Transalps
Eccoci quì, a raccontare dell'ennesimo viaggio in bici, stavolta per uomini duri.
L'idea nasce anni fa dopo essermi imbattuto in un libro intitolato La traversata delle Alpi in bicicletta, ma, per cause ancora da accertare, ne ho sempre rimandato l'attuazione. Dopo avere tracciato il percorso, infatti, questo è rimasto lì a decantare fino a quando Omar Di Felice fa una cosa simile, chiamando l'impresa Linea di confine (c'è pure il film), e così mi ritorna la voglia di riprenderlo in mano e contemporaneamente modificarlo con i passi che più voglio fare (in rete poi troverò molti altri spunti, in pratica mi sento l'unico a non averlo mai fatto).
Et voilà, il primo passo fondamentale è compiuto.
E ora c'è da pensare all'equipaggiamento che nella sua versione definitiva sarà così composto:
Bici: Canyon Grail, più comoda della bici da corsa e soprattutto con rapporti più agili (48-31 x 11-34)
Pneumatici: Vittoria Rubino Pro IV Graphene 2.0 da 28 'mm. Avrei voluto tanto gli Schwalbe G-One da 30 mm ma non li ho trovati. Cmq alla fine soddisfattissimo delle Vittoria
Tenda: già la scelta di partire in tenda è una scelta. Al di là del risparmio economico, la tenda mi fa molto più "viaggio" e in generale penso che in campeggio ci siano persone più simpatiche e avventurose rispetto agli hotel, chissà mai che. La tenda è comunque leggerissima (Big Agnes Fly Creek HV UL1) ma comporta anche materassino, sacco a pelo (entrambi Sea to Summit, forniti dal mio amico Gianluca), asciugamano, ecc... Più volte (spoiler alert), causa pioggia, finirò comunque in Ostello, B&B o albergo.
Borse (bikepacking): divise tra le collaudatissime Ortlieb, Miss Grape e Topeak.
Altro: le fondamentali luci, gli attrezzi e ricambi per forature, un ricambio di vestiti bici, scarpe da serata di tipo "da scoglio", e un abbigliamento abbastanza leggero ma che alla fine comunque risulterà sufficiente
Libro: unico accessorio assolutamente superfluo è l'e-reader dove prima di partire ho caricato il nuovo libro di Lawrence Osborne Il regno di vetro. Piaciuto, ma una volta finito passerò a Bugiardi e Innamorati di R. Yates e quì siamo ad un altro livello.
Ed ecco la bici al completo:
Dettaglio non trascurabile, sarò da solo in quanto il mio usuale socio Mattia ha ferie troppo in là.
Il totale, alla fine del giro, sarà:
giorni: 15 (+ prologo)
km: 2003 (vabbè, facciamo 2000)
dislivello: 42.025 (vabbè, facciamo 42.000)
Passi/salite: 35, alcuni un po' "al limite" per il poco dislivello, ma giusto così
Figo, no?
Ed ecco il resoconto con immagini, tappa per tappa . Al solito, Tumblr mi limita il numero di foto, quindi cercherò di non sprecarle. Ne ho fatte più di 400 in tutto il viaggio (senza selezionarle ancora, però).
Prologo: Trieste - Gorizia, 50 km e 306 m d+
Questa non la conto come tappa vera e propria in quanto la partenza da Trieste è alle 16,00 e arrivo solo fino a Gorizia. In teoria l'idea iniziale era partire da lì prestissimo la mattina successiva ma poi la voglia di iniziare subito ha preso il sopravvento.
Comunque, eccomi alla punto ufficiale dell'inizio del viaggio e cioè Piazza Unità d'Italia.
L'uscita da Trieste prevede un po' di lungomare e dentro di me penso che alla fine lo rivedrò solo tra una ventina di giorni. Non che mi dispiaccia veramente, alla fine sono pelagofobico (il mare ad agosto prevede caldo, gente e traffico), ma tant'è.
Appena entro nell'entroterra trovo boschi devastati da incendi (tipo Calabria l'anno scorso) e percorro anche una strada in teoria chiusa (lo scavalcamento di transenne o altro è un mio marchio di fabbrica) dove ancora si sente odore di bruciato. Poveri!
Poichè percorro strade secondarie non trovo nessuno e già sono di buonumore, addio città!
Alloggio: Agriturismo Gartrož (parto con posto al coperto perchè il giorno dopo volevo iniziare il viaggio con tappone, ma così non sarà)
Ristorante: Al Ponte Del Calvario, posto rustico ed economico dove mangio pasta al pomodoro (da vegetariano sarò sempre un po' in difficoltà con i menu) ed è ottima.
Tappa 1: Gorizia - Bovec (Slovenia), 80,50 km e 1.114 m d+
In partenza canticchio O Gorizia, tu sia maledetta ma più che altro è tutto un "na, na, ..." perchè di parole me ne ricordo 1 su 10.
Quindi urge un ripasso:
Ad ogni modo si costeggia il fiume Isonzo, da un certo punto in poi su ciclabile, e si passa il confine con la S-LOVE-nia e successivamente la celebre Caporetto.
In Slovenia il fiume Isonzo cambia nome in Soca (ci sarebbero le corna sulla c, ma la mia tastiera non le prevede) e seguendo questo raggiungo Bovec (Plezzo in italiano), non prima di essermi completamente inzuppato grazie ad un acquazzone (o acquivento come scriverebbe Gianni Brera) che inizia verso l'ora di pranzo. Rifugiatomi sotto una tettoia nel centro del paese, ne approfitto per gustare un buonissimo Borek (in rappresentanza del cibo balcanico) e per rimirare perplesso il cielo plumbeo.
Poichè la pioggia non smette per un bel po' e le previsioni del tempo dicono temporali per tutto il giorno (oltretutto io dovrei iniziare a salire a quel punto), mi reco al campeggio più vicino, attendo che spiova un attimo, e monto la tenda.
Ah, la valle del Soca - nella foto seguente un tratto particolarmente stretto, poi la valle si aprirà - è bellissima e tutte le persone si dedicano a kayak, rafting, arrampicata e bici:
Alloggio: Camping Polovnik, senza infamia e senza lode, anzi con lode visto che mi sono ricordato ora che il tipo della reception mi ha offerto una birra!
Cena: la peggiore pizza mai mangiata (me ne ricordo solo una in Corsica all'altezza, o, meglio, in questo alla bassezza) alla Pizzerija Črna Ovca, che comunque, vedo ora in rete, ha curiosamente ottime recensioni, vai a sapere.
Tappa 2: Bovec - Ovaro (Italia), km 112,5 e 2.570 m d+
Uno Stato (Slovenia) lo liquido subito (in pratica è stato un omaggio a Luka Doncic e Tadej Pogacar), così come i primi 3 passi.
Le previsioni del tempo non sono buone e così parto molto presto sperando di evitare i temporali.
A proposito, la sveglia sarà per tutto il viaggio alle 5,30: orario che mi permetterà di partire - dopo lo smontaggio tenda, la preparazione delle borse e la colazione - verso le 6,30. A proposito, una cosa disagevole della tenda sarà smontarla ogni volta da bagnata e ritrovarmela bagnata la sera successiva, vabbè.
La colazione invece sarà costituita quasi sempre da qualcosa comprato in un supermercato la sera prima come banane, succo di frutta (o caffè in lattina in alcuni posti), dei biscotti e/o cioccolato.
Ma eccoci al primo prestigioso passo! Passo del Predil (1): 1.156 msm, 7 km, 7,3%, 508 m d+. Non un passone, ma la pendenza media è più che onorevole e poi non c'è una macchina, quindi promosso.
Breve discesa (tra l'altro dal passo sono ritornato già in Italia) e si passa alla Sella Nevea (2): vabbè, non è proprio un salitone (non metto i dati che mi vergogno), più che altro un altopiano, ma mi porta in un'altra valle e quindi tecnicamente è un passo e quindi lo conto. Sull'altopiano ci sono dei laghetti e poche persone, mi sembra di capire più che altro pescatori, e pioviggina, così mi fiondo veloce (si fa per dire) sull'obiettivo di giornata (ma anche uno dei principali passi del viaggio) e cioè il mitico Monte Zoncolan (3), affrontato da Sutrio, quindi versante meno nobile e anche un po' meno duro: 1735 msm, 13.5 km, 8,9% (!) 1203 m d+. Sticazzi, meno male che è più facile da questo lato!
I primi 9 km sono comunque abbastanza agevoli il che mi spaventa in quanto, se la matematica non è un'opinione, gli ultimi 3-4 saranno tutti ovviamente al 13% (e infatti!). Ad ogni modo non metto mai giù il piede e arrivo in cima contentissimo.
PS Prima dello Zoncolan, passo da Tolmezzo che ricordavo bellina ma invece non piaciuta. Ci arrivi tramite SS (che tra l'altro un tratto sarebbe anche la ciclovia dell'Alpe Adria: c'è da vergognarsi a fare pedalare una famiglia lì), è calda e non vedi neanche le Pale di S. Martino!
In discesa scopro però perchè il lato nobile è dall'altra parte (a parte la pendenza media dell'11%) e cioè che è mooolto più bello! La strada è minuscola e passa attraversano gallerie scavate nelle rocce, c'è un gran panorama e in più ci sono cartelloni con foto dei ciclisti più illustri, che fa atmosfera.
Ecco una delle gallerie che si trovano lungo la (mia) discesa dallo Zoncolan.
Della discesa dallo Zoncolan mi gioco un'altra foto:
Prendo ancora un po' di pioggerella arrivando al campeggio Zoncolan, che mi ero segnato, e lì cosa scopro? Che hanno anche l'Ostello a 20 € (vs camping 14 €) e quindi OVVIAMENTE non c'è nessuna scelta da fare, anche perchè di notte è prevista ancora pioggia.
Alloggio: Ostello Zoncolan, camera bellissima tutta in legno da 6 in cui sono da solo. 20 stelle!!!
Sotto, la prova di quanto è bello l'ostello e che sono da solo.
Ristorante: quello un po' gourmet del campeggio. Mangiato ottimamente e speso un po' più del dovuto, ma poi cosa mi lamento che tra Svizzera e Austria ci lascerò un capitale ogni volta (mangiando peggio)!
Tappa 3: Ovaro - Passo Tre Croci, km 103 e 3.283 m d+
Tempo? Una merda.
Si inizia con la Sella di Razzo (4) - che poi lungo la salita si passano 2-3 "selle" con altri nomi (tipo Ciampignotto) - che sta a 1.752 msm ed è uno dei valichi alpini più alti delle alpi Carniche, questo ve lo dico per cultura personale.
Alla Sella si arriva prima con salita su strada dove non c'è nessuno e poi si pedala su un altopiano, e cioè quello di Casera-Razzo, dove trovo anche una pista di sci di fondo.
Piaciuto? Piaciuto. Infatti a me piace tutto.
Dal Cadore però cambia tutto l'ambiente ed entro nelle dolomiti vere (scusa Friuli) che però significa purtroppo anche più traffico. Meno male che pioviggina ancora e quindi questo ha limitato un po' il traffico verso Misurina, dove c'è il famoso lago:
E quindi ecco un'altra salita di quelle mitiche: le tre cime di Lavaredo (5)! 2333 msm, 7,2 km, 8%, 576 m d+. E anche quì i primi 3 km sono più o meno agili, mentre i successivi 4 km partono dall'11-12% per poi arrivare al 14 e 15%!!! Aggiungeteci che a 3 km dalla fine incomincia a piovere fortissimo (e per circa 20 secondi sembra pure un po' di nevischio) e va a finire che mi sento Pantani e quindi arrivo in vetta senza mai prendere in considerazione l'idea di girare la bici. Alla discesa penserò poi.
In cima mi rifugio nel rifugio (eh! eh!) Auronzo (ultra-affollato di gente da tutte le parti del mondo) dove mi rifocillo, a prezzi sorprendentemente onesti, con minestrone, torta e mitico bombardino!
Poiché di foto della salita non ne ho (troppa pioggia) - e tantomeno delle 3 cime (che sono riuscito a non vedere MAI causa nuvoloni - ne posto una di me fuori dal rifugio Auronzo: un mio amico ha commentato che sembro sulla prua di una nave e un altro ha aggiunto "sì, il Titanic":
Io e altri ciclisti siamo comunque perplessi, fa freddissimo, e attendiamo il momento propizio per congelarci in discesa che infatti arriva dopo un'oretta. Piove ancora ma meno e così ci si fionda giù tutti più o meno nello stesso momento.
PS Visto che non si trattava di un passo, ma si trattava di una salita su e giù, ho lasciato le borse della bici a Misurina dietro un albero al coperto, poi per fortuna ritrovate, daje!
Piove e piove e piove e penso con desolazione al campeggio che mi aspetta dopo Cortina (che si scrive CoRtina ma si legge CoVtina), ma al Passo 3 croci (6) - che annovero anche questo con un po' di vergogna visto che non è che una salita minima - mi imbatto in una struttura B&B Hotels, che conosco perchè ci sono già stato a Genova, Savona e Firenze. Mi chiedono 130 € per una singola (scontata da 140) ma compreso di cena (all you can eat, ci tiene a precisare la tipa della reception) e colazione, mmm... Consulto velocemente i prezzi intorno (ormai tutto bagnato e ancora sotto la pioggia ho abbandonato l'idea del campeggio), che sono tipo il doppio, e quindi eccomi ancora al caldo.
Alloggio e ristorante: B&B Hotels, a cena mangio tantissimo e bene, per almeno 60 €, e a colazione lo stesso quindi tutto sommato soldi spesi benissimo.
Tappa 4: Passo Tre Croci - Alpe di Siusi, km 124 e 3.255 m d+
Siamo nel cuore delle dolomiti, che sono fantastiche per statuto, talmente tanto che quindi, come anticipato, le strade sono piene di macchine, moto e, per fortuna, anche biciclette.
Oggi c'è il sole, ed è un passo avanti, così timbro:
Passo Giau (7), da Pocol (lato più facile): 2.236 sms, 8.6 km, 8.3 %, 716 m d+. Bella mazzatina ma bellissimo.
Passo Pordoi (8), da Arabba: 2.239 msm, 9.4 km, 6.8 %, 637 m d+, più facile e bellissimo
Passo Sella (9), da bivio Pordoi: 2.214 msm, 5.5 km, 7.3 %, 399 m d+, corto perchè preso già in quota (è parte del Sellaronda) e bellissimo
Passo Pinei (10), da Ortisei: 1.442 msm, 4,3 km, 5,6%, 242 m d+, fatto anche e soprattutto per evitare la trafficatissima Val Gardena, che mi porta alla sempre piacevole Alpe di Siusi.
Una giornata top!
In rappresentanza dei 4 passi ci metto questa foto in cima al Giau:
E, siccome non ho ancora messo una foto con le montagne delle dolomiti in tutta la loro magnificenza, aggiungo questa all'imbocco della salita del Sella:
Alloggio: Camping Seiser Alm a 5 stelle e che costa 30 € / notte (e mi hanno pure fatto lo sconto!). Camping molto bello, ma che cazzo!
Ristorante: quello gourmet del campeggio. Speso un sacco, mangiato bene.
Tappa 5: Alpe di Siusi - Langenfeld, km 138 e 2.680 m d+
A parte l'ultima tappa, il tratto più caldo del giro (pianura e sole): scendo a Bolzano e da quì, su ciclabile, vado a Merano e quindi, sempre su ciclabile (stavolta gravel), arrivo alla bellissima San Leonardo in Passiria.
Unico passo del giorno è quello del Rombo (11): 2.491 msm, 29,1 km, 6,2%, 1.796 m d+, insomma un mastodonte. All'inizio pure trafficatissimo e strada stretta e quindi mi ingrugnisco un po', ma poi magicamente si svuota e si apre un panorama strepitoso, proprio in corrispondenza di una provvidenziale fontanella (unica acqua della salita) e di un punto, appunto panoramico, da cui si può ammirare la valle:
Salita lunghissima su cui fatico molto perchè inizio ad essere un po' stanco ma la soddisfazione è anche quella di avere terminato il mio primo terzo di viaggio, non so se come km, ma psicologicamente (= fine dolomiti).
Sul Rombo c'è il museo Timmelsjoch Passmuseum e la bandiera austriaca, perchè l'altro obiettivo di giornata è anche quello di toccare il terzo Stato del giro.
Ecco il museo, abbastanza scenografico, che scopro essere stato appena rifatto, in quanto distrutto da un incendio:
Arrivo nella Valle dell'Inn - dove c'è un po' di traffico ma che dà fastidio relativamente in quanto gli austriaci sono gente civile - e quindi al campeggio.
Campeggio: ottimo, il giusto compromesso tra quello basic e quello super-accessoriato. Ad ogni modo, se non siamo a livello di prezzi svizzeri, poco ci manca.
Ristorante: quello del campeggio. Non ricordo neanche quello che ho mangiato, quindi alla fine non deve essere stato ne' buonissimo ne' pessimo.
Tappa 6: Langenfeld- Curon Venosta, km 126,7 e 2.343 m d+
Il mio itinerario prevedeva di stare in valle seguendo l'Inn ma poichè la ciclabile era in parte sterrata e si interrompeva spesso per lavori mandandomi sulla statale (trafficatissima) decido di improvvisare una strada alternativa che, scopro, avevo già fatto in passato.
La deviazione si rivela azzeccatissima e mi fa conquistare prima il Gischlewess (quasi 10 km al 5%) e successivamente il Piller Hohe (altrettanti 10 km al 6%) (12) che a questo giro li conto come 1 passo (già Sella Nevea e passo tre croci erano un po' forzati).
A pranzo azzardo al supermercato una piadina con dentro cous-cous che scopro pure ottima.
Scendo successivamente in valle e, pur capendo che c'è qualcosa che non quadra, salgo al passo Resia (13) dalla strada sbagliata!!! Cioè da quella nuova: più trafficata e piena di gallerie. Che babbeo!
Faccio la foto d'obbligo al campanile in mezzo al lago, ripensando al bellissimo libro di Marco Balzano Io resto quì, e proseguo fino all'albergo dove sta passando le vacanze la mia amica Laura, così per una sera non sto da solo.
Foto forse sprecata perchè ne avrete già viste già tante uguali ma vabbè, mi è venuta particolarmente bene:
Alloggio: Hotel Stocker, dove pago 85 € con cena e colazione. Ci sta.
Ristorante: quello dell'albergo. Buono ma pensavo meglio. Però Achille, il gestore, si rivela un maestro nel fare i cocktail (ha raccontato che studia, va a corsi, gare, ecc...) e così bevo un ottimo, ma veramente ottimo, Moscow Mule!
Tappa 7: Curon Venosta-Celerina, km 142,5 e 3.893 m d+
Dopo un'ottima dormita, parto presto e mi sento subito in formissima. Boh, forse mi sarò allenato a mio insaputa nella prima settimana. Oggi record di passi (anche se qlc un po' tirato per i capelli), in strade che conosco molto bene: sono infatti nel punto più vicino a casa mia. Tornare? Ma va'!
Comunque i passi sono:
Sua maestà Re Stelvio, (14), dalla parte nobile di Prato allo Stelvio: 2758 msm, 24.3 km, 7.4 %, 1808 m d+, e già questo giustificherebbe la giornata. Salita mostruosa con gli ultimi 15 km sempre sopra l'8% e vista strepitosa. Cosa vuole di più un ciclista?
Foscagno (15), da Isolaccia: 2.291 msm, 15.4, 6,1%, 946 m d+, insomma, una salita vera se non fosse che si conferma sempre brutto brutto. Trafficato e senza niente di particolare che lo renda un'esperienza da ripetere, ma poi puntualmente capita sempre di rifarlo.
Eira (16), vabbè questo saranno 3 km, sarebbe stato da contare insieme al Foscagno, invece no, ormai l'ho contato e boh.
Forcola di Livigno (17), da Livigno: 2.315 msm, 12.07 km, 3.7 %, 450 m d+. Ok, non difficile ma passo a tutto gli effetti, almeno questo.
Bernina (18): 2.329 msm, 3.35 km, 8.2 %, 276 m d+. Sì, ok, non lo faccio più, ma conto pure questo anche perchè ti porta in Svizzera! Mia croce e delizia.
Ecco gli ultimi temutissimi km del Re Stelvio con i relativi tornanti (48 in tutto):
Ed eccomi in cima (tra l'altro non sarà la cima Coppi del viaggio, che beffa):
Wow!!!
Tocco il 4 Stato e sono carichissimo per la giornata di oggi e per gli ormai non più lontanissimi Susten e Grimsel.
Ad ogni modo arrivo a Celerina, che ben conosco per le mie sciate in Engadina, abbastanza sul tardi e cercando quasi per curiosità i prezzi degli alloggi in internet, scovo a 50 € (in Svizzera è come regalato) un posto in dormitorio (ma in cui sarò ancora una volta solo!!!) all'Ostello Inn Lodge. Così è deciso.
Mi sarò meritato una birra o no???
Alloggio: Inn Lodge, vedi sopra. Ottimo da ogni punto di vista, colazione inclusa, ma soprattutto perchè ancora una volta mi ritrovo da solo in camerata :)
Ristorante: da Bo's Co., che capisco solo ora leggersi "bosco" e in effetti è tipo giardino e improntato sul vegan/veggy. Mangio una pasta a 23 € ma il ragazzo che gestisce il posto, impietosito, me ne offre un altro ricco piatto. Ottimo!!!
Tappa 8: Celerina-Disentis, km 131 e 2.067 m d+
Diciamo "tappa di raccordo" perchè dopo avere scalato l'inedito Albula (19): 2316 msm, 9.5 km, 6.6 %, 629 m d+, che credevo brutto ma invece è bello (e comunque sempre meglio del vicino Julier) cazzeggio un po' e, a parte la salita di Versam (20) di 2,2 km che conto solo perchè MyCol la inserisce tra le salite d'Europa (sic.), il tutto è un lungo pianoro / leggerissima salita che mi porta a Disentis.
Evitando la statale, si percorre però la bellissima valle di Surselva, fatta appena un mesetto fa in senso contrario con Mattia, che è tutta canyon e strettoie e rocce e che rende questa tappa tutt'altro che noiosa.
La valle è fatta così:
E poichè una foto della tenda prima o poi volevo metterla, eccola quì alle ore 5,30 della mattina successiva, in tutta la sua fierezza:
Alloggio: TCS Camping Disentis, piaciuto un sacco!!! C'è anche un laghetto. A proposito, i campeggi svizzeri hanno praticamente sempre un locale chiuso a disposizione per leggere o guardare la tv (se c'è) o cose così e ovviamente è sempre ampio e pulitissimo. Insomma... E' solo perchè sono un signore che evito tutte le volte di dormire direttamente lì dentro. PS Tra l'altro pure nei cessi pubblici svizzeri, anche questi immacolati, c'è sempre questa tentazione. Chissà, prima o poi...
Ristorante: Quello del campeggio. Ho mangiato un poke di falafel (buono!) e patatine fritte.
Tappa 9: Disentis-Ulrichen, km 133,5 e 4.120 m d+, ovvero the Queen Stage!
Parto prestissimo perchè mi attendono 2 dei passi che più volevo fare da un sacco di tempo. Da Milano sono un po' lontani e così ho deciso di prenderli da Trieste, tiè!
E quindi dopo l'iniziale Oberalpass (21) 2.044 msm, 20,4 km, 5.7 %, 604 m d+, che prendo dal lato Disentis e che scende ad Andermatt - cittadina in cui ho evitato di alloggiare in quanto CoVtina della Svizzera e quindi bellissima ma costosissima - mi accingo finalmente a conquistare i miei due passi più attesi del giro:
Susten (22), da Wassen: 2.224 msm, 17.4 km, 7.5 %, 1308 m d+. Uuuh!
Grimsel (23), da Innertkirchen: 2.165 msm, 26 km, 5.9 %, 1540 m d+. Uuuh!
A dire il vero il trasferimento Andermatt-Wassen non è il massimo, anche se all'inizio il percorso per bici prevede di passare da delle gole abbastanza suggestive, ma il Susten e il Grimsel sono tra i più bei passi che abbia mai fatto! Il Grimsel, a tratti sotto una leggerissima pioggerellina, era pieno murato di ciclisti e sulla salita c'era persino la polizia stradale a redarguire moto e macchine troppo sportive.
Due foto in rappresentanza dei due passoni svizzeri sono d'obbligo.
1) Ghiacciaio e un lago a forma di cuore (discesa Grimsel).
2) Arrivo al passo Susten:
Complice anche il tappone, finisco però poi a fare una scemata fermandomi troppo presto al campeggio Neufenen mentre avrei potuto proseguire un po' e portarmi avanti sulla infinita pianurona che mi aspetta il giorno dopo.
Alloggio: campeggio Neufenen, no comment. Tipo antipaticissimo, vuole solo contanti, non rilasciando nessuna ricevuta, e che non fa nessuna registrazione. Vabbè, alla fine dormo bene e quindi ok
Ristorante: Hotel Walser dove mi portano una pastasciutta non buonissima ma in compenso abbondantissima! Il prezzo non me lo ricordo ma comunque promosso!
Tappa 10: Ulrichen-Martigny, km 133 e 401 m d+
E dopo la Queen Stage mi tocca la tappa che più temevo: piattone infinito sulla ciclabile del Rodano. Alla fine ero più stanco che non a fare Susten e Grimsel!
Non ho molto da commentare a parte che, per quanto noiosa, una ciclabile così noi in Italia ce la sogniamo per come bene è tenuta e per la segnaletica.
Ciclabile del Rodano:
Ogni tanto comunque la vista cambia di brutto. Cioè è uguale ma il fiume è dall'altra parte della ciclabile.
Intorno hai comunque le montagne e così alla fine, tra una sosta e l'altra, arrivo a Martigny dove si alza subito un vento fortissimo che mi impedisce di montare la tenda per un bel po'.
Oggi, va da se', unica tappa senza passi :(
Alloggio: campeggio Martigny
Ristorante: con una mossa azzeccatissima vado al ristorante Thailandese Siam-Thai dove posso mangiare riso a volontà! Alla fine non economicissimo, siamo sempre in Svizzera, ma il rapporto quantità-prezzo è ottimo.
Tappa 11: Martigny-Bourg St. Maurice, km 149,51 e 3.755 m d+
E oggi arriverò in Francia (quinto e ultimo Stato attraversato)! Inizia quindi l'ultimo terzo psicologico del mio viaggio.
La tappa inizia però malissimo perchè il Gran San Bernardo (24): 2.469 msm, 30.6 km, 5.7 %, 1.752 m d+, affrontato dalla Svizzera (da Sembrancher, anche se la salita inizia in pratica a Martigny) è davvero brutto brutto. All'inizio trafficatissimo, poi migliora un po' ma per finire in una galleria (per fortuna aperta sul lato salita) di tipo 8 km (boh). Gli ultimi 7 km sono invece molto belli (dal 7% al 9%) ma non ripagano secondo me tutto il tratto prima e quindi lo inserisco nella lista dei passi da non fare più.
Ecco una foto dell'ultimo tratto:
A sorpresa però il lato italiano è molto più bello e, seppure ancora un po' trafficato, regala un bel panorama e infatti è pieno di ciclisti.
La discesa è velocissima e mi porta ad Aosta dove mangio un ottima farinata (anzi 2) accompagnata da coca-cola (anzi 2).
Non ho tanta voglia di fare il Piccolo San Bernardo (25), da Seez (Aosta): 2.188 msm, 27.7 km, 4.6 %, 1.284 m d+, ma poichè non vedo l'ora di arrivare in Francia mi ci metto d'impegno e proseguo. Che poi "Piccolo"... Sono 28 km di salita!!! Comunque è mooolto più bello del Gran San Bernardo, soprattutto in cima, e così sono contento per un sacco di ragioni.
Sono a 1.700 m di quota, è quasi sera e fa freddo e così non mi sembra il caso di andare in campeggio, o forse sono solamente un po' stanco per la tappona di oggi, quindi, tanto per cambiare, cerco un alloggio al coperto.
Alloggio: Albergo Belvedere, che mi fa 50 €. Un po' antiquato negli arredi e tutto ma perfetto!
Ristorante: quello dell'albergo: ottimo, ma proprio ottimo.
Tappa 12: Bourg St. Maurice - Saint-Michel-de-Maurienne, km 120,52 e 2.339 m d+
Il prestigiosissimo obiettivo di giornata è il passo più alto d'Europa, il col de l'Iseran (26), da Val d'Isere: 2.770 msm, 15,7 km, 6%, 932 m d+.
Fantastico!!!!! Bello, bello e ancora bello! Fatelo anche voi prima o poi!
Quì tre, anzi 4, ciclisti che arrancano :) sotto di me:
Ma accipicchia arriva ancora la pioggerella in discesa, anche se in realtà non dà molto disagio, ma le previsioni per la notte e il giorno dopo sono pessime. Motivo per cui, dopo la brutta strada da Modane a Saint-Michel-de-Maurienne (pure lui brutto paese con un brutto campeggio dove ero già stato), trovo un albergo veramente messo male ad un costo ragionevole e anche per stasera non ho dubbi su cosa fare (e in effetti pioverà forte tutta notte).
Mi rendo conto adesso che gli alberghi non sono stati proprio pochi, ma ci sta, e resto contento di questo mix (anche se con un po' di freddo e pioggia in meno il bilancio campeggio/hotel sarebbe stato più favorevole). Ad ogni modo, scrivo anche come memo per il futuro, che in realtà anche quando faceva freddo di notte, in tenda sono stato sempre bene. La mattina uscire alle 5,30 era un altro paio di maniche, ma patendo un po' alla fine era più che fattibile.
Alloggio: Savoy Hotel
Ristorante: quello dell'Albergo, abbastanza pessimo.
Tappa 13: Saint-Michel-de-Maurienne - Guillestre, km 122,49 e 3.448 m d+
Quando penso alla Francia alla fine in realtà penso a questo.
Considerate le previsioni, pioggia tutto il giorno ma peggio nel pomeriggio, parto prestissimo con la speranza di non trovare brutto brutto e in effetti incredibilmente mi va benissimo.
Le salite verso Telegraph (27): 1.566 msm, 11.8 km, 7.3 %, 856 m d+ e Galibier (28): 2.646 msm, 18.1 km, 6.9 %, 1.245 m d+, che in pratica costituiscono un'unica salita (ma che io conto come 2 perchè sono 2), partono da 10 m dal mio albergo e mi accolgono con un bel sole, solamente velato a tratti. Sorpresa: non ci sono le marmotte (nooooo!), ma da Valloire in poi resta la mia salita preferita al mondo.
Agevolo una foto tra le 100 che ho fatto:
Oltretutto, per via di una manifestazione (scopro solo in cima), la strada dall'altra parte è chiusa al traffico e quindi macchine e moto ZERO. Mi godo metro su metro e in cima c'è anche un ristoro aperto a tutti così mi rifocillo con banane, torte, succhi, cioccolato e qualsiasi cosa riuscissi ad ingoiare.
Però ecco la sorpresa, cioè non molto visto che mi era già successo lo stesso quando avevo fatto il Galibier un po' di anni fa: dall'altra parte, ma già sul passo a dire il vero, il tempo è completamente diverso: freddissimo, vento gelido e nuvoloni neri che porteranno per fortuna, da lì a poco, solo pioggerella.
Ad ogni modo scendo fino al Lautaret (passo che, almeno questo, ho avuto la dignità di non contare perchè fatto in discesa) e mi stupisco che con quel tempo ci siano ancora centinaia di ciclisti che iniziano la salita in quel momento (dal Lautaret è comunque più breve, circa 8 km) ed è tutto bellissimo.
Eccolì quì gli intrepidi, con uno strepitoso sfondo!
Dopo il brutto stradone verso Briancon, che come sempre è pieno di ciclisti - e quindi gli automobilisti sono abituati e attenti - ancora sotto pioggerella, spunta un po' di sole e così decido in tutta fretta di rischiare anche il col de l'Izoard (29): 2.361 msm, 20 km, 5.7 %, 1.141 m d+ che in pratica faccio da solo, ma solo solo, nessuna macchina, nessuna moto, nessun ciclista. D'altro canto il cielo è ridiventato nero nero.
Anche l'Izoard, già fatto 2 volte in precedenza, è bellissimo e subito dall'altro lato c'è quel paesaggio lunare, la Casse Deserte, veramente suggestivo.
Una foto la metto per contratto con me stesso, ma quì potete vederne un sacco di migliori:
Arrivo sotto la pioggia a Guillestre e quì tanto per cambiare, sdegnato il campeggio dove sono già stato, cerco una sistemazione all'asciutto.
Excursus narrativo: ogni volta che sono sotto la pioggia in Francia (che avviene spessissimo, come potete immaginare) mi viene sempre in mente Parigi di Paolo Conte quando canta "mentre tutto intorno è solamente pioggia e Francia".
Ah, a proposito di Paolo Conte, ovviamente la colonna sonora del viaggio nella mia testa è sempre stata Bartali: "Oh quanta strada nei miei sandali / quanta ne avra’ fatta Bartali / quel naso triste come una salita / quegli occhi allegri da italiano in gita / e i francesi ci rispettano / che le balle ancora gli girano / e tu mi fai dobbiamo andare al cine / e vai al cine vacci tu".
Alloggio: cApVerb: che non è un albergo vero e proprio ma piuttosto una struttura per vacanze che da quanto ho capito ospita più che altro gruppi (scuole, boy-scout, disabili) ed infatti ha camerate invece che stanze. Pago 45 € per un letto e indovinate un po'? Mi ritrovo da solo anche questa volta (sono a 3 su 3, incredibile), alè! PS Pioverà tutta la sera e la notte e quindi ho di nuovo fatto mooolto bene.
Ristorante: quello della struttura. La cena costa 15 €, non superba ma mi danno il bis quindi va più che bene.
Tappa 14: Guillestre - Isola, km 131,81 e 3.782 m d+
Poichè sono uomo di mondo e conosco questa parte di Francia come le mie tasche, la mattina mi dirigo sicuro verso l'imbocco del Col du Vars ma, senza accorgermi, prendo un'altra salita che porta invece a Risoul (30): 1.850 msm, 14 km, 6.1 %, 850 m d+. Quando me ne rendo conto sono ormai a salita iniziata e comunque mi sento in formissima e così proseguo contento di aggiungere un altro traguardo al viaggio. Anche in questo caso nessuna macchina, ma sarà stato anche l'orario, e arrivato in cima mi ritrovo nell'ennesima località sciistica (tipo Isola 2000 o Vars) costruita malino e abbastanza anonima, ma con bellissime montagne intorno.
Risoul è una salita senza sbocchi e quindi, ridisceso a Guillestre, inizio quella che doveva essere la prima salita di giornata, il col du Vars (31): 2.111 msm, 19.4 km, 5.7 %, 1.111 m d+. Anche questo lo avevo già fatto 2 volte, e come si dice: bello, ma non ci vivrei. Neanche troppo duro, così scendo veloce verso Jausiers, cittadina che ha un campeggio bellissimo in cui sono già stato, ma a sto giro non mi fermo.
L'ultimo GPM in programma del giorno è infatti il col de la Bonette (anche questo già fatto, però dall'altro lato), anche se stavolta darò soddisfazione ai francesi e salirò fino alla Cima della Bonette (32): 2.802 msm, 23 km, 6,8%, 1.571 m d+, che poi sarebbe la strada asfaltata più alta d'Europa, non il passo. Cioè, il passo sarebbe a 2.715 msm ma per diventare la strada più alta d'Europa hanno fatto fare alla stessa un circolo intorno ad un colle lì di fianco così da raggiungere questo record. PS In internet comunque si trovano altre strade che si vantano della stessa cosa, quindi vai a sapere.
Vedete che è la strada più alta d'Europa (dicono loro)? Lo hanno pure scritto:
E questa è la strada che hanno fatto girare intorno al colle (al 13%, eh! dalla foto non sembra, mannaggia a loro):
Ad ogni modo, oggi tra l'altro finalmente il tempo è sempre stato bello, raggiungo Isola, cittadina in cui sono ormai stato più e più volte, e il suo campeggio, che già ben conosco.
Alloggio: Aire Camping-Car Park, che nel frattempo è diventato tutto automatico, nel senso che ti registri all'ingresso ad una macchina automatica e finisce tutto lì. Scopro ora che sarebbe vietato alle tende!!!! Vabbè, ormai è andata.
Ristorante: Pizzeria (e grill) attaccata al campeggio, sul laghetto. Bella location e pizza ottima ma davvero ottima.
Tappa 15: Isola - Ventimiglia, km 202,72 e 2.616 m d+
Sono all'ultima tappa!!!! Ho allo stesso tempo voglia di finire e non finire, così modifico il percorso all'ultimo e aggiungo il Col de Couillole (33): 1.678 msm, 6,02 km, 7.3 %, 1.168 m d+. Proprio bello, cavoli!!! Ho fatto benissimo. Mi accorgo solo in cima che lo avevo già fatto in passato, però dall'altro versante, ma non è come fare 2 volte Monticello, ovviamente.
Appena all'inizio della salita, buco per la prima volta nel viaggio (ci sta) ma ovviamente ho tutto l'occorrente e riparto quindi in frettissima perchè la tappa di oggi è lunga.
Sceso dall'altra parte del Couillole, con un'altra "salitina" raggiungo Valberg (34): 1.673 msm, 6.1 km, 3.8 %, 231 m d+, che è catalogato come passo, giustamente perchè ti porta in un'altra valle, sia da salite.ch sia da MyCol, e quindi questo vale a tutti gli effetti, nessun rimorso.
Da lì è tutta una discesa lungo la valle del fiume Var, che all'inizio è una vallata splendida incastrata tra le rocce e il fiume laggiù in basso ma poi diventa uno stradone brutto, brutto e ancora brutto e trafficatissimo.
Questa è la valle come si presenta all'inizio (poi peggiorerà):
In più fa veramente caldo, come non lo provavo da 15 giorni, quindi sono solo contento di arrivare a Nizza il prima possibile. Solo verso la fine della valle inizia una ciclabile che mi conduce alle porte della città dove costeggerò il lungomare e mi domanderò come sempre come fanno le persone ad andare al mare ad agosto: boh, per me l'inferno.
Uscito da Nizza, seguo la ciclovia per Menton e mi ritrovo a fare l'ultimo passo del mio viaggio e cioè il col d'Eze (35): 507 msm, 10 km, 4.9 %, 490 m d+. Incredibile che anche in questo caso non incontro ancora nessuno. Sotto, sul mare, è un inferno, ma all'interno, a soli 5 km in linea d'aria, non c'è nessuno, vai a capire le persone.
Ormai sono praticamente arrivato, mi basta passare la frontiera, fare un breve ma brutto tratto su strada statale, ed eccomi finalmente a Ventimigliaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!
Ultima foto:
Oggi tappa più lunga del giro (200 km) e quindi arrivo tardi, tipo alle 19,00, giusto per rendermi conto che non c'è nessun posto per dormire ad un prezzo accettabile (il minimo è 280 €) e il campeggio lo scarto a priori perchè ci sono già stato ed è affollatissimo, brutto e in più non sono tranquillo per la bici. Vabbè, prendo al volo l'ultimo treno per Genova.
E grazie come sempre all'ultimo pignone!
Addendum:
Da Genova il giorno dopo andrò, sempre in bici, in val Trebbia (ospite di Corrado) 2 notti. Da lì farò un giro in Val d'Aveto e mi fermerò al bellissimo campeggio di Cerignale ancora 2 notti e quindi, passando per la val Nure, l'ultima notte la passero da Marco a Zavattarello (Val Tidone), da cui il giorno dopo tornerò a casa (e bucherò per la seconda volta a Pavia).
Ci piazzo quindi altri 360 km e 6.575 m d+, mica cazzi. ad ogni modo questi non conteggiati nel viaggio.
PS Tra l'altro le strade interne della val d'Aveto sono veramente abbandonate a se stesse e ci sono solo piccole frazioni di quattro case in tutto. Insomma, strade bellissime che, anche se già conoscevo, sono da fare molto più spesso. D'estate no, però, perchè troppo caldo.
E un'altra estate è passata.
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