#Troppa Grazia
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Cimiteria #70 - Edifumetto, 1980.
Cover art by Alessandro Biffignandi.
#cimiteria#alessandro biffignandi#troppa grazia#edifumetto#horror art#horror comics#italian comics#fumetti
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Lettere e Latino
Anna frequentava l'ultimo anno del liceo classico. Era stata eletta Reginetta d'Istituto per la sua bellezza prorompente. Alta 1,75 per 55 kg di peso; forme distribuite da uno scultore, grazia assoluta nelle movenze e nel porsi con gli altri. Nessun problema con compagne, compagni o altri al mondo. Ma il prof. Sasso, suo insegnante di Lettere e Latino, le stava sulle palle da sempre: inflessibile, distante e asettico. Incorruttibile. Al punto di dare agli allievi del 'lei' durante ogni possibile forma di contatto, interrogazione od occasionale che fosse. Quell'anno fu per lei particolarmente duro, non solo per gli esami di stato, ma soprattutto perché proprio poco prima degli esami perse il padre. Tra tutti, il più comprensivo e cruciale inaspettatamente per lei fu proprio lui: il prof. Sasso.
Che la prese da parte in più occasioni. Cercò di indirizzarla verso un percorso psicologico di recupero e autoanalisi, al fine di re-instradarla su un binario di minima, ritrovata serenità. Il prof. Sasso: cinquantenne, un pizzico di stempiatura e di grigio sulla testa. Bassino: 1,65 di vitalità e con regolare pancetta dell'appagamento, malgrado il molto sport ancora praticato con assiduità. Scapolo riservatissimo: pochi ed esclusivi hobby. Le parlò tra una lezione e l'altra spesso di cose alte e belle. Le consigliò alcuni testi buddisti, tra cui riteneva il più essenziale "The Buddha in daily life" di R. Causton. Non gliene parlò per farle cambiare religione, ma perché sono quelli che ti sussurrano direttamente all'anima. E poi tu metabolizzi. Qualcosa di bello e buono ti resta comunque dentro.
Le indicò poi altri testi fondamentali: “Il Palpito dell'Uno” e “Nel nome dell'Uno” di Angelo Bona. Da confrontare in un secondo tempo con “Molte vite, un'anima sola” e “Molte vite, molti maestri” di Brian Weiss. E altro ancora, di questi e altri autori. Le aveva dato l'incarico, a tempo perso, di fare un parallelo tra l'approccio europeo all'argomento trasmigrazione delle anime, alto e filosofico, rispetto a quello decisamente più terapeutico e concreto, pragmatico del collega americano. Sapeva che poi degli autori suggeriti sicuramente la giovane avrebbe acquistato anche altri titoli. E che così avrebbe allargato molto i suoi orizzonti.
Avrebbe imparato a guardarsi dall'alto. Invitandola a leggere, le parlò a lungo dei percorsi delle anime e le garantì che avrebbe ritrovato il suo papà, prima o poi. Lei bevve letteralmente le parole del prof. Sasso e vi si aggrappò con tutta sé stessa. Iniziò le letture e divorò i libri: era tutto come lui le aveva detto ed era ansiosa di parlargli ogni giorno. Le anime sono assetate di reminiscenza e captano al volo le oasi di pace lungo il percorso terreno, quando le trovano. Sentiva ora per il prof. Sasso un sentimento misto tra attrazione e gratitudine ed era perciò molto sorpresa. Doveva vederlo, toccarlo, parlargli, sorridergli. Voleva affascinarlo. Si recò quindi un pomeriggio a casa sua.
Lui fu molto lieto della visita e gli occhi gli sorrisero, nel vederla. Era oggettivamente un esemplare di donna spettacolare, seppur molto giovane. La fece accomodare in salotto e andò in cucina a prendere qualcosa da bere; quando tornò la trovò come una fiera selvaggia: bellissima e nuda, accovacciata sul divano. Col sesso in bella evidenza! Rimase interdetto e bloccato: “signorina Anna, ma cosa fa… si rivesta immediatamente…” però non mostrava troppa convinzione. Era stupito ma ipnotizzato ed estasiato.
Non poteva credere a un regalo così bello proprio per lui. Non l'avrebbe mai confessato, ma quella ragazza era stata spesso oggetto delle sue fantasie, durante i suoi privatissimi momenti di felicità solitaria. L'aveva desiderata intensamente. Fu lei a sbloccare l'impasse e gli diede del tu: “ma che dici, Sasso: sei matto? Ti sto offrendo la cosa più bella e dolce che ho, qualcosa per cui tutti i ragazzi dell'Istituto farebbero la fila e tu mi dici di rivestirmi? Ti dico io cosa farai: ora ti inginocchierai subito, me la mangerai finché vorrò e poi forse ti regalerò qualcos'altro che gradirai moltissimo…”
Il prof. Sasso come un automa si inginocchiò e non poté fare a meno di obbedire, da studente modello, alla neo-professoressa. Promossa sul campo per meriti erotici. Ella godette dell'uomo e del suo scrupoloso leccarle la passera, ma forse ebbe maggior piacere per il potere che finalmente aveva su di lui. Comunque, dopo una mezz'ora si alzò e lo trascinò in camera da letto. Si fece montare come lei preferiva: a pecorina. Lo fece godere, godere e godere: voleva sinceramente ricambiarlo delle cure avute per la sua anima. Lo rese esausto ma felice. Lo accolse anche nel suo stupendo culo e lui una volta entrato lì dentro, in quel piccolo antro delle delizie, pensò sinceramente di aver così toccato il paradiso. Anche perché mentre la inculava teneva le mani a coppa su quei piccoli seni morbidi e perfetti.
La sorreggeva delicatamente. Subito a seguire, mentre la baciava e scopava in modo più tradizionale, di quelle mammelle acerbe ne avrebbe assaggiato il dolce sapore e annusato l'odore meraviglioso, cose che gli si sarebbero conficcate nell'anima per la vita. Il giorno dopo tutto tornò uguale a prima. Anna finalmente, grazie al prof. Sasso aveva ritrovato un po' di pace e speranza nel domani. L'uomo di converso aveva capito, dopo averlo soltanto studiato e quasi al tramonto del proprio percorso esistenziale, cosa vuol dire veramente innamorarsi. Provava la sensazione frizzante di sentire il cuore che impazzisce dalla voglia di dirle continuamente che lei era la cosa più bella mai capitatagli. E tramite messaggi ringraziava la sua giovane insegnante.
Era lacerato dentro, dalle esigenze del suo cuore, dalla sua brama di possederla nuovamente e dalla paura che qualcosa potesse incrinare la sua rispettabile, integerrima facciata di serio professore mostrata pubblicamente. Quindi, le chiedeva ogni volta di non contattarlo più: non sta bene, la differenza d'età, il decoro, la reputazione, l'etica. Lei se lo rigirava con sapienti capriole di parole e infine concludeva invariabilmente con: "a che ora ci vediamo stasera per… l'ultima volta? Me la vorrai concedere, no?"
E il gioco del "rimorso che fa a tira-la-corda col desiderio" ricominciava uguale il giorno dopo. Ma era il secondo a vincere. Sempre. E la storia andò avanti. Non avrebbero più smesso, fino a che lei non si trasferì in un'altra città per l'università. Però anche Anna sentiva dentro il profondo bisogno del Prof. Sasso e quando tornava a casa, la prima persona che andava a trovare era sempre lui.
Quei due si amavano veramente. Scherzavano di continuo, come sedicenni. Due anime probabilmente legate da secoli, peregrinano nello spazio e nel tempo. Cercandosi inconsciamente. E perciò quando si ritrovano nella contemporaneità di un periodo non si lasciano più. A dispetto di convenzioni, età anagrafica e ostacoli vari che si frappongano sul cammino dell'amore.
RDA
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Ho capito di essere una persona abbandonabile.
Non nel senso che non posso evitare l’abbandono, che
mi è ovvio fin da bambina. Ma che lo considero una
possibilità imminente e talvolta auspicabile. Un tempo
pensavo di essere una che abbandona facilmente.
Ora so che, anche se con dolore, sono abbandonabile.
Voglio dire che quando sento che non ci sono le condizioni
per incontrarsi davvero, per intendersi senza
troppa fatica, «abbandonami» è un invito liberante.
Non è obbligatorio tenermi, frequentarmi è facoltativo.
E questo dà molta leggerezza e grazia all’incontro.
Come fanno le libellule e forse i volatili in genere. Può
far molto male all’inizio, può atterrare ma poi piano
piano si sente che sopra la testa e tutt’intorno si allarga
un grande spazio libero. C’è piú sfondo e un sentore
appena accennato di nuove possibilità. L’odore
è l’esatto opposto dell’odore di bruciato. Un profumo
fresco di bucato appena steso, di pavimento appena
spazzato e poi lavato. Con cura. Con le finestre aperte.
Chandra Candiani da “Questo immenso non sapere”
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Sullo scrivere di sesso
Quando scrivo di sesso di solito mi viene una cosa a metà strada fra Le undicimila verghe e Bukowski, l'intenzione sarebbe di fare Céline ma troppa grazia, non mi viene (anche Gadda quando scrive di certe cosine è un maestro, ma di nuovo, Gadda è irraggiungibile, gli viene bene tutto). Non riesco a trovare uno stile, spesso a rileggerle non mi eccitano nemmeno più, mi eccitano solo nel momento in cui le scrivo, ma forse è proprio questo il punto, che sono dei ready-made da prendere così come vengono, dei pezzi che esauriscono la loro funzione nell'atto stesso di scriverli, come dicono i professori: hanno un valore catartico. Invece De Sade è una roba ridicola, ne avevo cominciato una parodia del tipo La nuovissima nuovissima Justine, dove una coppia di sposini coinvolge nel suo ménage anche la sorella nubile di lei, Juliette, ma finisco per incartarmi sullo stile. Forse dovrei farmi meno questioni di stile.
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Scusami se mi prendo la libertà, ma... Tu non mi sembri per niente un cuor contento. La conosci la storia del Re Pescatore? Comincia col re da ragazzo, che doveva passare la notte nella foresta per dimostrare il suo coraggio e diventarere. E mentre passa la notte da solo è visitato da una visione sacra: nel fuoco del bivacco gli appare il Santo Graal, simbolo della grazia divina. E una voce dice al ragazzo: "Tu custodirai il Graal, onde possa guarire i cuori degli uomini". Ma il ragazzo, accecato dalla visione di una vita piena di potere, di gloria, di bellezza, in uno stato di completo stupore, si sentì per un attimo non un ragazzo, ma onnipotente come Dio: allungò la mano per prendere il Graal, e il Graal svanì lasciandogli la mano tremendamente ustionata dal fuoco. E mentre il ragazzo cresceva, la ferita si approfondiva, finché un giorno per lui la vita non ebbe più scopo. Non aveva più fede in nessuno, neanche in se stesso. Non poteva amare, né sentirsi amato. Era ammalato di troppa esperienza, e cominciò a morire. Un giorno un giullare entrò al castello e trovò il re da solo. Ed essendo un semplice di spirito, egli non vide il re: vide solo un uomo solo e sofferente. E chiese al re: "Che ti addolora, amico?". E il re gli rispose: "Ho sete, e vorrei un po' d'acqua per rinfrescarmi la gola". Allora il giullare prese una tazza che era accanto al letto, la riempì d'acqua e la porse al re. Ed il re, cominciando a bere, si rese conto che la piaga si era rimarginata: si guardò le mani e vide che c'era il Santo Graal, quello che aveva cercato per tutta la vita. Si volse al giullare e chiese stupito: "Come hai potuto tu trovare ciò che i miei valorosi cavalieri mai hanno trovato?". E il giullare rispose: "Io non lo so: sapevo solo che avevi sete". ROBIN WILLIAMS - ************************ Excuse me for taking the liberty, but... You don't strike me as a happy heart at all. Do you know the story of the Fisher King? It begins with the king as a boy, who had to spend the night in the forest to prove his courage and become a king. And while he spends the night alone he is visited by a sacred vision: in the bivouac fire the Holy Grail appears to him, symbol of divine grace. And a voice says to the boy: "You will keep the Grail, so that it can heal the hearts of men". But the boy, blinded by the vision of a life full of power, of glory, of beauty, in a state of complete stupor, felt for a moment not a boy, but omnipotent like God: he reached out to take the Grail, and the Grail vanished leaving his hand terribly burned by the fire. And as the boy grew older, the wound deepened, until one day life for him no longer had any purpose. He no longer had faith in anyone, not even himself. He could not love, nor feel loved. He was sick of too much experience, and he started dying. One day a jester entered the castle and found the king alone. And being simple in spirit, he did not see the king: he only saw a man alone and suffering. And he asked the king, "What ails you, friend?" And the king answered him: "I am thirsty, and I would like some water to cool my throat". Then the jester took a cup that was beside the bed, filled it with water and handed it to the king. And the king, starting to drink, realized that his wound had healed: he looked at his hands and saw that there was the Holy Grail, the one he had sought all his life. He turned to the jester and asked amazed: "How could you find what my brave knights never found?". And the jester replied: "I don't know: I only knew that you were thirsty". ROBIN WILLIAMS -
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IL RAPPORTO CON LE COSE.
Potete conoscere molto di una persona, anche osservando come si rapporta ai suoi oggetti personali.
O anche a come si muove in casa, e tratta suppellettili, oggetti vari… ecc
Una persona ad esempio che mette troppa energia nelle azioni, sbatte le porte, fa cadere oggetti, e crea sempre molto rumore intorno…
Ci sono persone che si prendono cura dei propri oggetti e lo toccano con grazia e delicatezza .
Si muovono cin leggiadrìa in casa, senza provocare il minimo spostamento d’aria.
Esse sanno essere invisibili, sanno sparire perché sanno dosare le energie e utilizzarle al migliore dei modi.
Non è un buon segno che una persona consumi velocemente gli oggetti perché significa che questa persona assorbe molta energia dall’ ambiente circostante o che quanto meno è disregolata.
Piante, animali, lo stesso.
So di persone che hanno animali da vent’anni e altre a cui muoiono gli animali in breve tempo.
Osservando come una persona si rapporta con l’ambiente potete capire la delicatezza del suo cuore, la sua sensibilità e la sua capacità di donare e scambiare in modo equo con l’ambiente.
_ClaudiaCrispolti_
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Due uomini e una pianola
38 Have a Nice Day – Una crepa a CretaJohn guardò l’isola di Creta e gli piacque molto, ma non l’aveva guardata su una mappa, la stavano dando in televisione, troppa grazia, dico davvero. In effetti, erano chiare, fresche e placide acque, anche se tecnicamente non erano solo molecole di idrogeno e di ossigeno, ma l’acqua era composta, sempre secondo John, da tante altre particelle che non sto qui…
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La vergogna
La vergogna è un meccanismo di sopravvivenza.
"Se solo fossi stato più forte", più attraente, più intelligente. Se solo non avessi fatto lo schifo che gli altri m'han detto che faccio.
Se solo fossi stato migliore, magari non avrei sofferto così tanto.
La voce che tortura e ossessiona sta lì per un motivo. Tenerti in vita. Perché chi viene lasciato a se stesso non ce la fa.
E quando la vergogna diventa troppa, arrivano le compensazioni. Arriva la grandiosità. Arriva l'ansia di fare anziché quella di essere. Arriva la capacità di trattare gli altri come oggetti. Arrivano comportamenti di cui vergognarsi sarà più che legittimo. E la vergogna finirà per cibarsi di se stessa.
Se ne esce solo smettendola.
Si smette solo tramite la compassione.
Al fascista che abbiamo in testa va ripetuto che va tutto bene. Che non ci meritavamo quel che ci è stato fatto. Che le nostre sofferenze sopravvivono solo nei nostri pensieri. E che d'ora in poi si riserva a noi stessi la stessa grazia che rivolgiamo agli altri.
Non dipendiamo più dal giudizio di chi ci ha suscitato vergogna. Ormai siamo grandi. Possiamo fare da soli, e possiamo fare di meglio.
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Supermercato Despar via Valle Allegra
E anche questo ultimo supermercato Despar é andato, almeno per quel che mi riguarda: ho dovuto scartarlo Troppi pericoli, troppa minaccia di violenza, troppi ladri pronti a puntarti un'arma per farsi consegnare la carta di credito, troppe persone con le quali preferisco non avere niente a che fare perché chiaramente terroristi Gravina é un luogo invivibile Finchè vivi con gli occhi chiusi prendi le mazzate al buio ma continui a vivere, angosciata, spaventata, non ti accorgi di quanto sia pericolosa, non appena apri gli occhi ti accorgi che questo paesino di montagna trasformato in piccola città stracolma di cemento e quasi più nessun albero é la testa del terrorismo mondiale, e la famiglia che mi sta perseguitando sembra essere proprio a capo del terrorismo mondiale
Insomma, volevate i ladri che hanno rubato per anni nel Banco di Sicilia e trasferito all'estero miliardi di euro? Se andate nel Despar di via Valle Allegra ne trovate una buona metà, poi passate per il convento delle Antoniane di via Etnea e ne trovate un altro, e poi chiedete a padre Di Grazia se si sente più parente di Putin o di Zelensky Conventi pieni d'armi come mitra e grossi fucili, soldi che piovono a palate in un piccolo supermercato che non batte chiodo se non tra di loro in famiglia, e soprattutto personaggi noti che sembrano originari di Gravina anche se li conosciamo come capi di stato di altre nazioni E che dire di questa ondata di piccoli e grossi killer che da qualche anno si é trasferita in questo paese? Uno di questi giorni mi ammazzano, mi hanno talmente a portata di mano e qui ormai la legge sono loro
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I tuoi messaggi colmi d’odio io manco li leggo
rido in silenzio e penso che stai perdendo del tempo
qui la tua faccia si fa blu come ‘sta 20 euro
scoppi di rabbia, io lo so, non riesci a farne a meno
questo asfalto è il tuo red carpet, senza gente muori
fuori da ‘sti riflettori non fai più rumore
qui tutto scoppia in un istante, bolla di sapone
e tu, ingenua, ti credi eterna, non sei una religione
ti accendi la tua Rothmans con sguardo di ghiaccio
alla fermata del tram dallo sguardo distratto
appena avverti qualcosa, tu ti giri di scatto
e pensi: “adesso si va in scena, il mondo è un grande palco”
okay, sei pronta al grande salto, il popolo ti acclama
senti gli applausi e vedi fiori, la tele ti inquadra
la gente a casa si chiede: “sì, ma chi sta in quella bara?”
Sente gli applausi e vede i fiori, la tele li inquadra
non preoccuparti, te lo spiego, questa è fama, baby
e campa bene soltanto chi casca sempre in piedi
solidità e stabilità, ovvero buone radici
buone basi, buone piante, i nostri stessi eredi;
quello che posti lo so già che è una grande stronzata,
lo guardo solo per farmi una bella risata
da queste parti non importa un fico di chi sei
di cosa fai, da dove vieni, oh, ma chi ti credi;
il mondo è pieno di Sophia Loren dei poveri,
di finti Marcello Mastroianni in abiti fake Coveri
che chiudono gli occhi e sognano i soldi di Montgomery
e poi bruciano d’invidia e distruggon tutto là fuori:
mezze seghe, rimarrete sempre scarsi
che per brillare alla luce la spegnete sempre agli altri,
poi fuggite dal guaio con la coda, codardi
e tu puoi fuggire dal guaio, tanto tornerà a trovarti,
prima – o poi qualcuno se ne accorge
di quanto siete falsi quando vi trovate moglie
prima il sesso, dopo un figlio, tutto in ordine
e se le cose non vanno, dopo è delitto di Cogne;
c’è l’occasione di arricchirsi, e ciascuno la coglie
perché la crisi morde e fa male, croco, Lacoste
io già ti vedo vantarti con ‘sta faccia da stronzo
ché hai letto il libro della vita, il mio è rimasto intonso;
com’è che non ti accorgi che tra noi, qua lo schiavo sei tu
lobotomizzato, ormai non sogni più
io sogno un disco e dopo il tour, ma poi sparisce e “puff”
all’alba d’un – dannato Lunedì blu
solution: semi di kush;
ogni giorno io mi sveglio con la faccia del panda dei Bushwaka
e in testa un ritmo che mi canta: “boomboomshakalaka”,
annata magra iniziata, io proseguo sulla mia strada
e se va male, prepara la bara;
para - dà faccia bianca: bamba
chi è come me - ricerca un po’ di grazia
come in “para bailar la bamba”
anche se troppa stanca
tra milioni e depressione, kalazh
anche se grana manca e serotonina cala;
se non si è grandi, niente
guai a farsi vedere
mostrarsi forti, invece
mostrando morti in tele
comporre ragnatele
per le vittime illuse
comporre cantilene
quattro stronzate in croce;
io non mi do mai pace perché aspiro sempre al meglio
ma non per spiattellarlo, zio, per vivermelo dentro
gioco solo col mio ego, uno a zero, palla al centro
qui la sfida è ancora aperta e il risultato incerto;
è il moderno mito della caverna
il personaggio avrà la meglio
è la fame di fama che tiene la mente sveglia
la fama a tutti i costi, quella fama che ti disorienta.
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Beh nell’altra vita saresti stato comunque il mio Paolo Bonolis americano preferito, ne sono certa
troppa grazia, non me lo merito😭
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Epifanie
Foto di Vishal Shah I giorni di gennaio sono troppa grazia si fatica a contarli e scendono ininfluenti pareri in ombra, i bambini crescono si sentono già grandi. Prosegue l’anno, concluse le epifanie. *
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Neith Nyer a/i 2018: il gusto non è cattivo, è libero
Abbandonate ogni speranza di perfezionismo ed estetica massificata, o voi che state per entrare nel mondo creativo squisitamente unico firmato Neith Nyer, e costruito dal suo fondatore Francisco Terra!
Piuttosto, impugnate il desiderio di divertimento, aprite lo sguardo per ascoltare racconti che non troverete altrove, dato che provengono dalle pagine di un diario personalissimo, quello della sua propria esperienza di vita, e che vengono di volta in volta tradotti in abiti che non sono solo creazioni di stoffa e dettagli, ma vere e proprie rievocazioni e riflessioni da indossare.
Ad essere precisi, il brand Neith Nyer viene per l’appunto definito come “fashion statement luxury brand”: una definizione che è tutto un programma, e una vera definizione d’intenti. Nel senso letterale della parola: dato che Francisco Terra fonda il suo marchio nel 2015 con un intento ben preciso: fare moda per raccontare le proprie storie, personali e per questo uniche, e tradurle in capi che nella forma prendono ispirazione da quell’estetica che, senza troppa grazia né mezzi termini, viene dichiarata kitsch, o volendo anche trash, e rielaborarla con l’eccellenza del gesto sartoriale e della qualità dei materiali della couture.
Una vera e propria crasi, insomma: tra lo street style delle sottoculture mescolate tra loro, e l’universo luxury!
Immergersi nel mondo Neith Nyer vuol dunque dure prendere parte ad un’esplorazione costante, intensa e divertita: significa addentrarsi in un territorio dove i confini tra volgarità ed eleganza vengono sfumati appositamente, ed il cattivo gusto non è più un motivo per arricciare con fare nob il nasino, bensì viene abbraccito per indagare la necessità di libertà d’espressione personale che passa anche, e tantissimo, attraverso l’abbigliamento.
A proposito della traccia autobiografica da cui tutto nasce, il brand Neith Nyer prende il nome da una delle nonne materne di Francisco Terra: coloro che, per via del loro mestiere di cucitrici, hanno tenuto a battesimo il suo desiderio di fare moda sin da quando era bambino, e lo hanno guidato nell’assemblare abiti per raccontare storie, possibilmente ambientate in quella periferia folkloristica e preziosa del Brasile da cui il designer proviene.
La collezione a/i 2018-19 è dunque una nuova storia tratta dalle pagine del diario di vita di Francisco Terra: stavolta le rimembranze corrono indietro verso l’infanzia, quando i suoi genitori partecipavano alla Bad Taste Ball season, e il piccolo Francisco Terra rimasto a casa mescolava il suo modo d’immaginarli alle fantasticherie offerte dai film e cartoni animati che nel frattempo assorbiva dalla tv, tipo “La storia infinita” o “La Sirenetta“.
Che cos’è la Bad Taste Ball season? Presto detto: nulla a che vedere con i costumi di Carnevale, ma una vera e propria performance dell’arte del cattivo gusto applicato alla moda, dove vinceva chi aveva il maggior talento di osare con quantità spropositate di balze e ruche, e di mixare la palette più strabordante di colori.
Un elogio dell’eccesso che diventa il leit-motif della collezione appositamente intitolata con una domanda squisitamente aperta, e dunque affatto retorica: “cos’è il cattivo gusto?”. La risposta sartoriale, artistica e a suo modo sociologica di Neith Nyer è una carrellata di silhouette ricavate dall’assemblaggio impunturato dei lembi dei capi, dalla distribuzione ricca di balze e ruche, di geometrie dei volumi gonfiate appositamente per essere decostruite, dalla quantità assai generosa di velluti pesanti e sete lucenti, dall’accoppiata di lane pesanti maschili e flash di rosa vivace, dall’appaiata di motivi stampati azzardati e dalla rievocazione di quelle citazioni scritte tipiche delle felpe kitsch che qui, riposizionate, diventano una sorta di gesto poetico.
E dato che, secondo Francisco Terra, la moda è una potente forma d’arte, anche in questa collezione proseguono le sue collaborazioni artistiche: con Mathias Garcia per la serie di stampe esclusive che dipingono un bestiario immaginifico, con Zeferino per le scarpe che sono uno specchio della collezione, e con Florence Tetier per i bijoux che adornano il volto con eccentriche creature marine.
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
{ Photo backstage via © Grey Magazine }
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READING POEMS -di Domi-
" Basterebbero 5 minuti
Il titolo potrebbe esser questo...oppure un'altro...
Non cambierebbe nulla
Mi son pure alzato presto stamane...
Tacrolimus era felice
Pur del mio "breve" ritardo...
Mi ha salutato sorridente
non credo mentisse, d'altronde lo fa' per il mio bene
Quello l'ho fatto io ma ci son abituato...molte decisioni tralasciato, negato, dimenticato (?)
Bho'... Quel che e' stato e' stato.
Zero Gita, zero Amica...altri impegni...
ma il mio cuore gia' sapeva, non e' la prima volta, ora o in un'altra era...
Gatti, Tivu'....e telefono... Si lo so'... Lasciamo stare, per favore.
Un divano desertamente "affollato"
pieno del pelo di quel Gatto che m'ha cercato...
Uno solo, non entrambi
Troppa grazia richiesta sarebbe stata...molesta...per una sola giornata...(?)...
Basterebbero 5 minuti, vedete ?
e pur la ricerca della rima rimarrebbe al suo posto....
lo diceva de Niro in Tivu'
Poi, bhe', a chiamato Fla...al parco, coi Bimbi... Cesare tirava Pietre nel fiume... Giuliano, in francia, ha bevuto una Gingerbeer !!!
A casa stanno tutti bene
Lavinia sara' circondata da palline che volano...intenta a "schivare"...
e Lui impegnato a centrar la riga giusta...
Io sempre li' vado a parare... Banale...
La Stria chissa'....che pozioni prepara,
Mientras mi Primo estara' muy cerca
O in giro... Magari a esplorare...sognare... Sicuramente imparare, scoprire... Meraviglie inventare
Il viaggio e' ancora Lungo....
E' una delle poche cose che mi mancano... Viaggiare...
ma e' lecito continuare a sognare
Un Vascello, alaviacosi'... Il suo Maestrale.... Non sono dispersi, stan ancora li', ancorate a quel molo...attendon i venti giusti...
A casa stan tutti bene
E del Gigerbeer, bhe', chennedite...
Great, don't u?
Un piccolo Nostromo, mi cresce sul Ponte, nevvero ?
A casa stan tutti bene
Son pure le sei e il ventilatore gira ancora...
Basterebbero 5 minuti
di bicicletta...ma pure a piedi...
per gonfiare le vele, le reti
e farcire la pizza che sta' nella stiva... Congelata...darle 'npoco di vita, allegria....pure solo "Sapore"...
Sol margherita non alza tanto l'umore..
Basterebbero 5 miuti
per sgranchirmi "nu poco",
Ma sicuro come la Merda, e che attenda Lei pure, dimentico fingo e sdraiato ci resto...che poi anche il cesso e' vicino, resta al suo posto..
Mentre il Market che chiude, non e' quello il problema...
Quanto alzarsi, vestirsi, darsi una mossa...e pure Lesta...
A casa stan tutti bene
Son ancora indeciso... Tra l'oblio e l'aereoporto.... Tra un porno o un viaggio... Ma... Da qui', alaverne il coraggio... Bhe'...
Basterebbero 5 minuti
Basterebbero 5 minuti
Basterebbero 5 minuti
E comunque vada,
A casa stan Tutti bene... "
*****
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"Le nerine: una sinfonia di rosa nel mio giardino"
Ciao amici di GiardinoWeb, sono Andrea e oggi voglio condividere con voi la mia passione per un fiore davvero speciale: la Nerine. La Nerine: Bellezza in rosa Il mondo dei fiori è vasto e pieno di meraviglie, ma ci sono alcune piante che riescono sempre a catturare la mia attenzione. La Nerine è una di queste, e sono sicuro che, dopo aver letto questo post, la amerete quanto la amo io. Origini e caratteristiche Le Nerine, originarie dell'Africa del Sud, sono conosciute anche come "lirio di Guernsey". Questi fiori affascinanti sono noti per la loro forma a campana e il colore rosa intenso che li rendono davvero unici. Possono crescere da bulbi, e le foglie sottili e lunghe spuntano da terra, fornendo un bel contrasto con i fiori vibranti. Crescita e cura Le Nerine sono abbastanza facili da coltivare, ma ci sono alcune cose da tenere a mente. Hanno bisogno di un terreno ben drenato e preferiscono posizioni soleggiate. La cosa affascinante di queste piante è che fioriscono in autunno, quando la maggior parte delle altre piante è in fase di riposo. Assicuratevi di non innaffiarle eccessivamente, poiché troppa umidità può far marcire i bulbi. Durante l'estate, le foglie delle Nerine inizieranno a ingiallire e morire, segnalando l'arrivo dei fiori. Usi e Significato Le Nerine non sono solo belle, ma hanno anche un significato simbolico. Sono spesso associati all'innocenza, alla grazia e al fascino. Questi fiori sono perfetti per decorare fioriere, giardini o bouquet. La loro eleganza li rende ideali per matrimoni e altre occasioni speciali. La Nerine nel Mio Giardino Nel mio giardino, ho dedicato uno spazio speciale alle Nerine. Ogni anno, quando vedo questi fiori emergere tra le loro foglie morte, mi ricorda la bellezza che può risorgere anche nelle circostanze più difficili. La loro tenacia e la loro eleganza sono fonte di ispirazione per me. La Nerine è una pianta straordinaria che merita un posto speciale nei nostri giardini e nei nostri cuori. Spero che questo post vi abbia ispirato a considerare la Nerine come una scelta per il vostro giardino o come un regalo speciale per qualcuno di caro. Quando vedrete i suoi fiori rosa in tutto il loro splendore, capirete perché sono così amati. Grazie per avermi seguito in questo viaggio alla scoperta della Nerine. Se avete esperienze o consigli da condividere su questa splendida pianta, non esitate a farlo nei commenti. Alla prossima! Read the full article
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