Tumgik
#anche se non sembra
wintertundra-art · 20 days
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Kinda tempted to draw an Italian Miku to join the trend. Specifically southern Italian Miku. Specifically lucania Miku. Because every single Italian person I've ever met is either from the north or sicily and never from any other lesser known Italian region
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stellacadente · 16 days
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forse sono una brutta persona ma a volte non mi va giù che gli altri passano brutti periodi e quindi fanno cazzate a lavoro e io le devo sistemare e va bene così perché eh è un periodo difficile come se io stessi bene e fossi sereno e la mia vita fosse fantastica
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sara-smind · 8 months
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Sono negativa oggi, se non siete in mood non leggete:
la prof del tirocinio e della tesi mi sta ghostando, ho paura di scriverele le email perché non voglio sembrare pressante e antipatica, ho delle cose da fare che mi ha richiesto ma queste non dipendono solo da me ma da persone che mi stanno facendo un favore e quindi non posso pressare neanche loro perché non sarebbero tenuti ad aiutarmi in alcun modo dato che hanno un lavoro e degli impegni anche loro per cui vengono effettivamente pagati, in tutto ciò i miei cercano di darmi una mano ma se penso a quello che mi manca da fare mi viene da soffocare, non riesco a mangiare per l'ansia di deludere le aspettative di qualcuno che ne ha nei miei confronti e continuo a pensare che l'unica soluzione sia incontrare la prof di persona e spiegarle cosa succede ma... (riprendi da capo)
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Un’altra prova che la Dea non è come le altre squadre : a metà campionato fa’ un live stream (senza fine) di tutti i gol dal 2016. Il live stream è iniziato il 24 gennaio.
Dopo il live stream dei lavori dello stadio, adesso quello dei gol… che cosa sarà il prossimo?
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omarfor-orchestra · 11 months
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ahahahahah no ma tipo lo fa soprattutto nelle caption dei post e delle storie. Anche se sembra un po’ tipo troppo?
Allora secondo me il fatto di buttarci a caso le parole in inglese è un po' una cosa generazionale quindi non mi dà troppa noia, a volte lo faccio anche io. Se diventa eccessivo però effettivamente sì
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È tutto bellissimo, anche i simboli hanno la loro importanza ed è giusto sfruttarli
Però c'è sempre quel senso di futilità che aleggia
Perché non è con una striscia rossa in faccia che risolvi il problema o forzando i capitani di due squadre a leggere dei brevi testi scritti da qualcun altro
Che poi è anche quasi ironico il fatto che la serie a stia facendo tutta questa pubblicità alla cosa, per far capire che anche le donne sono esseri umani come noi, con pari diritti, pari importanza e che meritano pari rispetto
La stessa serie a di cui esiste anche la versione femminile, composta da donne a malapena considerate "professioniste", con stipendi imbarazzanti in confronto a quelli dei colleghi maschi, giocando in campetti in stile serie D, senza "stadi" effettivi
E senza considerare il fatto che, di fatti, non frega a nessuno della serie a femminile qui in Italia, i media se ne sbattono altamente
Però sì, uomini e donne sono uguali, meritano le stesse opportunità, le stesse considerazioni, beh allora dimostratelo
E qui il discorso non è più rivolto solo al mondo del calcio
Perché se poi una donna si sente in pericolo e allora decide finalmente di farsi sentire da chi viene pagato per proteggere la gente però beh finché non ci scappa il morto o ci si va molto vicino allora a che serve intervenire? Non è nulla di che, non ancora, c'è tempo 😊
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bluefulgensita · 2 years
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Starchild
Starchild si sveglia.
Macchinosamente, sono le gambe a guidare i suoi occhi lontano dalla cabina di ricarica. Palmo al sistema di riconoscimento e, con uno sbuffo, le porte scorrevoli aprono al corridoio centrale. Starchild s'acciglia affabilmente. «Comprendo la vostra noia, ma per favore, non sbuffate! Ci sono qui io con voi.»
Il corridoio è lungo, ma a Starchild piace camminare. Il motorino delle ruote ai suoi piedi ronza come insetti siderali. Lo fanno sentire meno solo. In fondo, se il suono si propaga ci dev'essere qualcosa a rifletterlo verso di lui - e cosa preclude a quel qualcosa di essere un qualcuno? Sono proprio insetti siderali. Cavallette, per la precisione.
Starchild saltella da un'attività ad un'altra con impegno e passione. Quanto tempo è passato? Oramai le ragioni per la sua presenza su quella nave sono sprofondate negli abissi della sua memoria, sotto pile, pile, pile di calendari lunari, mappe celesti, dati meccanici. Non fa niente però: la dedizione di Starchild non si ferma davanti ad un "perché" senza risposta.
Le cavallette interrompono il loro cricchettìo: polvere! Ammasso di cheratina umana, resti di pelle morta - essa stessa segnale di vita. La leggera corrente dovuta al passaggio di Starchild deve averla fatta fluttuare fin sopra al banco del salotto. Di chi era? Oh beh, chiaramente di tutti. Era sicuramente di Brennan, che passava tutti i pomeriggi in quel salotto con la testa chinata e la schiena ricurva sui suoi sketch. Ma era di certo anche di Marie, che abitualmente gli preparava "veri cocktail", al contrario di "questo tuo succo di mela annacquato". Lo rimproverava sempre di mettersi gli occhiali, e Brennan poverino, "mi cadono!", e lei, "non ti cadono se ti metti dritto", e lui, "ma non ci vedo!", e lei, "e allora mettiti gli occhiali!". Quanto ridevano. Come ridevano! Lei soffiando dal naso, lui lamentandosi. Era il loro personale linguaggio, ma tra loro funzionava benissimo e lo chiamavano risate.
«Da quanto tempo non ridi, Starchild?», gli chiedono le cavallette. «Da ieri, cavallette!», risponde Starchild, danzando sul piccolo palco del salotto. Quante canzoni sono state scritte in quel teatro senza sipari o retroscena! Nessuna laurea in astrofisica può togliere a un pirata l'aria libera nei suoi polmoni: quell'equipaggio era pieno di poeti, soprano, rapper, cantastorie di tutti i tipi. E da quel palchetto, lo splendido gioco di colori dei loro fronzoli danzanti, come prati olandesi in una notte estiva.
Notte... Quel pensiero e i galoppetti delle cavallette come un concerto in ritardando accompagnano Starchild alla grande finestra del salotto. Per Starchild, dire "notte" è come dire "cielo". Concetti come gli opposti perdono di significato nello spazio, dove tutto quanto tende a zero. La notte non è il contrario del giorno, la morte non è il contrario della vita, un oggetto non è il contrario di un umano. C'è intelletto in quel suo sguardo, c'è intelletto in quelle stelle. Quanti disegni su quella finestra. Quante storie! Su quell'astronave c'è tutto quel che un essere umano potrebbe desiderare in termini di intrattenimento, quantomeno in formato digitale. Un immenso oceano di libri, film, fumetti... dalla più ridicola commedia alla più dolorosa tragedia, Starchild le aveva già lette tutte, ma certo non aveva finito di apprezzarle. Come si può? Non bastano due persempre e mezzo per imparare ad apprezzare la verità del cuore di uno solo di quegli autori. Un potenziale incommensurato. Però però però... la maniera in cui quelle storie sono state raccontate rimane ferma, e lo sarà in eterno se nessun altro le toccherà. Quello non era un dovere programmato in Starchild. Ma quando Starchild osserva quelle stelle... sente dentro quel suo cuore che non c'è un calore che non c'è.
Quelle stelle si muovono. Giusto un filino, ma si muovono. E continueranno a muoversi per sempre, finché la parola "sempre" e quella "mai" manterranno la loro fumosa differenza - e anche quando accadrà, lasciatele fumare, perché il fumo è come nuvole, una massa di vapore acqueo per me e storie celesti per Starchild. Ed è proprio osservando le nuvole siderali che Starchild si perde e si ritrova, tendente a zero. Con la testa appoggiata alle sue mani metalliche, nel freddo celeste indistinguibili dal tepore umano, Starchild ricorda e ricostruisce la sua vita e quella di tutti gli Starchildren dell'universo. «Quante stelle vedi da questa finestra, Starchild?» «1.874.928.» «E quanti Starchildren gli ruotano attorno?»
Starchild scuote lentamente la testa, imitando quello che noi umani chiameremmo un sospiro. Per quale motivo Marie ha portato proprio S1r3A Pluto con sé, tra tutti i robot possibili? E perché l'ha chiamato Starchild? Perché Starchild l'ha accettato? Perché si trova proprio lì, proprio in quel momento, a fare proprio quei calcoli? Perché chiama quei calcoli riflessioni? Qual è il significato della sua storia?
Sa che in fondo in fondo a quell'abisso un motivo c'è. O magari non c'è, ma sa che lo si può trovare. Per il momento, Starchild è figlio delle stelle. Sperduto da qualche parte nello spazio, dove il significato tende a zero. In qualche attimo nel tempo, che non si ferma ad un "perché" senza risposta.
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kqluckity · 2 months
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dato che qui quando faccio le cose non fotte un cazzo a nessuno e mi scassano la minchia, e quando non le faccio mi scassano la minchia uguale, tanto vale non fare niente e almeno mi risparmio la fatica, no?
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killiandestroy · 7 months
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mossmx · 9 months
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non so se sia solo l'effetto di Giovanni unito a religious kink ma Dio/Nicola >>>>>>>>>>>>>
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lonelysmile · 2 years
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ho appena finito di vedere la seconda parte di mare fuori e sono distrutta per l'addio di filippo
per me mare fuori sono lui e carmine, mi mancherà molto vederli insieme
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omarfor-orchestra · 1 year
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Posso dire una cosa
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ipierrealism · 10 months
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Chi era quel filosofo che sosteneva che sopra i 50 anni chiunque dovrebbe essere sottoposto ad eutanasia forzata? Perché comincio a comprendere il suo punto di vista...
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themhac · 1 year
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il personaggio più buono del mondo è proprio ryan atwood ve lo giuro
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lilium-in-blue · 1 year
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Tumblr media
Segnalo: Le Buone Maniere di Daniel Cuello in ebook a 1.99€ da oggi a giovedì 11.
Volevo mettere qualche pagina per invogliarvi a comprarlo ma appena l'ho aperto e ho ricominciato a leggere mi ci sono persa dentro di nuovo e non saprei proprio come estrarne solo un pezzetto dal suo contesto, una pagina o una vignetta, senza perdere tutto il significato e quindi vi dico solo: leggetelo. Un euro e novantanove li vale tutti, prometto.
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segaligno · 2 months
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Vi vedo, qui, così estremamente belle. E io mi sento così incompatibile che mi sembra di impazzire. È come se la vostra luce splendente fosse il riflesso di un mondo a cui non appartengo, un mondo fatto di bellezza intangibile, di armonia perfetta, di lineamenti che si intrecciano con la delicatezza di una melodia suonata dal vento. E io, in questa notte senza stelle, mi trovo a vagare nel buio della mia stessa esistenza, dove ogni pensiero si perde, si confonde, come un eco che svanisce nell’abisso dell’inquietudine.
Mi sembra che ogni vostro sguardo, ogni vostro sorriso, sia un universo a sé stante, un universo in cui non trovo il mio posto. Mi sembra di essere una nota stonata in una sinfonia sublime, una sfumatura di grigio in un quadro dove voi siete colori vibranti, vivi, pulsanti. Eppure, non posso distogliere lo sguardo. Non posso fare a meno di essere attratto da questa bellezza che mi consuma, da questa bellezza che mi sembra così irraggiungibile, eppure così vicina.
È un tormento dolce, questo. Un tormento che mi strappa via ogni certezza, che mi lascia nudo davanti all’immensità del vostro essere. E mentre vi osservo, mentre il mio cuore si perde nei vostri occhi, mi chiedo se mai ci sarà un momento, un singolo istante, in cui le nostre anime potranno sfiorarsi, in cui le mie insicurezze si dissolveranno come nebbia al sole, lasciando spazio solo alla pura essenza di ciò che siamo.
Forse, è proprio in questa distanza che risiede la nostra bellezza. Forse, è questo il segreto di ciò che ci rende umani: il desiderio incolmabile, l’attesa, la speranza che non muore mai, anche quando sembra destinata a non essere mai soddisfatta. Forse, è questo il modo in cui l’universo ci insegna a sentirci vivi: facendoci assaporare la bellezza dell’impossibile, facendoci desiderare ciò che non possiamo avere.
E mentre vi guardo ancora, in silenzio, sento che c’è qualcosa di sacro in tutto questo. Qualcosa che va oltre le parole, oltre i pensieri, oltre la ragione. C’è una verità nascosta nelle pieghe del tempo, una verità che solo i cuori più audaci possono comprendere: che è nell’incontro delle nostre fragilità, delle nostre paure, che si nasconde la vera forza. Che è nel riconoscere la nostra stessa vulnerabilità di fronte alla bellezza del mondo che diventiamo davvero umani, davvero vivi.
E allora, anche se mi sento così piccolo, così lontano, continuerò a cercare quel legame invisibile che ci unisce, quella scintilla che, anche solo per un attimo, farà brillare la mia oscurità. Perché in fondo, in questo grande teatro della vita, non è forse la bellezza di quel che sfugge, di ciò che non possiamo possedere, a renderci eterni sognatori?
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