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#ambiente e natura
gregor-samsung · 7 months
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Mi ricordo
“ Mi ricordo che una volta la Valle d'Aosta aveva il mare. Era abitata dai Salassi (che in greco vuol dire «popolo del mare») che per le navi di passaggio avevano costruito sul Cervino un faro alto almeno come Mike Bongiorno. Adesso, con gli anni, il mare si è ritirato ed è rimasta soltanto la Dora Baltea, ma prima, al posto delle trote c'erano i delfini salmonati. I delfini più belli venivano catturati e portati a Cogne dove, invece delle acciaierie, c'era un acquario e se si girava cadeva la neve finta. Bisognava stare attenti, però, perché usciva tutta l'acqua e i delfini senza acqua muoiono, quasi come gli uomini. Mi ricordo che al porto di Courmayeur si arrivava in skilift. Dalla banchina partiva il motoscafo più alto del mondo; si saliva e poi via, ottocento chilometri di piste. Sci d'acqua, naturalmente. Mi ricordo che il Piccolo San Bernardo era un'isola e il Gran San Bernardo era un'altra isola, ma più grande ed era piena di cani da valanga che passavano le giornate a guardarsi in faccia e a dirsi: «Boh?» Per quello gli è venuta la bocca all'ingiù. Oggi risulta chiaro che i cani da valanga erano fuori luogo, ma oggi, col progresso, si sanno tante cose che una volta non si potevano capire.
Per esempio allora ci si chiedeva perché tutti i rifugi del Cai si chiamavano «Miramare» e perché un antico proverbio pugliese diceva più o meno: «Se Aosta avesse i monti sarebbe una piccola Sestrière». «Che cosa c'entrano i monti», pensava il guardapesca ributtando in mare un camoscio che gli era rimasto impigliato nella rete. Già allora i camosci erano una razza protetta. Li tenevano al Gran Paradiso assieme alle foche, due panda e qualche Duna giardinetta. Mi ricordo che i valdostani cantavano in coro un'antica canzone di montagna. «Giù pei ponti/ giù pei ponti che noi andremo/ coglieremo/ coglieremo le stelle marine/ per donarle/ per donarle alle bambine…» Mi ricordo che l'aquila faceva – abbastanza bene – il verso del gabbiano e tutt'intorno c'era un delizioso profumo di spaghetti alle vongole e di fontina. Erano i marinai che tornavano con le loro greggi di tonni. Passavano sotto l'Arco di Augusto (che allora era un ponte), baciavano le loro mogli e andavano a rifocillarsi al bar «Caa custa quel caa custa viva el battagliùn d'Aùsta». Era un nome un po' lungo per un semplice bar dove si beveva soltanto genepì e si mangiava soltanto genepesca. Per questo i marinai familiarmente lo chiamavano «Caa custa». Mi ricordo che fu quando il «Caa custa» venne venduto a Maria Josè (una nobildonna che aveva curiosamente il nome di Altafini ma lanciava i piatti come Suarez) che incominciarono a cambiare le cose. Al «Caa custa» prese piede irreversibilmente la Nouvelle Cuisine e nella zuppa di pesce comparvero i primi savoiardi. Era troppo. I valdostani chiesero aiuto a una città amica, Bergùm de Hura e al suo re, Mais, che a tappe forzate occupò Aosta e impose su tutta la Valle la polenta. I savoiardi vennero mandati in esilio e il mare si ritirò a Cascais. “
Gino & Michele, Saigon era Disneyland (in confronto), Milano, Baldini & Castoldi, 1991¹; pp. 107-108.
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ritroviamocida · 4 months
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Cinema e Ambiente: Arriva "Tobia e i Colori del Mondo", il Film d'Animazione che Sensibilizza i Giovani sulla Tutela della Natura
“Tobia e i Colori del Mondo” è il nuovo attesissimo film d’animazione che uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 23 maggio prossimo. Questo lungometraggio animato ha come obiettivo principale quello di veicolare un messaggio di fondamentale importanza ai giovani spettatori: la necessità di tutelare l’ambiente e la natura, valori inscindibilmente legati a quelli della famiglia e…
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ALESSANDRIA. PASQUETTA AL FORTE ACQUI.
PASQUETTA AL FORTE ACQUI IN ALESSANDRIApresentato il programma di massima essendo possibili integrazioni La seconda edizione della “Pasquetta al Forte Acqui” in Alessandria è in programma Lunedì 1 aprile dalle ore 9,00 alle 18,00: un evento promosso dall’associazione dei Commercianti del Quartiere Cristo che si avvale della collaborazione del Comune di Alessandria e di associazione Alessandria…
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ilpianistasultetto · 3 months
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Nel nostro Paese, come in tutta Europa, ogni tipo di politica green e' stata bocciata. Alle elezioni europee, chi parlava di clima e ambiente e' stato bocciato sonoramente. Per molti: "una casta benestante, i soliti radical-chic da salotto che vogliono imporrere regole a tutto il popolo. Auto elettriche? Nemmeno a parlarne. Riduzioni di allevamenti intensivi o di coltivazioni? Roba buona per la fantascienza. Economia circolare? Brrrrr.. Decrescita? Una parolaccia. Case green? Ma vaff...... Addirittura e' troppo anche una piccola tassa sulla plastica. I cittadini italiani (ed europei) sono stati chiari: seguitare a fare quello che si e' fatto negli ultimi 50anni e anche di piu', senza briglie e senza lacci. Chi tocca fili diversi, muore. Quello che non capisco e' vedere quelle stesse persone cosi contrarie ad ogni cambiamento, strapparsi le vesti o imprecare quando le proprie auto vengono martellate da grandine grossa come pesche o portate a valle da acque spaventose o quando l'acqua di qualche temporale arriva al primo piano delle loro case o quando i loro raccolti vengono dimezzati dalla siccita'. Chi preferisce affidarsi al fatalismo, almeno metta pala e stivaloni dietro la porta di casa e stia sempre pronta alla guerra con la natura (e, possibilmente, a sostenerne i danni).
@ilpianistasultetto
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kon-igi · 8 months
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SE TRENTA MI DÀ TANTO
Ieri sera in privato ho avuto un bel scambio di punti di vista con @nusta (che taggo non per questo ma perché geograficamente interessata dall'argomento di questo post... quando ci arrivo!) fondamentalmente vertenti sulla mia frase 'una ragazza che ha terminato la transizione FtM' (N.d.A - Female To Male, da femmina a maschio).
Giustamente, lei mi ha fatto notare (in modo non polemico ma riflessivo) che la mia frase - sintetica per necessità di 'colpo di scena' - era scorretta perché la persona 'era ragazza già prima a prescindere dalla transizione che ha solo "esplicitato" la sostanza' e che purtroppo in alcuni ambiti digitali non cis questo errore mi avrebbe potuto valere un'aspra reprimenda se non addirittura un attacco diretto.
Non conosco tutte le sfumature espressive del movimento trans e per le mie limitate esperienze devo dire che ho trovato persone molto accondiscendenti verso gli inevitabili errori da parte del sottoscritto ma non dubito che come in ogni ambito si sviluppi una frangia molto agguerrita che per inclinazione o principio si possa triggerare a prescindere (gradito spiegone dalle persone trans che mi leggono).
Il punto del post è che adesso tratterò in modo leggero e simpatico un argomento molto importante che per il suo impatto sulla vita di tutti noi credo sarà inevitabile scateni una polarizzazione tra i vari diversi attori della questione...
LE CAZZO DI ZONE URBANE CON IL LIMITE DEI 30 KM ALL'ORA PER I VEICOLI A MOTORE
Bologna li ha già resi operativi (da cui il tag per Nusta)
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e qua comincia la polarizzazione con schieramento in trincea tra:
AUTOMOBILISTI
MOTICICLISTI
CICLISTI
PEDONI
Io per natura animale e istintiva appartengo al primo gruppo perché per il secondo conosco la traumatologia clinica ortopedica, per il terzo non ho sufficiente energia e per il quarto mi pesa il culo e/o odio aspettare i mezzi.
In un mondo ideale fatto di amore per il prossimo e di oculata scelta dei propri ritmi di vita, questo post non avrebbe ragione di esistere perché un ambiente urbano dove i mezzi non superano i 30 km/h è salutare per le ossa di chi non sta dentro la macchina e per la salvaguardia mentale e polmonare di tutti
MA
qualche mese fa sono andato alla discarica di paesello a portare alcune cose e mi sono accorto che la polizia municipale stava allestendo il telelaser sulla curva di una strada dove c'era il limite di 30 km/h... ovviamente sapevo che al ritorno li avrei trovati lì, tutti frementi e puntanti, quindi prima del cartello di divieto ho frenato e ho cominciato a tenere quella velocità.
Li vedevo piccoli laggiù in fondo al rettiline prima della curva...
Li vedevo piccoli...
Li vedevo piccoli e non si ingrandivano...
Piccoli ma mi puntavano addosso il cannone laser della Morte Nera...
Piccoli ma quasi vedevo i loro occhi cattivi e desiderosi che mi scappasse il piede sull'acceleratore... accelleratore che stavo premendo con la punta dell'alluce, delicato come se stessi disattivando 50 chili di plastico su un biplano senza carburante in picchiata dentro a un vulcano in eruzione.
A un certo punto ho pensato 'Vabbe'... adesso metto in folle, scendo e la spingo!'
Dopo un intervallo di tempo pari a quello di una vecchia che cerca gli spiccioli alla cassa del supermercato, finalmente li supero e penso 'Credo che oggi i conti del mio comune non solo andranno in pari ma si compreranno pure il Manchester City dagli arabi...' perché qua ve lo dico con il succitato amore di prima
A LIVELLO NEUROANATOMICO È FISICAMENTE IMPOSSIBILE RIUSCIRE A TENERE UNA VELOCITÀ SIMILE SENZA FARSI VENIRE UNA NECROSI AL TIBIALE ANTERIORE, SENZA STACCARE GLI OCCHI DAL TACHIMETRO O - E QUA PARLO PER ME - BESTEMMIARE TUTTO IL CALENDARIO FACENDO IL GIRO DELL'ANNO IN 10 SECONDI.
Ora lascio la parola a tutti i pedoni e i biruote, che amo in modo indistinto e che vorrei sempre protetti dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontreranno per la loro via, dalle ingiustizie e dagli inganni del loro tempo e dai fallimenti che per loro natura normalmente attireranno...
Però nessuno mi toglierà l'impressione che i 30 km/h vengano usati per far abbassare la velocità media dai 90 perlomeno ai 50, visto che qua in Italia i numeri dentro ai cartelli tondi col bordo rosso sono solo un suggerimento. E sempre per gli altri.
P.S.
Prevengo chi mi dirà che nell'impatto a 30 km/h con un autoveicolo il pedone avrà il 90% di probabilità di non avere lesioni mortali, contro il 60% dei 50 km/h e il 20% dei 70 km/h. Lo so bene perché ne ho curati parecchi.
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deathshallbenomore · 2 months
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il libro: inserisce vaghi riferimenti temporali che richiedono al lettore di farsi due conti sulle epoche in cui le varie sezioni del romanzo sono ambientate, ma non specifica esplicitamente (all’inizio del capitolo, oppure con espressioni come “correva l’anno…”) proprio perché non è quello il punto, dato che il passare del tempo e il susseguirsi dei cicli della natura trascendono dalla scansione antropocentrica del tempo, al punto che l’essere umano passa in secondo piano rispetto a questa inesorabilità
i recensori usamericani, mai smentendo le illazioni: un grande difetto del libro è che non ci dice mai in che anno siamo
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mezzopieno-news · 10 days
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IL POPOLO SUDCOREANO VINCE CONTRO IL PROPRIO GOVERNO: “AGIRE PER IL CLIMA”
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La Corte costituzionale della Corea del Sud ha stabilito che l’assenza di obiettivi giuridicamente vincolanti per ridurre le emissioni ha violato i diritti costituzionali delle generazioni future e che il Governo è colpevole di inadempienza e dovrà porre rimedio.
La sentenza ha rilevato che la mancanza di misure climatiche nel Paese va contro le disposizioni della sua costituzione che garantiscono ai cittadini il diritto di vivere in “un ambiente sano e piacevole” e alla “libertà e felicità per tutti”. L’Assemblea nazionale della Repubblica della Corea è ora tenuta a modificare la legge e a stabilire obiettivi e programmi di riduzione del carbonio, anno per anno per il periodo 2031-2049 entro febbraio 2026. La decisione arriva dopo quattro anni di cause legali avanzate da 255 querelanti, tra cui molti gruppi di giovani attivisti, ed è la prima sentenza di questo tipo in Asia in materia di contenzioso sul clima. Gli attivisti e gli osservatori ritengono che potrebbe creare un precedente per future azioni legali legate ai diritti ambientali in tutta la regione e per un’accelerazione dei programmi per preservare la natura e gli ecosistemi.
Il Ministero dell’Ambiente sudcoreano ha espresso sostegno alla decisione della Corte e ha annunciato piani per rispondere con misure concrete immediate. Od oggi, solo circa il 9% dell’elettricità della Corea del Sud proviene da fonti rinnovabili, molto al di sotto della media del 34% dei Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).
___________________
Fonte: Corte costituzionale coreana; foto di Mathew Schwartz CC
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Temino: in base alle tue recenti letture, immagina di scrivere una breve epistola a Cesare Pavese: cosa gli diresti?
Svolgimento.
Caro,
❤ Sto capendo, lettera dopo lettera, quanto la prigione e l'isolamento del confino ti abbiano fatto male. Con le dovute proporzioni, la tua vicenda interiore mi ha ricordato quella di Primo Levi in Se questo è un uomo. Lui è stato in un campo di prigionia tedesco, ha vissuto esperienze più dure, ma pure su di te il regime fascista ha esercitato violenza, abuso, estirpandoti dal tuo ambiente socio-culturale; ti ha piegato il capo e fatto vivere in condizioni innaturali, bestiali, che hanno ulteriormente minato la tua percezione di te stesso, la tua dignità. Mi dispiace tanto non esserci stata per te, allora.
❤ Ho capito che il tuo amore per Tina, la ragazza per cui eri andato in prigione, è cresciuto, si è esacerbato, è divenuto ossessione proprio in quel periodo di forzato isolamento. Lei era diventata il tuo sogno di donna che avresti sposato non appena fossi tornato un uomo libero. Era diventata l'emblema della stessa libertà e della tua riscossa. Ma lei si faceva pregare pure per scriverti una semplice cartolina. Era distratta, non era connessa con te.
❤ Capisco perché svenisti non appena sapesti che aveva sposato un altro. Mettesti tutto te stesso, la scoperta di te stesso attraverso l'amore per lei, nella poesia intitolata "Dopo". Ti aspettavi che, leggendola nel tuo libro appena pubblicato, "Lavorare stanca", lei ti scrivesse. Ma niente, era di sasso. Allora la tua smania si è fatta più feroce, perché avevi segretamente riposto in questa pubblicazione l'aspettativa di essere apertamente corrisposto da lei.
In effetti, è una poesia folgorante, che smuoverebbe i sassi, e tanto più una donna che è stata con te. Ma lei non aveva condiviso la tua gioia: forse era distratta. Infatti, successivamente, scrivesti che far poesia è come fare l'amore: non sai mai se la tua gioia è condivisa. Però, dico io, non lo sai solo se la donna sta un po' sulle sue...se non legge con interesse la poesia, insomma!
😊 Comunque, se scrivi buona poesia, non resti mai a mani vuote: qualche anima gemella sparsa per le epoche e il mondo la trovi sempre! ❤🌹
Ingeneroso da parte di quella donna, scrivere nella sua autobiografia che tu volevi un pubblico e pretendevi che lei svolgesse questa funzione: piuttosto, volevi un'anima con cui condividere il sentimento della vita, la scoperta della natura, dell'amore, del "tutto"; una compagna di avventura intellettuale ed esistenziale! Quello che potrei essere io,
La Tua dev.ma
***
Prof, ho usato alcune emoticon per fare capire meglio a Cesare cosa provo per lui: non me le segni in rosso, per favore.
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abr · 14 days
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"Il messaggio viene spesso interpretato come una posizione di non cura nei loro confronti, soprattutto per quegli animali che ispirano simpatia e tenerezza tra adulti e bambini. Penso, ad esempio, agli scoiattoli o ai pesci rossi, ma anche a anatre e tartarughe dei nostri specchi d`acqua - spiega l`assessora all`Ambiente e al Verde Elena Grandi -. Tuttavia è importante ricordare che nutrire queste specie, spesso con alimenti per loro innaturali, può essere dannoso sia per la loro salute e sopravvivenza che per l`equilibrio della fauna in città".
(...) Nutrendoli, alteriamo gli equilibri portando sofferenza agli animali e disagio per molti cittadini.
Fin qui l'articolo. Okkei. Sarà così difficile fare uno più uno uguale a due e capire che ciò VALE ANCHE PER ANIMALI UMANI? E' così difficile capire che gli equilibri si alterano anche inserendo specie non autoctone in quantità, obbligando TUTTI a comportamenti "per loro innaturali"?
O si vuol sostenere che gli umani non sono animali, per loro le regole della natura non valgono? Siamo sempre là: "Il messaggio viene spesso interpretato come una posizione di non cura nei loro confronti, soprattutto per quelli che ispirano simpatia e tenerezza". Danneggiando e danneggiandoli. Penosa ignoranza.
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pettirosso1959 · 5 months
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Il fondatore di Greenpeace
«Vi svelo la truffa ambientalista»
Uno dei padri dell’organizzazione: «La sinistra, capito che attorno all’ambientalismo girano soldi e potere, ne ha traviato la missione L’obiettivo è stato fare da megafono all’apocalisse climatica, con l’uomo unico responsabile da punire.
25 Apr 2024 FRANCO BATTAGLIA
Studioso, ecologista e leader di lungo corso nel campo ambientale internazionale, Patrick Moore, con un dottorato di ricerca in Ecologia dall’Università della British Columbia e un dottorato di ricerca onorario dalla North Carolina State University, è considerato uno dei più qualificati esperti di ambiente al mondo. Nel 1971 fondava Greenpeace, la più grande organizzazione di attivisti ambientali del mondo, ma l’ha lasciata nel 1986.
Come mai l’ha lasciata, dottor Moore?
«Greenpeace è stata “dirottata” dalla sinistra politica quando ha capito che c’erano soldi e potere nel movimento ambientalista. Gli attivisti politici di sinistra in Nord America e in Europa l’hanno trasformata da organizzazione scientifica a un’organizzazione politica di raccolta fondi. Oggi gli ambientalisti si concentrano principalmente sulla creazione di narrazioni progettate per infondere paura e sensi di colpa nel pubblico in modo che il pubblico invii loro denaro».
Cosa pensa dell’Ipcc, il Comitato dell’Onu sul clima? Fa scienza?
«L’Ipcc assume scienziati per fornire loro “informazioni” che supportino la narrazione dell’emergenza climatica. Le loro campagne contro i combustibili fossili, l’energia nucleare, la CO2, la plastica, etc., sono fuorvianti e mirano a far credere alla gente che il mondo finirà, a meno che non paralizziamo la nostra civiltà e distruggiamo la nostra economia. Sono ormai un’influenza negativa sul futuro dell’ambiente e della civiltà umana. Oggi la sinistra ha adottato molte politiche che sarebbero molto distruttive per la civiltà perché non sono tecnicamente realizzabili. Basti pensare all’incombente crisi energetica, una crisi che hanno creato loro stessi, rifiutandosi, opponendosi all’energia nucleare e adottando una posizione impossibile sui combustibili fossili in generale».
L’uomo è il nemico del pianeta…
«Già. Secondo i leader ambientalisti gli esseri umani sono i nemici del pianeta e della Natura. Secondo la nuova filosofia dominante, il mondo sarebbe migliore se esistesse meno gente. Ma le persone che dicono questo non si sono offerte volontarie a essere le prime ad andarsene».
Come accadde che lasciò Greenpeace?
«Ero uno dei 6 direttori di Greenpeace International, e l’unico ad avere una formazione scientifica formale, laurea con lode in scienze e foreste e dottorato in ecologia. I miei colleghi direttori decisero che Greenpeace avrebbe dovuto iniziare una campagna per “bandire il cloro in tutto il mondo”. Ma l’aggiunta di cloro all’acqua potabile, alle piscine e alle terme è stato uno dei progressi più significativi nella storia della sanità pubblica nel prevenire la diffusione del colera. Inoltre, circa l’85% dei prodotti farmaceutici è prodotto con chimica legata al cloro e circa il 25% di tutti i nostri farmaci contiene cloro.
Tutti gli alogeni, compresi cloro, bromo e iodio, sono potenti antibiotici, e senza di essi la medicina non sarebbe la stessa. Invece i miei colleghi pretendevano che il cloro passasse come l’elemento del diavolo” e che il Pvc, cloruro di polivinile, fosse etichettato come “la plastica velenosa”. L’obiettivo era di spaventare il pubblico. Inoltre, questa politica sbagliata rafforza l’atteggiamento secondo cui gli esseri umani non sono una specie degna e che il mondo starebbe meglio senza di loro. Non sono riuscito a convincere i miei colleghi di Greenpeace ad abbandonare questa politica sbagliata. Questo è stato il punto di svolta per me».
Una delle narrazioni di Greenpeace riguarda la scomparsa degli orsi polari
«Il Trattato internazionale sugli orsi polari, firmato da tutti i Paesi polari nel 1973 per vietare la caccia illimitata all’orso bianco, non viene mai citato dai media, da Greenpeace o dai politici che affermano che l’orso polare si sta estinguendo a causa dello scioglimento dei ghiacci nell’Artico. In realtà, la popolazione di orsi polari è aumentata da 6.000-8.000 esemplari nel 1973 a 30.000-50.000 oggi. L’obiettivo della narrazione è sostenere la teoria dell’apocalisse ambientale. Gli Aztechi gettavano le vergini nei vulcani, e gli europei e gli americani hanno bruciato le donne come streghe per 200 anni, sostenendo che così si sarebbe salvato il mondo. Gli esseri umani sono animali sociali con una gerarchia, ed è più facile ottenere una posizione elevata usando la paura e il controllo. La teoria dell’apocalisse ambientale riguarda soprattutto il potere e il controllo politico. Oggi, nei Paesi più ricchi, si stanno prendendo decisioni che i nostri nipoti dovranno pagare. È normale che le persone abbiano paura del futuro perché è sconosciuto e pieno di rischi e difficili decisioni. Alle giovani generazioni di oggi viene insegnato che gli esseri umani non sono degni e stanno distruggendo la Terra. Questo indottrinamento li ha fatti sentire colpevoli spingendoli a vergognarsi di sé stessi».
Perché è stata presa di mira la CO2?
«Il mondo si sta riscaldando dal 1700 circa, e l’ha fatto per due secoli prima dell’utilizzo dei combustibili fossili. Il 1700 è stato l’apice della Piccola era glaciale, un paio di secoli molto freddi che hanno patito scarsi raccolti e fame. Prima di allora, intorno al 1000 d.C., c’è stato il Periodo caldo medievale, quando i vichinghi coltivavano la Groenlandia. Alcuni credono che la CO2 sia la causa principale del riscaldamento degli ultimi decenni. Ma sono principalmente scienziati pagati da politici e burocrati, da media che fanno notizia o da attivisti che fanno soldi. Se l’anidride carbonica fosse la causa principale del riscaldamento, allora dovrebbe esserci un aumento della temperatura in corrispondenza dell’aumento della CO2, ma non è stato così. Inoltre, la CO2 è alla base di tutta la vita sulla Terra e la sua concentrazione nell’atmosfera oggi è più bassa di quanto sia stata per la maggior parte dell’esistenza della vita. L’aumento della CO2 è correlato all’aumento della vegetazione: quasi tutti i coltivatori di serre commerciali in tutto il mondo acquistano CO2 da iniettare nelle loro serre per ottenere raccolti con rese superiori fino al 60%. Gli allarmisti climatici preferiscono discutere delle conoscenze climatiche solo a partire dal 1850. Il periodo precedente viene definito “età preindustriale”. Questa “età preindustriale” è durata più di 3 miliardi di anni, quando la vita era presente sulla Terra. In quel periodo si sono verificati molti cambiamenti climatici, tra cui ere glaciali, ere temperate, grandi estinzioni. Oggi la Terra si trova nell’era glaciale del Pleistocene, iniziata 2.6 milioni di anni fa. Siamo ancora nel Pleistocene, per quanto gli allarmisti climatici vogliano negarlo.
La grande ironia dell’attuale panico climatico è che la Terra è più fredda oggi di quanto lo sia stata per 250 milioni di anni prima dell’inizio del Pleistocene. E la CO2 è più bassa oggi che nel 95% della storia della Terra. Ma non lo saprete mai se ascoltate solo tutte le persone che traggono vantaggio dalla menzogna del cambiamento climatico antropico».
Vogliono azzerare l’uso dei combustibili fossili…
«Non possiamo fermare l’aumento dell’uso dei combustibili fossili o ridurre le emissioni di CO2. Nel 2015, mentre partecipavo alla Cop (Conferenza delle parti) di Parigi, ho offerto una scommessa pubblica di 100.000 dollari in un comunicato stampa diffuso da oltre 200 media, secondo cui entro il 2025 le emissioni globali di CO2 sarebbero state superiori a quelle del 2015. Nessuno ha voluto scommettere con me. Russia, Cina e India rappresentano il 40% della popolazione mondiale e non sono d’accordo con l’agenda anticarbonio. Se aggiungiamo Brasile, Indonesia e la maggior parte dei Paesi africani, la maggioranza della popolazione mondiale non è preoccupata dal clima. Un’altra grande ironia è che molti Paesi con i climi più freddi, come Canada, Svezia, Germania e Regno Unito, sono i più preoccupati per il riscaldamento».
Vogliono produrre energia solo con fotovoltaico ed eolico…
«Le tecnologie fotovoltaica ed eolica sono entrambe molto costose e molto inaffidabili. È incredibile che a così tante persone sia stato fatto il lavaggio del cervello per pensare che interi Paesi possano essere sostenuti con queste tecnologie. Esse sono i parassiti di un’economia più ampia. In altre parole, rendono il Paese più povero rispetto al l’utilizzo di altre tecnologie più affidabili e meno costose. I fornitori di energia eolica e solare godono di sussidi governativi, sgravi fiscali e normative che obbligano i cittadini ad acquistare energia eolica e solare anche se più costosa, con il pretesto che è “rispettosa dell’ambiente”. Milioni di persone pagano di più per l’energia eolica e solare mentre poche persone si stanno arricchendo a spese dei primi. È una colossale frode. Senza contare che parchi eolici e solari utilizzano grandi quantità di combustibili fossili per l’estrazione, il trasporto e la costruzione. E in molti luoghi non producono, nel corso della loro vita, l’energia necessaria per costruirli e mantenerli».
Gli ambientalisti ce l’hanno anche con la plastica...
«La plastica non è un materiale tossico. Ed è per questo che se ne fa così largo uso!».
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lunamagicablu · 5 months
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Vi è una felicità organica di cui raramente siamo consapevoli. Se vuoi farla dipendere da qualcosa supponi dipenda semplicemente dall'ossigeno che respiri: al tuo organismo più sottile basta respirare la giusta quantità di aria pura per sentirsi bene; gli basta poco per sentirsi vitale e quindi felice . Quando ne diventi consapevole ti accorgi che la felicità è più vicina di quanto credessi, ti rendi conto che la condizione naturale del corpo non è il disagio ma l'agio, non è lo stress ma il benessere. Non un benessere passeggero, bensì costante: un organismo sano è immerso nella felicità, il suo benessere non viene mai interrotto da niente e da nessuno. Non è una condizione mistica riservata a pochi individui (anche se per l'attuale società può sembrare così). E' (o dovrebbe essere) la tua condizione diurna e notturna, il tuo spontaneo modo di sentirti in qualunque ambiente, in ogni momento. Se così non è (cioè se non avverti quotidianamente questo benessere e questo senso di abbondanza-pienezza-quiete presente sin dal giorno della tua nascita) significa che non sei in contatto con la tua innata natura. In tal caso ritorna in contatto con essa e ricordati che il percepirla è mo lto più semplice di quanto si creda. Zewale Rovesta art on Pinterest *********************** There is an organic happiness that we are rarely aware of. If you want to make it depend on something, suppose it simply depends on the oxygen you breathe: your most subtle organism just needs to breathe the right amount of pure air to feel good; It doesn't take much for him to feel vital and therefore happy. When you become aware of this you realize that happiness is closer than you thought, you realize that the natural condition of the body is not discomfort but ease, it is not stress but well-being. Not a passing well-being, but a constant one: a healthy organism is immersed in happiness, its well-being is never interrupted by anything or anyone. It is not a mystical condition reserved for a few individuals (even if it may seem that way for today's society). It is (or should be) your day and night condition, your spontaneous way of feeling in any environment, at any time. If this is not the case (i.e. if you do not feel this well-being and this sense of abundance-fullness-quiet present since the day of your birth on a daily basis) it means that you are not in contact with your innate nature. In this case, get back in touch with it and remember that perceiving it is much simpler than you think. Zewale Rovesta art on Pinterest 
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klimt7 · 6 months
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Sensazioni al sapor di mirtillo
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Amare vuol dire non poter resistere tanto, lontano da lei. Amare è immaginare che il cuscino di fianco, sia la sua figura tranquilla rilassata e soddisfatta.
Amare ti fa sentire unico e fortunato in mezzo a miliardi di persone che non sanno quanto lei sia tutto ciò che un uomo possa desiderare: un concentrato di umorismo, erotismo, bellezza, intelligenza e tempra da guerriera.
Una piccola Dea che pare tirare i fili del tuo destino. Una presenza sottile che possiede ogni fibra del tuo essere e non ne approfitta. Non ancora.
E questa sensazione di pienezza, di fortuna, di gioia non ti abbandona. Hai la percezione esatta che il mondo è migliore di quello che ti eri mai immaginato.
Gli astri evidentemente sono dalla tua parte dopo anni di attese inappagate.
Di ricerca frenetica di indizi, di segni nelle stelle e nella Natura. Tutt'intorno a te.
Poi arrriva la certezza.
Lei esiste
Incredibilmente...
Lei vive, respira, cammina, sul tuo stesso pianeta.
Incredibilmente, siete immersi nello stesso ambiente, nella stessa atmosfera. Respirate lo stesso ossigeno prodotto dalle foreste di tutto il globo. Non è fortuna questa?
È solo questione di tempo e di volontà poterla incontrare.
È già piacere, questa attesa. È già un anticipo di Felicità.
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diceriadelluntore · 7 months
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Concentrazioni Urbane
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Questo simpatico fiorellino è, penso, non nuovo ad ognuno di noi: è l'infiorescenza del trifoglio bianco, una pianta della famiglia delle Fabacee. È probabilmente tra le specie più comuni non solo da noi, ma in tutto il mondo, poichè è tra le preferite per i pascoli da foraggio. Per questo motivo si è diffusa in tutti e cinque i continenti.
Tra le sue particolarità, la foglia trilobata, che nei paesi anglofoni si chiama shamrock, ed è molto amata dalle api (tra le specie botaniche principali dei nostri mieli millefiori europei).
Questo fiorellino campeggia sulla homepage della GLUE, il Global Urban Evolution Project, una organizzazione internazionale di scienziati che studia come gli ambienti urbani possono modificare le evoluzioni di alcune specie di piante, quali fattori le guidano e se esistono degli ambienti simili sebbene geograficamente molto distanti tra loro che possono spingere a queste evoluzioni. Il trifoglio per le sue caratteristiche di diffusione è il candidato perfetto ad un esperimento comparativo, organizzato da questo consorzio. Infatti cresce ormai anche in tutti gli ambienti urbani prossimi a quelli rurali dove è impiegato come foraggio.
Si sa che il trifoglio produce acido cianidrico (sostanza mortale per un uomo in pochi minuti in certe quantità) sia in difesa contro la predazione sia nei periodi di siccità. Sfruttando il lavoro di scienziati e di volontari (sul sito è spiegato come) sono stati raccolti campioni provenienti da 160 città, con risultati straordinari.
I trifogli negli ambienti urbani producono meno acido cianidrico rispetto a quelli degli ambienti rurali, rispettando la logica che essendoci in città molti meno erbivori è più conveniente per la pianta sfruttare meno energie nella sua produzione. Ma la cosa sorprendente è un'altra: la quantità di acido cianidrico prodotto dalle piante in città distantissime geograficamente, da Tokyo a Londra, dalle città americane a quelle cilene, è che, tra loro, la quantità di acido cianidrico prodotto è molto più simile di quanto non lo sia con quella contenuta in un trifoglio cresciuto in un ambiente rurale. Di fatto, i trifogli urbani sono molto più simili tra loro che, per esempio, tra quelli di Londra città e zone rurali attorno Londra, delineando una sorta di evoluzione parallela urbana che ha dell'incredibile.
La storia è accenna nell'ultimo libro di Stefano Mancuso, Fitopolis, la città vivente (Laterza) che affronta un passaggio epocale: il trasferimento di una specie, la nostra, che non vive più nella natura, ma in una nicchia ecologica prodotta: la città. Questo ci espone ad una "specializzazione" che ha senso solo in un ambiente stabile, e per colpa della stessa specie, la nostra, l'ambiente non lo è più, persino nelle città. Le sfide che il cambiamento climatico portano già oggi sono decisive, e intuizioni e soluzioni le possiamo prendere proprio da un mondo, quello vegetale, che stranamente è quasi sempre fuori dai discorsi conservativi, quando è probabilmente il modo più semplice ed immediato per fare qualcosa.
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nonamewhiteee · 1 year
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mi ero annotato delle parole in mente che ho per lo più già eliminato, stanotte rientravo a casa verso le 2: un solo bar aperto, le solite persone con cui avrei voluto passare almeno qualche altra oretta probabilmente, per il resto scena da film post apocalittico. non ricordo spesso un ambiente così vasto ma desolato: nessuna macchina in giro, il vento che soffiava forte e ululava prepotentemente. anche questa città non smette mai di sorprendermi pur avendo io la presunzione di conoscerla così bene da volerne evadere. è vero che non tutti siamo "felici per natura", e forse qualcuno è naturalmente destinato a stare male: dal canto mio non so se veramente ne uscirò mai, giorni mi chiedo perché ancora ci provi, perché continuare a prendere farmaci da così tanti anni e per quanti ancora doverlo fare. tutti pensieri che mi attivano non facendomi dormire fino a mattina. sto per arrivare, un'altra sigaretta e arrivo dai.
#me
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fashionbooksmilano · 5 months
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Lo specchio del Paradiso
L'immagine del giardino dall'Antico al Novecento
Marcello Fagiolo, Maria Adriana Giusti
RAS Riunione Adriatica di Sicurtà, stampato da Amilcare Pizzi, Cinisello Balsamo 1996, 260 pagine, 25,5x31cm, copertina rigida con sovracopertina e custodia
euro 45,00
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Sfondo di grandi rappresentazioni o ambiente figurato a sé stante, l'immagine del giardino è apparsa fin dall'antichità nel panorama artistico, assumendo nel tempo nuovi significati, quale pallido riflesso e traduzione dell'Eden, dell'aspirazione originaria dell'uomo all'armonia paradisiaca, del ritorno all'innocenza primitiva, o quale simbolo di un luogo felice fuori dal tempo, nostalgico rimpianto della mitica Età dell'Oro e insieme archetipo dell'utopia. Lo specchio del Paradiso è il titolo di questa collana, che si propone di attuare un percorso che segue l'evolversi dell'idea e dell'iconografia di questa realtà spaziale, un itinerario affascinante lungo lo spazio e il tempo alla ricerca di un luogo dove l'ordine e la pace si ricompongano e dove l'unità originaria sia recuperata. Il primo volume fonisce gli strumenti essenziali per questo viaggio iconografico, segnandone le tappe della storia, analizzandone gli elementi caratteristici ed evidenziandone le suggestioni allegoriche e simboliche sacre e profane. Un originale repertorio del "giardino nelle arti preziose" conclude l'interessante opera. "Teatro del mondo e della memoria", "del mondo e della natura", il giardino ha sempre mantenuto nella cultura occidentale un nesso inscindibile con l'idea di teatro. Il secondo volume della collana vuole proprio indagare lo svolgersi di questo rappporto attraverso la presentazione di alcuni momenti particolarmente significativi della sua storia. Dalla Roma tardo-repubblicana e imperiale, con l'invenzione - fra l'altro - della topiaria, alle riproposizioni di giardini "scenici" del periodo umanistico-rinascimentale, dai fastosi "teatri dell'acqua" barocchi e dallo sviluppo e diffusione dei "teatri di verzura" fino alle riscoperte novecentesche, i fasti del teatro-giardino vengono qui presentati in un documentato testo, corredato da un ricco e in buona parte inedito apparato iconografico. Nel terzo e conclusivo volume il giardino diviene luogo della presenza e della rivelazione del sacro, "manifestazione di una mente ordinatrice che trascende la stessa natura". Umano e divino si incontrano in un lungo itinerario che, dagli spazi consacrati a diverse divinità del mondo antico, attraverso la pace e l'ordine dei chiostri monastici esemplati sul modello del Paradiso terrestre che si diffondono soprattutto nel periodo medioevale, giunge fino al misticismo romantico, volto alla ricerca di una sacralità originaria nella natura selvaggia e misteriosa, alle soglie di un'eclisse del sacro che caratterizza il nostro secolo.
19/04/24
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libero-de-mente · 8 months
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La Nebbia
Sono uscito di casa prestissimo questa mattina, ho ritrovato una cara vecchia amica che da qualche inverno non vedevo più. La nebbia.
Devo dire che la nebbia l'ho rivalutata nel corso degli anni, magari non apprezzo quella intensa che non ti fa vedere a un palmo dal naso, però quella che ti permette di avere una visuale di qualche decina di metri non è male.
Ti obbliga a essere prudente, a non correre, ma non ti fa salire l'ansia del muro impenetrabile.
Così anche alla vista mi limita la visualizzazione della gente. Sembra che ce ne sia di meno in giro.
Un po' la nebbia comincia a piacermi, mi sta simpatica.
Piangere sotto la pioggia, urlare durante un tuono, danzare al buio nella notte più scura oppure la neve che attutisce i rumori e ti dà la pace del silenzio ovattato, sono tutte cose che la natura mette a disposizione di noi umani. Quando non riusciamo a trovarci uno spazio discreto per dar sfogo ai nostri sentimenti o alle emozioni.
Con la nebbia è diverso, pensi di essere avvolto in un manto protettivo e così ti lasci andare a una smorfia, un breve pianto o anche a stringere i pugni e sussurrarti "ce la farò". Ed è in quel momento che dal manto nebbioso spunta lui, il tipo che passava di lì e ti chiede "Tutto bene?"; Oppure "Serve aiuto?".
No, non è proprio così, generalmente il tipo o la tipa che passa ti squadra con la vista e accelera il passo, proprio per non farti queste domande. Perché in realtà non gliene frega nulla, sai i casini che c'ha di suo nella vita?
Però muoversi in un ambiente dove non ti senti solo, ma neanche oppresso dalla moltitudine, non è male.
Potesse la nebbia calare anche su alcuni miei pensieri, racchiudendoli delicatamente e isolandoli dalle riflessioni che affollano la mia mente. Che nella mia testa c'ho una Via Lattea di pensieri.
La nebbia non la dobbiamo temere, basta pensare che dietro lei esiste il sole oppure uno splendido cielo stellato, e come arriva sempre se ne andrà. Portando via le nostre angosce.
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