about it
2 notes · View notes
toothedgoose · 2 years
Text
Tumblr media Tumblr media
Anomala orientalis
Oriental beetle
7 of July 2022 — Maryland, USA
As you can tell from the name, these guys are also nonnative and invasive :(
They’re so cute though, look at those antennae ;-;
8 notes · View notes
ayanos-pl · 2 years
Photo
Tumblr media
セマダラコガネがいた。コガネムシの触角の形が好き。
2 notes · View notes
vulture-jack · 6 years
Photo
Tumblr media
Its a shame youre invasive, Anomala orientalis, because you are cute as hell.  
Photo taken seconds before pictured beetle took off and was never seen again. Apologies for the butt quality. 
39 notes · View notes
zoology-time · 2 years
Text
Tumblr media
Oriental Beetle, Anomala orientalis
2 notes · View notes
physarumzk · 5 years
Photo
Tumblr media
セマダラコガネ Anomala orientalis (2019/06/30)
1 note · View note
platycryptus · 6 years
Text
Tumblr media
a melanistic individual of the oriental beetle (Anomala orientalis).
most specimens are light tan with varying degrees of dark spotting, but jet black beetles like this one are fairly common.
56 notes · View notes
udc793 · 3 years
Photo
Tumblr media
The Oriental beetle (Anomala orientalis) is a beetle about 0.7 - 1.1 cm (0.3 - 0.4 inches) long, with mottled, metallic brown- and black-colored elytra and a similarly-colored thorax and head during the adult stage. It is sometimes confused with the Japanese beetle. During the larval stage the oriental beetle can be identified by the parallel line raster pattern. It is native to Asia (at Arlington, Virginia) https://www.instagram.com/p/CRuf-hUMqGUQnLBcm94n_iQR9LDPcjzlW4M_aY0/?utm_medium=tumblr
0 notes
landscapeshading · 5 years
Text
MASTER PLANT LIST
Acer griseum Paperbark Maple
Acer rubrum Red Maple
Acer palmatum Japanese Maple
Aesculus parviflora Bottlebrush Buckeye
Agave tequilana Blue Agave
Ailanthus altissima Tree of Heaven
Albizia julibrissin Mimosa
Araucaria heterophylla Norfolk Island Pine
Asparagus densiflorus Asparagus Fern
Averrhoa carambola Starfruit
Berberis aquifolium Holly-Leaved Bayberry
Betula populifolia Grey Birch
Callicarpa dichotoma Purple Beautyberry
Carya galbra Pignut Hickory
Carya laciniosa Shellbark Hickory
Carya myristiciformis Nutmeg Hickory
Carya ovata Shagbark Hickory
Cercidiphyllum japonicum Katsura Tree
Cinnamomum zeylanicum Ceylon Cinnamon
Clethra alnifolia Summersweet
Coffea arabica Arabian Coffeetree
Comptonia peregrina Sweet Fern
Cornus alternifolia Pagoda Dogwood
Cupressus arizonica Arizona Cypress
Dionaea muscipula Venus Flytrap
Fagus grandifolia American Beech
Hydrangea anomala subsp. petiolaris Climbing Hydrangea
Juniperus rigida Needle Juniper
Juniperus squamata ’Meyeri’ Singleseed Juniper
Juniperus virginiana Eastern Red Cedar
Liriope muscari Lilyturf
Liquidambar acalycina Sweetgum
Metasequoia glyptostroboides Dawn Redwood
Musa acuminata Banana Tree
Myrica pensylvanica Northern Bayberry
Nipponanthemum nipponicum Montauk Daisy
Parrotia persica Persian Ironwood
Pennisetum alopecuroides Miniature Fountain Grass
Picea abies Norway Spruce
Picea orientalis Oriental Spruce
Pinus bungeana Lacebark Pine
Pinus echinata Shortleaf Pine
Pinus flexilis Limber Pine
Pinus ponderosa Sugar Pine
Pinus pungens Table Mountain Pine
Pinus rigida Pitch Pine
Pinus strobus Eastern White Pine
Pinus thunbergii Japanese Black Pine
Plumeria rubra Frangipani Tree
Prunus maackii Amur Chokecherry
Prunus serotina Black Cherry
Quercus Macrocarpa Burr Oak
Rhus aromatica Fragrant Sumac
Rhus typhina Staghorn Sumac
Rosmarinus officinalis Rosemary
Sarracenia flava North American Pitcher Plant
Schefflera actinophylla Umbrella Tree
Stachys byzantina Lamb’s Ear
Taxus baccata English Yew
Taxus cuspidata ‘Capitata’ Japanese Yew
Thuja plicata Western Red Cedar
Tilia americana American Linden
Tsuga canadensis Canadian Hemlock
Tsuga caroliniana Carolina Hemlock
Zelkova serrata Sawleaf Zelkova
1 note · View note
historicaleye · 7 years
Text
The Storm - Parte 0 capitolo 0 (beta)
Era stata una notte buia e tempestosa sulla piccola isola di Ropao, situata al limite estremo delle acque esterne, era una di quelle notti in cui gli implacabili venti selvaggi provenienti da est si abbattono violentemente sull’isola mentre il mare si rigonfia di alte e violente onde che impetuose si infrangono lungo l’alta costa orientale. In notti come questa il mare è troppo pericoloso per battute di pesca notturne ed i pochi pescatori dell’isola sono costretti a restare insonni nelle proprie abitazioni.
Il popolo di Rapao era gente orgogliosa e fiera, l’isola era stata inizialmente colonizzata da una carovana di runner desiderosi di avventurarsi nelle acque ignote, in quel mare in cui, per centinaia e centinaia di chilometri, non c’era una sola isola, un oceano sterminato al quale nessuno era mai sopravvissuto e Rapao era l’ultima isola abitabile prima di quell’infinita desolazione azzurra, l’ultimo porto prima del nulla più assoluto, un nulla che il runner Rao, leader della carovana Pao, aveva intenzione di esplorare perché assolutamente certo che da qualche parte in quell’immenso mare, ci fossero nuove terre.
Rapao divenne così la terra del sogno, il luogo dell’ultimo saluto per migliaia di esploratori che nel tempo si avventurarono in quelle acque sconosciute, seguendo l’esempio di Rao e come lui, senza mai più farne ritorno.
Per gli anziani dell’isola le oscure notti ventose, rappresentano un cattivo presagio, un segnale di sventura imminente per l’isola e i suoi abitanti che andava ben oltre gli ingenti danni provocati dalle raffiche di vento e dalle piogge torrenziali e all’alba del ventunesimo giorno, della terza fase del quattrocentesimo ciclo solare. Nelle loro vite gli anziani avevano visto centinaia di uomini prendere i largo alla volta delle acque orientali, a bordo di imbarcazioni di ogni tipo e non una sola volta un imbarcazione era tornata indietro. Gli abitanti di Rapao sapevano che nulla di buono sarebbe mai venuto da oriente, da quelle acque che avevano inghiottito centinaia di migliaia di vite e quella notte no fu diverso. Il messaggio di sventura giunse  all’alba a bordo di una piccola imbarcazione dalle vele grige e logore, spinta dai primi venti mattutini, che in qualche modo era sopravvissuta alla tempestosa notte.
Quell’imbarcazione proveniva dalle più calme e meno profonde acque occidentali, un luogo apparentemente tranquillo in cui la minaccia dei venti orientali era l’ultimo dei problemi di un navigatore.
Il piccolo vascello fu avvistato all’orizzonte alle prime luci dell’alba da una pattuglia alata, il cui compito era sorvolare le acque nei pressi di Rapao in cerca di naufraghi e relitti che sventuratamente si erano esposti ai pericoli del mare in una delle oscure notti ventose e quando videro quell’imbarcazione malconcia, non esitarono a riferire agli anziani cosa avevano visto.
La notizia di un imbarcazione sopravvissuta alla notte ventosa era di per sé una notizia anomala ed entusiasmante, ma ciò che colpiva di quella imbarcazione era la sua posizione e la sua direzione. Il piccolo vascello si trovava ad est di Rapao e viaggiava spedita in direzione dell’isola, quasi come se sapesse esattamente dove andare, chiunque si trovasse a bordo dell’imbarcazione aveva certamente molto da raccontare.
In quel momento gli anziani non sapevano ancora se ciò che si trovava su quella imbarcazione portava buone o cattive notizie, ne conoscevano le intenzioni o la potenza di chiunque si trovasse a bordo. Furono messe in mare due navi da guerra ed un vascello più piccolo con a bordo soccorsi e viveri e furono inviati in contro al piccolo vascello, mentre le guardie alate osservavano la situazione dell’alto.
Quando l’unico membro dell’equipaggio di quel vascello raggiunse la terra ferma, tutto l’entusiasmo e l’euforia degli abitanti di Rapao svanì quasi immediatamente, si trattava semplicemente di commercianti diretti alla vicina isola di Noliano, il grande avamposto commerciale situato a pochi giorni di navigazione da Rapao; si trattava di uno due porti franchi in quelle acque e delineava un tratto di mare al sicuro da pirati, corsari, mercenari e minacce di ogni tipo, che ormai avevano infestato le acque esterne, rendendo le notti ventose l’ultimo dei problemi per chi incautamente si ritrovava a solcare quelle acque senza aver prima fatto tappa a Noliano o Deore, l’altro porto franco che delineava i confini delle acque sicure e che garantivano, ad un prezzo adeguato, protezione e sicurezza per chiunque volesse solcare quelle acque. Questa protezione era data da un enorme flotta che pattugliava l’intero tratto di mare e le varie isole che ricadevano sotto la protezione di Noliano e Deore, distruggendo e saccheggiando brutalmente qualunque imbarcazione fosse stata trovata senza una lettera di passaggio che autorizzava la loro presenza in quelle acque.
Eric Bawmos era il giovane comandante di quel piccolo vascello approdato sulle coste di Rapao, quello era stato il suo primo viaggio in quel tratto di mare e conosceva ancora molto poco quelle acque ed i rischi e gli equilibri ad esse connesse. Quella notte Bawmos era stato molto fortunato, non aveva incontrato pirati ne pattuglie di Noliano e anche se la sua imbarcazione era ridotta male ed il carico era andato perduto in mare, era comunque sopravvissuto alle violente onde e raffiche di vento. La stessa fortuna non aveva accompagnato Bose Bawmos, fratello minore di Eric oltre che secondo ed ultimo membro dell’equipaggio del piccolo vascello, il quale, in piena tempesta, era caduto fuori bordo nel vano tentativo di ammainare la vela, era scomparso tra le colossali onde di quel mare terrificante.
Il suo sacrificio fu in parte vano, non riuscì ad ammainare la vela e la loro imbarcazione fu spinta fuori rotta a grandissima velocità e quando nella notte i venti si calmarono Eric era riuscito a riprendere il controllo della nave, rimettendola in rotta verso Ovest. Non aveva la più pallida idea di dove si trovasse, ma non volle sfidare la sorte, sapeva che in quel tratto di mare non c’erano molte isole abitabili e navigare verso sud, est o nord, avrebbe potuto spingerlo lontano da ogni altro essere vivente e questo gli sarebbe certamente costato la vita, non voleva certo essere un naufrago nelle acque ignote, decise così di fare rotta verso occidente e nel peggiore dei casi, se non avesse incontrato nessuna isola lungo la strada, prima o poi avrebbe certamente raggiunto la costa esterna del grande continente orientale. L’ignoto viaggio di Eric Bawmos durò soltanto poche ore e terminò all’alba, sulla piccola isola di Rapao.
La gente dell’isola lo accolse amichevolmente offrendogli del cibo, dell’acqua e dei vestiti asciutti, inoltre, basandosi sulle informazioni fornite da Eric, riuscirono ad individuare approssimativamente l’area in cui Bose era caduto fuori bordo e anche se non c’erano molte possibilità di ritrovarlo ancora in vita, alcune pattuglie alate furono inviate dai comandanti di navi amiche che in quel momento si trovavano nei pressi del naufragio, nella speranza che qualcuno di loro potesse recuperarlo.
Mentre in mare iniziavano le operazioni di ricerca e soccorso, Eric continuò il suo racconto di fronte agli anziani di Rapao. Cera un motivo se lui e suo fratello si erano improvvisati marinai in quelle acque e l’ospitalità degli abitanti di Rapao lo convinse a condividere quella storia con gli anziani, in cuor suo Eric sapeva che probabilmente non avrebbe mai più rivisto suo fratello e il dolore derivato da questa consapevolezza era molto forte, ma ciò che aveva spinto i due fratelli a prendere il mare continuava a tormentarlo ed era fonte di inquietitudine ed incertezze, forse anche superiori al turbamento provocato dalla perdita di suo fratello.
Era ormai ora pranzo ed Eric sedeva insieme agli anziani in un edificio non lontano dal porto, era una sorta di municipio in cui gli anziani passavano la maggior parte delle loro giornate ad ascoltare i problemi dei loro concittadini ed istruendo i più giovani ad affrontare la realtà, ma quel giorno in quell’edificio non c’era nessuno, c’erano soltanto gli anziani ed un forestiero sopravvissuto alla tempesta.
Eric era lì, al centro dei una non particolarmente grande stanza dalla forma ottagonale, la stanza era molto alta ed interamente costruita in legno, dagli angoli della stanza si innalzavano otto colonne che incorniciavano delle enormi vetrate e sorreggevano l’enorme cupola in legno rosso che chiudeva la stanza dall’alto, al centro esatto della stanza, nel punto più alto della cupola, vi era un enorme cristallo splendente che durante il giorno accumulava la luce del solare,condensandola e dissipandola molto lentamente, permettendo così di illuminare la stanza anche nelle giornate più buie o nelle prime ore dopo il tramonto, quando la luce del sole naturale era troppo poca o totalmente assente.
Lungo le pareti della stanza vi erano alcuni antichi cimeli, qualche statua e non più di due ritratti per ogni parete, che ricordavano le origini di quell’isola e dei suoi abitanti giunti lì da ogni angolo del mondo. Ogni parete ospitava al centro un arco che collegava la a stanza ad un lungo corridoio poco illuminato, e per giungere lì, Eric e gli anziani erano passati proprio attraverso uno di quei corridoi, quello principale, era leggermente più illuminato e meno angusto degli altri e collegava la sala degli anziani all’ingresso principale dell’edificio.
Quella sala era permeata da una sacralità antica, legata al culto degli antenati, una sacralità che rivelava un profondo rispetto per la vita, forse dovuto alle innumerevoli persone, per lo più forestieri, che erano transitati per quell’isola quasi in pellegrinaggio prima di andare in contro alla morte nelle acque ignote. Tutta quella maestosa semplicità scuoteva fin nel profondo il cuore di Eric che in vita sua non aveva mai visto nulla di simile, il luogo in cui era nato e cresciuto era profondamente diverso ed immensamente caotico e quel caos aveva permesso ad alcuni individui di dubbia moralità, di assumere il controllo della città, diventando ben presto una minaccia per villaggi, città ed isole vicine. Con il suo racconto Eric Bawmos mise in guardia gli anziani dell’isola di Rapao, presto o tardi, oscure navi dalle vele nere sarebbero giunte in quelle acque ed avrebbero messo in pericolo l’esistenza di ogni anima di ogni isola nei mari orientali. Il suo racconto chiarì lo scopo del suo viaggio, Eric e Bose, due giovani contadini delle grande isola di Adinat, avevano lasciato la propria casa e la propria terra per raggiungere l’isola di Arash, situata nelle acque dell’estremo nord e non lontano dal continente orientale, intenzionati a chiedere l’aiuto del signore di Arash nel porre fine alla guerra civile che stava divorando Adinat.
I popoli di Arash e di Adinat non erano mai stati grandi amici, anzi, erano due popoli rivali in forte competizione tra loro e in numerose occasioni la competizione era degenerata nella guerra,dando origine a scontri estremamente violenti e sanguinosi, molti dei quali si erano stati risolti soltanto con l’intervento del protettorato di Ardesia, la principale potenza del continente orientale. In altre circostanze Ardesia sarebbe certamente intervenuta per sedare la guerra civile affliggeva Adinat, tuttavia, il protettorato stava affrontando una gravissima crisi interna che da molti anni aveva limitato enormemente la sua presenza all’estero e ciò aveva spinto il popolo di Adinat a chiedere aiuto al suo antico rivale.
Gli anziani di Rapao non potevano credere alle proprie orecchie, l’antica rivalità tra i popoli di Adinat e Arash era nota ovunque, ma sapevano anche che solo una potenza del calibro del protettorato di ardesia sarebbe potuta intervenire nel conflitto di una delle due nazioni senza provocare profonde ripercussioni diplomatiche e le altre potenze continentali non erano interessate a ciò che accadeva al largo della costa orientale. L’unica potenza minore che poteva intervenire nella guerra civile di Adinat era la sua storica rivale Arash e nonostante la tradizionale rivalità, nei canti e nelle leggende di Arash come nei canti e nelle leggende di Adinat, vi erano storie di un antica amicizia che riaffiorava ogni qualvolta l’una o l’altra nazione si era ritrovata realmente in pericolo.
Eric e Bose non sapevano fino a che punto queste leggende fossero veritiere e dirigendosi ad Arash avevano corso un terribile rischio poiché la sola appartenenza al popolo di Adinat li poneva sullo stesso piano dei fuorilegge ad Arash, ma erano pronti a correre il rischio, erano pronti a mettere in pericolo le proprie vite, rischiando di passare ciò che restava dei propri giorni in una prigione di Arash pur di comunicare un messaggio, Adinat era caduta e questo era solo l’inizio.
Gli anziani di Rapao compresero immediatamente la gravità della situazione e diedero immediatamente l’ordine di armare la flotta da guerra e richiamare le pattuglie alate da ogni operazione non vitale, inoltre inviarono i propri messaggeri ad Arash, ad Ardesia e in tutti i regni, protettorati e federazioni con cui avevano contatto. La notizia della caduta di Adinat doveva raggiungere ogni nazione del mondo ed ogni popolo e governo doveva prepararsi alle terribili conseguenze che ne sarebbero derivate.
0 notes
ayanos-pl · 4 years
Photo
Tumblr media
An oriental beetle (Anomala orientalis)
翅がちゃんとたためてなかったセマダラコガネ。コガネムシはバナナの房みたいな触角と顔がかわいい。
65 notes · View notes
vulture-jack · 6 years
Text
etosaurus replied to your photo: Its a shame youre invasive, Anomala orientalis,...
his butt is just fine thank you very much
youre right im sorry
2 notes · View notes