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Modena, Giorno Della Memoria, gli studenti riflettono sulla Shoa
Modena, Giorno Della Memoria, gli studenti riflettono sulla Shoa Con musiche e letture per ricordare la Shoah ma anche percorsi didattici su razzismo e discriminazioni per riflettere sulla memoria e sul suo significato, gli studenti e le studentesse modenesi sono tra i protagonisti del programma di iniziative organizzate in città dal Comune di Modena con il Comitato per la storia e le memorie del Novecento e l'Istituto storico di Modena per il Giorno della Memoria 2024 che propone concerti, spettacoli, trekking urbano, conferenze e testimonianze. Alle attività con i ragazzi è dedicata, in particolare, la giornata di venerdì 26 gennaio: al Palanderlini, dalle 8 alle 14, sono in programma un concerto e letture per il Giorno della Memoria curati dagli allievi e dalle allieve delle classi terze della scuola media Guidotti, in collaborazione con il gruppo modenese degli Zambra Mora, aperti a studenti e genitori. Gli studenti e le studentesse di terza della scuola media Marconi propongono invece a tutta la città "Quale memoria? Le parole che cambiano", percorsi realizzati sui temi del razzismo, delle discriminazioni e dell'intolleranza attraverso letture, poesie, video e musiche, volti e voci per condividere riflessioni sulla pace e la solidarietà tra i popoli. Pensata per le scuole medie è anche "E per questo resisto. Voci e musiche per ricordare la Shoah" con la voce recitante di Alessia Canducci e le musiche dei Flexus. L'iniziativa, a cura della Biblioteca Delfini, comincia alle 10.30 e potrà essere seguita anche in diretta streaming sui canali FB e Youtube Biblioteche Modena e Archivio storico. Il programma degli appuntamenti per il Giorno della Memoria è stato presentato questa mattina, martedì 23 gennaio, con una conferenza stampa alla quale sono intervenuti Gianpietro Cavazza, vicesindaco del Comune di Modena; Chiara Lusuardi, Istituto storico di Modena, Andrea Salsi, vicepreside della scuola Guidotti; José Carrasso, responsabile progetti della scuola Marconi; Valter Malosti, direttore di Emilia Romagna Teatro Ert/Teatro Nazionale, che porta in scena il progetto "Fuga. Ventuno poesie di Primo Levi". Come ha sottolineato il vicesindaco Cavazza, "l'olocausto è una forma estrema di deumanizzazione finalizzata all'annientamento dell'altro che si presenta oggi in nuove forme con la barbarie dei diversi conflitti sparsi nel mondo e nelle forme più subdole del linguaggio violento e discriminatorio che riducono la persona a cosa". Primo appuntamento in calendario è giovedì 25 gennaio, alle 17, all'Archivio storico comunale con la conferenza di Grazia Biondi "Il latte e il sangue: rapporti fra modenesi e Comunità ebraica in età moderna". Alle 18, in Sinagoga, Rav Beniamino Goldstein, rabbino capo della Comunità ebraica di Modena, propone letture di salmi e preghiere in ricordo dei deportati con la testimonianza di Marta Affricano, che era bambina quando fu presa durante il rastrellamento del Ghetto di Roma e deportata ad Auschwitz. Alle 20.30, al Teatro San Carlo, il concerto del Quantum clarinet trio, per clarinetto, violoncello e pianoforte, a cura di Gioventù musicale d'Italia. Il Giorno della Memoria, sabato 27 febbraio, si apre alle 9, nella sede di UniMoRe, con la deposizione della corona alla lapide in memoria dei docenti e degli studenti perseguitati a causa delle leggi razziali. Alle 11, per la prima volta, alla Polisportiva Villadoro (via del Lancillotto 10) sarà deposta una corona al murales che ricorda il Porrajimos, lo sterminio di mezzo milione di Rom e Sinti avvenuto ad Auschwitz. L'iniziativa è realizzata in collaborazione con il liceo Sigonio. Alle 16, alla Biblioteca Delfini, "Io, l'abominevole: leggere Deutsch Requiem", appuntamento con i gruppi di lettura, mentre alle 17 all'Auditorium della Corale Rossini, la Compagnia dei vinti presenta "La Torre d'avorio" di Ronald Harwood. Alle 20.30, al Teatro comunale Pavarotti-Freni, il Quartetto Prometeo esegue il Concerto della memoria e del dialogo, a cura dell'associazione Amici della musica Mario Pedrazzi. Domenica 28 gennaio, alle 15, da piazza Mazzini, il trekking "Camminare la storia. Stranieri nella propria terra" attraversa i luoghi della persecuzione ebraica nel periodo 1938-1948. L'itinerario, a cura dell'Istituto storico, è adatto a tutte e tutti. Lunedì 29 gennaio, alle 11, nel Teatro della Fondazione Collegio San Carlo, si svolge la lezione dello storico Guri Schwarz "Il 27 gennaio e le aporie della memoria", per le quarte e le quinte delle scuole superiori di Modena e provincia. Al Teatro Storchi, alle 19, va in scena "Fuga. Ventuno poesie di Primo Levi", letture di Valter Malosti. Lo spettacolo, prodotto da Emilia Romagna Teatro Ert/Teatro Nazionale, in collaborazione con Fondazione Villa Emma e con il sostegno di Fondazione di Modena, è a ingresso gratuito. La rappresentazione è preceduta, alle 17.30 da "Non chiamateci maestri", dialogo con il pubblico a cura di Fausto Ciuffi. Il programma si completa con "Oltre la rete, oltre il muro. Per non dimenticare", education volley project a cura di Moxa che si svolge dal 28 febbraio al 4 marzo.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Porcile di Arte e Salute, spiegato bene
A cura di Matteo Saveri
Tra il 1965 e il 1966, costretto a letto a causa di un’ulcera, Pier Paolo Pasolini scrisse sei tragedie in versi: Calderón, Pilade, Affabulazione, Porcile, Orgia e Bestia da Stile. Per l’occasione del centenario dalla sua nascita, ERT Teatro Nazionale si propone di portare in scena l’intero corpus teatrale di Pasolini, nell’arco di una sola stagione, attraverso il progetto Come devi immaginarmi, ideato da Valter Malosti insieme al critico d’arte, scrittore e accademico Giovanni Agosti. Dopo il debutto con Calderón di Fabio Condemi , in scena dal 2 al 6 novembre 2022, e Pilade di Giorgina Pi, dal 16 al 19 febbraio, dal 18 aprile al 7 maggio è in scena al teatro Arena del Sole Porcile, con la regia di Nanni Garella – che di Pasolini aveva già rappresentato Edipo Re e Il Vangelo secondo Matteo - e interpretato dagli attori di Arte e Salute. Compagnia teatrale nata nel 2000 e diretta dallo stesso Garella, attraverso la collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL di Bologna, Arte e Salute si propone di sperimentare nuovi modelli di inclusione, favorendo la comunicazione e migliorando la qualità di vita dei suoi attori, affetti da disturbi mentali, attraverso una formazione continua e una ricca attività teatrale nel corso di tutto l’anno. Grazie anche all’inedita collaborazione con Balletto Civile, collettivo guidato dalla coreografa e danzatrice Michela Lucenti, gli attori hanno lavorato più che mai sul corpo ancor prima che sul testo, in un modus operandi che Garella paragona a quello adottato per suonare il piano: “prima la mano destra, poi la sinistra”. L’opera pasoliniana, composta da undici episodi e adattata nel 1969 nell’omonimo film diretto da Pasolini stesso, è ambientata interamente in una tenuta borghese a Godesberg, in Germania, nell’anno 1967. Protagonista del testo è Julian Kolz, giovane venticinquenne figlio di industriali vicini alla Germania nazista. Julian, descritto dal padre come “né obbediente né disobbediente”, è lontano dalle ambizioni della famiglia e dall’ambiente aristocratico che lo circonda, così come è disinteressato all’attivismo e all’impegno politico di Ida, giovane diciassettenne, anch’essa figlia di industriali, di lui innamorata. Al contrario, il suo amore, che Julian manifesta intrattenendo dei rapporti sessuali di nascosto, è per i maiali del porcile.
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Come sottolinea il regista Nanni Garella, però, non sono i maiali i protagonisti dell’opera, quanto Julian, in bilico tra l’immobilità e la grande voglia di vivere, e il suo rapporto con i genitori, che rendono a suo avviso l’opera estremamente attuale e apprezzabile anche dalle nuove generazioni. E’ proprio il conflitto generazionale e genitoriale uno dei temi principali su cui pone l’accento Garella, che ha infatti dato più spazio al ruolo della madre di Julian.
Importante anche il ruolo corale dei contadini, annunciatori della morte di Julian nell’ultimo atto, che trovano ampio spazio nella versione di Garella, sottolineando la discendenza dell’opera dalle classiche tragedie greche che ispirarono Pasolini nella sua scrittura.
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LAZARUS
Foto: Lazarus – David Bowie © Gavin Evans ERT / Teatro Nazionale presenta in esclusiva per l’Italia LAZARUS, l’opera rock di David Bowie e Enda Walsh. Uno spettacolo di Valter Malosti, con protagonista Manuel Agnellinel ruolo di Newton. In scena Casadilego e la coreografa Michela Lucenti. PRIMA NAZIONALE dal 22 al 26 marzo 2023 Teatro Bonci – Cesena da mercoledì a sabato ore 21.00 domenica ore…
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Se questo è un uomo
Se questo è un uomo
Valter Malosti ci conduce nell’inferno sonoro del Lager in un lungo monologo tratto da Se questo è un uomo. (more…)
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La voce di Primo Levi è la voce che più di ogni altra ha saputo far parlare Auschwitz: la voce che da oltre settant’anni, con Se questo è un uomo, racconta ai lettori di tutto il mondo la verità sullo sterminio nazista. È una voce dal timbro inconfondibile, mite e salda: “considerate che questo è …
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Assaggi di Teatro intepreta Shakespeare/SONETTI [ Teatro di Dioniso regia di Valter Malosti ] insieme allo chef Enrico Pivieri con:
Contrasti . Morone in tempura nera, piselli liquidi al wasabi, panna acida
Performance su www.assaggiditeatro.it e www.roma-gourmet.net
Fotografia: U. Favretto
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Da Lagazzi a Godano, grandi nomi giuria XVII edizione Premio InediTO
L’associazione culturale Il Camaleonte di Chieri (TO) bandisce la XVII Edizione del Premio InediTO – Colline di Torino 2018, concorso letterario punto di riferimento in Italia tra quelli dedicati alle opere inedite. Il premio ha l’obiettivo di scoprire e valorizzare autori esordienti e non, di ogni età e nazionalità, ed è l’unico nel suo genere a rivolgersi a tutte le forme di scrittura (poesia, narrativa, teatro, cinema e musica e da questa edizione anche alla saggistica), in lingua italiana e a tema libero. Grazie al montepremi di 6.500 euro i vincitori delle sezioni Poesia, Narrativa-Romanzo/Racconto e Saggistica ricevono un contributo alla pubblicazione con editori qualificati o la casa editrice Il Camaleonte Edizioni collegata al premio, e partecipano a fiere, festival, rassegne letterarie, mentre i vincitori delle sezioni Testo Teatrale, Cinematografico e Canzone un contributo per la messa in scena, le riprese video e la diffusione radiofonica. In questi anni hanno aderito alla pubblicazione, tra gli altri, gli editori Ladolfi, Raffaelli, La Vita Felice, Fernandel, CartaCanta, LietoColle e La Scuola di Pitagora (mentre sono stati interessati, tra gli altri, Mondadori, Einaudi, Giunti, Longanesi, Guanda, Sellerio, Salani, Adelphi, Neri Pozza). Con InediTO si diventa quindi editi e si può ambire a vincere altri concorsi, come testimoniato dai tanti autori lanciati in queste edizioni.
Il concorso talent scout che accompagna gli autori nel mondo dell’editoria e dello spettacolo, ha coinvolto in queste edizioni migliaia di iscritti (ben 628 e 687 le opere pervenute nell’ultima edizione, un record assoluto) da tutta Italia e dall’estero (Usa, Europa, Australia, Asia), a conferma della dimensione sempre più internazionale acquisita. Il prestigio è caratterizzato dalla qualità delle opere premiate, dal riscontro dei media e dalle personalità che hanno formato il Comitato d’Onore e che hanno ricoperto il ruolo di presidenti e di giurati (tra i quali Giorgio Conte, Umberto Piersanti, David Riondino, Francesco Baccini, Davide Ferrario, Paola Mastrocola, Luca Bianchini, Andrea Bajani e Morgan). Il Premio è diretto da Valerio Vigliaturo, presidente dell’associazione Il Camaleonte, mentre la giuria, presieduta dal poeta Davide Rondoni, sarà formata da: Paolo Lagazzi, Margherita Oggero, Cristiano Godano (Marlene Kuntz), Valter Malosti, Melania Giglio, Tommaso Cerasuolo (Perturbazione), Paolo Di Paolo, Enrico Remmert, Linda e Gaia Messerklinger, Matteo Bernardini, Arianna Porcelli Safonov, Giovanna Ioli, Paola Baioni e dai vincitori della scorsa edizione. Il bando scadrà il 31 gennaio 2018, mentre la premiazione si terrà a maggio in occasione del Salone del Libro di Torino e a Casa Martini di Pessione-Chieri, storica sede della Martini & Rossi, con il coinvolgimento delle città aderenti e di ospiti illustri (tra i quali hanno partecipato nelle scorse edizioni Franco Branciaroli, Alessandro Haber, Eugenio Finardi, Rita Marcotulli, Arturo Brachetti, Red Ronnie e Lella Costa). Mentre, in collaborazione con il Salone Off, sono stati ospitati a Chieri gli scrittori Marc Augé e Andrea Vitali.
Il premio è inserito da diverse edizioni nella manifestazione Il Maggio dei libri promossa dal Centro per il Libro e la Lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e ottiene il contributo della Regione Piemonte e della Città di Chieri, il patrocinio della Città Metropolitana di Torino, delle città di Torino, Moncalieri, Chivasso e Alba (CN); il sostegno di Legacoop Piemonte, la sponsorizzazione di Aurora Penne e il patrocinio della Camera di commercio Torino. I partner sono il M.E.I. (Meeting delle Etichette Indipendenti) di Faenza, Film Commission Torino Piemonte, il Centro di Poesia Contemporanea di Bologna, Assemblea Teatro di Torino, il Festival di Letteratura “I luoghi delle parole” di Chivasso (TO), il Festival di Poesia “Parole Spalancate” di Genova, il Festival “Borgate dal Vivo”, l’agenzia L’Altoparlante, nonché da questa edizione la piattaforma digitale eMemory, la rivista «Carie Letterarie» e il prestigioso Premio Lunezia. Media partner sono «Leggere:tutti», «Torino Magazine», «News Spettacolo», «RadioLibri», «Radio GRP» e «Quotidiano Piemontese». Inoltre, è gemellato con il concorso letterario U.G.I. (Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini, cui sarà devoluto parte del ricavato delle iscrizioni).
#Arianna Porcelli Safonov#Cristiano Godano#Enrico Remmert#Giovanna Ioli#InediTO#Linda e Gaia Messerklinger#Margherita Oggero#Matteo Bernardini#Melania Giglio#Paola Baioni#Paolo Di Paolo#Paolo Lagazzi#Tommaso Cerasuolo#Valter Malosti
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Emilia-Romagna, Il nuovo spettacolo di Valter Malosti con Anna Della Rosa dall’opera di William Shakespeare Antonio e Cleopatra
Emilia-Romagna, Il nuovo spettacolo di Valter Malosti con Anna Della Rosa dall’opera di William Shakespeare Antonio e Cleopatra Antonio e Cleopatra di William Shakespeare è un’opera raramente rappresentata in Italia, ma è tra le vette poetiche del corpus drammatico dell’autore, un’occasione per il pubblico e gli appassionati di confrontarsi con un capolavoro sconosciuto ai più, anche grazie alla nuova traduzione italiana in versi di Nadia Fusini e Valter Malosti. È questo il testo che Malosti, il direttore di ERT / Teatro Nazionale, sceglie per la sua nuova regia, in prima assoluta al Teatro Storchi di Modena dal 10 al 14 gennaio, e subito dopo a Bologna al Teatro Arena del Sole dal 17 al 21 gennaio. La tournée proseguirà nelle principali città italiane fino a giugno, chiudendosi al Piccolo Teatro di Milano. Lo spettacolo è una produzione di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale con Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura. In occasione della replica di sabato 13 gennaio alle ore 16.30 al Teatro Storchi è in programma un incontro con Valter Malosti, Anna Della Rosa e Nadia Fusini, moderato dal docente e coordinatore del corso di Laurea in Discipline della musica e del teatro dell’Università di Bologna Enrico Pitozzi, nell’ambito del ciclo Conversando di Teatro. Nei panni dei due protagonisti, lo stesso Malosti e Anna Della Rosa, già finalista ai Premi Ubu 2021 come miglior attrice per la sua interpretazione della regina d’Egitto in Cleopatràs, il primo dei Tre lai di Giovanni Testori, con la regia di Valter Malosti. Con loro, un ampio cast che vede insieme attrici e attori affermati e giovani talenti (Danilo Nigrelli, Dario Battaglia, Massimo Verdastro, Paolo Giangrasso, Noemi Grasso, Ivan Graziano, Dario Guidi, Flavio Pieralice, Gabriele Rametta, Carla Vukmirovic). Per la messa in scena il regista collabora con alcuni fra i migliori professionisti del teatro italiano, tra cui i premiati agli Ubu 2023 Margherita Palli (scenografa), Cesare Accetta (direttore della fotografia e light designer) e GUP Alcaro, sound designer che affianca i lavori di Malosti da due decenni, vincitore per il progetto sonoro di Lazarus. I costumi sono di Carlo Poggioli, candidato ai Nastri d'Argento, ai David di Donatello e ai BAFTA; e la cura del movimento è del regista e coreografo Marco Angelilli. Antonio e Cleopatra Valter Malosti si confronta con Antonio e Cleopatra dopo un lungo e appassionato percorso shakespeariano. Tra gli spettacoli: Shakespeare/Venere e Adone (Premio ANCT 2009), Lo stupro di Lucrezia (Premio Ubu 2013 a Alice Spisa), Amleto, Shakespeare/Sonetti, Macbeth. Nel 2022 Einaudi pubblica nella collana di Poesia la sua traduzione de I Poemetti. «I due straripanti protagonisti – spiega Valter Malosti – eccedono ogni misura per affermare la loro infinita libertà. Politicamente scorretti e pericolosamente vitali, al ritmo misterioso e furente di un baccanale egiziano vanno oltre la ragione e ai giochi della politica. Inimitabili e impareggiabili, neanche la morte li può contenere. Di Antonio e Cleopatra – prosegue il regista – la mia generazione ha impresso nella memoria soprattutto l’immagine, ai confini con il kitsch, e vista attraverso la lente d’ingrandimento del grande cinema (grande davvero vista la regia di Joseph L. Mankievicz) di Hollywood, della coppia Richard Burton / Liz Taylor. Ma su quest'opera disincantata e misteriosa, che mescola tragico, comico, sacro e grottesco, su questo meraviglioso poema filosofico e mistico (e alchemico) che santifica l’eros, che gioca con l’alto e il basso, scritto in versi che sono tra i più alti ed evocativi di tutta l’opera shakespeariana, aleggia, per più di uno studioso, a dimostrarne la profonda complessità, l’ombra del nostro grande filosofo Giordano Bruno: un teatro della mente». La storia d’amore tra Antonio e Cleopatra permette a Shakespeare di raccontare l’incontro e il conflitto tra Oriente e Occidente, un conflitto politico ma anche scientifico. Nel 1580 infatti Giordano Bruno si trovava in Inghilterra, qui recuperò le scienze astronomiche degli antichi egizi e diffuse nella cultura occidentale le sue teorie rivoluzionarie che gli sarebbero poi costate la vita. Per Antonio conoscere Cleopatra – un “Serpente del vecchio Nilo” che siede in trono rivestita del manto di Iside – è ciò che dà un senso al viaggio della vita, nell’incontro con Cleopatra Antonio nasce pienamente a sé stesso. Quanto a Cleopatra, scrive Nadia Fusini, «oltre che Didone e Iside, è una zingara, è la grande prostituta d’Oriente, un’anticipazione di Isolde, la donna “strana” e straniera dei Proverbi, la “lussuriosa” di Dante, la “fedele” in amore di Chaucer, la puttana di Cesare, e ora l’amante di Antonio. Ma soprattutto, ora, in questo dramma, è la sacerdotessa di un’azione drammatica da cui sgorga ancora e di nuovo l’antica domanda, che già ossessionava Zeus e Era: in amore chi gode di piú? l’uomo o la donna? e chi ama di piú, gode forse di meno? E tra gli amanti, chi riceve di piú? Sono domande che nella logica dell’economia erotica con cui Shakespeare gioca esplodono con fragore dissolvendo pretese macchinazioni puritane volte a legiferare in senso repressivo sulla materia incandescente dell’eros». Antony and Cleopatra, come ci suggerisce il docente, traduttore e poeta Gilberto Sacerdoti, è un prisma ottico: «Se viene osservato solo di fronte un prisma ottico mostra una sola immagine, e se non si fa un passo a sinistra e uno a destra, le altre due restano invisibili – il che, in caso di “verità” e “segreti della natura” che “dovrebbero tacere”, può venir buono per farli tacere e parlare al tempo stesso.” Visto di fronte è dunque la storia di amore e di politica narrata da Plutarco. Visto di sbieco ci spinge a decifrare “l’infinito libro di segreti della natura”. Per trovare un corrispettivo dell’infinito amore di Antonio “bisogna per forza scoprire un nuovo cielo e una nuova terra”, e a chi è disposto a lavarsi il cervello col forte vino d’Egitto, Dioniso rivela “un mondo che gira” proprio come quello che l’umanità si stava preparando a scoprire». Un breve appunto su ordine e disordine / Valter Malosti FILONE La demenza del nostro generale oltrepassa ogni misura: i suoi occhi che mandavano bagliori di fuoco sulle schiere e le adunate di guerra, riflessi sul metallo come un Marte, ora son volti su quella egiziana, e il suo gran cuore di capitano, che in battaglia faceva saltar via le fibbie della corazza sul petto, rinnega sfrenato ogni temperanza, è diventato il mantice e il ventaglio che rinfresca i bollori d’una zingara lussuriosa. Guarda bene la scena Vedrai uno dei tre pilastri del mondo trasformato nel buffone d’una puttana. Fa’ attenzione e guarda. Mi hanno sempre colpito leggendo e rileggendo Antonio e Cleopatra, la prima e l’ultima scena ma non capivo esattamente il perché. Mi sembravano due scene, stavo per dire due inquadrature, non rilevanti. Nella prima scena uno degli ambasciatori arrivati da Roma per avere un colloquio con Antonio parla del grande generale come se fosse un vecchio demente, disordinato, libidinoso, perso dentro l’amore per la “zingara” Cleopatra, e d’altra parte gipsy arriva proprio da egyptian, così come il nostro italiano “gitano”, che è il latino aegyptanus, da Aegyptus «Egitto», e con questo ultimo appellativo Antonio chiamerà Cleopatra all’interno della tragedia shakespeariana. Nella scena che chiude la tragedia osserviamo invece il vincitore Cesare Ottaviano davanti al corpo esanime di Cleopatra che incita al “massimo ordine”. Antonio e Cleopatra inizia dunque col massimo disordine in atto, in cui eros vive insieme a thanatos in un baccanale egiziano e convive con le guerre e la res pubblica e il potere, ma tutto questo sconvolgimento del mondo svanisce con la morte dei due amanti “senza pari”. L’ultima inquadratura appartiene a Cesare Ottaviano che, dopo la beffa politica del suicidio di Cleopatra, concede ai due una imperitura tomba comune ed esige dai suoi il “massimo ordine” relativamente al rito di sepoltura con tutto l’esercito schierato. Massimo ordine che vuole cancellare per sempre il massimo disordine. Ed è, istintivamente, proprio dall’immagine per me ineludibile di questa tomba-monumento che è iniziata la nostra ricerca su Antonio e Cleopatra. Ho chiesto a Margherita Palli di creare una scena-tomba, con gli strati della storia (millenari) visibili, è un mausoleo di oggi che ospita tombe antiche di antichi ospiti, i fantasmi, le ombre come Shakespeare le chiamava, che sono l’essenza del teatro. Sono dei morti che qui ci parlano con una pienezza di vita e una presenza più viva della vita, grazie alla poesia. I. L'invertito gusto e invertibile anche del veleno che hai cercato, distribuito, amato, quell’odiosa, sadica mania di far che la materia dell’arte sia come la gola l’attimo prima che una mano la stringa o nelle vene infetti l’aspide-siringa la funesta bava-droga, l’attimo, l’ora, l’eternità, forse, prima che Cleopatra muoia II. Chi ha quaggiù dipinto e amato che non desiderasse nell’un tempo l’assassinio di sé e dell’amante, una morte comune, fosse pur pitturale, insieme, a due, l’agonie mie, le sue... Giovanni Testori, Francesco Cairo, da Maddalene, Franco Maria Ricci, 1989 Personaggi e interpreti - Anna Della Rosa Cleopatra - Valter Malosti Antonio - Danilo Nigrelli Enobarbo - Dario Battaglia Cesare Ottaviano - Massimo Verdastro Indovino - Paolo Giangrasso Messaggero di Cleopatra - Ivan Graziano Agrippa - Noemi Grasso Incanto - Dario Guidi Eros - Flavio Pieralice Messaggero di Roma - Gabriele Rametta Soldato di Antonio - Carla Vukmirovic Ottavia Valter Malosti, regista, attore e artista visivo, dirige dal maggio 2021 Emilia Romagna Teatro Fondazione / Teatro Nazionale e in precedenza la Fondazione Teatro Piemonte Europa e la compagnia indipendente Teatro di Dioniso. Gli spettacoli di Malosti hanno ottenuto, tra gli altri, il premio internazionale Flaiano per la regia di Venere in pelliccia di David Ives nel 2017, il Premio Ubu 2009 per la regia di Quattro Atti Profani di A. Tarantino e quello dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro sempre per Quattro Atti Profani e per Shakespeare/Venere e Adone. Nel 2004 Inverno di Jon Fosse ha ricevuto il Premio Ubu per il miglior testo straniero messo in scena in Italia. Del 2004 è il premio Hystrio per la regia di Giulietta di Fellini. Nel 1992 Malosti ha ricevuto una menzione speciale al Fringe Arts Festival di Melbourne come miglior performer interpretando Ella di H. Achternbusch in lingua inglese. Del 2019 è la nomination ai Premi Ubu per la regia e il progetto sonoro di Se questo è un uomo di Primo Levi. Malosti ha diretto opere di Nyman, Tutino, Glass, Corghi e Cage, spesso in prima esecuzione, e per il Teatro Regio di Torino Le nozze di Figaro di Mozart. Ha al suo attivo diverse regie radiofoniche per Rai Radio3. Tra i suoi progetti più recenti la regia d’opera de Il viaggio di G. Mastorna di Matteo D’Amico da Fellini e Lazarus di David Bowie e Enda Walsh. Come attore Malosti ha lavorato per quasi un decennio con Luca Ronconi, e al cinema con Mimmo Calopresti, Franco Battiato e Mario Martone. È stato Manfred (Schumann/Byron) per la direzione d’orchestra di Noseda. Ha diretto la Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino dal 2010 al 2018. Per la collana di Poesia di Einaudi Editore è uscita a fine novembre 2022 la sua traduzione de I Poemetti di William Shakespeare. Per la direzione di ERT / Teatro Nazionale nel 2023 ha ricevuto il Premio Enriquez e la Targa Volponi. Anna Della Rosa, diplomata alla scuola d’arte drammatica Paolo Grassi, si specializza con Luca Ronconi e Massimo Castri. Debutta con Peter Stein al Teatro Greco di Siracusa e nei più importanti teatri antichi d’Europa. È protagonista diretta da Toni Servillo, Luís Pasqual, Pascal Rambert, Valter Malosti, Martin Kušej, Marco Bellocchio, Andreè Shammah, Marco Baliani, Davide Livermore, Veronica Cruciani, Simone Toni e Jacopo Gassmann, per il quale è Ifigenia nell’Ifigenia in Tauride al Teatro Greco di Siracusa nel 2022. Per il ruolo di Giacinta ne La Trilogia della Villeggiatura diretta da Toni Servillo, vince il Premio ETI Gli Olimpici del Teatro come migliore attrice emergente e il Premio Virginia Reiter, per la sua interpretazione in Blackbird diretta Luís Pasqual, riceve il Premio Marisa Bellisario e il Premio Duse come migliore giovane attrice di teatro e il premio Internazionale “Amici di Milano per i giovani”. È finalista al Premio Ubu come miglior attrice nel 2008 per il ruolo di Giacinta e nel 2021 per le sue interpretazioni di Cleopatràs di Giovanni Testori con la regia di Valter Malosti e di Sorelle, scritto e diretto da Pascal Rambert. È la voce di Via col vento di Margaret Mitchell e di Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi, audiolibri prodotti da Storytel. È la Ragazza Esangue ne La grande bellezza di Paolo Sorrentino, Premio Oscar 2014 come miglior film in lingua straniera. Nella stagione 2023/2024 debutterà̀ in Durante, testo e regia di Pascal Rambert. Ha interpretato di recente al Nuovo Teatro delle Passioni di Modena Erodiàs + Mater strangosciàs, il progetto di Sandro Lombardi, storico interprete dei Tre lai di Testori, nato come un ideale passaggio di consegne da attore ad attrice (prodotto da ERT / Teatro Nazionale). Riprende inoltre Accabadora, dal romanzo di Michela Murgia, drammaturgia di Carlotta Corradi e regia di Veronica Cruciani, una co-produzione ERT con Savà srl. Tournée - 10-14 gennaio 2024, Teatro Storchi, Modena - 17-21 gennaio 2024, Teatro Arena del Sole, Bologna - 23 gennaio 2024, Teatro Asioli, Correggio - 25-28 gennaio 2024, Teatro Alighieri, Ravenna - 31 gennaio - 4 febbraio 2024, Teatro Sociale, Brescia - 8 -11 febbraio 2024, Teatro Comunale Bolzano - 13-18 febbraio 2024, Teatro Carignano, Torino - 22-25 febbraio 2024, Teatro Ivo Chiesa, Genova - 2-10 marzo 2024, Teatro Bellini, Napoli - 14-17 marzo 2024, Teatro Goldoni, Venezia - 20-21 marzo 2024, LAC – Lugano Arte Cultura - 4-9 giugno 2024, Piccolo Teatro Milano – Teatro d’Europa Informazioni - Teatro Storchi - Largo Garibaldi 15 – Modena - dal 10 al 14 gennaio 2024 - mercoledì, giovedì e venerdì ore 20.30 | sabato ore 19.00 | domenica ore 16.00 Conversando di Teatro Sabato 13 gennaio alle ore 16.30 al Teatro Storchi, incontro con Valter Malosti, Anna Della Rosa e Nadia Fusini, moderato da Enrico Pitozzi. Vengo anch’io! Laboratori creativi per bambin* mentre i grandi sono a teatro. Sabato 13 gennaio alle ore 19.00 è in programma il laboratorio di Movimento e Danza a cura di Centro Danza La Fenice: sarà un modo diverso per prendere confidenza con il movimento attraverso il gioco e la fantasia. Due esperte proporranno attività ludico motorie che associano suoni e colori ai movimenti proposti. Creatività, fantasia e ricerca saranno i filoni principali del laboratorio. Il costo di ogni appuntamento è di 7 € per bambin*, (10 € in tutto se i/le bambin* sono 2), oltre al prezzo (ridotto del 20%) del biglietto dello spettacolo per i genitori, ridotto al 20%. Disponibilità limitata e fino a esaurimento posti. Prenotazione obbligatoria: 059.2136021 – [email protected] Audiodescrizioni La replica di Antonio e Cleopatra di domenica 14 gennaio alle ore 16.00 sarà audiodescritta, grazie alla collaborazione con Centro Diego Fabbri di Forlì nell’ambito del progetto Teatro No Limits. L’audiodescrizione è realizzata con il sostegno del Banco S. Geminiano e S. Prospero. Biglietteria Tel. 059 2136021 | [email protected] Aperta dal martedì al sabato ore 10.00 – 14.00; martedì e sabato anche ore 16.30-19.00 Vendita online al seguente link e a questo link Prezzi: da 7€ a 27 € ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Centenario di Federico Fellini: “Giulietta” in teatro e al cinema, dialogo online con Valter Malosti e Gabriele Rigola
Nell’ambito di Fuori Quadro, la serie di appuntamenti dedicata agli scambi tra cinema e teatro nata dalla nuova collaborazione tra AIACE Torino e TPE – Teatro Piemonte Europa, con il patrocinio del DAMS di Torino, verrà proposto martedì 12 maggio 2020 alle ore 18 un dialogo online a cui interverranno Valter Malosti, regista e direttore … Leggi tutto L'articolo Centenario di Federico... Per il contenuto completo visitate il sito https://ift.tt/1tIiUMZ
da Quotidiano Piemontese - Home Page https://ift.tt/2W60gBY via Adriano Montanaro - Alessandria
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“Io, che ormai sono un miliardo di miliardi di particelle che vagano, vedo tutto e di tutto posso dar conto”: in memoria di Antonio Tarantino
Non poteva che uscirsene così: con un colpo di teatro. Lui, non i suoi scritti: quelli rimarranno e continueranno a vivere nella voce e nei movimenti e nelle regie di chi si abbevera alla fonte della parola, atto liturgico, nemesi lisergica che solo dopo la morte trova chi la pota e se ne prende cura.
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Il drammaturgo Antonio Tarantino se ne è andato. Arresto cardiaco, più o meno l’effetto che ha il lampadario che alla fine del primo atto manda gli spettatori de The phantom of the Opera in pausa: improvviso, devastante, a modo suo teatrale.
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Che poi Antonio Tarantino, al teatro, non ci è arrivato in età precoce: enfant prodige, alla maniera di Fausto Paradivino – e tra un po’ il perché dell’avvicinamento tra i due – non lo è stato: nato nel 1938 a Bolzano, ha dedicato buona parte della sua vita alla pittura figurativa. Poi la scintilla, l’incendio che avvampa: la scrittura per la scena. Un incontro intimo e sconvolgente, ruvido e movimentato come gli amplessi sotto le lenzuola clandestine di un cielo stellato, o sotto il tettuccio di una cabina del mare.
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Nel 1994 Tarantino si aggiudica il Premio Riccione con il monologo Stabat Mater, una sorta di preghiera del XIII Secolo che diventa una freccia: Tarantino incocca il tempo e la lancia dritta dritta nel presente: la sua Maria è una ragazza-madre prostituta che si strugge nell’attesa di ricevere notizie del figlio arrestato e della figura dissoluta di suo padre. Anche questa Maria, come le tante cui tocca lo stesso sventurato destino, incrocia nella sua esistenza un Giovanni, un Ponzio Pilato, una Maddalena… La forza dell’assolo ricorda a tratti la scrittura di Dario Fo: il gramelot di Tarantino è un italiano con vibranti sporcature dialettali e gergali. Come la lingua di chi non ha studiato. Come il parlato dei diseredati, dei reietti, di chi vive nell’ombra. Che non parla: si esprime.
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Fausto Paravidino nel 1998 scrive Due fratelli – tragedia da camera in 53 giorni. Con questo testo, portato in scena anche al Festival di Santarcangelo dai Motus, vince il Premio Riccione intitolato a Vittorio Tondelli nel 1999 e il premio Ubu come migliore novità italiana.
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Anche su incitamento di Franco Quadri (che ha pubblicato per la sua casa editrice Ubulibri quasi tutta l’opera di Tarantino e che ha legato il suo nome al Premio Riccione), molti attori si sono cimentati con i suoi testi: nella Romagna Felix il Teatro delle Albe di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari ha portato in scena Stranieri, in giro per l’Italia invece Piera Degli Esposti si è confrontata con lo Stabat Mater, Giorgio Albertazzi invece con La casa di Ramallah, passato sulle assi del Teatro Novelli di Rimini nel 2010 e dà vita e voce all’atroce dramma di Myriam, una kamikaze che si farà esplodere in un locale pubblico di Ramallah con la benedizione dei genitori che hanno già dato alla causa quattro figli maschi e ora aiutano lei a sistemarsi l’esplosivo intorno al corpo.
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Nel 2000 il robustissimo Materiali per una tragedia tedesca, vincitore del Premio Riccione nel 1997 e Premio Ubu nel 1999-2000 come Migliore novità italiana (due riconoscimenti abbastanza “fratelli”¸ se non consanguinei), diventa spettacolo teatrale: il regista Cherif ne firma l’allestimento in un’ambiziosa produzione del Piccolo di Milano.
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In questo menhir Antonio Tarantino ripercorre, in un kolossal da ottantacinque personaggi, uno dei periodi più complessi degli anni Settanta: lo scandalo della Germania d’autunno, le imprese della banda Baader-Meinhof, il rapimento e l’uccisione del grande industriale Schleyer, il dirottamento di un aereo della Lufthansa a Mogadiscio da parte dei fedayn di aerei, le strategie politiche violentemente del governo Schmidt e il suicidio di stato dei terroristi tedeschi nella prigione di Stammheim. Un momento buio di grave crisi politica, vissuto da un paese ricco di allarmanti ambiguità, viene ricreato con il taglio dei grandi classici in un linguaggio basso che gioca comicamente sulle tecniche del varietà, mobilitando la gente comune in un viaggio tra i continenti che si prolunga al di là della vita.
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“Io, che ormai sono un miliardo di miliardi di particelle che vagano, vedo tutto e di tutto posso dar conto: e cioè che dio non esiste, che pace e guerra sono destinate a inseguirsi nel cerchio rovente del tempo, come s’inseguono amore e odio, salute e malattia, giorno e notte, sole e pioggia, padri e figli, noi e loro, la loro storia e la nostra: e nessuno ha ragione, completamente ragione, né completamente torto” dice la kamizake Myriam di Tarantino prima di andarsene.
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Sipario.
Alessandro Carli
*In copertina: “Quattro atti profani” di Antonio Tarantino nella resa di Valter Malosti e la produzione dello Stabile di Torino
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Un classico del teatro rivisitato da uno dei nomi più originali della scena italiana contemporanea. Con lo spettacolo di prosa Molière/Il Misantropo (ovvero il nevrotico in amore) di Valter Malosti tratto dal capolavoro del grande autore francese adattato e tradotto in italiano dallo stesso Malosti assieme a Fabrizio Sinisi prosegue venerdì prossimo 24 gennaio alle ore 21.00 la Stagione Teatrale 2019-2020 dell’Auditorium Rita Levi Montalcini di Mirandola curata da ATER FONDAZIONE Circuito Regionale Multidisciplinare, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Mirandola.
Sul palco con Malosti nel ruolo di Alceste, anche Anna Della Rosa (Célimène), Sara Bertelà (Arsinoè), Edoardo Ribatto (Oronte), Paolo Giangrasso (Filinto), Roberta Lanave (Eliante), Matteo Baiardi (Clitandro) e Marcello Spinetta (Acaste). I costumi sono di Grazia Materia, le scene di Gregorio Zurla, le luci di Francesco Dell’Elba, la cura del movimento di Alessio Maria Romano, la canzone di Bruno De Franceschi, al contrabbasso Furio Di Castri, suoni e voci David Bowie, François Couperin, Serge Gainsbourg, Pierre Henry, Michael Nyman, Kristin Oppenheim, Alan Splet, Igor Wakhevitch, Chris Watson. Una produzione TPE Teatro Piemonte Europa, Carcano Centro d’Arte Contemporanea, LuganoInScena. Biglietti interi 15 euro, ridotti 12 euro.
Nel 1666 Molière debutta con il suo Misantropo: una commedia amara e filosofica, anomala e profetica, secondo molti il suo capolavoro – «un classico del Novecento», scrive Cesare Garboli, «scritto tre secoli fa». Il Misantropo è oggi un testo totalmente “al presente”, violento, potente, perturbante. Una commedia tragica, venata di una forma di umorismo instabile e pericolante, che porta in sé, appena al di sotto della superficie comica, le vive ferite e il prezzo altissimo costato al suo autore: in essa emergono le nevrosi, i tradimenti, i dolori di un personaggio capace di trasformare tutto il proprio disagio e la propria rabbia in una formidabile macchina filosofica, esistenziale e politica, che interroga e distrugge qualunque cosa incontri nel suo percorso. Ma questo capolavoro è allo stesso tempo anche il dramma di un essere inadeguato alla realtà, l’allucinata tragedia di un uomo ridicolo, che si scontra con un femminile complesso e modernissimo, rappresentato come un prisma dalle tre figure di donna presenti nel testo, una sorta di misteriosa trinità. Una commedia di confine, che coglie Molière al momento di farsi buffone del Re: infatti il grande autore nello stesso anno del Misanthrope collabora intensamente alle feste di Saint-Germain, e da quel momento in poi si adopererà sempre più ad organizzare i divertimenti reali. Molière, come scrive acutamente Fausta Garavini, “abbandona la propria intima spoglia al suo personaggio”, forse il più autobiografico, se appunto si pensa anche al rapporto di servitù o servilismo nei confronti di Luigi XIV. “Alceste non può vivere nel mondo e fugge nel deserto; Molière deve sopravvivere e si costituisce prigioniero, si dichiara sconfitto.” Ma allo stesso tempo dichiara, nel suo fallimento, la forza insuperabile ed eversiva della sua ribellione.
Valter Malosti, dopo il grande successo della sua rilettura de La scuola delle mogli, torna ad affrontare Molière, e lo fa proponendo al pubblico un Misantropo del tutto inedito. L’Alceste di Malosti è un filosofo, un nero buffone, un folle estremista del pensiero, che assume in sé anche le risonanze più intime e strazianti del dramma molieriano, senza rinunciare alla sottile linea comica, al fuoco farsesco che innerva il protagonista. Accanto a lui, nella parte di un’inedita Célimène, Anna Della Rosa, una fra le attrici più talentuose della sua generazione, ammirata anche al cinema nel film premio Oscar La grande bellezza di Paolo Sorrentino, insieme a un cast di altissimo livello: Sara Bertelà, Edoardo Ribatto, Roberta Lanave, Paolo Giangrasso, tra gli altri.
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A Mirandola il Molière in originale rivisitazione di Valter Malosti Un classico del teatro rivisitato da uno dei nomi più originali della scena italiana contemporanea. Con lo spettacolo di prosa
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MACERATA – Parte da Macerata venerdì 22 novembre il festival Sedendo e mirando, iniziativa nata dalla felice esperienza che ha visto lavorare in sinergia la Regione Marche, l’AMAT e il Salone Internazionale del Libro di Torino che ha curato il programma culturale, dopo l’esperienza nei padiglioni del Lingotto dove la Regione Marche è stata ospite dell’ultima edizione della kermesse letteraria.
“Una nuova bella occasione per Macerata città che legge – afferma l’assessore alla Cultura Stefania Monteverde – un appuntamento importante con i libri, le storie, il libero pensiero. Abbiamo messo insieme tante realtà culturali di eccellenza, Salone del Libro di Torino, Amat, Macerata Racconta, per mettere al centro la riflessione sull’essere una comunità civile, coinvolgendo le scuole e tutte le generazioni in un confronto che fa crescere.”
A Macerata il festival è patrocinato dal Comune di Macerata ed è in collaborazione con Macerata Racconta, storica realtà maceratese che fa crescere la cultura dei libri.
Appuntamento importante è quello con Ilaria Cucchi e Fabio Anselmo insieme a Marino Sinibaldi direttore di Radio Tre. Venerdì prossimo (22 novembre), alle 17.30 al Teatro Lauro Rossi presentano il libro Il coraggio e l’amore. Giustizia per Stefano: la nostra battaglia per arrivare alla verità (Rizzoli), di Ilaria Cucchi e Fabio Anselmo e, a dieci anni dalla morte di Stefano Cucchi, ripercorrono la vicenda giudiziaria che ha segnato la storia recente italiana.
Ma il Festival Sedendo e mirando si apre al mattino, alle 10,30, con l’incontro che vede protagoniste le scuole, lo scrittore ed ex allenatore della Lube Mauro Berruto e il suo libro Capolavori. Allenare, allenarsi, guardare altrove pubblicato da Add Editore per la regia di Roberto Tarasco. Quando si parla di capolavori, il primo pensiero va all’arte: pittura, scultura, architettura, cinema, teatro, musica o letteratura, ma che dire delle imprese sportive?
Mauro Berruto, già allenatore della nazionale italiana di pallavolo che ha vinto, fra le altre, la medaglia bronzo ai Giochi Olimpici di Londra 2012 e allenatore della Lube Banca Marche Macerata nelle stagioni 2004-2005 e 2010-2011, conduce lo spettatore in un’indagine appassionata per scoprire come il gesto dell’allenare non sia esclusivo di chi entra in uno spogliatoio, ma pratica quotidiana per mettere insieme persone, trasformarle in squadre e orientarle verso l’obiettivo.
Alle ore 21 una serata importante: la scena è per la versione recital dello spettacolo di Valter Malosti tratto da Se questo è un uomo di Primo Levi, una condensazione scenica curata dallo stesso Malosti e da Domenico Scarpa, prodotta dal TPE e dal Teatro Stabile di Torino.
Tutti gli appuntamenti hanno luogo al Teatro Lauro Rossi con ingresso gratuito e biglietti da ritirare al botteghino secondo il seguente orario:
dalle ore 9.30 per l’incontro con Mauro Berruto;
dalle ore 15 per l’appuntamento con Ilaria Cucchi e Fabio Anselmo;
dalle ore 20 per l’incontro serale con Valter Malosti.
Ogni persona potrà ritirare un massimo di due biglietti.
Il festival prosegue poi il 23 a Fabriano e il 24 novembre a Ascoli Piceno.
Il titolo Sedendo e mirando rimanda immediatamente al celeberrimo verso de L’Infinito di Leopardi, il cui manoscritto compie 200 anni, e al noto dipinto di Tullio Pericoli, e racchiude la miglior definizione possibile dello spirito e dello stile di vita marchigiano, e di una tradizione culturale che s’intende celebrare attraverso un festival che unisca la quiete, lo stato contemplativo alla capacità di ascolto, di riflessione e di azione.
Un festival dunque che sappia scrutare a fondo l’orizzonte delle cose, il paesaggio anche umano, sapendolo però attraversare. Mirare è infatti guardare intensamente, con attenzione, anche con un sentimento di meraviglia, ma è anche puntare, mettere a fuoco un obiettivo, tendere l’animo verso una meta da raggiungere, dirigere la propria azione a uno scopo.
La particolarità della scelta dei teatri storici come sedi prevalenti del festival, un prezioso patrimonio culturale per la regione Marche, unico in Italia, imponeva quasi naturalmente una scelta di programmazione congeniale. Il programma risponde pertanto all’esigenza di valorizzare la peculiarità degli spazi ospitanti con la necessità di declinare al meglio, anche attraverso il dialogo fecondo con discipline espressive come il teatro, i temi dei libri e degli autori proposti.
L’iniziativa – promossa nell’ambito di Marche inVita. Lo spettacolo dal vivo per la rinascita dal sisma finanziato dal MiBACT – si inserisce nella ricca rassegna di appuntamenti che fa da preludio alla prossima edizione del Salone del Libro, attesa al Lingotto Fiere dal 14 al 18 maggio 2020.
Tutti gli appuntamenti di Sedendo e mirando sono gratuiti. Gli studenti delle scuole secondarie superiori marchigiane che parteciperanno agli incontri loro dedicati avranno diritto ad un biglietto ridotto in occasione della 33a edizione del Salone Internazionale del libro di Torino.
Informazioni: 071 2075880, amatmarche.net, regione.marche.it, marcheinvita.it.
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SHAKESPEARE /Sonetti - 2 e 3 febbraio
SHAKESPEARE /Sonetti – 2 e 3 febbraio
2-3 febbraio
Sabato 20.30
Domenica 18.30
Teatro della Tosse
SHAKESPEARE /Sonetti
versione italiana e adattamento teatrale Fabrizio Sinisi e Valter Malosti
regia Valter Malosti
coreografie Michela Lucenti
con
Valter Malosti Io narrante / Il Poeta come buffone
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Promo Special Sonia Bergamasco in L'uomo seme dal 5 al 10 marzo al Teatro Vascello e tanto altro
Quest’anno per la festa della donna vieni a Teatro! ecco la promo speciale per te: acquista un biglietto a 20 euro per la replica dell’8 marzo h 21 e uno te lo regaliamo noi conferma dicendo della promo ai numeri 065898031 – 065881021 [email protected] – [email protected]
Teatro Vascello Via Giacinto Carini 78 Monteverde Roma
dal 5 al 10 marzo 2019 dal martedì al sabato h 21 – domenica h 18 prosa L’UOMO SEME
racconto di scena ideato e diretto da Sonia Bergamasco
dal L’uomo seme di Violette Ailhaud (traduzione di Monica Capuani) drammaturgia musicale a cura di Rodolfo Rossi e del quartetto vocale Faraualla con Sonia Bergamasco, Rodolfo Rossi, Loredana Savino, Gabriella Schiavone, Maristella Schiavone,
Teresa Vallarella scene e costumi Barbara Petrecca
Teatro Franco Parenti / Sonia Bergamasco
Dopo il successo del commissario Montalbano su Rai 1 Sonia Bergamasco debutta al Vascello con L’Uomo seme è un racconto corale in forma di ballata, in cui narrazione, canto e azione scenica cercano un punto di equilibrio essenziale sulla guerra raccontata al femminile che ha i propri colori, odori, una sua interpretazione dei fatti ed estensione dei sentimenti. Dove non ci sono eroi e imprese strabilianti, ma persone reali impegnate nella più disumana delle occupazioni dell’uomo. E a soffrirne non sono solo le persone, ma anche i campi, e gli uccelli, e gli alberi, ogni cosa che convive con noi su questa terra che è un Inno spiazzante alla vita
Teatro Vascello Spettacolo adatto per TUTTA LA FAMIGLIA, Via Giacinto Carini 78 Monteverde Roma info 065898031 – 065881021, [email protected] – [email protected]
prezzi 10 euro per tutti. Abbonamento Family 40 euro 5 spettacoli cumulabili.
Card regalo 48 euro cumulabili 6 ingressi
9-10 marzo 2019 sabato h 17 – domenica h 15
La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello IL LIBRO DELLA GIUNGLA
diretto da La compagnia dei Giovani del Teatro Vascello interpretato da Isabella Carle, Matteo Di Girolamo, Marco Ferrari, Mario Piana, Cosimo Ricciolino, Pierfrancesco Scannavino Coreografie Rossana Longo Ballerine Eleonora Chiodo, Elena Zoia video proiezioni Paride Donatelli
I giovani attori del Teatro Vascello propongono ancora una volta un divertentissimo lavoro, partendo in questa occasione dalla famosa opera letteraria Il Libro della Giungla di Rudyard Kipling, giovanissimo premio Nobel per la Letteratura nel 1907. Grazie a un allegro e talentuoso team creativo, le famiglie verranno catapultate nel mondo del piccolo cucciolo d’uomo: canti dal vivo e coreografie evocheranno atmosfere tipicamente indiane, con costumi e maschere fatte a mano dalla talentuosa Clelia Catalano che coloreranno ulteriormente la scena lasciando indubbiamente gli spettatori piccoli e grandi senza parole. E, attraverso l’arte, in maniera gioiosa e leggera, verranno affrontati anche temi importanti, come quelli dell’amicizia e dell’ecologia.
Per ogni spettacolo si organizzano feste di compleanno presso il teatro abbinate agli spettacoli per i bambini, info ai numeri del teatro vascello. Per contattarci >>> Cristina D’Aquanno ufficio promozione 3405319449 (cellulare) Teatro Vascello 06 5881021 – 06 5898031
Promozione 10 euro a persona e accompagnatori conferma dicendo della promo ai numeri 065898031 – 065881021 [email protected] – [email protected] oppure acquistalo on line con il codice L6UGQUWRUF
Teatro Vascello Via Giacinto Carini 78 Monteverde Roma
dal 12 al 17 marzo 2019 dal martedì al sabato h.21 – domenica h 18 teatro SHAKESPEARE/SONETTI CON VALTER MALOSTI IL VERSO DIVENTA TEATRO
Versione italiana e adattamento teatrale di Fabrizio Sinisi e Valter Malosti
Coreografie Michela Lucenti
Con: Valter Malosti : Io narrante / Il Poeta come buffone Michela Lucenti : Dark Lady Maurizio Camilli : Il poeta rivale Marcello Spinetta :Il giovane ragazzo Elena Serra: S. Acconciature e trucco: Bruna Calvaresi Canzoni: Domenico Modugno (Un pagliaccio in paradiso, Che cosa sono le nuvole, Dio come ti amo) Musiche, voci e frammenti sonori da: Alan Splet, Murcof, Bruno Pronsato, Michael Nyman, Al Pacino, Scanner, Arvo Pärt; estratti da Liquefatto, progetto musicale di Gup Alcaro e Valter Malosti Una produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, Centro Teatrale Bresciano, Teatro di Dioniso
Sul palco un clown punk e sboccato, una Michela Lucenti inquietante dark lady, le canzoni di Modugno e l’elettronica. Il complesso e segreto romanzo d’amore del Bardo in tour a Genova, Ravenna, Prato, Lecce, Bari, Trieste e Roma
Promozione 12 euro a persona compreso AperiShakespeare conferma ai numeri 065898031 – 065881021 [email protected] – [email protected]
Teatro Vascello Via Giacinto Carini 78 Roma
A seguire APERISHAKESPEARE
7 e 14 marzo 2019 tutti i giovedì h.18
presso il Foyer letterario, per 10 appuntamenti Vittorio Viviani in
QUEL COPIONE DI SHAKESPEARE Lettura espressiva delle novelle italiane che hanno ispirato il bardo Vittorio Viviani interpreta : LA INCONTRAI PER CASO A MESSINA (Molto rumore per nulla – M. Bandello) – 7 marzo h 18
Ogni giovedì Viviani ci farà scoprire uno straordinario novelliere italiano da cui Shakespeare ha tratto le sue opere più famose.
Ultimo appuntamento:
LA BUONA, IL BRUTTO E IL CATTIVO (Cimbelino – G. Boccaccio) – 14 marzo h 18
Promozione 10 euro a persona e accompagnatori conferma dicendo della promo ai numeri 065898031 – 065881021 [email protected] –
[email protected] oppure acquistalo on line con il codice L6UGQUWRUF
Teatro Vascello Via Giacinto Carini 78 Monteverde Roma
dal 19 al 24 marzo 2019 dal martedì al sabato h 21 – domenica h 18 prosa LuganoInScena, Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano in coproduzione con LAC Lugano Arte e Cultura LA BISBETICA DOMATA da William Shakespeare traduzione e adattamento Angela Demattè regia Andrea Chiodi con Tindaro Granata, Angelo Di Genio, Christian La Rosa, Igor Horvat, Rocco Schira Massimiliano Zampetti, Walter Rizzuto, Ugo Fiore scene Matteo Patrucco, costumi Ilaria Ariemme musiche originali Zeno Gabaglio, disegno luci Marco Grisa
La bisbetica domata, o “addomesticata” come si tradurrebbe alla lettera, è una delle prime commedie di Shakespeare, la più contorta forse, la più discussa. Una commedia che suo malgrado ci fa ridere perché piena di atrocità e di strani rapporti, dove l’amore non è amore ma interesse, dove la finzione è uno dei primi ingredienti già dopo due pagine di testo; insomma una sfida complessa che ci ha portato a scegliere il gioco elisabettiano del travestimento, perché in fondo i rapporti sono così falsati, così poco naturali che solo una stranezza quasi animalesca poteva rendere bene l’idea di cuori “selvatici”, appunto da addomesticare. Ma siamo certi che sia solo il cuore di Caterina, la bisbetica, a dover essere domato?
Abbonamento Free Classic € 90,00: 10 spettacoli a scelta programmazione prosa, musica e danza Abbonamento Love € 80,00: 4 spettacoli in coppia, a scelta programmazione prosa, musica e danza Abbonamento Family € 40,00: programmazione Vascello dei Piccoli 5 ingressi cumulabili per adulti e bambini
Card regalo del Teatro Vascello da € 48: 4 ingressi prosa, musica, danza o 6 ingressi vascello dei piccoli
Come raggiungerci con mezzi privati: Parcheggio per automobili lungo Via delle Mura Gianicolensi, a circa 100 metri dal Teatro. Parcheggi a pagamento vicini al Teatro Vascello: Via Giacinto Carini, 43, Roma; Via Maurizio Quadrio, 22, 00152 Roma, Via R. Giovagnoli, 20,00152 Roma Con mezzi pubblici : autobus 75 ferma davanti al teatro Vascello che si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano : da Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello. Oppure fermata della metro Cipro e Treno Metropolitano fino a Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello. SOSTIENI LA CULTURA VIENI AL TEATRO VASCELLO
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'Se questo è un uomo' di Levi all'Arena del Sole di Bologna
Dall'1 al 5 dicembre interpretato e diretto da Valter Malosti https://ift.tt/3o5D98l
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