#tempo sprecato
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C'è un tempo per tutto.
Per tornare.
Per perdonare.
Per parlare.
Per superare.
Poi però, il tempo finisce.
#frasi#frasi belle#frasi vere#frasi e citazioni#citazione del giorno#frasi pensieri#amore#frasi vita#vita#amare#frasi tempo#tempo sprecato#tempo#perdonare#ascoltare#parlare#noi#finire
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Avrei voluto vivere la mia adolescenza come una normale adolescente
#adolescenza#autolesionismo#paranoie#sofferenza#salute mentale#tempo sprecato#dolore#fa male#mi hai distrutta#pensieri notturni#nessuno mi capisce#depressione
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Sentire qualcuno bestemmiare "dio" (o altra divinità, semi-divinità venerati da credenti) non autorizza alcuno ad offendersi – o, peggio ancora, a multare l’individuo bestemmiante.
Le imprecazioni rivolte a divinità (tutte, nessuna esclusa) non costituiscono alcun tipo di Reato, proprio perché dirette a destinatari immaginati, di cui alcuno ha mai nel tempo fornito evidenza di esistenza.
E’ chi è credulone, superstizioso: chi sprechi tempo prezioso in fanatismi religiosi a doversi vergognare del suo essere cialtrone, non chi imprechi "dio": gli stregoni, gli sciamani d’ogni sorta di credo e istituzione religiosa non sono persone autorevoli, ma truffatori che circuiscono le persone ignoranti per estorcere beni e denaro – spesso con l’ignobile scusante dichiarata di prestare aiuto economico a chi si trovi in difficoltà.
#bestemmia#dio#divinità#credenti#offendersi#multare#bestemmiante#imprecazioni#reato#destinatari#immaginati#evidenza#esistenza#credulone#superstizioso#tempo sprecato#fanatismi religiosi#sciamani#stregoni#truffatori#difficoltà
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Car* Instagram, ma a me obbiettivamente cosa frega se x, y o z hanno cominciato a seguire Tizio, Caio o anche Sempronio?
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Io non lo so affrontare un genitore fragile, un genitore che da grande e grosso diventa piccolo piccolo. Si fa minuscolo che sta in una mano. Che diventa qualcosa di prezioso, di cui devi prenderti cura. Io non ero pronta a diventare il genitore non lo volevo tutto il dolore, la rabbia e l’impotenza. Io non riesco a guardarti non riesco a crederci, mi fanno male gli occhi per tutto quello che ho pianto, mi bruciano le guance per tutte le lacrime che le hanno attraversate.
#ieri notte hanno trovato una massa nel pancreas di mio padre#non gli dico mai quanto lo amo#lo do sempre per scontato#ho sprecato troppo tempo e mo chi me lo restituisce?#scusa Papà
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è difficilissimo essere sinceri con sé stessi e poi non auto-giudicarsi.
#sto facendo una profonda autoanalisi in questi giorni#che non porterà a niente. ma non mi sembra tempo sprecato
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Come spesso mi sento…
È anche per questo che adoro Morrissey
#the smiths#morrissey#vita#pensieri#solitudine#tristezza#musica#amore#testo canzone#è così#tu ed io#frasi vita#le migliori frasi#frasi tumblr#frasi tristi#frasi amore#tutto è inutile#tutto tempo sprecato#illusioni#parole che potrebbero essere mie
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A volte mi chiedo come sarebbe andata se non mi fossi illusa gli importasse e avessi dato peso alle mie sensazioni, a ciò che era palese a tutti, tranne che a me.
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Conosco una sola misura del tempo: con te o senza di te.
-Roberto Benigni
#frasi#frasi belle#frasi vere#frasi e citazioni#citazione del giorno#frasi pensieri#amore#frasi vita#vita#amare#tempo#misura#te#senza di te#roberto benigni#frasi tempo#tempo sprecato
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Ho scelto di chiudere con te, e non hai fatto nulla per farmi cambiare idea... Questa è la dimostrazione che non te ne mai fregato un cazzo di me!
#nessunovuoleaspettarepersempre#pensiero#16/01/2023#tu#frase#parole#ho sprecato tempo#delusa#arrabbiata
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Imparate a fare le cose da soli, non abbiate paura: andare al cinema, al mare, a cena fuori… non aspettate gli altri per fare le cose che desiderate fare, rischiereste solo di perdere tempo ed il tempo è prezioso, non va assolutamente sprecato
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Il vizio della parola
Il vizio della parola
Il divieto per le donne di usare la voce in pubblico nell’Afghanistan dei talebani. E noi ammutoliti da un diluvio di neologismi assurdi (vedi alla voce “maranza” o “sunshine guilt”)
Se togli loro la parola, scompariranno. I talebani hanno recentemente emanato una serie di leggi inerenti la propagazione della virtù e la prevenzione del vizio. Già questo proietta lo sguardo su un mondo che appartiene a una galassia lontanissima. E quando mai dalle nostre parti si parla più di vizi e virtù? In ambito legislativo, oltretutto.
In ogni caso, queste leggi sono state approvate dal leader supremo dei talebani, Hibatullah Akhundzada, e tra i provvedimenti ne spicca uno: «La voce di una donna è considerata intima e quindi non dovrebbe essere ascoltata mentre canta, recita o legge ad alta voce in pubblico». Per promuovere la virtù e scacciare il vizio, le donne non potranno esprimersi a voce alta nei contesti pubblici. Le imbavagliano, anzi le ammutoliscono, ma per il loro bene s’intende.
La scena è agghiacciante, ci costringe a una doccia terribilmente fredda. I talebani hanno chiaro chi sia una donna, a differenza della nostra situazione un po’ più aperta, cioè confusa. Abbiamo trascorso l’estate – ma è stata la ciliegina su una torta sfornata da tempo – a interrogarci su livelli di testosterone, Dna, intenzioni d’anima. Magari, al prossimo caso mediatico, potrebbe essere utile cambiare sfondo e ambientare tutti i nostri dubbi per le vie di Kabul e «vedere l’effetto che fa».
Se dai loro in pasto tantissime parole, scompariranno. Aggiungere vocaboli non è per forza segno di progresso, si può diventare muti per eccesso terminologico. L’aggiornamento dello Zingarelli per il 2025 prevede che il dizionario si arricchisca di nuovi termini, “maranza” e – udite udite – “gieffino” si conquistano un posto nell’Olimpo delle parole validate da definizione. Ma questo è solo un ritocco brutalmente onesto al nostro ritratto umano.
Il crimine terminologico è altrove, là dove spuntano espressioni che ci ritroviamo sotto gli occhi scrollando le notizie. “Coolcation” è la tendenza in crescita per trovare mete di viaggio al fresco. “Workation” è la scelta di lavorare da remoto scegliendo luoghi che offrano svago e servizi per il tempo libero. Una medaglia d’oro per l’assurdo spetta all’espressione “sunshine guilt”, il senso di colpa per aver sprecato una giornata di sole.
C’è, nel nostro intimo, un ribollimento senza nome. Sono scampoli di paura mescolati a slanci di affetto, pulsioni cattive e lacrime struggenti. È questa fucina scabrosa, feconda e indicibile che alimenta la libertà nel tumulto di gesti, scelte, responsabilità. Sono poche, devono essere poche e vertiginose, le parole a cui ricondurre il senso del nostro travaglio. Sillabe scottanti come “amore” o “invidia”. Frantumare il quadro in un mucchio di nuovi pezzettini lo riduce a un puzzle che resta scombinato.
Finiamo per scomparire ed essere muti se l’impegno di affrontare la novità di ogni nuova alba – l’ignavia che fa a pugni con la rabbia, i desideri che bevono sorsi di fiducia – viene sgonfiato dalla bugia che tutto affondi in un senso di colpa per il timore di perdere un giorno di sole.
via tempi.it
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Per chi non osa
E non rincorre
E non ci crede
E vive ai margini della Vita
Per chi crede che sia tempo sprecato e lascia che trascorra senza averci nemmeno provato
Per tutti quelli che non sanno cosa hanno perso perché si sono arresi ancor prima di averlo sperimentato...
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Trovo che nulla parli di noi come le nostre lacrime. Di conseguenza, ho deciso di trascrivere qui una lista di eventi e situazioni che mi fanno piangere inconsolabilmente:
le lettere scritte da mia madre e nascoste in un vecchio diario di scuola, quando andavo ancora alle medie. Le ho scoperte soltanto pochi mesi fa, riaprendolo casualmente, e sono scoppiato a piangere,
il finale di Mary Poppins, quando dopo essere stato licenziato, il signor Banks torna a casa con l’aquilone finalmente riparato e comincia a giocare coi figli, correndo fuori con loro per farlo volare nel parco (scena tuttora inguardabile per me senza cominciare a frignare),
gli abbracci alla stazione,
l’episodio di Doraemon in cui Nobita vorrebbe ringraziare la persona che, durante una gita all’asilo, lo aiutò a rialzarsi, scacciando i bruchi pelosi che lo ricoprivano. Tuttavia, Nobita non riesce a ricordare il suo volto, così Doraemon gli offre l’opportunità d’incontrare chiunque voglia nella Stanza del Rivedersi,
la perduta innocenza,
il finale dell’Uomo dei Sogni, quando Ray incontra suo padre, morto da tempo, e prima che questi svanisca gli chiede: “Ehi papà, vuoi giocare un po’ con me?” (tema a quanto pare ricorrente, dovrei forse dedurne qualcosa?),
l’inesorabile decadimento fisico e psichico dei miei genitori, ormai pressoché anziani,
la tenerezza del mio cagnolino e la consapevolezza della sua ineluttabile caducità,
questo mio talento letterario negletto e sprecato, gettato ormai ad appassire come giardino incolto,
il finale della terza stagione di Person of Interest, quando Samaritan sembra aver ormai vinto, ma il monologo di Root ci ricorda che nonostante tutto il male che ci opprime, non dobbiamo mai smettere di sperare,
Exit music for a film dei Radiohead, dal minuto 2:50, ovvero lo smanioso desiderio di rivalsa che da sempre m’avvampa e mi corrode animo e viscere dopo ogni mortificante derisione, al pensiero che sì, un giorno tutti sapranno, e allora, beh, gliela farò vedere io… (me ne rendo conto, di solito è così che nascono i serial killer). Questa parte, ad ogni modo, mi emoziona a tal punto da avermi spinto a scrivere il finale della mia storia: “Un ventoso mattino di settembre, i servi del marchese avrebbero forzato le porte dello studio, ove il misero scrittore soleva rinchiudersi di notte, e lo avrebbero trovato morto, riverso fra le sue carte in una pozza di vomito. Spalancate le finestre a lutto, i poveri disgraziati sarebbero stati travolti allora dall'empia ferocia di quegli astiosi fogli sdegnati dal tempo e, così finalmente libere, pagine e pagine d'inchiostro si sarebbero riversate in strada, pronte a prender d'assalto case e negozi, scuole e caserme, mulinando burrascose sulla città, fra le strida dei borghesi impazziti e le urla dei bambini accalcati contro i vetri, fino a seppellire il mondo, terra e cielo, sotto cumuli di scritti dissotterati dal fuoco e dagli abissi”,
la morte di Due Calzini in Balla coi lupi (e il tema ad esso collegato), quando il lupo segue fedelmente Dunbar ormai prigioniero e i soldati gli sparano addosso per dimostrare la loro tonitruante possenza di coraggiosissimi esseri umani supercazzuti, finché non l’ammazzano senza pietà.
la lettera di Valerie da V per Vendetta, (credo non occorrano spiegazioni né commenti qui),
la mia sciagurata impotenza dinanzi al dolore degli amici,
la morte del commissario Ginz ne Il dottor Živago: “Soldati armati di fucili lo seguivano. ‘Cosa vorranno?’ pensò Ginz e accelerò il passo. Lo stesso fecero i suoi inseguitori. [...] Dalla stazione gli facevano segno di entrare, lo avrebbero messo in salvo. Ma di nuovo il senso dell’onore, educato attraverso generazioni, [...] gli sbarrò la via della salvezza. Con uno sforzo sovrumano cercò di calmare il tremito del cuore in tumulto. Pensò: ‘Bisognerebbe gridargli: - Fratelli, tornate in voi, come volete che sia una spia! - Qualcosa di sincero, capace di svelenirli, di fermarli.’ [...] Davanti all’ingresso della stazione si trovava un’alta botte chiusa da un coperchio. Ginz vi balzò sopra e rivolse ai soldati alcune parole sconvolgenti, fuori dell’umano. Il folle ardire del suo appello, a due passi dalle porte della stazione, dove avrebbe potuto rifugiarsi, sbigottì gli inseguitori. I soldati abbassarono i fucili. Ma Ginz si spostò sull’orlo del coperchio della botte e lo ribaltò. Una gamba gli scivolò nell’acqua, l’altra rimase penzoloni fuori della botte. [...] I soldati accolsero la sua goffa caduta con uno scroscio di risate: il primo lo colpì al collo, uccidendolo. Gli altri gli si gettarono sopra per trafiggere il morto a baionettate”. Non riesco a dire come questa fine mi commuova, ma credo abbia a che fare con goffaggine, spietatezza e umiliazione, cose che mi colpiscono tutte enormemente,
l’episodio de La casa nella prateria, in cui il signor Ingalls realizza una scarpa speciale per la piccola Olga che zoppica a causa di un’asimmetria nelle gambe. Il padre però non vuole che giochi con le altre bambine perché teme possano deriderla o che, ancor peggio, possa farsi male. Aggredisce così il signor Ingalls per essersi intromesso, ma all’improvviso vedendo la figlia giocare felice in cortile, muta espressione commuovendosi profondamente, ed io con lui. È la gioia d’un padre che comprende che sua figlia è finalmente felice.
la vittoria dell’Italia alle olimpiadi di Torino 2006 nel pattinaggio di velocità, inseguimento a squadre maschile. Avevo 17 anni, avevo finito da poco i compiti e non so perché, restai paralizzato di fronte alla tv ad ammirare l’impresa di Enrico Fabris e compagni, esplodendo poi in un inspiegabile pianto liberatorio che ancora oggi sa per me d’imponderabile (disciplina mai più seguita, che quel giorno però mi regalò un’emozione eguagliata solo dall’oro di Jacobs nel ‘21 - senza lacrime),
la canzone Ave Maria, donna dell’attesa: dal matrimonio di mia sorella ad oggi son passati sette mesi, eppure questa canzone mi fa ancora lo stesso perturbante effetto, scuotendomi ogni santa volta.
Isengard Unleashed dalla colonna sonora del Signore degli Anelli, in particolare, il momento coincidente con la marcia degli Ent (vedi sogni di furiosa rivalsa), dal minuto 2:18,
la comprensione altrui,
ogniqualvolta ho dovuto accompagnare qualcuno all’Eterna Porta e dirgli addio in Spiritfarer,
trovare ricci spiaccicati sulla strada,
gli immarcescibili sensi di colpa per la morte del gattino Figaro, quando avevo cinque anni,
le storie di grandi insegnanti, capaci di lasciare tracce di sé nei loro alunni.
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"Uno" degli errori più grandi che ho commesso in questa vita,
è stato quello di chiamare "amici" gente che parlava male di tutti...un giorno si e l'altro pure...senza dare retta al mio istinto.
Quando apri gli occhi, capisci quanto tempo sprecato
hai donato a chi si crede "avvocato" senza professare...
con la vita degli altri.
TaniaCatarama ©Copyright L.633/1941
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