Tumgik
#animale selvatico
umbertafineart · 2 days
Text
Lupo dormiente
Il vento accarezza dolcemente le foglie mentre il lupo dormiente sogna boschi lontani,dove i fiumi scorrono liberi e la luna illumina sentieri nascosti…. Il lupo dorme…sa che la sua forza è sempre pronta…pronta a risvegliarsi quando è necessario “Lupo dormiente” Acquerello su carta Hahnemühle 450 gr
0 notes
Note
Che animale selvatico vorresti incontrare durante un'escursione in montagna?
Orso
8 notes · View notes
lunamagicablu · 1 year
Text
Tumblr media
“Come un animale selvatico, la verità è troppo potente per poterla ingabbiare.” VERONICA ROTH ********************* “Like a wild animal, the truth is too powerful to cage.” VERONICA ROTH 
32 notes · View notes
grazielladwan · 2 months
Text
È LA VOLTA DI KJ1
Dal web Il Caso Kj1: L’ennesima orsa Condannata a Morte in Trentino Un’indagine di fantasia, ma non troppo. In una tranquilla mattina di luglio, lungo il sentiero degli Scaloni, nel territorio comunale di Dro, l’orsa Kj1 si aggirava nei boschi del Trentino, ignara del destino che la attendeva. La sua storia, però, non è solo quella di un animale selvatico; è il riflesso di una società che…
Tumblr media
View On WordPress
2 notes · View notes
elisabetta26 · 1 year
Text
Allora fatemi capire perché non trovo pace con questa storia...
1) Avete preso un sacco di soldi per reintrodurre gli orsi in un ambiente che forse non era più adatto troppo antropizzato (a vostro dire)
2) Non siete stati capaci di monitorarli negli anni e ne avete perso il "controllo"
3) Non siete stati capaci di educare gli abitanti alla nuova convivenza con loro e a spiegare le norme di comportamento in caso di avvistamento.
4) Come chi abita in ambiente urbano si deve prendere il rischio di essere investito in qualsiasi momento da auto, pare non abbiate ribadito a chi abita in montagna (ma loro già dovrebbero saperlo) che dovrebbe accettare anche il rischio di trovarsi un orso davanti mentre cammina in un bosco e per questo adottare degli atteggiamenti preventivi per evitarlo.
5) Forse vi siete anche dimenticati che gli animali selvatici, per istinto, esattamente come gli esseri umani, possono diventare aggressivi se si sentono minacciati.
6) Probabilmente il malcapitato deve aver spaventato l'orsa con il suo arrivo improvviso e il suo procedere veloce, perché é alquanto improbabile che abbia attaccato solo per il gusto di farlo.
7) Probabilmente l'orsa in questione era anche in compagnia dei suoi cuccioli. Qualsiasi altro animale non solo selvatico ma anche domestico, come una vacca, una pecora o semplicemente un cane randagio, avrebbe attaccato se avesse ritenuto in pericolo i suoi cuccioli con lo scopo di difenderli. Persino io. Anche a costo della vita.
CONSIDERAZIONI
1) Avete catturato una madre che difendeva i suoi piccoli, togliendola dal suo ambiente naturale
2) L'avete rinchiusa come una prigioniera solo perché ha fatto il suo dovere di mamma.
3) Volete condannarla a morte per una responsabilità che in partenza é solo vostra.
4) Avete abbandonato i tre cuccioli al loro destino. Animali che saranno ora spaesati, spaventati e non avranno alcun riferimento che insegni loro come sopravvivere.
5) Se riusciranno a sopravvivere probabilmente si abitueranno a cercare cibo nei centri abitati dove é più facile reperirlo così poi vi lamenterete che siete invasi dagli orsi e che quindi vanno catturati e uccisi.
Con il risultato che un progetto di ripopolamento, di rinascita e di vita costato milioni si trasformerà in un progetto di caccia e di morte.
Fatemi capire questa storia perché veramente non trovo pace al fatto che siate così crudeli, insensibili, irresponsabili ed incompetenti
dal web .
#sodinonsapere #orsi #crudeltà #sopravvivenza #cattura #vita #cuccioli
Tumblr media
19 notes · View notes
luluemarlene · 9 months
Note
E più è "animale" è meglio è 😁
Selvatico! 😏
2 notes · View notes
donaruz · 2 years
Text
Tumblr media
Mi chiamano il "Castagno delle streghe" e in effetti gli antichi detti a volte sono così vicini alla realtà. Sono tra gli alberi più amati dalle danzatrici del bosco. Ma non erano streghe, erano ragazze, a volte donne, molto spesso bambine.
Per essere strega devi avere dei poteri particolari, e poche li hanno. Devi, ad esempio, guarire la gente, portare le nuvole nelle valli e poi farle esplodere dalla pioggia, devi saperti trasformare in animale selvatico, in rapace notturno; ma soprattutto devi saper volare e poi sparire.
Eppure, alcuni anni fa, appena danzavi, dicevano che eri una strega. E così ti bruciavano. Perché le streghe, dicevano, erano figlie del demonio. Quanta idiozia crea la superstizione. Quasi un milione sono morte per questi motivi; e ancora oggi molte persone venerano quella religione che ha fatto scorrere fiumi di sangue e dolore.
Le streghe non erano figlie del demonio ma dell'amore; e l'amore fa paura. A volte era sufficiente avere i capelli rossi oppure sorridere e scherzare, altre volte essere emancipate e libere. La verità è che erano semplicemente donne: le nemiche assolute delle religioni.
Mi chiamano il "Castagno delle streghe", non avete idea del complimento che ricevo ogni volta che lo sento dire. Sono antico, secolare, e ho visto cose che voi manco immaginate.
Ma sono un albero, e per voi umani valgo quanto un filo secco d'erba. Quanto una strega...
(Castagno delle streghe - Roppolo)
Olmo Losca
16 notes · View notes
lisia81 · 10 months
Text
Fireworks of my heart
commento finale
Questo drama mi lascia la stessa sensazione di quando ero al liceo. La cariatide che ci insegnava latino e greco aveva la sadica abitudine di mettere le verifiche in ordine di voto. Sapevi che se ricevevi il foglio per terzo o quarto eri un eletto, dal quinto in giù, il voto poteva oscillare fra un 5 1/2 e già cantavi vittoria e un 4--. Il 3 aveva se non altro il buon gusto di riservarlo solo a situazioni di innata eccellenza.
Per eletto non intendo la prima della classe e il suo fantastico 8 preso senza nessun segno ne rosso ne blu, ma quel foglio ricevuto con stupore con su scarbocchiato un 6 1/2 che ti fa sorridere, compiaciuta, per avercela fatta a portare a casa un risultato che per milioni di studenti è banale, ma per te e i tuoi compagni non lo è.
Fireworks of my heart è un po' così. Porta a casa il suo risultato con stupore.
Era stato lanciato come uno dei drami dell'anno. Cast di attori eccellente, trama contemporanea. Entusiasmo alle stelle da ogni parte.
Poi ho iniziato a leggere critiche. La lead Xu Qin, troppo piagnucolona, troppo indecisa, la rovina della storia. Il lead Yang Yang messo li perchè piace e si è sicuri del risultato. Ma i secondi e terzi lead sono decisamente meglio di lui.
Ho atteso. Ho un avversione per le protagoniste lagna e ancora di più per i registi che scelgono gli attori perchè attirano pubblico.
Poi la curiosità è donna e l'ho iniziato.
A visione completata posso dire che Xu Qin non è una piangina. L'unica cosa che fa piangere è quella orrenda parrucca a caschetto che le hanno appioppato nelle scene di gioventù in sta foto sembra pure decente e quella battuta veramente fuori luogo di cui ho già scritto.
Tumblr media
Si parla di di un personaggio rimasto orfano da bambino (10 anni circa) per colpa della madre che voleva uccidere l'intera famiglia e suicidarsi appiccando fuoco alla casa. Uscita da questo trauma è stata adottata da una famiglia ricca, la cui matrona madre l'ha sempre trattata come una figlia, ma allo stesso tempo oppressa. Stessa oppressione che subisce il fratello adottivo della lead, Yan Chen che si affeziona morbosamente a lei, scambiando per amore l'affetto la tacita intesa elaborata con la sorella.
Durante il drama i due parlando dicono di sentirsi come un animale selvatico che viene allevato dal suo domatore fin da cucciolo a seguire i suoi comandi. E quando il cucciolo diventa adulto e potrebbe ribellarsi, rimane lo stesso li invece di scappare.
Ma gli autori hanno ricreato molti parallelismi simbolici. Le stesse farfalle sotto vetro, non sono solo una passione del fratello della lead per i lepidotteri, ma sinonimo di una bellezza rinchiusa e non fatta volare. Tenuta per se, imprigionata. Le mani di Xu Qin sono un altro simbolo. Mani eccezionali quando si tratta di esercitare la professione di medico, ma mani che si tormentano fino a farsi male quando la ragazza è in preda al suo conflitto interiore e sentimenti.
In un contesto del genere, ci sta che una ragazza a 18 anni abbia deciso di piegarsi e mettere da parte il suo innamorato. Ci sta che abbia coltivato per 10 anni la speranza infantile di ritrovarlo, abbia fatto tutto il possibile per garantirsi una posizione sociale sicura. Una base per essere libera.
Quando Xu Qin si trova davanti Son Yang non mi pare abbia molti dubbi. Non lo sbandiererà ai quattro venti, non userà le fanfare ma ci prova in vari modi a penetrare goccia a goccia in quel muro che si trova davanti. Muro che non sa perchè è così alto e spesso. Non dice mai alla madre che rinuncerà a Son Yang. Non lo ha detto a 17 anni e non lo dice a 27.
E' un personaggio perfetto? no, ma per una volta è un personaggio femminile costruito bene, capibile e contestualizzato! E' una protagonista che da sola, con i suoi alti e bassi e qualche caduta cerca di trovare una via di fuga senza il bisogno di essere salvata. E quanto è raro in un drama cinese!!
E questo mi fa piacere il drama e gli da svariati punti.
Per quanto riguarda la seconda critica. Yang Yang sta al drama moderno in cui deve fare leader il figo, come la panna sopra le fragole a Wimbledon. Non c'è nulla di sbagliato, così è e così deve essere. Li ci sta bene, è il suo habitat, rende al meglio delle sue possibilità, che gli vuoi dire?
Nelle prime 25 puntate Song Yan ci mostra perennemente un aria da incavolato nero, molto scattoso, asciutto, freddo. Ma a mio parere questa mancanza di sfacettature non è dovuta ad una qualche carenza di Yang Yang, ma al personaggio stesso. Da un lato vi è un lead che anche nella sua vita ne ha vissute di cotte e di crude. E questo muro caratteriale che mette verso Xu Qin da mi sembra una difesa, un modo per non rischiare di soffrire di nuovo; dall'altra parte, secondo me, è una maniera per provocare, stizzare la carbonella nei confronti della sua ex fidanzata.
Quando lui alla fine fa la sua mossa, lei cade come una pera cotta. E' volontario? E' involontario? mi è sembrato a volte il gioco tra un gatto e un topo. Ma chi non vorrebbe essere il suo topo? E comunque passato quel punto è tutto panna e fragole in doppia porzione!
Tumblr media
Gli altri attori meglio di lui? diciamo che c'è un ottimo cast di secondi lead interpretati bene.
Il primo è Yan Chen, il fratello adottivo di Xu Qin. Come sboccia la lead riesce a sbocciare pure lui. Mi è piaciuta molto al conclusione della storia con la ragazza del bar. Alla fine la vita riserva incontri, si fa un pezzo di strada assieme, si sbaglia, si matura, e si va avanti. Vederli frequentarsi ancora mi avrebbe infastidito, se non altro per quello che ognuno rappresentava per l'altro. Da un senso di realtà.
Gli altri due lead sono: capo reparto 1 e capo reparto 2. Preciso una cosa. Su Viki il drama non è ancora del tutto tradotto. Il team di sottotitolatori ha avuto la bella idea di chiamare Song Yan capo squadra invece che capitano. I due capi reparto che si alterneranno in quella posizione nel drama, ho sempre pensato fossero i capi di Song Yan. In realtà switchando in inglese sono i suoi vice. Alla base di questo ho dovuto mentalmente rielaborare il rapporto tra il protagonista e i suoi due vice. Che sono in entrambi i casi due belle amicizie.
Il primo quello fra Song Yang e Suo Jun ha marcata sfumatura di bromance. Il perchè gli autori l'abbiano creata però mi sfugge, per poi togliercela così. Se proprio devo pensarla, Vin Zhang è stato messo nel drama perchè è un bel ragazzo!
Tumblr media
Il rapporto invece tra Song Yan e Jiang Yu lo vediamo formarsi, crescere e diventare sempre più stretto. Jiang Yi è un personaggio adorabile e positivissimo, e mi è piaciuto parecchio. E soprattutto è funzionale alla storia.
Ma il pezzo forte di Firework of my heart è la squadra di vigili del fuoco della Shiji Tai. Sono adorabili come i KK in Go go squid.
Tumblr media
E' bellissimo il loro rapporto, il loro aiutarsi, confrontarsi, scherzare, far fronte alle difficoltà fisiche e psicologiche. E' bellissima la loro umanità.
Attraverso questo drama, che è pur sempre un drama e quindi infiorettato da beltitudine e velata propaganda, ti immergi in un universo di sacrifici, dedizione verso la comunità e il prossimo.
Chiunque intraprenda questa strada lo fa per servire le altre persone. E' una cosa che diamo per scontata ma in realtà non lo è. E questa storia, le vicessitudini di questa squadra te lo fanno capire. E dobbia solo dire grazie. Grazie e ancora grazie!
Ci sarebbe da scrivere ancora. Perchè le storie sono svariate e non lasciate a se stesse.
Ci sarebbe da scrivere delle stagioni che si passa dal caldo alla neve in un lampo.
Ci sarebbe da scrivere dei vestiti. In pieno inverno in maniche corte e camicia sotto la neve ma che l’ha fa a fare Wibo la pubblicità dei piumini tecnici!
Ci sarebbe da parlare della mamma di Xu Qin ovvero la reincarnazione della mamma di Daoming Si, ma preferisco fermarmi qui.
@dilebe06 mi hai chiesto se vale la pena vederlo. Ti dico aspetta la traduzione e quando hai un buco schiaffacelo dentro. Non è un capolavoro, ma è completo, ha senso, hai voglia di vederlo. E come le verifiche consegnate in ordine di voto a scuola, sono 3-4 i drama quest'anno che posso mettere in questo elenco.
3 notes · View notes
palmiz · 2 years
Text
Sto invecchiando 1953/2022
il corpo non mente, obbliga riguardi
e cure, lo spirito ancora strappa
velleitario preda di entusiasimi poi
insostenibili.
Tendo al selvatico,solitario, all'ombra di una casavenerabile dimora, in sintonia col variare delle stagioni, sensibile alla presenza animale, le cose visibili ed invisibili attento all'accadere:
un sempre più rapido mutare.
Non ho più alcunbinteresse per il racconto che il mondo fa di sé tra vacuità e tornaconti da poco.
Sono residuale, in attesa di non so che.
Ho fatta mia la triade dell'ultimo
Pasolini poeta
"difendi conserva prega"
G L F
Tumblr media
18 notes · View notes
umbertafineart · 5 days
Text
Un'altra Aquila...
In natura, la morte è un sussurro , un atto di resa che prepara per nuovi germogli. Ciò che cade e si dissolve non scompare davvero, ma si trasforma in linfa invisibile, nutrendo le radici della vita. Ogni foglia che si posa al suolo, ogni creatura che chiude gli occhi, dona il proprio respiro all’universo, affinché la danza della creazione non si interrompa mai. È nell’ombra della fine che si…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
herzgewachse · 1 year
Text
era un magnifico animale selvatico, parlava di luce e cantava di sogni. ogni volta che mi avvicinavo per accarezzarla provava a divorarmi vorace di amore, non l'ho mai dimenticata
5 notes · View notes
unavitaconte · 2 years
Text
Amami sempre, anche quando sono difficile da comprendere. Amami quando mi perdo nei miei silenzi e non mi lascio avvicinare. Amami quando litighiamo e mi chiudo dentro me stessa lasciandoti fuori ad aspettare. Amami quando sbaglio, quando piango, quando tiro fuori gli artigli come un animale selvatico. Amami quando avrò gli occhi stanchi dopo notti insonni perse dietro troppi pensieri. Amami quando girerò per casa in pigiama, spettinata, senza trucco e sprofonderò sotto al plaid sul divano. Amami quando specchiandomi troverò una ruga in più sul mio viso e mi sentirò meno bella. Amami quando faticherò ad accettare un dolore troppo grande o quando inciamperò nelle buche della vita. Amami quando sono insicura, paranoica, lunatica, irascibile. Amami quando metto il broncio e divento più capricciosa di una bambina. Amami sempre, anche quando sono difficile da capire, anche quando ti farò impazzire, anche quando ti dirò di andare via perché è proprio in quei momenti che ho più bisogno di te. Solo tra le tue braccia io mi sento a casa, solo con te so di non dover fingere di essere diversa da quella che sono.
9 notes · View notes
rosateparole · 1 year
Text
Non so quando ho cominciato a portarmi dietro il mio animo diviso, il mio semenzaio di contrasti. Forse da quell’episodio del cane. Per un attimo rivedo me stessa bambina, con le trecce scure, il vestito con le cappe al posto dell’orlo, in una giornata di primavera, mano nella mano con mio fratello Gianni: andavamo da Veruda a Valcane, parlavamo logicamente nella nostra lingua, nostra come il latte, come il pane, come l’aria, come il cibo, come l’acqua, come il sole, come il sale, parlavamo nella maniera più naturale del mondo senza renderci conto di far uso di una certa lingua, non avevamo nemmeno cognizione della differenza fra le lingue.
Vicino alla scuola elementare Vladimir Gortan un uomo stava fermo con un grosso cane, ma noi non riuscivamo a mettere completamente a fuoco l’immagine. Gli andavamo incontro, ignari. Quando gli fummo vicini, lui ci guardò con occhi cupi e fermi nella faccia larga e pelosa e ci disse: «Se vi sento ancora una volta parlare italiano, mollo il cane che vi divori. Ve la faccio passare io la voglia di parlare questa lingua fascista».
Ci afferrò il disperato istinto di fuga che prova un animale selvatico davanti a un essere molto più grande, più potente di lui. Nell’istante in cui ci fissammo, come bestie prima di prendere ciascuno la propria decisione, lui di attaccare col suo cane dalla gola rossa di sangue dalla quale uscivano latrati laceranti, e noi di fuggire, capimmo di colpo che in quel gioco spaventoso ogni tentativo di fuga o di difesa era ridicolo; avevamo meno probabilità di una lepre inseguita, perché le nostre gambe, paralizzate dalla paura, sembravano di piombo, si rifiutavano di muoversi, volevamo gridare e non ci veniva fuori la voce. Le orecchie che ardevano, i cuori d’un subito piccoli e molli, ce ne restammo zitti e terrorizzati per tutta la strada, fino a casa di nonna. Ma come dovevamo parlare, in quale lingua?
Ecco, fu così che la fanciullezza ci regalò subito questa grande confusione. Quell’episodio entrò nella mia mente, nella mia vita, e vi rimase come un segno, un avvertimento, uno sforzo perenne di capire, di interrogare disperatamente la tenebra.
Con quella paura in corpo, accettai come una volontà del cielo il cambiamento di classe di Gianni. Ed era invece volontà del potere popolare. Dal venerdì al lunedi passò dalla terza italiana alla terza croata. Gianni non recuperò mai. «Siamo terra di nessuno e di tutti», fu breve nonna. «Pazienza, ci vuole pazienza!». Pazienza, pazienza, fin dalla culla, fin da piccoli abbiamo imparato che chi perde deve fare la riverenza e la penitenza. Pazienza significava disposizione a soffrire, ma la mortificazione e l’umiliazione erano certamente i sentimenti predominanti.
Quando, alcuni anni più tardi, anche i miei fratellini Claudio e Diego, segnati nei registri e per la vita come Klaudio e Dijego, dovettero andare alla scuola croata, io abbandonai definitivamente la presunzione di padroneggiare un’individualità coesa e definita.
Anna Maria Mori & Nelida Milani, Bora. Istria, il vento dell’esilio
6 notes · View notes
klimt7 · 1 year
Text
Il lusso, la ricchezza del poter pensare in modo diverso.
.
"Libertà di espressione" significa rigettare il PENSIERO UNICO (mainstream), e aprirsi ad una varietà di opinioni. Ascoltarle e valutarle per ciò che di buono apportano alle nostre conoscenze.
.
Oggi mi piace riportare le idee del Prof. Gabriele Ciampi.
Chi è?
Uno studioso di Geografia, di Storia e una persona di ampie vedute, prima di tutto.
Ricopio ciò che è stato pubblicato da "LA VOCE DEL TRENTINO" :
Gabriele Ciampi è Geografo, attualmente in pensione, dell’Università di Firenze, consigliere delle riviste Limes, Il Pensiero Storico, il Bollettino della Società Geografica Italiana.
.
Bene cosa pensa Ciampi?
Eccolo il suo intervento ripreso dal sito LA VOCE DEL TRENTINO.IT
Tumblr media Tumblr media
....
Tumblr media Tumblr media
Tumblr media
Credo che questo intervento parta da un'assoluta onestà intellettuale.
In fondo, si tratta di riconoscere ciò che è accaduto per millenni sulle Alpi. Gli uomini e gli orsi erano al vertice della catena alimentare come il lupo.
Entrambi cacciatori e predatori. Entrambi a contendersi spazi e risorse alimentari
Lo si deve riconoscere con la massima serenità. Uomini, lupi ed orsi si sono affrontati per migliaia e migliaia di anni. Finchè tramite l'azione dei cacciatori armati di fucili, la popolazione dei lupi è stata ridotta e quella degli orsi alpini si è estinta.
Ora il progetto della reintroduzione dell'Orso Sloveno su tutto l'arco alpino, alla resa dei conti, si è rivelato un vero azzardo e un controsenso, tanto più che la politica per più di 20 anni ha rinunciato del tutto a non vedere dov'era il guasto sostanziale. Un progetto di ripopolamento deve partire da uno studio delle compatibilità e delle condizioni del territorio e delle valli anche in termini di densità umana.
Come hanno fatto a ignorare che il Trentino già nell'anno 2000 non era più il Trentino agricolo fatto di pastori e contadini degli anni '30, '40 e '50? Una regione allora, scarsamente popolata e poco frequentata dai viaggiatori del tempo, a fronte della nostra epoca che è invece, quella del "turismo di massa" e del turismo globalizzato. Quanti turisti polacchi, cechi, ungheresi, spagnoli c'erano negli anni '50 nelle valli dolomitiche? Chiediamocelo...
Come ha fatto la Provincia di Trento a fine anni '90 ad ignorare la densità della popolazione residente, a cui andava aggiunta la densità dei turisti in arrivo sia in estate che in inverno, grazie ai tanti comprensori sciistici che si erano tanto sviluppati fin dagli anni '70 ?
Come è stato possibile pensare di reintrodurre un animale selvatico in uno dei territori fra i più antropizzati dell'intero arco alpino, con un tessuto economico fatto di imprese, di aziende e di popolazione accresciuta grazie allo sviluppo indotto dalla doppia stagione turistica ?
Oggi il flusso permanente dei turisti che vengono in Trentino per sciare in inverno e per fare podismo, cicloturismo, arrampicate e trekking in estate, è un fattore determinante per escludere una compatibilità di queste vallate con la libera e indiscriminata presenza dell'orso selvatico di origine slovena.
Ancora di più, se il numero degli orsi è stato, colpevolmente, fatto lievitare fino agli attuali 120 esemplari !
È insostenibile come situazione. È un insieme esplosivo di contraddizioni ed errori già fatti.
A meno di non ripensare da zero la presenza di questo animale selvatico.
A partire da un possibile grande Parco dell'Orso Alpino.
Un territorio da riservare in maniera esclusiva all'Orso. Ovviamente un parco delimitato, ad uso e consumo del solo orso. Dove la presenza dell'uomo venga scoraggiata e ridotta al minimo. È ancora possibile realizzarlo?
Io me lo domando.
Un territorio dove l'animale possa scorazzare, libero ma sorvegliato tramite Radiocollare, e anche studiato e seguito da specialisti che tutelino la sua presenza evitando che quest'animale selvatico frequenti città e paesi.
Quello a cui penso è un "oasi naturale" da individuare fra le vallate meno popolate della regione.
Perchè l'elemento determinante per evitare nuove e dolorose tragedie è proprio il parametro della DENSITÀ per chilometro quadrato.
Allarghiamo l'orizzonte: attualmente l'orso vive libero e senza creare grossi problemi, soltanto in determinate zone del pianeta: Canada, Alaska, Stati Uniti, Federazione Russa, Scandinavia.
E questo, perchè un predatore selvatico ha bisogno di territori ampi e poco frequentati dalla razza umana.
Ciò che vorrei sottolineare è come il problema degli orsi è molto complesso e paga errori nati già a partire dalla reintroduzione delle prime coppie di esemplari sloveni
Occorre quindi utilizzare la massima cautela, evitanto slogan astratti e superficiali o posizioni ideologiche estremiste che non partano dalla realtà.
Evitare cioè le posizioni distanti dal buon senso che è invece fondamentale in questioni così intricate.
Il buon senso prima di tutto.
Ben diversamente da come la Provincia autonoma di Trento ha gestito il progetto (ovvero senza curarsi del numero massimo di esemplari compatibile con i territori).
Occorrerebbe, quindi stabilire, un numero massimo di esemplari da seguire e a cui dedicare tutte le misure di tutela possibile.
Il numero degli esemplari di un predatore di queste dimensioni, andrebbe quindi riproporzionato alla dimensione territoriale ( in Km quadrati) di un futuro e possibile Parco protetto destinato all'Orso.
Solo così sarà possibile seguire e studiare ogni singolo esemplare e dedicargli la giusta attenzione.
In ogni caso, è certo, che data l'attuale densità della popolaziine umana, nelle vallate trentine, ciò che bisogna impedire è che l'orso si abitui a frequentare le zone di fondovalle ed i centri abitati oltre che a rovistare fra i rifiuti prodotti dalle comunità umane.
Non sarà semplice nè indolore.
Occorre essere realisti e avere i piedi per terra.
La convivenza delle due specie è una vera utopia, nella ristrettezza degli spazi attualmente disponibili.
Forse solo con la creazione di parchi al riparo, dagli ingenti flussi turistici che negli ultimi 15 anni vedono la presenza sulle Dolomiti (oltre che degli italiani e dei residenti), anche di un gran numero di vacanzieri e sportivi da tutti i paesi del mondo (in particolar modo dall'Europa orientale).
Chiudo qui il post, scusandomi per la sua lunghezza. Un Post che vuole essere solo uno stimolo a riflettere e ad approfondire queste tematiche così complesse.
.
.
.
.
3 notes · View notes
myriicae · 1 year
Text
A proposito della storia dell’orso in Trentino e dell’intenzione di ammazzarlo perché “aggressivo” vorrei soltanto dire che hanno letteralmente fatto un film su quanto sia inutile cercare vendetta nei confronti di un animale selvatico e il nome di quel film è Koda fratello orso (2003) nonché uno dei più validi classici Disney ok grazie ciao
2 notes · View notes
licaonia · 1 month
Text
Tumblr media
♠️____Come un animale selvatico, la verità è troppo potente per poterla ingabbiare.
1 note · View note