#alimenti basso indice glicemico
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Consigli dietetici per mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue. Alimentazione consigliata per chi ha problemi di glicemia
Per chi soffre di problemi di glicemia, come il diabete o l’iperglicemia, è fondamentale seguire un’alimentazione equilibrata che aiuti a mantenere i livelli di zucchero nel sangue stabili.
Per chi soffre di problemi di glicemia, come il diabete o l’iperglicemia, è fondamentale seguire un’alimentazione equilibrata che aiuti a mantenere i livelli di zucchero nel sangue stabili. La scelta di alimenti a basso indice glicemico e ricchi di nutrienti può contribuire a ridurre i picchi glicemici e a migliorare il benessere generale. In questo articolo, esploreremo le linee guida principali…
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INDICE GLICEMICO E CARICO GLICEMICO
L'IMPORTANZA DELL'INDICE GLICEMICO E CARICO GLICEMICO
L'INDICE GLICEMICO L’indice glicemico (IG), introdotto nel 1981 dal dottor David Jenkins, è un parametro importante per valutare l’influenza di un alimento sul nostro livello di zuccheri nel sangue. L’ I.G. di un alimento indica l’incremento glicemico ingerendo una porzione di quell'alimento rispetto ad un alimento di riferimento (glucosio o pane bianco), a parità di contenuto di carboidrati. L’indice glicemico è espresso in termini di percentuale: un alimento con un indice glicemico di 50% determina un innalzamento della glicemia pari alla metà di quello indotto dal glucosio oppure dal pane bianco Ad esempio, 50g di carboidrati contenuti in una porzione di 100 g di fagioli secchi (alimento a basso indice glicemico) hanno un minor impatto sulla glicemia rispetto allo stesso quantitativo di carboidrati contenuti in una fetta di pane di 90g (alimento ad elevato indice glicemico).
LA SCALA DI VALORI DELL'INDICE GLICEMICO
L’indice glicemico è stato precursore di un nuovo pensiero nutrizionale. Ecco la scala di valori a cui si può fare riferimento: - indice glicemico basso: da 0 a 40 - indice glicemico medio: da 41 a 70 - indice glicemico alto: da 70 in su.
TUTTAVIA, HA DEI LIMITI.
Per primo, è il fatto che tutti gli alimenti devono essere valutati sulla base degli effetti sulla glicemia per una quantità fissa di 100 grammi di saccarosio. Il problema è che per arrivare a 100 grammi netti di saccarosio, con alimenti che ne contengono quantità ridotte, si ottengono in alcuni casi risultati falsati. ESEMPI CLASSICI. Anguria e albicocca risultano alimenti ad alto indice glicemico. In realtà il dato è ingannevole: per arrivare a un contenuto di 100gr. netti di carboidrati nelle albicocche non basta mangiarne un etto, ma bensì 1.600 Gr. E per arrivare a 100 Grammi netti di carboidrati nelle angurie, bisognerà farne una vera e propria abbuffata. A questo punto è chiaro che ci sarà un innalzamento della glicemia. Questo accade in modo particolare con alimenti che contengono i carboidrati, ma anche con altri macro-nutrienti e soprattutto acqua.
CARICO GLICEMICO
Per risolvere questo problema di risultati falsati, è stato introdotto un nuovo parametro, il carico glicemico, che tiene in considerazione anche della quantità di carboidrati presenti in un determinato alimento. Il carico glicemico aggiunge l’elemento quantitativo, evitando così dati falsati si calcola attraverso una formula matematica molto semplice: Carico Glicemico= (Indice Glicemico x grammi di carboidrati) Diviso 100. Prendendo ad esempio l’anguria, il suo indice glicemico è 75: un dato molto alto, simile a quello di pasta o altri cereali. Tuttavia, l’anguria ha una bassa percentuale di carboidrati: per l’esattezza, 3,7%. Se mangiassimo 300 grammi di cocomero, una quantità quindi abbastanza importante, il carico glicemico sarebbe comunque basso (IG 75 X 11,1g di carboidrati/100 = CG 8,32). Fino a 10 si parla infatti di carico glicemico basso Il carico glicemico si calcola prendendo: (Indice Glicemico x grammi di carboidrati dell’alimento) Diviso 100 = C.G. La classificazione del C.G. vede gli alimenti con: - 0-10 punti a basso carico glicemico - 11-19 punti a medio carico glicemico - 20 ed altro ad alto carico glicemico Anche in questo caso, il dato va preso con attenzione. A far ingrassare non è il picco glicemico postprandiale, ma il bilancio energetico introdotto con l’alimentazione. Il carico glicemico è sicuramente un passo avanti rispetto all'Indice glicemico, che teneva in considerazione solo la qualità dei carboidrati in un alimento. È fondamentale ricordarsi che noi non mangiamo quasi mai un alimento singolarmente, ma che nel pasto di solito abbiamo un mix di alimenti, ed è la somma degli alimenti a portare l’innalzamento, più o meno marcato, della glicemia. I grassi e le fibre alimentari abbassano l’immissione degli zuccheri nel sangue. Il primo passo è mantenere la glicemia stabile tramite alimenti a basso carico glicemico.
Studio scientifico
A riprova di questa affermazione Sul sito della US National Library of Medicine National Institutes of Health è stato pubblicato uno studio che ha prodotto risultati molto interessanti. È stata monitorata per 24 ore la glicemia di pazienti sottoposti a una dieta a basso indice glicemico e di pazienti sottoposti a una dieta ad alto indice glicemico. Al termine della giornata, hanno dimostrato che nel gruppo a basso indice glicemico l’escursione glicemica era minore. Quindi, grazie a un’alimentazione a basso indice glicemico è possibile mantenere la glicemia più stabile durante tutto il corso della giornata.
PERCHÉ È IMPORTANTE TENERE LA GLICEMIA STABILE
Gli alimenti che contengono carboidrati alzano il livello di zuccheri nel sangue a seconda del loro carico glicemico. Che può essere basso, medio o alto, ad alzare il livello della glicemia è proprio quello che mangi. E se i livelli vengono alterati in modo eccessivo, il tuo corpo reagirà producendo insulina. L'insulina è un ormone che, se in eccesso, è responsabile dell'accumulo degli zuccheri nelle riserve di grasso addominale. Trovare il tuo indice di equilibrio, quindi, ti aiuterà a raggiungere il benessere psicofisico se desideri consultare tabelle indice e carico glicemiche scaricala qui in basso TABELLA INDICE E CARICO GLICEMICO
CONSIGLI ALIMENTARI
La valutazione dell’indice e del carico glicemico degli alimenti può tornare utile in vari casi: Un diabetico infatti, deve privilegiare i cibi a basso C.G., in modo da evitare eccessivi rialzi della concentrazione ematica di glucosio. Affinché si verifichi l'effetto desiderato è tuttavia importante contenere anche il carico glicemico complessivo del pasto. Consumare cibi a basso Indice e carico glicemico è importante anche per tenere sotto controllo fame, appetito e peso corporeo. Infatti, quando se si introduce un eccesso di cibi ad elevato indice glicemico, la massiccia risposta insulinica, causa un rapido passaggio di glucosio dal sangue ai tessuti. Si instaura così un'ipoglicemia transitoria che, captata dal centro ipotalamico della fame, spinge l'individuo alla ricerca di cibo, con lo scopo di riportare nella norma i valori glicemici. Si entra così in un pericolosissimo circolo vizioso, che favorisce l'aumento di peso corporeo, con ripercussioni psicofisiche estremamente negative. ATTENZIONE Le informazioni contenute in questo sito sono presentate a solo scopo informativo, in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata. Se si hanno dubbi o quesiti sull'uso di un farmaco è necessario contattare il proprio medico. Leggere Disclaimer Per qualsiasi domanda o informazione, chiedi e ti sarà data Read the full article
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Salve doc. saprebbe dirmi 4-5 alimenti con una buona quantità di carboidrati abbinata a minor indice glicemico? Grazie 🙏🏻
beh... io direi che sono pescabili nell’elenco qui di sotto, negli spazi verde e gialli
Tipo i fagioli apportano un sacco di carboidrati, ma l’indice glicemico è relativamente basso. L’hummus pure.
Però c’è un problema. Prendiamo il riso soffiato, che è l’ultimo in fondo, nel gruppo dei rossi. Ebbene, se lo mangiamo da solo o con del latte scremato, la situazione cambia poco; se però viene mangiato con alimenti molto grassi o ricchi di proteine, l’indice glicemico (che ricordo essere la capacità di alzare la glicemia dopo il pasto) si abbassa, perché grassi e fibre ostacolano l’assimilazione dei carboidrati. Quindi, che so, metti che vuoi mangiarti un piatto di riso integrale (IG nella tabella = 50). Se te lo fai da solo hai un alimento con un IG medio, se invece te lo fai insieme a un bel piatto di verdure abbondanti, condito magari con olio e pure un po’ di grana, ecco che potresti addirittura finire nel verde. Certo, poi ci sono da considerare le calorie, ma ora stiamo parlando di IG.
Quindi io non darei troppo peso a questa cosa, sinceramente.
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⭕️ Quando mangiamo alimenti contenenti carboidrati il valori della glicemia (lo zucchero presente nel sangue), si alza.
Ma la velocità con cui aumenta la glicemia non è data solo dalla quantità dei carboidrati introdotti, ma anche dalla qualità; l’indice glicemico è un parametro che valuta la risposta glicemica di ogni alimento.
È definito come la velocità con la quale 50 grammi di carboidrati provenienti da un dato alimento sono capaci di aumentare la glicemia rispetto a 50 grammi di carboidrati derivanti da un alimento standard (pane bianco o glucosio). Per esempio gli alimenti a basso indice glicemico sono legumi, pasta, frutta e latte; mentre alimenti ad alto indice glicemico sono pane bianco, riso e patate; gli alimenti ad indice glicemico intermedio sono lo zucchero, il mais, il pane integrale.
fonte: Humanitas Salute
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Alimenti a basso indice glicemico prevengono il diabete?
Una dieta con basso indice glicemico potrebbe prevenire il diabete di tipo 2. Questo il risultato dello studio MEDGI-Carb, pubblicato su Nutrients, condotto da ricercatori dell'Istituto di scienze dell'alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche di Avellino (Cnr-Isa) in collaborazione con l'Unità diabete, nutrizione e metabolismo dell'Università Federico II di Napoli e le Università di Purdue (USA) e Chalmers (Svezia). Il gruppo di ricerca ha valutato come il profilo glicemico giornaliero di individui in sovrappeso ma senza diabete fosse influenzato dalla dieta. Alimenti a basso indice glicemico, lo studio "Il principale presupposto di questo studio è rappresentato dalla consapevolezza che abbassare la glicemia dopo il pasto può essere una strategia efficace per ridurre l'incidenza del diabete; infatti, l'aumento della glicemia postprandiale rappresenta l'inizio del processo che porta allo sviluppo della malattia", afferma Rosalba Giacco, ricercatrice nell'Area di nutrizione umana e metabolismo presso il Cnr-Isa di Avellino e responsabile del progetto di ricerca. Precedenti studi hanno dimostrato che alimenti ad alto indice glicemico - come il pane bianco, il riso, la polenta, la pizza e le patate - favoriscono l'aumento della glicemia. Pertanto, le persone con diabete per mantenere sotto controllo la glicemia dopo il pasto devono ridurre il consumo di questi alimenti, preferendo non solo quelli ricchi in fibre, come legumi, frutta, verdura e cereali integrali, ma anche quelli con un basso indice glicemico, come la pasta, il riso parboiled, le piadine. Dieta mediterranea? "Sappiamo da precedenti ricerche che la dieta mediterranea riduce il rischio di diabete tipo 2; tuttavia, anche se essa si caratterizza per un uso preferenziale di alimenti a basso indice glicemico, non è noto se la scelta di questi alimenti abbia un ruolo nella prevenzione di questa malattia", afferma Marilena Vitale, ricercatrice della Federico II e coautrice dello studio. Hanno partecipato alla ricerca 160 persone in sovrappeso, a rischio di sviluppare il diabete, reclutate nei tre centri universitari in Italia, Svezia e USA. Ad esse è assegnata in modo casuale una dieta con alimenti a base di cereali con diverso indice glicemico per un periodo di tre mesi; tutte le altre caratteristiche della dieta erano identiche nei due gruppi. "Per facilitare l'adesione alla dieta, i prodotti ad alto o a basso indice glicemico venivano forniti gratuitamente ai partecipanti allo studio e ai loro commensali abituali. Come avevamo ipotizzato, il profilo glicemico giornaliero, misurato mediante prelievi effettuati ogni ora prima e dopo la colazione e il pranzo fino al tardo pomeriggio, aumentava dopo tre mesi di dieta con gli alimenti ad alto indice glicemico. La differenza più marcata tra i due gruppi si registrava per la risposta glicemica dopo il pranzo, che alla fine dell'esperimento era pressoché dimezzata nel gruppo con dieta a basso indice glicemico", riferisce Giuseppina Costabile, ricercatrice dell'Università Federico II e coautrice dello studio. Risultati e conferme Questo risultato arriva dalla misurazione in continuo della glicemia in condizioni di vita normale. "Grazie a questa metodologia innovativa abbiamo potuto documentare che frequenti e marcate oscillazioni della glicemia nell'arco delle 24 ore sono presenti anche in chi non ha il diabete e che esse possono essere notevolmente attutite con la dieta a basso indice glicemico. È noto che i picchi glicemici danneggiano la parete delle arterie e favoriscono lo sviluppo di arteriosclerosi" commenta Gabriele Riccardi della Federico II, coautore dello studio. "I risultati ottenuti possono essere utili anche per valutare l'impatto della dieta su altri biomarcatori rilevanti per lo stato di salute. I numerosi dati raccolti in questo studio saranno utilizzati per comprendere meglio le interazioni tra la dieta, la flora batterica intestinale e il profilo dei metaboliti plasmatici, al fine di interpretare le differenze interpersonali nella risposta glicemica alla dieta, nella prospettiva di una nutrizione di precisione", conclude Giacco. Read the full article
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Alimenti a basso indice glicemico prevengono il diabete
Un recente studio condotto dai ricercatori dell’Istituto di scienze dell’alimentazione del Cnr di Avellino e dell’Università Federico II di Napoli, dimostra che una dieta con un basso indice glicemico potrebbe contribuire a prevenire il diabete di tipo 2.La ricerca è pubblicata su NutrientsUna dieta con basso indice glicemico potrebbe prevenire il diabete di tipo 2.
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Alimenti a basso indice glicemico prevengono il diabete: studio dell’Università e del CNR di Avellino Federico II di Napoli - Napoli Village | www.napolivillage.com
Alimenti a basso indice glicemico prevengono il diabete: studio dell’Università e del CNR di Avellino Federico II di Napoli – Napoli Village | www.napolivillage.com
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