#Visionaria del Pop
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campadailyblog · 6 months ago
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Lady Gaga: Visionaria del Pop e Performer Eccentrica
Lady Gaga, nata Stefani Joanne Angelina Germanotta il 28 marzo 1986, è una delle icone pop più influenti oggi. Ha catturato l’attenzione con musica innovativa e stile audace. La sua carriera ha decollato nei primi anni 2000, rendendola una performer eccentrica amata da milioni di fan. Ha saputo mescolare generi musicali e abbracciare un approccio teatrale. Così, ha lasciato un segno nella musica…
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frociaggina97 · 10 months ago
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gaga fue una visionaria encima se acuerdan cuando salio alejandro? estaba llevando la evolucion del pop ella sola por años
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micro961 · 1 month ago
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Natavia incanta con il nuovo singolo “Sfumature”
Dal 20 dicembre sui principali digital stores e nelle radio
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Il progetto Natavia, nato nel febbraio 2024 dall'idea visionaria di Nik Zechender e dalla voce intensa di Ramanty (Martina de Filippo), presenta il suo nuovo singolo “Sfumature”. Disponibile dal 20 dicembre su tutte le piattaforme digitali e in promozione nazionale nelle radio, il brano segna un ulteriore passo avanti per il duo, che si contraddistingue per la fusione originale di sonorità Indie Pop elettroniche con la lingua napoletana.
Ascolta il brano
“Sfumature” è una canzone che parla di emozioni autentiche, catturate attraverso un'intensa empatia tra sguardi, parole e abbracci. Il brano è nato in una mattina all'alba, mentre il sorgere lento del sole ispirava la riflessione sul potere dei sentimenti puri di illuminare, nel tempo, la complessità della quotidianità. Attraverso un testo poetico e melodie ipnotiche, il pezzo mette in luce l'importanza del contatto vero tra emozioni, silenzi e parole non dette, che sembrano ormai distanti dal mondo contemporaneo.
Guarda il video
youtube
Il progetto Natavia vanta la partecipazione di Ivan Russo, producer e sound engineer di fam, che vanta un doppio singolo di diamante. Grazie alla sua guida, il duo ha affinato la sua visione musicale, raggiungendo un equilibrio perfetto tra tecnologia e tradizione. Dopo il successo del primo singolo “Orbita” pubblicato a giugno 2024, “Sfumature” rappresenta un nuovo capitolo di evoluzione sonora, proponendo un viaggio evocativo e profondamente umano. Natavia si distingue infatti per una proposta artistica unica, che unisce l'originalità della lingua napoletana con atmosfere contemporanee. 
Instagram: https://www.instagram.com/natavia.project/
TikTok: https://www.tiktok.com/@nataviaproject?_t=8s4QrtpzdaQ&_r=1
Facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=61560067661576
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kiki-de-la-petite-flaque · 2 months ago
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Nel 1973, il geniale pittore surrealista Salvador Dalí e la rockstar Alice Cooper si incontrarono in uno degli episodi più eccentrici e affascinanti della cultura pop del XX secolo. Questo incontro fu caratterizzato da un mix esplosivo di arte, musica e stravaganza, incarnando la collisione tra due mondi apparentemente lontani, ma entrambi votati all’espressione estrema della creatività.
Dalí, già icona dell'arte surrealista, era attratto dalla teatralità e dall'estetica provocatoria di Alice Cooper, noto per le sue performance sceniche macabre e spettacolari. Durante questo incontro, Dalí realizzò un ologramma tridimensionale di Alice Cooper, un'opera visionaria che rappresentava il cantante con un diamante sul viso e una Venere de Milo in miniatura, simboli della fusione tra classicismo e modernità.
Questo momento non fu solo una collaborazione artistica, ma anche un incontro di menti eccentriche: Dalí con la sua ossessione per il sogno e l'assurdo, e Cooper con la sua capacità di scioccare e affascinare le masse. Entrambi condivisero una visione artistica che rompeva le regole e sfidava le convenzioni.
L’incontro tra Salvador Dalí e Alice Cooper resta uno dei momenti più iconici nella storia dell’arte e dello spettacolo, un simbolo di come la creatività non conosca confini e possa trascendere i generi per creare qualcosa di veramente unico e memorabile
Source: Il rock è la miglior musica del mondo
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carmenvicinanza · 6 months ago
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Evelyn Glennie, la musicista che insegna ad ascoltare
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La mia carriera e la mia vita sono state incentrate sull’ascolto nel senso più profondo possibile. Perdere l’udito ha significato imparare ad ascoltare in modo diverso, scoprire caratteristiche del suono di cui non avevo realizzato l’esistenza. Mi ha resa un’ascoltatrice migliore.
Evelyn Glennie, musicista e compositrice scozzese, è stata la prima percussionista della storia a intraprendere la carriera di solista.
Oltre a collaborare con grandi orchestre, compone per cinema, televisione e  teatro.
Priva dell’udito sin da bambina, tiene corsi e consulenze sulla capacità di ascoltare la musica.
Nella sua carriera ha vinto tre Grammy Award e ricevuto più di cento premi internazionali.
Per i servizi resi alla musica è stata insignita di alte onorificenze come Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico, Dama di Commenda dell’Ordine dell’Impero Britannico e Membro dell’Ordine dei Compagni d’Onore.
È presidente di Help Musicians e, dal 2021, è rettrice della Robert Gordon University di Aberdeen.
Patrocina numerosi enti di beneficenza e partecipa regolarmente a eventi per raccogliere fondi e sensibilizzare per diverse cause sociali.
Ha lavorato con importanti artisti e artiste del mondo della musica pop, jazz, folk, classica e contemporanea, tra cui Björk, Steve Hackett, Béla Fleck e Mark Knopfler.
Ha inciso quaranta dischi da solista che spaziano da improvvisazioni originali, collaborazioni, concerti e progetti innovativi di percussioni soliste moderne.
Nata a Aberdeen, 19 luglio 1965, è cresciuta in una fattoria nel nord-est della Scozia. Nonostante abbia cominciato a perdere l’udito in tenera età, a causa di un progressivo danneggiamento di un nervo acustico, a otto anni ha cominciato a suonare il pianoforte e a dodici le percussioni. Riesce a sentire la musica, osservando e percependone le vibrazioni. 
Studiando alla Royal Academy of Music di Londra, ha intuito che era possibile utilizzare le percussioni al di fuori dell’orchestra e deciso di intraprendere la strada di solista.
Il suo primo concerto si è tenuto alla Royal Albert Hall nel 1992.
Alla guida di mille percussionisti, ha collaborato con il regista Danny Boyle, per la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Londra 2012, dove ha presentato uno strumento innovativo, il Glennie Concert Aluphone.
Nel 2018, ha sviluppato questa esperienza interdisciplinare componendo la colonna sonora per Gregory Doran della visionaria produzione di Troilus and Cressida della Royal Shakespeare Company.
Nel 2020 ha lanciato un podcast che ospita personalità del mondo della musica, della televisione, dello sport e della cultura.
Cura maniacalmente anche la Evelyn Glennie Collection che comprende oltre 3.800 strumenti a percussione insieme a programmi di concerti, premi, foto, dipinti, lettere e spartiti che abbracciano la sua straordinaria carriera. 
Continuando la sua missione di insegnare al mondo ad ascoltare, nel 2023 ha creato la Evelyn Glennie Foundation, per migliorare la comunicazione e la coesione sociale incoraggiando a scoprire nuovi modi di ascoltare per ispirare, creare, coinvolgere, condividere e potenziare.
Il film Touch the Sound e il suo illuminante discorso TED  rimangono testimonianze chiave del suo approccio unico e innovativo alla creazione del suono.
È un vero portento, oltre a tutti gli impegni sociali, ogni anno tiene più di cento concerti.
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lecodellariviera · 7 months ago
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Rock In The Casbah compie 25 anni!
Tra gli ospiti Stef Burns, già chitarrista di Vasco
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Servizio di Francesco Basso
Mercoledì 31-7
DIETRO L’ANGOLO - FILODIRETTO - OLI - ROCKINTHECASBAH FAMILY (Feat. RAFFAELE ARIETA, ENZO CIOFFI, LARRY CAMARDA, EMANUELE BASTIANI, FABIO ROSSI, LUIGI
ARIETA, MAX REBAUDO, LUCA SICCARDI, ANANDO BRICCHI,
ALEX TM. Special Guest:
SUDARIO BRANDO) - SWIFFER AND THE ROOTS OF FUNK
Giovedì 1-8
CINALSKY - AMADO - JOLIE - NICHOLAS GROOWERS - NOMOREMARIO
Venerdì 2-8
IL TEATRO DI PAN - URAGANO - SPACE T ROCK BAND - BERMUDAS
Sabato 3-8
GRAZIANO ROMANI -STEF BURNS (feat. THE MULLERS - MANUEL BONI) - THE JERRYCANS
L’associazione FARE MUSICA presenta la 25 edizione di ROCK IN THE CASBAH
Rock in The Casbah raggiunge l’invidiabile età di 25 anni. Una sorta di nozze d’argento con l’imprescindibile luogo dal quale nasce. Senza l’azione visionaria delle terrazze di San Costanzo pensate come “stage naturale” non sarebbe nato nulla in quell’estate del 2000. E, forse, nemmeno senza quelle parole impresse nel tempo da Italo Calvino: “S’aggrappava la vecchia Casbah come un osso dissotterrato”. Forse quei ragazzi, i Ratamacue, non sapevano nemmeno di aver percorso una mulattiera buona per una Città invisibile assolutamente Calviniana, una Creuza in puro stile
De Andrè, o semplicemente un luogo del cuore appena bonificato dopo le bombe del 20 ottobre 1944: esplose il deposito armi tedesco e portò via una parte della vecchia città, il baluardo di cultura del Teatro Principe Amedeo, la scuola Avviamento, la Bocciofila, l’oratorio di Santa Brigida: ridisegnò il centro cittadino. Ecco perché non è possibile scindere questo binomio: Rock in The
Casbah è il suo luogo e le terrazze di SanCo (come i ragazzi nati qui la chiamano affettuosamente) restituiscono sempre quelle massicce dosi di magia che le notti d’agosto han prodotto in questi 25
anni.
L’aria di festa pervade ogni serata, a cominciare dall’enorme quantità di artisti che saranno presenti e dalla varietà di generi musicali presentati, continuando con la necessità di presentare
tanta musica nata e prodotta nel Ponente ligure, esattamente come nelle prime edizioni. L’altalena tra nuove proposte e “Big” (come succede qualche mulattiera più in basso ogni febbraio
festivaliero) è l’altra cifra stilistica delle 4 serate collocate a cavallo dei mesi più ricchi di calore, come recitava una vecchia canzone sanremasca dedicata al luogo, “Belu mei San Custansu tütú
bruixau da-u-su”.
MERCOLEDI 31 LUGLIO: Un’altalena continua tra ricordo e scoperta
L’onore di aprire la 25 edizione è affidata alla freschezza ed all’impegno di DIETRO L’ANGOLO.
Giovani Rapper (e non trapper) legati allo scandire delle rime proprio della Old School ma inseriti nel presente, nel reale, con arguzia ed intelligenza. Segue FILODIRETTO, veri e propri Enfants du Pays, già protagonisti di importanti stage e autori di brani originali Rock/pop che spaziano dalla critica sociale alla riflessione sui sentimenti comuni. OLI (Giorgia Oliva), nuova emozionante voce
di gran classe, è l’artista che apre il lungo spettacolo della ROCK IN THE CASBAH FAMILY. Ci saranno i Ratamacue 25 anni dopo, insieme ai Berben Band, a Fabio Rossi, Luigi Arieta, Luca
Siccardi e Alex, il talentoso trombettista che ha deciso di fermarsi a Sanremo dopo aver girato un po’ il mondo. Vecchie e nuove canzoni, unite insieme come fosse il resoconto di questi anni. E non
finisce qui perché ci sarà una strana presenza sul palco, una vera rockstar: SUDARIO BRANDO.
Lui disegnerà ciò che il palco produrrà, un vero e proprio fumetto che nasce dall’emozione stessa,
uno spettacolo nello spettacolo creato da uno dei più interessanti artisti italiani. A chiudere. ancora
gioventù con SWIFFER AND THE ROOTS OF FUNK. Il sassofonista Angelo Arieta, talento
assoluto nato e cresciuto nella Dirty Old Town della Pigna, accompagnato dagli esponenti di quello
che ormai si può definire il Funk sanremese.
GIOVEDI’ 1 AGOSTO: la tecnica Vs la potenza
CINALSKY è probabilmente il più interessante vocalist cittadino, mai banale ed in possesso di una tecnica assolutamente personale: così comincia la seconda serata. Segue il progetto ventimigliese
di AMADO, dove Diego Pani mette in pratica la sua passione musicale modernissima, quasi una risposta ponentina alle hit radiofoniche dell’indie italiano. Dietro lo pseudonimo di JOLIE si
nasconde la “fotografa della luce” Giulia Russello, già autrice di tantissimi scatti fotografici ufficiali in edizioni passate, ora protagonista dell’altra sua arte, quella musicale, una piccola Alanis
Morrissette nostrana autrice di brani originali. Ed ancora una proposta “Black Music” a scaldare le
vecchie pietre di SanCo: NICHOLAS GROOWERS, Un po’ di Soul, un po’ di reggae, un goccio di hip hop, tutto lo scibile “Black” insomma, preludio alla potenza alternative rock dei ventimigliesi
NOMOREMARIO, splendida realtà ora anche padrona della propria etichetta musicale (Haji e Man on the Hills gli altri artisti rappresentati), potenza legata ad emozione pura.
VENERDI’ 2 AGOSTO: la folgorazione
Aprono le canzoni di tutti i giorni raccontate con un pizzico di ironia de IL TEATRO DI PAN dietro il quale si nascondono importanti esponenti della scena cittadina (tra gli altri Steve Foglia e Christian
Gullone). Poi la scossa degli URAGANO, autodefiniti Weird music Lo-Fi, una scossa sicuro con uno dei generi meno definibili del mondo Rock. Assolutamente definibile invece SPACE-T ROCK
BAND, occasione assolutamente unica di godere della grande interpretazione chitarristica di uno dei più grandi musicisti e produttori Ponentini degli ultimi 40 anni: DARIO MOLLO, accompagnato da altri eccellenti interpreti (tra gli altri ANDREA BIANCHERI) per una esibizione originale con forti
sapori Heavy Metal dell’epoca d’oro degli anni 70. Chiude la serata la grande reunion in salsa Rockabilly dei BERMUDAS, per finire a ballare i ritmi americani anni 50, anche qui occasione unica di godere di un gruppo non più stabilmente attivo vista la lontananza dei musicisti.
SABATO 3 AGOSTO: il gran finale
Davvero un gran finale con un opening Act di grande livello come GRAZIANO ROMANI,cantautore emiliano appena uscito con il primo live della sua lunghissima carriera trentennale iniziata con i Rocking Chairs nel 1981. La sua voce scalda e vibra nel cuore e, qui a Rock in The Casbah, non è una novità assoluta, avendo già aperto la rassegna qualche anno fa: rock, blues, country come fosse un Dylan emiliano.
Preludio all’esplosione di note di STEF BURNS qui accompagnato dal chitarrista savonese MANUEL BONI e dai MULLERS. Uniti nel progetto “BEST OF GUITAR”. L’idea nacque 25 anni fa con lo spettacolo LA NOTTE DELLE CHITARRE, ideato dal batterista Max Fiorilli Muller: l’intenzione era quella di riunire i migliori chitarristi italiani. Dopo anni di esperienza nasce il nuovo show, Best of Guitar appunto, con grandi chitarristi che partecipano a turno. E la star della serata è il grande STEF BURNS uno dei più importanti esponenti internazionali, già membro delle band di Vasco Rossi, di Alice Cooper, di Huey Lewis and the News, Solista e frontman della Stef Burns
Band prima e della Stef Burns League poi. Ora con il batterista degli Evanescence Will Hunt e con il bassista e cantante Todd Kerns è attivo con il gruppo HEROES AND MONSTER.
Una serata importante, adatta per festeggiare i 25 anni con i presupposti con i quali la rassegna è nata e si è consolidata nelle estati sanremesi. Una storia di chitarre e voci, bassi e batterie che ha
attraversato una generazione intera, una rassegna che ha unito le star ai giovani virgulti nostrani, come se non ci fosse la barriera ma solamente lo stesso stage strano ed inusuale come quello
della terrazza bombardata di San Costanzo bonificata negli anni 90 del secolo scorso.
Il finale, come già provato nella scorsa edizione, non vedrà le musiche dei dj a far ballare ma un gruppo vero e proprio. I Francesi THE JERRYCANS, esplosivi ragazzi della vicina Costa Azzurra
ispirazione Soul Funk con tanto “Pino Daniele”nel cuore.
Direzione Artistica LARRY CAMARDA
Per tutte le serate si consolida la collaborazione con SIMONE CARIDI e SIMONE SARCHI, una vera e propria regia per creare un palco unico di musica ed immagini. WIR IUM e SLAVO, non solo
dj, ma veri e propri conduttori della colonna sonora tra uno show e l’altro. La voce che accompagna è sempre quella di SIMONE PARISI
Direzione Palco FEDERICO MOTTA. Scenotecnico PAOLONE CARIDI
Organizzazione Associazione FARE MUSICA in collaborazione con il Comune di Sanremo - Assessorato al Turismo e Manifestazioni. (GIANCARLO FORTE, ENZO CIOFFI, LARRY
CAMARDA, SIMONE PARISI)
INIZIO SPETTACOLI ORE 21.45
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trastornadosrevista · 7 months ago
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JUDELINE PRESENTA “INRI”,  EL NUEVO HIT DE LA VANGUARDIA ESPAÑOLA
Tras su debut en Lollapalooza Argentina, JUDELINE, la distintiva artista española que está conquistando las audiencias internacionales con su característica personalidad, anuncia el lanzamiento de “INRI” con un videoclip co-producido por Partizan & Blur bajo la dirección de Nono & Rodrigo.
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Judeline continúa marcando pauta en la escena musical internacional con el lanzamiento de 'INRI', el esperado segundo adelanto de su álbum debut. Con una trayectoria ascendente que ha captado la atención tanto dentro como fuera de España, esta joven artista gaditana se consolida como una figura destacada de la nueva generación.
Luego de su presentación en Lollapalooza Argentina y desde su debut con éxitos como 'CANIJO' y 'Zahara', Judeline ha explorado un territorio sonoro único, fusionando elementos del pop alternativo con influencias del folklore andaluz y toques de vanguardia. Su colaboración con figuras internacionales y nacionales, como Tainy y DELLAFUENTE, así como su participación en la gira europea de J Balvin, subrayan su relevancia global.
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'INRI' no solo continúa la narrativa musical y visual de su predecesor 'mangata', sino que eleva aún más el listón con una producción que destaca por su frescura y sofisticación. El videoclip, co-producido por Partizan & Blur bajo la dirección de Nono & Rodrigo, complementa perfectamente la riqueza sonora de la canción.
Con la producción de Tuiste y Mayo, colaboradores habituales de Judeline, y la adición de Browni junto a la producción ejecutiva de Rob Bisel, ganador de un Grammy, 'INRI' emerge como una de las piezas más intrigantes del panorama musical español este año. La canción no solo incorpora elementos del pop urbano de vanguardia, sino que también explora influencias afro y referencias del mundo árabe, ofreciendo una perspectiva única sobre el amor en el siglo XXI, donde la espiritualidad juega un rol crucial.
Con 'INRI', Judeline reafirma su posición como una artista versátil y visionaria, lista para dejar su marca en la música contemporánea. Su álbum debut promete consolidar su estatus como una de las estrellas emergentes más emocionantes y prometedoras tanto a nivel nacional como internacional.
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karaokulta · 9 months ago
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🎬📈 ¡La Sinergia del Entretenimiento! La Serie de Fallout Dispara Ingresos Móviles 🚀 📊 Las cifras no mienten, y menos cuando hablamos de la alianza entre #series y #videojuegos. La serie de TV de **Fallout** acaba de dar una cátedra magistral sobre cómo un medio potencia al otro. ¿Preparados para desglosar el tesoro escondido en estos datos? - 📱 Antes de la llegada de la serie, *Fallout Shelter* generaba unos modestos $20,000 diarios. Nada mal, ¿verdad? Pero... *after the show*, ¡BOOM! Cuatro días después y ¡Boom! - cuadriplicamos ingresos, alcanzando unos $80,000. ¡Eso es multiplicar por cuatro la #recaudación diaria! - 🧐 Esto nos enseña una lección: el contenido visual que respalda a un juego puede propulsarlo al siguiente nivel de éxito comercial. Es el sueño dorado de cualquier #desarrollador de juegos: crear un universo tan envolvente que trascienda más allá de su plataforma original. - 📺 El éxito de la serie debe enviar un mensaje claro a toda la industria: #IntegrarMundos es la clave del entretenimiento moderno. Así que aquí viene la predicción y comentario: - 🎯 Se abre un horizonte de oportunidades para que las #empresas creadoras de juegos exploren activamente las alianzas con productoras de series y películas. ¿Será este el nuevo modelo a seguir? - 👀 Tened los ojos bien abiertos, #gamers y profesionales del entretenimiento. Los juegos que adoráis hoy podrían ser las grandes series de mañana. La próxima vez que juguéis, preguntáos: ¿Cómo sería esto en la pantalla grande? **Saltemos a la conversación:** - 🤔 ¿Cu��l es tu opinión sobre este fenómeno? - 💡 ¿Crees que veremos más sinergias como esta en el futuro? - 😁 Etiqueta a ese amigo que siempre tiene ideas visionarias sobre #entretenimiento, #juegos y #cultura pop. ¡Disfrutemos de estos datos como si fuera una partida legendaria de Fallout con su mejor expansión: el debate! #FalloutTV #Videojuegos #Marketing #IndustriaDelEntretenimiento #EstrategiaDigital #SeriesTV #AnálisisDeDatos
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londranotizie24 · 10 months ago
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Le Altered Vision di Paolo Pedroni in mostra a Londra
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Di Pietro Nigro Arte visionaria in mostra alla DCG di Connaught Street di Londra, grazie all'esposizione di Altered Vision dell'artista italiano Paolo Pedroni. Dorothy Circus Gallery London presenta la mostra "Alltered Vision" dell'artista italiano Paolo Pedroni La Dorothy Circus Gallery di Londra ha aperto le sue porte e le sue sale al numero 24 di Connaught Street per accogliere la straordinaria mostra "Altered Vision" dell'artista italiano Paolo Pedroni. La mostra, inaugurata venerdì 12 aprile e aperta dal 16 aprile al 4 maggio, offre ai visitatori l'opportunità unica di immergersi nell'arte visionaria di Pedroni, che fa il suo debutto nel Regno Unito dopo due partecipazioni di successo ad Art Taipei che gli hanno permesso di conquistare il mercato asiatico e ottenere continui sold out. La nuova collezione di Pedroni è composta da undici dipinti su tela (visibili qui in preview), intitolata "Visioni alterate", che utilizzano la metafora cromatica della saturazione per evocare il concetto di accumulo e superfluo. Visioni alterate: sfumature di Rosa Barbie e continui rimandi al consumismo contemporaneo Attraverso una palette di colori zuccherina e un immaginario pop dolce, ogni tela presenta uno spettro cromatico completo, con sfumature predominanti di rosa Barbie che si alternano a colori desaturati, creando un contesto denso di oggetti e rimandi all'infanzia e al consumismo contemporaneo. "L’occhio, il simbolo che torna nell’arte di tutti i tempi, diventa in questo racconto pittorico, lo specchio di una debolezza e di quell’anima confusa che non è più in grado di navigare il suo volere e che perde la rotta nell’eccesso di stimoli che riceve", affermano i curatori della mostra. In questa esplorazione dei desideri e dell'eccesso, Pedroni pone l'accento sul contrasto sottile tra ciò che vibra e ciò che sembra infiltrarsi abusivamente, cercando di confondere lo sguardo dello spettatore. L'artista invita il pubblico a riflettere sulle contraddizioni della società contemporanea e a fare un passo indietro per cercare il distillato di vita che ci appartiene. Attraverso l'iperrealismo morbido caratteristico della sua pittura, Pedroni mette in scena il paradosso del presente, evidenziando il vuoto del troppo e l'apice di un benessere diventato malessere esistenziale. Tuttavia, in mezzo a questa critica sociale, emerge anche una visione di speranza e nostalgia, con un focus su ciò che è veramente importante nella vita. La mostra "Altered Vision" rappresenta un'opportunità straordinaria per il pubblico di Londra di immergersi nel mondo affascinante e visionario di Paolo Pedroni, presente al vernissage per incontrare i visitatori e condividere la sua visione unica e provocatoria dell'arte contemporanea. ... Continua a leggere su Read the full article
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jamessixx · 1 year ago
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Faith ed il nu metal per un ritorno alle origini del 2000.
Viaggiando attraverso il tempo e la musica, incontriamo un'icona del nu metal che ha scosso gli animi e le cuffie di intere generazioni: i Limp Bizkit. Questa band visionaria ha forgiato un sound che ha risuonato nel cuore di milioni di fan in tutto il mondo.
I Limp Bizkit, guidati dal carismatico Fred Durst, sono diventati un simbolo dell'energia sfrenata e della ribellione giovanile degli anni '90. Il loro stile unico fonde rap, metal e rock in un cocktail esplosivo di emozioni. Con brani come "Rollin'" e "Nookie," hanno infranto le barriere musicali e aperto nuove strade per l'arte della musica.
Un viaggio attraverso il mondo dei Limp Bizkit, esplorando le radici della loro musica, i momenti epici dei loro concerti e il loro impatto indelebile sulla cultura pop. Scopri i segreti nascosti dietro le note di chitarra graffianti e le liriche provocatorie che hanno definito un'intera generazione.
Se sei un vero fan dei Limp Bizkit o stai cercando di conoscere meglio questa leggendaria band, sei nel posto giusto. Qui troverai notizie, storie, curiosità e recensioni per soddisfare la tua sete di conoscenza su questa iconica band.
Dai un'occhiata ai nostri articoli e immergiti nell'universo dei Limp Bizkit. La musica non è mai stata così emozionante, così ribelle, così viva. Entra nel mondo dei Limp Bizkit e lasciati trasportare dalla potenza del loro sound."
Well, I guess it would be nice if I could touch your body
I know not everybody has got a body like you, oh
But I gotta think twice before I give my heart away
And I know all the games you play because I play them too
Oh, but I need some time off from that emotion
Time to pick my heart up off the floor
Oh, when that love comes down without devotion
Well, it takes a strong man, baby
But I'm showin' you the door
'Cause I gotta have faith
I gotta have faith
Because I got to have faith, faith, f-
I got to have faith, faith, faith
Baby, I know you're askin' me to stay
Say, "Please, please, please don't go away"
You say I'm givin' you the blues
Maybe, huh, you mean every word you say
Can't help but think of yesterday
And another who tied me down to loverboy rules
Before this river becomes an ocean
Before you throw my heart back on the floor
Oh, oh baby, I reconsider my foolish notion
Well, I need someone to hold me
But I'll wait for somethin' more
Yes, I gotta have faith
Ooh, I gotta have faith
Because I gotta have faith, faith, faith
I gotta have faith, faith, faith
I'll just have to wait
Because I've got to have faith
I gotta have faith
I've got to, got to, got to have faith
Before this river becomes an ocean
Before you throw my heart back on the floor (I just got to have faith)
Oh, oh baby, I reconsider my foolish notion
Well, I need someone to hold me
But I'll wait for somethin' more
'Cause I gotta have faith
Ooh, I gotta have faith
Because I gotta have faith, faith, faith
I gotta have faith, faith, faith
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italiaefriends · 1 year ago
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"Regina Schrecker e Andy Warhol"
Tra sogno e realtà……. “Regina Schrecker e Andy Warhol”Fashion e pop Art in villa Morosini a Polesella in Provincia di Rovigo.In Mostra dall’8 ottobre 2023 al 21 gennaio 2024.Regina Schrecker, un mondo sospeso tra sogno e realtà, dove l’Arte del Made in Italy è al servizio di una passione visionaria e poetica.Un mondo fatto di classe, stile e gusto, in cui la moda italiana incrocia il suo destino…
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claudioiglesias · 4 years ago
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Donde la señal de internet no llega
Sobre la última novela de Tilsa Otta.
Para La Agenda (8/5/21).
“Exhalo de pronto una sustancia vaporosa extraña, tornasol”. Es lo primero que dice la protagonista de Lxs niñxs de oro de la alquimia sexual, de la escritora peruana Tilsa Otta. El título es suficiente: el libro habla de esoterismo, amor sagrado, etc. La protagonista relata en primera persona sus experiencias sexuales y místicas inmersivas como las que animaban a Maria de Naglowska y al infaltable Aleister Crowley. Pero Tilsa Otta es una escritora joven, que se formó en los circuitos de la poesía latinoamericana más avanzada, que a menudo escribe sobre arte contemporáneo, que tiene una serie de columnas muy breves y filosas sobre la escena cultural limeña, que ha escrito cuentos que parecen una canción de trap… ¿y ahora una novela que tematiza el amor sagrado?  El libro tiene una página de fuentes que aclara el punto: se mencionan algunos libros sobre el gnosticismo pero muy rápido, y no hay tanta literatura culta, de la que encontrarías en una biblioteca universitaria en un pueblo de Estados Unidos si viajaras con una beca de escritura creativa: por ejemplo el libro de Kurt Seligmann, Histoire de la Magie. Nada de eso, más bien son temas de la quinta  dimensión, divulgación barata y, lo más importante: páginas web, todo en español: un espacio latinx de “info” que puede abarcar a Mia Astral tanto como a lxs astrólogxs de la TV o lxs vendedores de milagros. Sitios web con sede en Miami, plataformas de noticias alternativas como Pijamasurf, Wikipedia.
Ahora sí sabemos de qué se trata Lxs niños de oro…
Una relación horizontal con dios (y la información)
Es un libro pop entonces. Con más detalle: un libro pop de internet. En un espacio urbano y sentimental fácilmente identificable con cualquier metropolis latinoamericana en los últimos quince años. La única alquimia es la de la información. Los títulos de los capítulos son adorables por su facilidad pegadiza, podrían ser títulos de Dani Umpi o de canciones de la banda pop que más te guste. “El ser humano puede ver el futuro”, “Mi mamá me cree”, “Teofanía”, “Acoso místico”. “Está deliciosa el agua”. “Bi-curiosidad profesional”. “Poca tolerancia al alcohol”. Pero el azúcar semiótico tiene su transfondo de secreto, de misterio. Este es un libro para googlear los términos, con claves de aventura gráfica o foro político conspirativo. ¿Qué es el castillo de Neuschwanstein, donde empieza todo? ¿Qué son lxs niñxs de oro? ¿Por qué son de oro?, etc. Si fuera solo por esto, la novela ya sería más que una ficción esotérica como Origen de Dan Brown, solo que escrita por alguien que por suerte no es Dan Brown. La protagonista padece visiones adivinatorias, que le sobrevienen junto al orgasmo. En un momento, frente a su familia católica, se explica: el éxtasis consiste en una relación horizontal, de igual a igual, con dios. “Cuando hablo de dios me refiero a la fuerza divina creadora, sea cual sea, la que conoce el futuro porque lo ha experimentado todo”. Porque en realidad todxs somos dioses, todxs somos polvo de estrellas.
Lxs niñxs de oro…es un libro cyberpunk, aunque sea por un detalle: el sexo es una vía a la información, lo más preciado. Es una fábula sexual que en su interior incluye una demografía de ángeles, demonios-mensajeros, infoadicción. El misticismo y la sexualidad son asuntos de aventura. Es un libro que no descarta a lxs lectorxs adolescentes. ¿Es literatura de entretenimiento de vanguardia? ¿O literatura comercial del yo? ¿O un relato de aventuras cibersexual? “Seguro los sueños también están hechos de estrellas, pero de su parte intangible, tal vez se forman de los sueños de las estrellas”.
Magia y narración
Como en todo mundo cyberpunk que se precie, en Lxs niñxs de oro… hay un boliche. O un bar, un antro, un lugar donde la gente se encuentra a ejercer una identidad tan fetichizada como fracturada, a comerciar sustancias o experiencias, negocios turbios y mala vida. En la tradición cyberpunk, este tópico suele ser una analogía de la “realización imaginaria”. En la disco cada unx es feliz abrazando su propio síntoma, y todos los síntomas son intercambiables, pueden comprarse y venderse. La disco no es un lugar de encuentro sino de autosatisfacción. En Lxs niñxs de oro… este lugar es Cosmos, una sala de teatro en la que unas chicas hacen una obra que repone la mitología de los misterios eleusinos versión raver. “¿Voy a transformar mi experiencia en una pseudo ciencia para mi propio estudio?”, se pregunta la protagonista.
El mundo de Cosmos es un mundo de pequeñas luchas contraculturales: “la gente baila feliz, los DJ excelentes, el evento ha salido increíble, una serie de conferencias sobre permacultura, preparación física para viajes largos, autodefensa para mujeres, tatuajes poke, arduino, etc.”
Hay una discusión con una tía católica que no cree en las visiones. La madre y la tía llevan a la hija visionaria a un exorcista, que a su vez la lleva a una heladería-consultorio donde los productos de consumo la miran, las mercancías le sonríen, pero la visión apenas dura un segundo, en realidad es un vinilo de frutas con ojos y boca que cuelga de la pared y la distrae. En todo el relato la protagonista está auto observándose y sorprendiéndose, preguntándose qué es, qué hace, para qué. En eso, Lxs niñxs de oro… es una novela de iniciación. Pero las visiones que tiene son pop, en orden de aparición: la renuncia del premier israelí por un escándalo de corrupción, la serie de Netflix sobre Luis Miguel, el romance de una tía con un misionero que nunca fue confesado. La luz divina del alma que busca Otta es la de la información que mana como de una fuente, la de los satélites y los enjambres de drones.
Con toda esa información cada unx construye una “personalidad”. En eso el libro es… ortodoxamente pop: el mundo de los personajes empieza y termina en el consumo. El orgasmo entendido como milagro de adivinación también es sensación pura. También es un significante del consumo, ya que todo es consumo, todo lo que tocamos, todo lo que vendemos y compramos. En una de las visiones, la narradora se ve eligiendo sabores de chocolate picado para espolvorear sobre un yogur helado. La imagen le permite dejar caer una clave: “Es mi tipo de visión favorita:  algo cotidiano, entretenido, colorido y sin mayores consecuencias”.
La cultura cyberpunk hereda este tema del pop pero lo dota de autoconciencia social: lo que caracteriza al mundo es la proletarización total de la existencia, la disolución de la realidad social en pequeños nidos distópicos de mafias y estructuras clienterales. En Latinoamérica habría mucho que decir del tema: el mundo del trap es bastante cyberpunk, además de violento y edulcorado. Los mundos de la economía popular y los movimientos sociales también son cyberpunk, porque nos hablan de personas que desean sobrevivir, aunque se las intente pintar de colores tradicionales como la “dignidad”, la “familia”, incluso la religión (!). Las series de Netflix para Hispanoamérica con chicas esclavizadas que escapan de prostíbulos en ciudades de golosina son cyberpunk. El sujeto del cyberpunk originalmente fue pensado por Marx y Engels: son aquellxs que vienen de un mundo que ya fue destruido rumbo a otro en el que no tienen lugar. Seres vulnerables, dulces y artificiales.
Uvas en Marte
¿En qué sentido la literatura (la que puede escribir y leer gente joven) está usando la magia? Hay un esoterismo solemne que suele mezclarse con la historia cultural del siglo XX, en ficciones de gran aparato que inundan las bateas del entretenimiento literario… grandes sectas y rituales bajo una bóveda gótica, códigos extraños, piezas de orfebrería antigua se dice que ocultas cerca de Barcelona, nazis y aeroplanos bimotor que aparecen en el siglo XIII, López Rega, Rasputin y el inefable Aleister Crowley una vez más…  Pero todo esto es muy antiguo para Tilsa Otta. La magia ahora es un líquido que a lxs chicxs les sale por la boca cuando el mundo se vuelve demasiado raro. Podría ser una resaca y no lo sabríamos.
La imagen de este efecto dentro del libro es un centro de espiritismo donde se dictan talleres y las recepcionistas cantan temas de Justin Bieber. El plano astral, como Bieber, no es bueno ni malo, solamente está ahí.  La idea de que la magia no es buena ni mala es intrínseca a la misma magia. La cultura pop también nos exime de preguntarnos si una obra es “buena” o “mala” en términos de forma o calidad. Y en el camino de estas dos ideas se cruza una novela con una protagonista que puede o no estar buscando algo, con una escritora que puede tener o no algo que decir. “¿Cuál es mi rol?”, se pregunta el personaje como si lxs lectores pudieran responderle. “Mi estado natural es la ignorancia”. En una de las visiones, es testigo de la edificación de la primera iglesia evangélica en suelo marciano. Ciertamente Lxs niñxs de oro…trata del despertar a la conciencia, aunque tal vez ese salto astral debiera ser de naturaleza política. Con su saturación consumista, la novela deja entrever una mirada extrañada frente a la información que ofrece, como ocurre en un momento de vacilación frente a una góndola, una rockola o la heladera vidriada (o vidriera refrigerada) en una heladería en una ciudad que podría ser Lima, Asunción o San Juan de Puerto Rico: ciudades cuya conciencia sigue dormida, lejos de la imagen de su propio futuro. ¿Hacia dónde va el pop? ¿Hacia donde va la literatura latinoamericana? ¿Hacia dónde vamos? Ni la protagonista lo sabe, y en su ignorancia se queda con la sensación más dulce, lúcida y desamparada: “¿En Marte se podrá comer helados de fruta? ¿Tan extrañas serán las condiciones de vida? Temo que el alimento sea artificial e instantáneo, en cápsulas o impreso en 3D. Las uvas nunca sonreirán y, si lo hacen, su sonrisa no será natural. Todo será un pobre intento de hacernos sentir en casa.”
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hadriandordelly · 4 years ago
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Adrián Dordelly. Retrato. Fotografia alterada, 2021. #artbrute #artbrut #kunstwerk #kunstforum_international #artbrute #artbrut #kunstwerk #kunstforum_international #artforum #artshopsmexico https://www.instagram.com/p/CJrVgopnr7p/?igshid=1ol960vjrbinp
Prólogo a la Demenciología Una Biblia de la Locura y de la Locura de la Normalidad. Eso es la Demencialogía. Un Libro en el que comencé a trabajar desde 2002, aproximadamente. Un Libro que me ha acompañado y que me ha sostenido por muchos años. Pues desde que fui diagnosticado con Esquizofrenia(1), no he hecho nada más que escribir y escribirme a través de todo lo que he experimentado desde mi Singularidad como Pensamiento. Todavía recuerdo haber tomado la resolución de escribir con disciplina diariamente tres poemas que no fueran metafóricos, poemas que fueran descriptivos en un Lenguaje separado del Mundo, un Lenguaje Nuevo (2), autoindependiente desde lo escrito como una literalidad mágica. Esa fue mi disciplina. Ajá. Y leer un chingo, como pinche loco. Así comencé a darle forma al Libro. Y ahora, a pesar de los años, habría que ver si estos escritos míos se sostienen. Si acaso es posible que, al menos desde la Ficción, lo escrito haya tomado forma de una Caricatura, de un Anuncio donde los objetos de pronto cobran vida y cantan una Canción Sexual. Una Canción Coge-Cogelona. Me encanta que me apesten las patas y me encanta compartir mi intimidad con mis mujeres. Olerme el Culo y que la Verga me quede toda hedionda con los flujos vaginales de las viejas que siempre quisieron darme las nalgas. Dormir repegando las patas debajo de las colchas durante el Frío del Mundo. Calentándonos los pies mutuamente, mi mujer en turno y yo, después de horas y horas de Coger Sin Eyacular. Pues me trastorna sobremanera verlas caminar por la calle, a todas esas féminas hipersuculentas, Señoras Cuarentonas, Treintañeras, Locas todas ellas por la Verga y por la Risa que provoca cualquier excitación extrema. Siempre controlándose a sí mismas las Colas para después ponerse de culo o abrirse bien cabrón de patas a la luz de la luna en una media noche que huele a droga, a mi cuerpo, a mis sueños. El término Demencialogía lo utilicé por vez primera en 2006, en un texto que títulé Del Advenimiento de lo que No Existe, un libro de Aforismos. La Religión siempre me ha llamado la atención. La Religión, El Arte, Disneylandia y la Ciencia Ficción. Por eso ahora no sé muy bien qué hacer con todo lo que he escrito, con todo lo que mi escritura guarda como Ficción Real de sí misma, en este intento muy voluntarioso y lujurioso de llegar hasta las raíces de lo que llamamos Locura. En el camino de crear y observar lo que me rodeaba, encontré la Magia. La reencontré, para hablar con un poco más de sinceridad. Pues la Magia ya me había sido presentada desde que yo visité a mis Abuelos en Tapachula, Chiapas, a los diez años de edad. Una ocasión festiva que me sirvió de introducción al Esoterismo, entre las chanclas de las mujeres chiapanecas todas fodongas con pelos en los dedos gordos del pie, morenas semigordas que apenas y tapaban la celulitis de sus grandes culos negros con unos microshorts muy sudados, mientras yo iba leyendo al Venerable Maestro Samael Aun Weor y sus Conocimientos Tántricos. Eso, les repito, me sucedió a los diez años de edad. Así que cuando comencé a escribir y cuando por fin dí con el concepto de la Demencialogía, yo ya estaba tratando de crear una Filosofía, una post-filosofía, que pudiera hablar de mí sin recurrir al Pensamiento Mimético que tanto se daba en los Círculos Académicos y en autores que a mí me parecían que no tenían nada que decir pues no eran mitológicos, sino demasiado Latinoamericanos, siempre con una Literatura que empleaba nociones de un realismo que apagaba las palabras y las hacía viscosas, como de chapopote. Demencialogía es, pues, la unión de Arte y Religión en el marco del Delirio. Pues me parecía que el Surrealismo había cometido un gran error: tratar de ser un movimiento político (3), cuando en realidad lo que el Movimiento de Breton debió haber hecho es haber convertido al Surrealismo en una Religión Estética. El Psicoanálisis, al menos como teoría, fue otra de las cosas por las que me apasioné. Pero siempre me fue difícíl leer a Freud en Freud, directamente, por lo que tomé atajos, primero por medio de Fromm, después por medio de Lacan. Con todo este bagaje, sí es que en efecto podemos llamarlo así, mi bagaje intelectual, proseguí una búsqueda Demencia-personal por la expresión de una Literalidad que rompiera primero con las metáforas y después con las Dicotomías, con la manera en que todo Pensamiento y toda creación escritural me parecían divididas en dos vertientes, la que defendía lo que se decía, la que se autojustificaba desde el Lenguaje, y la que lo negaba. La parte afirmativa del texto y la parte negativa. Eso se concretó en el libro Mr. Patio, de 2002. Antes de Internet, después de Internet. La Magia. El Pensamiento Mágico. El Lenguaje de la Alteridad. Me planteé la posibilidad de trastocarlo todo por medio del Lenguaje. Y comencé a experimentar. Y al comenzar mis experimentos caí en cuenta de la existencia en mi Biblioteca de un libro que apenas y se veía entre todos los Libros que mi madre me compraba los Sábados (cuando mi madre, mi hermana y yo íbamos a desayunar a un Sanborn´s los fines de semana...). Ok. Les digo que recuerdo que cuando empecé a experimentar con el Lenguaje se me ocurrió hojear El Almuerzo Desnudo, de Burroughs. Y comencé a leer lo que otro Escritor había tratado de hacer como algo similar a lo que yo ya venía haciendo con las palabras. Y ese fue un gran momento para mí, un Momento Feliz. Casi como abrirme de patas y apretarle los muslos a todas las Viejas que siempre terminan queriendo que se las metas tronándolas como pollos rostizados mientras ellas esperan ser mientras ellas se ponen de nalgas. Poco a poquito. Con mi barba apestando a Culo Femenino. En Posiciones Escultórico Fornicantes. Culo peludo de mujer. Culo oloroso de mujer androgina, Mujer Machista con exceso de Testosterona. Comiendo coño. Comiendo coño. Mujer dulce de miel con las Nalgas sobrantes de una carne que apesta al Amor, al mero Ojete, a la Verdad del Cuerpo Femenino. Sin bañarse. Pestañeando y dejando que lo blanco en los ojos gobierne la mirada del orgasmo. Mis Mujeres con Pene. Mis Mamimujeres Extrasupermegagordas Autoritarias. Con Burroughs confirmé, pues, mis experimentos a través del Lenguaje. Mis Experimentos con la Mente Humana a través del Lenguaje Escrito. Me resolví entonces proseguir con la escritura de un Libro Summa, un Libro Total. Me trastorné con el Ocultismo y llegué de alguna forma a Crowley. Y entendí que Samael Aun Weor y Crowley se relacionaban con Krumm Heller. Y entendí que la Tántrica del Lado Derecho y la del Lado Izquierdo se complementaban entre sí en una Magia color de Diamantes, una Magia de Arcoiris. Ya lo dice el Ars Mágica (4) de Crowley, en un Lenguaje Metafórico. Ya lo dice Samael Aun Weor de una manera cruda y directa en los más de veinte libros que se le atribuyen, siempre con el matiz del tan proclamado pensamiento Gnóstico en la observación de la Crucificción Cristiana como Fondo Temático. La No Eyaculación o el Beber el Cáliz de la Unión del Águila y el León, resultan Caminos parecidos. Como si tomáramos a San Francisco de Asis y a Rasputín y nos dijésemos que las doctrinas de ambos Hombres Santos llevan al mismo lugar. A una misma Locura. Un poco como Ramakrishna, pero sin la Existencia del Dios Vacío. El Dios que No Existe, pero que tal vez sea. Y este es el resultado. Un Libro conformado por otros Libros, al menos en Principio. Un Libro acerca de la Locura desde la Locura misma(5). Por esos tiempos yo hablaba mucho con Ana Taniei, la Lady Bombón, y entre chelas y seducciones que nunca llegaron a nada, salvo plantearnos una crítica de lo que vivíamos mientras nos medio embriagábamos y compartíamos dibujos y pensamientos eróticos, dí con la idea de La Destrucción de La Realidad: concepto fantástico que en mi lucidez visionaria yo veía como un adelanto de lo que sucedería en la realidad misma (6), un trasvasar los sueños en materia orgánica, produciendo un desfase en la realidad, ayudando a la Evolución del Universo. Pues al parecer, entre más se afirma el Lenguaje en su autojustificación hacia el concepto del Bien como límite del Lenguaje mismo, las cosas que vivímos en lo Real parecen tener la tendencia a empeorar. A caer en el Mal. Por eso el pensar al Amor como Salvación me resultó de pronto una idea imposible. Una Falacia. El Amor mismo coadyuvaba a la Situación Humana de Decadencia Continua. Sólo un Acto de Ciencia Ficción anunciada como Profecía podría poner un alto a todo esto que nos pasa como Humanos (7). El Amor entonces se me apareció como el Germen del Mal. Me cogí a todas mis Amigas y Enemigas. Me entregué a una Visión Mística del Lenguaje. Y varias veces más caí en diferentes Hospitales Psiquiátricos. Pero continué escribiendo. Este Libro, esta Demencialogía está planeada como un análisis del Lenguaje desde lo que me ha sostenido a mí mismo, la escritura y la fijeza de la escritura en la elaboración de un Libro Total, un Libro que habla del Lenguaje, de la Destrucción de la Realidad, de la Mística del Arte entendida como Religión. Una Religión muy Pop. Un acabar con la Dicotomías a través del Lenguaje escrito. Un poner en duda el Control Mental (8). Una supervelocidad del pensar. La experiencia de las drogas. Los internamientos psiquiátricos, esa Otra Realidad que casi nadie conoce de primera mano. Una Otra Dimensión que, de ser conocida, casi nunca llega a ser escritura... Tomando a la Biblia de inspiración Católica Apostólica Romana como parámetro. Y mi Verga llena de mecos lamidos como Acción en El Mundo. Así pues, La Demencialogía está conformada por varios otros libros. Comenzaremos por el texto que titulé Demencialogía como método de análisis del Lenguaje para controlar las Sincronías que se dan en lo Delirante, pues parece que las Dicotomías están deformadas en su elasticidad lingüística cuando ocurre un Brote Psicótico. Mr. Patio (2002), La Saga del Reino de Los Cielos (2003), Electrorda (2006), Best Seller (2006), Del Advenimiento de Lo que No Existe (2006), Halloween Bíblico (2007?), La Neutrobiblia (2008), La Vida Feliz: El Evangelio de Hiltler Versión Valium Rosa (2010), conforman lo que he podido guardar de mi obra y considerar como el summum que la Demencialogía se plantea como Método de Conocimiento. He de aclarar que a este Libro lo considero falsable, pues es tan falso como la ficción puede ser. Aún así no es un Libro Científico. La Locura alimenta este Libro mío, la Locura y la Sexualidad en todas sus modalidades. O en casi todas ellas. En mis Mujeres. Porque las Mujeres siempre están hablando de sus trastornos corporales. Cytherea Didian-Grogg Ciudad Encantada, 2017. Notas (1) Esquizofrenia, Trastorno Bipolar, Trastorno Esquizoafectivo, Trastorno Disocial, forman parte de los diferentes diagnósticos que sobre mi persona se han llevado a cabo. (2) Mr. Patio, 2002. (3) El encuentro que André Breton sostuvo con Trotsky en Mexico me sirve para llegar a esa conclusión. (4) Ars Mágica de Aleister Crowley, Editorial Humanitas. (5) Strindberg; Leopoldo María Panero. Ver tambien Paréntesis: El Problema Económico de la Personalidad, Revista Lacaniana de Psicoanálisis; México, 2009. (6) Capítulo Cuatro de la Neutrobiblia, 2008. (7) Idem. (8) Charles Manson; MKULTRA; The Naked Lunch, 1959(?), Versión en Español: El Almuerzo Desnudo, de Editorial Anagrama; Movimiento Nazi.
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laliofficial · 2 years ago
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Lali Espósito, sobre "El fin del amor": "Ese cuento que nos contaron de las relaciones idílicas, en la vida real, no es tal"
En una nota con GENTE, la actriz -que estrena su protagónico y debuta como productora ejecutiva en "El fin del amor" (Amazon Prime Video)- hizo referencia al fin de los mandatos en torno a las relaciones románticas.
Cantante, actriz y ahora productora ejecutiva de “El fin del amor”, la nueva propuesta que Amazon Prime Video estrena este viernes de la mano de su protagónico. Lali Espósito ha sabido conquistar los distintos objetivos que se propone y ahora lo hace junto a una producción que dará que hablar. Interpelar al público sobre uno de los temas más debatidos del último tiempo es el gran eje de esta historia.
“Estamos muy emocionadas porque es muy loco soñar algo desde cero, verlo hecho y que mañana está en una plataforma”, afirma en una entrevista con GENTE sobre el producto basado en el libro de Tamara Tenembaum. La artista se puso en la piel de una atrevida filósofa de la cultura pop que, tras enfrentarse con su propia crianza judía ortodoxa en Buenos Aires, deja a su novio con el objetivo de rebelarse contra el concepto tradicional del romance.
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Acompañan a Lali en esta mega producción Verónica Llinás, Vera Spinetta, Mike Amigorena, Candela Vetrano, Mariana Genesio Peña y Andrés Gil. La sinergia del grupo, dicen los propios actores, ha sido vital para que todo fluya de forma adecuada.
-¿Cómo nació el proyecto?
-Fue Érica Halvorsen la visionaria que me llamo y me preguntó si había leído el libro de Tamara Tenenbaum. Le dije que no y me contestó: “Leelo y hablamos porque hay que hacer algo sí o sí con esto”. ¡Lo leí y me volví loca! Así que un día nos cruzamos las tres para decidir qué hacer con eso.
-¿Y cuál fue el proceso que hicieron las tres desde ese momento?
-Fue un proceso hermoso y nuevo para mí. De esa forma, empezamos desde cero a buscar los aliados perfectos para este proyecto. Queríamos a quiénes entendieran lo que queríamos y quienes no nos corten las alas, como suele pasar cuando mostras una historia a la que se la quiere edulcorar de acuerdo a lo que la industria necesita. Esta era una historia que habìa que contarla como la contamos. Esa libertad no no la daba todo el mundo, pero conseguimos a los alñiados perfectos para hacer la serie que soñábamos.
-El contenido interpela y viene a ser como una frutilla en el postre por ser la primera ficción que habla de los mandatos de las relaciones.
-Si, tal cual. Ese es el contenido que se pone sobre la mesa. Se tocan temas que sentimos que no se han tocado nunca antes de esta manera. Nos permitimos, con total libertad, usar planos, secuencias y situaciones que pueden llegar a incomodar, pero por lo que se está narrando. Sentimos que esa era la manera que teníamos de contar todo el mundo de esa filósofa y lo que le pasa a su entorno. Estamos muy contantas con la libertad que pudimos tener para que la gente sienta que esta viendo algo nuevo y algo que les viene a hablar de verdad, a interpelar.
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-¿Alguna anécdota del rodaje?
-¡Miles! Te juro que todo el rodaje fue una anécdota. Es una serie en donde todos somos amigos, así que imaginate lo que es. A mi me tocaron muchas escenas con Mike Amigorena que es una persona muy difícil de rodar porque el hijo de puta es pura improvisación y yo no puedo. Había escénas dramáticas que yo no podía hacerlas. Asi que hay mucha anécdoita ahí. Ya vamos a sacar los bloopers.
-Ahora que estás del otro lado del mostrador, ¿entendiste ciertas cosas qque antes como actriz te molestaban de la producción?
-Siempre, aunque solo sea actriz en un proyecto, yo soy muy pesada. Soy de las que mira, pregunta, quiere saber dónde esta la cámara. Todo. Soy inquieta y quiero saber las cosas que pasan a mi alrededor aunque no sean de mi área. Siempre me gustó el tema de la proiducción y estuve aprendiendo, aunque ahora estando del lado de la producción cambia la sensación. No porque pensara otra cosa, sino porque es increíble ver cómo las cosas pasan.
Lali Esopósito se confiesa sobre el amor
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-Jugando con el título “El fin del amor”, ¿se sufre el fin del amor romántico?
-Si, obvio. Es aceptar que ese cuento que nos contaron en lo tangible no es tal. Siento que somos una generación que entendimos que la copsa es así. Esto de los viejos separados y que el amor no era tan así (de idílico). El mnor es un montón de otras sinceridades que a veces nos dan pánico decir.
-A vos te toca interpretar un personaje que existe en la vida real, ¿Tamara tiene algo de Lali?
-No mucho. ¡Es un personaje interesante! (risas) yo creo que hay algo mío en la energía vital de Tamara, eso de moverse y no parar de pensar. Yo soy bastantre así de inquieta y curiosa. Ese es el punto de mayor conexión entre el personaje y yo.
https://www.gente.com.ar/entretenimiento/lali-esposito-sobre-el-fin-del-amor-ese-cuento-que-nos-contaron-en-la-vida-real-no-es-tal/
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clubmagazine · 3 years ago
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“Todo el mundo necesita una fantasía” Andy Warhol Cuando POP! se nos vino a la mente, definitivamente pensamos en dos visionarias, @romicelis y @buengusto, para la propuesta de un hall de entrada para esta edición de @clubmarketve en @wynwoodparkval. Madre e hija, decoradora y arquitecta respectivamente, fanáticas de lo vintage, apasionadas del arte y el color, fueron la opción idónea para introducir al visitante de ayer sábado y hoy domingo en el fascinante universo del Pop Art. Después de todo, este movimiento plástico fue el verdadero crossover entre arte y cotidianidad. La experiencia postmoderna en esencia, el momento que nos hizo mirar el día a día de otra manera y entender que, en el mundo contemporáneo, todo podía convertirse en arte. Con esta idea en mente, Romina e Inés, en toda su maestría, ayudadas por @vancelis, crearon un espacio de fantasía en el que una mesa de diseño de @aire_ve se dejó arropar por hermosas piezas para lograr una puesta en escena inolvidable. Desde unas estatuas de leones en concreto, pasando por unos floreros de rostros grecorromanos -ambos intervenidos por Romina a-lo-Hunter & Gatti-, hasta unas sillas de estilo con tapizado inspirado en las series litográficas de Andy Warhol sobre Marilyn Monroe, libros de arte, diseño y arquitectura, se confirmó la premisa POP de que “todo es un remix”, nada es nuevo, todo se reinventa a través del tiempo, lo importante es la creatividad. El toque mágico a la entrada también lo dieron los floreros esculturales -fotos 8 y 9 del carrusel- que comenzó a crear recientemente @nayibewarchausky de @warchausky en fibra de vidrio y que muestran la genialidad de nuestra querida diseñadora de joyas quien ahora incursiona en el mundo de objetos utilitarios con piezas verdaderamente excepcionales. Te invitamos hoy domingo a dejarte atrapar en la atmósfera POP! de este CLUB MARKET de 12 a 9 pm y vivir una tarde especial, rodead@ de belleza, creatividad y, sobre todo, ¡venezolan@s echaos pa’ alante! #clubmarket #valencia #venezuela #popart #art #talentovenezolano #decor #decoracion #arte (at CIEM) https://www.instagram.com/p/CetnCVdrkXw/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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carmenvicinanza · 1 year ago
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Peaches
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Peaches, musicista e produttrice canadese di stanza a Berlino, già alla fine degli anni Novanta, coi suoi look e la sua elettronica ruvida, proponeva testi che inneggiavano al superamento dei generi e alla libertà sessuale.
Le sue canzoni dense di empowerment e provocazione, sono presenti nelle colonne sonore di film come Mean Girls, Jackass Number Two, My Little Eye, Lost in Translation e in serie televisive come The L Word e Ugly Betty.
Nei suoi dischi, che produce da sola, suona personalmente quasi tutti gli strumenti e crea la parte elettronica.
Nata a Toronto col nome di Merrill Beth Nisker l’11 novembre 1966, prima di sfondare nella musica è stata un’insegnante di scuola primaria.
Trasferitasi a Berlino negli anni novanta, l’incontro con la musica elettronica, le ha fatto accantonare le sue origini folk.
Nel 2000 ha formato la Canadian Crew, con cui ha pubblicato il suo primo EP Lovertits con lo pseudonimo di Peaches che ha anticipato l’album d’esordio The Teaches of Peaches in cui mescola furia punk, basi elettroniche minimali e hip-hop. Dopo un tour, una collaborazione con il socio Gonzales, e la partecipazione nel film Hideous man di John Malkovic, nel 2003 ha sfornato Fatherfucker, che ha visto la collaborazione di Iggy Pop, che l’ha, a sua volta, invitata a duettare con lui nell’album The skull ring.
Ha collaborato con Pink cantando nel disco Try This e con le Chicks on Speed nell’album 99 Cents.
Nel 2006 ha formato Peaches & The Herms (abbreviazione di ermafroditi) con cui ha pubblicato Impeach my Bush e aperto i concerti statunitensi dei Nine Inch Nails e Bauhaus.
Sono seguite diverse importanti collaborazioni e due dischi in studio, I Feel Cream del 2009 e Rub nel 2015.
Al Festival del Cinema di Berlino 2024 è stato presentato, nella sezione Panorama, Teaches of Peaches, documentario sulla vita e la carriera dell’icona elettro-punk, che riprende il titolo dell’album del 2000 e del tour che l’artista ha intrapreso 22 anni dopo, riproponendolo dal vivo.
Il film, diretto da Philipp Fussenegger e Judy Landkammer, è un andirivieni tra momenti del tour, le prove e dietro le quinte, corredato da tante immagini d’archivio che appartengono all’artista stessa.
Nota per i suoi concerti incendiari, nel documentario colpisce l’energia che Peaches trasmette ancora sul palco, la continuità nel mutamento, la relazione complessa che la lega alla sua eredità e identità, che ha preso forma nel tempo. Circondata da giovani collaboratori e collaboratrici, quest’artista visionaria e trasgressiva, conserva i suoi tratti selvaggi, istintivi e pieni di vita.
È già in lavorazione un altro film sulla sua vita, più intimo, che sarà diretto da Marie Losier, sua partner per quindici anni.
Temi, mode, opinioni mutano forma e direzione ma lei, del tutto allergica al bon ton del music business, continua sul suo percorso che mira ad abbattere le distinzioni fra generi e a esprimere ciò che sente e vive.
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