#aneddoti musicali
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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L'ironia di Toscanini: il genio e la risposta memorabile del Maestro. Cinzia Perrone racconta un episodio emblematico che celebra il carisma e la personalità di Arturo Toscanini. Recensione di Alessandria today
Alessandria, 15 dicembre 2024 – Arturo Toscanini, figura emblematica della musica classica, è protagonista di un episodio tanto curioso quanto significativo, riportato dalla validissima autrice di Alessandria Today,
Alessandria, 15 dicembre 2024 – Arturo Toscanini, figura emblematica della musica classica, è protagonista di un episodio tanto curioso quanto significativo, riportato dalla validissima autrice di Alessandria Today, Cinzia Perrone. L’aneddoto, ambientato nel prestigioso Metropolitan di New York nel 1910, ci mostra un Toscanini ironico, brillante e sempre fedele alla sua maniacale precisione…
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blogitalianissimo · 1 year ago
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mahmood aveva proprio detto in un'intervista, chiaramente riferita a marco carta, che dichiarare "sono gay" dalla d'urso "ci fa tornare indietro di 50 anni" io purtroppo proprio non reggo quando le celebrità eludono il coming out con le tipiche risposte "ma ormai nella mia generazione non si fanno più differenze, siamo tutti più aperti" che fanno tanto iper progressismo ma in realtà sono scuse vecchie come il mondo, e fanno veramente tornare indietro (hanno fatto dichiarazioni di questo tipo mengoni, mahmood, michele bravi) ora: -è ovvio che le domande dei media sulla vita privata siano fastidiose, ma quanto sarebbe più facile stroncare le speculazioni rispondendo in modo onesto e secco? -inoltre l'idea che nelle nuove generazioni siano tutti più aperti è falsa, l'omofobia nei ragazzini è ancora presente e vivendo in provincia vedo quanta gente anche giovane è ancora non dichiarata, far finta che ormai siano tutti più aperti non aiuta -mahmood e mengoni sono ovviamente out nella loro vita personale, il parziale riserbo lo mantengono solo come personaggi pubblici, per quanto fuori luogo l'outing non può avere chissà quali ripercussioni negative su di loro -in generale sono d'accordo che aver menzionato aneddoti strettamente personali in quel programma fosse fuori luogo, anche dire che sono gay dichiarati è tecnicamente sbagliato visto che non si sono mai dichiarati come personaggi pubblici, MA, mi ha colpito molto vedere sotto al video moltissimi commenti indignati di fan 30-40enni di mengoni, che dicono proprio "lui non ha mai dichiarato niente di tutto ciò!! sono fatti suoi", è molto palese come abbiano percepito il dire che mengoni è gay come un'accusa infamante, mentre è stato riportato come un dato di fatto assolutamente neutro. Cos'è che ci riporta davvero indietro allora? poi negli anni entrambi si sono di fatto esposti in modo indiretto, tra supporto alla comunità, temi lgbt nei video musicali, mengoni è stato paparazzato più volte con uomini, penso proprio il giorno stesso di quel programma è uscita una campagna pubblicitaria esplicitamente gay con mahmood quindi, se la loro idea è che non bisogna fare dichiarazioni apposite, ma solo vivere apertamente, allora menzionare quello che già si sà non lo vedo come un outing grave il modo in cui ne è stato parlato in quel programma è criticabile, ma anche l'ambiguità tenuta da loro dovrebbe esserlo, allora perdona il rant non richiesto, sono solo i miei 2 cent sulla questione
Guarda hai esposto dei punti molto validi e sinceramente non è che io possa controbattere, perché sì, ci son cose che hai scritto che condivido anche io.
L'unica cosa che posso dire è che è una scelta, fa parte della sua sfera personale, e non si può obbligare nessuno a fare coming out, o perché no, a condividere dettagli della propria vita privata se non vuole. Perciò io capisco che ci si possa rimanere male davanti a questa scelta, però è anche vero che noi non siamo nessuno per dirgli "Mahmood devi ufficializzarlo pubblicamente".
E ripeto, molte delle cose che hai scritto le capisco, ma allo stesso tempo non possiamo manco mettere bocca sulle decisioni altrui.
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unapinetaamare718 · 2 years ago
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Ci sono luoghi che restano custoditi nella memoria, richiamati da canzoni, poesie, dove il cibo, il buon vino, aneddoti e storie si rincorrono, si mischiano, in maniera indissolubile.
Sono le trattorie tipiche di un tempo, quelle rimaste fedeli alla tovaglia a quadrettini rossi e bianchi ed ai bicchieri con la base smerigliata ottagonale.
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Le trattorie o le osterie, meglio se “quelle di fuori porta“, rimaste celate ai flussi turistici, sono uno scrigno dell’anima. Un richiamo irrinunciabile per gli abitanti del posto, un tesoro per chi, da turista, da visitatore, da straniero, ha modo di imbattersi in loro e respirare l’aria antica e vera di una città, gustare i piatti tipici secondo le ricette tradizionali.
Tutti i centri italiani, piccoli e grandi hanno la propria “bettola”. Quella che nel corso degli anni ha visto avvicendarsi i vip del posto, quella in cui sono nati progetti politici, teatrali, musicali, letterari.
Di solito non finiscono mai su TripAdvisor, non hanno migliaia di recensioni. Perché la trattoria di una città non ha bisogno di fare fatturato, fanno storia e offrono buon cibo, quello di una volta, della tradizione, la vera ricetta della nonna, che poi, magari, è la persona grazie alla quale, quel luogo di sapori e profumi fu aperto.
Le trattorie tipiche devono essere apprezzate per la loro immutabilità, per la capacità di custodire la storia di una comunità, di conservare i ricordi di un tempo che non ci appartiene più e soprattutto riscoprire sapori di un tempo, immutati, conoscere, anche solo attraverso le foto, i personaggi che ne hanno dato lustro e notorietà.
Bologna, Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze, Palermo, Bari, hanno la trattoria tipica, l’osteria storica, la cassaforte dei ricordi di una città.
A Bologna e a Milano, così come a Roma, le trattorie tipiche si trovano in zone poco battute dai flussi turistici. A Napoli le puoi scoprire nascoste nei meandri dei vicoli del Decumano. Osterie di un tempo a Bari Vecchia, sulle colline fiorentine a Firenze, nel cuore antico a Torino e così via.
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Per chi non è del posto, però, potrebbero esserci dei contraccolpi non da poco. Chi vi serve a tavola potrebbe avere un comportamento “troppo intimo”, poco professionale per così dire. E’ questo il bello della trattoria. Se avrete la fortuna di imbattervi in quella davvero storica in una delle cento città italiane, ricordatevi che la trattoria è una esperienza prima ancora che una sosta gastronomica, è come vivere per un’ora in “una stampa storica animata di quella città” dove il tempo si è fermato a tavola.
Il luogo dove potete ancora respirare l’aria degli stornelli e dei minestroni d’osteria, che non sono le zuppe di verdura, ma le lunghissime canzoni che un tempo gli avventori ideavano al momento, magari dopo aver alzato un po’ il gomito.
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micro961 · 4 days ago
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Nello Fiorillo celebra 20 anni di carriera con l’album “Tutto o niente”
Un viaggio di successi musicali tra generi, collaborazioni e omaggi alla scena napoletana e italiana
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Con vent’anni di carriera alle spalle, Nello Fiorillo si conferma uno dei cantautori napoletani più talentuosi e apprezzati della scena musicale italiana. Dopo successi come “La vita che vorrei” e tanti altri brani, l’artista celebra questo importante traguardo con “Tutto o niente”, un album ambizioso, ricco di contaminazioni sonore e collaborazioni d'eccezione. Disponibile dal 20 dicembre per NF Production su tutte le piattaforme digitali e nei negozi, l’album rappresenta un progetto unico nel suo genere, capace di sintetizzare due decenni di impegno, passione e creatività.
“Tutto o niente” offre 13 tracce, di cui 11 featuring con artisti noti come Patrizia Pellegrino, Nico Desideri, Dama, Marco Sentieri, Giovanna Ferrara, Enzo Caradonna, Gino Da Vinci, Marika Monte, Luca Sepe, Lidia lo Galbo e Angelo Geko. Con brani che spaziano dall'italiano al napoletano, l’album combina ballate intense e pezzi più ritmati, mettendo in luce l’eclettismo e la versatilità di Fiorillo. Tra le perle dell’album, spiccano l’omaggio al grande Pino Daniele con “Chillo è nu buono guaglione”, in duetto con Marco Sentieri, e “Musa”, il brano di Gigi Finizio scritto da Luca Sepe.
Ascolta l’album
Come sottolinea l’artista, “Tutto o niente” non segue un concetto predefinito, ma nasce dal desiderio di raccontare, con sincerità e spontaneità, un percorso artistico che ha segnato la sua vita. È un regalo personale che diventa esperienza collettiva, un album di ricordi trasformato in musica.
Nello Fiorillo, con la sua sensibilità e il suo impegno sociale, è molto più di un cantautore. Autore e produttore stimato, con oltre 6 milioni di visualizzazioni sui social e due partecipazioni a Sanremo Giovani, rappresenta un modello di costanza e determinazione nel panorama culturale italiano. Sempre attento ai messaggi politici e sociali, Fiorillo unisce tradizione e modernità in un mix inconfondibile di talento e autenticità.
A coronare l’uscita dell'album, sono previsti eventi esclusivi, firmacopie e un concerto live che promette di emozionare il pubblico e celebrare l’incredibile eredità artistica di Nello Fiorillo. Inoltre, un docufilm ricco di aneddoti e sorprese completerà questo emozionante tributo ai suoi vent’anni di musica.
Instagram: https://www.instagram.com/nellofiorillo/
TikTok: https://www.tiktok.com/@nellofiorilloofficial
YouTube: https://www.youtube.com/@nellofiorillo
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sounds-right · 1 year ago
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10 e 11 gennaio ’24 - Skattegraveren  Il Cercatore di tesori al Premio Internazionale "Il Teatro Nudo" 
Il secondo appuntamento con il Premio Internazionale "Il Teatro Nudo" di Teresa Pomodoro per la stagione 2023/2024  va in scena il 10 e 11 gennaio e presenta al pubblico uno spettacolo proveniente dalla Danimarca.
Si intitola Skattegraveren che significa "cercatore di tesori" ed è un'opera-documentario firmata da Mauro Patricelli, compositore e pianista di Ortona (Chieti) che ha scelto Copenaghen come città d'adozione e di ispirazione.
Skattegraveren è un racconto musicale biografico sul pionere dell'etnografia danese Evald Tang Kristensen ( 1843-1929). Scrittore, insegnante, studioso del folklore, a oggi uno dei più grandi collezionisti al mondo di tradizioni orali e memorie popolari.
"Il cercatore di tesori" è il soprannome che si guadagnò dopo la morte, a consacrazione di una vita dedicata alla ricerca di ricordi e tradizioni raccolti ascoltando i racconti dei contadini della brughiera dello Jutland .
Canti e danze, giochi e indovinelli per bambini, fiabe, proverbi, credenze, superstizioni, leggende e aneddoti  locali. Un grande patrimonio risalente alla seconda metà del XIX secolo,  messo insieme in cinquant'anni di lavoro attraverso numerose interviste, realizzate spostandosi a piedi di villaggio in villaggio e di casa in casa. 
L'opera-documentario è interpretata da cinque musicisti-performer presenti sul palcoscenico con strumenti musicali ma anche con oggetti del quotidiano, macchine da scrivere, vanghe e sassi.
Lo spettacolo è diviso in tre momenti che corrispondono alle tre fasi  del lavoro dello studioso danese: Raccolta di parole (1867); Raccolte di immagini (1895); Raccolta di suoni (1907).
"Ascoltate attentamente cosa racconta questo vecchio. Queste sono le cose che ha raccontato a me e adesso le racconta a voi". Evald Tang Kristensen, 1871
Le due date di mercoledì  10 e giovedì 11 gennaio saranno trasmesse in streaming sui canali del teatro.
L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. Per informazioni consultare il sito www.nohma.org o scrivere a [email protected].
XV EDIZIONE PREMIO INTERNAZIONALE IL TEATRO NUDO DI TERESA POMODORO
SKATTEGRAVEREN
Il cercatore di tesori
un'opera documentario di Mauro Patricelli
con: 
Signe Asmussen (canto e violino)
Matias Seibaek (voce e percussioni)
Thommy Andersson (violoncello, basso elettrico e contrabbasso)
Chano Olskaer (voce e percussioni)
Mauro Patricelli (clavicembalo)
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atomheartmagazine · 1 year ago
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Nuovo post su Atom Heart Magazine
Nuovo post pubblicato su https://www.atomheartmagazine.com/francesco-guccini-installazione-fotografica-newu/
NEWU celebra la carriera e la vita di Francesco Guccini e realizza un’installazione fotografica open-air
“Ma ho fatto anche il cantautore – Francesco Guccini: oltre il palco”. La mostra fotografica che NEWU ha concepito e realizzato per BMG Italia per raccontare un Guccini inedito, privato attraverso alcune immagini che narrano momenti di vita in cui è uomo, amico e protagonista della scena culturale bolognese e non solo cantautore.
In occasione dell’uscita del nuovo album di Francesco Guccini, “Canzoni da osteria”, ed in concomitanza con la Milano Music Week, l’installazione fotografica aperta al pubblico vuole ripercorrere momenti, luoghi e persone che hanno ispirato sia “Canzoni da Intorto”, il primo album di cover uscito nel 2022, sia questo secondo volume, in uscita proprio il 10 novembre.
“Ma ho fatto anche il cantautore – Francesco Guccini: oltre il palco”: La mostra
Il progetto nasce dalla volontà di raccontare l’universo composito di memorie, aneddoti, personaggi, amici e testimoni che hanno ispirato Francesco Guccini nella realizzazione di queste due raccolte di brani popolari che hanno origini ed influenze musicali molto diverse ed eterogenee tra loro. Nel percorso fotografico, i visitatori avranno la possibilità attraverso un qr code di accedere a contenuti multimediali per approfondire la storia ed il racconto legati alle immagini in mostra. Ricollegandole anche ad alcune canzoni contenute nei 2 album: video, citazioni, immagini e contributi audio renderanno l’esperienza on field ancora più evocativa ed immersiva.
Le immagini selezionate sono frutto di un lavoro di ricerca e selezione svolto insieme alla casa discografica BMG Italia. Grazie al quale fotografie di diversi fotografi che sono stati vicini a Francesco Guccini nel corso della sua vita saranno fruibili a tutti dal 10 al 26 novembre.
“Una raccolta di canzoni che si presta a diventare il canzoniere personale di Francesco Guccini, ma non solo. “Canzoni da Osteria” è un album evocativo di un’epoca e una storia, quella del nostro paese, che rischiava di essere ingiustamente dimenticata. Nel 2023 questa installazione diventa un modo nuovo di raccontare e fissare visivamente la nascita e la provenienza di questo lavoro – racconta Dino Stewart, Managing Director BMG Italia.”
“L’esperienza – afferma Raffaele Bifulco, Managing Director di NEWU – è stata concepita perché parli ad un ampio seguito di fan di Francesco Guccini. Sia con quelli storici che con le leve più giovani. Per questo la mostra è un’esperienza phygital con diversi gradi di coinvolgimento ed equilibrio. La tecnologia è un facilitatore funzionale per far incontrare anche la volontà dell’artista che comunica attraverso i social, senza rendere disponibili gli album digitalmente”.
Il progetto di NEWU
Il progetto sarà comunicato su tutti i canali proprietari della casa discografica e di Francesco Guccini. In alcune location selezionate con specifiche call to action a partecipare all’esperienza.
NEWU è una società di consulenza strategico-creativa a vocazione phygital i cui servizi gravitano su tre pilastri: creatività, media, tecnologia. Sito web: www.newu.it
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siciliatv · 2 years ago
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La giornata della Legalità degli alunni dell'I.C. Brancati di Favara
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Un tripudio di colori, emozioni e tanti applausi nella mattinata di giovedì 4 maggio per le diversificate e interessanti performance degli alunni dell’I.C. “V. Brancati” in occasione della giornata della legalità che ha avuto luogo presso il plesso Scolastico “Manzoni” (Sant’Angelo). La manifestazione – dice la Dirigente Scolastica, prof.ssa Carmelina Broccia – si colloca all’interno della celebrazione della XV edizione della Settimana della Legalità che si svolge a Favara. E’ un momento di riflessione sul tema della Legalità e come sintesi di un percorso educativo, sempre in atto, che investe tutta la scuola e i docenti di tutte le discipline, volto allo sviluppo del senso civico degli alunni. Ad aprire solennemente la manifestazione intonando l’Inno di Mameli ci hanno pensato gli alunni del Coro della scuola, diretti dal prof. Antonio Cusumano. Dopo i saluti della Dirigente Scolastica, Carmelina Broccia, del Sindaco Antonio Palumbo e della presidente del Consiglio comunale, Miriam Mignemi, è intervenuto il Commissario della Questura di Agrigento Emanuele Lo Piparo che dopo aver ringraziato gli alunni per la calorosa accoglienza, ha posto l’accento sull’importanza della memoria collettiva e dell’interiorizzazione delle regole nella vita sociale. E’ stata poi la volta di Giuseppe Palilla – presidente dell’associazione “Amici di Rosario Livatino” – che ha raccontato agli alunni degli anni della sua amicizia con il magistrato scomparso, gli aneddoti ed i ricordi personali tra i banchi di scuola. Palilla ha pure messo in evidenza la profonda fede di Livatino e la sua grande umanità: “Rosario Livatino è il compagno di classe che auguro di incontrare a tutti i giovani di oggi”. Nel corso della manifestazione hanno preso parte attiva, con svariati contributi, tutti gli alunni delle classi quarte della scuola primaria a conclusione del progetto “Percorsi di legalità” portato avanti dall’ Istituto Brancati e che li ha visti, tra l’altro, ospiti della Caserma dei Carabinieri di Favara, della Polizia di Stato di Agrigento, della casa-museo Giudice Livatino. Si sono, inoltre, registrati contributi musicali a cura dagli alunni dell’orchestra dell’Istituto, diretta da Roberto Saccà e contributi artistici dei madonnari della Legalità, guidati dai docenti Monia Amato, Patrizia Licata e Michelangelo Terrazzino. E ancora, riflessioni e poesie a cura degli alunni della scuola secondaria di I grado. Sono intervenuti, come graditi ospiti, rappresentanti delle Istituzioni e delle diverse associazioni operanti sul territorio: Gaetano Scorsone, Antonio Liotta, Vincenzo Patti, Giuseppe Lentini, Etta Milioto, Carmela Marrone, Emanuele Schembri, Annamaria Riccobene, Franca Milioti, Carmelo Castronovo e tantissimi genitori degli alunni dell’Istituto. La dirigente scolastica Carmelina Broccia ha espresso viva soddisfazione per l’impronta data alla manifestazione che ha voluto sottolineare l’importanza del contatto amichevole tra il mondo della scuola e, quindi, i piccoli cittadini e gli uomini e le donne delle Forze dell’Ordine e delle Istituzioni per promuovere, pur nella diversità dei ruoli, modalità consapevoli di esercizio della convivenza civile, di dialogo, condivisione e partecipazione attiva per un futuro migliore. Read the full article
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jacopocioni · 2 years ago
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“IL” mito fiorentino: Il Cinema Universale
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Premetto subito una cosa: io, purtroppo, all’Universale non sono mai stata ed è una delle cose che non mi perdono. Quello che vi farò quindi, è solo un resoconto con le testimonianze trovate sul web, e con alcuni degli aneddoti ormai entrati nella leggenda di questo locale. L’Universale venne aperto nel dopoguerra, fu uno dei primi cinema a Firenze ad intraprendere l’attività dopo gli anni bellici: con poche lire la gente poteva entrare e ricominciare a sognare un futuro, guardando le pellicole hollywoodiane. Ben presto però la connotazione di “cinema” cominciò ad andargli stretta, andare all’Universale era un’esperienza di vita. La sala del cinematografo era uno spazio pubblico, sovente teatrale, ma anche di lotta sociale e politica. Si racconta che la polizia vi facesse spesso capolino, per vedere cosa stava accadendo. Era un luogo di aggregazione, in cui si potevano trovare svariate fasce sociali, dalla casalinga all’operaio, dallo studente al politicante. Come cinema chiuse nel 1989, rinascendo come discoteca fino al 2007 quando, a seguito di polemiche di vario tipo, chiuse definitivamente. Attualmente, lo spazio è stato trasformato in unità abitative.
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Ma torniamo a parlare del mitico cinema. Il film non era l’attrattiva principale, il vero spettacolo era il pubblico. La sala di proiezione per il pubblico era “casa”, e tutti si sentivano liberi di urlare, far festa, lanciare di tutto, commentare ad alta voce cosa stava accadendo sullo schermo e, perché no, anche qualche poltroncina più in là. Lo schermo era macchiato per via delle lattine di birra che la gente vi lanciava contro. La donna alla biglietteria veniva spesso raggirata e la gente facilmente riusciva ad entrare senza pagare. In sala c’era sempre nebbia fitta: all’Universale era permesso, anzi quasi doveroso, fumare… e non soltanto sigarette! Nelle ultime file c’era chi, impossibilitato a vedere oltre la cortina di fumo, si dilettava a giocare a pallone. D’estate, il locale era dotato di impianto di climatizzazione; venivano infatti aperte le porte ed entrava aria fresca. A volte accadeva che, oltre al fresco, entrassero altre cose, ad esempio un piccione che continuava a dare capocciate sullo schermo di proiezione. Penso fosse l’unico cinema in cui i film venivano proiettati “a richiesta”: gli spettatori, in cassa, dicevano quali volevano vedere ed i primi dieci della “classifica” venivano proiettati. Di aneddoti se ne raccontano a palate e, se gli ex frequentatori ne avranno voglia, potranno aggiungere nei commenti le loro testimonianze; sembra che non vi fosse sera in cui non accadesse qualcosa, quasi sempre di esilarante.
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Impossibile non ricordare il leggendario ingresso della Vespa in sala, un paio di giri attorno alle poltroncine con pubblico osannante e tanto di impennata davanti alla prima fila: nessuno con precisione può dire chi sia stato l’autore del tanto acclamato gesto, ci sono perlomeno una decina di attribuzioni; forse il vero pilota non è neppure tra questi. Doveroso il richiamo al neologismo coniato in occasione di “Ultimo tango a Parigi”, quando dalla sala, in direzione di Marlon Brando, si levò quel “abburracciugagnene” diventato quasi un grido di guerra in tutta Firenze, in quel periodo. Al di là della scena del film, veniva usato ed abusato in qualsiasi situazione! E molti, forse, neppure ne conoscevano l’origine. Quando venivano proiettati film musicali, in sala si ballava, si pogava; se il film era lievemente più romantico, in sala si pomiciava.
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Ogni sera una media di trecento persone varcava la soglia di quel cinema; sembra che una volta, per più di una settimana, venne lasciata fuori la stessa locandina, mentre il film che veniva proiettato era diverso. Alla domanda posta da uno spettatore, la risposta fu: “Tanto un se n’è accorto nessuno”. Il film era solo una scusa per entrare, in realtà quello che contava era il clima di festa, di amicizia, di allegria da cui la sala era pervasa. Gli spettacoli cui si poteva assistere erano davvero inimmaginabili, sempre diversi, irripetibili. Una volta un tizio riempì la sala di piccioni, durante la proiezione di “Birdy, le ali della libertà”. In un’altra occasione in sala suonò una campana. Trombe da stadio sottolineavano momenti piccanti del film “Miranda”. Notevole anche la volta in cui ai Falciani venne fatta incetta di rospi, che vennero poi riversati in sala, scatenando un putiferio. I lanci di lattine, di lupini, di scarpe, di semi di zucca ciucciati e, anche, il lancio di qualche spettatore sul palco, fanno parte della storia. Oltre alla famosa Vespa, c’era chi entrava in sala con il Ciao o con la bici, risolvendo ogni problema di parcheggio. Durante un film western, qualcuno pensò bene di sparare un colpo con una pistola giocattolo: da lì ci fu una gara a chi riusciva a creare uno spettacolo nello spettacolo. In sala entravano petardi, racchette da tennis, chitarre… di tutto e di più.
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Dopo il secondo scudetto della Fiorentina, all’Universale arrivarono i gruppi legati ai Viola. “Fuga per la vittoria” diventava così un Fiorentina-Juventus. Mentre veniva proiettato “Highlander”, Christopher Lambert incontra un amico di colore e gli chiede: “dove sei stato?”… la risposta arrivava immancabilmente dalla sala: “A Follonica, e senza ombrellone”. Qualcuno racconta di un uomo che urlava per la sala: “Hascisch che rimbambisc, accattatelo sinnò finisc”, alla stregua del venditore di cocco sulle spiagge… All’Universale venivano anche fatte le assemblee scolastiche dove, tra gente che si rollava una canna, gente che amoreggiava, c’era qualcuno che tentava di intavolare un discorso, prontamente interrotto dalla musica degli Inti Illimani. Appena in sala si spegnevano le luci, la tradizione imponeva urlare commenti ironici, ancor prima che lo schermo si illuminasse. Ed il giorno in cui quello schermo è rimasto spento, quando l’Universale ha chiuso, è stato un lutto cittadino, per coloro che abitualmente lo frequentavano e per quelli, come me, che ne avevano soltanto sentito parlare, ripromettendosi di andarci, prima o poi… Quel poi che purtroppo non è arrivato mai.
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Gabriella Bazzani Read the full article
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pier-carlo-universe · 4 months ago
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Biblioteca Comunale "Roberto Allegri" di Serravalle Scrivia: Una lunga storia d’amore con la musica: conversazioni su Gino Paoli con Roberto Paravagna
Un viaggio tra musica, aneddoti e successi nella carriera di uno dei più grandi cantautori italiani
Un viaggio tra musica, aneddoti e successi nella carriera di uno dei più grandi cantautori italiani Giovedì 10 ottobre 2024, alle ore 17:00, la Biblioteca Comunale “Roberto Allegri” di Serravalle Scrivia ospiterà un evento imperdibile per gli amanti della musica italiana: Una lunga storia d’amore con la musica. Roberto Paravagna, giornalista e conduttore radio-televisivo, condurrà una…
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bangtanitalianchannel · 6 years ago
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[ARTICOLO] Come I BTS hanno riunito oltre un milione di fan online e dal vivo per il progetto di ARMYPEDIA
“I BTS sono tra gli artisti più famosi sul pianeta senza dubbio anche grazie al supporto costante della loro dedicata fanbase, gli ARMY. Come nel corso degli anni è stato notato dai seguaci della boyband sudcoreana, anche quando i ragazzi non riescono a incontrarsi con i loro fan di persona le due parti sono in costante comunicazione, che questa avvenga tramite i social media o con l’uscita inaspettata di nuova musica. Ma questa relazione ha raggiunto una pietra miliare quest’anno con il lancio di ARMYPEDIA.
Ideata come una campagna per permettere ai BTS e ai loro fan di ricordare il tempo passato insieme prima delle nuove uscite musicali nel 2019, ARMYPEDIA è stata lanciata con le caratteristiche di una memoria digitale: un progetto unico nel suo genere che archivia i 2080 giorni passati insieme come band e come fandom. Iniziata il 22 febbraio e conclusasi il 24 marzo, ARMYPEDIA e il relativo sito sono stati creati non solo come un modo per il gruppo e la loro fanbase di celebrare dove sono ora – ovvero la boyband più famosa al mondo e tra gli artisti che vendono di più a livello globale – ma anche dov’è iniziato tutto. ARMYPEDIA, il cui nome è una combinazione tra le parole ARMY (il nome ufficiale del fandom dei BTS) e Wikipedia (una parola ora sinonimo di ‘archivio digitale’), è un database organizzato rivolto ai follower indipendentemente da quando sono diventati ARMY. È una banca dati da riempire con le memorie che i fan hanno relativamente alla band, alla loro musica, al loro messaggio e così via.
Al termine della campagna durata un mese, si sono contati 540,000 fan che hanno partecipato al progetto. Questo prevedeva trovare, su internet e fisicamente in varie città, dei QR code e farne lo scan per ottenere l’accesso a dei giorni specifici sul sito per i quali si potevano lasciare le proprie memorie personali in archivio: si veda per esempio il 12 novembre 2017, giorno in cui il membro Suga ha tenuto una live: molti utenti hanno lasciato i loro ricordi di quando si sono sintonizzati e altri aneddoti di quella giornata.
ARMYPEDIA vanta anche incontri nella vita reale e offline tra i fan (10.000 persone si sono riunite solo a Seoul) e nuovi contenuti registrati dagli stessi ragazzi (tra questi uno speciale talk-show con i membri Suga, RM, Jin, J-Hope, Jimin, V e Jungkook).
La Big Hit Entertainment ha condiviso con Forbes retroscena e riflessioni esclusive del progetto. “Dall’inizio volevamo creare una campagna che fosse possibile solo in questo preciso momento sia per i BTS che per gli ARMY di tutto il mondo,” ha spiegato l’agenzia, svelando il motivo per il quale il progetto si è concluso meno di un mese prima del rilascio del nuovo imminente album dei BTS “Map of the Soul: Persona”, che verrà pubblicato il 12 aprile.
Uno dei punti principali dell’attenzione internazionale nei confronti dei BTS – e secondo la Big Hit una delle chiavi fondamentali dello scopo di ARMYPEDIA – è la dedizione del gruppo nei confronti di temi profondi che vengono trattati nella loro musica fin dal primo giorno. Nel loro album di debutto 2 Cool 4 Skool infatti venivano trattati temi come bullismo e la dura vita affrontata dagli studenti, invece nella loro musica più recente vengono affrontati argomenti come salute mentale, politica e le difficoltà dei giovani. I BTS mantengono una costante linea di messaggi toccanti. Un progetto come ARMYPEDIA sembra dare più chiarezza a chi magari è diventato ARMY solo negli ultimi due o tre anni in cui il successo della band ha subito una svolta.
Ma le reazioni sincere degli ARMY e la vicinanza con il messaggio dei BTS fanno parte di un altro fattore centrale del lancio di ARMYPEDIA. Quando i BTS sono apparsi e hanno parlato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite lo scorso settembre, il leader RM ha enfatizzato l’idea di “speak yourself” (fai sentire la tua voce), considerato dai molti il prossimo passo della crescita personale che segue il tema di “love yourself” (ama te stesso) degli ultimi tre album dei BTS.
Ed è stato quando questo messaggio è penetrato nel cuore dei fan e questi hanno iniziato ad aprirsi di più su Twitter in merito alla loro identità, alle loro esperienze e al tipo di connessione con il fandom, che che l’idea dell’ARMYPEDIA e di uno spazio a loro dedicato dove poter raccogliere i propri ricordi si è fatta strada.
“Non saremmo potuti mai arrivare fin qui se non fosse stato per il grande amore e sostegno dei nostri ARMY”, hanno detto i BTS in esclusiva a “Forbes” dopo la conclusione della campagna. “Attraverso l’ARMYPEDIA abbiamo avuto l’occasione di conoscervi un po’ meglio, ma vogliamo sapere ancor di più sui nostri ARMY”. La Big Hit ha poi menzionato il grande supporto [verso il progetto] da parte dei membri stessi, ricordando ad esempio una live durante la quale Jin e Suga ne hanno parlato.
Dal punto di vista economico, l’ARMYPEDIA è stata una mossa scaltra per commercializzare il marchio della Big Hit. Gli utenti più attivi e partecipativi sul portale sono stati premiati con dei punti da usare nel negozio online della Big Hit Entertainment, guadagnandosi così l’opportunità di acquistare più merce dei BTS e, idealmente, supportare ancor di più l’album in uscita del gruppo o altri artisti della compagnia.
Nel registrarsi sull’ARMYPEDIA, i fan hanno inoltre potuto scegliere se iscriversi alla newsletter ufficiale, strategia chiave per i marchi, questa, di non farsi dimenticare dalla loro clientela.
E proprio come gli ARMY, anche le grandi compagnie sono state ben felici di prendere parte al progetto e attirare a sé più clienti. La Big Hit ha infatti unito le proprie forze con quelle di aziende del calibro della “Hyundai”, (compagnia automobilistica sudcoreana con la quale i BTS hanno già un contratto da modelli per pubblicizzare la nuova auto “Hyundai Palisade”), della “Yakult Korea” (l’azienda produttrice dello yogurt da bere che già lo scorso anno aveva lanciato una bevanda speciale in collaborazione con il gruppo), di “Hot Topic Spotify”, “LINE Friends” e tante altre, con l’aiuto delle quali è stato possibile far arrivare i codici QR ai fan sia virtualmente che nel mondo reale.    
I risultati si sono dimostrati essere vantaggiosi per entrambe le parti: la Big Hit, citando le compagnie, ha aiutato ad ingrandire la portata della campagna - includendo l’inserimento dei codici QR sui cartelloni pubblicitari delle piazze pubbliche, nascosti tra gli scaffali dei vestiti e all’interno di playlist streaming popolari - mentre ai marchi è stato possibile espandere il loro coinvolgimento con gli ARMY - ovvero il fanbase estremamente attivo la cui attività online sta mantenendo i BTS al primo posto della classifica Social 50 di Billboard da quasi due anni. La Big Hit ha descritto queste trattative come un portare “una genuina eccitazione” a tutte le parti coinvolte.
Quindi, dove si dirigerà ora il concept dell’ARMYPEDIA? La Big Hit non sa se rilascerà una seconda parte per i BTS o se creerà un servizio simile per altri artisti della sua compagnia - come la nuova boyband Tomorrow X Together che ha recentemente debuttato. Invece, ritengono che il sito sia una legittima risorsa generata dai fan che permette di immergersi in ciò che significa essere davvero un membro dell’”armata” dei BTS.
“Ogni giorno gli ARMY si divertono e creano nuovi ricordi della loro esperienza di essere ARMY“ riflette la compagnia. “Crediamo sia significativo il fatto che stiamo organizzando il tutto in un archivio in cui chiunque abbia la possibilità di cercare i BTS per qualsiasi tipo di informazione sulla storia degli ARMY e dei BTS.”
Con i BTS pronti ad imbarcarsi nel prossimo capitolo della loro carriera con il loro tanto atteso nuovo album, una componente chiave di quel nuovo capitolo saranno senza alcun dubbio gli ARMY. L’ARMYPEDIA ora si presenta sia come un completo e sincero album dei ricordi di ciò che i BTS e centinaia di migliaia di ARMY hanno condiviso insieme, sia come una promessa di crearne e condividerne ancora di più in futuro.”
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©Cam, ©CiHope, ©jimindipityR, ©lynch) | ©Forbes
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newsintheshell · 6 years ago
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SEIYUU: Alla scoperta dei doppiatori giapponesi! - Parte 2
Torna la seconda parte dell’approfondimento sui voice actors giapponesi. Parleremo dei seiyuu events!
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Nel precedente articolo (che potete rileggere a questo LINK) vi abbiamo introdotto a quello che è il mondo dei seiyuu, ovvero i voice actors giapponesi, e in cosa consiste la loro carriera lavorativa. Stavolta parleremo nello specifico dei SEIYUU EVENTS, in particolar modo quelli incentrati sulle serie animate/videogiochi in cui gli artisti prestano la propria voce. IN COSA CONSISTONO GLI EVENTI:
I live event dedicati ad un franchise specifico non hanno quasi mai membri dello staff d’animazione nel cast, ma solo i voice actors nella stragrande maggioranza dei casi, a volte vi sono i gruppi musicali/cantanti che hanno realizzato le opening e le ending dell’anime.
Durante l’evento, gli artisti intrattengono il pubblico adorante con diverse attività: - FREE TALK: Sono dei momenti in cui sul palco i seiyuu (totalmente a braccio) parlano delle loro impressioni sui propri ruoli interpretati, svelando anche simpatici aneddoti dalle sessioni di doppiaggio. - READING SESSION: Uno dei momenti più importanti di un evento, i seiyuu recitano un copione scritto appositamente per l’occasione. - LIVE MUSIC: Assieme alla Reading Session, è una parte importantissima dell’evento, dove i cantanti (se non i seiyuu stessi) si esibiscono con i brani presenti nella serie. - ANNUNCI: Spesso è proprio durante questi eventi che vengono annunciate le novità più importanti, come una nuova stagione o un lungometraggio. - ENCORE: La fase finale dell’evento, dove generalmente gli artisti fanno i dovuti ringraziamenti e si esibiscono in un ultimo brano.
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Per le serie a tema “idol” invece, la tipologia di evento è diversa in quanto si tratta di un vero e proprio concerto musicale, dove i/le seiyuu protagonisti/e dell’anime si esibiscono in canti e coreografie coinvolgenti e con tanto di costumi di scena. Il tutto mentre i fan adoranti li incitano con le classiche penlight colorate per i concerti j-pop.
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Peculiarità di questi live events è la vasta scelta di gadgets ufficiali che vengono realizzati unicamente per questi eventi e sono dunque a tiratura limitatissima nonostante la grande varietà di goods disponibili. In compenso gli eventi ricevono successivamente una release in DVD e BD, facilmente acquistabili anche dall’estero attraverso siti come Amazon JP o CdJapan.
SenpaiD
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micro961 · 2 years ago
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Tiberio Ferracane - Mister Volare
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20 anni di vita italiana attraverso le canzoni di Modugno Esce il libro dell’artista torinese su Domenico Modugno
Inoltre contiene tre tracce pianoforte-voce cantate e suonate dall’artista stesso a cui si potrà accedere da un QR Code dedicato.
Il libro sarà presentato a Torino il 14 luglio alle ore 18.30 presso il “Magazzino sul Po” all’interno della rassegna Parlano i Muri
Si intitola “MISTER VOLARE – 20 anni di vita italiana attraverso le canzoni di Modugno” il libro di Tiberio Ferracane, edito da Paola Caramella. Un pamphlet asciutto e incisivo che attraverso lo strumento dell’intervista, ci restituisce pagine dense di storia, episodi, ritratti e aneddoti. Questo libro rappresenta un’opera che mancava, per la grande orma che il padre dei cantautori italiani ha lasciato nella musica italiana contemporanea. Modugno ha infatti scandito gran parte della trama della musica del nostro Paese con brani di sfolgorante bellezza durante gli anni ’50, ’60 e ’70, un periodo caratterizzato da profonde trasformazioni sociali e civili. Tiberio Ferracane, cantautore e interprete, con garbo e con il gusto per le sfumature, ci fa assistere come fossimo a teatro in prima fila alla crescita, alla maturazione e alla consacrazione di Domenico Modugno, intrecciando le sue canzoni con i ricordi, i momenti salienti, le sfide affrontate dalla sua famiglia, in questo modo ogni canzone diventa un capitolo di questa storia, una finestra aperta su un passato vissuto con intensità. Le note musicali si fondono con le vicende di vita e la musica di Modugno diventa il filo conduttore attraverso cui l’autore ci guida lungo un suo percorso intimo.
Il libro contiene anche 3 tracce pianoforte-voce cantate e suonate da Tiberio Ferracane a cui si può accedere con un codice QR dedicato. I brani sono U’ pisci spada, Tu si na cosa grande e Vecchio Frack.
Il libro sarà disponibile sul sito www.paolacaramella.it e presso tutte le principali librerie e online.
Contatti social
Faebook: https://www.facebook.com/Tiberio-Ferracane-146415408805544 Instagram: https://www.instagram.com/tiberioferracane Youtube: https://www.youtube.com/user/MrTiberioferracane   Spotify artista: https://spoti.fi/33pOQyY Spotify playlist libro Mister Volare: https://t.ly/PSlE
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tarditardi · 3 years ago
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Gli EXTRALISCIO presentano il 26 novembre '21 il libro "Una storia punk ai confini della balera"  al Bowling Seventies (Cerasolo - RN)  
Venerdì 26 novembre alle ore 19.00 gli Extraliscio presentano il loro libro "Una storia punk ai confini della balera" al Bowling Seventies di Cerasolo (RN). Info al 328 02 36 22, il locale è in Via Ausa, 101. La serata prosegue al Bowling Seventies con le scuole di ballo Le Sirene Danzanti e Indanza Show Academy che, a partire dalle ore 21:00, condurranno il pubblico nell'atmosfera in puro stile "punk ai confini della balera" con la partecipazione straordinaria del mitico trio.
Gli Extraliscio sono un gruppo formato dallo sperimentatore e polistrumentista Mirco Mariani, dalla star del liscio Moreno Conficconi (alias Il Biondo) e dalla "Voce di Romagna mia nel mondo" Mauro Ferrara. Il gruppo è prodotto da Elisabetta Sgarbi con la sua 'Betty Wrong Edizioni Musicali', fondatrice e Direttrice de La nave di Teseo Editore e del Festival Internazionale La Milanesiana. Il libro "EXTRALISCIO. Una storia punk ai confini della balera" (La nave di Teseo) è disponibile nelle librerie e in digitale. Sull'onda del grande successo che li sta accompagnando nelle varie fasi di un progetto artistico-musicale a tutto tondo - dal film 'Extraliscio. Punk da Balera. Si ballerà finché entra la luce dell'alba" di Elisabetta Sgarbi, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2020, al filmino "La nave sul monte" di Elisabetta Sgarbi che li ha riportati alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2021, dal Festival di Sanremo con le canzoni Bianca Luce Nera e Medley Rosamunda contenute nell'album È bello perdersi (2021- Betty Wrong edizioni musicali) all'atteso debutto a Parigi il 15 novembre in occasione de La Milanesiana, dopo 30 tappe del tour estivo e concerti esplosivi giunti dove questo genere musicale eclettico non era mai arrivato - ora il libro chiude un cerchio di suggestioni in parole e note.
Una serata a suon di liscio… anzi di Extraliscio, per i cultori del genere ma soprattutto per tutti coloro che amano la musica e il ballo, che inizia all'ora dell'aperitivo con la presentazione del libro (edito da La nave di Teseo): tre autobiografie che hanno i contorni di un romanzo d'avventura e ripercorrono 70 anni di musica e di storia dell'Italia, da quando non c'erano ancora il liscio e le balere, ai giorni nostri, dall'America al Brasile alla Romagna, da Secondo Casadei a Raoul Casadei, dal Chet Baker di Bologna al Teatro Ariston con il suo Festival di Sanremo. Al termine firmacopie.
Il Libro e i protagonisti
"EXTRALISCIO. Una storia punk ai confini della balera" è stato presentato in anteprima al Salone Internazionale del Libro di Torino. Ha in copertina una foto inedita di Oliviero Toscani che ha immortalato gli Extraliscio nella campagna di Ro Ferrarese, comincia con una prefazione di Ermanno Cavazzoni e prosegue tra aneddoti mai raccontati e foto di archivio.
Mirco Mariani impara a suonare al Chet Baker di Bologna, un palco su cui si esibiscono i migliori jazzisti del mondo. Diventa batterista di Vinicio Capossela e di Enrico Rava. Un giorno è colto da un'illuminazione: la musica della sua vita è il liscio. Un genere che improvvisamente gli si rivela poetico e folle e libero quanto può esserlo soltanto il punk. Così, grazie a Riccarda Casadei, figlia di Secondo, conosce due mostri sacri del liscio, protagonisti di una gloriosa epopea che va dagli anni '60 al terzo millennio. Uno è Moreno Conficconi, sontuoso clarinettista e storico capo orchestra della formazione di Raoul Casadei; l'altro è il cantante Mauro Ferrara (al secolo, Carlini), la voce di Romagna mia, anzi, la voce della Romagna tout-court nei dancing di mezza Italia al fianco dello stesso Casadei. Dalla loro visione-condivisione del liscio nasce un nuovo gruppo che è al tempo stesso il nome di un comune destino: Extraliscio. In tre racconti di fantasia che fanno una storia vera, Mauro, Moreno e Mirco raccontano per la prima volta il sogno del loro Punk da Balera.
http://www.lanavediteseo.eu/item/extraliscio-una-storia-punk-ai-confini-della-balera/
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daegwords · 2 years ago
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RAGNAROK
MITI, USI, COSTUMI E LEGGENDE NORDICHE A CASIRATE D’ADDA (BG)
A cura di Pesce Debora
Evento organizzato da “The Viking Brothers”
Conferenze a cura di Mila Fois
27, 28, 29 Settembre 2019
Accampamenti vichinghi, asce, spade, elmi, tuniche di lino, corvi domestici, musica sciamanica, idromele, vino speziato: questo è ciò in cui si viene catapultati nella Cascina Bosco Grosso, a Casirate d’Adda, provincia di Bergamo. Ci troviamo ancora nel ventunesimo secolo, ma tutto pare essersi fermato nel 900 d.C, nel pieno dell’epoca vichinga. Per tre giorni, i comfort moderni vengono pressochè dimenticati, e si dà vita ad un vero e proprio cambio di routine, così come ad uno stravolgimento dell’orologio biologico, una comunione totale con gli elementi della natura e un ritorno al dialogo, al contatto umano.
Sono quattro le aree in cui ha vita il festival: un’area dedicata alle esposizioni di manufatti artigianali, una dedicata agli accampamenti dei gruppi storici, una destinata al campeggio ed infine una, il prato centrale, in cui avvengono danze e conferenze. Questa è anche l’area in cui i gruppi musicali si esibiscono, suonando arpe, cornamuse, ghironde e tamburi.
Nell’area riservata agli accampamenti storici, alla mezzanotte di Sabato 28, viene acceso il fuoco propiziatorio, che nel mondo pagano scandiva la fine e l’inizio di un nuovo ciclo. Ragnarök sta a significare proprio questo: Ragnarök, nella mitologia norrena, rappresenta la fine del mondo, la battaglia finale tra le potenze della luce e dell’ordine e quelle delle tenebre e del caos, in seguito alla quale l’intero mondo verrà distrutto e quindi rigenerato. Ma Ragnarök a Casirate d’Adda scandisce semplicemente la fine del periodo estivo, degli innumerevoli festival compresi nel periodo tra maggio e agosto. Un pretesto per ritrovare ritrovarsi, isolandosi dalla frenesia della società moderna. E dinnanzi ai fuochi sacri della mezzanotte, avvengono danze sciamaniche, giocoleria e spiritualità, per non dimenticare le nostre radici, la nostra natura, il nostro “io” primordiale.
Sebbene il festival sia incentrato su questo alone mistico, non mancano le goliardie: fiumi di birra artigianale, idromele, ippocrasso e liquori artigianali speziati, del tutto inusuali. Inoltre non manca il bardo della situazione, colui che intrattiene le vie della Cascina Bosco Grosso con aneddoti, filastrocche, lodi alla birra e al divertimento. E poi i Viking Brothers, gli organizzatori del festival. Sono loro ad aver ideato Ragnarök nel 2016, con il fine di unire gli appassionati di cultura nordica per l’ultima volta prima dell’inverno. Un evento molto intimo, che però, con il passare del tempo e lo spargersi delle voci, ha saputo riunire molto più della Lombardia: alcuni spettatori, infatti, provengono dalla Liguria, dal Piemonte, dalle Marche, dall’Emilia Romagna, dal Veneto e dal Lazio.
La domenica pomeriggio, l’evento si trasforma in un “déjeuner sur l’herbe“, in quanto la Cascina Bosco Grosso si popola di famiglie, bambini e anziani, che, nell’area del prato centrale, assistono agli spettacoli itineranti, immergendosi in quella che è una realtà non più nostra, ma che, in occasioni come questa, si può rivivere a pochi chilometri dalla propria abitazione.
Scenograficamente, il campo storico si attiene a quelli che erano i motivi stilistici del periodo vichingo: capanne costruite con travi di legno, teli in lino, incisioni runiche, stendardi e scudi…e qualche temerario guerriero che si aggira per il campo combattendo con i propri compagni.
Ma, oltre ai figuranti e guerrieri del campo storico, anche moltissimi spettatori indossano costumi tradizionali vichinghi. Infatti, chi è abituale frequentatore di questo genere di festival, tendenzialmente, possiede un insieme di indumenti storici che indossa in queste occasioni. Gli uomini con la Kyrtill, la sopra tunica in lino, i pantaloni di lino, calzature in cuoio, così come cinture, bracciali e borselli. Le donne, invece, vestite in svariati modi: dalla lunga tunica, alla casacca con cintura in vita, ad abiti più gotici e storicamente meno attendibili. Il trucco di spettatori e rievocatori varia da pitture facciali spirituali o guerriere: nel primo caso, si tratta di simboli propiziatori e divini, come le rune. Nel secondo caso, si tratta semplicemente di segni disegnati in volto tingendo le dita nel pigmento naturale. Innumerevoli i tatuaggi di spettatori (e non), quasi tutti ispirati alla mitologia nordica. Dai Mjöllnir, alle rune, a rappresentazioni di dèi e creature. Tutto è in perfetta armonia e comunione. Tutti riuniti in una bolla spirituale che pare avanzare su un piano spazio-temporale parallelo rispetto a quello della realtà comune.
Nessun effetto speciale anima questi tre giorni di Ragnarök. Nessuna luce particolare, se non quello della sfera stroboscopica che si è accesa domenica notte, quando la spiritualità ha fatto spazio alla moderna goliardia, dando vita, nel prato centrale, ad una discoteca a cielo aperto. Un genere musicale diverso da quello consueto di Ragnarök, che vede come protagonista il folk, l’ambient, l’atmospheric; generi che celebrano le proprie radici, la tradizione, la storia, la natura e le sue manifestazioni.
Ed è la musica ad aver accompagnato anche le conferenze, tenutesi nell’area del prato centrale il sabato e la domenica mattina alle 11.30. Sotto ad un sole raggiante, la scrittrice Mila Fois ha illustrato al popolo di Ragnarok alcuni miti e concetti nordici.
Mila Fois è una scrittrice veronese che si occupa di miti, simboli e leggende del mondo antico. La sua passione per le culture nordiche, come quella celtica e norrena, l’ha spinta a cercare sin da giovanissima i tesori del nostro passato, portandola anche verso lo sciamanismo e alla scoperta delle culture più esotiche e affascinanti.
Una decina di panche il legno sopra al manto erboso del prato centrale per gli spettatori, un microfono per Mila Fois, che, con visibile entusiasmo inizia ad introdurre il tema dell’incontro: I figli di Loki e le creature di Yggdrasil.
Loki, divinità affascinante, ingannevole ed astuta, ha avuto molte compagne, ma Siggi è sempre stata la più fedele, in quanto è stata accanto a Loki anche nei momenti più bui e difficoltosi.
I figli che Loki ha avuto da Siggi sono Narfi e Vali. Vali fu trasformato in lupo, fu messo in discordia con il fratello Narfi, e, dopo averlo sbranato, Loki fu legato con le interiora di Narfi.
Riguardo Sleipnir la leggenda narra che un gigante si presentò dagli dèi, proponendosi di costruire una fortezza, avendo però in cambio il sole, la luna e la dea Freya in sposa. Loki, astuto, propose ad Odino di sfruttare quest’occasione, seppur inserendo un ostacolo: il gigante avrebbe dovuto costruire la fortezza in breve tempo.
Il gigante possedeva però uno stallone molto possente, tanto che riusciva a trasportare legname con una rapidità allarmante. Loki capì che l’ostacolo era inutile, dunque pensò di trasformarsi in puledra. Andò a corteggiare lo stallone, che, dedicandosi alla puledra, rimase indietro con i lavori di costruzione. Dall’unione nacque quindi Sleipnir, cavallo ad otto zampe, in grado di muoversi in tutti i nove mondi del cosmo norreno. Venne donato ad Odino e divenne il suo stallone per eccellenza.
I figli di Loki più conosciuti sono quelli avuti con la gigantessa Hangerboda, che potrebbe coincidere con la veggente che profetizza il Ragnarok ad Odino. Ella, viene definita da Odino “madre dei tre mostri”, rispettivamente Hel, Fenrir, Jormungandr.
Hel, personaggio molto controverso, ebbe una grande importanza nel periodo norreno degli inizi. Era una creatura con metà volto di bellissima fanciulla e metà con volto cadaverico. Si diceva che il giorno di Ragnarok, avrebbe navigato sulla sua nave Naglfar portando con sè gli abitanti dell’oltretomba a combattere contro le divinità. Hel venne scaraventata nell’oltretomba per liberarsene, in quanto malvagia figlia di Loki.
Fenrir, lupo il cui nome significa “abitatore delle torbiere”, in tenera età era molto dolce, ma poi crebbe e divenne sempre più vorace ed aggressivo, tanto che solo Tyr, il dio più nobile e coraggioso, si avvicinava a Fenrir per nutrirlo. Odino ordinò di incatenarlo per mezzo di Gleipnir, un sottile nastro di seta indistruttibile forgiato dai Nani. Ma Fenrir, accettò di farsi incatenare solo a patto che un dio avesse messo le mani nelle sue fauci. Solo Tyr ebbe l’onore di accettare la sua sorte. Tyr rimase quindi senza una mano, e per tale azione egli fu onorificato a vita.
Jormungadr, il serpente di Midgard, è l’ultimo figlio di Loki. Odino ordinò di liberarsene e Thor riuscì ad attorcigliarlo e a lanciarlo in mare. Ma egli crebbe e divenne così grande da attorcigliare tutto il mondo. Solo il giorno di Ragnarök, Jormungandr e Thor avranno un duello finale, che finirà con la vittoria della bestia sul dio.
Yggdrasil, albero cosmico e pilastro dei nove mondi, è popolato da molte creature:
Tra le radici si cela un drago chiamato Niddhrog, una creatura malvagia che rode le radici di Yggdrasil. Egli durante il Ragnarok divoererà i cadaveri dei caduti.
In cielo esiste un aquila e l’odio tra questa e Niddhrog viene mitigato da Ratatoskr, uno scoiattolo che cammina da Nord a Sud sul tronco dell’Albero del Mondo mediando le due creature.
Sul tetto del Valhalla c’è un cervo, che tende il suo collo, cercando di brucare le foglie di Yggdrasil. Brucandole, fa scivolare la rugiada fino alle radici, fino alla fonte madre di tutti i fiumi.
Hiderunn è infine una capra le cui mammelle producono l’idromele che gli Einherjer, i guerrieri morti giunti nelle sale del Valhalla, consumano ogni notte affiancati dalle Valkyrie.
Termina con Hiderunn il racconto di miti nordici di sabato mattina.
Il secondo incontro è la domenica: stesso ora, stesso luogo.
Il tema sono le rune. Le rune furono scoperte dal dio Odino quando, ferito ed appeso ad un albero, restò per nove notti senza cibo nè acqua. Sono state introdotte inizialmente dai Goti, dai Sassoni ed utilizzate successivamente dai Vichinghi. Sono misteriosi simboli rinvenuti su dolmen, menhir e vengono considerati caratteri magici della cultura germanica. Potevano essere scolpite su legno, conchiglie, pietre e rappresentavano uno strumento di divinazione.
Le panchine senza alcun spazio vuoto, qualcuno seduto sull’erba, qualcuno sdraiato, qualcuno che prende appunti, qualcuno che registra. Volti e animi attenti alla questione. Bambini affascinati dal mito, ai loro occhi quasi una fiaba. Sguardi confusi che osservano Mila provando a decifrare quei termini obsoleti in lingua germanica. E poi tanti sorrisi, tante vibrazioni positive nell’aria. Mila, talvolta interrotta dai canti del bardo che erra nel prato centrale intrattenendo i presenti. Musica ambient in sottofondo, profumo di erba appena tagliata, profumo di sole e di mattina. Come direbbero gli antichi norreni, profumo di daeg, che significa “giorno”, inteso come “nuovo giorno”, o “nuovo inizio”.
Un nuovo inizio a Ragnarök, circondati dal passato e accomunati da esso, celebrandolo ed innalzandolo con gioia e positività.
La conferenza con Mila Fois termina, e tutti tornano alle loro attività: chi si reca nella propria tenda, chi dà inizio ad una lunga giornata di combattimenti, chi si rilassa sull’erba godendosi l’autunno nascente, chi si disperde tra le vie della Cascina Bosco Grosso.
Ragnarök è molto più che mera teoria, storie incise su pietra o racconti di gloria ed onore. Ragnarök è un ritorno alle origini, un battesimo primordiale, una sensazione. La sensazione del sentirsi nuovamente genuinamente liberi. Il tempo che scorre viene scandito naturalmente dagli astri. Non ci sono orari, non c’è il giusto e lo sbagliato: ci sono il buon senso, la comunità e la condivisione. C’è una fratellanza all’interno di Ragnarök. C’è un popolo accomunato dalle proprie radici e dalle proprie passioni. Non c’è giudizio, non c’è discriminazione, non esistono contrasti. Una grande famiglia riunita per tre giorni all’interno di una cascina in mezzo al verde. Telefoni accantonati nel proprio borsello di cuoio artigianale, e si dà il via al dialogo, alla socializzazione, al contatto umano.
Se si ascolta intensamente il rumore di Ragnarök, viene spontaneo il sorriso.
Un mondo mistico che ricorda quello della Contea di Tolkien. Eppure, così vicino, così reale.
Un microcosmo in provincia di Bergamo, che ogni anno ci catapulta in una dimensione spazio-temporale del tutto inusuale.
Foto di Giancarlo Pagetti
1 OTTOBRE 2019 BY DEBORAPESCE
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mauriziofortini · 3 years ago
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Domenica 31 luglio sarà un incontro di racconti musicali e poesia in sonetti. Quando la musica popolare diventa Arte la canzone popolare, specialmente a Roma è stata da sempre relegata ad un livello più basso rispetto a quella napoletana oppure addirittura a quella siciliana, ma esistono alcuni autori che hanno superato la soglia del popolo raggiungendo la curiosità degli intellettuali. Di questo vorremmo parlare e fare ascoltare in questo concerto. Dagli stornelli che hanno affascinato Giacomo Puccini, che ne ha inserito uno nella “Tosca” (un originale del 1200), a Trilussa che ha sposato in pieno la propria lingua in un contesto di pura poesia, fino ad arrivare al primo cantautore della storia italiana e forse mondiale “Romolo Balzani” con una produzione di canzoni fantastiche, arricchite da esempi di linguaggio antico e moderno ed aneddoti storici precisissimi per cronologia e rigore. Per non parlare di un autentico genio da palcoscenico che è stato Ettore Petrolini, Attore Cantante, musicista compositore, con una vena che oggi si chiamerebbe “NonSense” ammirato da pubblico e critica. Non mancheranno le nuove opere tradizionali rappresentative e moderne scritte dal cantautore Maurizio Fortini, il Maestro Pino Caronia ne cura l'esecuzione. Gli interpreti il cantautore chitarrista Maurizio Fortini e il M° @Pino Caronia con violino, flauto e mandolino . . . UPTER Università Popolare di Ladispoli Laura Masielli Maurizio Fortini & "I MUSICI ROMANI" #pinocaronia #musicapopolare #cultura (presso UPTER Università Popolare di Ladispoli) https://www.instagram.com/p/Cggn1xWj-q7/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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atomheartmagazine · 1 year ago
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Nuovo post su Atom Heart Magazine
Nuovo post pubblicato su https://www.atomheartmagazine.com/francesco-guccini-canzoni-da-osteria-nuovo-album/
Francesco Guccini pubblica "Canzoni da Osteria", una raccolta di 14 canti popolari rivisitati
Dopo il successo di “Canzoni da intorto“, l’album più venduto dell’anno scorso in formato fisico, Francesco Guccini presenta il nuovo lavoro “Canzoni da osteria“. Questo album vede il cantautore italiano reinterpretare in chiave intima e personale 14 canti popolari selezionati da un vasto repertorio nazionale e internazionale.
Francesco Guccini “Canzoni da Osteria”
Francesco Guccini, il celebre maestro di Pavana, ha dichiarato che “Canzoni da osteria” rappresenta una raccolta di brani nei quali ha creduto e che ha cercato di interpretare al meglio nonostante la sua voce “sfatta” attuale. L’album, con gli arrangiamenti di Fabio Ilacqua e la produzione artistica di Stefano Giungato, è disponibile in vari formati, tra cui CD, vinile e edizioni speciali (QUI su Amazon).
Una Raccolta Variegata:
L’album si apre con “Bella ciao“, simbolo della Resistenza italiana, ma con una versione che riflette le moderne proteste internazionali. Guccini sottolinea l’importanza della canzone nelle manifestazioni di protesta a livello globale. L’artista rivisita anche brani provenienti dall’Argentina e dal Sud America, come la milonga di Astor Piazzolla e Jorge Luis Borges, “Jacinto Chiclana“.
Francesco Guccini dimostra la sua versatilità interpretando canzoni d’amore in lingua catalana e traducendo brani come “La tieta“. L’album presenta anche esecuzioni in dialetto veneto e in ebraico. Due brani in inglese, “The last thing on my mind” e il canto folk americano “Cotton fields“, arricchiscono ulteriormente la varietà linguistica e stilistica del progetto.
Aneddoti e Nostalgia:
Guccini condivide aneddoti sulla sua gioventù trascorsa nelle osterie di Bologna, descrivendo un’epoca in cui la città non dormiva mai e i giovani si ritrovavano per cantare e ballare. L’album include anche “21 aprile“, un brano bilingue in greco e italiano dedicato al colpo di stato dei colonnelli greci avvenuto nel 1967.
“Canzoni da osteria” promette di essere un viaggio affascinante attraverso le radici musicali di Francesco Guccini, unendo tradizione e innovazione in un contesto intimo. L’album offre un’occasione per apprezzare la maestria e la versatilità di uno dei più grandi cantautori italiani.
Scopri nuova musica con la nostra playlist su Spotify: “Nuove Scoperte – Atom Heart Magazine”.
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