#allegria di naufragi
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"Il porto sepolto" di Giuseppe Ungaretti
My graphic interpretation of the 1916 poem “Il porto sepolto” (“The Buried Port”) by the great Italian poet Giuseppe Ungaretti (1888-1970). This comic originally appeared in the third issue of “Junior Poetry Magazine,” an Italian magazine of poetry for young people. La mia “fumettizzazione” della poesia “Il porto sepolto” (1916) di Giuseppe Ungaretti. Questo fumetto è stato pubblicato per la…
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E subito riprende Il viaggio Come Dopo il naufragio Un superstite Lupo di mare
-G.Ungaretti - Allegria di Naufragi
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#repost @escritores.malditosGiuseppe Ungaretti | Agonía [en «La alegría» (Allegria di Naufragi) 1914-1919]
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Allegria di naufragi
E subito riprende il viaggio come dopo il naufragio un superstite lupo di mare. Giuseppe Ungaretti Illustrazione di Antonio Maria Marini
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"Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata"
-Giuseppe Ungaretti, Natale, Allegria di naufragi.
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Il mostro di Loch Ness
La mia mente è un lago artificiale, un profondo, innaturale specchio di acque scure che non dovrebbero essere lì. Una forza potenziale trattenuta da una muraglia cupa, la diga, una torreggiante sutura di cemento a bloccare un vuoto, a fermare un pieno che non c'era. Molte cose sono sepolte sul fondo, nemmeno io so quali: paesi, strade, una città intera, affetti, amori, case, cure, sogni, alberi, giocattoli, persone, abiti, alibi,cadaveri e paure. Sono state coperte piano piano dall'acqua che impercettibile, saliva e scivolava leggera a fare strati d'ombra dove c'era luce. Non ha distrutto nulla l'acqua salendo. Tutto è rimasto lì immobile, immutato, imprigionato in un bozzolo di gelo. Invisibile, se non per qualche fantasma, qualche forma appena accennata che riluce a tratti, colpita da una vagante lama di sole. Tutto, compreso questo fragile archivio di eventi sepolti, sarebbe travolto dal crollare della diga, tutto trascinato a valle, partecipe della distruzione, irricostruibile. Tutto sparirebbe, quello che c'era ed è perduto, e quello che ci sarebbe, c'è, ai piedi della muraglia. Tra queste così ben conservate rovine, nuota il mostro, si muove lento, sotto la superficie, l'acqua si increspa appena al passaggio della sua mole. Si nutre di tutto ciò che, abbandonato, cade nel profondo. E aumenta la sua massa, ogni giorno porta un carico e nutre il leviatano. Ogni tanto l'acqua sale, saranno le piogge a monte, lo sfaldarsi dei ghiacci sotto qualche sole. E devo aprire la diga. Almeno un po', solo un po'. Una caduta controllata, un flusso doloroso ma consapevole che scorre in una via nota, lava gli stessi sassi, consuma la stessa strada. Libera una piccola parte di energia, asservito a necessità come un drago legato a una turbina. Pericoloso e perduto in niente, utile solo a sé stesso, uno sfogo. Nelle acque superiori continua a nuotare il mostro, non viene mai a galla e per fortuna. A valle scendono parole, come queste, il necessario svuotarsi del bacino, un tracimare per fare spazio a nuove cadute. Quanto può diventare grande il mostro senza spezzare la diga? Quanto può svuotarsi il lago senza rivelare il mostro?
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Quando mi desterò dal barbaglio della promiscuità in una limpida e attonita sfera Quando il mio peso mi sarà leggero Il naufragio concedimi Signore di quel giovane giorno al primo grido
Preghiera, G. Ungaretti
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E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare.
- allegria di naufragi, Giuseppe Ungaretti
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2022 ?
Allegria di naufragi
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E subito riprende
il viaggio
come dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare
[ G. Ungaretti ]
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Versa il 14 febbraio 1917
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare
-Giuseppe Ungaretti, Allegria di naufragi.
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Come la semente anche la mia anima ha bisogno del dissodamento nascosto di questa stagione
Comme une graine mon âme aussi a besoin du labour caché de cette saison
Giuseppe Ungaretti, Inverno, da Allegria di naufragi, Vallecchi, 1919
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Ungaretti e L’allegria
Nel 1914, su Lacerba, Palazzeschi pubblica il manifesto del Controdolore, la necessità del dolore per comprendere il rigetto allegro del controdolore. Ungaretti, scrivendo Allegria di naufragi (nella raccolta L’allegria, poesie dal 1914 al 1919) sembra averne percepito la lezione. Il naufrago immediatamente riprende il viaggio, segno di una vitalità inesausta, un’allegria epidermica che si attiva nel dolore. Il lupo di mare deve contemplare l’abisso per sperimentare quell’euforia. Quando con l’avanguardia tutte le vie tradizionali del linguaggio sembrano esaurirsi, Ungaretti propone la ricerca di una forma assoluta, esatta, scarna, pesata, trova nella poesia un valore di sacro in quanto capace di dar voce alla tragica testimonianza umana. La poetica dell’analogia rimane sempre la stessa, ma ritorna all’ordine negli anni Trenta, si rifà eleganti, petrarchesca, avvolta in un ritmo che ritorna. Sentimento del tempo visto come avvio di poesia ermetica, la costruzione di assenze - presenze. L’ermetismo mira alla creazione di un linguaggio estraneo alla storia fascista, un’autonomia dell’arte a livello anche formale, nell’elevare l’espressione.
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E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare.
Allegria di naufragi,
G. Ungaretti
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Lundkvist-Briefe, Schostakovitsch. Als Dank- und Arbeitsjournal des Montags, den 18. Mai 2020, dem nämlich schon neunzehnten Krebstag und für die Chemo No1.
Lundkvist-Briefe, Schostakovitsch. Als Dank- und Arbeitsjournal des Montags, den 18. Mai 2020, dem nämlich schon neunzehnten Krebstag und für die Chemo No1.
Poesie: Eine Wäscheleine ausgespannt zwischen einem Leuchtturm und einem Kirschbaum. Artur Lundkvist, Poetik 2 (Dtsch. v. Friedrich Ege)
[Arbeitswohnung, 5.14 Uhr Schostakovitsch, Streichquartett Nr. 2 A-Dur, op. 68]
Erstmals seit, ist mein Eindruck, langem wieder durchgeschlafen; nach dreißig Tropfen Novaminsulfon und einer Zolpidem gab es von 22.30 bis 5 Uhr nicht einen einzigen Zwischenstop,…
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STASERA
"Balaustrata di brezza
per appoggiare stasera
la mia malinconia."
(Giuseppe Ungaretti, Allegria di naufragi, 1931)
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Dunque ecco dove ho scoperto il senso del tempo - forse perché in questa terra i tramonti sono così persistenti che uno può mettersi comodo comodo a riflettere in tutta calma senza temere l’avanzata galoppante della notte. C’è un forma di ancestrale eroismo in questo sole che si attarda, respinge e scalcia la sua morte esplodendo in un oceano cremisi che, oltre che per gli inguaribili romantici, sembra essere stato fatto a bella posta anche per noi viandanti, pellegrini: consente di camminare ancora, di vedere dell’altro, di alzare la soglia della fatica, di cogliere fino all’ultimo raggio di giorno anche quando appare Venere, poi pure qualche altra stella e non sai più dire che ora sia. In quest’istante di smarrimento l’arcano per un attimo decide di svelarsi: allegria di naufragi. (mi raccomando, non perderti in domande, che resterebbero sospese, irrisolte; piuttosto fermati un poco e sii grato.
Anche per oggi Febo ha scelto di inabissarsi davanti ai tuoi occhi,
dentro i tuoi occhi) In quelle colline a cercare bene si trova anche il mio cuore, tra le olive cadute a terra
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