#amore sprecato
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Recensioni e composizioni
Gli uomini che ho amato e che mi hanno rifiutato stanno bene: uno scrive su Facebook recensioni dei ristoranti in cui mangia con la fidanzata, l'altro compone musica in un settecentesco palazzo nobiliare, nel quale convive con un intimo amico, proprietà di un'anziana baronessa che probabilmente lo lascerà loro in eredità.
Ma non giudico che questo sia abbastanza: nonostante essi stiano bene, io reclamo per loro l'assoluta felicità, quella che io avrei provato nello stare con loro, la sola che possa placarmi, dando un senso lampante al sacrificio di rinunzia che il destino mi ha imposto.
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C'è un tempo per tutto.
Per tornare.
Per perdonare.
Per parlare.
Per superare.
Poi però, il tempo finisce.
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Come spesso mi sento…
È anche per questo che adoro Morrissey
#the smiths#morrissey#vita#pensieri#solitudine#tristezza#musica#amore#testo canzone#è così#tu ed io#frasi vita#le migliori frasi#frasi tumblr#frasi tristi#frasi amore#tutto è inutile#tutto tempo sprecato#illusioni#parole che potrebbero essere mie
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[L'amore sprecato][Gianni Farinetti]
Da un'estate all'insegna del cinema e dell'amicizia, si passa a un thriller oscuro e appassionante. Un romanzo che esplora i limiti tra finzione e realtà, tra l'idillio e la tragedia.
Omicidio tra le colline: un’estate da incubo in Alta Langa Titolo: L’amore sprecatoScritto da: Gianni FarinettiEdito da: MarsilioAnno: 2024Pagine: 240ISBN: 9788829708284 La trama di L’amore sprecato di Gianni Farinetti Un’altra estate idilliaca alle Vignole, la casa nell’Alta Langa piemontese di Sebastiano Guarienti. Un’estate piena di fervore, perché lo sceneggiatore, in combutta col suo più…
#Alta Langa#fiction#gay#Gianni Farinetti#Italia#L&039;amore sprecato#LGBT#LGBTQ#libri gay#Marsilio#Narrativa#narrativa italiana#thriller
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Ho scoperto, vivendo da single, che stirare è ampiamente sopravvalutato. Il tempo per stirare è tempo sprecato e sottratto ad altre attività ben più gratificanti. Come, ad esempio, farmi delle foto sexy da mandarti. Vedi qualcosa che ti piace, amore?
Aliantis

(Foto: captainvalleyman)
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Notte che se ne va
Il buio scende sempre all'improvviso, quando la notte decide di baciare il sole e di mandarlo a riposare. E l'oscurità ti fa regolarmente riflettere su chi sei veramente, su cosa davvero abbia un valore per te e su quanto in fondo l'unica cosa che conti sia solo l'ammontare dell'amore che gli altri hanno per te. Poi pensi onestamente a quanto ne sai veramente dare tu, a quanto ne hai dato e quanto ne saprai dare ancora. L'amore non è mai potenziale, sennò è solo sprecato. In amore, l'avarizia non porta mai dividendi e se non espresso, arrugginisce i cuori e indurisce gli animi. Diffondilo, sprecalo: ti tornerà indietro moltiplicato. Aggiungici anche del sesso e avrai la vita. Quella più gustosa e vera.

RDA
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Quando si va via dalla vita di una persona, bisognerebbe accertarsi di aver lasciato tutto in ordine, prima di chiuderci la porta alle spalle. Bisognerebbe avere la stessa cura che abbiamo usato nell'entrarvi.
E dunque, sarebbe buona cosa guardarla negli occhi e raccontarle di noi, di cosa non capiamo, di cosa ci chiama lontano da li.
Di cosa non troviamo più.
O semplicemente di cosa credevamo di aver trovato.
Dovremmo raccontarle di lei.
Di cosa abbiamo amato, di cosa è cambiato, di cosa non ha compreso di noi. Dovremmo chiederle come sta, cosa pensa, quanto male fa.
Ecco, quanto male fa. Quanto male le stiamo causando.
E poi abbracciarla e farle sentire che il suo amore non è stato sprecato, non è stato gettato via.
Quando ce ne andiamo dalla vita di una persona, dovremmo avere le mani pulite. Dovremmo chiedere scusa, come quando il giorno che siamo entrati avremmo dovuto chiedere permesso.
Avremmo dovuto, ho detto.

Paola Delton
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Il vizio della parola
Il vizio della parola
Il divieto per le donne di usare la voce in pubblico nell’Afghanistan dei talebani. E noi ammutoliti da un diluvio di neologismi assurdi (vedi alla voce “maranza” o “sunshine guilt”)

Se togli loro la parola, scompariranno. I talebani hanno recentemente emanato una serie di leggi inerenti la propagazione della virtù e la prevenzione del vizio. Già questo proietta lo sguardo su un mondo che appartiene a una galassia lontanissima. E quando mai dalle nostre parti si parla più di vizi e virtù? In ambito legislativo, oltretutto.
In ogni caso, queste leggi sono state approvate dal leader supremo dei talebani, Hibatullah Akhundzada, e tra i provvedimenti ne spicca uno: «La voce di una donna è considerata intima e quindi non dovrebbe essere ascoltata mentre canta, recita o legge ad alta voce in pubblico». Per promuovere la virtù e scacciare il vizio, le donne non potranno esprimersi a voce alta nei contesti pubblici. Le imbavagliano, anzi le ammutoliscono, ma per il loro bene s’intende.
La scena è agghiacciante, ci costringe a una doccia terribilmente fredda. I talebani hanno chiaro chi sia una donna, a differenza della nostra situazione un po’ più aperta, cioè confusa. Abbiamo trascorso l’estate – ma è stata la ciliegina su una torta sfornata da tempo – a interrogarci su livelli di testosterone, Dna, intenzioni d’anima. Magari, al prossimo caso mediatico, potrebbe essere utile cambiare sfondo e ambientare tutti i nostri dubbi per le vie di Kabul e «vedere l’effetto che fa».
Se dai loro in pasto tantissime parole, scompariranno. Aggiungere vocaboli non è per forza segno di progresso, si può diventare muti per eccesso terminologico. L’aggiornamento dello Zingarelli per il 2025 prevede che il dizionario si arricchisca di nuovi termini, “maranza” e – udite udite – “gieffino” si conquistano un posto nell’Olimpo delle parole validate da definizione. Ma questo è solo un ritocco brutalmente onesto al nostro ritratto umano.
Il crimine terminologico è altrove, là dove spuntano espressioni che ci ritroviamo sotto gli occhi scrollando le notizie. “Coolcation” è la tendenza in crescita per trovare mete di viaggio al fresco. “Workation” è la scelta di lavorare da remoto scegliendo luoghi che offrano svago e servizi per il tempo libero. Una medaglia d’oro per l’assurdo spetta all’espressione “sunshine guilt”, il senso di colpa per aver sprecato una giornata di sole.
C’è, nel nostro intimo, un ribollimento senza nome. Sono scampoli di paura mescolati a slanci di affetto, pulsioni cattive e lacrime struggenti. È questa fucina scabrosa, feconda e indicibile che alimenta la libertà nel tumulto di gesti, scelte, responsabilità. Sono poche, devono essere poche e vertiginose, le parole a cui ricondurre il senso del nostro travaglio. Sillabe scottanti come “amore” o “invidia”. Frantumare il quadro in un mucchio di nuovi pezzettini lo riduce a un puzzle che resta scombinato.
Finiamo per scomparire ed essere muti se l’impegno di affrontare la novità di ogni nuova alba – l’ignavia che fa a pugni con la rabbia, i desideri che bevono sorsi di fiducia – viene sgonfiato dalla bugia che tutto affondi in un senso di colpa per il timore di perdere un giorno di sole.
via tempi.it
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"Mai tempo sprecato"
Dai ora chiudiamo la porta.
Si a chi importa,
lasciamo il mondo fuori,
ho bisogno della tua pelle di guardarti negli occhi, ho bisogno del modo con cui mi sfiori.
Prendimi addosso, stringimi adesso,
il mio amore per te non ha mai smesso.
Voglio con te bruciare di passione, finché
sentiamo un' emozione, fatti toccare non è peccato, stare con te...non è mai tempo sprecato...♠️🔥
Baroncini Alessio -
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Chi aspetta davvero è vivo,
aspetta sempre con amore, con un
eccessivo, sprecato, indicibile,
ridicolo amore.

Stefano Benni
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Conosco una sola misura del tempo: con te o senza di te.
-Roberto Benigni
#frasi#frasi belle#frasi vere#frasi e citazioni#citazione del giorno#frasi pensieri#amore#frasi vita#vita#amare#tempo#misura#te#senza di te#roberto benigni#frasi tempo#tempo sprecato
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La morte di un amore è come la morte d’una persona amata. Lascia lo stesso strazio, lo stesso vuoto, lo stesso rifiuto di rassegnarti a quel vuoto. Perfino se l’hai attesa, causata, voluta per autodifesa o buonsenso o bisogno di libertà, quando arriva ti senti invalido. Mutilato. Ti sembra d’essere rimasto con un occhio solo, un orecchio solo, un polmone solo, un braccio solo, una gamba sola, il cervello dimezzato, e non fai che invocare la metà perduta di te stesso: colui o colei con cui ti sentivi intero. Nel farlo non ricordi nemmeno le sue colpe, i tormenti che ti inflisse, le sofferenze che ti impose. Il rimpianto ti consegna la memoria d’una persona pregevole anzi straordinaria, d’un tesoro unico al mondo, né serve a nulla dirsi che ciò è un’offesa alla logica, un insulto all’intelligenza, un masochismo. (In amore la logica non serve, l’intelligenza non giova e il masochismo raggiunge vette da psichiatria.) Poi, un po' per volta, ti passa. Magari senza che tu sia consapevole lo strazio si smorza, si dissolve, il vuoto diminuisce e il rifiuto di rassegnarti ad esso scompare. Ti rendi finalmente conto che l’oggetto del tuo amore morto non era né una persona pregevole anzi straordinaria, né un tesoro unico al mondo, lo sostituisci con un’altra metà o supposta metà di te stesso e per un certo periodo recuperi la tua interezza. Però sull’anima rimane uno sfregio che la imbruttisce, un livido nero che la deturpa e ti accorgi di non essere più quello o quella che eri prima del lutto. La tua energia si è infiacchita, la tua curiosità si è affievolita e la tua fiducia nel futuro s’è spenta perché hai scoperto d’aver sprecato un pezzo d’esistenza che nessuno ti rimborserà. Ecco perché, anche se un amore langue senza rimedio, lo curi e ti sforzi di guarirlo. Ecco perchè, anche se in stato di coma boccheggia, cerchi di rinviare l’istante in cui esalerà l’ultimo respiro: lo trattieni e in silenzio lo supplichi di vivere ancora un giorno, un’ora, un minuto. Ecco infine perché, anche quando smette di respirare, esiti a seppellirlo o addirittura tenti di resuscitarlo.
Oriana Fallaci
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Chi ama, non dorme
Questa è la storia del musicista Johannes Elias Alder, che all'età di ventidue anni si tolse la vita, avendo deciso di non piú dormire. Si era innamorato perdutamente, e perciò infelicemente, della cugina Elsbeth, e si era rifiutato da allora di riposare anche solo un istante finché non avesse risolto il mistero del suo amore impossibile. Fino al giorno della sua morte atroce mantenne la ferma convinzione che il tempo dedicato al sonno era sprecato e perciò colpevole, e che avrebbe dovuto scontarlo in Purgatorio, perché il sonno è come la morte e comunque non è vera vita. Non a caso il vecchio proverbio paragonava il sonno e la morte a due fratelli. Come potrebbe un uomo affermare onestamente di amare la propria donna per la vita intera, se si limita ad amarla di giorno, (…)
Le voci del mondo di Robert Schneider
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arrivi e so che te ne andrai come hai sempre fatto, e so che le cose andranno come sono sempre andate, che non cambierà mai niente finché non toglieremo di mezzo l'instabilità che ci accomuna e ci unisce e ci separa contemporaneamente. e so che andrà male, che falliremo un'altra volta nel tentativo di costruire qualcosa, ma so anche che per me ne varrà sempre la pena. ne varrai sempre la pena, per questo tutto il dolore che ogni nostra separazione mi ha causato non andrà sprecato, così come non andrà sprecato il bene che mi hai fatto. so che ti amerò per sempre, e non sarà mai quell'amore che provavo all'inizio, non sarà mai più lo stesso, ma forse questo nuovo tipo di amore è anche più bello, perché è quello che niente e nessuno potrà portarmi via, che non importa quante altre persone amerò, perché nessuna persona al mondo avrà la stessa importanza che hai tu, non per me. nessuna persona sarà mai paragonabile a te. anche se non funzioniamo, anche se non sappiamo tenerci, anche se le nostre strade si dividono, alla fine si ritroveranno sempre, e ogni volta non sarà mai l'ultima, e ogni giorno in cui non sarai al mio fianco un suono, una canzone, un colore, una frase, un odore o un oggetto mi riporterà da te e mi farà rivivere le emozioni che abbiamo vissuto insieme attraverso il ricordo. e ogni volta che sentirò il tuo nome mi girerò nella speranza di vederti, e ogni volta che andrò in posti in cui siamo stati insieme ti cercherò, e spererò di incontrarti ogni volta che uscirò di casa, e terrò le braccia aperte per essere pronta ad accoglierti qualora dovessi tornare, e non ti chiuderò mai in faccia la porta del mio cuore a meno che tu non vi sia dentro, e non ti chiamerò mai ma ti penserò sempre, e mi chiederò come stai e se mi pensi, riguarderò le nostre foto con il sorriso stampato in faccia, e continuerò ad amarti anche quando non lo meriti, anche quando ti odio. ti darò sempre la possibilità di rientrare nella mia vita perché solo tu riesci a renderla un po' meno vuota, a rendermi un po' meno vuota. ti dedicherò ogni canzone d'amore che ascolterò, comprese quelle tristi, e continuerò ad aggrapparmi a pezzi sparsi di ricordi di noi, di quelle volte in cui siamo stati bene, ma anche di quelle in cui siamo stati male, mi aggrapperò al ricordo del tuo pollice che asciuga delicatamente le mie lacrime, mi aggrapperò a te con tutte le mie forze. e ti amerò anche quando mi prenderai di nuovo a pugni il cuore, anche quando mi farai piangere, anche quando mi farai sentire come se non fossi abbastanza, anche quando mi farai a pezzi, io ti amerò. ti amerò senza pretese, senza chiedere nulla in cambio, senza aspettative. ti amerò perché il tuo cartone preferito è Dragon trainer e questo mi fa capire di che pasta è fatto il tuo cuore, un cuore morbido e sensibile, che crede nell'amicizia e nell'amore incondizionato, il cuore di chi rischierebbe la propria vita per salvare le persone che ama, quel tipo di cuore che di questi tempi è raro, perché è raro trovare qualcuno che, se ti ama davvero, non ti volterà mai le spalle di fronte a nulla, un cuore che va protetto ad ogni costo. forse questa è solo una mia interpretazione e il tuo cuore, in realtà, non è niente di tutto questo. forse porti nel petto un cuore cattivo mascherato da buono, ma io ti amerò ugualmente. e anche quando cercherò un pretesto per odiarti e lo troverò, lo userò per amarti ancora di più. e quando finalmente ti odierò davvero, nello stesso tempo ti amerò ugualmente
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Le ore in cui si aspetta non hanno una durata del tempo quotidiano, la loro durata non è quella di un pendolo che oscilla regolare, ma quella di un cuore che batte, a spasmi e inciampi.
Chi aspetta davvero è vivo, aspetta sempre con amore, con un eccessivo, sprecato, indicibile, ridicolo amore.
(Stefano Benni)
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Mi spiace, ma non ti amo più

Trasciniamo da tempo e ormai inutilmente la nostra logora storia. Un’unione che muore, un matrimonio che naufraga sullo scoglio di un’inaspettata, nuova passione di uno dei due non è mai un affare semplice da affrontare. Perché se con un uomo ci stai, se gli hai concesso tutta te stessa, evidentemente lui t’ha dato emozioni forti. Ma la fedeltà, la mia devozione di moglie, il bisogno di sentirti nel mio corpo, di saperti solo mio e la relativa gelosia sono evaporati. Insieme alla voglia di costruire e rinsaldare insieme. Non saprei dirti quando il mio amore coniugale, un tempo inscalfibile, abbia iniziato a riempire il trolley per andare a morire lontano. Fatto sta che non provo più un sentimento forte, per te. Non c’è più nulla, nel mio cuore, che ti riguardi veramente. Stima, rispetto certamente. I figli. Amicizia? Forse col tempo.

A fornelli spenti e raffreddati. Probabilmente. Perciò, ti lascio ancora giocare stanotte un’ultima volta col mio corpo. Ti farò fare tutto. Te lo devo, in fondo. Però capisco benissimo che devo smetterla di illuderti, di alimentare l’esile fiammella della tua speranza, il filo di cotone a cui la persona che sta per essere lasciata s’aggrappa con tutte e due le mani. Ben sapendo che da un momento all’altro si spezzerà e la farà precipitare nel baratro della solitudine. Dell’umiliazione che deriva dal non essere più oggetto di amore e di brama sessuale. Di non essere più al centro dei pensieri dell’essere umano amato. Lacrime amarissime. Succo d’amore sprecato. Ancora non te lo dico chiaramente, per stanotte. Ma lo sospetti. Lo sai, ormai. Non hai il coraggio di scoperchiare la pentola.

Mi ami troppo, per voler sapere subito la verità. Soffri come un cane e lo vedo, lo sento chiaramente. Ti conosco benissimo. Lo percepisco dalla rabbia con cui mi scopi, con un impegno per te insolito. Quasi volessi così superarti nella performance, per farmi ricredere sul tuo “valore” di amante. Ma io lo so che sei un tesoro d’uomo. Un compagno leale, generoso, sano, forte. Un essere umano solido, colto, intelligente e di buon gusto. Ma mi sono innamorata di lui. E passata questa ultima notte rovente di disperata passione, domani mattina ti lascerò. Devo farlo. Perché è con lui che torno scolaretta, è per lui che mi faccio rossa e mi si azzera la salivazione mentre tutta tremante mi spoglio; pensando forse di non essere sufficientemente bella, attraente per le sue esigenze sessuali.

Di non riuscire a dargli ciò che vuole da una donna. Si: ti confesserò ciò che forse già sai. Che è già da due settimane che con lui ci scopo. Gli consento tutto. Cose impensabili e mai provate, tra me e te! Con un’emozione e un trasporto del tutto nuovi per me: perché è da tempo che il mio cuore non batteva impazzito al solo vedere un uomo. Perché non posso stare senza scrivergli, senza sentire venti volte di seguito un suo messaggio vocale anche banale. E tu ormai te ne sei accorto. Devo vederlo: ogni giorno. Mi devo far scopare da lui. Glielo devo succhiare. Fino a lasciarlo completamente soddisfatto. Divento la sua cagna. Per lui cammino a quattro zampe. E la cosa mi piace da impazzire. Devo sapere che non vuole un’altra: che per le sue urgenze lui cerca proprio me.

Ho bisogno della rassicurazione che deriva dal sentirlo sborrare dentro di me. Anche se è una sensazione che dura mezz’ora al massimo. Perché sono gelosa marcia. Poi torno immediatamente a soffrire dubitando. Potessi dirtelo adesso, sapresti che ormai è solo per lui che mi faccio bella, che mi curo. Al mattino, dopo essermi lavata, m’accarezzo da sola il corpo e soprattutto il mio culo, che lui letteralmente adora. Me lo massaggia, me lo vezzeggia, me lo odora e lecca ovunque. A lungo. Poi si decide, appoggia il suo cazzo sull'ano e me lo sfonda. In un colpo solo. Me lo spacca e io godo come la vecchia puttana che sono. Quando appoggia il suo glande tra le mie natiche e so cosa sta per accadere, chiudo gli occhi e ringrazio Dio. Poi, non appena preme, io controspingo aprendomi per lui e provo un enorme dolore misto a un godimento supremo.

Faccio squat; davanti allo specchio mi spalmo con la crema e massaggio a lungo ovunque, pensando che fra qualche ora finalmente lo vedrò e che le sue mani percorreranno chilometri, sul mio corpo. Me le affonderà ovunque. E io lo lascerò fare: è una cosa che adoro. Quanto lo desidero. Devo avere il suo corpo sopra al mio. Dentro al mio. Non dirmi che è peccato, che non si fa. I complessi di colpa me li sono già pianti a lungo. Ormai è tempo di agire. E di farti soffrire, purtroppo. Quando siamo insieme, divento pazza totalmente. Non ragiono più. Me lo mangerei. Ripeto: di lui sono gelosa fradicia. Gli faccio il terzo grado. Se poi sento un refolo “omeopatico” di un qualche profumo femminile sui suoi vestiti, improvvisamente piango, urlo, lo prendo a pugni, a schiaffi. Ma poi subito mi inginocchio chiedendogli scusa.

E inizio a sbottonargli i pantaloni, per dimostrargli che una come me non la trova da nessuna parte. Ed è in questa maniera che è venuta a galla la nostra storia: mentre iniziavo a farlo godere con la mia bocca. La sua ormai ex compagna ci ha sorpresi così, in questa posa teatrale plastica, tornando a casa loro in anticipo da un viaggio di lavoro. Non ha fatto scenate: io già ero pronta a lottare fisicamente con lei, per lui. L’avrei distrutta e massacrata di botte. Perché l’amore ti dà una forza incredibile. Ma certo non ti fa ragionare lucidamente. Lei invece ha solo pianto due minuti. Lui era muto e immobile. Io con uno sguardo l’ho fulminato: non avrei tollerato che l’abbracciasse. Poi, con composta dignità, la ragazza ha girato i tacchi ed è andata via. La valigia già ce l’aveva. Il cellulare e il laptop pure.

Se n’è tornata direttamente dai suoi. Poverina: i suoi sogni di sposarlo, di farci dei figli sono stati infranti grazie a una come me, egoista, più anziana ed evidentemente immorale, molto bagascia. Ancora non torna a prendere tutte le sue cose. Al mio nuovo uomo ho detto che se vengo a sapere che l’ha chiamata lui, gli cavo gli occhi. Se volesse venire a prendere ciò che le serve per vivere, io ci dovrò essere. A qualsiasi ora. Da domani comunque io ti lascerò e andrò a stare con lui. Molto probabilmente le farò recapitare con un furgone degli scatoloni con dentro ogni cosa che parli di lei. Purché ci lasci in pace. Purché io possa continuare a godermi il mio nuovo uomo. Dormi tranquillo, stanotte: domani ti dirò che puoi tenerti la casa, la macchina, i regali. Porterò con me solo l’indispensabile: dei vestiti, alcuni libri e il mio laptop.

Cose così. Si, lo so: sono più anziana di lui di ben dodici anni; poi, sferzante, mi dirai anche che avevamo un’unione ben rodata e forte, io e te. Che ho sfasciato la nostra famiglia e un altro potenziale nuovo nucleo per puro egoismo, per un mio capriccio. Per soddisfare la mia passera, il mio culo e la mia bocca di vecchia puttana con un nuovo giocattolo. Che lui, trentacinquenne e prestante, potrebbe stufarsi presto di una... 'vecchia vacca' come me. Ma l’amore non conosce età o calcoli. Vuole ciò che vuole e io ci sono cascata dentro come una scema. Lo voglio. Lo voglio solo per me, tutto per me. Lo desidero con tutta me stessa, dalla testa ai piedi. E tu non sei più nel mio cuore. Fattene una ragione. Passerà anche questa, fidati. Per fortuna i nostri ragazzi sono già abbastanza grandi e capiranno. Ma si vive per vivere ciascuno la propria storia, non per soddisfare le aspettative degli altri. E la mia vicenda intima è questa. Piaccia o no, a tutti voi. Domani ti lascerò. Nuova aria al mio corpo: nuovo sole che mi baci tutta la pelle. Che me la renda dorata. Per lui. Solo perché possa sentire la sua bocca baciarmi con gusto ovunque.

RDA
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