#Vestina
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The king starts to sweat bullets as the fifth group of knights sent in starts to fall. One by one they are slain by Jackson Kruger. This wasn’t supposed to happen, Jackson is supposed to be dead! That was the verdict of the judge and the deal him and King Kerrt made. They said that his death would be trial by combat and that he would fall to one of the king’s knights but now, it looks more like the king will fall before Jackson does. For every knight that gets sent in, Jackson becomes stronger and stronger, he doesn’t even have armor! Why didn’t Jackson just die already!
Jackson was found in the Western forest, the one that shares a border with Vestina. It was hard enough to convict him with a death deal, even with the guilty verdict. The fact that Jackson would request a trial by combat for his death was controversial, but what was more controversial was the fact that King Kerrt allowed him such a death. Now though, the public view was swaying. The news had already spread the story all the way to the Barbear docks. If Jackson didn’t die within the hour the king knows he’ll have to let him free or give him a new deal, or face the wrath of the public. King Kerrt was taking a risk by doing this but what Jackson had done was unforgivable, or was that just what the king was told?
Jackson has somehow yet to break a sweat even though it’s been seven hours of not stopping fighting in the beating heat. At this point the trial felt less like an execution and more like a meat grinder for the king’s knights. Jackson was allowed to pick two weapons from the knight's vault for the trial. The king thought it would go by even faster as instead of choosing a shield Jackson chose a cutlass and a rapier. Now as the king watched Jackson use the cutlass to slice another knight in the arm, the king started to regret his brash judgment.
Jackson’s father, Kaleb, was in the king’s booth, after all the Kruger family were great friends with the king. Though Kaleb didn’t act on it, both him and Jackson were extremely happy that Jackson had yet to even take a blow. Kaleb was proud of his son and was one of few nobility that fought on Jackson's side in the court case. Kaleb knew his son, and he knew everything he did was never done with malaise or ill intent. The final knight of group five fell at Jackson’s feet, as Jackson prepared for another wave. The king had regretted his decision.
The King slammed his hands down against the edge of his throne.
“THATS ENOUGH!”
Everyone and everything in the stadium grew silent.
“Jackson Kruger! I’ve had you tried, convicted, and sentenced to death. I gave you pity and allowed you this form of execution. But you have defied my thoughts and torn through my knights. I will offer you one of two futures, I pray you take the first.”
The whole stadium leaned forward to hear what the king's new declaration will be.
“I would be foolish to let go of the potential you have so the first future is this: you will marry my first son, the one you have fallen in love with, and become his personal knight, protecting him wherever he may go.”
The world seemed to stay quiet waiting for the second proposal.
“Or you can take the death penalty you have already accepted but, you will not get the grace of dying in combat and instead will be executed in three days. So which will you choose?”
The whole stadium erupted into applause and cheers as Jackson said “The first future my king”.
The only person not happy about the choice was the Chaplain. He was the one who convinced the king to send Jackson to trial. He was the person who was able to obtain the guilty verdict. He was the person who was able to convince the king that the death penalty was the correct punishment. He was the one who replaced many of the knights with other sinners, ones that have been lined up to die as well. But now the whole kingdom was celebrating the marriage of the prince to a male nobility, and that fact horrified the Chaplain.
A noble sentenced to die is allowed to choose their execution method. They ask to die in honourable combat against the king’s knights, armed with a wooden sword while the knights have real weapons. It’s been 24 hours since the execution started and the king is running out of knights.
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Io so Vivere senza Niente
Voi siete Deboli che avete tutto e non vivete e vivete con la vestina bianca come idioti.
DEBOLI uomini da Nulla.
Se Alzo la Mia Voce Tuonante vi viene l’Infarto che siete Deboli e Tirchi.
Non mi avete aiutato, vi annienterò dalla faccia della terra.
Sparite cose inutili che Respirano . Non siete degni di respirare l’aria.
Caro Amico Arabo che leggi , tu muori solamente se ALZO LA MIA SUPER VOCE TUONANTE FORTISSIMA.
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30. (Thursday)
La solitudine era come le macerie di un muro. Aveva delle sensazioni molto vivide al riguardo. Sentiva come se la sua solitudine fosse ciò che rimaneva di un muro, sgretolato, ridotto a pietre sulla riva di un fiume, che la corrente trascinava via, cancellandolo. Sentiva le sue vene come quella terra allagata, che l'inondazione attraversava prima in un senso e poi nell'altro, tanta ce n'era. Appena ci pensava, appena respirava, sentiva che l'acqua scorreva e portava via. Lenta, forte, sorda. Sentiva che fra poco non le sarebbe restato più nulla, se non quella sensazione angosciante, quella sensazione di consunzione. Ogni tanto buttava fuori parole, parole in bianco e nero. Aveva una fiducia limitate nelle parole, ma gli restava poco più che quello. Le sue parole erano dei tatuaggi, decalcomanie che applicava come un retino al mondo nella speranza che ne venisse fuori qualcosa. Un disegno, una soluzione. Ma quello che continuava a vedere erano comunque i suoi segni che scivolavano addosso al mondo. Come addosso ad una pozzanghera sull'asfalto, quando rifletteva l'iride delle gocce di benzina, i palazzi intorno, prima di sparpagliarsi e ricomporsi - era passata una macchina. Persino le foglie si decomponevano in apparente indifferenza.
Rigenerarsi dalla sua stessa carne.
Da piccola le piacevano le stole viola dei sacerdoti. In qualche modo erano glitterate, sbrilluccicavano, davano l'idea di qualche maestosità, di qualche festa, di qualche avvenimento che si sollevasse dal calmo mare dei banchi della scuola, della famiglia, delle castagne, del sugo della Domenica. Poi l'aveva perso, questo senso. Come capita. Come capita di vivere così disgustati, così disgustati, che si vorrebbe perdere tutto, ogni lume di coscienza, e tornare a gustare, o almeno a sentire il forte di quel sugo. Era confusa.
Rigenerarsi della sua stessa carne.
Però quella era un'idea. Non comprendeva come, ma le piaceva. Solo che era la sua carne a non piacerle e non poteva immaginare che coltivasse qualche germe di nobiltà. La sua era carne... era carne... non trovava le parole. Buttata a macerare. Forse la sua malattia era che non riusciva più a vedersi se non così, come uno scarto.
Il 23 passava a duecento metri da casa sua. Non voleva vestirsi. Voleva coprirsi bene, comunque. Avrebbe messo il cappello e gli occhiali e chi se ne frega.
Magari sollevo anche il collo del giaccone. Andrò a bermi un po' di mondo, chissà che non serva.
Anche le cuffiette. Nella testa gli stava entrando "I'm her daddy". Così le piaceva. Mettere la colonna sonora alla gente. Agli alberi, persino alle rotaie che le scorrevano sotto. Ma perché se ne stava sempre fuori e non dentro al mondo? Forse perché era l'unico modo con cui riusciva a sopportarlo. Guardarlo, starci un po' dentro, ma non così dentro. Ad una certa distanza.
Ora era sprofondata. Tutto s'era incollato. Le note, lo struscio della batteria, le pozzanghere, persino la vestina della vecchietta tre file più avanti.
Tre giri di chiave per riaprire la porta. E adesso invece era spaventata. Sapeva casa sua cos'era, la girava al buio di notte. Quando però le capitava una giornata come questa, e apriva la porta, non sapeva se essere contenta - era casa sua - oppure correre via terrorizzata. Era sempre la stessa casa, sì? Appunto. Forse s'ingrigiva di giorno in giorno. Non sapeva se fosse peggio entrarci o ributtarsi fuori.
Fuori. Persino il profilo di quella giacca strana. Persino quello. Non gli trovava niente fuori posto e le veniva da ridere. Perché doveva essere così facile? Gli si avvicinò per sentirne la voce. Lui stava parlando con tre amici, una coppia e un uomo. Sembravano così vicini, intimi. Come se avessero scordato milioni di cattiverie. Avrebbe dato ogni cosa per starsene sotto braccio a lui, insieme agli altri tre. Avrebbe tenuto la testa appoggiata al suo petto e avrebbe sorriso, avrebbe avuto un sorriso indimenticabile. Non avrebbe fatto nulla per contraddire, neppure minimamente contraddire, quella beata conversazione.
Le arrivarono tre parole, le toccarono qualcosa, come se dovesse svenire. Poteva anche bastarle. Sapere che c'è.
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1 Aralık 2023 Litvanya Türkiye Maçı
*LFF Stadyumu'nda saat 18:00'de başlayacak olan UEFA Kadınlar Uluslar Ligi C Ligi C2 Grubu beşinci maçı. Mücadeleyi Avusturyalı Olivia Tschon yönetecek. 4'te 4 ile liderliği ve B Ligi'ni garantilemiştik. Son 2 virajı da bize yakışır şekilde dönelim. Yürek dolusu başarılar dileriz Milliler'e.
*10. dakikada Gülbin Hız'ın attığı golle 1-0 öne geçtik. Karlı zemin ve soğuk havada erken golle ısındık. Güzel başlıyoruz.
*20. dakikada Yağmur Uraz ağları sarstı ve durumu 2-0 yaptı. Erkenden farkı açtık. Bravo arkadaşlar.
*İlk yarıyı 2-0 önde kapattık. Zor şartlarda da olsa hakimiyeti sağladık ve rahat bir devre çıkardık. Böyle de sürsün yine inşallah.
*53. dakikada Vestina Neverdauskaite kendi kalesine yolladı ve bize 3-0'ı verdi.
*89. dakikada Meryem Cennet Çal da golünü kaydetti ve skoru 4-0'a taşıdık.
*4-0 kazandık ve 5'te 5 ile 15 puana yükseldik. Litvanya ise 4 puanda kaldı. Firesiz ve gol yemeden yürüyüşümüz devam ediyor. Şimdi son maçta evimizde tulum çıkarmayı hedefleyeceğiz. Tebrikler hepinize.
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Cannes, donna vestina con i colori ucraini si cosparge di sangue finto
Il gesto sulla scalinata del Palais des Festivalssource
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Rosanna Virgili Commento Domenica 8 gennaio "Battesimo del Signore"
Rosanna Virgili Commento Domenica 8 gennaio “Battesimo del Signore”
Battesimo del Signore (Anno A) (08/01/2023) Vangelo: Mt 3,13-17 🏠 La prima domenica del tempo ordinario ci allieta della festa del Battesimo del Signore. Il colore dell’abito del celebrante è il bianco e non può non ricordare la vestina candida che si fa indossare ai neonati quando, per loro e con loro, i genitori e i padrini vanno a chiedere alla Chiesa il primo sacramento dell’iniziazione…
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Deer Boi by 1Vestina on DeviantArt.
I love this art so much! I did this art few years ago but still this is one of my most favorite art ever :) Dear Friends, I will be happy to see you on my Twitter https://twitter.com/1Vestina
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Ti affascinano i paesi fantasma? Questo è uno dei paesi fantasma italiani. È un luogo meraviglioso! Corvara, Abruzzo, Italy 625 m s.l.m. Ti mostrerò di più nei prossimi post! . . . . . . #corvara #vestina #abruzzo #abruzzodascoprire #abruzzo_in_foto #abruzzi #abruzzolovers #abruzzodellemeraviglie #abruzzoturismo #abruzzoemotions #abruzzo_cartoline_ #abruzzoitaly #igersabruzzo #yallerabruzzo #volgoabruzzo #roadtoabruzzo #danybeevlog #traveblogger #businesstravel #viaggiare #viaggiarechepassione #appenninismo @volgoabruzzo @yallersabruzzo @igersabruzzo_ @roadtoabruzzo @abruzzoemotions @abruzzodellemeraviglie (presso Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) https://www.instagram.com/p/CEqgXTWBm1T/?igshid=1t54fcims4xl5
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Origami doslovno znači savijanje papira, i predstavlja tradicionalnu japansku vještinu pravljenja modela od papira. Origami je veoma stara vještina, i često se vezuje za sam izum papira u Kini, i smatra se da je tamo vjerovatno i nastao. Međutim, u Japanu, origami doživljava pravi procvat i smatra se nacionalnom umjetnošću. Origami se raširio i u drugim djelovima svijeta, pa je npr. u Španiji poznat i pod imenom Papiroflexia. Danas skoro da ne postoji oblik, tj model koji se ne može napraviti od papira. To su zaista prava papirna remek djela. Uglavnom se koristi papir, tradicionalno kvadratnog oblika, ali postoje modeli koji se prave i od pravougaonika, osmougaonika, trougla, a nekada se za izradu koristi i tkanina. Za izradu origamija, postoji i poseban papir, iskljucivo za origami, on je uglavnom dvobojan i isječen u obliku kvadrata. Danas se zna za oko hiljadu modela, koji se smatraju tradicionalnim origamijem u Japanu, i oni se godinama prenose s generacije na generaciju. Svaki model je simbol nečega, pa često origami modeli oživljavaju, odnosno origami majstori im po završetku udahnjuju dušu. ____________________ #hendmejdcom #hendmejd #rucnirad #rucniradovi #rukotvorine #ručnirad #ručniradovi #origami #japan #papir #vestina #veština #umetnost #tradicija https://www.instagram.com/p/B4Njs__JM5x/?igshid=1vj48uhwsd1or
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Hotel Vestina Wisła. Co roku w Wiśle odbywa się puchar Świata w skokach narciarskich. Vestina gości zawsze oficjeli z pucharu #latekhotels #vestina #wisla #slaskie #slaskieklimaty #recepcja #room #roominspiration #roomtour #roomdecor #roomideas #roomdesign #relaks (w: Hotel Vestina Wisła) https://www.instagram.com/p/BxwKzuKoPIE/?igshid=15sam9xpdqr5c
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My parents used to be friends with Chris Ballew of The Presidents. According to my mom, he was in love with her best friend, Christina. When the company she worked for went under, he wrote a song for her, called Vestina. He also saved VIP tickets for her for every show until the day they disbanded.
You know that Ada Limón poem where she’s like “i can’t help it i love the way men love”? my dad recently confessed to me that he became a shoemaker because they buried my grandma shoeless
oh…………………………………
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unusual u saint names
Uguzo
Ulphia
Ulric
Urania
Urban
Ursmar
Ursula
Usthazanes
and venerable v saint names
Valentine
Valeria
Varus
Veep
Veneranda
Venerius
Venturino
Venusta
Veremundus
Verena
Veridiana
Verissimus
Verulus
Vestina
Viator
Victorian
Vigor
Vindician
Virgil
Vissia
Vitalis
Voloc
Vulpian
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Cobble Hill [1931]
Winter Sunshine (Sunlight) [1955]
Romance [1925]
The Lantern Bearers [1908]
Old White Birch [1937]
New Hampshire Hills [1932]
Dinky Bird [1904]
Daybreak [1922]
Norwich. Vermont [1954]
Autumn Brook [1948]
Maxfield Parrish (1870/1966)
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"We knew that land once, You and I, and once we wandered there in the long days now long gone by, a dark child and a fair. Was it on the paths of firelight thought in winter cold and white, or in the blue-spun twilit hours of little early tucked-up beds in drowsy summer night, that you and I in Sleep went down to meet each other there, your dark hair on your white nightgown and mine was tangled fair? We wandered shyly hand in hand, small footprints in the golden sand, and gathered pearls and shells in pails, while all about the nightingales were singing in the trees. We dug for silver with our spades, and caught the sparkle of the seas, then ran ashore to greenlit glades, and found the warm and winding lane that now we cannot find again, between tall whispering trees. There was neither night nor day, an ever-eve of gloaming light, when first there glimmered into sight the Little House of Play. New-built it was, yet very old, white, and thatched with straws of gold, and pierced with peeping lattices that looked toward the sea; and our own children's garden-plots were there: our own forget-me-nots, red daisies, cress and mustard, and radishes for tea. There all the borders, trimmed with box, were filled with favourite flowers, with phlox, with lupins, pinks, and hollyhocks, beneath a red may-tree; and all the gardens full of folk that their own little language spoke, but not to You and Me. For some had silver watering-cans and watered all their gowns, or sprayed each other; some laid plans to build their houses, little towns and dwellings in the trees. And some were clambering on the roof; some crooning lonely and aloof; some dancing round the fairy-rings all garlanded in daisy-strings, while some upon their knees before a little white-robed king crowned with marigold would sing their rhymes of long ago. But side by side a little pair with heads together, mingled hair, went walking to and fro still hand in hand; and what they said, ere Waking far apart them led, that only we now know." ~~~ "Un tempo conoscevamo quella terra, tu e io, e una volta là vagando siamo andati nei lunghi giorni da lungo tempo nell’oblìo una bimba bruna, un bimbo con i capelli dorati. Forse per i sentieri del pensiero al focolare nella stagione fredda e bianca, o nelle ore intessute di blu crepuscolare di piccoli letti presto rimboccati d’estate nella notte stanca, nel dormire tu e io viaggiammo sicuro e là ci siamo incontrati, sulla vestina bianca i tuoi capelli scuri e i miei biondi arruffati? Camminavamo timidi per mano, in sabbia d’oro tracce di bambino, raccoglievamo perle e conchiglie nei secchielli, e tutt’intorno cantavano gli uccelli, gli usignoli in alto fra le fronde. Scavammo a cercare argento con le pale cogliendo scintillii di sponde, poi corremmo a riva lungo ogni radura erbosa per scoprire la tiepida viuzza tortuosa che ora non sappiamo più trovare, tra gli alti alberi e il loro sussurrare. Non era notte, non era giorno compiuto, ma un crepuscolo perpetuo di luci soffuse quando la prima volta allo sguardo si dischiuse la casa piccina del gioco perduto. Pur vecchissima, appena innalzata, bianca, e il tetto di paglia dorata, con i trafori di grate per spiare che guardavano verso il mare; C’eran le nostre aiuole di bambini, i non-ti-scordar che ornano i giardini, margherite rosse, senape e crescione, e ravanelli per il tè… là tutti i lati, adorni di bosso, erano colmi dei fiori preferiti: il flogo, il lupino, il garofano e l’altea, sotto un albero di maggio rosso; La gente invadeva i giardini e parlava i propri linguaggi bambini, ma non con me e te. Perché certi, con argentei innaffiatoi, si bagnavano le vesti tutte intere o spruzzavano gli altri; alcuni poi, per costruire case, città piccole o dimore negli alberi, stendevano il progetto. Certi si arrampicavano sul tetto; Altri cantavano, soli e isolati; o in tondo qualcuno danzava i cerchi delle fate, avvolto in ghirlande di margherite, e c’era chi stava in inchino profondo dinanzi a un piccolo re che di bianco s’abbigliava, la corona di calendule; E cantava le strofe di tanto tempo fa… ma due piccoli bimbi affiancati, teste vicine, capelli mescolati, camminavano qua e là per mano ancora; E quanto tra loro si diceva prima del risveglio, che separarli doveva, solo noi conosciamo, ora e qua."
["The Little House of Lost Play: Mar Vanwa Tyaliéva" (La casa piccina del gioco perduto) - J. R. R. Tolkien - 1915]
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