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Diretta Meteo Maltempo: Alluvioni in Liguria e Piemonte, Aggiornamenti e Previsioni
Un’analisi dell’evoluzione del maltempo tra fiumi in piena e alluvioni nel Nord-ovest e Sardegna
Un’analisi dell’evoluzione del maltempo tra fiumi in piena e alluvioni nel Nord-ovest e Sardegna L’articolo Diretta Meteo Maltempo: fiumi in piena e Alluvioni tra Liguria e Piemonte, evoluzione prossime ore fornisce una panoramica dettagliata sull’attuale situazione meteorologica nel Nord-ovest italiano, con un’attenzione particolare alle criticità in Liguria e Piemonte. La cronaca in tempo…
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Dobbiamo svegliarci e innamorarci della Terra (Thich Nhat Hanh)
Forse dovremmo fare tutti un pò di mea culpa e non prendercela solo con il tempo se, dopo una primavera dal sapore autunnale, la prima vera giornata d’estate si è palesata solo il 4 luglio e non si sa quante altre ne seguiranno. Ormai l’uomo vuole modificare anche il clima, è diventato famoso il cloud seeding di metà aprile a Dubai, una sorta di inseminazione delle nuvole per stimolare la…
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Il maltempo ha causato gravi danni in diverse regioni d'Italia, colpendo in modo particolare il nord e il sud del paese. In Sardegna, un uomo è disperso nelle campagne di Nuxis, dopo che una piena ha sorpreso un gruppo di otto persone che tentavano di attraversare un corso d'acqua. Mentre sette membri del gruppo sono riusciti a mettersi in salvo, l'ottavo è stato travolto dalla corrente. I Vigili del fuoco hanno ricevuto oltre 160 richieste di intervento nella provincia di Cagliari, con allagamenti segnalati in varie località. La Sardegna è attualmente in "allerta gialla", eccetto per la zona nord-orientale. In Liguria, le piogge intense hanno causato una frana ad Arenzano, che ha portato alla scomparsa del ristoratore Davide Violin. Nella regione, è in vigore un’allerta arancione, specialmente nelle province di Genova e Savona, dove si sono verificati ingenti danni e blackout a causa delle esondazioni. In Piemonte, il maltempo ha portato a significativi allagamenti lungo il fiume Po a Torino, con le acque che hanno invaso una passerella pedonale. Per motivi di sicurezza, il Comune di Torino ha chiuso i Murazzi del Po e vietato l’accesso alle piste ciclabili. L'intera regione è in "allerta arancione", con ulteriori piogge previste nelle prossime 24-48 ore, che potrebbero aggravare la situazione. L'Autostrada A6 Torino-Savona è stata chiusa a causa di una frana che ha bloccato la carreggiata. Il movimento franoso ha coinvolto circa 300 metri cubi di terreno e ha bloccato la strada poco dopo l'uscita di Altare. Le autorità hanno rassicurato che nessun veicolo è rimasto coinvolto e che le squadre di emergenza stanno lavorando per valutare la stabilità della zona e liberare la carreggiata. In Liguria, oltre alla chiusura dell’A6, altre limitazioni alla circolazione sono state imposte, inclusa la sospensione della linea ferroviaria Savona-Alessandria via Ferrania. Le condizioni meteorologiche continuano a preoccupare, suscitando timori per nuove indagini. Le emergenze sono gestite dalle autorità locali e dai servizi di soccorso.
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Acrostico 🔤
🄻 🅄 🄶 🄻 🄸 🄾 Questa settimana Eletta Senso ha fatto una nuova proposta per ricordare il maltempo che ha provocato alluvioni, frane e smottamenti in Piemonte e Valle D’Aosta. Si tratta di acrostico sulla parola LUGLIO, che potere leggere qui.Vi invito a comporne uno, che volendo potrebbe essere anche doppio o triplo (ciascuna lettera può essere ripetuta più di una volta in ogni verso). Ecco il…
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Maltempo, valanga nell'Imperiese: morto uno scialpinista | Alluvioni in Francia, ci sono vittime
10 marzo 2024 12:56 TEMPO REALE Sei scialpinisti sono dispersi da sabato sulle Alpi svizzere. In Italia allerta arancione in Emilia Romagna, gialla in altre 16 Regioni 10 mar 22:56 Crolla un ponte su una pista ciclopedonale nel Pavese 10 mar 22:02 Maltempo in Piemonte, ancora 4mila utenze senza corrente elettrica 10 mar 21:57 Maltempo in Liguria, 10 evacuati a Savona 10…
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Rapporto Città Clima 2023 Speciale Alluvioni, i dati di Legambiente
Il Rapporto Città Clima 2023 Speciale Alluvioni, realizzato da Legambiente con il contributo del Gruppo Unipol, analizza gli eventi alluvionali che hanno colpito l'Italia negli ultimi 14 anni, dal 2010 al 31 ottobre 2023. Rapporto Città Clima 2023 Speciale Alluvioni Il rapporto evidenzia un aumento significativo del numero e dell'intensità degli eventi alluvionali, che sono diventati sempre più frequenti e devastanti. Dal 2010 al 31 ottobre 2023 sono stati registrati 684 allagamenti da piogge intense, 166 esondazioni fluviali e 86 frane da piogge intense. Le regioni più colpite sono state il Piemonte, la Lombardia, l'Emilia-Romagna, la Toscana e la Campania. La città più colpita è stata Roma, con 49 allagamenti da piogge intense. I danni delle alluvioni Gli eventi alluvionali hanno causato danni ingenti, sia in termini economici che sociali. Il costo totale dei danni è stato stimato in oltre 20 miliardi di euro. Le alluvioni hanno inoltre causato la morte di oltre 100 persone e il ferimento di migliaia di altre. Il rapporto evidenzia che gli eventi alluvionali sono un fenomeno sempre più grave e che è necessario adottare misure urgenti per prevenirli e mitigarne gli effetti. Ecco alcuni dati e informazioni salienti del rapporto: - Il numero degli eventi alluvionali è aumentato del 50% negli ultimi 14 anni. - L'intensità delle piogge è aumentata del 20% negli ultimi 14 anni. - Il costo totale dei danni causati dalle alluvioni è di oltre 20 miliardi di euro. - Le alluvioni hanno causato la morte di oltre 100 persone e il ferimento di migliaia di altre. Le cause degli eventi alluvionali sono molteplici e includono: - Il cambiamento climatico, che sta causando un aumento delle temperature e delle precipitazioni intense. - L'urbanizzazione, che ha portato alla cementificazione dei suoli e alla riduzione delle aree permeabili. - L'inefficienza dei sistemi di drenaggio, che non sono in grado di smaltire le acque piovane in modo efficace. Per prevenire e mitigare gli effetti degli eventi alluvionali è necessario adottare misure urgenti, quali: - Ridurre le emissioni di gas serra per contrastare il cambiamento climatico. - Proteggere le aree naturali e aumentare la permeabilità dei suoli. - Migliorare i sistemi di drenaggio e la gestione delle acque reflue. L'importanza di questo documento per il futuro Il rapporto Città Clima 2023 Speciale Alluvioni è un documento importante che fornisce dati e informazioni utili per comprendere il fenomeno delle alluvioni e per adottare misure efficaci per prevenirle e mitigarne gli effetti. Foto di mike wolf da Pixabay Read the full article
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Alluvione in Emilia Romagna: 14 morti, ancora allerta rossa. Oltre 10mila sfollati
Alluvione in Emilia Romagna: 14 morti, ancora allerta rossa. Oltre 10mila sfollati. Sale a 14 il bilancio dei morti per l’alluvione in Emilia Romagna: un uomo di 84 anni è stato trovato morto poco fa nel fango del cortile di casa sua, a Faenza. E ci sarebbero ancora dispersi. Gli sfollati sono oltre 10mila. Danni per miliardi di euro. Allerta rossa anche oggi in Emilia Romagna. Arancione in Lombardia. Gialla in Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Piemonte e Toscana. Nonostante in Emilia Romagna il maltempo abbia concesso una tregua, nella scorsa notte nella provincia di Ravenna si sono verificati ancora allagamenti che hanno costretto a nuove evacuazioni. In diversi paesi ci sono ancora abitazioni e quartieri senza luce e acqua potabile, mentre in Appennino alcune frazioni sono isolate per le frane, in particolare nel Forlivese. Poco dopo le 6.30, sull’A14 Bologna-Taranto, è stato riaperto il tratto compreso tra Faenza e Forlì in entrambe le direzioni. La chiusura si era resa necessaria per velocizzare il piano di attività per il ripristino dei danni causati dalle alluvioni. Attualmente, per consentire il proseguimento degli interventi di ripristino, il traffico circola su una corsia per senso di marcia in entrambe le direzioni. Danni per miliardi e all'orizzonte una ricostruzione non diversa da quella del sisma che devastò l'Emilia nel 2012. Il Governo ha fatto sapere che chiederà di attivare il Fondo di solidarietà europeo. Intanto il Comune di Ravenna ha disposto l'evacuazione totale e immediata delle frazioni di Piangipane, Santerno e case sparse. https://videopress.com/v/xHwmFFdu... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Maltempo in Nord Italia: un morto nell’Alessandrino, frane e alluvioni il Piemonte e Liguria
Maltempo in Nord Italia: un morto nell’Alessandrino, frane e alluvioni il Piemonte e Liguria
Una forte ondata di maltempo si è abbattuta durante la notte scorsa in a Nord ovest del Paese, provocando frane, esondazioni e allagamenti in Piemonte, Liguria e Lombardia.
I fenomeni sono stati particolarmente violenti in provincia di Alessandria, dove molti comuni tra cui Novi Ligure si sono ritrovati letteralmente sommersi dall’acqua.
Da ieri pomeriggio tre persone un tassista e due anziani,…
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Mercalli: “Eventi climatici sempre più estremi, dobbiamo abbandonare le zone a rischio” Un destino segnato quello degli eventi climatici estremi ai quali dobbiamo abituarci. Non ha dubbi il climatologo Luca Mercalli dopo le ultime terribili alluvioni che hanno scosso la nostra Penisola, in particolare Piemonte e Liguria, procurando morti e feriti. Intervistato dal quotidiano Cuneo24, il celebre climatologo dà un’interpretazione realistica delle alluvioni di questi ultimi giorni: «Abbiamo sfiorato i 600 mm di acqua in meno di 24 ore, parliamo di percentuali di piogge che vengono giù in sei mesi. Queste catastrofi trovano una delle loro ragioni nel fatto che il Mediterraneo è sempre più caldo e c’è maggiori contrasti quando avvengono le perturbazioni fredde dal Nord. Dovremo adattarci». «Abbiamo ancora un piccolo spazio di manovra per limitare i danni, non per risolverli, ci dovevamo pensare 40 anni fa, abbiamo fatto di tutto per ignorarlo. Dobbiamo consumare di meno soprattutto in Occidente e adattarsi sviluppando la resilienza, la capacità di non essere danneggiati in modo permanente dagli shock, per esempio investendo sul territorio» argomenta Mercalli. E in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, il climatologo rincara la dose proponendo come unica soluzione l’abbandono dei luoghi ormai considerati a rischio: « Il maggior risultato lo otterremo spostandoci noi dalle zone a rischio esondazione, dove non si dovrà più costruire nuovo edificato. “Dimenticatevi di trattenere queste quantità d’acqua solo pulendo i fossi o rattoppando i muretti a secco: viene giù tutto e basta». Insomma l’unica soluzione sembra quella di mutare radicalmente il nostro rapporto con il territorio e lasciare ai corsi d’acqua delle fasce di esondazione sempre più ampie in previsione degli eventi estremi che ci aspettano. Sì, perché il cambiamento climatico è già tra noi e la parola d’ordine sembra già essere imparare a conviverci. di DANIELE TEMPERA
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E lo Ius Soli non vi va bene, e l'immigrazione non vi va bene, e gli arabi non vi vanno bene, e russi e slavi e polacchi non vi vanno bene, e no badanti rumene e operai bulgari e i tedeschi no perché la guerra e la Merkel, e i francesi no perché lapuzzasottarnaso e se la tirano, e gli inglesi no perché se magna male, e i cinesi no che stanno troppo per cazzi loro, e gli zingari no perché non se ne stanno abbastanza per cazzi loro, e gli albanesi e i siriani e gli indiani e i brasiliani no perché no, e gli americani sono stupidi, gli svizzeri sono rigidi, gli spagnoli so'fratelli a noi ma comunque se sposano tra maschi, i portoghesi se non bruciava Coimbra manco vi ricordavate che esistevano, e i Greci so'bboni solo a fare la crisi, e la Turchia non è Europa e però forse Israele sì ma però cioè so'ebbrei però comunque pure i Palestinesi so'tutti terroristi e l'Afghanistan che d'è e l'Iran e l'Iraq non so' la stessa cosa e i marocchini spacciano tutti e i nigeriani vendono le borse Vuitton false e i nordici sono tutti depressi e bevono come spugne e si suicidano tutti ma non come i giapponesi però. Quindi restiamo tra italiani. Ma no siciliani che so'mafiosi, ma pure i calabresi e i pugliesi che hanno pure lu Salentu ner sangue e la taranta che palle però, allora mejo i Sardi ma l'Anonima sequestri e poi rompono le palle e quindi niente isole, meglio Roma ma no i Romani che so'cafoni e rubano, ma mai quanto i Napoletani che però scusa che palle coi matrimoni e le cravatte de Marinella e allora no annamo più su ma in Toscana so'come i francesi hanno lapuzzasottarnaso e poi si odiano tra di loro, mejo delle Marche e degli Abruzzi che però non se capisce se so'de mare o no ma l'Adriatico migliore sta dai Croati mortacci loro, allora no mare, che però pure in Umbria che manco conta un cazzo (e invece il Molise che manco esiste) e sì, ok Assisi e Spoleto, ma vuoi mettere Bologna che se magna bene? Sì ma so' tutti comunisti o fascisti che non si capisce un cazzo, allora mejo i liguri ma no Genova che ce stanno solo le mignotte nella città vecchia e poi solo alluvioni e fango e allora viva la Lega ma la Padania solo ai padani che però so'tutti siciliani de Bergamo, che è alta o bassa e non capisci un cazzo quando parlano e i Veneti allora? No che non pagano le tasse e a parte Venezia che affonda hanno solo rotonde (non der Palladio) e fabrichete e allora vai in Trentino ma non Alto Adige che è Sud Tirolo e allora Trieste? Trieste che, quelli so'slavi e allora le foibe? E allora Valle d'Aosta, ma che è una specie de dependance der Piemonte che non conta un cazzo che se beve bene ma so' falsi e cortesi. E allora ce ne stiamo a casa, ma tu da te e io da me che tu me stai sur cazzo perché, figurate, me sto sur cazzo io da solo, figurate se nun me stai sur cazzo tu.
(Gianluca Nylund Manna) #l_urlo
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Il ricordo delle alluvioni: impegno e responsabilità per il futuro del territorio. Un incontro a Casale Monferrato per non dimenticare il 1994 e il 2000
Un confronto sui temi del dissesto idrogeologico e il futuro della comunità
Un confronto sui temi del dissesto idrogeologico e il futuro della comunità Venerdì sera, presso la sala parrocchiale di Oltreponte, si è tenuto un incontro pubblico organizzato dal Partito Democratico – Circolo di Casale Monferrato per commemorare le alluvioni del 1994 e del 2000, tragici eventi che segnarono profondamente Casale Monferrato e i centri limitrofi. L’evento, caratterizzato da…
#Alessandria today#alluvioni 1994#alluvioni 2000#amministratori locali#Cambiamenti climatici#Casale Monferrato#Casale Monferrato eventi#collaborazione civica#comunità resiliente#Dissesto idrogeologico#emergenze naturali#eventi pubblici#fondi nazionali#gestione emergenze#gestione fondi europei#Google News#grandi fiumi#italianewsmedia.com#memoria attiva#Oltreponte#Partito Democratico#Pier Carlo Lava#Politica territoriale#politiche ambientali#politiche regionali#Prevenzione disastri#prevenzione rischi#priorità amministrative.#provincia di alessandria#Regione Piemonte
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No miei cari imprenditori,la gente non odia le aziende,non odia gli imprenditori,la gente comune vive nelle aziende e le fa vivere con il sudore della sua fronte.Miei cari poveri imprenditori,vi ricordate nelle varie alluvioni che hanno colpito il Piemonte?Piemonte terra natia dei frignoni di oggi,vi ricordate i dipendenti della Ferrero che spalavano il fango per fare riaprire la fabbrica?vi ricordate la solidarietà per le aziende messe in ginocchio dal maltempo?La gente non odia le imprese e gli imprenditori,odia certi imprenditori arroganti.Se devo versare una lacrima la verso per chi è morto per il maltempo,la verso per chi ha perso tutto e non poteva permettersi le costose polizze assicurative,la verso per chi ha perso la macchina di 10 anni che lo portava a lavorare,la verso per chi si è comprato una barchetta con la liquidazione per avere poche ore di felicità e ora non c'è l ha piu,la verso per chi merita.Sicuramente non la verso per i primi che avranno aiuti dal governo perché loro hanno gli agganci politici.Poi,per finire questo inutile mucchio di lettere messe a caso su una pagina bianca,signora mia,ne ho di persone di cui essere invidioso prima di lei.Mi auguro che il suo locale riapra presto per il bene dei suoi dipendenti.Forse l'invidia per chi è felice anche con poco è più sua.Buona vita a lei.
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Regione, 2 bandi con fondi Ue per la resilienza di fiumi e laghi
Destinati 12 milioni della programmazione Fesr 21-27 (ANSA) – TORINO, 03 LUG – Migliorare l’ecosistema e tutelare fiumi, laghi e aree umide del Piemonte. A quest’obiettivo sono destinati i 12 milioni di euro dei primi due bandi che impiegano le risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Molteplici gli obiettivi: superare le criticità dovute ai cambiamenti climatici in atto, alluvioni e…
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Mercalli: “Eventi climatici sempre più estremi, dobbiamo abbandonare le zone a rischio” Un destino segnato quello degli eventi climatici estremi ai quali dobbiamo abituarci. Non ha dubbi il climatologo Luca Mercalli dopo le ultime terribili alluvioni che hanno scosso la nostra Penisola, in particolare Piemonte e Liguria, procurando morti e feriti. Intervistato dal quotidiano Cuneo24, il celebre climatologo dà un’interpretazione realistica delle alluvioni di questi ultimi giorni: «Abbiamo sfiorato i 600 mm di acqua in meno di 24 ore, parliamo di percentuali di piogge che vengono giù in sei mesi. Queste catastrofi trovano una delle loro ragioni nel fatto che il Mediterraneo è sempre più caldo e c’è maggiori contrasti quando avvengono le perturbazioni fredde dal Nord. Dovremo adattarci». «Abbiamo ancora un piccolo spazio di manovra per limitare i danni, non per risolverli, ci dovevamo pensare 40 anni fa, abbiamo fatto di tutto per ignorarlo. Dobbiamo consumare di meno soprattutto in Occidente e adattarsi sviluppando la resilienza, la capacità di non essere danneggiati in modo permanente dagli shock, per esempio investendo sul territorio» argomenta Mercalli. E in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, il climatologo rincara la dose proponendo come unica soluzione l’abbandono dei luoghi ormai considerati a rischio: « Il maggior risultato lo otterremo spostandoci noi dalle zone a rischio esondazione, dove non si dovrà più costruire nuovo edificato. “Dimenticatevi di trattenere queste quantità d’acqua solo pulendo i fossi o rattoppando i muretti a secco: viene giù tutto e basta». Insomma l’unica soluzione sembra quella di mutare radicalmente il nostro rapporto con il territorio e lasciare ai corsi d’acqua delle fasce di esondazione sempre più ampie in previsione degli eventi estremi che ci aspettano. Sì, perché il cambiamento climatico è già tra noi e la parola d’ordine sembra già essere imparare a conviverci. di DANIELE TEMPERA
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Il 60% delle acque Italiane sono chimicamente inquinate
Dagli antibiotici ai pesticidi: ecco la chimica che inquina il 60% delle acque italiane. Anche microplastiche e creme solari: tante le sostanze e i composti chimici di quotidiano utilizzo che inquinano i corpi idrici. Un dossier di Legambiente fotografa l'inquinamento industriale.
Il fiume Seveso (foto: Mauro Lunardi, via Wikimedia Commons) Nei giorni del lockdown abbiamo visto le acque più limpide, dai fiumi alla Laguna. Ma cosa c'è che le inquina? E con quali impatti su salute e ambiente? Il dossier di Legambiente dal titolo "H2O – la chimica che inquina l’acqua" (qui il .pdf) fa il punto sulle sostanze inquinanti immesse nei corpi idrici, con numeri, dati e un focus dedicato alle sostanze emergenti: tra queste fitofarmaci, farmaci a uso umano e veterinario, pesticidi di nuova generazione, microplastiche. Sono 46 le storie raccolte a testimonianza della contaminazione. Lo sversamento incontrollato In Italia circa il 60% dei fiumi e dei laghi non è in buono stato e molti di quelli che lo sono non vengono protetti adeguatamente. Su dati del registro E-PRTR (European Pollutant Release and Transfer Register), l’associazione ambientalista calcola inoltre che dal 2007 al 2017 gli impianti industriali abbiano immesso, secondo le dichiarazioni fornite dalle stesse aziende, ben 5.622 tonnellate di sostanze chimiche nei corpi idrici. Acque inquinate d'Italia: il dossier di Legambiente Alla vigilia della Giornata mondiale dell’Ambiente, l’associazione ricorda che la corretta gestione e la cura della risorsa idrica devono essere una priorità del Paese insieme alle bonifiche e al rafforzamento della Direttiva Quadro Acque per mantenere gli obiettivi, senza nuovi slittamenti e sotto la revisione degli Stati membri. E
lancia un appello al Governo, affinché una parte considerevole dei mille miliardi di euro stanziati dall’Ue per le politiche ambientali e climatiche finanzi il Green New Deal italiano per favorire il recupero dei ritardi infrastrutturali, l’adeguamento ed efficientamento degli impianti di depurazione e della rete fognaria e acquedottistica, gli interventi di riduzione del rischio idrogeologico. "Per anni utilizzati come discariche dove smaltire i reflui delle lavorazioni industriali, i nostri fiumi, laghi, acque marino-costiere e falde sotterranee sono stati contaminati da scarichi inquinanti: ma oggi, alle minacce di ieri se ne aggiungono di diverse e non meno insidiose". L'obiettivo, in questa Fase 2 che vede ripartire la gran parte delle attività, è imporre una ripartenza diversa. A cominciare delle industrie che continuano a perseguire metodi e attività incompatibili con la tutela dell’ambiente e delle risorse idriche in particolare, come dimostrano casi ancora aperti quali gli sversamenti illeciti nel fiume Sarno, in Campania, il più inquinato d’Europa, o quello del bacino padano, area di maggiore utilizzo europeo di antibiotici negli allevamenti, i cui residui si ritrovano nelle acque. I laghi dei veleni alle pendici del Vesuvio: il videoreportage sull'inquinamento del Sarno "La riapertura delle attività produttive – commenta Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – ci ha restituito in diverse situazioni anche la riattivazione di scarichi inquinanti nelle acque. Un fenomeno che ha un impatto notevole su corpi idrici in molti casi già compromessi da decenni di inquinamento e oggi minacciati anche dalla presenza dei nuovi 'contaminanti emergenti', un rischio per la salute, oltre che per l’ambiente. Di certo non può essere il lockdown la misura per restituirci acque limpide, ma ora che abbiamo tutti visto come sia possibile ritornare ad avere fiumi e laghi puliti, occorre puntare sulle giuste politiche e misure a livello nazionale fin da questa fase di ripartenza".
"Servono un sistema di controllo e monitoraggio sempre più accurato e uniforme su tutto il territorio nazionale e un’azione di denuncia degli scarichi illegali. - prosegue Zampetti - Per questo abbiamo deciso di iniziare a raccogliere le segnalazioni sugli scarichi inquinanti da parte delle persone che continueranno ad essere sentinelle sul territorio. Le storie che abbiamo raccolto in questo dossier ben ci raccontano le pratiche legali e illegali che tutt’oggi continuano ad avvelenare acque, persone e territori. Condotte che non sono più tollerabili, specie in settori che dovrebbero essere protagonisti di una nuova fase di transizione ecologica”. La Direttiva Acque e gli obiettivi mancati "Il raggiungimento di una buona qualità ecologica e chimica dei corpi idrici in Europa, che la Direttiva Quadro Acque (2000/60/CE) aveva fissato al 2015, non è più procrastinabile – dichiara Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente –– Diverse le cause del mancato conseguimento dei risultati, tra cui gli scarsi finanziamenti erogati, un’attuazione troppo lenta della direttiva da parte degli Stati membri e un’insufficiente integrazione degli obiettivi ambientali nelle politiche settoriali. L’Italia, da questo punto di vista, è in forte ritardo. La piena attuazione della Direttiva Acque, peraltro, è fondamentale per contrastare i cambiamenti climatici: serve a migliorare lo stato ecologico dei corpi idrici, restituire spazio ai fiumi, mitigare il rischio alluvioni ed evitare alterazioni dei corridoi fluviali rispettando la naturalità. Per una ripartenza post-Covid, occorre che anche le aziende facciano la loro parte”. L'effetto cocktail
L’Ue ha individuato inoltre 45 sostanze prioritarie che rappresentano un "rischio significativo per l’ambiente acquatico o proveniente dall’ambiente acquatico" che gli Stati membri sono tenuti a monitorare: per lo più nelle nostre acque se ne individuano due famiglie, sostanze organiche e metalli pesanti, immesse tramite i processi produttivi o gli impianti di depurazione delle aree urbane. Non meno impattanti, ma considerati emergenti, sono invece le migliaia di contaminanti cui Legambiente dedica un capitolo a parte: inquinanti dai potenziali effetti avversi su salute e ambiente stimati in oltre 2.700 in commercio, in gran parte non regolamentati. Tra questi, fitofarmaci, farmaci a uso umano e veterinario, pesticidi di nuova generazione, additivi plastici industriali, prodotti per la cura personale, nuovi ritardanti di fiamma e microplastiche. Sostanze magari presenti nelle acque in piccole concentrazioni, ma che interagendo per molto tempo possono creare un 'effetto cocktail'. Allarme pesticidi
Sono 130 mila all’anno, invece, le tonnellate di pesticidi usate nella filiera agricola italiana: secondo l’Ispra, quantità significative di principi attivi e metaboliti di questi fitofarmaci si ritrovano in acque superficiali (67%) e sotterranee (33%), evidenziando la correlazione fra chimica nelle filiere tradizionali e impatti negativi sul sistema idrico, come sostenuto da sempre anche da Legambiente. Altro rischio sanitario deriva dai contaminanti nelle attività agrozootecniche: una ricerca pubblicata da The Lancet nel 2018 rivela che in Italia avviene un terzo delle 33 mila morti annue nell’Ue da infezioni da Amr (agenti resistenti agli antimicrobici). Nel 2019 l’Agenzia Europea del Farmaco ha evidenziato un uso di antibiotici sproporzionato nei nostri allevamenti: 1.070 tonnellate all’anno, il 16% dei consumi Ue, con il bacino padano area di maggiore utilizzo europeo.
La mappa dei casi italiani di acque inquinate non è affatto rassicurante. Il dossier fotografa casi che da decenni aspettano bonifiche e riqualificazioni. Partendo da Porto Marghera in Veneto, primo sito nazionale da bonificare individuato nel 1998, passando per la Sardegna con il forte inquinamento da metalli pesanti nella zona industriale di Portoscuso e quello da sostanze organiche, solventi clorurati e idrocarburi nella zona industriale di Porto Torres, per arrivare in Sicilia, a Milazzo, Gela, Augusta Priolo e Melilli, devastate dalle industrie del petrolchimico. In mezzo, tanti altri siti d’interesse Nazionale: dalla laguna di Grado e Marano in Friuli alla Caffaro di Brescia in Lombardia; dai siti toscani di Piombino, Livorno e Orbetello a quelli marchigiani di Falconara Marittima; dalla Valle del Sacco nel Lazio ai siti pugliesi di Brindisi, Taranto e Manfredonia. Tutte aree dove IPA, PCB, metalli pesanti, diossine, pesticidi e idrocarburi hanno portato a problemi sanitari oltre che ambientali. E ancora, la Campania, con l’inquinamento del fiume Sarno e delle falde del Solofra, e la Terra dei Fuochi; la contaminazione del lago Alaco in Calabria, quella delle acque potabili dei comuni metapontini in Basilicata, del lago d’Orta in Piemonte o dell’acquifero del Parco Nazionale del Gran Sasso, in Abruzzo, dove Legambiente è parte civile nel procedimento penale in corso. L'emergenza Pfas
Sono solo alcune delle decine di casi segnalati nel dossier, che si avvale dell’apporto dei circoli locali e regionali di Legambiente. Come per il focus sui pesticidi e sul glifosato in Emilia Romagna. O, ancora, per gli approfondimenti sull'inquinamento da Pfas (composti chimici che rendono le superfici trattate impermeabili ad acqua, sporco e olio), con i casi della provincia d’Alessandria, dove è in fase di autorizzazione un progetto che prevede l’utilizzo di una nuova sostanza (cC604) dagli effetti potenzialmente dannosi in un’area in cui “l’eccesso di ricoveri e di mortalità è segnalato da anni”; del Veneto dove l’inquinamento da Pfas è storicamente dovuto allo scarico di un’industria chimica e interessa le province di Vicenza, Verona e Padova, minacciando la salute di 300 mila persone; della Lombardia, dove l’Arpa ha rilevato Pfas in tutti i bacini della pianura. Le proposte di Legambiente Oltre all’appello al Governo, l’associazione ambientalista rilancia alcune sue proposte. Secondo Legambiente, le microplastiche devono rientrare tra i criteri di valutazione del buono stato delle acque interne. Serve, inoltre, dare spazio all’innovazione tecnologica e ridurre drasticamente l’uso di sostanze di sintesi pericolose in agricoltura. Per farlo occorre approvare i decreti attuativi della Legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale a rete per la Protezione Ambientale (Snpa), consentendo di potenziare, uniformare e migliorare i controlli sul territorio incidendo sulla prevenzione dall’inquinamento. Read the full article
#ambiente#Covid-19#cremesolari#effettococktail#giornatamondialeambiente#inquinamentoambientale#Ispra#Legambiente#microplastiche#pesticidi#PFAS
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River Café Piemonte: A Torino un Confronto su Clima e Rischi Ambientali a Trent'anni dall'Alluvione del Tanaro
A Palazzo Madama, esperti e cittadini si incontrano per discutere delle sfide legate ai cambiamenti climatici e alla gestione dei rischi nel contesto del progetto LIFE CLIMAX PO.
A Palazzo Madama, esperti e cittadini si incontrano per discutere delle sfide legate ai cambiamenti climatici e alla gestione dei rischi nel contesto del progetto LIFE CLIMAX PO. Il progetto LIFE CLIMAX PO torna a Torino con la seconda edizione del River Café Piemonte, un evento dedicato alla sensibilizzazione e alla gestione dei rischi ambientali nel distretto del fiume Po. L’incontro si è…
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