#abbonamento treno
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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“Io non mostro più il biglietto”: La protesta di Matteo Philippe per un Trasporto Pubblico più Efficiente tra Casale e Alessandria
Matteo Philippe, 18enne di Casale Monferrato, racconta la sua protesta per i diritti dei pendolari e la necessità di un trasporto pubblico affidabile e accessibile in Monferrato.
Matteo Philippe, 18enne di Casale Monferrato, racconta la sua protesta per i diritti dei pendolari e la necessità di un trasporto pubblico affidabile e accessibile in Monferrato. Riceviamo e pubblichiamo: Ciao, sono Matteo Philippe, un ragazzo di 18 anni residente a Casale Monferrato. Vorrei condividere con voi la mia esperienza e la mia protesta, iniziata l’anno scorso, per migliorare il…
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t4merici · 8 months ago
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Hanno chiamato Andrea a Bari a suonare per tutto il mese di luglio ed è una settimana che è combattutissimo e fa fatica a dormire perché non sa se accettare 1. all'inizio pensava coincidesse con altri impegni di lavoro 2. dovrebbe partire il giorno del compleanno del papà e non vuole saltarlo 3. ha lo sbatti di dover cercare casa nuova (nella solita sono cambiate alcune cose e non ci torna), fare abbonamento in palestra lì, partire in macchina invece che col treno ecc ecc insomma, tante cose messe insieme. Allora, da brava fidanzata, l'ho aiutato in tutto e sebbene non vorrei separarmi da lui per un mese intero visto l'andazzo qui l'ho supportato e incitato ad accettare. Sembrava avesse deciso di non andare, stamattina stava per scrivere quella mail di rifiuto ma non la inviava. Allora ci siamo messi a rivedere perché dovrebbe accettare e perché no e mi dice che sì, ci sono altre cose, ma non sa nemmeno lui se vuole separarsi da me per un mese intero perché gli mancherei (ormai con la convivenza abbiamo preso i nostri ritmi). Per scherzare gli dico: "ma che ti sei rammollito tutto insieme?" e poi "e se in futuro ti chiamano e abbiamo un piccolo marmocchio in casa, non accetti a prescindere perché ti mancheremmo?". E lui dice che stava pensando alla stessa cosa. Abbiamo chiuso lì e prima di pranzo se n'è andato a suonare nel suo studio. Quando torna si prende decisione definitiva. Gli voglio un mondo di bene.
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pinguinoterroncino · 2 years ago
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Signori sul treno che parlano male di ragazzo nero con bicicletta e borsa di glovo dicendo che "a questa gente siamo noi che paghiamo il biglietto, figurati se ce l'ha", lui che tira fuori abbonamento quando passa il controllore *drop the mic*
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enkeynetwork · 4 months ago
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ypsilonzeta1 · 4 months ago
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Che bella che è la Fiera di Porto!
Sa di inizio anno scolastico, di astuccio e diario nuovi, di abbonamento del treno, di croccante e zucchero filato, di grindoli coi motorini truccati, di figli dei giostrai che sembravano i più fighi al mondo, di gomma bruciata dell'autobolide, di scintille dell'autoscontro, di:
"giù il gettone, tira la leva... È la gara finale"
e noi: "alleati! alleati!"
La Fiera di Porto è il mio capodanno, la fine dell'estate, l'inizio del nuovo ciclo delle stagioni.
La Fiera di Porto è sempre bella, semplicemente perché è lei.
da FB
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delectablywaywardbeard-blog · 10 months ago
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Toti, grazie a folla Vernazza studenti non pagano abbonamento
“Stamani a Vernazza strade affollate, locali pieni, alberghi al completo, nonostante il tempo non sia dei migliori. E grazie al biglietto del treno pagato da questi turisti (un biglietto che costa meno di una corsa in funivia o un vaporetto di Venezia) gli studenti della Liguria non pagano l’abbonamento per andare a scuola, i pendolari non hanno avuto aumenti e i cittadini delle Cinque Terre…
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Dalle news ai giochi: le app sullo sport più scaricate
Lo smartphone è ad oggi il mezzo più utilizzato per rimanere costantemente aggiornati. Questo è facilmente intuibile perché gran parte delle applicazioni che offrono news h24 sono gratuite (quantomeno nella fase del download) e perché è sempre acceso. Nei momenti in cui si attende il tram, si compie un tragitto in metro o in treno, lo smartphone è il primo strumento che si utilizza ed ha sostituito passatempi come la lettura di un libro o giornali. Questo causa una serie di problematiche soprattutto tra i giovani e giovanissimi, che iniziano ben presto a sviluppare vere e proprie dipendenze dall’uso di questi dispositivi. Tralasciando però questo lato negativo, è chiaro come sia il mercato delle app sia quello potenzialmente più espandibile proprio perché il pubblico che ne fruisce è molto vasto, potenzialmente si parla di miliardi di persone. Lo sport riveste un ruolo centrale nella vita di molti italiani ed italiane, ma in generale è ai primi posti anche a livello internazionale. Esistono una pluralità di app che permettono di rimanere costantemente aggiornati su quelle che sono le ultime novità di formazioni, lo stato di forma delle squadre e gli infortuni inattesi. Quasi tutte sono gratuite nella loro versione standard, alcune richiedono il pagamento di un abbonamento mensile per poter leggere articoli più dettagliati e complessi. Solitamente si tratta delle app dei maggiori quotidiani sportivi e non a caso si ritrovano nella vetta dei più scaricati: al primo posto c’è infatti l’app della Gazzetta dello Sport. Seguono SkySport e OneFootball, quest’ultima che sta cercando di imporsi anche offrendo la diretta streaming di alcuni campionati minori. Nel panorama delle app sullo sport ci sono anche quelle del betting utilizzate da chi conosce come funzionano le quote scommesse insieme a quelle di pronostici e statistiche sulle gare, queste ultime fondamentali soprattutto per coloro che si dilettano nel Fantacalcio, capace di attirare milioni di appassionati in tutta Italia.  Ovviamente rientrano nelle classifiche delle app sullo sport più scaricate anche quelle che riguardano lo streaming: NowTV e DAZN su tutte. Entrambe sono gratuite in fase di download ma richiedono il pagamento di un abbonamento prima di poter vedere in streaming le partite di calcio ma non solo. Sky, ad esempio, offre anche NBA ed Eurolega, oltre a importanti match delle principali competizioni tennistiche.  Cambiando invece categoria, ma rimanendo all’interno dell’ambito sportivo, i giochi rientrano tra le app maggiormente scaricate. FIFA ha la meglio anche nel mondo mobile e annualmente la sua uscita rientra di diritto tra i primi posti in quanto a download, ma non è l’unica. Nel caso del calcio in particolare, sono molto gettonati su mobile anche i videogame che permettono sfide molto più brevi rispetto ad una partita. Si tratta ad esempio di sfide riguardo i calci di punizione ad esempio, dalla distanza più o meno lunga. Ci sono anche giochi che permettono solo sfide ai calci di rigore oppure altri ancora che si rifanno a cartoni animati celebri alcuni decenni fa ma rimasti nell’immaginario di tutti, come i titoli che si ispirano (in maniera esplicita o meno) a Holly e Benjii. Foto di Jan Vašek da Pixabay Read the full article
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personal-reporter · 2 years ago
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Come risparmiare denaro senza rinunciare al divertimento
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Risparmiare denaro può sembrare un'impresa difficile, soprattutto quando si vuole continuare a divertirsi e godere della vita. Tuttavia, ci sono molti modi per risparmiare denaro senza dover rinunciare al divertimento. In questo articolo, esploreremo alcune strategie pratiche per aiutarti a risparmiare denaro e goderti la vita al tempo stesso. 1. Imposta un budget Il primo passo per risparmiare denaro è impostare un budget. Ciò significa stabilire una quantità di denaro che puoi spendere ogni mese e cercare di attenerti ad essa. In questo modo, puoi evitare di spendere troppo denaro in cose che non ti servono e concentrarti su ciò che è veramente importante per te. 2. Cerca offerte e sconti Un altro modo per risparmiare denaro è cercare offerte e sconti. Molte aziende offrono sconti per studenti o giovani, quindi assicurati di controllare se ci sono offerte disponibili per te. Inoltre, puoi cercare coupon online o utilizzare app come Groupon per trovare offerte su attività divertenti. 3. Organizza attività a basso costo Ci sono molte attività divertenti che puoi fare senza spendere troppo denaro. Ad esempio, puoi organizzare una serata di giochi da tavolo con gli amici, fare una passeggiata in un parco o organizzare un picnic. In questo modo, puoi divertirti senza dover spendere troppo denaro. 4. Cucina a casa Mangiare fuori può essere costoso, quindi una buona strategia per risparmiare denaro è cucinare a casa. In questo modo, puoi controllare ciò che mangi e risparmiare denaro allo stesso tempo. Inoltre, cucinare a casa può essere divertente e puoi invitare amici e familiari per una cena a casa. 5. Usa mezzi di trasporto alternativi I mezzi di trasporto possono essere costosi, quindi una buona strategia per risparmiare denaro è utilizzare mezzi di trasporto alternativi come la bicicletta o il car sharing. In questo modo, puoi risparmiare denaro sui costi di trasporto e allo stesso tempo fare un po' di esercizio fisico. 6. Risparmia sull'energia Risparmiare sull'energia può essere un modo efficace per risparmiare denaro. Ad esempio, puoi spegnere le luci quando non sei in una stanza, utilizzare lampadine a basso consumo energetico e ridurre l'uso dell'aria condizionata. In questo modo, puoi risparmiare denaro sulla bolletta dell'energia e allo stesso tempo contribuire a salvaguardare l'ambiente. 7. Utilizza carte di credito con cashback Le carte di credito con cashback possono essere un modo efficace per risparmiare denaro. In questo modo, puoi guadagnare denaro ogni volta che utilizzi la carta di credito per fare acquisti. Assicurati di scegliere una carta di credito con un cashback elevato e di utilizzarla solo per acquisti che puoi permetterti di pagare. 8. Risparmia sui viaggi I viaggi possono essere costosi, ma ci sono molti modi per risparmiare denaro sui viaggi. Ad esempio, puoi cercare offerte sui voli e sugli hotel, utilizzare app come Airbnb per trovare alloggi a basso costo e utilizzare mezzi di trasporto alternativi come il treno o l'autobus. In questo modo, puoi goderti i tuoi viaggi senza dover spendere troppo denaro. 9. Impara a fare da te Imparare a fare da te può essere un modo efficace per risparmiare denaro. Ad esempio, puoi imparare a cucire i tuoi vestiti, a riparare oggetti domestici o a fare i tuoi prodotti per la pulizia. In questo modo, puoi risparmiare denaro sui costi di riparazione e sui prodotti per la casa. 10. Risparmia sui servizi di abbonamento I servizi di abbonamento possono essere costosi, quindi una buona strategia per risparmiare denaro è valutare se hai davvero bisogno di tutti i servizi a cui sei abbonato. Ad esempio, puoi valutare se hai bisogno di tutti i canali della TV via cavo o se puoi ridurre il tuo abbonamento alla palestra. In questo modo, puoi risparmiare denaro sui costi di abbonamento e concentrarti sui servizi che sono veramente importanti per te. Read the full article
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ffriluftslivv · 4 years ago
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ideeperscrittori · 2 years ago
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LA BIDELLA PENDOLARE
Su Repubblica hanno raccontato la storia poco verosimile della bidella felice di fare ogni giorno 800 chilometri in treno, tanto per dare nuova linfa alla retorica contro i percettori del reddito di cittadinanza, che ovviamente dovrebbero prendere esempio.
Domani racconteranno l'edificante storia del cosmonauta Giuseppe. Sulla stazione spaziale non c'era posto, quindi Giuseppe fa il pendolare spazio-Terra ogni 24 ore, grazie a un costosissimo abbonamento mensile per viaggiare su una navicella di Elon Musk, che in cambio gli ha concesso il profilo verificato su Twitter.
FINE [L'Ideota]
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badolasblog · 2 years ago
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LA BIDELLA PENDOLARE È UNA PRINCIPIANTE
Tutti a parlare di sta bidella che va su e giù in treno per lavorare,dice lei.Bene,un mio ex collega ha fatto di più e meglio,ha passato almeno 20 anni della sua vita a dormire in treno.Alle cinque usciva e andava in stazione dove prendeva un treno a lunga percorrenza tipo Venezia ma che avesse poi un treno comodo per il ritorno in modo che alle 8 fosse di nuovo al lavoro.Il lunedì arrivava con la valigia di roba pulita e il venerdì sera tornava a casa a Genova ma per tutto il resto della settimana dormiva in treno.Aveva un abbonamento fs plurichilometrico molto conveniente e viveva così.
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t4merici · 2 years ago
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Ieri sciopero Trenitalia dalle 9 alle 17. La mattina prendo treno alle 8:10 che accumula 20 minuti di ritardo durante il tragitto e ok. Finisco lezioni alle 16:30, prendo la metro e arrivo a Termini poco prima delle 17. Riesco a prendere un treno per tornare a casa alle 19. Alle 19. Io ieri stavo per mettermi a piangere e volevo prendere a calci qualsiasi treno, con chi devo prendermela? Voglio denunciare Trenitalia, m'hanno rotto il cazzo loro e l'anima de li mortacci loro. Tutti i giorni ci viaggio con loro, gli pago pure un abbonamento annuale e l'unica cosa che fanno è farmi perdere tantissimo tempo e farmi passare la voglia di vivere. Possibile che non si riesca a far funzionare decentemente una linea di mezzi di trasporto? Io sono furiosa.
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blogitalianissimo · 4 years ago
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Nelle Marche imo la situazione fa abbastanza pena. Ci sono zone che sono collegate bene, ma per buttarla lì, se ti devi muovere verso l'interno delle Marche col treno, fai prima a buttarti da un dirupo. Esempio stupido: Ancona-Urbino. È una tratta molto trafficata dato che ci sono gli studenti dell'Università ma (1) i prezzi sono esorbitanti pure se prendi i carnet (cioè non esiste un piano di abbonamento economico nemmeno x sbaglio) e (2) c'era una volta una linea Ancona-Urbino e Pesaro-Urbino ma è stata soppressa e gli spostamenti con gli autobus sono una Madonna. Non parliamo del tempo che ci vuole col regionale per arrivare a Bologna da Ancona (3 ore e mezza) e dello stato pietoso di alcuni regionali. Di recente un po' i treni sono migliorati (Rock, Jazz, Swing, hanno messo roba più decente) ma fino a qualche anno fa non si poteva proprio, era uno stato disgustoso. Si potrebbe fare di meglio, onestamente.
Certo che è incredibile che pure le tratte molto trafficate vengano liquidate in questo modo. 
E non mi aspettavo di certo manco le 3 ore e mezza da Ancona a Bologna?
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apeir0nn · 5 years ago
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Quest’anno ho passato il compleanno più triste che io ricordi, non che io sia una fan di festeggiamenti in cui sono al centro dell’attenzione, però, eccetto che per un  vassoietto di pasticcini gentilmente offerto da mio padre e per una canzoncina, è stato il compleanno più “giorno normale” di sempre. Se Luke fosse stato a lavoro sarei volentieri scesa in palestra a fare i suoi esercizietti, ma era ancora a Ibiza con la ragazza e quindi niente. Sono entrata in ufficio e la capa subito “risolvi questa faccenda adesso perché se va male siamo in mezzo ai guai e Matteo (ndr: il mio ex distributor prefe) ci fa un culo così” “Si ok, faccio subito, aspetta un attimo ché mi si deve accendere il PC” “Sì fallo subito, sennò telefona” “eh ma per il numero mi serve una ricerca su internet (stai calmina comunque)”. Problema risolto e “Comunque Giu’ auguri, scusa se non te l’ho detto prima ma dovevamo subito risolvere la faccenda” “ Grazie :)”. Mia madre mi ha chiamato di ritorno dalla sua vacanzina dicendo di volermi fare un regalo ma “non so se va bene, comunque stasera ti chiamo così ti dico”. Zero chiamate ricevute. Ho risentito la mia ex coinqui prossima alla convivenza e con cui dovrei vedermi, dopo più di un anno, questo weekend. Dovrò raccontarle delle mie pippe mentali e degli ultimi mesi. Sto già pensando a come fare ciò in modo sintetico ma non distaccato. Fine. Ma chiaramente chi è causa del suo mal pianga se stesso, come sempre. L’anno scorso è stato anche un compleanno tristolino perché stavo rompendo i ponti con la mia ex amica e ci ero rimasta malissimo per gli auguri non ricevuti. Alla fine mi interessavano solo i suoi, ma ok, ad oggi dico che è stato meglio cosi.
Oggi la figlia dei miei capi ha chiamato la mammina dicendole che voleva un Mac, gliel’ha accordato e mentre facevo finta di lavorare senza ascoltare ho pensato a quando io al primo anno di università mi facevo venire i sensi di colpa per farmi pagare 40 € di abbonamento mensile del treno, i libri rigorosamente fotocopiati e i quaderni presi in offerta a 5€ per 10 pezzi. Ma ok, ognuno ha le sue fortune da cui deve trarre giovamento. Al corso di sicurezza sul lavoro mi sono resa conto, con un po’ di tristezza verso gli altri, di essere l’unica a sapere l’inglese. A cena mio padre ha presentato una colorita invettiva contro la figlia del panettiere che si è appena sposata mettendo a repentaglio l’eredità di famiglia e bla bla bla solito discorso Ottocentesco, ma tanto ormai mi sono chiusa nella mia conchiglia e le cose che dice lui sono talmente piccole che non immagina neanche quanto io voglia andarmene. Di nuovo, sono causa del mio male e devo piangere me stessa (senza lacrime vere, ma solo con un po’ di solitudine sotto il piumino e i brividi perché mi succede sempre così). 
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mydemonicas · 6 years ago
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TRENITALIA!AU
Salve GGGGENTE! Durante il ritorno a Verona dal concerto di Ermal a Carmagnola, cercando di superare la mia assurda fobia per i treni, in carrozza ho partorito questa malsana idea. Spero vi piaccia!
(L’ultima parte della Varese!AU è in lavorazione, io e @IriennevaplusI -intaggabile come sempre- ci dobbiamo riprendere un attimo dalla transenna del signor Metallo)
AU in cui ci sono Ermal!Controllore e Fab!Passeggero/pendolare
Fabrizio si è trasferito fuori da Roma perché, per quanto la amasse, la città lo stava soffocando: aveva bisogno di aria aperta, campagna, quindi la soluzione era stata trasferirsi a una ventina di minuti da lì
(Non sono di Roma e ci sono andata letteralmente 3 volte, quindi tutte le cose sul treno sono campate per aria vi avviso)
Fatto sta che comunque il lavoro ce l’ha a Roma, quindi è costretto ogni giorno a prendere il treno perché l’abbonamento è decisamente più conveniente della benzina e trovare parcheggio in centro è come chiedere un miracolo
Subito dopo le ferie, a inizio Settembre, già nota qualcosa di diverso
PERSONE NUOVE
Lui, persona molto abitudinaria, lo ha notato immediatamente
E insomma, non è che con i precedenti controllori ci fosse amico, ma ormai erano familiari
Quindi nulla, Bizio mi dispiace
Dopo 5 minuti di treno arriva il nuovo controllore, uno spilungone tutto gambe e riccioli che a stento riesce a vedergli gli occhi
Fab mica si incanta, che pensate 
E invece 
Al quarto “Biglietto?” del controllore, insieme allo scossone che gli da Claudio seduto accanto a lui, finalmente si sveglia da quello stato di trance 
“Scusami, me so’ incantato” 
“Ho notato” e Ermarpione sorride
Fab ricambia sorridendo leggermente, mentre si sistema un attimo i capelli con una mano e con l’altra porge il biglietto 
Quando Ermal si allontana Claudio chiede prontamente “Oh, tutt’apposto?” 
“Eh” che dice tutto e dice niente, daje Fab
Inutile dire che ogni volta che a lavoro ha una pausa e non si ferma a pensare a quella mattina, e non può dire che non spera che il giorno ci sia di nuovo il riccioletto 
Stessa cosa fa Ermal, che però dubita di rivedere il tipo incantato visto che i giorni precedenti non lo aveva visto sul treno, quindi magari si trovava solo li per caso e non era un pendolare 
E INVECE
La mattina successiva Fab è puntualissimo e entra nel treno già col biglietto in mano 
Ermal quando dopo la partenza lo vede si illumina 
Letteralmente 
E si catapulta al posto in cui si era seduto Fabrizio, saltando la decina di persone che lo precedevano nella carrozza 
“Oggi niente trance?” 
“Me so’ preparato prima, sia mai sto a disturbà er controllore” 
Ermal che vorrebbe osare, ma dopo un attimo di tentennamento se ne esce con un tranquillo “Non disturberesti” 
Fab confuso che non capisce se il tipo ci sta davvero al gioco o meno 
Il giorno dopo fa lo spavaldo come non lo faceva da tanto con un ragazzo, insomma, sapeva di essere bi, ma diciamo che approcciarsi con le donne era diverso 
“Buongiorno signor Controllore” Ermal per un attimo è .EXE puro 
“Ermal -Bizio corruga la fronte perchè ???- chiamami Ermal” 
“Buongiorno Ermal” e sorride e Ermal sta per dire qualcosa, ma lo chiamano a gran voce dall’altra carrozza ed è costretto ad allontanarsi 
“Non so il tuo nome” dice Ermal avvicinandosi il giorno successivo 
“Te ‘o stavo per dire ieri, ma t’hanno chiamato e sei volato come il vento! Io so’ Fabbbbrizio”
“Con quattro B?” gli chiede sorridendo e Fab si scuote un po’ i capelli mentre con una mano si strofina i jeans se fasciano la coscia 
Ermal mica lo fissa mentre lo fa, che credete 
Il giorno seguente stranamente Ermal ritarda, e Fab non vuole dire che è preoccupato, ma lo è 
Capisce che c’è qualcosa che non va quando effettivamente non passa NESSUNO
Le risposte alle sue domande le trova 10 minuti dopo, quando il treno si ferma di colpo nel bel mezzo di una galleria 
Fab comincia a impanicare perchè buio + è da solo + non sa esattamente cosa sta succedendo = ha il cuore in gola e inizia a respirare velocemente 
Fissa un punto davanti a lui e cerca di regolarizzare il respiro, finchè non sente le porte aprirsi e vede Ermal e altre due persone con le torce in mano 
“Ci scusiamo per il disagio, ma c’è stato un problema che il macchinista sta risolvendo, ripartiremo a breve” mentre controlla i passeggeri 
Fab che quando è a poca distanza da lui si sporge prendendogli il polso 
“Er-Ermal” e lo guarda un attimo spaventato, per poi rendersi conto che Fabrizio aveva qualcosa che non andava
“Fabrizio calmati, va tutto bene” gli dice mettendogli una mano sulla spalla 
“Lo so, lo so -risponde ancora col fiato corto- solo, puoi stare un attimo qui? Un attimo, davvero” 
“Ma certo, non ti lascio” e si siede accanto a lui mentre Fab allenta la presa sul polso
Ermal allora muove la mano e la fa scivolare per incrociare le dita con quelle di Fabrizio, mentre con il pollice gli accarezza il dorso 
E iniziano a parlare 
Parlano e parlano sottovoce di tutto, del lavoro, dell’estate appena finita, dei loro gruppi musicali preferiti finchè Fab si tranquillizza, in quella penombra che la sola torcia crea 
Stanno più vicini di quel che farebbero due persone che si conoscono solo da qualche giorno, ma a loro frega ben poco 
Se ne rendono conto solo quando di colpo ritorna la luce nella carrozza e il treno lentamente ricomincia a muoversi 
Si rompe la piccola bolla che si era creata tra loro e si girano notando il parlottare vivace degli altri passeggeri 
Un collega di Ermal entra controllando nuovamente la carrozza e Ermal si alza di colpo, sciogliendo la mano dalla stretta di Fabrizio 
“Ehi, tutto ok? Ti stavamo cercando” 
“Si, mi sono fermato in questa carrozza perchè una persona non si sentiva bene” e l’altro se ne va
Si gira per riguardare Fabrizio e questo gli riprende per un secondo la mano sussurrando un “Grazie” e Ermal si scioglie in un sorriso che avrebbe illuminato la carrozza pochi minuti prima
“Ci vediamo domani, stesso posto e stessa carrozza” 
E fu così che passarono i giorni successivi, in cui Ermal puntualmente si fermava un po’ di più da quel ragazzo conosciuto da poco, che piano piano stava cominciando a scoprire
Finchè un giorno Fabrizio entra di corsa nel treno, tutto sudato, con la camicia di jeans quasi tutta sbottonata e il fiatone 
Ermal che assiste alla scena è sconvolto 
“Ci sono! CI SONO” dice Fab ansimando, cosa che crea scompensi non indifferenti al controllore e alla gente lì intorno poco distante dalla porta che sgrana gli occhi alla visione 
Fabrizio alza lo sguardo e incontra quello di Ermal che a momenti gli devono asciugare la bavetta 
“Buongiorno!” e non si rende conto che lo ha detto forse a voce troppo alta, ma sorride a trentadue denti al controllore e cerca di salvare la situazione avvicinandosi a lui e scuotendogli leggermente i capelli 
“So’ un po’ in ritardo, non m’è suonata la sveglia” 
Se questo è il risultato, benvenga pensa Ermal
E Fab si siede alla prima coppia di posti liberi che trova, continuando a guardare Ermal
“Buongiorno anche a te” dice Ermal avvicinandosi
“CAZZO IL BIGLIETTO (o abbonamento, come vi pare e piace)” e Fab rivolta quel mezzo zaino che si ritrova 
“Lascia stare, per oggi ti copro. Piuttosto... se ti vuoi sistemare il bagno è di la” dice indicando un punto oltre quella carrozza , deglutendo rumorosamente 
“Sistemare?” 
“Beh” dice Ermal alzando le sopracciglia, facendo scendere lo sguardo dal collo al petto ben in vista, scoprendo tatuaggi che ignorava fino a quel momento 
“Oh, c’hai ragione, scusami” 
Il “Figurati, chi si lamenta” che esce dalle labbra di Ermal è inevitabile 
Se ne pente mezzo secondo dopo perchè, appena si rende conto di averlo effettivamente detto e non solo pensato, vorrebbe sotterrarsi 
Fab, marpione anche lui, ne approfitta per spostarsi ancora di più la camicia grattandosi lievemente una parte di Via delle girandole 
Ma allora sei stronzo pensa Ermal
“Forse è meglio che me ne vada” si affretta a dire continuando a fissare la mano di Fabrizio, ma viene anticipato da quest’ultimo che gli afferra il polso
“Aspetta, vengo con te -e Ermal si ferma un attimo perchè lo ha detto davvero?- se vuoi, ovviamente”
Ermal annuisce e si gira, nel giro di qualche secondo si ritrovano nel bagno del treno, che è letteralmente di un metro quadrato, Ermal di spalle al muro e Fab appiccicato davanti a lui 
Come passano dall’osservarsi al baciarsi nel giro di così poco non se lo sanno spiegare, ma dopo giorni di tensione poco nascosta una cosa del genere era inevitabile 
E Ermal è assuefatto da Fabrizio che gli bacia le labbra e il collo mettendogli le mani tra i capelli 
“Desideravo toccarli dal primo giorno che ti ho visto” ansima tra un bacio e l’altro, socchiudendo gli occhi 
Ermal che, cercando una posizione per stare più comodi, alza leggermente una gamba per cingere la coscia di Fabrizio e quest’ultimo trovando spazio si spinge maggiormente verso di lui, rendendosi conto delle non poco evidenti erezioni che avevano entrambi
Inutile dire che Ermal, che ormai aveva praticamente sbottonato tutta la camicia di Fabrizio, cerca di trattenere a stento un gemito spingendo le labbra contro la spalla di Fabrizio 
“Crist- Fabbrì, sto impazz-” cerca di sussurrare Ermal, consapevole di essere letteralmente a pochi metri da una carrozza gremita di passeggeri 
Ed è forse proprio questo che, unito all’evidente eccitazione, gli fa vivere un trattenuto orgasmo così forte che gli fa tremare le gambe, seguito a ruota da Fabrizio che viene trattenendo i gemiti contro la sua bocca 
“Io-” cerca di dire Ermal, che ancora ansimante osserva Fabrizio appoggiato alla sua fronte
“Dio, non facevo ‘na cosa del genere da ‘na vita -sussurra Fab ridacchiando, strusciando il naso contro la guancia di Ermal per poi baciarla con un sonoro schiocco- m’hai fatto tornà ragazzino” 
“Parli proprio come un vecchietto” e Fab fa il finto imbronciato, per poi tornare a ridere cercando di regolarizzare il respiro affannato 
“Starti lontano non è stato facile, scusami” 
“In realtà ti stavo aspettando” dice Ermal, osando un po’ sfiorandogli il collo
Fabrizio sorride come non lo faceva da tanto e, per quel che può dato lo spazio, cerca di abbracciarlo il più forte possibile 
“Forse dovremmo uscire da qui” 
“Forse”
Ma passano lì dentro altri venti minuti, a ridacchiare come due ragazzini, mentre ignari i passeggeri attendevano la loro fermata e gli altri controllori cercavano il loro collega disperatamente 
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA DITEMI COSA NE PENSATE!
Seriamente ;; spero che vi piaccia e fatemi sapere, è nata in maniera totalmente casuale e boh non so neanche io cosa dire (???) alla prossima! <3 
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sugiovepiovonodiamanti · 6 years ago
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Capitolo IV
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Quando sono a casa di qualcuno che non conosco finisco sempre per studiare l’arredamento invece di cercare di forzare conversazioni faticose con la gente che respira la mia stessa aria.
Trovandomi nell’appartamento di Vincenzo, un ragazzo meridionale che conosco giusto di nome, il mio forte interesse nel dipinto di un gatto siamese particolarmente strabico è giustificato.
E’ la prima volta che vedo Sami in difficoltà nel farsi notare, ma nel complesso riesce a non far trasparire il suo desiderio di sfamare la voce egocentrica dentro il suo cervello: sta sfoderando un sorriso molto plastificato, ha un modo timido di bere il Martini che tiene tra le mani. Seduto al mio fianco sul divanetto rosso del salotto, cerca di introdursi nelle battute che gli altri ragazzi stanno recitando in questo teatrino meccanico, artificiale e, detto senza troppi peli sulla lingua, molto triste. Sami sta battendo il piede sul pavimento ininterrottamente, come se avesse un tic, e guarda il resto dei giovani di Zaricci con una frenesia che collegherei a un eroinomane in crisi di astinenza.
Vuole parlare con loro. E, probabilmente, vuole essere loro.
Vincenzo non mi toglie gli occhi di dosso, ma il gatto brutto e bidimensionale che mi ritrovo difronte è la perfetta via di fuga per non incrociare lo sguardo del proprietario dell’appartamento.
Non sono così scocciato. Alla fine sto bevendo gratis, non è neanche ora di pranzo e Sami sembra meravigliato da questa compagnia che, in realtà, penso stia solo insistendo nell’intimorirci sbattendoci violentemente in faccia quanto sia privilegiata rispetto a noi, la coppietta di falliti dal piccolo, inutile paesino.
Non ho la minima idea di come un ragazzo di Cordello come Sami possa aver fatto amicizia con i ricconi di Zaricci, né come è possibile che abbia accettato di portarmi da uno di loro senza neanche darmi la possibilità di rifiutare senza sembrare un maleducato cronico. Sa benissimo quanto ci tenessi a questa gita fuori porta, spero per lui che non intenda sbronzarsi pesantemente ed eviti di includere questo gruppo di persone nella mia giornata speciale.
“Tra quanto ce ne andiamo?” gli chiedo, picchiettandogli sul braccio dopo aver appoggiato la mia bottiglia di birra sul parquet.
“Che fretta hai?” mi chiede a sua volta, ridendo. Sembra quasi infastidito dal mio rivolgergli parola.
“Probabilmente il tuo amichetto si sta annoiando.”
Subito dopo aver mormorato quella verità a mezza bocca, Vincenzo si alza, probabilmente ignorando il fatto che stavo cercando di rendere la situazione il meno imbarazzante possibile. La voce di Vincenzo rimbomba nella mia testa, è un suono incredibilmente caldo e oscuro allo stesso tempo.
“Come biasimarlo…” aggiunge, accendendosi la sigaretta che pendeva spenta tra le sue labbra da troppo tempo. La fiamma dell’accendino sembra aver incenerito parte dei suoi baffi, pronunciati da due labbra gigantesche e marroncine.
Sami mi guarda con gli occhi fuori dalle orbite, come se dalle pupille potesse uscire dell’acido pronto a sfigurarmi.
La stanza si ammutolisce, mentre un’orda di sbirciate segue i movimenti armonici di Vincenzo verso il suo zaino nero, ai piedi di un appendiabiti bianco.
“Bene, amico mio” dice, guardandomi con una Red Bull vuota in mano: “è il momento di farti conoscere la Sacra Lattina.”
Lo guardo storto, mentre tutti, compreso Sami, si esaltano urlanti come un branco di scimmie.
“E’ obbligo e verità, in pratica. Solo che la persona che capita al primo giro viene sottoposta alle domande di tutti gli altri partecipanti, una dopo l’altra.”
“E se volessi scegliere obbligo?” chiedo, ridendo. Vincenzo sorride.
Più parla, più attira la mia attenzione. Più vedo quanto la gente si aggrappi alle sue gambe per ammirarlo meglio, più sento il desiderio di piacergli. E’ il Gesù di Nazareth del ventunesimo secolo, e se prima era lui a guardarmi ininterrottamente, ora sono io a ritrovarmi interessato a capire di più cosa sia così singolare nella sua persona.
“Beh, tu vuoi andartene, no?” mi risponde, con una calma quasi inquietante. Si butta di nuovo sulla poltrona sotto il ritratto del gatto siamese.
“Vince, non era ser-” cerca di intervenire Sami.
“Se rispondi onestamente a tutte le domande, quindi, ti lasciamo andare.”
Il modo in cui ha interrotto il mio ragazzo mi infastidisce, così come il suo modo mafioso di gestire questa situazione. Parte di me è ancora intrigata, ma dall’altra mi sento come se stessi avendo a che fare coi bulletti dodicenni del parchetto abbandonato dietro casa mia.
“Ma se fate solo a me le domande che senso ha usare la lattina?”
Vincenzo rimane in silenzio, corrucciando le folte sopracciglia che decorano il suo faccione ossuto.
“Sei mio ospite, voglio solo conoscerti meglio. Diciamo che la lattina è… una tradizione, ecco.”
Assumo una smorfia un po’ saccente, proprio perché sto avendo molte conferme di essere circondato da un gruppo di persone neon: appariscenti come poche altre cose al mondo, ma non funzionali come un classico lampione.
“Di che segno sei?” mi chiede un ragazzo biondo, alla sinistra di Sami. Ha dei ricci simili ai serpenti di Medusa, la faccia ricoperta di terra e fondotinta e le mani intente a nascondersi nelle maniche del maglione bordeaux extra-large che indossa. Mi osserva con stupore, come se fosse un bambino che sta sbavando davanti alla vetrina di una pasticceria.
“Pesci” rispondo, un po’ confuso. Guardo Vincenzo annuire, mentre alcuni dei ragazzi attorno a me reagiscono come se avessi detto di essere a capo di un partito nazista.
“Sai che si dice dei Pesci, vero?” mi chiede uno, avvicinandosi col busto verso la mia direzione.
“Vale come la sua domanda per ‘sto gioco?”
Vincenzo ride, prima di negare con la testa e lasciando cadere il mozzicone della sua stizza nel cocktail mezzo pieno che tiene tra le mani.
“I Pesci sono doppia faccia.”
“Non pen-“
“Hai mai fatto una cosa a tre?”
“No.”
“E ti interessa?”
“… no.”
Comincio a tamburellare le mie dita sulla mia coscia, cercando di far capire a Sami che sono in imbarazzo. Lui continua a ridere, intrattenuto dalle domande come se fossero le più originali, consone e importanti che si possano fare a una persona che hai appena conosciuto.
“Ti consideri più bello di Sami?”
Guardo questo altro ragazzo con un po’ di pena, perché vedo dalla sua espressione che sta solo aspettando un qualcosa che possa creare dramma per intrattenerlo nei prossimi dieci minuti.
“No, penso sia oggettivamente più bello di me.”
Sento qualcuno bisbigliare un “almeno è onesto”, ma in parte sono contento di non aver afferrato da che parte del salotto arrivasse.
Vincenzo alza una mano per interrompere una delle ultime domande rimaste, e dal suo trono si immerge nella mia psiche con un’occhiata che vince nel voler sembrare penetrante.
“Cosa vorresti di più al mondo in questo periodo?”
Apro la bocca, ma esce aria. Non li conosco neanche, non mi interessa parlare dei miei drammi.
“Una sigaretta. E vedere l’università di Zaricci.”
Vincenzo fischia, forse un po’ deluso dalla mia risposta.
“Possiamo andarci adesso, in realtà.”
Rimango stizzito, perché io voglio liberarmi di loro da quando li ho intravisti nel centro città qualche ora fa.
“Ultima domanda” aggiunge Vincenzo.
“Tu me l’hai già chiesta, non vale.”
Sami mi zittisce con un rumore fastidiosissimo. Sta vivendo un teen drama davanti ai suoi occhi, e non aspettava altro: paradossalmente, vedere altri ragazzi intenti a studiarmi e fare domande mi rende più interessante ai suoi occhi di qualsiasi conversazione possa mai aver avuto in intimità con me. Mi rende deluso e triste, ma comprendo come Sami veda l’intera situazione come un abbonamento Netflix gratuito in 4D.
“Ti piacciamo?”
Rimango un po’ a bocca aperta, perché è abbastanza palese che Vincenzo stia godendo nel mettermi in difficoltà. Mi ha spinto sotto ai riflettori per umiliarmi.
“Non sento un feeling, e sono venuto a Zaricci per passare un po’ di tempo con Sami. Da soli.”
Alcune persone cominciando a ridere sotto i baffi.
“Sami?” lo chiama il ragazzo riccio, inclinando la testa come un gatto confuso. Non orrendo come quello siamese, ma comunque non stupendo.
E lui lo fa, di nuovo. La faccia del finto tonto, dell’Alice nel Paese della Meraviglie che non si rende conto di dove sia e di come ci sia arrivata.
“Ma amore, ti avevo detto che avremmo salutato i miei amici.”
Ride nervosamente, mentre io abbasso lo sguardo.
Non mi ha mai chiamato amore.
Sono arrabbiato, ma non permetterei mai al mio ragazzo di fare una figura così misera. Soprattutto se circondato da persone che vogliono solo una dinamica simile tra noi due per passare il pomeriggio a sputtanarci quando usciremo da questo appartamento.
Non so bene cosa dire, ma faccio finta di essermi appena ricordato che Sami mi ha avvisato tempo fa della loro presenza e che mi era sfuggito di mente.
Come potevo aspettarmi prima della Sacra Lattina, la mia onestà è friabile come un pezzo di pane secco.
Sicuramente Sami mi deve delle scuse, e delle spiegazioni.
“Se vuoi del feeling, devi bere di più. Solitamente funziona” mi dice la Morgana bionda con il maglione XXL. La gente esplode in un tipo di risata che affibbierei a un gruppo di mogli cinquantenni di paese intente a spettegolare sul loro vicinato.
“Preferirei andarmene, detto sinceramente.”
“La pianti?” mi risponde Sami, visibilmente contrariato. Si alza ed esce dal salotto, diretto chissà dove.
Io alzo gli occhi e mi allontano dal divanetto per raggiungere l’ingresso.
Vincenzo mi afferra per il braccio con la morsa di una trappola per orsi, al che mi giro e lo fisso negli occhi.
“Per il treno” mi dice, sventolandomi davanti un cinquanta euro. Ha questo ghigno malvagio, come se sapesse tutto di me.
Sono fumante peggio di un battello a vapore, e sono così arrabbiato, schifato e umiliato in questo momento che alzo le mani in aria indietreggiando. Tilto il capo a destra e a sinistra prima di uscire dalla porta senza degnare nessuno di uno sguardo.
Corro fuori dal condominio, tirando fuori dalla tasca tabacco, cartine e filtri.
Comincio a rollarmi una stizza, respirando a fatica e con il cuore che sta scavalcando la mia gola minuto dopo minuto.
Ispiro ed espiro senza un minimo di ritmo, e a ogni tiro ributto il mio muscolo rosso nella cassa toracica.
Mi incammino verso il centro di Zaricci, con il mio zaino in spalla che si fa sempre più pesante man mano che mi avvicino a destinazione.
Raggiungo la via principale sgomitando per andare controcorrente, con un sacco di persone che mi guardano male. Sono tutti pieni di borse della spesa, hanno in mano gelati e sigarette, indossano vestitini firmati e occhiali da sole come se fossero in piena estate.
Seguo i segnali stradali per arrivare al campus universitario, seguendo una lunga scalinata in pietra, inglobata nel magnifico verde di una cinquantina di querce.
I pochi raggi di sole che penetrano attraverso gli spazi tra le foglie mi fanno sentire come se avessi delle pistole laser puntate sugli occhi, ma è piacevole.
Il cellulare vibra da diversi minuti, ma lo sto ignorando. Raggiungo l’entrata dell’Università.
E’ piena di alberi e panchine in legno.
Mi avvicino alla Fontana di Umberto Tirolini, che sta al centro del campus. La scultura del famoso pittore originario di Zaricci mi osserva, con un pennello in una mano e una pistola nell’altra. Da entrambi, un piscio d’acqua precipita nella porzione più bassa della fontana.
Pur sapendo la tristissima storia di Tirolini, mi intrattengo leggendo l’etichetta in oro alla base della scultura.
Non ho mai capito perché tutti lo idolatrano al punto di farcelo studiare a scuola.
Il suo capolavoro 'Radici' è letteralmente il macello che ha creato sparandosi in testa davanti alla sua tela, tipo negli anni venti. Linee di rosso che strisciano verso il fondo della tela, e alcuni capelli appiccicati ad esse.
Nessuno sembra mai essersi domandato se fosse effettivamente apprezzabile il gesto disperato di un uomo che aveva appena raggiunto la ribalta desiderare di morire così presto. In nome dell’arte, poi.
Ho come l’impressione che la demografia di Zaricci sia composta da tantissimi pseudo-Tirolini. Persone che vogliono diventare leggende, al punto di far qualsiasi cosa per ottenere la luce della ribalta.
Per un giovane sempliciotto di Cordello come me, però, sarebbe una vittoria anche solo poter camminare per le vie di questa sede con dei libri in mano e lo stress degli esami.
Mi siedo alla base della fontana, rollandomi un’altra stizza.
Osservo gli studenti attorno a me, ormai annoiati dall’architettura che li circonda perché abituati troppo bene al privilegio di studiare in un’università simile.
Anche io farei di tutto per le cose che voglio.
Probabilmente lo faremmo tutti.
E, forse, siamo tutti degli Umberto Tirolini.
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