Tumgik
#anarchismo sociale
micro961 · 10 months
Text
Jacopo Perosino - Estramenia
Tumblr media
Il terzo lavoro di inediti dell’artista astigiano
Fuori dalle mura, canzoni libere di andare oltre. Si intitola “Estramenia” il nuovo disco di inediti dell’artista astigiano Jacopo Perosino nato anche con il contributo di NUOVOIMAIE. Canzoni che nascono e si muovono fuori dalle mura, sono quei “freak” per nulla inclini a sottostare a criteri discografici attuali: alcune selvatiche e dense, altre antiche e tribali, altre ancora moderne e suburbane. Perciò sono libere, in un formato anacronistico e fuori mercato come quello dell’EP. Nella tracklist sono state inserite anche due canzoni provenienti da “Lanterne” il primo disco dei Noàis, il suo collettivo musicale-teatrale nato nel 2012. Altri due brani rimasti fuori invece dal primo album solista di Perosino “Retrò”, del 2019, ed infine un inedito, scritto appositamente per questo lavoro, una creatura mezza canzone e mezza epistola perfetta per chiudere il disco.
«Estramenia (rectius - extra mœnia) è ciò che esiste fuori le mura, al di là di un luogo recintato, protetto. Qualcosa di libero, indomabile, selvatico, autarchico, facilmente attaccabile e criticabile. In epoche antiche ciò che era fuori dalle mura sfuggiva alle regole; nessuna legge coercitiva o coattiva se non quella percepita come giusta da un sentire condiviso: quello dei reietti, dei delinquenti, degli strani, dei senza-patria, dei blasfemi, tutti gli scacciati che, uniti sotto lo stesso cielo, vivono un vero anarchismo libertario. Dentro le mura tutto nasce, cresce, si modifica e muore con ordine e classificazione. Fuori invece tutto si perde nei racconti tramandati, il reale si mescola al vero, la parola cristallizza la storia e il mito sopravvive e si autoalimenta nella memoria collettiva». Jacopo Perosino
EP TRACK BY TRACK E BIOGRAFIA
CREDITI
Testi e musiche: Jacopo Perosino Produzione artistica e arrangiamenti: Andrea “Neura” Nejrotti – Jacopo Perosino Arrangiamenti voci e cori: Jacopo Perosino – Chiara Figus Produzione esecutiva: RÆBEL RECORDS e Noàis Produzioni con il contributo di NUOVOIMAIE Chitarre acustiche ed elettriche: Jacopo Perosino – Paolo Penna – Cosimo Sterlacci Pianoforte: Jacopo Perosino Tastiere e sintetizzatori: Andrea “Neura” Nejrotti – Jacopo Perosino Programmazione elettronica: Andrea “Neura” Nejrotti – Cosimo Sterlacci Batteria elettronica: Andrea “Neura” Nejrotti Basso elettrico: Andrea “Neura” Nejrotti Contrabbasso: Simone Torchio Violino: Luisa Avidano Programmazione archi: Andrea “Neura” Nejrotti Trombone: Gianpiero Malfatto Sassofoni, Tromba: Cristiano Tibaldi Rumoristica, Catene, Cori maschili: Roberto “Sciamano” Musso Bajan: Alberto Fantino Canto di Sirene: Chiara Effe Canto delle Comunarde: Marina Occhionero, Chiara Effe, Alice Mammola Canto da muri: Lu Renè
Progetto grafico: Design Kills You Foto: Alessandra Lano
Contatti e social: Facebook: https://www.facebook.com/jacopoperosino Spotify: https://shorturl.at/vxzO2 YouTube: https://www.youtube.com/@jacopoperosino
0 notes
laconteaveneto · 1 year
Text
Liberalismo e socialismo: così differenti, così uguali
Solo la destra sociale realizza compiutamente il valore dell'individuo contro le distorsioni liberali e socialiste.
Nel mondo odierno esistono tante ideologie diverse: liberalismo, socialismo, conservatorismo, anarchismo, ambientalismo, e così via. Se ne possono citare tantissime, poiché tantissime sono le sfumature, a volte assai sottili che le differenziano. Continue reading Untitled
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
riotready · 3 years
Photo
Tumblr media
Each one of those tool sheds cost $130K. An $800 tool shed from Home Depot cost $130K to a developer simply because they put a toilet in it. There are roughly 41,000 chronically unhoused people in Los Angeles. There are also tens of thousands of vacant properties. For 30% of the police budget, every homeless person in L.A. could get $2000 a month. This "village" isn't a step towards anything besides making a colorful mockery of human life, and a windfall for a developer that's likely a Mayoral donor. ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ #anarchismo #postscarcityanarchism #greenanarchism #nogodsnomasters #egalitarian #freethought #thesystem #anarchism #corruption #anarchy #fuckfascism #socialism #socialist #leftism #melodichardcorepunk #anarchopunk #punkrockers #hardcorepunk #grindcoreband #grindcoremusic #melodichardcore #hxc #dbeat (at Los Angeles, California) https://www.instagram.com/p/COG08g5DkLk/?igshid=yrs4cnni626u
11 notes · View notes
lady-ktana · 6 years
Text
Tumblr media Tumblr media
95 notes · View notes
thewasteland2 · 4 years
Photo
Tumblr media
PRIMA GIOVENTÙ La questione si pone di nuovo: dove finisce l’adolescenza e inizia la giovinezza...? Tutto sommato non penso sia un problema che debba porsi un…
0 notes
gregor-samsung · 7 years
Quote
non ci ribelliamo contro "la" società ma contro "una" società ben precisa. Non disobbediamo perché abbiamo deciso che non vogliamo più obbedire a niente e a nessuno, ma perché per obbedire esigiamo ragioni più convincenti di quelle che ci sono date e capi che ci governino con un'autorità più rispettabile. Per questo il vecchio Kant disse che siamo «insocialmente socievoli», e non asociali o antisociali. [...] L'unica cosa di cui non si può dubitare è che tutte le società umane (e ogni singolo membro che appartenga ad essa) si danno ragioni per l'obbedienza  e ragioni per la ribellione. Siamo sociali quando obbediamo per ragioni che riteniamo validamente motivate, ma lo siamo anche quando disobbediamo e ci solleviamo in nome di altre che ci appaiono più importanti. Così, per capire qualcosa di politica dovremo porci il problema di individuare queste diverse ragioni, perché "la politica non è altro che l'insieme delle ragioni per obbedire e di quelle per ribellarsi"...
Fernando Savater, Politica per un figlio, Laterza, 1993 [1ª ed.ne Barcellona, 1992] p. 16
6 notes · View notes
Tumblr media
"Ogni volta che in Italia qualcuno vuole essere contemporaneo, deve scontrarsi con l'immaturità sociale, col provincialismo politico, con le improvvisazioni e inquietudini che si pretendono soluzioni, con la perpetua commistione di anarchismo e legittimismo. Non si può supporre che tutto questo non sia rappresentato dal nostro linguaggio; ma si deve chiedere qualcosa di più. In tale senso, per avere chiesto alla poesia un possibile accrescimento di vitalità, gli autori qui presenti possono presumere di fornire una indicazione, una proposta valevole per tutti."
Introduzione di Giuliani per la rivista I Novissimi, Edizione del Verri 1961.
1 note · View note
marcogiovenale · 2 years
Text
contemporaneità, prosa ecc. / alfredo giuliani. 1961, 1965
Ogni volta che in Italia uno scrittore vuole essere contemporaneo di una cultura non gretta deve scontrarsi con l’immaturità sociale, col provincialismo politico, con le improvvisazioni e inquietudini che si pretendono soluzioni, con la perpetua commistione di anarchismo e legittimismo (Alfredo Giuliani, introduzione ai Novissimi, 1961) Oggi meno che mai la poesia è un luogo privilegiato: le…
View On WordPress
1 note · View note
my-edicola-aldini · 3 years
Text
Tumblr media
I libri di storia hanno declinato l'anarchia sempre al maschile. Eppure sono tante le donne che hanno dedicato la loro vita e le loro migliori energie agli ideali di giustizia sociale e libertà. Nonostante il loro apporto sia stato determinante, nella storia anarchica, ancora oggi restano poco conosciute o in gran parte dimenticate. Lorenzo Pezzica ci fa il ritratto di quindici donne ribelli,anarchiche, libere e anticonformiste
#anarchia #anarchismo #donneanarchiche #spiritolibertario #donnelibere #donnelibertarie #emmagoldman #lucyparsons #virginiabolten #luciasanchezsaornil #lucefabbri #marialuisaberneri #germaineberton #lorenzopezzica #shakeedizioni #edicolaaldini #quartierenavilebologna #corticella #bolognina #bologna
0 notes
riotready · 3 years
Photo
Tumblr media
Shoot for the moon y’all ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ #anarchismo #postscarcityanarchism #greenanarchism #nogodsnomasters #egalitarian #freethought #thesystem #anarchism #corruption #anarchy #fuckfascism #socialism #socialist #leftism #melodichardcorepunk #anarchopunk #punkrockers #hardcorepunk #grindcoreband #grindcoremusic #melodichardcore #hxc #dbeat (at Inglewood, California) https://www.instagram.com/p/CPJ7XrEjUk7/?utm_medium=tumblr
3 notes · View notes
falcemartello · 7 years
Link
Luca Bottura
nicolacava said:  Datemi retta, non è colpa di Salvini.
Salvini non crede a una parola di quel che dice. Da giovane era comunista. Poi è diventato padano perché tirava l’articolo (quello di Bossi, nello specifico). Adesso picchia sui neri per sfruttare quella bella arietta di fascismo ritornante che tanti voti può, a breve, cagionare. Se domani si scoprisse che è necessario il voto gay, mollerebbe la sua celebre compagna per dichiarare che gli piace il cazzo.  E non ci sarebbe nulla di male. Salvini è un prodotto, persino lui.  Di quella sottocultura creata ad arte dal tizio che oggi tutti acclamano come possibile travicello delle larghe intese. Quando non c’erano i social, a fare da collante per le paure (indotte) degli italiani furono Silvio Berlusconi e la sua artiglieria informativa. Fino ad allora, la famosa maggioranza silenziosa cercava quantomeno di capire, prima di berciare. Votava Dc per elaborare il crapone di Predappio senza dover abiurare alcunché.
Poi l’uomo dal sole in tasca capì che le tette e i culi bastavano per alimentare i bilanci di Publitalia. Non per vincere (non ancora) le elezioni. Il Tg4 e le interviste di Medail fecero da apripista all’emergenza permanente che ha titillato l’autoritarismo inconscio e saldato quello palese. E siccome in Italia c’è gente che pagherebbe per vendersi, il tradimento di Vittorio Feltri ai danni di Indro Montanelli diede la stura a una nuova genia di “intellettuali” di complemento. Quella dei Belpietro, dei Mario Giordano, dei Socci, quelli più paraculi alla Porro. Il modello giovanile alla Toti, col suo Studio Aperto che per anni ha portato la Colombia alle porte di casa. Quello anziano di Fede. Naturalmente Del Debbio, che non a caso scrisse il primo programma di Forza Italia e conduce tuttora l’ultimo. I Ferrara, anche. I cui epigoni oggi ostentano filo-renzismo fuori tempo massimo per preparare il terreno al grande rassemblement che tutto ottunderà. Se prima Salvini non avrà chiuso il contratto coi Cinque Stelle.  Facebook e compagnia hanno fatto il resto mettendo in contatto scemi del villaggio e odiatori ad minchiam, forgiando una nuova genia di persone che rivendicano autonomia intellettuale e pensieri fuori dal coro con lo spartito ben saldo nelle mani. Anche loro, prima si vergognavano. Ora condividono l’unico neurone e innervano la spina dorsale rancorosa che rappresenta una specificità un tempo tutta italiana e oggi popolarissima anche Oltreoceano. Basta sostituire “Dalla vostra parte” o “Mattino Cinque” con Fox News.   Ad armare la mano del tizio di Macerata, con la sua bella runa in fronte, è stato tutto questo. Il vittimismo di popolo che sempre sostiene le svolte autoritarie. Lo sdoganamento del disprezzo razzista, riversato direttamente su obiettivi più deboli, in una parodia delle logiche da stadio che non a caso ne fanno da incubatore. Laddove il fascismo diventa marchio, citazione, orgoglio di qualche giocatore, linguaggio, tratto grafico sulle maglie da gioco, nelle pubblicità, negli striscioni, nell’estetica. L’eterno anarchismo tricolore che considera rivoluzionario un “vaffanculo” in curva o tenere l’Iva per se stessi. Un sovrapporsi di concreto e impalpabile la cui epifania marrone è racchiusa nella parola “buonismo”. Ieri, al culmine di un’analisi che credo mi avrebbe invidiato anche Umberto Eco, ho scritto che i latori del termine “buonismo” sono al 99,99 per cento sontuose teste di cazzo. Un commento mi ha illuminato: “La usano per autoconvincersi di essere nel giusto, perché secondo me dentro di loro sanno che l’odio è sbagliato”. Possibile. Solo che quando disponi di una pistola diventa anche molto pericoloso.
.
darodrade said:
Oh che cosa carina, mi sento ringiovanire! Da quant'è che non sentivo più “è tutta colpa di Berlusconi”? Uhm…almeno da quando “è tutta colpa di Renzi”…
E poi tutta una bella sbrodolata di banalità su “gli altri” che usano i social male e che prima …prima quando? Nella mitica età dell'oro? Quando c'era lui, inteso come PC? Quando c'era la guerra fredda, quando eravamo giovani, quando? Quand'è che erano tutti più intelligenti, saggi, ragionanti di adesso? Ah si vergognavano, vero, mentre adesso… adesso non si vergogna più nessuno, nemmeno quelli che “rivendicano autonomia intellettuale e pensieri fuori dal coro con lo spartito ben saldo nelle mani.” E pensano di parlare degli altri mentre si fanno l'autoritratto. Ma sia mai, sia mai che qualcuno non si accalchi nel gruppo dei buoni, saggi, intelligenti, giusti, l'insieme dei pensanti, il coro compatto dei fuori dal coro.
Di solito sono pacata e tranquilla, ragiono e motivo le mie affermazioni. Mi dicono che scrivo in modo troppo complicato, che sono troppo neutrale. Ma stasera mi girano, ho letto e visto troppe puttanante e ne ho anche per quelli che fanno di tutte le erbe un fascio purché siano le erbe degli altri, sempre pronti a puntare il dito sull'incoerenza altrui, sempre pronti a non vedere la propria.
Ma per carità, tranquilli, non è che ci sia diffusa la profondità di pensiero di un ciocco di legno e che tutti, in un modo o nell'altro, dovrebbero darsi una calmata e cercare di fare gli adulti e ragionare. No, è tutta colpa di Berlusconi. Buonanotte.
-----
Darodrade for President.
Per altri:     Idioti si nasce o si diventa?   Chissà. Una cosa è certa, qualcuno parte già avvantaggiato.
25 notes · View notes
erik595 · 3 years
Photo
Tumblr media
Dar un'idea pur sommaria del pensiero anarchico e dei metodi libertari in poche pagine non è certo un compito facile, giacche non si può, nel caso dell'anarchismo, ricondurre tutte le sue interpretazioni alle teorie di un'unica personalità e, in secondo luogo, queste non sono affatto espressione di una ideologia cristallizzata. D'altronde, le sue manifestazioni sono molteplici e non sempre convergenti. Riassumere l'anarchismo in una sola frase è però relativamente facile: l'anarchismo è l'esigenza di porre la nostra vita sotto il duplice marchio della libertà degli individui e dell'uguaglianza sociale tra essi, il rifiuto di abbandonare uno di questi principi per privilegiare l'altro, e la creazione di un tipo di organizzazione della società che permetta il conseguimento continuo di questi obiettivi. Una trentina d'anni dopo il crollo dei regimi socialisti autoritari, in un'epoca in cui, di fronte alle crescenti disuguaglianze sia all'interno dei nostri paesi occidentali sia nelle diverse regioni del globo, le risposte più diffuse sono i regimi autoritari o totalitari, ci sembra chiaro che la proposta di una società anarchica sia più auspicabile e più urgente che mai. Tutto sta quindi nel metterla in pratica nel contesto che ci appartiene: questo volumetto si propone di dare una prima idea delle motivazioni della nostra rivolta e di delineare dei percorsi che possiamo assegnarci nel XXI secolo per emanciparci, nella misura del possibile, dallo sfruttamento e dalle oppressioni che costituiscono la nostra quotidianità, e nel contempo pteparare l'avvento di una società basata su meccanismi coerenti con le nostre aspirazioni libertarie ed egualitarie. . . . . . #federazioneanarchicaitaliana #libro #libri #libros #buch #livre #bookstagramitalia #book #books #consiglidilettura #librodaleggere #libroconsigliato #libreria #anarchismo #anarchia #anarchico #anarquia #anarquismo #anarchy (presso Italy) https://www.instagram.com/p/CRN885AlQea/?utm_medium=tumblr
1 note · View note
Text
Tumblr media
Cominciamo con una premessa cui tutt* coloro che si dedicano a questo sottogenere della fantascienza tengono particolarmente: il Solarpunk non è affatto “solare”. Non si tratta, cioè, di un approccio alla scrittura del testo fantascientifico che immagina (necessariamente) uno scenario futuro a tinte rosa, dove i danni della gerarchia sociale siano stati superati in un mondo liberato e gioioso.
Di che si tratta allora? Come sempre accade, la fantascienza affronta le inquietudini del mondo industrializzato, un mondo dove la vita materiale degli individui muta di continuo ed il futuro è dietro l’angolo – un futuro non sempre vissuto come positivo, anzi. Appena l’altro ieri teneva banco nella comunicazione sociale e mediatica il disastro ecologico provocato dal capitalismo, uno scenario che si è materializzato quasi da subito in uno dei suoi aspetti paventati, almeno dai più accorti che avevano presente la questione in tutta la sua complessità: una grave pandemia che ha rivoluzionato in maniera radicale le esistenze di tutti gli homo sapiens sapiens.
Certo, non è per nulla la prima volta che il genere fantascientifico affronta la questione, anzi: ci sono innumerevoli romanzi, racconti, film e fumetti quantomeno ambientati in uno scenario apocalittico, dove gli homo sapiens sapiens – almeno i pochi sopravvissuti – fanno i conti col disastro ecologico avvenuto, Il Solarpunk, però, affronta la questione da un altro punto di vista: gli sforzi che l’umanità, o almeno una parte di essa, potrebbe mettere in atto per evitare di giungere a quest’esito tragico. Sforzi non necessariamente destinati al successo o, comunque, per niente facili.
È così nato da qualche anno il Solar Punk: opere di vario genere che esplorano possibili “vie d’uscita, pratiche e percorribili, sia dall’antropocene, intesa come era geologica indotta dal comportamento umano, che dal capitalocene, sua deriva economica.”[1] “Pratiche e percorribili”, appunto: il Solarpunk non ipotizza tecnologie future oggi del tutto inesistenti ma utilizza, di preferenza, quelle che già oggi, magari migliorate, potrebbero essere utilizzate – ad esempio l’energia solare, che domina – di qui il nome – tanti scenari del Solarpunk.
Non solo però energia solare, energie rinnovabili in genere e tecnologie: a dominare questi scenari troviamo anche e soprattutto processi di mutuo soccorso in economie circolari attente alla sostenibilità ambientale, l’imitazione dei processi naturali in una sorta di biomimetismo sociale, ecc., dove il vero protagonista è l’azione diretta nella propria vita quotidiana. Elliot Alderson – l’anarchico protagonista della serie Mr Robot[2] – dichiara con assoluta serietà che il suo scopo nella vita è “salvare il mondo”: ebbene, gli uomini e le donne protagoniste del Solarpunk sono, in un modo o nell’altro, con maggiore o minore coscienza della cosa, impegnate nello stesso obiettivo. Mentre però Elliot Alderson ed il suo gruppo sono impegnati un’azione straordinaria – distruggere ogni forma di indebitamento nei confronti di chicchessia per permettere all’umanità un nuovo inizio – protagoniste e protagonisti del Solarpunk operano nella quotidianità della loro vita materiale.
Si tratta di persone che, con maggiore o minore coscienza, non si sono arrese di fronte ad una pretesa fine della storia ma costruiscono comunità resistenti e resilienti allo stesso tempo che si oppongono al capitalocene e, in generale, ai disastri insiti nella gerarchia sociale, cercando di costruire un futuro diverso da quello tragico che il potere intende regalare all’umanità. Come dicevamo, questo futuro di azioni resistenti e resilienti non viene disegnato in modo roseo ma si esplorano di esso tutte le difficoltà.
Una particolarità del Solarpunk è che esso stesso si vede come un elemento all’interno di questo scenario di lotta per una società liberata, che sopravviva ai disastri annunciati del capitalocene: “Il solarpunk è un genere letterario ed è un’estetica. È anche un movimento: immagina un futuro migliore e costruisce strategie operative per renderlo possibile. Nato negli anni ’10 di questo secolo, il solarpunk si fa interprete di sentimenti e istanze che chiedono un progresso collettivo, organico, equo, ecologico, inclusivo. Fin dai suoi inizi esprime una visione politica complessa e aperta ma chiara: inclusiva, femminista, ecologista, utopista, anarchica, organicista. Anticapitalista, antirazzista, antipatriarcale, antispecista.”[3]
Ecco poi come il movimento spiega il suo nome: “Solar. Solare è la fonte primaria e simbolo di vita, è l’energia alternativa ai combustibili fossili, è ciò che già c’è, e che dobbiamo impiegare in modo sostenibile e condiviso per sopravvivere. Solare è la volontà utopica che coltiva (letteralmente) la speranza. Solare è la luce del giorno, che si contrappone agli scenari piovosi, chiusi e posturbani della distopia. Punk. I germi e la pratica della rivolta. Il rigetto verso il modello di sviluppo capitalista insostenibile, predatorio, assassino, in palese contrasto alla vita e vitalità non solo umana. La reazione contraria alla narrazione distopica, che non ci dà più strumenti utili per reagire e scivola nel conservatorismo o nell’estinzionismo di tendenza. (…) L’estetica solarpunk dimostra una sensibilità non nuova, ma rinnovata: ecologismo e anarchismo si uniscono nella ricerca di un futuro non più nero, ma verde. (…) si ricomincia insieme, tuttə: persone di qualsiasi colore, provenienza, condizioni fisiche, età, genere e identità sessuale, riunite in comunità paritarie. Animali umanə e non umanə. Creature: fauna, flora, terra.”[3]
Alcune delle persone che operano nel campo del Solarpunk rifiutano l’idea di essere un sottogenere del genere fantascientifico, riallacciandosi piuttosto all’Utopia come genere narrativo della Filosofia: qui credo si sbaglino per due ragioni. La prima è che la Fantascienza, di fatto e soprattutto nelle sue espressioni migliori, è, a mio avviso, di fatto la letteratura filosofica per eccellenza della società industriale. Non ho qui lo spazio per argomentare adeguatamente questa affermazione ma, in ogni caso, la seconda obiezione mi pare decisiva ed oggettiva: l’Utopia come la Distopia ragionano a cose fatte, non sul processo in corso – questa, invece, è una specificità del Solarpunk.
Il Solarpunk, infatti, si muove su quel terreno di mezzo che potrebbe svilupparsi in direzione dell’una o dell’altra cosa, verso la Distopia o verso l’Utopia, analizzando i processi con i quali potremmo indirizzarci verso quest’ultima, senza nasconderne le difficoltà ed i possibili errori. Oltre al “progettare narrando” il cammino verso l’Utopia, altra specificità del Solarpunk è quella di pensarsi, come abbiamo già detto, come parte di questo processo narrato: infatti il Solarpunk, oltre che nelle opere artistiche, si esprime tramite una comunità di persone che – soprattutto tramite la rete – discute e progetta un futuro sostenibile.
“I manifesti solarpunk sono documenti programmatici nei quali l’ambientalismo viene accostato all’anarchismo comunitario, al socialismo, alla ribellione e alla guerriglia artistica. Esprimono la volontà di un ripensamento radicale del rapporto tra essere umano e natura (…) Incompatibile con una economia basata sul consumo e sulla predazione, il solarpunk non predica un ‘ritorno alla natura’ ma persegue un progresso consapevole nel quale la scienza e la tecnologia, usate in maniera trasparente e democratica, ci consentano di raggiungere finalmente l’equilibrio con la nostra biologia e il nostro pianeta. A ciò si aggiunge un’inclusività altrettanto radicale, figlia stavolta dei nostri tempi e degli importanti movimenti di rivolta degli ultimi anni: antirazzismo e rifiuto del patriarcato sono la base per un’inclusività a tutto tondo. Verso le persone (grazie a istanze femministe, LGBTQIA*, antiabiliste), verso le creature tutte, verso il mondo, con il rifiuto di separare ontologicamente l’essere umano dal suo ecosistema.”
Credo che la stragrande maggioranza dei lettori di queste pagine si riconosca ampiamente nei contenuti delle citazioni che abbiamo fatto finora, nella loro carica utopica, militante ed intersezionalista. In effetti, oggi il nostro desiderio di una società di persone libere ed uguali è divenuto, allo stesso tempo, una necessità per chiunque, come Elliot Alderson, voglia “salvare il mondo”. Paradossalmente, anche gli uomini del potere da se stessi.
Enrico Voccia
0 notes
kiro-anarka · 6 years
Link
Francesco Saverio Merlino
Nacido9 de septiembre de 1856
Nápoles
, Italia
Murió30 de junio de 1930 (de 73 años)
Roma
, Italia
Nacionalidaditalian
OcupaciónAbogado
Conocido porSocialismo libertario
Francesco Saverio Merlino (1856-1930) Nació el 9 de septiembre de 1856 en Nápoles, Italia y murió el 30 de junio de 1930 en Roma, (Italia).
Fue un abogado italiano, activista anarquista y teórico del socialismo libertario .
Vida [ editar ]
Francesco Saverio Merlino nació el 9 de septiembre de 1856 en Nápoles . [1] Fue criado en la tradición anarquista napolitana. [2] Merlino comenzó a participar en el movimiento militante anarquista en Italia durante sus estudios universitarios.
Merlino asistió al Congreso Anarquista que se reunió en Londres el 14 de julio de 1881. [3] Otros delegados incluyeron a Peter Kropotkin , Errico Malatesta , Marie Le Compte , Louise Michel y Émile Gautier . Mientras respetaba la “autonomía completa de los grupos locales”, el congreso definió las acciones de propaganda que todos podrían seguir y acordó que “la propaganda por el hecho” era el camino a la revolución social. [3]
En 1884 se exilió en Inglaterra y también viajó a los Estados Unidos. Después de regresar a Italia en 1894, fue arrestado y tuvo que pasar dos años en prisión.
La revista belga La Société nouvelle publicó artículos de Merlino en 1891 que tomaban un punto de vista anarquista al criticar el marxismo y el socialismo alemán, pero Merino también cuestionó los principios anarquistas. En 1897 se publicó su libro Pro e contro il socialismo , que refleja sus pensamientos sobre el tema. [4]
En los años siguientes desarrolló su teoría del socialismo libertario en discusiones con su amigo Errico Malatesta .
En 1900 defendió a Gaetano Bresci , un anarquista italoamericano que asesinó al rey de Italia, Umberto I , en respuesta a la masacre de Bava-Beccaris . A pesar de matar al monarca, Bresci no fue sentenciado a muerte, lo que lo convierte en la única persona que mata a un monarca (sin derrocar a la monarquía) y no es ejecutado.
En 1907, el diario de Turín La Stampa publicó una entrevista con Merlino, que se había retractado de su anarquismo y se había convertido en un socialista. La entrevista, titulada “El fin del anarquismo”, declaró al anarquismo como una doctrina obsoleta, desgarrada por disputas internas, desprovista de teóricos de primer orden y condenada a la extinción. Un importante anarquista italoamericano, Luigi Galleani, atacaría a Merlino en su propio artículo, “El fin del anarquismo”. agregando un signo de interrogación. [5]
Merlino murió el 30 de junio de 1930 en Roma .
Obras principales [ editar ]
Socialismo o monopolismo? (1887)
L’Italie telle qu’elle est (1890)
gli opuscoli Necessità e basi di un accordo (1892)
L’individua-lismo nell’anarchismo (1893)
Pro e contro il socialismo (1897)
L’utopia collettivista e la crisi del “socialismo scientifico” (1898)
Formas y esencia del socialismo (1898)
Fascismo e democrazia (1924)
Politica e Magistratura dal 1860 ad oggi en Italia (1925)
Il socialismo senza Marx. Studi e polemiche per una revisione della dottrina socialista (1897-1930), Massimiliano Boni, Bologna 1974.
El problema económico y político del socialismo. (1948)
Referencias [ editar ]
Citaciones
Jump up^ Scheda biografica di FS Merlino (italiano)
Jump up^ Roberts 1979 , p. 61.
^ Jump up to:a b Bantman 2006 , p. 965.
Jump up^ Roberts 1979 , p. 62.
Jump up^ Avrich, Paul & Sacco y Vanzetti: The Anarchist Background 1991 , p. 50.
Fuentes
Bantman, Constance (2006). “¿Internacionalismo sin internacional? Redes anarquistas de canales cruzados, 1880-1914” . Revue belge de philologie et d’histoire . 84 (84-4) . Consultado el 2013-08-30 .
Roberts, David D. (1979). La tradición sindicalista y el fascismo italiano . Manchester University Press. ISBN978-0-7190-0761-3 . Consultado el 2013-08-31 .
Otras lecturas
Francesco Saverio Merlino: Tra anarchismo tradizionale e socialismo liberale. Entrevista con Gianpiero Landi , [1] .
Lucio Gabellini: Merlino: un socialismo “diverso” [2]
Giampiero Domenico Berti: Francesco Saverio Merlino. Dall’anarchismo socialista al socialismo liberale (1856-1930). Franco Angeli Editore Milano. Mailand 1993.
Mirko Roberti: Il “riformismo rivoluzionario” de Saverio Merlino. “Un’intelligenza critica tra marxismo e anarchismo. El dilema de la basilea socialista en un original originario de la media, en una sintesi eclittica e personale, le opposte istanze. [3]
Franco Melandri: Un convegno su Francesco S. Merlino [4]
0 notes
Text
Mass media gives us the power to fight back
Tumblr media
The Dominant Class Theory shows how mass media’s power is hold in rich individuals’ hands, who run and organize information to protect their interests. An important issue is about sponsorship and advertisement. Networks are suited for the largest possible audience, so the potential purchasing audience gets bigger – moreover, social media don’t include negative stories and facts about corporations because they were sponsored by them. Namely, television networks receive great amounts of money from Nike and other similar companies for advertisement, and that’s the reason why almost no one talks about child-labour and analogous atrocities going on within Nike’s factories. This phenomenon goes on in everyday life as well: for example, in smaller towns, newspapers probably won’t include advertisement on selling houses without real-estate agents – that’s because local newspapers are most likely funded by said agencies. In 1980, during Reagan’s government, another theory popped up. This one declared the control of medias belonged to Liberals. This should be proved by statistics, which show that medias usually call out certain politicians for their excessively conservative behaviour, rather than the others for being too liberal. A further proof is that medias nowadays mostly revolve around “more liberal” issues and topics, such as the environment, the anti-Vietnam and the anti-nuclear movement. “Typically conservative” issues aren’t usually considered, instead.
The Western mass media system is involved into the organized diffusion of fake news, processed and created by governmental and military authorities to legitimate defense and opposition and to better define “the enemy” people should address to. During the War of Gulf, for example, in order to avoid the protests against the war, mass media hadn’t included gory images in their pieces – it better transmitted the idea of a bloodless conflict. Furthermore, the conflict between Nato and Serbia in 1999 was characterized by censorship and news-making that impeded people to know what was really going on. As for the role of mass media as a means of deciding the “common enemy” for the people to fight, after 9/11 Middle Eastern medias contributed to the creation of a common anti-American front, while, on the other hand, medias in the US contributed to the creation of a common anti-Islamic front. The Italian author Umberto Eco, above all, was categorical: modern State is founded on consent, along with coercion. Each and every group of people (especially those who are in power) has to give reliable information or else it would be considered untrustworthy and unreliable – if everyone lies, open war would break out at any given time. However, this technique could also be used as a means of resistance and opposition. Take this as an example: a revolutionary organization shares a fake newspaper column, or a blog article, writing that on that very next day train tickets would have been free for everyone – of course, this would cause problems or damage to those in power. Therefore, although the leaked information was fake, people’s need to travel for free or for less expensive tickets is a real necessity. In other words, if the message is valid, when it’s understood by the establishment and well grasped by the people, it can be used as a means of opposition, even when completely made up.
Bibliography:
Edizioni Anarchismo, Il falso come strumento di lotta,   edizionianarchismo.net. N.p., n.d. Web. 14 Nov. 2017. https://www.edizionianarchismo.net/library/il-falso-come-strumento-di-lotta
CliffsNotes,   The Role and Influence of Mass Media,   cliffsnotes.net. N.p., n.d. Web. 14 Nov. 2017. https://www.cliffsnotes.com/study-guides/sociology/contemporary-mass-media/the-role-and-influence-of-mass-media
0 notes
Text
Intervista ai No Perditempo: "la nostra musica è un culto dell'errore"
Tumblr media
Ciao Carmine, parlaci del progetto No Perditempo I No Perditempo sono Carmine alla chitarra elettrica e ai campioni elettronici, e Sara che è la voce del progetto. Produciamo musica dalla nostra casa, in maniera “do it yourself” ai limiti dell'autoproduzione: per questo nelle nostre tracce e videoclip manca la produzione, in certi casi mancano anche gli arrangiamenti, ma a noi va bene così, quello che produciamo lo definiamo “musica monca” cioè suoni in cui manca qualcosa. Può mancare la linea di basso oppure una voce aggraziata, ma tutte le scelte sono pensate apposta, non per evidenziare l’errore ma anzi per un culto dell’errore sistematico che è poi la metafora dell’intera infrastruttura mediale che ci circonda. Siamo usciti male, con falle nel sistema, questo è anche la nostra forza, nel senso che in un mare di produzioni che scintillano di glitter è bene che escano anche suoni sporchi e contaminati così rendiamo fertile l’humus sottostante del sottobosco underground. Suoni dalle latrine, chiamateli come volete: usiamo procedure di mashup e remix, e allo stesso modo quelle di détournement dadaista. Con la nostra ibridazione mediale, il fotomontaggio dadaista e il paroliberismo vengono spinti all’ennesima potenza! L’attuale contemporaneità digitale ci inghiottisce e ci sollazza ogni giorno: non ha più senso farsi domande, meglio fruirne inconsapevolmente. Il modus operandi è il seguente: due persone si chiudono in casa e in preda a impulsi di anarchismo sperimentano canzoni meccaniche e sgangherate, assemblando nenie vocali catturate a caso con un piccolo registratore, su beat e campioni di suono robotici e scarni. Quello che i No Perditempo fanno sono veri e propri studi trascendentali su ritmi e campioni di suono. Come è nato il progetto? Volevamo creare musica non in linea con i suoni delle radio e prettamente pop sdolcinato, la volevamo dal respiro internazionale poiché con i social media possiamo distribuirla nel mondo, volevamo usare l’italiano ma con un accorgimento tale che la voce sembrasse una replica dello speaker che senti nei vagoni della metropolitana B di Roma tra una fermata e l’altra. Insomma avevamo delle intuizioni brillanti non uccide dal potere mutilante del senso comune, dell’identico. Ci rifiutavamo di appartenere al magma di canzoni tutte uguali fra di loro,che si sentono in radio e in TV quindi volevamo veicolare questo brusio che avevamo in testa e abbiamo cominciato a produrre pezzi con campioni elettronici e voce da donna ma baritonale. Qual è il significato del nome del progetto musicale e qual è lo spirito che vi guida? Partiti da un assunto, abbiamo ragionato nel seguente modo: la grande forza della tecnologia è di non avere idee. Se hai la forza di non avere idee, puoi non avere limiti. E permetterti tutto. Il problema, unico delle tecnologie, è di sbarazzarsi delle idee (ideologie). Così da poter fare tutto. La scomparsa delle ideologie è il terreno più fertile per l'avanzamento tecnologico. Che di quella si nutre, per poter procedere. Altrimenti è limitata dall'ideologia. Il limite ideologico già non c'è più, e in questo sta l'accelerazione che è avvenuta negli ultimi anni. Il vero significato del salto che oggi abbiamo fatto non sta nella fine delle ideologie, ma nella necessità di sbarazzarsi degli ultimi residui. Il vero problema da affrontare, quello che non poteva essere compiuto 'assieme' all'uomo, era l'uomo stesso. La natura umana. Che resisteva di suo, senza bisogno di idee. Era il suo lato biologico, l'unico residuo ideologico rimasto, era quello minimo che l'essere umano in quanto essere naturale avrebbe continuato a difendere. Il corpo, la vita. Produrre musica scomposta, dalla voce non umana, questo lo spirito che ci guida; riteniamo che non bisogna perdere tempo con questioni estetiche del passato. E’ da molti anni che internet ha permesso alla popolazione di acculturarsi, scovare proposte musicali in linea con le inclinazioni di chi ascolta. La gente ha affinato i gusti, non si creano più nicchie e c’è molta propensione a bisticciarsi e attaccarsi l’un l’altro per l’appartenenza a questa o quella fazione estetica. La rottura,il 'salto', lo 'strappo', l'attacco alla dimensione più resistente, perché istintivamente resistente, è già avvenuto. Non occorre perdere tempo. I No Perditempo possono trapassare il tempo, oscurando il passato e saltando direttamente nel futuro. Comunque al di là di tutto, No Perditempo è la frase finale degli annunci in bacheca cerca-casa e vendo-oggetti. Quali sono le vostre fonti di ispirazione? Ci ispirano tutti quegli artisti che hanno applicato una ricerca continua di alterità e alterazioni di senso comune osceno. Ci ispirano le proposte divertenti nella loro sgangheratezza spettacolare. Potremmo definire i No Perditempo come i Nine inch Nails in uno show di mimi e musica di un cabaret robotico senza senso. Ma il senso è da cercare ascolti dopo ascolti. E lo troverete, ve l’assicuro! In Italia ci piacciono progetti tipo i Sxrrxwland e Priestess. I Plasmatics e The Strapping Fieldhands sono due gruppi che ci hanno influenzato. Ma ce ne sono molti altri. Quanto l'aspetto urbano incide sulle vostre composizioni? Siamo appassionati di architettura, di tutti i tipi dalla classica alla brutalista. Percorrendo ogni giorno le strade intricate di Roma assorbiamo gli umori dei quartieri in cui transitiamo, udendo quotidianamente i rumori dei mezzi di trasporto su cui viaggiamo non possiamo non replicare tale caos nei ritmi delle nostre composizioni. Indossiamo le cuffie con musica danzabile per molte ore al giorno durante lunghe traversate e a contatto con diverse tipologie di viaggiatori. Ci influenzano i visi stanchi dei viaggiatori, e ciò si imprime nelle nostre menti FACENDO DIVENTARE QUELLO CHE E' UN GIOCO PRIVATO, UN LIBERCOLO, UN'OPERA DELL'INTELLIGENZA, UN GIOCO PIU' DIVERTENTE. Immettiamo caos nelle nostre strutture ritmiche perché viviamo di contaminazioni. SPERANDO DI ESSERE ISTRUTTIVI E DISTRUTTIVI, DI SUSCITARE LO SCHIFO E L'INTUIZIONE, LO SCONTRO E IL RISCONTRO. Come identifichi il genere musicale dei No Perditempo? Una mediamorfosi di electro beats, di computer ibridi “Musicomediali” – uno sconfinamento mediale. Come si intrecciano i No Perditempo sull'aspetto esistenziale? Sarebbe bello se tutti i produttori di musica dirigessero i propri strali psichici verso il rinnovamento dei codici linguistici; su quest’aspetto del linguaggio. E non come invece avviene, riproponendo i soliti codici nelle classifiche e nei trend attuali. Col linguaggio si accompagna una forma di vita. La nostra forma di vita è il beat, il remix di tecniche sonore, una risultante assunta a cadavere decomposto nel pantheon nelle galassie sonore. Amiamo il mashup che è l’arte di mescolare, che spesso rende impossibile identificare tutti i frammenti che si fondono in un unico prodotto sia esso sonoro o audiovisivo. Il sistema della musica sui media, adattando una nota metafora organicistica, “sembra configurarsi come una semiosfera densa di testi e meta-testi che si richiamano e ri-generano gli uni con gli altri”. E’ presumibile che anche i lettori abbiano visto da sempre processi di traduzione, assimilazione, rigenerazione e sconfinamento mediale ma non se ne siano mai accorti. Il nostro fine ultimo è DISTRUGGERE LO STANDARD del suono. E con questa premessa Distruggeremo lo standard ! Idee per il futuro? Sicuramente adopereremo campionamenti e chitarre elettriche in uno o più show dal vivo, proiettando i nostri videoclip dal nostro mondo fatto di videoarte, con i disegni di Sarbok, la cantante con la voce abbassata. Vorremmo anche usare tecniche di guerriglia comunicativa per la pubblicità alle nostre canzoni o per veicolare concetti semplici con poche parole, ad esempio sui muri delle strade. i nostri messaggi mediali sono di carattere concettuale. Non procediamo secondo i canoni tradizionali di produzione-fruizione della musica, E’ per questo che i No Perditempo continueranno ad applicare disegni in strada, o in una galleria d’arte a corredo delle opere o mettendo le tracce sulle piattaforme di file-sharing, perchè i No perditempo sono non funzionali al sistema. O semplicemente non funzionano! Di qui la compresenza nell’immediato futuro! Il canale Youtube si chiama NO PERDITEMPO. Link: https://www.youtube.com/channel/UC4nWz7CpUHQCScCjeaA17zQ/videos Playlist youtube https://www.youtube.com/playlist?list=PLCmOfBtH3w3qg6WcDbzaf4h95FnB1aqDr La pagina soundcloud https://soundcloud.com/noperditempo/tracks Per contatti Facebook: https://www.facebook.com/noperditempoo E-mail: [email protected] Read the full article
0 notes