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Parabola del buon pastore
Una notte dei ladri sconosciuti entrarono nell’ovile di un pastore e rubarono alcuni dei migliori agnelli del suo gregge; il buon pastore appena se ne accorse se ne dispiacque moltissimo, si rattristò, quasi tutti i nuovi nati erano stati portati via e l’alternativa era usare quelli rimasti per le ricorrenze e per i rituali previsti dalla sua cultura e dalla sua religione, oppure venderli per sopravvivere.
Dopo qualche anno un imprevisto lo costrinse ad allontanarsi dal suo gregge, ma fece in modo da affidarlo a persone di sua completa fiducia dietro un lauto compenso promesso loro.
Al suo ritorno il pastore si accorse che le persone avevano venduto a pastori itineranti non soltanto tutti i suoi agnelli, ma anche le pecore migliori e persino il suo unico montone.
Allora si stracciò le vesti e si cosparse il capo di cenere, perse l’appetito per giorni, si disperò, lanciò imprecazioni irripetibili e il suo animo si accese alla vendetta, per questo si armò del coltello con cui sgozzava il bestiame e tagliò la gola a tutti i pastori che l’avevano beffato.
Durante il processo per omicidio gli fu chiesto come mai non aveva reagito allo stesso modo contro i ladri del primo furto, e lui disse con estrema semplicità che i primi erano ladri, notoriamente conosciuti, che era nella loro natura rubare, e che per quanto grave fosse il loro crimine, la responsabilità del furto era in gran parte loro e in minima parte sua che non aveva vigilato abbastanza: dei ladri non bisogna fidarsi.
Nel secondo caso, quelle persone godevano della sua completa fiducia ed erano da lui state pagate lautamente, egli non si aspettava che lo tradissero in quel modo, per cui il carcere che spetta ai ladri a lui non bastava per punire il crimine, bisognava punire pure la fiducia tradita, e quello solo il suo coltello poteva farlo.
Ora, un ladro che ruba poco o tanto e che fa del ladrocinio il suo mestiere e il suo stile di vita, le persone oneste devono premurarsi, e pretendere che lo Stato li catturi e faccia giustizia.
Ma se un funzionario di Stato, mettiamo il caso di un sindaco, di un presidente di regione, di un politico, di un ministro o di un amministratore, che invece di fare l’interesse dei cittadini, ne tradisce la fiducia e fa gli interessi propri e quelli dei suoi sodali, allora merita una pena ben più gravosa del semplice ladro, anche se hanno rubato entrambi.
Se poi questo funzionario colto con le mani nel sacco, auspicasse delle leggi per farla franca nel caso volesse replicare la sua condotta truffaldina, se ritenesse di aver agito correttamente nonostante intercettazioni telefoniche che lo smentiscono (il versante giudiziario è un’altra cosa, ma se sei stato eletto dai cittadini non rispondi solo alla giustizia delle tue azioni ma anche a chi ti ha dato il voto), se dichiarasse di essere il miglior amministratore in circolazione e che ciò che doveva gestire non è mai stato amministrato meglio: beh, allora si merita di essere preso pure a calci in culo e sputi in faccia.
Nel Far West i ciarlatani e i truffatori venivano cosparsi di melassa e coperti di piume d’uccello, e dovevano attraversare tutta la main street prima di potersela dare a gambe e non farsi più rivedere; i ladri, poi, venivano persino impiccati se recidivi o se ladri di cavalli.
Se siamo in uno stato di diritto il Far west è una barbarie, ma se lo stato di diritto è scomparso e il ladro può circolare liberamente dopo poche settimane dall’arresto e fare dichiarazioni spavalde, spalleggiato dagli amicuzzi, allora il Far West ritorna auspicabile e inevitabile.
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Oh chiariamoci... la Fornero e il Jobs Act sono passati anche grazie alla destra... ma eh... grazie Italia Viva eh... complimentoni...
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Tutte le balle sull’abrogazione dell’abuso d’ufficio. Parla il giurista Stortoni
L’abrogazione del reato di abuso d’ufficio “è contraria al diritto internazionale”, “creerebbe un vuoto di tutela per i cittadini”, “eliminerebbe un importantissimo reato spia”. Tutte affermazioni infondate o addirittura false, spiega Luigi Stortoni, professore emerito di Diritto penale dell’Università di Bologna
L’abrogazione del reato di abuso d’ufficio “creerebbe un vuoto di tutela per i cittadini contro le angherie dell’autorità pubblica”, “eliminerebbe un importantissimo reato spia”, “è contraria al diritto internazionale”. Sono solo alcune delle tesi che hanno trovato spazio nel dibattito pubblico negli ultimi giorni – da parte di magistrati, politici e giornalisti – contro l’ipotesi di abrogazione del reato di abuso d’ufficio (deciso martedì in prima battuta dalla commissione giustizia del Senato). Affermazioni infondate o addirittura false, come spiega al Foglio Luigi Stortoni, professore emerito di Diritto penale dell’Università di Bologna. Partiamo dalla prima. “Non è vero che con l’abrogazione dell’abuso d’ufficio si creerebbe un vuoto di tutela per il cittadino – dice Stortoni –. Il vuoto di tutela ci sarebbe se i numeri dimostrassero una corrispondenza tra denunce e condanne, e invece questo è assolutamente smentito dai dati: il 95 per cento delle denunce finisce con l’archiviazione, mentre il restante 5 per cento solo in pochissimi casi dà luogo a condanne e per giunta per fatti bagatellari”.
Insomma, prosegue Stortoni, “si hanno tanti processi inutili, che sono dannosi non solo per chi li subisce ma anche per l’immagine della Pubblica amministrazione. Non ci sarebbe alcun vuoto perché i cittadini potrebbero continuare a rivolgersi alla giustizia amministrativa, nata proprio con la funzione di verificare l’eventuale cattivo uso della discrezionalità amministrativa”.
La seconda obiezione mossa contro l’abrogazione del reato è che questo costituirebbe un reato spia molto importante per indagare su altri reati più gravi, come corruzione, concussione o turbativa d’asta. “Questa argomentazione è contraria a qualsiasi principio del processo penale liberale e anche costituzionale – replica Stortoni –. Si usa un reato, che si afferma non avere una sua ragion d’essere, per creare impropriamente uno strumento processuale per accertare altri eventuali reati, anziché accertarli con i modi ordinari previsti dalla legge. Il reato spia non può esistere nel nostro ordinamento. Il reato deve essere giustificato in sé”.
Altra obiezione mossa in questi giorni: se abroghiamo il reato violiamo il diritto europeo e internazionale. “E’ una bugia”, dichiara netto Stortoni: “E’ falso che esista un obbligo sovranazionale a mantenere questo reato. Nella convenzione di Merida la penalizzazione dell’abuso d’ufficio è meramente facoltativa e non obbligatoria come è per altri reati, come la corruzione. C’è poi una proposta di direttiva europea che introdurrebbe questo obbligo, ma la proposta è ancora tutta da discutere ed è molto criticata dalla dottrina, soprattutto per il mancato rispetto dei princìpi di sussidiarietà e proporzionalità. Il testo quindi potrebbe subire modifiche o essere approvato non si sa fra quanti anni”.
C’è un’altra critica di carattere tecnico. La riforma del 2020 avrebbe tassativizzato in misura maggiore il reato di abuso d’ufficio, stabilendo che occorre la violazione di una specifica disposizione di legge, e in questo modo le ambiguità precedenti sarebbero state superate. “Purtroppo non è così – spiega Stortoni –. La giurisprudenza della Corte di cassazione, ad esempio, con la sentenza n. 2080 del 2022, si è mostrata refrattaria alla modifica legislativa, sostenendo – come in precedenza – che può costituire reato anche un comportamento che non vìola una specifica disposizione di legge ma che è contrario lato sensu al principio di imparzialità stabilito dall’articolo 97 della Costituzione”.
C’è un dato che ieri è stato rilanciato con grande enfasi: la soppressione del reato porterebbe alla cancellazione di oltre tremila condanne definitive. Il dato si riferisce agli ultimi 25 anni, anche se non è chiaro come sia stata calcolata questa cifra (secondo il ministero della Giustizia, nel 2021 le condanne sono state 44 davanti alla sezione gip/gup e 18 in dibattimento). “Anche io non comprendo da dove siano stati tirati fuori questi dati – afferma Stortoni –. Ad ogni modo, se ci sono state delle condanne per un reato, che poi viene abrogato, è normale che quelle condanne vengano annullate, non c’è niente di scandaloso. Secondo questo ragionamento allora l’abrogazione dei reati di adulterio o di omicidio d’onore avrebbe dovuto lasciare in vita le pregresse condanne?”. “Se mi è concesso, questa obiezione dimostra davvero la pochezza degli argomenti utilizzati in questi giorni nel dibattito pubblico”, conclude.
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Sembra di vivere in un carcere a cielo aperto piu' che in un Paese pieno di onesti, altrimenti non si capisce il perche' di tanto entusiasmo sulle nuove leggi sulla giustizia di questo governo. Tutti eccitati, gli italiani, perche' da domani non ci sara' piu' il reato di abuso d'ufficio, nessuno potra' piu' essere intercettato, spiato e se meriti l'arresto devi essere avvisato 5 giorni prima. @ilpianistasultetto
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Metalli Pesanti e Cianuri Sversati nel Fiume Chiese: Indagini su Funzionario Provinciale
Metalli pesanti e cianuri sversati probabilmente per anni nel fiume Chiese, ma con l'autorizzazione della Provincia di Brescia: questo il motivo per cui la Procura avrebbe indagato un funzionario provinciale, proprio quello che avrebbe dato l'autorizzazione allo scarico senza averne il potere. Per questo è accusato di abuso d'ufficio.
E' successo a Gavardo: a quanto pare si tratterebbe di uno scarico della ditta Gesm Group, azienda specializzata nei trattamenti galvanici a rotobarile. Sul tema della Gesm era già stata presentata un'interrogazione in consiglio comunale, da parte della minoranza di Gavardo Rinasce, sul tema dello scarico (di cui non si conosceva l'origine) era già stata presentata una segnalazione da parte del comitato ambientalista Gaia.
Il fiume Chiese, che attraversa la provincia di Brescia, è stato probabilmente contaminato per anni da metalli pesanti e cianuri, sversati illegalmente da un'azienda con l'autorizzazione della Provincia di Brescia. La Procura ha aperto un'inchiesta su un funzionario provinciale accusato di abuso d'ufficio, in quanto sarebbe stato lui a concedere il permesso per lo scarico senza avere il potere legale di farlo. L'indagine riguarda uno scarico di rifiuti tossici proveniente dalla ditta Gesm Group, specializzata nei trattamenti galvanici a rotobarile.
La vicenda ha suscitato un acceso dibattito nella comunità locale di Gavardo, dove la minoranza di Gavardo Rinasce aveva già sollevato il problema in consiglio comunale. Infatti, in precedenza, erano giunte segnalazioni da parte del comitato ambientalista Gaia, che aveva denunciato la presenza di scarichi sospetti nel fiume, ma l'origine di questi scarichi non era ancora chiara.
Ora, con l'apertura dell'inchiesta, si cerca di fare luce su una questione che ha coinvolto la salute del fiume Chiese, un ambiente naturale fondamentale per l'ecosistema locale. La presenza di metalli pesanti e cianuri potrebbe avere gravi conseguenze per la fauna acquatica e, più in generale, per la qualità dell'acqua nella regione, rendendo necessario un intervento tempestivo per ripristinare la sicurezza ambientale.
Le autorità stanno esaminando i permessi concessi alla Gesm Group per comprendere se ci siano state violazioni delle normative ambientali. L'episodio solleva anche interrogativi sulla gestione delle autorizzazioni da parte degli enti locali e sulla vigilanza riguardo alle pratiche industriali potenzialmente dannose per l'ambiente.
La vicenda continua a evolversi, con la comunità di Gavardo e le associazioni ambientaliste che chiedono chiarezza e risposte.
Kathryn Linhart
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PER LE GRAVISSIME VIOLAZIONI DELLA PERSONA SANA, VIOLENZE SULLA PERSONA E SU MINORE, DISCRIMINAZIONI, ABUSI DI POTERE, ABUSO D'UFFICIO E CON CONSEGUENTE NEGAZIONE DELLA VERITÀ, PER LO STALKING, LE MENZOGNE PATOLOGICHE, LE MANIPOLAZIONI, LE OSSESSIONI CON LA SPASMODICO PATOLOGICO, IMBARAZZANTE, DI VOLER CONTROLLARE LA VITA ALTRUI, INVADERE E ROVINARE LA VITA ALTRUI PERCHÉ VOI NON AVETE MAI AVUTO UNA VOSTRA VITA E NON AVETE ASSOLUTAMENTE SANITÀ MENTALE:
È DA 3 ANNI CHE VI SI AUGURA DI ESSERE PERSEGUITATI E PUNITI PER OGNI SINGOLA AZIONE INGIUSTA CHE AVETE PRESO, SENZA ALCUN CONSENSO, A CARICO DEGLI ALTRI.
PSICHIATRICI GRAVI NON IN CURA E CRIMINALI E SCARTI UMANI A PIEDE LIBERO, FALSI PERBENISTI MASCHERATI, CAMALEONTICI DA 2 SOLDI, DA MANICOMIO E DA GALERA:
LIVIA SCOVINO
LUCIANO MARELLO
ALESSANDRA GAVA
MARCO VISINTIN
SIMONA AGOSTINIS
FRANCESCO ISOLDI
CHERUBINA DI PONZIO
LUIGI SCOVINO
GABRIELLA BON
FRANCESCA ANGELUCCI
GIAMPIERO COSTANTINI
MARIA TUDECH HENKE
ORESTE, IL DELINQUENTE NAPOLETANO RINOMATO A GORIZIA
CHERUBINA DI PONZIO
SCOVINO LUIGI
VI SI DEVE VEDERE STACCARVI LA PELLE MENTRE ANCORA RESPIRATE.
OGNI GIORNO CI SI SVEGLIA CON LA SPERANZA DI SAPERVI FINALMENTE SOTTO TERRA, VOI E TUTTA LA VOSTRA STIRPE MALATA COME VOI.
#fvg#friuli venezia giulia#italia#psichiatrici#trieste#consorzio fhocus#cooperativa sociale tea#francesca angelucci#gabriella bon#lgbt#Giampiero Costantini#Alessandra Gava#Francesco ISOLDI#Luciano marello#Simona Agostinis#Marco visintin#Criminali#Abuso di potere#Violenza#Violazioni#Abusi alla persona#Terrorismo psicologico#Frode#Atto fraudolento#Psichiatrici abilitati#Oss#Asugi#Cattinara#Barellieri
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Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria, era sotto indagine insieme all'assessora al Bilancio, Paola Agabiti, per un caso relativo alla gestione dei fondi del piano di sviluppo rurale dell'Umbria. Questa indagine, avviata nel 2023, è stata sollevata da un esposto anonimo e riguardava un bando da 10,7 milioni di euro, di cui una notevole somma era stata ottenuta dall'azienda Urbani Tartufi, di proprietà di Gianmarco Urbani, marito di Agabiti. La Urbani Tartufi, importante azienda con un fatturato di 100 milioni all'anno, aveva ricevuto 4,8 milioni di euro dal bando e, durante l'apertura del progetto, il figlio della governatrice Tesei era stato assunto in azienda a tempo indeterminato. L'inchiesta è stata archiviata dopo che il governo ha abrogato il reato di abuso d’ufficio, come stabilito da una riforma del codice penale firmata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel mese di agosto. La legge, che porta il nome del Guardasigilli Carlo Nordio, ha eliminato la norma che puniva i pubblici ufficiali per la violazione di leggi e regolamenti, in caso di danni a terzi o di vantaggi patrimoniali indebiti. Dopo la chiusura dell’indagine, Tesei ha annunciato la sua intenzione di ricandidarsi alle elezioni regionali che si svolgeranno il 17 e 18 novembre. Gli ultimi sondaggi indicano una competizione molto serrata tra Tesei e Stefania Proietti, la quale è sostenuta da una coalizione di centrosinistra composta da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra. Tesei, sostenuta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, ottiene tra il 45,5% e il 49,5% delle preferenze, mentre Proietti si attesta tra il 47% e il 51%. La sfida si preannuncia equilibrata, con un’ulteriore incognita rappresentata dal 25% di cittadini ancora indecisi. In sintesi, la situazione attuale si presenta complessa, con implicazioni sia politiche che giuridiche, in un contesto di elezioni regionali imminenti e di cambiamenti significativi nel panorama normativo riguardante il reato di abuso d’ufficio.
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Un rapporto del ministero della Giustizia di un paio di anni fa indicava che su cinquemila procedimenti di abuso di ufficio si fosse arrivati a sette condanne. E’ ben vero che il principio di efficacia non si può applicare al diritto penale ma forse la farraginosità evidente della norma ha origine proprio nella configurazione della fattispecie penale ora abrogata. Meritoriamente l’on. Costa di Azione ha raccolto un incredibile dossier che riguarda i pubblici amministratori, centinaia di casi che dopo pubblica gogna, accuse via stampa, dibatti pubblici, spese di difesa, sono stati infine assolti. Un breviario e uno spaccato di come non si desidererebbe la Giustizia. Meno visibili ma non per questo meno importanti, sono i moltissimi funzionari e dirigenti pubblici che sono incappati in questa tagliola, generando sovente un meccanismo vizioso per i quali diversi dipendenti pubblici hanno opposto spesso alla richiesta di avanzamento di progetti o servizi il timore di azioni penali.
Vi è stato in questi anni un progressivo avanzamento del non facere per timore di firma, che ha generato un costo occulto e difficilmente quantificabile di cui non vi è traccia nel dibattito pubblico.
Chi ha amministrato conosce bene il tema, ma non posso fare a meno di pensare, con una punta di amarezza, che molti, indistintamente dalle parti politiche, prima di essere deputati o senatori sono stati amministratori locali, ma si sono disinteressati o sottomessi a logiche diverse.
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c'ho pensato un po' prima di dirlo, ma qualche tempo fa Karem Rohana, che immagino conosciate un po' tutti per il suo attivismo per la Palestina, ha fatto un video con un membro della sicurezza alla stazione di Milano che, vedendolo con la kefiah e una faccia chiaramente non (solo) "italiana", si è accanito verbalmente contro di lui elogiando isr*ele e facendo lo stronzo. Ecco io quella persona, di cui non farò qui il nome ma di cui sappiamo nome e cognome, la conosco di fama e anche incresciosamente l'ho vista operare dal video nei modi.
Questa persona fa lo stronzo con tutte le persone dalla faccia non italiana. Ha un odio profondo per i magrebini che a suo dire vengono in stazione a "rompere i coglioni alla gente" (non è vero e non ci sono casi di rotture di coglioni). Ci sono lavoratori stranieri / di origine straniera che sono pendolari a cui rompe verbalmente i coglioni. Ho amici che sono stati insultati da questa persona. L'ho visto (con i miei occhi) apostrofare mia cugina e due mie amiche con l'hijab (io non sono hijabi, ma chiaramente mi sono intromessa, chiaramente pure io non ho una faccia italiana e tanto è bastato). È uno stronzo che fa abuso d'ufficio letteralmente tutti i giorni, ed è ancora lì a lavorare bello tranquillo nonostante i reclami e nonostante tra di noi se ne parli spesso. Ovviamente il video di Karem ha fatto il giro. E ovviamente se ne parla. Mi ha fatto gelare il sangue nelle vene ve lo giuro. E mi spaventa molto anche scriverlo.
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ma qua vogliono pure togliere il reato di abuso d'ufficio raga ma di che cazzo stiamo parlando
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Poveri sindaci, come potevano essere tranquilli se prima non avevano sistemato a spese nostre parenti e amici senza essere accusati di favorirli spudoratamente. E come poteva la Meloni essere tranquilla, visto che il reato d'abuso d'ufficio le stava falciando l'intera classe dirigente del suo partito? O spariva l'abuso d'ufficio o sparivano loro! Ora possono dormire tutti sonni tranquilli, senza giudici e senza manette ad attenderli; liberi di “ringraziare” i cari amici che hanno pagato loro la campagna elettorale e quelli che li hanno sostenuto politicamente.
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mentre una parte dei suoi sodali balilla gridava alla dittatura sanitaria, questo faceva le ronde... e indovinate chi ci avrebbe rimesso?
Non tutti i fratelli d'Italia sono fasci, ladri... ma...
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STUDIO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
Scusandoci per il periodo abbastanza prolungato dall'ultimo articolo pubblicato nel blog che ha preso in esame gli articoli dal 25 al 28 della Costituzione Italiana, sintetizziamo qui alcuni aspetti-esempi nei quali trovarci per affrontare poi eventuali complicanze giuridiche.
L'articolo 25 dice che "nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge.
Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso.
Nessuno può essere sottoposto a misure di sicurezza se non nei casi previsti dalla legge."
Cioè: detto giudice dovrà appartenere -in caso di contenzioso "giustizia-reo"- al luogo vicinorio del "sospetto" e non può essere affidato a un secondo che appartenga a un luogo diverso o comunque lontano da quello di nascita del "reo".
E dove non sia acclarato che il fatto non sia stato commesso, nessuno può essere punito/sottoposto a giudizio così come nessun individuo può essere "tradotto" in strutture penitenziarie prima di un equo processo e comunque se non in casi di gravi reati ("previsti dalla legge").
Per l'articolo 26 " l'estradizione del cittadino può essere consentita soltanto ove sia espressamente prevista dalle convenzioni internazionali.
Non può in alcun caso essere ammessa per reati politici."
Fatte salve le libertà di opinioni, nessun cittadino che debba essere giudicato colpevole di reato potrà essere trasferito in un carcere di un paese diverso da quello di origine e financo per reati politici, a meno che non si sia "macchiato" di gravi reati (diffamazione, violenza, ecc...) per il quale saranno gli accordi, convenzioni, leggi/normative internazionali a decretarne il trasferimento.
Secondo l'articolo 27 " la responsabilità penale è personale.
L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte."
Fa il paio con gli articoli precedenti, in quanto fino all'emissione del giudizio in fase processuale, nessun cittadino può essere definito colpevole, e comunque -anche in caso di riconosciute colpevolezza e responsabilità- le pene devono essere commisurate in base alla gravità del reato stesso e tendenti alla rieducazione del condannato e al suo reinserimento nella società civile. La pena di morte non è consentita nell'ordinamento giudiziario italiano.
Infine, con l'articolo 28 "i funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici."
Ossia: in fase di dibattimenti giudiziari, gli operatori di giustizia non possono travalicare il senso dello Stato e dovranno argomentare le loro decisioni senza commettere il reato di abuso d'ufficio: in tal caso la responsabilità civile potrebbe ricadere sullo Stato e sui funzionari degli enti pubblici.
E con questi articoli, si esaurisce la parte dedicata al "Titolo I - Rapporti civili".
Con il prossimo "studio" andremo a esaminare gli articoli che riguardano il "Titolo II - Rapporti etico-sociali".
Intanto, per uno studio ulteriori della Costituzione Italiana, questo è il link:
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Si intensificano i blocchi stradali degli agricoltori con i loro trattori. Le cose sono due: o vengono denunciati gli agricoltori che attuano il blocco o la polizia che presidia i blocchi per abuso d'ufficio. Dico questo perche'qualche mese fa questo governo ha fatto una legge ad hoc per evitare i blocchi stradali, per evitare disagi a migliaia di automobilisti che avevano urgenza di spostarsi o andare al lavoro. Addirittura si era tirato in ballo il mancato intervento dei mezzi di soccorso, vigili del fuoco o ambulanze che trasportavano malati gravi in ospedale. Con queste motivazioni il governo ha venduto la legge ai cittadini italiani. Pugno, duro, anzi, durissimo. Adesso non succede niente di tutto questo? Naturalmente la politica tutta, dx e sx, fanno finta di niente perche' per loro contano solo i voti e non vogliono inimicarsi nessuno (poi si meravigliano che la gente non va piu' a votare). Naturalmente, capisco e quasi sempre approvo certe forme di lotta quando nessuno presta attenzione a certe grida di dolore ma odio profondamente i due pesi e due misure perche' il prezzo lo paga sempre chi e'piu' povero, il piu' debole, chi non ha la politica alle spalle che li aiuta in cambio di voti. I ragazzi che bloccano le strade vanno davanti al giudice e gli agricoltori no? I ragazzi che imbrattano le fontane vanno davanti al giudice e chi scarica il letame sulle strade, no? PAESE DI MERDA.
@ilpianistasultetto
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Brindisi: custodia cautelare nei confronti di 4 persone per concussione e tentata concussione, abuso d'ufficio e atti persecutori.
Brindisi: custodia cautelare nei confronti di 4 persone per concussione e tentata concussione, abuso d'ufficio e atti persecutori. Brindisi. Stamani i Carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro persone, di cui due sottoposte agli arresti domiciliari e due al divieto di dimora. I soggetti coinvolti, tra i quali il sindaco e due assessori del Comune di Erchie, oltreché un ingegnere (quest'ultimo in passato già in servizio al predetto ente pubblico), sono indagati, a vario titolo, per "concussione e tentata concussione, abuso d'ufficio in concorso e atti persecutori, tutti aggravati dall'aver commesso il fatto contro un pubblico ufficiale, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici in concorso, induzione indebita a dare o promettere utilità, raccolta-trasporto-abbandono incontrollato di rifiuti speciali non pericolosi e violenza sessuale aggravata dall'aver commesso il fatto contro un incaricato di pubblico servizio e dall'aver abusato di autorità e relazione d'ufficio". Il provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale ordinario di Brindisi su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini -condotte dai Carabinieri della Stazione CC di Erchie e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia francavillese- riguarda molteplici condotte ritenute, allo stato, delittuose che sarebbero state commesse dagli indagati tra l'ottobre 2020 e maggio 2022. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi figurano l'attuale Sindaco di Erchie e l'Assessore ai Servizi Ambientali, Lavori Pubblici e Polizia Urbana, entrambi destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari, nonché l'Assessore ai Servizi Sociali, Politiche Giovanili e Pari Opportunità e l'ingegnere ex Responsabile dell'Area Tecnico-Amministrativa del Comune, entrambi sottoposti al divieto di dimora. Le condotte contestate e menzionate nell'ordinanza, sulla base degli elementi probatori raccolti finora, "descrivono" in particolare: Ø il tentativo, da parte del Sindaco, di condizionare illecitamente l'attività del Responsabile dell'Area Servizi alla Città, al quale il primo cittadino avrebbe intimato di ottemperare, anche sotto minaccia di rimozione (cosa, poi, avvenuta), ad una propria richiesta inerente alla formalizzazione della proroga retroattiva dell'affidamento della gestione dei servizi cimiteriali ad una cooperativa sociale (per un importo di circa 15.000 euro), ormai giunta a scadenza del contratto. Tentativo, tuttavia, non andato a buon fine in quanto il predetto Responsabile si rifiutava categoricamente di adempiere alla richiesta; Ø l'induzione indebita, da parte dell'Assessore ai Servizi Ambientali, Lavori Pubblici e Polizia Urbana nei confronti di una cooperativa, non più incaricata per conto del Comune di Erchie, all'effettuazione (in via confidenziale) dell'attività di raccolta di rifiuti (ferro, legno, materiale informatico) presso un privato, conoscente dell'indagato, e conseguente trasporto e abbandono degli stessi presso un immobile di proprietà comunale, in attesa del successivo smaltimento; Ø la condotta mediante la quale il medesimo Assessore avrebbe posto in essere degli "approcci" non graditi ad una donna che si trovava all' interno degli uffici comunali; Ø i molteplici tentativi, risultati vani, del Sindaco, dell'Assessore ai Servizi Sociali, Politiche Giovanili e Pari Opportunità e dell'ex Responsabile dell'Area Tecnico-Amministrativa, tesi ad ottenere, per volontà del primo cittadino, che nell'ambito di un bando di concorso pubblico per la mobilità di un "istruttore tecnico c1" per l'Ufficio Tecnico del Comune di Erchie, l'unico partecipante NON venisse assunto, in quanto persona non gradita poiché si era candidata alle elezioni del settembre 2020 nella coalizione di opposizione. In particolare: · facendo pressioni su una componente e sulla Presidente della Commissione valutatrice, per indurle alla esclusione del candidato, nonostante la funzione meramente "conoscitiva" del colloquio previsto, minacciando loro che, in caso contrario, le avrebbe rimosse dai rispettivi incarichi; · suggerendo all'ex Responsabile Area Tecnico-Amministrativa, nonché membro della Commissione valutatrice, di porre domande tecniche, ancorché non previste, in sede di colloquio con il concorrente, finalizzate a porre quest'ultimo nella condizione di non riuscire a rispondere, con l'intento ultimo di formulare un giudizio negativo; Ø il tentativo del Sindaco e dell'Assessore ai Servizi Sociali, Politiche Giovanili e Pari Opportunità di rideterminare arbitrariamente alcuni termini di un contratto di locazione di un immobile di proprietà del Comune, già regolarmente assegnato dalla precedente amministrazione comunale. Il Sindaco avrebbe ritenuto che la precedente amministrazione comunale avesse adottato un comportamento di favore verso i locatari (responsabili di un asilo nido) e, pertanto, insieme all'Assessore, avrebbe cercato di pretendere la riduzione della durata del contratto, dai 9 anni originariamente previsti a 4, nonché l'aumento del canone mensile dagli iniziali 1.100 euro a 1.600 euro; Ø la condotta mediante la quale il Sindaco, abusando della propria posizione, previa minaccia, avrebbe costretto la Responsabile del Settore Servizi Sociali a corrispondere indebitamente la somma di € 2.500 ad un'associazione locale, verosimilmente per acquisire consenso tra la cittadinanza. Dopo l'avvenuta esecuzione dell'ordinanza cautelare citata seguirà l'interrogatorio di garanzia degli indagati e, quindi, il confronto con la difesa degli stessi. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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PER LE GRAVISSIME VIOLAZIONI DELLA PERSONA SANA, VIOLENZE SULLA PERSONA E SU MINORE, DISCRIMINAZIONI, ABUSI DI POTERE, ABUSO D'UFFICIO E CON CONSEGUENTE NEGAZIONE DELLA VERITÀ, PER LO STALKING, LE MENZOGNE PATOLOGICHE, LE MANIPOLAZIONI, LE OSSESSIONI CON LA SPASMODICO PATOLOGICO, IMBARAZZANTE, DI VOLER CONTROLLARE LA VITA ALTRUI, INVADERE E ROVINARE LA VITA ALTRUI PERCHÉ VOI NON AVETE MAI AVUTO UNA VOSTRA VITA E NON AVETE ASSOLUTAMENTE SANITÀ MENTALE:
È DA 3 ANNI CHE VI SI AUGURA DI ESSERE PERSEGUITATI E PUNITI PER OGNI SINGOLA AZIONE INGIUSTA CHE AVETE PRESO, SENZA ALCUN CONSENSO, A CARICO DEGLI ALTRI.
PSICHIATRICI GRAVI NON IN CURA E CRIMINALI E SCARTI UMANI A PIEDE LIBERO, FALSI PERBENISTI MASCHERATI, CAMALEONTICI DA 2 SOLDI, DA MANICOMIO E DA GALERA:
LIVIA SCOVINO
LUCIANO MARELLO
ALESSANDRA GAVA
MARCO VISINTIN
SIMONA AGOSTINIS
FRANCESCO ISOLDI
CHERUBINA DI PONZIO
LUIGI SCOVINO
GABRIELLA BON
FRANCESCA ANGELUCCI
GIAMPIERO COSTANTINI
MARIA TUDECH HENKE
ORESTE, IL DELINQUENTE NAPOLETANO RINOMATO A GORIZIA
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