#alessandro milone
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astralbondpro · 9 months ago
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Nanowar of Steel // Winterstorm in the Night
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jacopocioni · 1 year ago
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Tutti gli UFO sopra Firenze dalla guerra ad oggi: 1978 quarta parte
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Ci credete? Non ci credete? Poco importa. Il fenomeno ufologico è vecchio quanto il mondo. Gli avvistamenti, reali, finti, "costruiti" nel mondo sono innumerevoli e su Firenze e provincia non mancano. Questa è un piccola rubrica per citare gli avvistamenti registrati su Firenze e provincia dal 1946 al 1980, se poi qualcuno ha a disposizione anche quelli successivi, e ce li fornisce, potremmo pubblicare anche quelli dal 1980 in poi. Questo l'articolo precedente: Tutti gli UFO sopra Firenze dalla guerra ad oggi: 1978 terza parte Il 20 settembre 1978 a Firenze alle 17:30 fu visto un oggetto non identificato, lo riporta La Nazione del 21-09-1978 e Il Giornale dei Misteri n. 115 Migliaia di persone notarono nel cielo un oggetto volante non identificato, che rifletteva i raggi del sole al tramonto. Dalle 17:30 alle 20:00, molti telefonarono al quotidiano La Nazione per metterlo al corrente del fatto. Il mistero però fu presto risolto; infatti, il dr. Calamai dell'osservatorio di Arcetri, dichiarò che si trattava di un normale pallone sonda, di quelli che tante volte avevano lanciato anche loro. Quel pallone sonda doveva avere incorporata una piccola radiotrasmettitrice. Doveva essere piuttosto grosso, non molto lontano dai 100 metri (forse di diametro ?) se, nonostante un'altezza di qualche migliaio di metri, è stato avvistato anche da altre città della Toscana. Rimase comunque sconosciuto colui che lo lanciò. L'oggetto fu visto e segnalato anche da Empoli, Greve in Chianti e in gran parte della Toscana. Moltissima gente testimoniò che nelle loro case venne a mancare l'energia elettrica. Tra le varie ipotesi formulate, vi fu pure quella relativa alla presenza di insoliti "corpi volanti" nelle zone interessate. I primi di dicembre del 1978 al Galluzzo (Firenze) alle 06:30 fu vista una sfera, lo riporta l'inchiesta del CUN di Firenze in data 30-08-1979 Lo studente Alessandro Martire, di anni 18, residente al Galluzzo in via Biadi 2, dopo alzato per andare a scuola, si recò in terrazza per constatare il tempo e fu lì che vide una forma sferica grande come una ciliegia a distanza di braccio, di colore bianco accecante. Corse a prendere il binocolo 10x50 e siccome la luce era ferma, il teste poté notare che vibrava forte, lasciando una specie di scia che scompariva poco dopo. Chiamò anche sua madre la quale, anche lei, vide le stesse cose e disse al figlio: "Chiama Arcetri!". Il giovane lo fece ma per ben tre volte non rispose nessuno. Allora tornò a prendere il binocolo e così notò che da questa luce si staccò, dalla parte destra, una piccola luce della grandezza della stella polare, la quale girò attorno, passandovi dietro, alla grande luce e qui vi rientrò dalla parte sinistra. Giunte le ore 06:50, il giovane uscì per prendere l'autobus e, mentre si avviava al cancello, vide che proveniva una forma sferica dal colore blu intenso, con una croce di luce contornata da un alone celeste; il tutto si muoveva verso il primo oggetto avvistato poc'anzi. Immediatamente il teste cercò qualcuno per mostrargli quello che stava accadendo ma, data l'ora, non vide nessuno. Giunto all'ufficio postale, vide sempre il secondo oggetto avvicinato molto al precedente, poi sopraggiunsero delle nuvole e quindi non vide più niente. Quest'ultimo oggetto si dirigeva da sud verso nord. La mattina dopo alle 6.30 lo stesso testimone, alla stessa ora, rivide il primo oggetto nella stessa posizione del giorno prima. La mattina del giorno dopo invece non c'era più niente. Il 7 dicembre 1978 a Firenze alle 06:45 fu vista una palla. lo riporta il notiziario UFO n. 12 (1979); Il Giornale dei Misteri n. 97, doc. 2254; ®Il Giornale dei Misteri n. 118 Da via Cosimo, gli studenti dodicenni Vincenzo Milone e Antonio Baldi, residenti rispettivamente in via P. di Buonaguida 4 ed in via S. Aretino 5, videro per circa due minuti una palla, nel cielo che da sud si dirigeva ad est, con assetto di volo orizzontale e con spostamenti a scatti, dall'alto al basso. Era ad una quota approssimativa di 1800 metri ed aveva un colore bianco-giallo. Si vedeva nitidamente nel cielo che, in quel momento, era sereno. I ragazzi comunque rimasero del tutto indifferenti davanti al fatto. Il 13 dicembre 1978 a Firenze -alle 06:02 un oggetto fluorescente, lo riporta il Giornale dei Misteri n. 97, doc. 2252; Il Giornale dei Misteri n. 123 Loretta e Giorgio Melce, la prima casalinga di anni 33 ed il secondo commerciante di anni 38, residenti in via Sano di Pietro 11, videro, dalla finestra della cucina, una "cosa meravigliosa" che non poteva essere n‚ una stella n‚ un aereo. Era un oggetto luminoso fosforescente, ruotante e che si avvicinava e si allontanava mandando bagliori con le esplosioni. Aveva una forma circolare di circa 10 metri di diametro ed appariva molto lontano in direzione sud. Il cielo era quasi sereno. Dopo poco l'oggetto svanì nel nulla. La donna precisò di aver provato, nel vederlo per prima, uno strano benessere e di averlo trovato tanto bello da desiderare di rivederlo ancora "molto più da vicino". Il 13 dicembre 1978 a Fucecchio alle 06:30 un oggetto avvolto da un alone, lo riporta l Giornale dei Misteri n. 122, p. 24, doc. 2757 La signora Margherita Sestini di anni 39, ex-infermiera dell'Ospedale di Fucecchio e residente in località La Torre, in via del Monte Bono 127/A, quella mattina si era alzata presto per andare al mercato con suo marito di anni 43, impresario edile, quando ad un tratto, entrambi, videro in cielo, dove rimase fermo per più di un'ora, "un oggetto luminoso avvolto da un alone" e a forma di "mezzaluna", il quale si allontanò poi spostandosi a zig-zag. Il fenomeno fu seguito anche con un binocolo, dopo che i coniugi avevano spento le luci della loro abitazione. Una foto fu scattata, ma senza nessun risultato. La signora fu abbagliata e provò tanta paura, con conseguenza di agitazione e di malessere che si protrassero per diversi giorni. Il bruciatore dell'impianto termico di casa Sestini andò in blocco e riprese a funzionare regolarmente, solo dopo la scomparsa di quell'ordigno. Del fatto fu testimone anche la famiglia Benvenuti, tutte persone note e stimate della zona. Il 16 dicembre 1978 a Firenze  alle 23:20 furono viste delle luci, lo riporta il Giornale dei Misteri n. 97, doc. 2251; Il Giornale dei Misteri n. 128, doc. 2251 Elena, Paolo e Graziella Cei, rispettivamente di anni 12 la prima, commesso di anni 35 il secondo e casalinga di anni 34 la terza, residenti in via Palazzo dei Diavoli 19, videro alla periferia della città 11 luci bianche provenire da ovest, di cui tre in fila obliqua e altre sei in ordine sparso ma piuttosto vicine le une alle altre, e due più grandi, lampeggianti e poste in coda. Furono osservate per 8 minuti; avevano una forma rotonda e dimensione un po' più grande di quella di una stella. Si spostavano verso est in un cielo quasi sereno. Read the full article
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atna2-34-75 · 2 years ago
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Alessandro Vittoria, Milon of Crotona
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nofatclips · 3 years ago
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Gabonzo Robot by Nanowar of Steel from the album Italian Folk Metal - Written, drawn and directed by Dr. Pira
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paoloxl · 4 years ago
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Appello per la liberazione immediata di Dana Lauriola firmato da oltre un centinaio di membri del corpo accademico, giuristi, intellettuali ed esponenti del mondo della cultura. Dana, attivista notav, è detenuta in carcere da ormai quasi sei mesi per aver parlato in un megafono durante una manifestazione contro il raddoppio della Torino-Lione
Alla Ministra della Giustizia
prof. Marta Cartabia
Al Garante nazionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale
Mauro Palma
Al Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale per il Piemonte
Bruno Mellano
e, per conoscenza
Al Tribunale di sorveglianza di Torino
Dana Lauriola, militante No Tav, è in carcere dal 17 settembre 2020 ‒ e, dunque, da quasi sei mesi ‒ in esecuzione di una condanna a due anni di reclusione per il reato di violenza privata (per il quale, con il bilanciamento tra aggravanti e attenuanti, la pena prevista dalla legge parte da 15 giorni).
I fatti per cui è stata condannata risalgono a nove anni fa e sono stati commessi nel corso di una manifestazione di protesta e di solidarietà con Luca Abbà, agricoltore valsusino in quei giorni in bilico tra la vita e la morte dopo essere rimasto folgorato su un traliccio dell’alta tensione su cui si stava arrampicando, inseguito da un agente di polizia, in un’azione dimostrativa contro l’apertura del cantiere della Nuova linea ferroviaria Torino-Lione. La manifestazione si concluse con il blocco, per alcuni minuti, delle sbarre dei caselli di accesso all’autostrada Torino-Bardonecchia. Il danno subito dalla società concessionaria dell’autostrada per il mancato pagamento del pedaggio da parte degli automobilisti in transito è stato quantificato dal tribunale in 777 euro e a Dana Lauriola è stato contestato «di avere, usando un megafono, intimato agli automobilisti di transitare ai caselli senza pagare il pedaggio, indicando le ragioni della protesta». Diventata definitiva la sentenza, Dana Lauriola ha chiesto di scontare la pena in misura alternativa, ma il Tribunale di sorveglianza di Torino ha respinto l’istanza, pur in assenza di precedenti condanne definitive e nonostante l’esistenza di un lavoro stabile di notevole responsabilità e le valutazioni ampiamente favorevoli dei servizi sociali dell’amministrazione della giustizia. La motivazione del rigetto è che Dana Lauriola «non ha preso le distanze» dal movimento No Tav e che il suo domicilio «coincide con il territorio scelto come teatro di azione dal movimento No Tav, il quale ha individuato il cantiere di Chiomonte per la realizzazione della futura linea dell’Alta Velocità come scenario per frequenti manifestazioni e scontri con le Forze dell’ordine».
La vicenda ci lascia sbigottiti/e e preoccupati/e, come cittadini e cittadine impegnati/e nell’associazionismo, nella politica, nell’informazione, nel mondo dell’arte e della cultura. Per la sorte di Dana e per il trattamento del dissenso nel nostro Paese.
Non entriamo, qui, nel merito della qualificazione giuridica dei fatti e di altri aspetti (pur inquietanti) inerenti la ritenuta responsabilità di Dana e la concezione del concorso di persone nel reato sottesa alla condanna, ma denunciamo, da un lato, l’evidente sproporzione tra i fatti (commessi senza violenza alle persone e con un danno patrimoniale di assoluta modestia) e la pena e, dall’altro, la sorprendete anomalia della mancata concessione di una misura alternativa al carcere (pur consentita dalla legge e coerente con le condizioni soggettive di Dana). Il nostro stupore e la nostra preoccupazione, poi, aumentano guardando alle motivazioni con cui l’istanza di misura alternativa è stata respinta: Dana non può beneficiare della pena alternativa e, quindi, merita il carcere per aver tenuto fermi i propri «ideali politici» e la propria opposizione al Tav e perché abita nella valle in cui ci sono i suoi affetti, i suoi interessi, i suoi compagni di vita e di militanza!
Percepiamo la carcerazione di Dana come una grave ingiustizia sul piano personale e come un pesante attacco alla libertà di tutti di manifestare ed esprimere le proprie idee e di dissentire da scelte politiche ritenute sbagliate e dannose. La nostra denuncia e la nostra preoccupazione sono condivise dalla grande maggioranza di una valle che da trent’anni chiede inutilmente di essere ascoltata e da molti cittadini e cittadine che non sono contrari alla Nuova linea ferroviaria ma hanno a cuore le libertà e i diritti fondamentali.
Per questo vi chiediamo, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, di adottare ogni iniziativa utile a favorire l’immediata scarcerazione di Dana: per porre rimedio a un’ingiustizia in atto, per dare un segnale di attenzione ai temi implicati dalla vicenda, per ripristinare condizioni di agibilità politica anche (e soprattutto) per chi dissente.
4 marzo 2021
FIRMATARI
1) Maria Luisa Boccia (Centro per la Riforma dello Stato)
2) Daniela Dioguardi (Udipalermo)
3) Ketty Giannilivigni (Udipalermo)
4) Franco Ippolito (Fondazione Basso)
5) Livio Pepino (Volere la luna, Edizioni Gruppo Abele)
6) Tamar Pitch (Università di Perugia)
7) Grazia Zuffa (Società della ragione)
8) Alessandra Algostino (Università di Torino)
9) Stefano Anastasia (Università di Perugia)
10) Gaetano Azzariti (Università di Roma La Sapienza)
11) Letizia Battaglia (fotografa)
12) Mauro Biani (vignettista)
13) Alessandra Bocchetti (saggista)
14) Luciana Castellina (politica e scrittrice)
15) Franco Corleone (già sottosegretario alla Giustizia)
16) Maura Cossutta (Casa internazionale delle donne)
17) Maria Rosa Cutrufelli (scrittrice)
18) Teresa Degenhardt (Queen’s University, Belfast, Studi sulla Questione criminale)
19) Giuseppe De Marzo (Libera – Rete dei Numeri Pari)
20) Ida Dominijanni (filosofa e giornalista)
21) Claudio Fava (presidente Commissione antimafia Regione Sicilia)
22) Lorenzo Fazio (direttore editoriale casa editrice Chiarelettere)
23) Luigi Ferrajoli (Università di Roma3)
24) Angelo Ficarra (Anpi, Palermo)
25) Marcello Fois (scrittore)
26) Maria Grazia Giammarinaro (magistrata)
27) Elisabetta Grande (Università del Piemonte orientale)
28) Sabina Guzzanti (attrice e regista)
29) Loredana Lipperini (giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica)
30) Luigi Manconi (A Buon Diritto)
31) Lea Melandri (saggista)
32) Luca Mercalli (climatologo e giornalista scientifico)
33) Paolo Mondani (giornalista)
34) Tomaso Montanari (Università per stranieri di Siena)
35) Michela Murgia (scrittrice)
36) Francesco Pallante (Università di Torino)
37) Giovanni Palombarini (già magistrato)
38) Valeria Parrella (scrittrice)
39) Mariella Pasinati (Udipalermo )
40) Valentina Pazé (Università di Torino)
41) Marco Revelli (Università del Piemonte orientale)
42) Maria Concetta Sala (Udipalermo, Palermo)
43) Giorgia Serughetti (filosofa politica)
44) Evelina Santangelo (scrittrice)
45) Vincenzo Scalia (Università di Winchester, Studi sulla Questione criminale)
46) Anita Sonego (presidente Casa delle donne Milano)
47) Armando Sorrentino (avvocato)
48) Sergio Staino (vignettista)
49) Vittorio Teresi (già magistrato)
50) Chiara Valerio (scrittrice)
51) Simone Furzi, ricercatore
52) Laura Cima, ecofemminista
53) Alberto Castiglione, regista
54) Alessandra Sarchi, scrittrice
55) Helena Janeczeck, scrittrice
56) Teresa Ciabatti, scrittrice
57) Rossella Milone, scrittrice
58) Caterina Bonvicini, scrittrice
59) Hamid Ziarati, scrittore
60) Elvira Seminara, scrittrice
61) Marta Bellingreri, reporter l’Espresso, Al-Jazeera English
62) Alessio Mamo, fotoreporter l’Espresso, Guardian
63) Vittoria Tola, UDI
64) Giulia Potenza, avvocata, responsabile nazionale UDI
65) Adriana Laudani, avvocata
66) Emma Dante, regista
67) Valentina Chinnici, insegnante, consigliera comunale Palermo
68) Lorenzo Teodonio, fisico climatologo
69) Lorenzo Coccoli, storico
70) Rita Di Leo, docente di relazioni internazionali
71) Giulio De Petra, docente di tecnologie digitali
72) Carmelo Caravella, sindacalista Cgil
73) Luisa Simonutti, ricercatrice di filosofia politica, Cnr
74) Alessandro Montebugnoli, economista
75) Bianca Pomeranzi, esperta di cooperazione e politiche di genere
76) Fulvia Bandoli, politica ecologista
77) Mario Dogliani, costituzionalista
78) Alberto Olivetti, filosofo di estetica
79) Caterina Botti,  filosofa morale
80) Laura Bazzicalupo, filosofa politica
81) Claudio De Fiores, costituzionalista
82) Chiara Giorgi, storica
83) Laura Ronchetti, costituzionalista
84) Nicola Genga, Ministero dei Beni culturali,
85) Rocco D’Ambrosio, sacerdote filosofo politico
86) Giuseppe Cotturri, docente di teoria del diritto e delle istituzioni
87) Stefania Vulterini, saggista
88) Emilio Giannelli avvocato
89) Gisella Modica Udipalermo
90) Giovanna Martelli, già parlamentare
91) Claudia Pedrotti, avvocata Udipalermo
92) Rita Barbera, già direttora istituti di pena
93) Elvira Rosa, coordinamento antiviolenza palermo
94) Gisella Costanzo, attrice
95) Sandra Rizza, giornalista
96) Laura Piretti, UDI
97) Alida Castelli, UDI
98) Liviana Zagagnoni, UDI
99) Pina Mandolfo, operatrice culturale
100) Francesca Traina, Udipalermo
101) Loredana Rosa, Il femminile è politico: potere alle donne
102) Rita Calabrese, Udipalermo
103) Marina Leopizzi, Udipalermo
104) Giovanna Minardi, docente Università Palermo
105) Mimma Grillo, Forum antirazzista Palermo
106) Ida La Porta, Udipalermo
107) Bice Grillo, Udipalermo
108) Toni Casano, redattore Pressenza
109) Alessandra Notarbartolo, coordinamento antiviolenza Palermo
110) Agata Schiera, Udipalermo
111) Beatrice Monroy, scrittrice
112) Emi Monteneri, Udipalermo
113) Angela Militello, Udipalermo
114) Etta Sgadari, Udipalermo
115) Elena Diliberto, Udipalermo
116) Mimma Argurio  (segretaria generale Fisac Sicilia)
117) Elvira Morana (CGIL Sicilia)
118) Anna Maria Tirreno (segretaria Camera del lavoro CGIL Palermo)
119) Rita D’Ippolito (insegnante in pensione)
120) Rosario Nicchitta (architetto)
121) Novella Nicchitta (formatrice)
122) Ornella Russo (insegnante)
123) Anna Di Salvo (Città Felice, Rete la Ragna-Tela)
124) Enza Longo (Coordinamento antiviolenza 21luglio Palermo)
125) Maria Rosa Turrisi (preside in pensione)
126) Angela Galici (Coordinamento antiviolenza 21 luglio Palermo)
127) Simona Sorrentino (medica)
128) Elvira Rosa (Il femminile è politico: potere alle donne)
129) Gemma Infurnari (UDIPalermo)
130) Elisa Romano (Università di Pavia)
131) Maddalena Giardina (avvocata, UDIPalermo)
132) Anna Marrone (docente, UDIPalermo)
133) Emilia Martorana (Coordinamento antiviolenza 21luglio Palermo)
134) Katia Orlando (insegnante, consigliera comunale Palermo)
135) Maria Concetta Pizzurro (UDIPalermo)
136) Silvia Miceli, docente (UDIPalermo)
137) Maria Grazia Patronaggio (Le Onde onlus)
138) Valeria Andò (docente Università di Palermo)
139) Benita Licata (dirigente Scolastica)
140) A. Maria Catalano (dirigente Scolastica)
141) Gaia Nicita (docente)
142) Valeria Ferrauto (docente)
143) Margherita La Porta (funzionaria MEF)
144) Giusi Vacca (agente pubblicitaria)
145) Flora Arcuri (docente)
146) Cetti Iovino (imprenditrice agricola)
147) Alessandra Jaforte (docente)
148) Claudia La Franca (architetta)
149) Virna Chessari (docente)
150) Gilda Messina (docente)
151) Valeria Adamo (docente)
152) Giorgia Calì (docente)
153) Nadia Saputo (docente)
154) Claudia Calzolari (docente)
155) Gabriella Pucci (imprenditrice agricola)
156) Daniela Gennaro (dirigente scolastica)
157) Cristina Fatta del Bosco (imprenditrice agricola)
158) Amelia Crisantino (docente/scrittrice)
159) Anna Maria Ruta (dirigente scolastica)
160) M. Antonietta Spadaro (storica dell’arte)
161) Anna Cottone (docente Università Palermo)
162) Tommaso Di Caccamo (redattore tecnico)
163) Agostina Passantino (bibliotecaria)
164) Licia Masi (pensionata, operatrice sociale volontaria)
165) Rossella Reyes (dipendente regionale)
166) Sabina Cannizzaro (pensionata regionale)
167) Cristina Pecoraro (pensionata regionale)
168) Rosalba Rinaudo (insegnante in pensione)
169) Carmelo Lucchesi (insegnante in pensione)
170) Francesca Citarrella (operatrice sociale)
171) Laura Zizzo (guida turistica)
172) Michela Fiore  (casalinga)
173) Antonia Cascio (pensionata)
174) Adriano Di Cara (ingegnere)
175) Antonino Di Cara (operatore sociale)
177) Sandra Giovanna Cascio (casalinga)
178) Alessandra Bruno (avvocata)
179) Emilia Esini (Maghweb)
180) Gabriele Tramontana (Maghweb)
189) Fabrizio Cacciatore (Maghweb)
190) Vincenzo Allotta (Maghweb)
191) Sofia Calderone (Maghweb)
192) Epifania Lo Presti (Maghweb)
193) Elisa Chillura (Maghweb)
194) Chiara Ercolani (Maghweb)
195) Marianna Castronovo (Maghweb)
196) Giuseppe Grado (Maghweb)
197) Marta Cutrò (docente)
198) Sebastiana Zangla (docente)
199) Maria Clara Provenzano (docente)
200) Maria Oliva Caldarella (docente)
201) Emanuela Bajardi (docente)
202) Candida Di Franco (docente)
203) Alessandra Martorana (docente)
204) Gabriella Costanzo (docente)
205) Teresa Burderi (docente)
206) Elvira Leone (pediatra)
207) Gisella Duci (docente)
208) Maria Di Chiara (docente)
209) Donatella Lombardo (docente)
210) Francesca Koch (storica)
211) Francesca Martino (musicista)
212) Ugo Mattei (Università di Torino, Generazioni Future)
Per adesioni:
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ateatino · 4 years ago
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Il 31 gennaio si è conclusa per noi un'avventura davvero emozionante!
Così emozionante che vogliamo dare i numeri:
6.166 euro raccolti
259 donatori e donatrici
4.186 visite uniche alla pagina del nostro progetto sulla piattaforma di Produzioni dal Basso.
Abbiamo tanti grazie da dire: a Produzioni Dal Basso e Banca Etica per averci dato l'opportunità con il bando "Impatto +" di poter rendere concreta un'idea progettuale su cui lavoriamo da mesi con O2italia, Il cartolaio del bosco e la Libreria L'Incanta Storie; ad Editoriale Scienza per il sostegno e per gli infiniti stimoli che ci sono venuti dal loro catalogo; alle scuole che riceveranno in dono le scatole per l'entusiasmo e la fiducia.
E, ovviamente, a tutte e tutti voi per aver reso possibile il passaggio alla "fase 2" del progetto.
GRAZIE a: Antonio Mamì, Agata Samperi, Alberto Musco, Aldo Lenzo, Alessandra Rigano De Gaetano, Alessandro Milone, Alessia Barone, Ambrogio Isgrò, Andrea Corno, Andrea Inzerillo, Andrea Scilipoti, Serena Leotta, Angela Costantino, Anita Magno, Anna Fazio, Anna Gallerani, Annalisa Gualtieri, Anna Maria Vaccarino, Antonella Correnti, Antonella Saja, Antonia Sidoti, Antonio Cicero, Antonio Carcione, Elena Bagnoli, Antonio Bellinvia, Anna Bucca, Carmen Papaianni, Carla Cozzolino, Carmelo Catalano, Carmelo Recupero, Carmen Barca, Carolyn Berger, Caterina Abbriano, Marilia Costa, Cettina Pitrone, Chiara Pepe, Chiara Scuteri, Cleopatra Cortese, Claudia Mangano, Stefano Clerici, Carmela Panella, Cristina Grande, Daniela Munafò, Daniela Bersano, Marco Giorgianni, Dario De Pasquale, Diego Zucchelli, Domenica Piazzo, Donato Barbato, Daniela Pappalardo, Elena Poma, Emanuele La Rosa, Enrica Pellegrino, Enza Galluzzo, Enza Zumbo, Erika Bucca, Eva Buttà, Fabio Calabrò, Fabio Genovese, Francesco Caizzone, Federica Correnti, Federica Maio, Federico Mangano, Filippo Nicosia, Matteo Finco, Francesca Rinaldi, Francesca Mirabella, Francesca Petruzzella, Francesca Pitrone, Marco Pandolfo, Francesco Calabrò, Gabriele Sidoti, Lucia Gentile, Giuseppe Geraci, Gian Marras, Garis Giovanna, Giovanna Caravello, Giovanna Rappazzo, Giulia D’Alessio, Giuseppe Aliquò, Agnese Calabrò, Giuseppe Motta, Giuseppe Pampanini, Giusi Caliri, Giusy Caravello, Giusy Russo, Glenda Spiller, Grazia Costantino, Grazia Salamone, Graziella Rao, Antonino Il Grande, Aias Onlus Sezione di Barcellona Pozzo di Gotto, Marcela Salvador, Irene Faranda, Isidora Scaglione, Carmen Italico, Ivan Bertolami, Katia Crifò, Roberto Cervi, Pietro Rossello, Laura Alessandra Bonaceto, Laura Casu, Laura D’Amico, Laura Recupero, Condotta Slow Food Peloritani Tirrenici, Luca Faenzi, Lucia Isgrò, Luciano Aliquò, Luigina Roselli, Lydia Oliva, Margherita Dotti, Maria Assunta De Fazio, Maria Bucca, Maria Sciotto, Mariateresa Carbone, Maria Teresa Collica, Mariella Chiaramonte, Mario Scardino, Marta Mocchetti, Marzia Sindoni, Marco Mattiuzzo, Maura Macchi, Maria Grazia De Pasquale, Mimì Pino, Mimma Pitrola, Associazione culturale La cicale e la formica, Maurizio Calabrò, Monica Guerra, Giovanni Avitabile, Antonio Bonuccelli, Raffaella Campo, Antonino Amato, Nino Calabrò, Nino Sottile, Lucia Vento – Opuntia, Ornella Privitera, Maria Cristina Falcaro, Paola Belardo, Pasquale Rosania, Patrizia Donato, Patrizia Verde, Dario Piccolo, Piera Mannuccia, Pietro Centineo, Riccardo D’Urso, Riccardo Italiano, Riccardo Neri, Rita Ponzo, Rita Sedda, Roberto Iraci, Rossella Alessandrini Iocum-Scuola diffusa, Sara Rucci, Salvatore Alosi, Salvatore e Antonella D’Arrigo, Salvatore Bonaceto, Sara Loddo, Scheggia Sara, Serena Salmeri, Sergio Amato, Sergio Bonvegna, Silvia Geroldi, Sofia Capizzi, Sonia Sgrò, Stefano Giunta, Stefano Nucera, Neotenia LTD, Caterina Martinazzoli, Barbara Todaro, Valeria Bonina, Vera Genovese, Veruska Bagnoli, Veronica Vannelli, Viviana Isgrò, Maria Rotuletti, Mariagrazia Milioti, Annalina Perdichizzi, Felice Spinella, Anna Genovese, Rosalba Caliri, Francesca Floramo, Carmelina De Pasquale, Andrea Biondo, Serena Perdichizzi, Vera Bilardo, Francesco Aricò, Rossana Bilardo, Alessia Ragno, Rizzo Lucia, Mimma Naselli, Graziano Genovese, Giuseppe Ravidà, Alessandro Campo, Mariella Bonomo, Cinzia Catanzaro , Marco Motta, Giusy Scardino, Nicla Ruggeri, Patrizia Cirino, Diego Pirri, Danila Ruvolo, Danilo Calandra, Franco Calabrò, Mariagrazia Caliri, Teresa Sottile, Fabio Alosi, Antonella Bucalo, Ada Trifirò, Hernan Colombo Habot, Zina Giglio, Rosangela David, Rita Martino, Progetto Uomo Nero Racconta, Mariapia Coppolino, Renata Lo Iacono, Rossana Chillemi, Patrizia Mastroeni, Kanö Sartoria Sociale, Scuola dell’Infanzia Corriolo – Maestra Dora Crisafulli, Valeria De Pasquale, Andrea Cristelli, Renata Pettineo, Moravia Paratore
Vi aspettiamo da domani sulla nuova pagina del progetto: https://www.facebook.com/La-Scatola-incantanta-102227571737051
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UN CONVEGNO NAZIONALE SU SCOUTISMO E ANTIFASCISMO
Roma
9 marzo 2019, centro Boncompagni 22, via Boncompagni 22, ore 20.30
10 marzo 2019, cinema Caravaggio, via Paisiello 24, ore 10
Dopo le settimane di preparazione e i due giorni passati insieme a Roma siamo tornati alle nostre vite quotidiane, agli studi e al lavoro con una nuova esperienza nello zaino. È stato un weekend intenso e bello.
Ecco i portali dove nei prossimi giorni pubblicheremo progressivamente i materiali del convegno: foto, atti, registrazioni.
Le registrazioni su Soundcloud 
Documenti e slide in una cartella condivisa
Le foto su Flickr
I partecipanti al convegno hanno scelto di lasciarsi con una serie di impegni condivisi per continuare insieme, li trovi a questo link.
L’appello che ha lanciato un convegno nazionale su scoutismo e antifascismo rimane aperto alle firme di capi in servizio e di ex capi scout delle associazioni italiane. L’indirizzo è sempre quello: [email protected] 
L’appello
Siamo educatori scout, Capi e soci adulti delle associazioni italiane, antifascisti per storia e visione del mondo. Vogliamo piantare la nostra tenda anche in questa fase storica così delicata, in questo mondo che muta così velocemente in una direzione che ci pare spesso sbagliata, preoccupante e contraria ai nostri valori.
Troppo spesso dai quattro angoli del paese e del continente ci arrivano storie strazianti. Personaggi violenti picchiano donne e uomini colpevoli solo di essere diversi per idee, per colore della pelle, per opinioni sulla vita e sul mondo. Intolleranza e sopraffazione si diffondono mentre esseri umani muoiono in mare. Nella politica e nella società, il livello di discussione si limita spesso a slogan che nascondono lacune culturali e una evidente mancanza di consapevolezza rispetto alla realtà. Nonostante i dati parlino di un numero di reati in costante diminuzione, gli imprenditori della paura speculano sul senso di insicurezza e precarietà della gente, per alimentare sui territori insensate guerre tra poveri.
Ogni settimana, ogni giorno, in giro per gli stessi territori bambine, bambini, ragazze e ragazzi, giovani e Capi continuano allo stesso tempo a giocare un gioco che ha ormai più di cent'anni e che si basa su principi completamente opposti: fratellanza, vita all'aria aperta, educazione fra pari sono il cardine di ciò che noi chiamiamo educazione alla libertà. Per questo sappiamo che l’antifascismo per un Capo scout è una scelta di metodo, oltre che un valore: è un modo di fare, uno stile dell’educare, un’attenzione da tenere costantemente presente quando si organizzano giochi, attività, proposte.
Le associazioni scout italiane da sempre hanno tenuto fermo questo patrimonio di idee e di valori. Il CNGEI nella propria carta di identità associativa pone la democrazia, all’interno dei propri processi decisionali e come fulcro della propria azione educativa,  tra le proprie scelte fondanti e caratterizzanti e, quanto all'educazione dei giovani, evidenzia il concetto di coeducazione, ovvero di educazione per tutti e con tutti, accettando e rispettando ogni diversità. L’AGESCI pone l’antifascismo tra i riferimenti fondamentali della Scelta Politica contenuta nel Patto Associativo, il documento fondativo dell’unificazione di ASCI e AGI avvenuta nell’aprile 1974: da allora lo ha sempre mantenuto come irrinunciabile, rilanciandolo e facendolo vivere negli eventi per capi e ragazzi, oltre che nella propria quotidiana democrazia associativa.
Questo è un coraggio che viene da lontano. Le Aquile Randagie in Lombardia, gli scout clandestini dello Stretto e della Calabria, le guide e gli scout antifascisti a Roma: durante gli anni della Giungla Silente, quando la dittatura nazifascista soppresse tutte le associazioni educative diverse dall’Opera Nazionale Balilla e dall’Azione Cattolica, gruppi di Capi e ragazzi scelsero la clandestinità perché alla base del loro agire avevano una scelta di mondo, un'idea di ciò che l'uomo e la donna possono diventare, quella che oggi alcune associazioni scout chiamano Partenza. 
Da tempo noi ci troviamo invece ad assistere, oltre a momenti positivi e a prese di posizioni auspicabili, anche a contraddizioni e compromessi all'interno delle nostre associazioni. A timidezze e a volte a errori: ad attività da migliorare, a episodi non affrontati, a Capi non abbastanza preparati e non abbastanza consapevoli e attivi sui temi dell'antifascismo; allo stesso tempo conosciamo quanto i Capi giovani - e non solo - oggi chiedano formazione di qualità e posizioni rigorose su antifascismo, antirazzismo, nonviolenza e critica radicale al potere come dominio. Vediamo anche che i nostri ragazzi, molto più adulti oggi delle generazioni che li hanno preceduti, sono fortunatamente meno disposti ad accettare risposte preconfezionate e ordini che vengono da adulti, a volte Capi, spesso pronti ad ostentare un’autorità che non hanno, anziché esprimere una più auspicabile autorevolezza: sono così proprio le future donne e i futuri uomini che ci sono affidati a chiedere sui grandi temi dei nostri tempi proposte chiare, contenuti forti, qualità educativa elevata.
Sappiamo bene quanto sia difficile essere associazione al giorno d’oggi. È per questo allora che vogliamo essere fedeli alla nostra Promessa e renderci utili anche in tempi che troviamo cupi, trasformandoli in giorni promettenti. Vogliamo ritrovarci per discutere e pensare, per condividere ciò che ci sta a cuore, migliorare la nostra azione educativa e confermarla ancorata a quei riferimenti che per noi sono irrinunciabili. Vogliamo costruire un pensiero che sia di servizio alle associazioni che operano sul territorio e ai singoli Capi che si impegnano ai quattro angoli del paese.
Ci convochiamo allora, come Capi scout, educatori liberi, in un Convegno nazionale su scoutismo e antifascismo, che vivremo il 9 e il 10 marzo 2019 a Roma, presso il cinema Caravaggio. Un incontro di studio, di riflessione, di dibattito, di approfondimento e meditazione. Un incontro di formazione. Un altro passo nella giusta direzione.
Siamo Capi scout,
Siamo antifascisti.
Coordinamento Capi Scout Antifascisti
Per aderire scrivi a [email protected]
I capi firmatari dell’appello
Tommaso Caldarelli, Lazio, Agesci
Maria Chiara Porretta, Lazio, Agesci
Margherita Posta, Lazio, Agesci
Paolo Nunziante, Liguria, Agesci
Valentino Scordino, Calabria, Agesci
Giovanni Gaiera, Lombardia, Agesci
Emanuele Luigi Colazzo, Lazio, Agesci
Daniela Ferrara, Sicilia, Agesci
Nicola Selim Babaoglu, Bologna, Cngei
Luca Montanari, Bologna, Cngei
Laura Pattuzzi, Emilia-Romagna, Agesci
Mattia Pesci, Emilia-Romagna, Agesci
Silvia Sturani, Veneto, Agesci
Padre Giuseppe Trotta Sj, Campania, Agesci
Mariarosaria Zamboi, Lazio, Agesci
Giorgio Manca, Lazio, Agesci 
Saverio Sciao Pazzano, Calabria, Agesci
Ciro Facciolla, Portici, Cngei
Antonello Praticó, Calabria, Agesci
Luca Scarpiello, Bari, Cngei
Riccardo Camedda, Roma, Cngei
Gregorio Lombardi, Fermignano, Cngei
Giada Jacqueline Todisco Grande, Fermignano, Cngei
Mirta Cimmino, Napoli, Cngei
Matteo Morara, Emilia Romagna, Agesci
Margherita Milone, Liguria, Agesci
Chiara Zotti, Piemonte, Agesci 
Gianluca Scacco, Emilia Romagna, Agesci
Lia Zornetta, Emilia Romagna, Agesci
Federico Scarpelli, Toscana, Agesci
Attilio Valentini, Ariccia, Cngei
Paolo Biella, Lombardia, Agesci
Francesca Galletti, Ariccia, Cngei
Azzurra Chiaramonti, Lazio, Agesci 
Silvia d’Auria, Lazio, Agesci
Simone Barbieri, Liguria, Agesci
Giovanni Raffa, Calabria, Agesci
Antongiulio Cavaliere Converti, Calabria, Agesci
Giulia Addazi, Lazio, Agesci
Dina Tufano, Lombardia, Agesci
Lorenzo Morandi, Lombardia, Agesci
Alessandro Cogorno, Liguria, Agesci
Caterina Bondi, Emilia Romagna, Agesci
Andrea Biglietti, Bologna, Agesci
Francesco Mancioppi, Liguria, Agesci
Marco Fumagalli, Lombardia, Agesci
Pietro Acrami, Lombardia, Agesci
Pierpaolo Rapicano, Campania, Agesci
Francesca Saccomandi, Emilia Romagna, Agesci
Lorenzo Gilli, Lazio, Agesci
Benedetta Rubino, Lombardia, Agesci
Luca Pirolo, Lombardia, Agesci
Teresa Ballerini, Pesaro, Cngei
Matteo Zornetta, Emilia Romagna, Agesci
Matilde Marzorati, Lombardia, Agesci
Giulia Ventimiglia, Lombardia, Agesci
Anna Cerati, Lombardia, Agesci
Jacopo Mascheroni, Lombardia, Agesci
Carolina Vitale, Lombardia, Agesci
Jacopo Cerati, Lombardia, Agesci
Laura Maialetti, Lombardia, Agesci
Giovanni Romano, Lecce, Cngei
Pietro Feltri, Lombardia, Agesci
Bianca Ferrari, Milano, Cngei
Daniele Caldarelli, Ariccia, Cngei
Francesca Fumagalli, Lombardia, Agesci
Jacopo Pesiri, Padova, Gruppo Scout Pablo Neruda
Claudio Ielmini, Piemonte, Agesci
Marta Abbate, Lombardia, Agesci
Chiara Abbate, Lombardia, Agesci
Sarah Longo, Lombardia, Agesci
Francesca Gorla, Lombardia, Agesci
Giovanni Terribile, Lombardia, Agesci
Alessandro Colombo, Lombardia, Agesci
Camilla Tambani, Lombardia, Agesci
Gabriele Riva, Lombardia, Agesci
Davide Scopece, Lombardia, Agesci
Cristina Pilichi, Lombardia, Agesci
Giulia Galliani, Lombardia, Agesci
Flavio Zecchinello, Lombardia, Agesci
Marco Piazzoni, Lombardia, Agesci
Carlo Bidoia, Lombardia, Agesci
Luciano Squillaci, Calabria, Agesci
Antonino Nunnari, Calabria, Agesci
Anna Colombo, Lombardia, Agesci
Samuele Pirronello, Lombardia, Agesci
Maddalena Cavadini, Lombardia, Agesci
Maria Fera, Liguria, Agesci
Anna Colombo, Lombardia, Agesci 
Cecilia Barberis, Lombardia, Agesci
Sofia Ronchetti, Lombardia, Agesci
Giuggi Palmenta, Calabria, Agesci
Andrea Bosio, Liguria, Agesci
Elisa Galli, Lazio, Agesci
Andrea Bogino, Sardegna, Agesci
Jessica Marino, Calabria, Agesci
Fabio Tassone, Lazio, Agesci
Davide Palluzzi, Lazio, Agesci
Matteo Spallacci, Marche, Agesci
Sara Lonato, Lombardia, Agesci
Marino Marinelli, Toscana, Agesci
Medea Zanon, Bologna, Cngei
Valentina d'Alessio, Abruzzo, Agesci
Lucia Romeo, Calabria, Agesci
Angela Pesce, Umbria, Agesci
Manlio Majorani, Umbria, Agesci
Giulia Ghini, Emilia Romagna, Agesci
Cristian Calzolari, Bologna, Agesci
Pierpaolo Giordano, Ariccia, Cngei
Salvo Ranno, Messina, Cngei
Tiziano Carbone, Velletri, Cngei
Sara Moon Villa, Milano, Cngei
Susanna Chiulli, Lazio, Agesci
Emanuele Falcolini, Lazio, Agesci 
Marialuisa Mortara, Lazio, Agesci
Domenico Alghiri, Lazio, Agesci
Antonio Coccia, Lazio, Agesci  
adesioni in continuo aggiornamento...
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Sostenitori - Ex capi scout 
Gian Domenico Ricaldone, Liguria; Annarita Leobruni, Lazio; Elisabetta Fonti, Lazio; Matteo Fontana, Lazio; Giulia d’Auria, Lazio; Romolo Corradi, Marche; Amaniele Teke, Lazio; Valentina Marra, Lazio; Vittorio Agnoletto, Lombardia; Fabio Siclari, Calabria; Alessandro Cartisano, Calabria; Cosimo Magnelli, Toscana; Alice Vergani, Lombardia; Fulvia Fadda, Toscana; Michela Brambilla, Lombardia; Alessandro Colleoni, Lombardia;  Adriano Palagi, Toscana; Giovanni Cresci, Toscana; Marta Cristianini, Lazio; Giulio Lattanzi, Toscana; Christina Tanca, Marche; Michela Laurenzo, Sardegna
Raccogliamo adesioni di capi ed educatori scout, di assistenti ecclesiastici, di ex capi scout. 
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giancarlonicoli · 4 years ago
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28 set 2020 17:43
“DOVE È FINITO IL DOSSIER SULLE FINANZE VATICANE CHE RATZINGER CONSEGNÒ A BERGOGLIO?” - IL VATICANISTA ALDO MARIA VALLI: “CHI LAVORA PER LA TRASPARENZA VIENE ESTROMESSO, MENTRE LE AMMINISTRAZIONI VATICANE VOGLIONO RESTARE SVINCOLATE DA OGNI CONTROLLO. INCLUSA LA SEGRETERIA DI STATO - IL PAPA FA SALTARE QUALCHE TESTA. MA COME SI PUÒ AMMINISTRARE IN QUESTO MODO? UNA FONTE VATICANA CHE MI HA RIFERITO CHE, NEL PERIODO ANGOLANO, BECCIU VENNE A CONTATTO CON ITALIANI CHE, DA QUELLE PARTI, NON SI COMPORTAVANO IN MODO MOLTO CORRETTO…”
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Alessandro Rico per “la Verità”
Ci scherza su, il vaticanista Aldo Maria Valli: «Alla luce del caso Becciu, il Papa valuti se circondarsi solo di prelati figli unici...».
Allude ai fratelli di monsignor Angelo Becciu?
«Quando uscirà l'enciclica Fratelli tutti, qualcuno potrebbe pensare male...».
Dunque, è vero che l'obolo di San Pietro è stato usato per l'acquisto dell'immobile a Londra e che i soldi della Caritas sono finiti alla coop del fratello di Becciu?
«Non ho in mano le carte e non posso giudicare. Il problema è capire perché questi scandali scoppino sempre più spesso».
Che idea s'è fatto?
«Le finanze vaticane sono senza pace da decenni. Penso al licenziamento di Ettore Gotti Tedeschi, che voleva fare pulizia, dallo Ior. O, risalendo fino agli anni Settanta, al coinvolgimento di monsignor Paul Marcinkus nel crac del Banco Ambrosiano e in altre vicende oscure».
Qual è la causa?
«Nelle casse vaticane confluiscono da tutto il mondo somme enormi. Ma le amministrazioni e i centri di spesa sono tanti e differenziati».
Quindi?
«Molti hanno fatto in modo di non dover rendere conto a nessuno. Ne sa qualcosa il cardinale George Pell».
Il quale, ostacolato dal segretario di Stato, Pietro Parolin, e dallo stesso Becciu, voleva centralizzare le finanze della Santa Sede.
«Nel 2014, fu nominato prefetto della nuova Segreteria per l'economia, proprio per centralizzare e controllare le amministrazioni».
Obiettivo fallito?
«Io andai in Vaticano per vedere come lavorava la Segreteria».
E cosa scoprì?
«Un collaboratore di Pell mi raccontò della fatica che facevano, con scarsi risultati, nel farsi dare i conti dalle amministrazioni vaticane».
Non consegnavano le carte?
«Questi conti, spesso, nemmeno esistevano. O erano stilati in modo approssimativo, magari per celare operazioni opache. Era una situazione di anarchia».
Che non fu sanata.
«Sappiamo come finì Pell».
Travolto dal processo per abusi in Australia, in cui alla fine è stato assolto. Allora, la regia dello scandalo fu vaticana?
«Non lo penso. Ma sicuramente vennero stappate bottiglie di spumante, in Vaticano, per la brutta fine di Pell...».
La «fine» di Pell, però, non è stata un caso isolato, giusto?
«Niente affatto. Pensi a Gotti Tedeschi, appunto».
E Libero Milone, il revisore dei conti, poi licenziato?
«Idem. E non dimentichi Carlo Maria Viganò: dal 2009 al 2011 fu segretario del Governatorato. Tentò di razionalizzare le spese, di stroncare il clientelismo. Parlò con il Papa di sperperi di denaro, fenomeni di corruzione e operazioni finanziarie o appalti opachi».
Ad esempio?
«Il presepe di Piazza San Pietro del 2008, costato qualcosa come 550.000 euro».
A cosa portarono le indagini di monsignor Viganò?
«Fu allontanato: trasferito negli Usa come nunzio. Il problema, alla fine, è sempre quello».
Ovvero?
«Chi lavora per la trasparenza viene estromesso, mentre le amministrazioni vaticane vogliono restare svincolate da ogni controllo. Inclusa la Segreteria di Stato».
Ma papa Francesco vuole davvero fare pulizia?
«La narrativa dominante è quella del povero Papa solo, tradito dai collaboratori».
Le cose non stanno così?
«Il Papa non è stato eletto ieri. Ormai, tutti i principali incarichi nella curia romana sono ricoperti da persone scelte da lui. Eppure...».
Eppure?
«Tutto verte intorno ad accuse che nascono spesso da carte uscite sulla stampa, con l'interessato che si difende... E alla fine non succede nulla».
In che senso?
«Non c'è un vero processo. Ci sono provvedimenti repentini del Papa, che di tanto in tanto fa saltare qualche testa».
Lo stesso Becciu si è lamentato di questa sorta di giustizialismo.
«Esatto. Ma come si può pensare di amministrare il Vaticano in questo modo? Io comincio a pensare che il problema stia proprio a Santa Marta, forse nelle caratteristiche psicologiche di questo Pontefice».
Cosa intende?
«Si racconta che Francesco passi rapidamente dall'entusiasmo per una persona alla condanna - e che, in questi passaggi, si lasci influenzare facilmente».
Ad esempio?
«Un prelato liquidato così: "Mi dicono che lei sia diventato mio nemico". Si tagliano teste in base ai "mi dicono"? Qualcuno ha parlato di clima da junta sudamericana».
Condivide?
«Non siamo lontani dal vero. Ci troviamo spesso di fronte a provvedimenti soggettivi, dettati dalle circostanze, presi in base a chi vince la guerra tra bande. È molto triste, soprattutto per noi credenti».
Da dove dovrebbe partire la pulizia delle finanze vaticane?
«Dall'indagine affidata a tre cardinali - Julián Herranz, Josef Tomko e Salvatore De Giorgi - da Benedetto XVI».
A quando risale?
«Iniziò dopo il Vatileaks. I tre lavorarono bene. Ricorda la foto dei due Papi a Castel Gandolfo?».
Benedetto e Francesco?
«Sì, con lo scatolone consegnato da Benedetto a Francesco, quasi un passaggio di consegne».
Ebbene?
«Di quel rapporto non si parla più. Quali sono stati i risultati? Chi era implicato? Se serve più trasparenza, questo rapporto dovrebbe saltare fuori».
L'obolo di San Pietro dovrebbe servire a finanziare la carità del Papa. Ma investirlo non può servire ad accrescerne la dotazione?
«Il denaro per le attività caritative deve essere utilizzato solo per quelle. Le altre somme possono essere investite, il Vaticano lo fa dall'unità d'Italia, quando la Santa Sede si è trovata senza risorse di altro tipo e poi, dopo i Patti lateranensi del 1929, con le somme ricevute in risarcimento di espropri e confische».
In fondo, una Chiesa «povera» rischia di essere anche una Chiesa senza mezzi per la carità.
«Quella della Chiesa "povera per i poveri" è una retorica assurda. Per evangelizzare, la Chiesa ha bisogno di risorse. Ma deve trovarle in modo onesto e trasparente».
Nella vicenda dell'immobile di Londra, colpisce la facilità con cui gli investitori ecclesiastici sono stati avvicinati da speculatori inaffidabili. Come mai?
«Anche questa è una costante. La mancanza di trasparenza e la sensazione di essere svincolati da ogni regola attirano i disonesti».
Lo scandalo londinese parte dal fallito investimento nel fondo petrolifero angolano.
«Esattamente».
Lei ha scritto che monsignor Becciu, da nunzio apostolico in Angola, intratteneva «frequentazioni e amicizie quanto meno sospette». A cosa si riferiva?
«A una fonte vaticana che mi ha riferito che, nel periodo angolano, Becciu venne a contatto con italiani che, da quelle parti, non si comportavano in modo molto corretto...».
A Roma sapevano?
«Ci fu una richiesta per far rientrare Becciu in Italia. E che lui abbia pensato di investire nel petrolio, conferma che fosse coinvolto in vicende strane».
Francesco sarebbe furioso per il presunto dossieraggio di Becciu ai danni di uomini a lui vicini, come monsignor Gustavo Zanchetta, accusato in Argentina di abusi sui seminaristi. A giugno, è stato avvistato in Vaticano...
«Sì, pare si trovi lì».
Dal sinodo sugli abusi è emersa una volontà punitiva, di nuovo, quasi giustizialista, ma Zanchetta, accusato di abusi, continua a ricoprire l'incarico di assessore all'Apsa?
«Ha ragione. C'è una totale mancanza di trasparenza e di rigore. Tutto è affidato agli umori del Papa: si può essere protetti, o cadere in disgrazia, o finire nelle mani della giustizia esterna».
L'effetto degli scandali, sull'opinione pubblica, quale sarà?
«Vedo un grande calo di fiducia nelle gerarchie. E questo calo di fiducia si sta trasformando in un calo di donazioni».
Avremo finalmente la Chiesa «povera per i poveri»...
«In effetti, si può iniziare ad avanzare un sospetto».
Quale?
«Un Papa che ha destrutturato tutto, inclusa la sua figura, non vorrà per caso destrutturare anche il governo centrale della Chiesa per toglierle risorse?».
A che pro?
«Per rendere la Chiesa sempre più annacquata, mescolata al mondo, priva d'identità, sempre più simile a una grande Ong».
Francesco ha annullato l'incontro con Mike Pompeo, Segretario di Stato americano. «Speravo che Pompeo e l'amministrazione Trump riuscissero a far rinsavire il Papa, che ha scelto una linea incomprensibile di cedimento al regime comunista di Pechino».
Il Papa deve rinsavire?
«Le relazioni dalla Cina parlano di un peggioramento delle condizioni dei cattolici da quando è stato firmato l'accordo con il regime».
Che è tuttora segreto.
«Anche per chi dovrebbe conoscerlo, come il povero cardinale Joseph Zen. Qui è in gioco la libertas Ecclesiae. E non solo».
Che altro?
«Scendere a compromessi con il regime significa anche mancare di rispetto a schiere di martiri».
Addirittura?
«Pensi a vescovi come Ignazio Kung Pinmei, 30 anni in carcere, morto in esilio, o Giulio Jia Zhiguo, più di 15 anni in prigione. È inaccettabile».
Inaccettabile?
«Personaggi di spicco in Vaticano, tipo l'arcivescovo Marcelo Sánchez-Sorondo, molto ascoltato da Francesco, dicono che la Cina è il Paese nel quale la Dottrina sociale della Chiesa è applicata meglio. È pazzia».
In effetti...
«Questo va detto chiaramente, nel nome di chi in Cina, tutti i giorni, patisce la persecuzione».
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giuliocavalli · 7 years ago
Text
«Non possiamo permettere che ritornino quelle parole (e quegli atti) della vergogna»: una lettera ai direttori
«Non possiamo permettere che ritornino quelle parole (e quegli atti) della vergogna»: una lettera ai direttori (la pubblica Nazione Indiana qui) Siamo studiosi e studiose, scrittori e scrittrici, preoccupati dal dilagare dell’odio nei media italiani. Odio verso le donne, i migranti, i figli di migranti, la comunità Lgbtq. Un odio che è ormai il piatto principale di moltissimi talk show televisivi nei quali vige da tempo la politica dei microfoni aperti, senza nessuna direzione o controllo. E spesso le parole che escono fuori da alcuni dibattimenti televisivi sono parole che mettono fortemente in crisi o addirittura contraddicono l’essenza stessa della nostra Costituzione, il richiamarsi a un patto antifascista e democratico. L’attentato di Macerata, dove un simpatizzante neonazista ha cercato la strage di uomini e donne africani, è qualcosa che ci interroga nel profondo. Le vittime sono diventate il bersaglio di un uomo la cui azione terroristica si è nutrita della narrazione tossica veicolata non solo da internet ma anche dal mainstream mediatico. Dopo quello che è successo non possiamo restare in silenzio. Serve una maggiore assunzione di responsabilità, serve un nuovo patto fra chi fa comunicazione e i cittadini. Le parole di odio, lo abbiamo visto chiaramente, possono tradursi in atti di violenza omicida. Azioni che, acclamate e imitate, rischiano seriamente di innescare una spirale di violenza. Per noi è evidente che il nodo mediatico ha contribuito a produrre e legittimare lo scatenarsi delle pulsioni peggiori. Per questo chiediamo ai media di non prestare più il fianco alla propaganda d’odio, ma di compiere anzi uno sforzo nel contrastarla. Intere fette di società (per esempio i migranti e i figli di migranti) nella rappresentazione mediatica esistono pressoché solo come stereotipo o nei peggiori dei casi come bersaglio dell’odio, contraltare utile a chi fa di una propaganda scellerata il suo lavoro principale. Sappiamo che nei media lavorano seri professionisti che come noi sono molto preoccupati per la piega degli eventi. Servono contenuti nuovi, modalità diverse, linguaggi aperti e trasparenti. Non possiamo permettere che nel 2018, ad 80 anni dalle leggi razziali, ritornino quelle parole (e quegli atti) della vergogna. Dobbiamo cambiare ora e dobbiamo farlo tutti insieme. Ne va della nostra convivenza e della nostra tenuta democratica. Quello che chiediamo non è un superficiale politically correct. Chiediamo invece una presa in carico di un mondo nuovo, il nostro, che ha bisogno di conoscersi e non odiarsi. Antonio Gramsci scriveva: Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri. Dipende da noi non lasciar nascere questi mostri. Dipende da noi evitare che torni lo spettro del fascismo nelle nostre vite. Per farlo però dobbiamo lavorare in sinergia e cambiare i mezzi di comunicazione. E dobbiamo farlo ora, prima che sia troppo tardi. Giulio Cavalli Vanessa Roghi Helena Janeczek Igiaba Scego Sabrina Varani Christian Raimo Paolo di Paolo Michela Monferrini Frederika Randall Graziano Graziani Francesca Capelli Shaul Bassi Loredana Lipperini Shulim Vogelmann Amin Nour Reda Zine Sabrina Marchetti Amir Issa Alessandro Triulzi Francesco Forlani Fiorella Leone Francesca Melandri Ilda Curti Marco Balzano Alessandro Portelli Attilio Scarpellini Filippo Tuena Francesco M.Cataluccio Laura Bosio Gianfranco Pannone Antonio Damasco Franco Buffoni Evelina Santangelo Caterina Bonvicini Lisa Ginzburg Camilla Miglio Emanuele Zinato Andrea Inglese Andrea Raos Maria Grazia Meriggi Alessandra Di Maio Roberto Carvelli Francesco Fiorentino Grazia Verasani Caterina Venturini Alessandra Carnaroli Lorenzo Declich Gennaro Carotenuto Silvia Ballestra Chiara Valerio Marco Belpoliti Paola Caridi Marco Missiroli Alessandro Robecchi Valeria Parrella Nicola Lagioia Enrico Manera Jamila Mascat Maria Luisa Venuta Rossella Milone Giacomo Sartori Antonella Lattanzi Barbara del Mercato Amara Lakhous Rino Bianchi Carola Susani Roberto Carvelli Isabella Perretti Rosa Jijon Davide Orecchio Antonella Lattanzi Simone Giusti Simone Siliani Alberto Prunetti Chiara Mezzalama Elisabetta Mastrocola Teresa Ciabatti Andrea Tarabbia Antonella Anedda Elisabetta Bucciarelli Francesco Fiorentino Paola Capriolo Paolo Morelli Simona Vinci Giorgio Vasta Orsola Puecher Antonio Scurati Vins Gallico Daniele Petruccioli Enrico Macioci Maria Grazia Calandrone Eraldo Affinati Elena Pirazzoli Leonardo Palmisano Emiliano Sbaraglia Maura Gancitano Marco Mancassola Rosella Postorino Alessandra Sarchi Carlo Lucarelli Giorgio Pecorin Gianni Biondillo Ornella Tajani Mariasole Ariot Giorgio Fontana Girolamo Grammatico Francesca Ceci Brunella Toscani Tommaso Giartosio Attilio Scarpellini Simone Pieranni Elisabetta Liguori Giuliano Santoro Orofino di Giacomelli Maria Grazia Porcelli Giovanni Contini Federico Faloppa Federico Bertoni Flaminia Bartolini Dario Miccoli Emanuela Trevisan Semi Alessandro Mari Tommaso Pincio Laura Silvia Battaglia Anna Maria Crispino Andrea Bajani Renata Morresi Francesca Fiorletta Federica Manzon Angiola Codacci Pisanelli Alessandro Chiappanuvoli Società italiana delle Storiche Benedetta Tobagi Giuseppe Genna Fabio Geda Daniele Giglioli Angelo Ferracuti Alessandro Bertante Riccardo Chiaberge Giorgio Mascitelli Gherardo Bortolotti Annamaria Ferramosca Anita Benedetti Letizia Perri Luisella Aprà Masturah Atalas Rosalia Gambatesa Barbara Summa Lorenzo D’Agostino Anna Toscano Fabrizio Botti Chiara Veltri Sergio Bellino Barbara Benini Valentina Mangiaforte Maria Motta Emanuele Plasmati Giuseppe Maimone Paolo Soraci Pina Piccolo Graziella Priulla Leonardo Banchi Valentina Daniele Massimiliano Macculi Susanna Marchesi Corrado Aiello Giovanni Scotto Liliana Omegna Domenico Conoscenti Francesco Falciani Mario Di Vito Ileana Zagaglia Maria Elena Paniconi Antonio Corsi Stefano Luzi Nicola Marino Barbara Lazzarini Antonella Bottero Camilla Mauro Pietro Saitta Gianni Montieri Francesca Del Moro Adam Atik Maurella Carbone Sabrina Fusari Francesa Perlini Antonella Bastari Donatella Libani Alessandra Pillosu Lidia Massari Gianni Girola Andrea Fasulo Lidia Borghi Roberta Chimera Gaetano Vergara Camilla Seibezzi Lisa Dal Lago Nicoletta Mazzi Annamaria Laneri Sandra Paoli Cristina Nicoletta Leonardo De Franceschi Olga Consoli Chiara Barbieri Valentina De Cillis Letizia Perri Angelo Sopelsa Alessandra Greco Simone Buratti Giacomo Di Girolamo MariaGiovanna Luini Costanza Matafù Lorenza Caravelli Elena Maitrel Cavasin Leopoldina Bernardi Donatella Favaretto Simona Brighetti Margherita D’Onofrio Ivana Buono Manuela Olivieri Maria Cristina Mannozzi Helleana Grussi Elisabetta Galeotti Antonio Sparzani (si può firmare qui)
(la pubblica Nazione Indiana qui) Siamo studiosi e studiose, scrittori e scrittrici, preoccupati dal dilagare dell’odio nei media italiani. Odio verso le donne, i migranti, i figli di migranti, la comunità Lgbtq. Un odio che è ormai il piatto principale di moltissimi talk show televisivi nei quali vige da tempo la politica dei microfoni aperti, senza nessuna direzione o controllo. E spesso le…
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soldan56 · 7 years ago
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Siamo studiosi e studiose, scrittori e scrittrici, preoccupati dal dilagare dell’odio nei media italiani. Odio verso le donne, i migranti, i figli di migranti, la comunità Lgbtq. Un odio che è ormai il piatto principale di moltissimi talk show televisivi nei quali vige da tempo la politica dei microfoni aperti, senza nessuna direzione o controllo. E spesso le parole che escono fuori da alcuni dibattimenti televisivi sono parole che mettono fortemente in crisi o addirittura contraddicono l’essenza stessa della nostra Costituzione, il richiamarsi a un patto antifascista e democratico. L’attentato di Macerata, dove un simpatizzante neonazista ha cercato la strage di uomini e donne africani, è qualcosa che ci interroga nel profondo. Le vittime sono diventate il bersaglio di un uomo la cui azione terroristica si è nutrita della narrazione tossica veicolata non solo da internet ma anche dal mainstream mediatico. Dopo quello che è successo non possiamo restare in silenzio. Serve una maggiore assunzione di responsabilità, serve un nuovo patto fra chi fa comunicazione e i cittadini.
Le parole di odio, lo abbiamo visto chiaramente, possono tradursi in atti di violenza omicida. Azioni che, acclamate e imitate, rischiano seriamente di innescare una spirale di violenza. Per noi è evidente che il nodo mediatico ha contribuito a produrre  e legittimare lo scatenarsi delle pulsioni peggiori. Per questo chiediamo ai media di non prestare più il fianco alla propaganda d’odio, ma di compiere anzi uno sforzo nel contrastarla. Intere fette di società (per esempio i migranti e i figli di migranti) nella rappresentazione mediatica esistono pressoché solo come stereotipo o nei peggiori dei casi come bersaglio dell’odio, contraltare utile a chi fa di una propaganda scellerata il suo lavoro principale.
Sappiamo che nei media lavorano seri professionisti che come noi sono molto preoccupati per la piega degli eventi. Servono contenuti nuovi, modalità diverse, linguaggi aperti e trasparenti. Non possiamo permettere che nel 2018, ad 80 anni dalle leggi razziali, ritornino quelle parole (e quegli atti) della vergogna. Dobbiamo cambiare ora e dobbiamo farlo tutti insieme. Ne va della nostra convivenza e della nostra tenuta democratica.
Quello che chiediamo non è un superficiale politically correct. Chiediamo invece una presa in carico di un mondo nuovo, il nostro, che ha bisogno di conoscersi e non odiarsi. Antonio Gramsci scriveva: Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri. Dipende da noi non lasciar nascere questi mostri. Dipende da noi evitare che torni lo spettro del fascismo nelle nostre vite. Per farlo però dobbiamo lavorare in sinergia e cambiare i mezzi di comunicazione. E dobbiamo farlo ora, prima che sia troppo tardi.
Vanessa Roghi Helena Janeczek Igiaba Scego Sabrina Varani Christian Raimo Paolo di Paolo Michela Monferrini Frederika Randall Graziano Graziani Francesca Capelli Shaul Bassi Loredana Lipperini Shulim Vogelmann Amin Nour Reda Zine Sabrina Marchetti Amir Issa Alessandro Triulzi Francesco Forlani Fiorella Leone Francesca Melandri Ilda Curti Marco Balzano Alessandro Portelli Attilio Scarpellini Filippo Tuena Francesco M.Cataluccio Laura Bosio Gianfranco Pannone Antonio Damasco Franco Buffoni Evelina Santangelo Caterina Bonvicini Lisa Ginzburg Camilla Miglio Emanuele Zinato Andrea Inglese Andrea Raos Maria Grazia Meriggi Alessandra Di Maio Roberto Carvelli Francesco Fiorentino Grazia Verasani Caterina Venturini Alessandra Carnaroli Lorenzo Declich Gennaro Carotenuto Silvia Ballestra Chiara Valerio Marco Belpoliti Paola Caridi Marco Missiroli Alessandro Robecchi Valeria Parrella Nicola Lagioia Enrico Manera Jamila Mascat Maria Luisa Venuta Rossella Milone Giacomo Sartori Antonella Lattanzi Barbara del Mercato Amara Lakhous Rino Bianchi Carola Susani Roberto Carvelli Isabella Perretti Rosa Jijon Davide Orecchio Antonella Lattanzi Simone Giusti Simone Siliani Alberto Prunetti Chiara Mezzalama Elisabetta Mastrocola Teresa Ciabatti Andrea Tarabbia Antonella Anedda Elisabetta Bucciarelli Francesco Fiorentino Paola Capriolo Paolo Morelli Simona Vinci Giorgio Vasta Orsola Puecher Antonio Scurati Vins Gallico Daniele Petruccioli Enrico Macioci Maria Grazia Calandrone Eraldo Affinati Elena Pirazzoli Leonardo Palmisano Emiliano Sbaraglia Maura Gancitano Marco Mancassola Rosella Postorino Alessandra Sarchi Carlo Lucarelli Giorgio Pecorin Gianni Biondillo Ornella Tajani Mariasole Ariot Giorgio Fontana Girolamo Grammatico Francesca Ceci Brunella Toscani Tommaso Giartosio Attilio Scarpellini Simone Pieranni Elisabetta Liguori Giuliano Santoro Orofino di Giacomelli Maria Grazia Porcelli Giovanni Contini Federico Faloppa Federico Bertoni Flaminia Bartolini Dario Miccoli Emanuela Trevisan Semi Alessandro Mari Tommaso Pincio Laura Silvia Battaglia Anna Maria Crispino Andrea Bajani Renata Morresi Francesca Fiorletta Federica Manzon Angiola Codacci Pisanelli Alessandro Chiappanuvoli Società italiana delle Storiche Benedetta Tobagi Giuseppe Genna Fabio Geda Daniele Giglioli Angelo Ferracuti Alessandro Bertante Riccardo Chiaberge
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navigamus-blog-a-vela · 6 years ago
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SAIL 2016 - Circolo della Vela Talamone Concluso lo “Snipe Winter Trophy” - 2016
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14 dicembre 2016 – Il lungo week-end dell’Immacolata è stato un trionfo di vele per “Snipe Bay”. Sono state 25 le imbarcazioni che, provenienti da 22 diversi circoli velici, hanno animato le acque talamonesi.   L’iniziativa, organizzata dal CVT – Circolo della Vela Talamone, presieduto dall’Ammiraglio Sergio Biraghi e sotto il coordinamento del Direttore Sportivo Alberto Papi – si è svolta nei giorni del 9, 10 e 11 dicembre, in parallelo con le tre giornate conclusive del Campionato Invernale Snipe – Trofeo Fosco Santini. Il vento, inizialmente capriccioso, si è infine dimostrato protagonista nella domenica conclusiva: mentre in prima e seconda giornata si è riusciti a disputare una sola prova al giorno, sono state 3 quelle valide nell’ultima uscita. Vento leggero da Est per la prima prova (venerdì 9) che si è ribaltato di direzione per la seconda (sabato 10), ancora a circa 6 nodi e sempre in diminuzione. Le ultime 3 regate hanno invece visto un bel vento da Est in rotazione verso Sud che dagli iniziali 6 nodi si è infine spinto anche oltre i 10 ed ha reso possibile tutte e tre le previste prove. Cinque quindi le regate dello “Snipe Winter Trophy” (una prova di scarto) che, per il Campionato Invernale, si sono sommate alle sei già effettuate per portare le prove del “Trofeo Fosco Santini” a 11 (due prove di scarto). La cerimonia di premiazione dello “Snipe Winter Trophy” ha visto salire sul podio più alto l’equipaggio formato da Pietro Fantoni (Vela Muggia) e Arianna Buzzetti (CVT), Paolo Lambertenghi (CV Torbole) e Antonio Bari (AV Trentina) davanti a Dario Bruni (CV Cremona) e Carlo Collotta (Vela Lago Ledro), mentre nella sezione juniores primo classificato è risultato l’equipaggio costituito da Lapo Savorani (CVT) e Federico Milone (CVT), davanti ad Alessandro Bari (CV Torbole) e Leonardo Franzini (AV Trentina). La classifica finale del Campionato Invernale Snipe “Trofeo Fosco Santini” vede confermati come primi Pietro Fantoni (Vela Muggia) e Alessandro Buzzetti (CVT), mentre il secondo e terzo posto sono andati rispettivamente agli equipaggi Francesco Scarselli (YC Cala de’ Medici) – Marco Rinaldi (CUS Bologna) e Lapo Savorani (CVT) – Federico Milone (CVT) che, come equipaggio juniores, si sono aggiudicati anche il primo posto della sezione giovanile seguiti da Samuele Savoldelli (AVB) – Martina Cristoferi (AVB) al secondo posto e Mario Giacummo (AVB) – Alessandro Cristoferi (AVB) al terzo. “Il CVT ospiterà, come incentivo allo sviluppo e diffusione dello sport velico tra i giovani, gli equipaggi Snipe Juniores - e quanti altri desidereranno comunque aggiungersi – per gli allenamenti invernali”, ad annunciarlo alla fine della cerimonia di premiazione è stato Gioacchino Napolitano, Tesoriere del CVT, manifestando così una diretta intenzione del Presidente del Circolo, Ammiraglio Sergio Biraghi. “Le attività saranno svolte in coordinamento con l’AVB – Associazione Velica Bracciano, e prevedono anche delle specifiche sessioni di allenamento curate dallo specialista Gonzalo Crivello.”
FROM http://www.navigamus.info/2016/12/circolo-della-vela-talamone-concluso-lo.html
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radiobianconera · 5 years ago
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Avanti Madama, con Alessandro Santarelli, Vincenzo Marangio e Nicola De Bonis. Ospiti:Antonino Milone, Massimo Bonini e Andrea Bosco.
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nofatclips · 4 years ago
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Sneeztem of a Yawn by Nanowar of Steel - Video by Christian Ice
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tmnotizie · 6 years ago
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ASCOLI PICENO – Il pianoro di Colle San Marco ed i viali si stanno trasformando in un frenetico paddock, con un numero di iscritti vicino al tutto esaurito. Il Gruppo Sportivo AC Ascoli Piceno e l’Automobile Club Ascoli Piceno-Fermo hanno fatto centro ancora una volta per il prestigio dell’appuntamento e la risposta dei piloti.
Il percorso di 5031 metri, che vedrà i protagonisti impegnati per due turni di prove sabato e due gare domenica è stato allestito secondo le prescrizioni di sicurezza FIA. Diversi esponenti della federazione internazionale e di Acisport saranno presenti a conferma dell’importanza dell’evento.
Quattordici sono i piloti stranieri al via in rappresentanza di Repubblica Ceca, Croazia e Francia, che arricchiscono un confronto sportivo di prim’ordine. Tra gli sfidanti per l’assoluto si possono menzionare il vincitore della precedente edizione Christian Merli (Osella Fa30 Evo-Fortec), Diego De Gasperi, Domenico Cubeda e Michele Fattorini tutti con le Osella Fa30-Zytek, Omar Magliona e il francese Sebastien Petit con le Norma M20-FC, senza dimenticare le monoposto Reynard di Renzo Napione e Fausto Bormolini e la Lola di Angelo Marino.
Entusiasmante è lo schieramento GT con Marco Cristoforetti su Porsche, Lucio Peruggini, Luca Gaetani e “Ragastas” su Ferrari, il ceko Jerman Martin su Lamborghini, Marco Jacoangeli su Bmw, Pietro Nappi su Aston Martin, il ceko Jan Milon e il francese Pierre Courroye su McLaren. Spettacolo in vista anche con le due Alfa Romeo 4C-Picchio di Marco Gramenzi e Alessandro Gabrielli, ma sarà lotta serrata a tutti i livelli, anche tra le piccole.
Nella categoria Racing Start Plus un debutto d’eccezione per il motociclista ascolano Romano Fenati, che in una pausa del mondiale Moto2 lascia il sellino della sua Kalex per difendere i colori del Gruppo Sportivo ascolano con una Mini Cooper S JCW. Insieme a lui numerosi naturalmente i piloti ascolani pronti a sfidarsi nell’evento dell’anno.
Per il pubblico e per gli appassionati confermato il servizio bus navetta gratuito della Start da Bivio Colle al pianoro dalle ore 8 alle 13 per le prove e dalle 7,30 alle 18 per la domenica. Radio Ascoli, media partner della Coppa Teodori, effettuerà la diretta dell’intera gara sul proprio sito www.radioascoli.it e sull’App “Tunein”. Interessante novità con la presenza nel retro della tribuna della partenza di un’area “food & beverage”, attiva durante le tre giornate, comprese due serate (venerdi e sabato) a ritmo di musica con un DJ.
Venerdi 22 giugno – ore 14,30/19,00 verifiche amministrative Ex Bar del Pianoro, ore 15,00/19,30 verifiche tecniche Via Martiri della Repubblica al Pianoro, ore 19,45 briefing piloti, ore 21,30 pubblicazione elenco ammessi alle prove (albo di gara).
Sabato 23 giugno – ore 9,30 prove ufficiali (due turni a seguire), ore 19,00 pubblicazione elenco ammessi alla gara (albo di gara).
Domenica 24 giugno – ore 9,30 partenza Gara 1, a seguire partenza Gara 2, premiazioni Colle San Marco 30 minuti dopo l’apertura del parco chiuso di San Giacomo.
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soywancho · 8 years ago
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Hoy de cumpleaños Antonio Alessandro Posa Milone @antoaless05 un joven que conozco desde que nació... Y a quien he visto crecer maravillosamente... Muchas felicidades... Recibe mil bendiciones! #Cumpleañeros #Niños #FelizCumpleaños #Felicidades (en Posa Studio Creativo)
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redazionecultura · 8 years ago
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sede: Varie Sedi (Venaria Reale).
Il progetto nasce da un’esperienza vissuta nel 2011 dal fotografo Alessandro Lercara e dalla giornalista Barbara Odetto all’interno dei campi di concentramento Auschwitz-Birkenau. Saliti sul Treno della Memoria, organizzato dall’Associazione torinese Terra del Fuoco, i due vivono la desolazione dei luoghi dell’Olocausto. Racconta la giornalista: “Dopo un primo momento in cui scattare una foto o scrivere un pensiero ci sembrava come abusare della storia di quei luoghi, ci siamo divisi all’interno dei due campi per non influenzarci. Rientrati abbiamo capito che, senza averlo pianificato a priori, ci eravamo mossi nella stessa direzione e che testi e foto si sposavano perfettamente. Entrambi, infatti, avevamo puntato sui concetti di eco, memoria e scorrere del tempo: poteva diventare un progetto”. Infatti due concetti fondamentali distinguono gli scatti fotografici: il movimento e l’eco. Le immagini puntano sul dualismo tra mosso e statico per rappresentare il tempo. Un tempo che si è fermato brutalmente per i deportati del Campo di Concentramento e Sterminio di Auschwitz-Birkenau, ma anche un tempo che scorre inesorabile, fugge via, e spesso cancella i ricordi. Il gioco di movimento e staticità reso negli scatti è quindi una traduzione visiva di un concetto molto più profondo: chi oggi entra nei Campi di sterminio rivive un passato che è ancora vivo, presente, attuale in tutta la sua forza. L’eco, intesa come grido che si propaga nello spazio e nel tempo, è l’altro concetto tradotto in immagine. Nuovamente, il gioco tra fermo e mosso rappresenta l’eco che risuona nella vastità dl nulla. Perché Auschwitz, ma soprattutto Birkenau, sorgono in un nulla che per molti ha rappresentato tutto. Per sottolineare la potenza delle urla silenziose dei deportati ogni scatto è accompagnato da una breve frase: un pensiero, talvolta sottointeso, talvolta sarcastico, che non appartiene ad un prigioniero in particolare, ma ad ognuno di loro. Perché di fronte all’orrore, al dolore, all’annientamento le donne, gli uomini, i bambini, i ricchi, i ladri, i poveri, gli Ebrei così come i Rom di Auschwitz Birkenau hanno sicuramente pensato o sussurrato quelle parole. Nelle fotografie le persone non sono protagoniste. La loro presenza è evanescente: si avverte, si intravede solo in alcuni scatti, quasi bisogna cercarla. Il loro compito è ricordare, essere eco di una memoria e di un tempo che tendono a svanire, ma non devono.
Gli scatti Le opere hanno un “formato panoramico” (cm 120×35). Al centro di ogni foto vi è un elemento statico che viene enfatizzato dalle immagini ai lati; queste si ripetono e si sovrappongono per creare l’idea del movimento, del tempo che scorre e dell’eco dei ricordi. Un tecnica particolare adottata da Alessandro Lercara già in altri lavori e che cattura perfettamente la vastità degli spazi di Auschwitz-Birkenau e traduce senza retorica la realtà.
Il concept Tanto le fotografie quanto i testi di Barbara Odetto vogliono testimoniare in modo creativo una realtà passata, ma ancora viva nella memoria collettiva. Lontano dall’essere una denuncia politica o razziale, la mostra è un momento di riflessione personale di ogni visitatore. Le immagini e le frasi si prestano a molte interpretazioni, legate alla sensibilità e al vissuto di ognuno e vogliono essere uno spunto per riflettere su quanto è accaduto e su quanto potrebbe ancora succedere. L’obiettivo è mantenere vivo il ricordo di un passato relativamente recente, ma che purtroppo sta svanendo perché i suoi testimoni stanno scomparendo. Proprio per questo ognuno di noi deve essere eco e propagare il ricordo, alimentando l’informazione. SEDI
inQubatore Qulturale piazza Don Alberione – Angolo Via Mensa 10078 Venaria Reale (TO)
Biblioteca Tancredi Milone Via Verdi 18 10078 Venaria Reale (TO)
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Alessandro Lercara, Barbara Odetto. Echi da Auschwitz sede: Varie Sedi (Venaria Reale). Il progetto nasce da un'esperienza vissuta nel 2011 dal fotografo Alessandro Lercara e dalla giornalista Barbara Odetto all'interno dei campi di concentramento Auschwitz-Birkenau.
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