#Tipi Tales
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#tv shows#tv series#polls#tipi tales#herbie barnes#rebecca gibson#ryan rajendra black#2000s series#canadian series#have you seen this series poll#unsure if this needs a tw of some sort
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oh my gosh, Nanalan'!
ABSOLUTELY the most cursed part of that programme was the fact that there wasn't really much dialogue... it was mostly gibberish and babbling.
I honestly think that Canadian children experienced a weirdly large number of puppet tv shows. Along with Téléfrançais and Nanalan', there was also:
Tipi Tales
Wonderful storytelling, but... interesting... puppets
Kids' CBC (specifically, Mamma Yamma)
The morning children's programming block, which had two human presenters and a number of puppets, including Mamma Yamma, a talking yam (?)
and Mr. Dressup
An art and culture-type program (like Mr. Rogers in the US) hosted by "Mr. Dressup" and the puppets Casey and Finnigan. This one was one of my childhood favourites, so I have some very happy memories with these specific puppets. I had multiple VHS tapes of Mr. Dresssup.
I'm sure there were also others, that I can't think of off the top of my head.
I love Canadian programming, haha! :D
The Other Cursed Canadian Puppet Show
So, I introduced some lovely people to the horror that is Ananas from Telefrancais.
(^^^this mf)
But there is another cursed Canadian puppet show, not as nightmare-inducing as Telefrancais, but still cursed.
And that would be Nanalan'. I can't even remember if there were actual words in it, all I know is that I had some episodes on VCR and felt like I was in a fever dream.
I am not sorry <3
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REGAL ACADEMY o refúgio para contos de fadas
💚🇧🇷:
Neo Rose:
Finalmente vamos ver a Rose Cendrillon grigiastro, talvez eu mude o sobrenome dela.
Rose é uma garota de cabelos loiro manteiga e olhos azuis como um cristal de gelo, por algum motivo ela tem merchas rosas em seus cabelo, talvez ela tenha tigido para se destacar um pouco, ela sempre gostou de contos de fadas, mesmo que passaram anos e ela já era uma adolescente, ela nunca deixou de gostar dos contos de fadas que sua mãe a contava antes de dormir, Atualmente ela mesma lê livros de várias versões de uma só história de contos de fadas. muitos dos seus colegas em sua escola a viam como infantil pelo seu amor por contos de fadas, embora ela também tenha um bom gosto para casados e sonha em ter uma loja de sapatos de todos os tipos, diria que alguns alunos aproveitam que ela não consegue se encaixar para a fazerem de capaxo e se aproveitarem dela, pelo fato dela ser bastante proativa e dedicada em suas tarefas.
Em mais um dia frustrante após a escola, Rose decide esfriar a cabeça indo para a biblioteca da idade, por terem chegado novos livros lá, procurando pelas estantes ela encontra um livro que a chama a atenção pela capa incomum e ao ler a capa descobre o título: "REGAL ACADEMY o refúgio para contos de fadas" curiosa ela abre o livro para saber do que se tratava e ao finalmente chegar no primeiro capítulo lê uma frase que pensava ser um crédito a alguém em voz alta, mas oque aconteceu foi que acabou sendo sugada para dentro do livro e parando em um lugar que com certeza não era da sua cidade.
💙🇺🇸:
Neo Rose
Finally we'll see Rose Cendrillon grigiastro, maybe I'll change her last name.
Rose is a girl with butter blonde hair and blue eyes like an ice crystal, for some reason she has pink streaks in her hair, maybe she dyed it to stand out a little, she has always liked fairy tales, even though years have passed. and she was already a teenager, she never stopped liking the fairy tales her mother told her before bed. Currently, she herself reads books with several versions of a single fairy tale story. Many of her classmates at her school saw her as childish due to her love of fairy tales, although she also has good taste in marriage and dreams of having a shoe store of all kinds, I would say that some students take advantage of what she is unable to do. fit in to act as a cloak and take advantage of her, due to the fact that she is very proactive and dedicated to her tasks.
On another frustrating day after school, Rose decides to clear her head by going to the old library, because new books have arrived there, looking through the shelves she finds a book that catches her attention due to its unusual cover and when reading the cover she discovers the title: "REGAL ACADEMY the refuge for fairy tales" curious she opens the book to find out what it was about and when she finally reaches the first chapter she reads a sentence that she thought was a credit to someone out loud, but what happened was that it ended being sucked into the book and ending up in a place that was definitely not in her city.
❤🇮🇹: NEO Rose
Finalmente vedremo Rose Cendrillon Grigiastro, magari le cambierò cognome.
Rose è una ragazza dai capelli biondo burro e dagli occhi azzurri come un cristallo di ghiaccio, per qualche motivo ha delle mèches rosa tra i capelli, forse li ha tinti per risaltare un po', le sono sempre piaciute le favole, anche se sono passati anni. ed era già un'adolescente, non ha mai smesso di apprezzare le fiabe che sua madre le raccontava prima di andare a letto. Attualmente lei stessa legge libri con diverse versioni di un'unica fiaba. Molti compagni della sua scuola la vedevano infantile a causa del suo amore per le favole, nonostante abbia anche buon gusto in fatto di matrimonio e sogni di avere un negozio di scarpe di tutti i tipi, direi che alcuni studenti approfittano di quello che è incapace di adattarsi per fungere da mantello e approfittarsi di lei, poiché è molto proattiva e dedita ai suoi compiti.
In un'altra giornata frustrante dopo la scuola, Rose decide di schiarirsi le idee andando nella vecchia biblioteca, perché lì sono arrivati nuovi libri, guardando tra gli scaffali trova un libro che cattura la sua attenzione per la sua copertina insolita e leggendo la copertina lei scopre il titolo: "REGAL ACADEMY il rifugio delle fiabe" incuriosita apre il libro per scoprire di cosa tratta e quando finalmente arriva al primo capitolo legge ad alta voce una frase che pensava fosse un merito per qualcuno, ma cosa quello che è successo è che finì per essere risucchiata dal libro e finire in un posto che sicuramente non era nella sua città.
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Non mettere le mani in tasca
Gli studi universitari mi hanno portata lontana da questo blog, ma dopo i recenti avvenimenti non posso restare zitta. Lo scrittore Antonio Scurati sarebbe stato ospite della trasmissione di Serena Bortone, CheSarà, e avrebbe letto un monologo sul 25 Aprile e sul delitto Matteotti. Il tutto è stato bloccato all'ultimo dal nostro Governo, giustificandosi prima con una motivazione di natura economica e in seguito con un per "questioni editoriali". La Bortone ha di conseguenza deciso di leggere il suddetto discorso in diretta, procurandosi una diffida e la chiusura del programma.
Dopo aver appreso la vicenda, sarà perché ormai sono sommersa dallo studio o per una semplice associazione mentale, mi vengono in mente le parole di un filosofo austriaco, Karl Popper, sulla questione della democrazia e della libertà di parola.
Non voglio farvi una lezione di filosofia politica in questo post, vi basti solo sapere che secondo Popper esistono due tipi di società, una aperta e una chiusa. La società chiusa è governata da dogmi indiscutibili che portano alla piena sottomissione gli individui, mentre la società aperta ammette l'esistenza del dialogo e della libera discussione critica. Nella società aperta la libertà di pensiero è un valore radicale, perché senza di essa la nostra democrazia non potrebbe essere in grado di evolversi ed adattarsi alle nostre esigenze. E allora io mi chiedo, non siamo forse una società aperta? o forse lo eravamo, o forse ci siamo illusi di esserlo. Ora più che mai ho l'impressione che non possiamo considerarci tale.
Presidente, io comprendo quanto per Lei sia necessario il consenso delle masse, quanto possa essere potente l'uso dei mass media per poterlo ottenere. Non è la prima che utilizzerà questo mezzo per i suoi scopi e sono certa che non sarà l'ultima. Ma le voglio solo dire questo: la censura non è mai la risposta. Ciò che ha commesso è un fatto gravissimo che conferma il suo valore come personaggio politico e soprattutto il suo valore umano.
Mi rifiuto categoricamente di sentirmi rappresentata da Lei.
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🔥È MORTO CHIUSO IN UN AUTO NELL'ESTATE ROVENTE🔥
❌❌❌#COLPO DI #CALORE NEL #CANE
Ecco cosa fare.
L’ipertermia è un termine che descrive un aumento eccessivo della temperatura corporea. Tale incremento si verifica in genere come risposta ad un’infiammazione nel corpo o ad un ambiente caldo. Quando un cane è esposto ad alte temperature, si può verificare un colpo di calore. Il colpo di calore è una condizione molto grave che richiede cure mediche immediate. Una volta che i sintomi del colpo di calore sono stati individuati, c’è davvero poco tempo per intervenire, minuti preziosi che possono evitare gravi conseguenze e addirittura la morte.
I cani non sudano attraverso la pelle come gli esseri umani, ma manifestano la sensazione di caldo principalmente ansimando e sudando dai piedi e dal naso. Se un cane non può espellere efficacemente il calore, la temperatura interna del corpo comincia a salire. Una volta che la temperatura del cane raggiunge il limite, i danni al sistema cellulare del corpo e agli organi possono diventare irreversibili. Purtroppo, troppi cani sono vittime di colpo di calore quando si sarebbe potuto evitare. Imparate a riconoscere i sintomi del colpo di calore e ad evitare che questo succeda al vostro cane.
Aumento della temperatura rettale.
Il cane ansima affannosamente.
Le gengive sono di un colore rosso scuro.
Le mucose di gola e bocca sono secche.
Il cane è in posizione supina e non vuole o non riesce ad alzarsi.
Il cane sviene e perde coscienza.
La saliva è densa.
Vertigini o disorientamento.
Cosa fare se si sospetta un colpo di calore.
Se avete anche il minimo sospetto che il vostro cane stia subendo un colpo di calore, è necessario intervenire immediatamente. In primo luogo, spostate il cane lontano da fonti di calore e al riparo dal sole immediatamente.
Iniziate il raffreddamento del corpo del vostro cane ponendo stracci bagnati freschi in particolare alle zampe e intorno alla testa.
Non usate mai ghiaccio o acqua molto fredda. Il freddo estremo può causare il restringimento dei vasi sanguigni e l’ipotermia.
Offrite al vostro cane acqua fresca, ma non forzate l’acqua nella bocca.
Telefonate o recatevi dal vostro veterinario subito, anche se il vostro cane sembra stia già meglio. I danni interni potrebbero non essere evidenti ad occhio nudo, quindi un esame completo è sempre necessario.
Ci sono molti modi per prevenire il colpo di calore:
Non lasciate mai il cane solo in macchina in una giornata calda, indipendentemente dal fatto che i finestrini siano aperti. Anche se la temperatura fuori non è molto alta, l’interno della vettura si comporta come un forno: la temperatura può salire a livelli pericolosamente alti in pochi minuti.
Evitate di fargli fare esercizio fisico intenso nei giorni caldi. Oppure, optate per zone d’ombra.
Mettete acqua fresca a disposizione del cane in ogni momento.
Alcuni tipi di cani sono più sensibili al calore, in particolare i cani obesi e le razze brachicefalo come i Bulldogs. Usate estrema cautela quando questi cani sono esposti al calore.
Alcuni cani possono riprendersi completamente dal colpo di calore, se viene trattato con sufficiente anticipo. Altri subiscono un danno permanente agli organi e richiedono trattamenti farmacologici per tutta la vita. Purtroppo, molti cani non sopravvivono al colpo di calore. La prevenzione è dunque la chiave per mantenere il vostro cane al sicuro durante la stagione torrida.
Gabriella Dimastrodonato
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IL VALORE DEL TOCCO
Il contatto tra due persone credo sia la cosa più complicata che si possa creare
E no, non parlo di contatto fisico, del rapporto sessuale, quello lo possono raggiungere tutti.
Parlo del contatto tra due anime, quando si crea un legame talmente intimo e forte che va oltre il semplice contatto fisico.
Parlo della leggerezza di stare insieme.
Della complicità e della voglia di passare del tempo insieme.
Parlo della capacità di capirsi da uno sguardo e del sentirsi uniti anche in mezzo alla gente.
In questi tipi di rapporti il contatto fisico sembra essere l'unica cosa che conta, ma in realtà è molto di più.
Il contatto fisico nasce dalla necessità di sentirsi vicino, di esserci l'uno per l'altro.
È un modo per lasciare nell'altro un ricordo della nostra presenza anche quando si è lontano.
Come quando si è da soli nel letto e si pensa ' qui ci siamo abbracciati' e spunta un sorrido sincero.
È questo il ruolo del contatto fisico, lasciare un'impronta, un segno indelebile nell'altra persona.
Percepire il suo calore e il suo profumo a distanza di tempo.
Ma se le anime non si incontrano tutto questo è il risultato di impulsi fisiologici e come tale perderebbe il suo significato profondo.
Ma se le anime si sono riconosciute, sentirsi vicini non diventa più una necessità fisica ma un bisogno dell'altro, empatizzarci, percepire i suoi stati d'animo e i suoi sentimenti.
Un abbraccio lo sanno dare tutti, ma abbracciare l'altro nella sua integrità non è cosi facile, è come se si spogliasse l'altro del suo lato fisico e i due corpi si fondessero l'uno dentro l'altro, le arterie e il sangue diventassero una cosa sola, i cuori batteressero all'unisono e tutti i pensieri sparissero.
Questo è il significato più profondo di un abbraccio, diventare una cosa sola.
È come se quell'abbraccio urlasse semplicemente 'eccomi, sono qui per te come tu lo sei per te'
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Testimonianza di un convertito...
(Quarta parte)
Rimasi lì seduto tutta la serata a fare sarcasmi sul film e presi molto interesse per Nicky Cruz. Vedete, voi pensate con una mente e ora come Cristiano anch'io penso con la stessa mente ma come stregone pensavo con una mente diversa: Dave Wilkerson (Il pastore) era il nemico e Nicky Cruz (il criminale) era l'eroe. Cosi, rimasi seduto e pensavo questo tipo è in gamba e convertirà il predicatore... e poi lui si salvò! Ora, quel termine non voleva dire niente per noi ma quando poi lui cambiò dal vecchio Nicky Cruz, al nuovo Nicky Cruz, allora quello davvero significava qualcosa: era impossibile! Se Nicky Cruz era cambiato era davvero un miracolo incomprensibile a qualsiasi stregone. Veramente incomprensibile!
La pietra angolare tutto il fondamento della stregoneria è che non si può far un sortilegio non si può mescolare una pozione, non si può fare un rito senza una salda conoscenza della astrologia. E' la base, di tutte le pratiche della Stregoneria. Uno dei suoi insegnamenti è che si nasce con una tal personalità e non si può fare niente per cambiarla e la mia, era piuttosto squallida così come era.
Così uscendo da lì mi trovavo in uno stato a dire poco confusionale, di stress mentale, di grande oppressione e di un forte senso di smarrimento. La mia condizione io l'avevo ereditata e tutto ciò che avevano i miei genitori era stato trasferito a me. In altre parole avevo ereditato i loro demoni o alcuni simili a loro. E cosi, io non ero mai stato libero dal momento in cui quel dottore mi aveva dato la pacca sul sedere in sala parto, fino a tale notte del '72. Forse voi quando vi siete salvati vi siete sentiti meravigliosamente, ma non penso, che vi siate sentiti così tanto meravigliosamente di me, quando mi sono salvato io!
Per la prima volta potevo pensare da solo senza questo peso, come del cotone nella mia testa; è più o meno il solo modo per descriverlo. E la mia sensazione era quella che se mi avessero ucciso uscendo da quel posto ora io, sarei morto felice. E me ne andai senza pensare a nessun pericolo. La notte seguente tornai dicendo: "Vorrei vivere abbastanza a lungo da potermelo godere!". Ed il motivo era che non si abbandona la Stregoneria una volta che si è stati iniziati: una volta dentro, dentro per sempre! La mia vita ora, ogni giorno, è in continuo pericolo: quella di mia moglie e la mia e quella di tutte le persone che ne sono poi uscite. I Cristiani rimangono stupefatti, quando dico loro, che il più grande mago, stregone che sia mai esistito fu re Salomone. Quando tornò indietro, tornò veramente indietro! E come tutte le cose che ha scritto nella Bibbia, sono davvero grandi cosi altrettanto grandi sono quelle scritte nella Bibbia della Stregoneria!! Gli stessi riti di iniziazione e anche come preparare Bibbie della Stregoneria o come evocare demoni, sono tutte cose scritte e create da lui. Questi che seguono sono tipi di gioielli creati mediante la istruzione demoniaca per persone molto importanti.
Prima di raccontarvi cosa significano, io voglio dirvi questo: "Era impossibile comperare questi ornamenti, eccetto la croce ansata, al di fuori di un negozio di Stregoneria", fino a pochi anni fa. Erano fatti a mano, da gioiellieri appartenenti al sacerdozio, e venduti solo agli stregoni iniziati nei negozi di occultismo. "Da allora gli illuminati hanno deciso che uno degli scherzi peggiori che potevano fare ai Cristiani era mettere loro questi gioielli attorno al loro collo e sulle loro mani". E il motivo è: "Che questa roba attira i demoni" "Essi si abbarbicano nei posti dove la si trova".
Ora, se rimanete scioccati nel vedere di seguito la Stella di David è perchè solo recentemente è stata chiamata la Stella di David. Per migliaia di anni era stata chiamata Esagramma o Sigillo di Salomone.
Ora, quandob una strega, vuole praticare atti di Stregoneria si mette un pentacolo che è la stella a cinque punte dentro a un cerchio, che è la loro forma di protezione più forte. Dopo, depongono questa stella a sei punte, cosi detto esagramma, l'inglese "hex", che vuole dire "fare magia nera o lanciare un sortilegio su qualcuno". Cosi che, la mettono in un cerchio sul pavimento e questo fa apparire i demoni, secondo le loro istruzioni. È il segno più "maligno della Stregoneria". Lo so che forse, non riesco a farvi capire, quello che vorrei farvi capire, ma è molto pericoloso avere quell'affare. La "stella a cinque punte" dentro al cerchio, il pentacolo con una punta verso l'alto, significa Stregoneria; con due punte verso l'alto significa culto del demonio o Satanismo.
È interessante notare, che il simbolo della stella orientale, è una stella a cinque punte con le due punte in su. Simboleggia la testa di capra, che secondo i satanisti rappresenta il diavolo ed essi usano questa testa di capra e la adorano proprio come adorassero il diavolo stesso. (Segue)
Fine quarta parte
lan ✍️
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Disperato erotico stomp!
Disperato. capitolo 1.
Per Marcello, la disperazione è un sentimento da evitare, l'emotività che ne consegue, è alienante al punto tale da farlo sentire fisicamente male. Quando ci si è trovato di fronte, si è lasciato colpire. Succede, di non essere pronti. Succede, di non saper recitare la parte del cavaliere indomito e coraggioso. È successo anche a lui, di fronte all'amore. Si lasciava legare, e si accertava che il nodo fosse ben stretto ma, quando quel nodo veniva sciolto, violentemente slegato non per suo volere, era immediato smarrimento. Vuoto attorno.
" Ho sentito sofferenza. In quale altro modo si sente la passione?"
Si interrogava, su come chi amava avrebbe potuto vivere senza la sua protezione, come l'occhio di qualcun'atro avrebbe potuto essere così attento, se non fosse stato il suo.
"Lungamente Eros mi ha guardato coi suoi occhi lunghi, in me è solitudine e io nel mio letto resto sola...". "Saffo".
Appunto.
Erotico. capitolo 2
L'eros, il motore. Marcello di passioni si nutriva, chi non lo farebbe?! A lui, di "eros" gliene hanno attribuito molto. Il connubio visivo di un gesto da seduttore navigato, le "conquiste", e di nuovo, le etichette da sconfiggere fanno la somma. Suo malgrado, erotico, lo era innatamente, a suo modo. Senza esserlo in modo disturbante, tanto da "star simpatico" anche agli uomini, mentre le loro donne sognavano. Eroticamente innocente, quasi in modo "femminile", da rasentare una certa delicata e non sfacciata "ambiguità". Nonostante la stereotipia, la giacca scura, le spalle larghe, la camminata sicura, lo sguardo seduttivo indossato apposta per l'occasione, era delicato. Erotico, per lui, era tutto ciò che precedeva l'atto, il momento. Erotica era l'intelligenza della sua donna.
Stomp. Capitolo 3.
"Smick, Smack, smick Smack", lo vedi giocare mentre si parla di sesso. In ogni film che toccava l'argomento, l'ironia era la chiave vincente. L'apoteosi dell'ironia si fa sequenza in " Città delle donne" di Federico Fellini, il vecchio Snáporaz, si ritrova nel tempio di "Sante Cazzonius", dove si fa strada tra un cimitero di orgasmi e donne di tutti i tipi. Marcello asseconda il percorso, si intimidisce, ma curioso alimenta il suo voyeurismo sull'argomento. Quasi, non fosse altro, che una parabola della sua vita privata. In molti si sono messi in cattedra per approfondire la materia e a domanda, rispondeva sempre geniale con ironia, e Fellini, suo complice se ne veicolava. In realtà lo facevano entrambi. Sgulp! E il curiosone era additato, tutti i riflettori erano sulla sua malizia.
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Best and Worst representation of Native Women/girls in media you had growing up?
It's a bit up to personal taste because I have a real preference for characters that "just happen to be Native" whether or not it’s a huge part of their personality. Eg. I liked Jesse from Infinity Train but some Indigenous people didn't think his culture was included enough.
As a side note there is like...no Coast Salish rep specifically that I grew up with. And though pan-Indigeneity is an issue, I do think we can all relate over similar experiences and post-contact shared culture.
It's also worth noting there just wasn't much rep when I grew up in the late 90's-early 00's. Some was good but it was mostly absent which, along with growing up surrounded by white people after we left the rez, made me really hate my features and background. People say "kids don't care about rep!!" but my "self-inserts" as a kid were blonde, blue-eyed white girls and I wanted invasive plastic surgery on my Native features well into my 20's : ))))) So : )
(Also keep in mind I only liked shows without real people until I was around 20 because I have uhhh undiagnosed something)
Under cut because I talk too much:
Best first:
I'm not Native Hawaiian but I think Lilo and Nani were good, and the problems they dealt with are things I and many Natives can sadly relate to (child protection constantly breathing down their necks, being ripped away from family). I've also seen Native Hawaiians say it was decent rep. Also there were aliens and they were good characters in their own right. I loved them!! I love that film!! There is an issue with the character designer being a white guy who is weird about Hawaiian women……but the writing itself is good.
I grew up with Tipi Tales which was a puppet show about an Ojibwe family and I enjoyed watching it in the wee hours as a kid. Some Canadians call it 'creepy looking' but I don't experience the uncanny valley so I just liked it. I looked like the younger girl as a little kid lol.
Avatar the Last Airbender and the water tribe were cool!!! I love Katara, even if some of the fandom has been weirdly critical of her. She's 14 and has too much responsibility and trauma, guys...come one. Also I love Korra although I only watched LoK as an adult. People also weirdly hate her?! Mostly men though.
Worst or not great:
Most other things Disney put out, ESPECIALLY Pocahontas. Still grinds me today that they romanticized a real little girl's trauma in that gross way.
I did have a huge crush on Chel but El Dorado has a ton of issues like demonizing Indigenous culture and oversexualizing her. Sure she awakened something in ME which is neutral, but also in people who grew up to see Native women as lesser humans or objects so...net negative.
Emperor's New Groove is definitely not culturally accurate but Yzma slays and I love her. Not a “worst” thing I just want to mention her ftftft.
Uh, overall I'm just happy there's so much MORE decent rep now in kids' media. Current examples:
(L->R Molly Mabray, Jesse Cosay, and Charles Little Bull)
(2 are dudes but you get where I'm going with it. I especially love Charles because he's just...a nerd. I'm happy that we get to be awkward nerd side characters now, it's so real to me.)
Also I see Simon Petrikov as Indigenous/mixed Indigenous (several possibilities, even Salish) which I won't go into here but I can. No one can change my hc btw.
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Krzysztof Kieślowski parla di Film Bianco e del montaggio:
tutti e tre i film iniziano allo stesso modo, nei sotterranei della civiltà e della tecnologia.
Il primo film inizia sotto una macchina, il secondo inizia con un nastro trasportatore all'aeroporto, e il terzo, con la macchina da presa che scorre sulle linee elettriche.
Volevamo mostrare il fatto evidente che noi usiamo tutti i tipi di oggetti ogni giorno, senza nemmeno renderci conto quanto sono complicati e potenzialmente pericolosi questi oggetti.
Questo vale per tutti gli inizi.
Qui, il film parte con delle valigie sul nastro trasportatore.
Un po' prima. Qui. Da qui partono i titoli di testa, valigie su un nastro trasportatore.
Poi abbiamo un'inquadratura in cui mostriamo la gamba del protagonista.
Ciò che è importante in questa inquadratura è che il protagonista sta battendo i piedi.
Non sta camminando davvero. Ha fretta, va da qualche parte, ma la sua camminata è goffa, le scarpe che indossa, il suo cappotto poco attraente, il suo abbigliamento non è elegante (è un eufemismo)
tutto questo è molto importante per noi.
La cosa principale era collocare il protagonista in un ambiente appropriato, un luogo dove possiamo vedere che non si adatta.
Era veramente importante.
C'è una scena piuttosto lunga realizzata con inquadrature a figura intera per poter vedere il protagonista nella sua interezza, il suo aspetto, la sua goffaggine.
Non è alto.È perso. Si pulisce le mani sulla giacca. Sembra un pò spaventato dalle macchine.
Qui attraversa la strada con Marin Karmitz, che lavorava come comparsa. Si pulisce le mani. Ha paura delle macchine.
E allora abbiamo avuto l'idea, durante il montaggio, che il film non avrebbe dovuto iniziare così.
Così, durante il montaggio, abbiamo deciso di far entrare in scena il protagonista, nel modo più sintetico possibile, in tribunale per il divorzio.
Così, per portarlo lì in modo rapido e sintetico, ho pensato di usare le valigie più volte. Innanzitutto, un primo piano delle valigie…
Nella seconda inquadratura, qui, le valigie sul nastro trasportatore, la telecamera mette chiaramente a fuoco una delle valigie. La individua. La osserviamo.
Lì, abbiamo raggiunto il tribunale, e saltiamo una parte del percorso al passo successivo.
Ecco, è una piccola aggiunta. Mi hai chiesto come monto. Lo puoi vedere lì. Ho visto che questa inquadratura non era convincente.
Mancava qualche dettaglio, come un primo piano sulle gambe o altro che ci permettesse di effettuare la transizione sul primo piano del protagonista. Lì.
Questo primo piano non era bello, e anche questa panoramica non aveva un bell'aspetto. L'ho visto durante il montaggio.
In seguito, abbiamo girato in un'altra location, sui gradini di una chiesa a Parigi, la scena con i piccioni. Questo ci ha permesso di andare dai piccioni alla sua faccia.
Naturalmente, è ovvio, questo protagonista marchiato dal piccione, è una specie di archetipo. Se si marchia qualcuno, non importa con cosa lo si marchia, sai che quello diverrà importante nella storia.
Qui siamo sul primo piano. Vediamo chiaramente cosa è successo. Non è un documentario, perciò non è un vero piccione.
Michel, il nostro ragazzo degli effetti speciali, che stava proprio qui su una scala alta, ha premuto lo stantuffo di una siringa riempita con quelli che sembravano escrementi di piccione.
In un certo senso, questa particolare scena riassume perfettamente l'intero film. Il protagonista spaventa il piccione, il piccione vola via, e lui rimane là,
sorridendo dolcemente, guardando il piccione, finché il piccione non gli caca sulla spalla.
Allora, ovviamente, sente che il destino lo sta maltrattando. Stava osservando questo piccione con una tale gioia che si sente umiliato.
Il tema del film è l'umiliazione gli uomini non sono e non vogliono essere uguali. Il film è anche sull'uguaglianza.
Il protagonista non è allo stesso livello di tutti gli altri. Nella prima scena, gode di qualcosa che si alza nel cielo, che svolazza in maniera molto bella,
e questo oggetto di intenso piacere gli procura dolore. Viene immediatamente umiliato, non solo perché il piccione caca sulla sua spalla, ma perché il suo candore nei confronti della natura lo ha tradito.
Il piccione simboleggia la natura anche se la scena si svolge in città. Volevamo davvero che Zbigniew trasmettesse questo messaggio.
#krzysztof kieslowski#montaggio#film bianco#three colors: white#editing#interview#intervista#video#english subtitles#french subtitles
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In un libro dal titolo promettente (ma che non mantiene le promesse), Billy parla di “questo accordo in qualche modo consustanziale della carne e del fondotinta”, un “non so quale accordo della carne con la civilizzazione”. Ma ora sappiamo che ciò che mantiene questo accordo tra la natura e la Persona è l’atto stesso d’interiorizzare la natura sotto forma di Persona, è la coscienza. Tale coscienza è essenzialmente situata nel collo, nelle caviglie, sono queste le aree della grazia: le caviglie, o meglio ancora, le scarpe con il tacco alto, coscienza del peso del corpo, e il collo, coscienza del peso della testa. Per Altri-maschile, al contrario, il collo non è mai cosciente. Si distinguono due tipi di trucco. Da una parte il trucco delle superfici, a base di pasta e di polvere, che consiste nel rendere la superficie assolutamente liscia, “insignificante” in senso etimologico, inespressiva, al fine di proteggerla dal suo essere intenzionata, dal rivelare qualsiasi traccia di esteriorità (rughe, cicatrici ecc.). Dall’altra parte il trucco delle cavità: esso richiama all’interiorità. Qualche volta, l’esteriore si interiorizza: il mascara nero che circonda l’occhio fissa lo sguardo e lo rende interiore a se stesso. Altre volte l’interno si esteriorizza, ma mantenendo, al di là della sua esteriorizzazione, il suo essere interiore: le labbra dipinte di rosso rappresentano l’apertura verso fuori di una densa interiorità, mentre il colore rosso sembra esso stesso estendersi verso l’interno, e questo rosso che va sempre oltre, sotto la pelle, sotto la superficie, alla quale dona una tinta rosea; in questo modo, il trucco delle cavità s’impossessa anche delle superfici. E non solo le labbra, ma anche le unghie: anche qui il rosso si prolunga, si estende fino al punto in cui si rinuncia all’assurda abitudine di lasciare le mezzelune bianche. Il problema delle sopracciglia si pone insieme a quello della confluenza dei due tipi di trucco. I capelli della donna sono segno di una proliferazione, un’esuberanza interna, un’inesauribile fecondità interiore. Ma non è poi più o meno questo il significato del pelo in generale? Perché, allora, ella depila le sue sopracciglia? Perché, malgrado le apparenze, le sopracciglia sono il segno di un’esteriorità, o piuttosto, il segno di una frontiera tra l’interno e l’esterno: sotto le sopracciglia c’è l’interiorità degli occhi; sopra di esse l’esteriorità della fronte. Ma la donna annulla ogni confine tra l’interiore e l’esteriore, cerca di ridurre il più possibile l’esterno all’interno per assicurare il primato di quest’ultimo: da qui la riduzione delle sopracciglia. Attraverso la loro depilazione si realizza la confluenza dei due tipi di trucco. Ci sono ulteriori segni di proliferazione interiore: il neo, o le lentiggini. “Non pensare alle lentiggini come a un difetto. Esse pongono rimedio al suo colorito, fanno sembrare la sua pelle un’essenza rara, come accade per i legni preziosi. Da allora, più di una volta e senza rendermene conto, mi sono trovato a cercare queste macchie sui bei visi, e mi sono ritrovato leggermente deluso dalla loro assenza”
Gilles Deleuze, Da Cristo alla borghesia e altri scritti
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The Use of Wickiups and Tipis in Apache Culture
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Shelters of Resilience: The Cultural Significance of Wickiups and Tipis in Apache Life
Imagine a scene painted with the glow of a crackling fire, surrounded by the silhouettes of towering mountains under a starlit sky. The warmth radiates not just from the flames, but from the laughter and stories shared among family and friends gathered within the comforting embrace of a wickiup. This is not merely a structure; it is a cradle of culture, a testament to the enduring spirit of the Apache people. As we delve into the world of these traditional dwellings, we uncover not only their practical roles but their profound cultural significance that resonates through generations.
Apache Family Gatherings: More Than Just Shelters
At first glance, one might see the wickiup and the tipi as mere shelters against the elements. However, they are much more—they are living embodiments of Apache identity. Constructed from natural materials, these dwellings symbolize the Apache’s intricate relationship with their environment. The wickiup, built from branches, grass, and dirt, is a structure that allows mobility, while the conical tipi, adorned with animal hides, stands tall against fierce winds and snow. Together, they create spaces of comfort and community, where family ties are forged and stories are passed down like precious heirlooms.
Picture a chilly evening in the heart of the Apache territory. Families gather around the fire, the flickering light illuminating the faces of elders and children alike. The aroma of roasting meat fills the air, mingling with the scent of cedar smoke. It is within these walls that the fabric of Apache culture is woven—where teachings of respect, survival, and unity echo through time. Here, storytelling takes center stage, as elders share tales rich with wisdom, teaching younger generations about their heritage and the delicate balance of life within nature.
Historical Context: Dwellings that Adapt
The Apache people have navigated the rugged landscapes of the Southwestern United States for centuries, their lives deeply intertwined with the rhythms of nature. Their nomadic lifestyle necessitated a design that was both practical and adaptable. Wickiups and tipis are perfect illustrations of this ingenuity.
Wickiups, with their low-profile design, are easily constructed and dismantled, allowing families to follow game and seasonal vegetation. Meanwhile, tipis, characterized by their sturdy wooden poles and animal hides, provide warmth and shelter during harsh winters. The very structure of these dwellings reflects the Apache's resourcefulness, their ability to adapt to varying climates, and their profound respect for the land that sustains them.
These homes also serve as cultural hubs. They are venues for rituals, storytelling, and communal gatherings, safeguarding the Apache way of life. Each structure is a canvas painted with history, spirituality, and the teachings of ancestors, carrying the weight of their wisdom into the future.
Cultural Significance: The Spirit of the Apache
Within the Apache community, wickiups and tipis are not just physical structures; they are symbols of resilience and adaptability. The symbolism is woven into the very fabric of these homes. The conical form of the tipi, for example, is a marvel of design—its shape effectively sheds snow and withstands powerful winds, much like the Apache people who have thrived against the odds.
Within these walls, the spirit of the Apache is alive. Shasta, an elder, sits with the youth around a fire, sharing tales that breathe life into the past. He speaks of the wickiup’s mobility, a reminder that adaptability is key to survival. With each flicker of the flames, he recounts how, like the wickiup, the Apache people have moved and evolved over time, always honoring their connection to the earth.
Conversely, he highlights the warmth of the tipi—a sanctuary during the coldest months. “These structures,” he says, “are not just homes; they are our teachers.” They carry lessons of unity and respect for nature, reminding the younger generation of their place within the larger web of life.
Modern Relevance: Lessons for Today
In an era where sustainability and community bonds are increasingly vital, the principles embodied in Apache dwellings resonate loudly. The construction techniques of wickiups and tipis reveal a deep understanding of natural resources and climate adaptation. Their designs utilize local elements for heating and cooling, showcasing a blueprint for modern sustainable living that emphasizes harmony with the environment.
Architects and urban planners today can glean invaluable insights from these traditional structures. The communal nature of wickiups and tipis fosters social connections, suggesting that modern architecture could benefit from integrating shared spaces that encourage fellowship and cultural exchange. Imagine urban designs that echo the Apache philosophy—a blend of sustainability and community that nurtures both the environment and the people.
Moreover, the wisdom embedded in these structures is a reminder of our responsibility to the planet. As climate change looms, the Apache way of life offers a path forward, one rooted in respect for nature and the interconnectedness of all living things.
Conclusion: Honoring Heritage and Wisdom
As we reflect on the significance of wickiups and tipis, it becomes clear that these structures are far more than mere shelters; they are profound symbols of resilience, adaptability, and cultural identity. The Apache people constructed these homes as reflections of their values and their deep understanding of the land.
In a world increasingly disconnected from nature, the teachings of the Apache resonate louder than ever. They remind us of the importance of community, the necessity of sustainability, and the wisdom that lies in honoring our roots. As we gather around our own fires, let us remember the enduring spirit of the Apache and strive to integrate their lessons into our lives—embracing the interconnectedness of all beings, and forging a future that respects the delicate balance of our shared home.
In this way, the legacy of the Apache lives on, inviting us to learn, adapt, and grow, just as they have for generations. So, the next time you find yourself around a fire, whether in a wickiup, a tipi, or your own home, take a moment to reflect on the stories that brought you there, and the wisdom that continues to guide you.
About Black Hawk Visions
Black Hawk Visions preserves and shares timeless Apache wisdom through digital media. Inspired by Tahoma Whispering Wind, we offer eBooks, online courses, and newsletters that blend traditional knowledge with modern learning. Explore nature connection, survival skills, and inner growth at Black Hawk Visions.
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La caccia alle streghe
Non c’è nessun dubbio che la caccia alle streghe fu una immane tragedia che causò la morte di un altissimo numero di donne a causa del fanatismo religioso di quel periodo storico. Nel 1484 Papa Innocenzo VIII attraverso la bolla Summis desiderantes conferì a due predicatori domenicani Sprenger e Kramer il compito di perseguitare e colpire le persone accusate di stregoneria. Iniziò così la caccia alle streghe. Secondo i due predicatori domenicani tedeschi autori del “Malleus Malleficarum” ovvero “Il martello delle streghe” la maledizione delle streghe consisteva oltre che nelle loro conoscenze del mondo invisibile e sovrannaturale nei rapporti sessuali che esse instauravano con il diavolo e con i demoni. In quel periodo storico esisteva la convinzione che le streghe fossero una minaccia per la collettività. La sessualità e le arti magiche delle quali le streghe erano considerate esperte conoscitrici erano per gli inquisitori gli elementi sovvertitori della società che determinarono. In questo articolo cercheremo di comprendere quali furono le cause che determinarono la crudele e folle caccia alle streghe. Prima di intraprendere tale compito ed elencare tali cause riteniamo opportuno precisare che la maggior parte delle donne mandate sul rogo come streghe erano innocenti. Del resto quando si scatenano le psicosi collettive la maggior parte delle persone che in tutte le società , la paura del diavolo ne fanno le spese sono assolutamente innocenti. Detto ciò elencheremo le cause della caccia alle streghe: la misoginia la paura delle streghe la paura del diavolo la ricerca di un capro espiatorio individuale collettivo i mutamenti del sistema giudiziario e il fanatismo religioso degli inquisitori. Cominceremo col prendere in considerazione la misoginia predominante nel periodo storico in cui avvenne la caccia alle streghe. Gli autori del Malleus Malleficarum mettono in evidenza che secondo l’Antico Testamento fu la prima donna Eva a causare la caduta nel peccato del genere umano. I due autori del Malleus mettono i mostra una misoginia senza limiti come dimostrano le parole da essi scritte in tale libro: “Se non ci fossero le malvagità delle donne anche senza parlare di stregoneria il mondo rimarrebbe spoglio di innumerevoli pericoli”. Ma Spengler e Kramer non erano gli unici a cadere nella misoginia in quel periodo storico, infatti dobbiamo mettere in evidenza che da parte dei teologi di quel periodo storico pensavano che la donna in quanto discendente di Eva era “Ianua peccatorum” ovvero porta di tutti i peccati. Il dio che emerge dalle pagine del Malleus è un dio intollerante fino all’inverosimile verso qualsiasi forma di deviazione dell’ordine vigente. Purtroppo dobbiamo dire che la quasi totalità dei teologi di quel periodo storico erano caratterizzati da un odio verso il mondo femminile elevato alla ennesima potenza. Tali teologi ed inquisitori esprimevano molto spesso giudizi molto negativi intorno alle donne per il semplice fatto che Eva aveva ceduto alle tentazioni del diavolo nel Paradiso Terrestre. Sempre nel Malleus Malleficarum troviamo altre parole molto offensive e misogine nei riguardi delle donne . ” Le donne già per il loro corpo sono preferite per la prostituzione diabolica.” Da quanto abbiamo detto finora appare evidente che il concetto di donna che era presente nella mente della maggior parte dei teologi e degli inquisitori era intriso di odio e di disprezzo nei riguardi delle donne considerate una facile preda delle tentazioni del diavolo. Certamente tale misoginia annebbiava la mente della maggior parte se non di quasi tutti gli inquisitori che non avevano di conseguenza l’obiettività per giudicare in maniera realistica le donne accusate di stregoneria. Un'altra causa importante della caccia alle streghe può senza dubbio esser la fortissima paura delle streghe che esisteva in quel periodo. Tale paura non riguardava solo i componenti delle classi sociali che detenevano i vari tipi di potere ma anche gli individui che facevano parte del popolo. D’altra parte la paura delle streghe è riscontrabile in tutte le società che credevano all’esistenza di tali donne. Per fare degli esempi concreti riteniamo opportuno citare la Mesopotamia, l’antica Grecia Roma e la Persia tutte società queste delle quali esisteva una grandissima paura nei riguardi delle streghe. Tale paura determinò anche la formulazione di leggi molto severe che colpivano le persone che praticavano la stregoneria a tale riguardo basti pensare al codice di Hammurabi che applicava la legge del taglione a quelli che usavano la magia per danneggiare terze persone. Anche nelle XII tavole base del diritto romano esisteva una legge che colpiva le persone che danneggiavano altri utilizzando mezzi magici. Un’altra causa molto importante della caccia alle streghe fu senza dubbio la grandissima paura che gli uomini di quel periodo storico avevano del diavolo e dei vari demoni che obbedivano ai suoi ordini. Gli uomini del medio evo e quelli dell’età moderna erano convinti che il diavolo potesse interferire continuamente e pesantemente nelle vicende degli esseri umani in vari modi. Ad esempio molto temute erano le possessioni demoniache anche perché anche la Bibbia nel Nuovo Testamento citava diversi casi di possessione demoniaca. A tale riguardo ricordiamo che sia Gesù che gli Apostoli dovettero liberare degli indemoniati più di una volta dovettero liberare dal potere del diavolo. Ma la paura nei riguardi dei demoni non si limitava alle possessioni dal momento che si pensava che il diavolo con la collaborazione delle streghe potesse causare ogni altro tipo di problemi agli esseri umani. Altra causa di grandissima importanza della caccia alle streghe fu la continua ed esasperante ricerca di un capro espiatorio per spiegare gli eventi catastrofici che molto spesso colpivano l’umanità nell’era medievale e in quella moderna. Sia che si trattasse di eventi catastrofici a livello collettivo sia a livello individuale. Dobbiamo dire che purtroppo molto spesso le streghe divennero il capro espiatorio di tutti gli eventi catastrofici che si verificavano in quel periodo storico sia a livello collettivo che a livello individuale. Se prendiamo in considerazione gli eventi disastrosi che colpirono la collettività attribuiti all’opera delle streghe non possiamo fare a meno di citare le carestie le epidemie di gravissime malattie le guerre e i terremoti. Invece per quel che riguarda gli eventi catastrofici che colpivano singole famiglie o singole persone attribuiti molto spesso ai poteri delle streghe non possiamo fare a meno di citare le gravi malattie le morti improvvise la morte del bestiame la distruzione di un raccolto per avverse condizioni atmosferiche e qualsiasi altro avvenimento negativo che colpisse i singoli individui o piccole comunità quali ad esempio le famiglie. Quando accadevano questi eventi l’odio popolare si riversava sulle persone considerate streghe che o venivano consegnate alle autorità per essere processate o venivano addirittura linciati da persone inferocite ed arrabbiate. Come sanno tutti i sociologi e gli psicologi sociali quando una persona o un gruppo sociale diventano i capri espiatori di qualcuno su tali capri espiatori su riversa una incredibile e violentissima aggressività distruttiva. Un'altra causa non trascurabile della caccia alle streghe fu il mutamento del sistema giuridico in quel periodo storico mutamento veramente tragico che portò alla legalizzazione dell’uso della tortura per ottenere una confessione di colpevolezza da parte delle persone considerate streghe nonché per estorcere i nomi degli ipotetici complici. Non riteniamo opportuno citare in questa sede tutte le torture che venivano utilizzate contro le streghe ma preferiamo limitarci a citarne due molto crudeli e spietate ovvero la sedia della strega l’ordalia. Per quel che riguarda la prima in Germania molti tribunali erano soliti usare la sedia della strega cioè una sedie di ferro resa incandescente sulla quale veniva fatta sedere l’imputata. Molto usata era anche la pratica dell’ordalia tortura che consisteva nell’immersione con i polsi e le caviglie legate in una fonte d’acqua della presunta strega. Se la donna fosse stata rifiutata dall’acqua ciò avrebbe confermato la sua colpevolezza se invece fosse affondata ciò avrebbe dimostrato invece la sua innocenza. Il problema era che il più delle volte le donne che erano sottoposte a tale tortura annegavano in maniera atroce. Queste torture e molte altre ancora erano usate esclusivamente per il reato di stregoneria poiché questo era considerato il più spregevole dei crimini . Prof Giovanni Pellegrino Read the full article
#cacciaallestreghe#Hammurabi#Ianuapeccatorum#inquisizione#MalleusMalleficarum#martellodellestreghe#stregoneria
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John Cage: 4'33''
Il colore del silenzio
Due opere musicali ci chiedono di considerare ciò che il suono nasconde e il silenzio rivela.
Il 29 agosto 1952, il pianista David Tudor salì sul palco della Maverick Concert Hall di Woodstock, NY, per presentare in anteprima una nuova composizione del compositore sperimentale americano John Cage (1912-1992). Tudor si sedette al pianoforte e aprì il coperchio della chiave, dopo di che non fece nulla finché non lo chiuse più di un minuto dopo. Ha ripetuto questa sequenza due volte, a quel punto la performance, che aveva richiesto quattro minuti e trentatré secondi, è finita.
Il pubblico, sebbene abituato alle opere d'avanguardia, ha reagito con incredulità sbalordita. La maggior parte delle persone non capiva ciò a cui avevano appena assistito, e alcuni non si rendevano conto che era effettivamente successo nulla. La reazione al pezzo di Cage è stata rapida e in gran parte critica, con molte persone che lo hanno definito uno scherzo musicale o addirittura un insulto. Mezzo secolo dopo, quando la BBC ha trasmesso una performance di quello che è diventato noto come 4'33", la seguente reazione dell'ascoltatore ha parlato per molti: "Non ho mai sentito parlare di una cosa così stupida in vita mia! "Dio riposa la sua anima, ma questa ""composizione"" di Cage soffre di arroganza e auto-importanza""." Un altro ascoltatore è stato leggermente più generoso: "Suona molto meglio della maggior parte della musica venduta oggi".
Cage, che era presente alla premiere di Woodstock, ha reagito all'accoglienza negativa del pubblico come segue:
Hanno mancato il punto. Non esiste il silenzio. Quello che pensavano fosse silenzio, perché non sapevano ascoltare, era pieno di suoni accidentali. Si poteva sentire il vento che si agitava fuori durante il primo movimento. Durante il secondo, le gocce di pioggia hanno iniziato a schioccare il tetto, e durante il terzo le persone stesse hanno fatto tutti i tipi di suoni interessanti mentre parlavano o uscivano.
Cage ha detto che 4'33" è stato il lavoro più importante della sua carriera, e vedendolo eseguito di nuovo oggi, sento che voleva che il pubblico ascoltasse se stesso e l'ambiente circostante per raggiungere due obiettivi. In primo luogo, per rivelare i suoni che sono nascosti durante una performance tipica. In secondo luogo, per evidenziare il contributo sonoro del pubblico, un fenomeno che non passa inosservato a meno che non diventi invadente. Perché costringere un pubblico a concentrarsi su questi suoni nascosti per oltre quattro minuti? Mi piace la risposta del critico Kyle Gahnn a questa domanda:
Che ne dici di un "esperimento di pensiero", una sorta di "metamusica" che fa una dichiarazione sulla musica stessa? Per molte persone, me compreso, 4′33′′ è certamente questo, se non solo quello. Una storia su Cage racconta la sua seduta in un ristorante con il pittore Willem de Kooning, che, per motivi di discussione, ha messo le dita in modo tale da incorniciare alcune briciole di pane sul tavolo e ha detto: "Se metto una cornice intorno a queste briciole di pane, non è arte". Cage ha sostenuto che in effetti era arte, il che ci dice qualcosa su 4′33′′. Certamente, attraverso gli atti convenzionali e ben intesi di mettere il titolo di una composizione su un programma e organizzare il pubblico su sedie di fronte a un pianista, Cage stava inquadrando i suoni che il pubblico ha sentito in un tentativo sperimentale di far percepire alle persone come suoni d'arte che di solito non erano così percepiti.
4'33” è diventato uno dei pezzi più (in)famosi della musica d'arte occidentale (quello che una volta si chiamava “musica classica”). Viene ancora eseguito regolarmente, avendo vinto la sua parte di fan nel corso degli anni. Il pianista da concerto Stephen Hough, ad esempio, ritiene che 4'33" sia particolarmente rilevante nel 21° secolo:
C'è musica ovunque e sta diventando sempre più invadente: è nei bar, nei caffè, nei ristoranti, nei negozi, che perde dalle cuffie di altre persone, persino dalla mia banca, spesso a un volume che preclude una parola o un udito confortevole e che invade la nostra coscienza, creando "vermi dell'orecchio" indesiderati o aggravando il mio acufene. Sembra che ci sia una forza invista che ci richiede di avere una colonna sonora per ogni momento della nostra giornata. Al contrario, 4'33" ci spinge a prenderci del tempo per ascoltare e ascoltare davvero.
Hough vede un forte legame tra 4'33" e i "Dipinti bianchi" dell'artista visivo Robert Rauschenberg, che erano anche divisivi quando resi pubblici per la prima volta.
Cage ha definito i pannelli bianchi "aeroporti per luci, ombre e particelle, stabilendo una comprensione duratura della serie come superfici ricettive che rispondono al mondo che li circonda". Rauschenberg una volta si riferiva alle opere come orologi, dicendo che se "uno fosse abbastanza sensibile ai sottili cambiamenti sulle loro superfici, si poteva dire che ora era e com'era il tempo fuori".
Mi piace 4'33”, e raccomando l'idea di un compositore che chiede al pubblico di ascoltare se stesso (e solo se stesso) e, così facendo, contemplare uno spazio con e senza musica. Per quanto interessante sia la famosa composizione di Cage, c'è un lavoro molto più oscuro che trovo più provocatorio ed eccitante da considerare. È stato creato dall'artista concettuale francese Yves Klein (1928-1962), che è più ricordato nell'arte e nella moda per il suo notevole colore caratteristico, International Klein Blue ("IKB").
Klein ha deciso di creare la sua tonalità unica di blu a causa dei fallimenti di due mostre di dipinti monocromatici che ha messo in scena nel 1955 e nel 1956. Il pubblico non ha capito i suoi dipinti, osserva lo scrittore d'arte Phillip Barcio, vedendoli come "decorazione piuttosto che come espressioni astratte di pura emozione". Per il suo prossimo spettacolo, Klein ha deciso di lavorare con un solo colore che sarebbe stato inventato per l'occasione. Ha collaborato con il proprietario del negozio di vernici parigino Edouard Adam, e dal loro sforzo innovativo è venuto quello che ora è considerato "il blu più vibrante e puro possibile".
La composizione musicale di Klein, in due movimenti, si chiama Monotone Silence Symphony. Nel primo movimento, un'orchestra e un coro creano "un "suono" continuo unico, tirato fuori e privato del suo inizio e della sua fine". Quel suono, un accordo di Do maggiore, viene tenuto continuamente senza ornamenti o variazioni per venti minuti. Il secondo movimento è di uguale durata ma consiste solo nell'orchestra seduta in silenzio, istruita a rimanere ferma e non fare movimenti. Poiché nessun cantante o strumento orchestrale standard può tenere una nota per venti minuti, per eseguire il pezzo, il re maggiore viene trasferito avanti e indietro da un gruppo di strumenti accoppiato all'altro, facendo attenzione a rendere la transizione il più senza soluzione di continuità possibile.2Il direttore è l'unico esecutore autorizzato a muoversi nel secondo movimento.3
La Monotone Silence Symphony è un pezzo esigente da eseguire, forse spiegando perché è stato ascoltato dal vivo solo meno di una dozzina di volte dal suo debutto nel 1960. "Non puoi davvero fare una prova completa di qualcosa del genere", ha detto Roland Dahinden, che ha diretto il pezzo un paio di volte: "È troppo difficile. Tutti morirebbero e basta.”
Per i critici e il pubblico che lo sperimentano, la performance può creare uno stato mistico o meditativo, come ha notato un critico del New York Times nel 2013:
...una dozzina di minuti dopo, ha iniziato a suonare stranamente elettronico (da qui Philip Glass), come qualcosa che gli esseri umani non potevano produrre. Il signor Dahinden muoveva il corpo e le mani sinuosamente, sforzandosi di mantenere l'accordo ininterrotto e coerente, ascoltando attentamente per segnalare energia e attenzione fino a quando, alle 8:31 a punti, ha sollevato le mani e riunito e ha terminato il suono bruscamente come era iniziato.
Nel pubblico alcune persone chiusero gli occhi, come se meditassero o pregassero. Altri leggono i loro programmi o tenevano telefoni e iPad in alto per registrare il momento. Cinque minuti dopo l'accordo l'uomo alla mia immediata destra, che assomigliava un po' all'attore John Slattery, tranne che con la barba, si addormentò e russava dolcemente fino a quando non iniziò il silenzio e si svegliò.
Il re maggiore è spesso chiamato "Accordo d'oro" perché era tradizionalmente associato alla gloria o alla maestà. Alcuni sinesteti affermano di vedere un bagliore giallastro quando lo sentono. È la chiave di molte composizioni famose, tra cui “Canone in re” di Pachelbel e la Sinfonia “Prague” di Mozart.
Il breve video qui sotto fornisce uno sguardo al pezzo di Klein.
https://www.youtube.com/watch?v=JfiBFqcHaQE
Ho sentito l'intero lavoro e sono d'accordo con un esecutore che ha detto: "non stavamo ricevendo tanto la musica quanto eravamo legati in essa (e nel silenzio, che era anche la musica)". Era, ha aggiunto, “come un oceano... mareale. Dentro e fuori. Andare e venire.” Per me, il momento in cui il suono in re maggiore si ferma è un'esperienza sonora unica. È come se le acque di un profondo mare blu su cui galleggiavo da venti minuti scomparissero improvvisamente, e fossi caduto sul fondo. In piedi nell'abisso, capisco finalmente la vastità e la profondità del mare.
Il blu non ha dimensioni, è oltre le dimensioni, mentre gli altri colori non sono....il blu suggerisce al massimo il mare e il cielo, e, dopo tutto, sono in natura reale e visibile ciò che è più astratto.—Yves Klein
La cantante Laura Glen Louis, che ha scritto in modo eloquente sull'esecuzione del lavoro di Klein, ha avuto una reazione simile:
Quando il carro armato maggiore D si è schiantato contro il muro di mattoni del silenzio, nessuna delle parole morbide è servito: dissolvenza, dissolvenza, decrescendo. Sbatta dentro/sbattuta. Come la superficie dell'oceano dove l'acqua incontra l'aria (dove si verificano la maggior parte degli annegamenti). Come quel nanosecondo quando lasciamo l'utero e facciamo il nostro primo respiro. Come un colpo di NOS. Come esplodere nell'iperspazio.
"Senza inizio e senza fine", è così che Klein ha descritto la sua sinfonia, e ha affermato che era tutto "Vorrei che la mia vita fosse". Ahimè, doveva essere una vita breve, perchè morto per una serie di attacchi di cuore, l'ultimo dei quali lo ha ucciso il 6 giugno 1962, all'età di 34 anni. Di tutte le sue opere d'arte, è la sua unica creazione musicale che ammiro di più. Cage può essere famosa per mostrarci il suono del silenzio, ma è Klein che lo avvolge nella più profonda delle tonalità.
(via John Cage: 4'33'' / Petrenko · Berliner Philharmoniker - YouTube e https://carlosalvarenga.substack.com/p/the-color-of-silence)
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Riflessioni varie sul lavoro
Riflessioni varie sul lavoro Riflessioni varie sul lavoro, pensieri, idee, meditazioni e brevi testi semiseri o umoristici sull'arte di lavorare e sul significato profondo di tale attività. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale. Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (Articolo 23), 1948 Il progresso tecnico ha avuto due conseguenze per il lavoratore: da un lato ha modificato la divisione delle prestazioni tra l’uomo e la macchina, dando sempre più importanza alla macchina a danno del lavoratore; d’altro lato esso ha trasformato l’attività umana che, inizialmente muscolare, è diventata soprattutto percettiva e mentale. P. Cazamian Dicono che la donna nel mondo del lavoro è ancora discriminata e tuttora meno occupata. Io comunque guardandomi in giro osservo che tra i lavoratori ve ne sono molti del gentil sesso, per esempio le suore , le infermiere, e ancora le domestiche, le insegnanti, le commesse, le impiegate di banca, le cassiere dei supermercati, le parrucchiere, le maestre d'asilo, le massaggiatrici, le prostitute, le ballerine, le ragazze immagine e così via. Carl William Brown La soddisfazione di ammazzare il tempo e di trovare uno sbocco, sia pure modesto, all'ambizione, viene offerta da ogni lavoro, e basta, nella media, a rendere più felice di un uomo che non fa nulla persino un uomo che fa un lavoro monotono. Ma quando il lavoro è interessante, esso è capace di dare soddisfazioni di ordine molto più elevato del mero sollievo dal tedio. Bertrand Russell Il ricercatore conoscerà a fondo il gergo del suo capo, e ne conoscerà tutta la letteratura e le sue ramificazioni, ma molto spesso sarà portato a considerare l’argomento più prossimo come qualcosa che riguarda il suo collega (tre porte più in là nel corridoio) e a ritenere un eventuale interessamento da parte sua come una deprecabile indiscrezione. N. Wiener Non vedo nulla di più preoccupante, politicamente, di questi nuovi sistemi industriali. Quando un artigiano si dedica sempre e unicamente alla fabbricazione di un solo oggetto, finisce col rifinire questo lavoro con perizia particolare. Però, al tempo stesso, perde la capacità generale di applicarsi alla direzione del lavoro; ogni giorno egli diventerà più abile e meno industrioso, e si può affermare che in lui l’uomo si avvilisce a misura che l’operaio si specializza. A. de Tocqueville Il lavoro, come tutte le altre cose che si comprano e che si vendono ha il suo prezzo naturale e il suo prezzo di mercato. Il prezzo naturale del lavoro è il prezzo necessario per mettere i lavoratori nel loro complesso in condizione di sussistere e perpetuare la loro specie senza né aumenti né diminuzioni. David Ricardo Uno dei sintomi dell'arrivo di un esaurimento nervoso è la convinzione che il proprio lavoro sia tremendamente importante. Se fossi un medico, prescriverei una vacanza a tutti i pazienti che considerano importante il loro lavoro. Bertrand Russell Non è solo un ammortizzatore sociale, un’umiliazione operaia, è qualcosa che assomiglia nei suoi effetti alla nube atomica di Cernobil, una minaccia che non sai come combattere, un limbo da cui non sai se uscirai, un sacrificio che non sai a chi attribuire, se al padrone o alle nuove macchine o alle minacciose vicende di un mondo preso dalle convulsioni. Giorgio Bocca
Riflessioni sul lavoro I missionari cattolici sono sempre andati nelle zone più primitive e lontane non solo per diffondere la propria religione e la propria morale, ma anche per sottomettere gli indigeni del luogo alla propria autorità. Oggigiorno si assiste ancora allo stesso tipi di fenomeno da parte dei ricchi paesi arabi, che per spargere il seme dell'islamismo, donano moschee alle zone più povere del mondo, è il caso per esempio dell'Albania. Mi si obietterà che tutto ciò crea lavoro ed in paesi poveri questa è una buona cosa; al che non posso che apprezzare tali riflessioni, ma al tempo stesso vorrei pure ricordare che anche buttare giù delle chiese o delle moschee o qualsiasi altra edificazione religiosa crea ugualmente del magnifico lavoro, magari per il futuro. Pensateci, quando avrete delle crisi di occupazione. Carl William Brown La sapienza dello scriba cresce nella quiete del riposo, e chi è libero da faccende diventa savio. Come può acquistare la sapienza chi regge l’aratro ed è intento a tracciare solchi? E il fabbro ferraio che lotta col calore della fucina O il vasaio? Tutti costoro sperano nell’opera delle proprie mani e ciascuno è saggio nel suo mestiere. Senza di loro nessuna città può essere costruita, né abitata, né frequentata. Ma essi non sono accolti nel consiglio del popolo, e nell’assemblea non hanno un posto. La Bibbia, Ecclesiaste Vi sono due specie di lavoro: la prima consiste nell’alterare la posizione di una cosa su o presso la superficie della terra, relativamente a un’altra cosa; la seconda consiste nel dire ad altri di farlo. La prima specie di lavoro è sgradevole e mal retribuita, la seconda è gradevole e ben retribuita. Bertrand Russell La mia religione, la mia fede? Sperare di trovare una ricca donna che mi mantenga e che sovvenzioni i miei studi e le mie ricerche. Il mio lavoro? Andare a caccia di ereditiere; si lo so, non è facile, a volte si spreca tutta la vita alla ricerca di una facoltosa preda e ahimè, niente, non se ne trova neanche una! Ma ciò è pur sempre la mia attività, il mio credo, la mia dottrina, la mia filosofia, la mia terapia; è l'unica cosa che mi conforta e che mi da la forza di continuare, di sopportare questa triste e monotona esistenza, e poi, e questo è il motivo fondamentale, è l'unica cosa che so fare. E non ditemi che è una stupida illusione, perché vi risponderei che non c'è nulla di più serio e di più veritiero di questa mia semplice ed efficace religione. Carl William Brown Ogni uomo sarà ricco o povero secondo la quantità di lavoro di cui può disporre, o che può permettersi di comperare. Adam Smith Certamente il lavoro produce meraviglie per i ricchi, ma produce lo spogliamento dell'operaio. Produce palazzi, ma caverne per l'operaio. Produce bellezza, ma deformità per l'operaio. Esso sostituisce il lavoro con le macchine, ma respinge una parte dei lavoratori ad un lavoro barbarico, e riduce a macchine l'altra parte. Produce spiritualità, e produce l'imbecillità, il cretinismo dell'operaio. K. Marx Signori, noi, bambini occupati presso fabbriche di Manchester, ci permettiamo presentare alle Loro Signorie questa umile e rispettosa memoria. Imploriamo la Loro pietà e compassione per le nostre sofferenze, per il gran carico di lavoro gettato sulle nostre spalle infantili, per la lunga durata di questo lavoro quotidiano, eseguito in gran parte nell’aria chiusa di un locale surriscaldato, per la debolezza che provoca in noi piccoli, e per le infermità e deformazioni che colpiscono molti di noi, per la soverchiante fatica che debilita i nostri sensi e per l’esclusione di qualunque opportunità di imparare a scrivere e a leggere ; vogliamo un po’ di tempo per un po’ di riposo, per un po’ di gioco e per imparare a leggere e a scrivere. Petizione inglese a favore dei minori che lavorano nei filatoi, 1833 Una volta rispondendo ad un'offerta di lavoro mi è capitato che il direttore di un giornaletto di annunci economici di provincia mi ha persino chiesto se sapessi scrivere degli articoli, come se per scrivere quelle stupide fesserie servisse pure una particolare abilità, al che gli risposi di no, infatti le mie capacità sono scarse in materia di imbecillità. Carl William Brown "Il lavoro non deve essere sfruttamento d'un uomo ad opera di un altro uomo, che detiene nelle sue mani il capitale e il potere politico" disse il Socialismo. Va bene, ma quando si è dato il capitale in mano allo Stato e lo Stato in mano a capi "proletari", cessa il lavoro di essere sfruttamento di uomini da parte di altri uomini? Luigi Grande Il lavoratore diviene un rivoluzionario quando si libera del proprio 'operaismo', quando giunge a detestare il proprio ruolo di classe senza mezzi termini, qui e ora, e quando comincia a scrollarsi di dosso quei caratteri che i marxisti più gli ammirano – l'etica del lavoro, la struttura caratteriale derivante dalla disciplina industriale, il rispetto per la gerarchia, l'obbedienza ai capi, il consumismo, le scorie del puritanesimo. Murray Bookchin
Sfruttamento del lavoro Se oggi il lavoratore non è più un proletario, se il prototipo di questo lavoratore, il ‘povero che lavora’ della prima generazione degli operai inglesi, non è più riconoscibile nell’operaio dei nostri giorni, questo è per massima parte merito del sindacato. E si tratta di un’azione che non poteva essere attesa dall’esterno: non dallo Stato, non dall’imprenditore paternalistico, non dalle tanto lodate istituzioni sociali; doveva scaturire invece dallo spirito e dalla volontà della classe lavoratrice. L’unica forma sociale che essa ha creato è il sindacato. G. Briefs Freud nell'Avvenire di un'illusione scriveva che è probabile che gli oppressi sviluppino una certa ostilità nei confronti di una civiltà che il loro lavoro ha reso possibile, ma di cui non ne condividono le ricchezze, ma probabilmente era piuttosto ottimista, ed è perciò che c'è bisogno che qualcuno fomenti questa ostilità, magari trasformandola in aggressività. Carl William Brown Ciò che muove il lavoratore a dichiararsi malcontento è la speranza del meglio; egli spera di lavorare sempre meno e di godere sempre più: è questa la formula della profezia socialista: il massimo dei beni col minimo dello sforzo; formula contro la quale protestano la ragione, la logica, le leggi del mondo organico e fisico dove gli effetti sono sempre rigorosamente proporzionati alle cause. Federico De Roberto La gente vuole vivere e deve vendersi; ma disprezza chi sfrutta le sue necessità e compra i lavoratori. È curioso che la soggezione ai potenti, agli individui che ispirano paura e perfino terrore, ai tiranni e ai condottieri d’eserciti, non sia sentita in modo tanto doloroso come la soggezione a persone anonime e poco interessanti quali sono i capitani d’industria. Nel datore di lavoro l’operaio vede di solito un astuto figlio di cane che gli succhia il sangue e che specula sulle sue necessità, il cui nome, aspetto e carattere gli sono del tutto indifferenti. F. Nietzsche La maggior parte dei lavori penosi, monotoni erano ritmati al suono della musica. Il flauto, il piffero e lo zufolo regolavano i movimenti e davano gli ordini nei cantieri di costruzioni marittime. In tutti i mestieri si erano conservate vecchie canzoni per ciascuna occupazione Come la ginnastica e la danza, il lavoro manuale si ritmava e si ricreava. G. Klotz Vi è stato sempre detto che il lavoro è una maledizione e la fatica una sventura. Ma io vi dico che quando lavorate compite una parte del sogno più avanzato della terra, che fu assegnata a voi quando quel sogno nacque. E che sostenendo voi stessi col lavoro amate in verità la vita, e che amare la vita nel lavoro è vivere intimamente con il più intimo segreto della vita. Kahlil Gibran In genere quando lavoro in luoghi pubblici prefersico vestirmi bene. In primo luogo perché viceversa sembrerei uno appena scappato di prigione, così facendo non è che cambi poi molto, però almeno do l'impressione di uno che ha avuto il tempo di cambiarsi. Una seconda ragione è che in questo modo offro l'occasione di pensare a chi mi guarda di essere sul punto di andare ad un matrimonio, ed in effetti è così, infatti la stupidità si sposa tutti i giorni. Infine, poiché, da buon samurai, cammino sempre con lo spirito della morte al mio fianco, se dovesse succedere l'irreparabile, almeno sono già pronto e bell'addobato per entrare nella bara. Carl William Brown Le manifatture (inizio XIX sec.) (...) erano luoghi dell’orrore. Se il più delle volte erano collegati con orfanotrofi, manicomi e ospedali, ciò non significa affatto che i luoghi di lavoro fossero una sorta di ospizio, ma piuttosto che l’ospizio stesso era un luogo di lavoro, e gli uomini morivano di lavoro come di un’infermità. M. Horkheimer Nessuno allora parlava inglese, le donne cucinavano e allattavano i loro bambini in strada, sbucciavano i piselli, lavavano i loro panni nelle tinozze. Erano le faccende quotidiane dei loro paesi d’origine, solo che qui strappate dal loro ambiente, dal sole del Sud, dalla loro lingua, quelle povere donne apparivano sperdute e avvilite in tutta la loro miseria e tristezza Le donne che allattavano i bambini esponevano con fierezza seni abbondanti e rigogliosi. P. Di Donato In un migliore ordinamento della società il lavoro e le necessità pesanti della vita saranno affidati a chi ne soffre di meno, cioè al più insensibile, e così gradualmente su su, fino a colui che è sensibile al massimo alle specie più alte e sublimate di sofferenza e che perciò continua a soffrire anche quando la vita gli viene alleviata al massimo. Friedrich Nietzsche Quando più individui funzionano insieme in vista di un obiettivo comune nello stesso processo di produzione o in processi diversi ma collegati, il loro lavoro assume allora la forma cooperativa A parte la nuova potenza che risulta dalla fusione di numerose forze in una forza comune, il solo contatto sociale produce una emulazione ed un eccitamento degli spiriti animali (animals spirits) che aumentano la capacità industriale di esecuzione Ciò proviene dal fatto che l’uomo è per natura, se non un animale politico secondo l’opinione di Aristotele, almeno in ogni caso un animale sociale. K. Marx Il lavoro è innanzitutto un atto tra l’uomo e la natura. L’uomo vi gioca, di fronte alla natura, il ruolo di una potenza naturale. Le forze di cui il suo corpo è dotato, braccia e gambe, testa e mani, egli le mette in movimento al fine di impadronirsi della materia dandole una forma utile alla sua vita. Contemporaneamente, mentre con questo movimento egli agisce sulla natura esteriore e la modifica, egli modifica la sua stessa natura e sviluppa le facoltà che vi erano in potenza. K. Marx Tutti a risparmiare tempo, a pungolare il rendimento, a stigmatizzare l’assenteismo, ma soltanto nell’industria mentre altrove il tempo si butta Una maggiore produttività e un migliore utilizzo del tempo non dobbiamo cercarli sempre e soltanto nel lavoro di fabbrica. A. Accornero Se uno è costretto per nascita e malasorte a lavorare, meglio che lavori di continuo finché non muore, e se ne stia fermo sul posto di lavoro. Io non capisco tanta gente che sgobba per farsi la casa bella nella città dove lavora, e quando se l'è fatta sgobba ancora per comprarsi l'automobile e andare via dalla casa bella. Luciano Bianciardi Durante la campagna elettorale di Berlusconi c'è stato un momento in cui ho iniziato veramente a preoccuparmi, infatti il demiurgo aveva promesso un milione di nuovi posti di lavoro, al che mi sono detto: "Sta a vedere, che ora dovrò iniziare anch'io a lavorare". Per fortuna però era un falso allarme e così sono tuttora felicemente disoccupato; e i soldi, direte voi, beh, per quelli non c’è problema, a lui non mancano, e poi non li mangiano neanche le galline. Carl William Brown Sulla tematica del lavoro potete anche leggere: Aforismi e citazioni sul lavoro Umorismo nero e lavoro Scuola, ozio e lavoro Labor Day explained Aforismi sulle pensioni Aforismi sulle pensioni di C.W. Brown Aforismi per autore Aforismi per argomento Riflessioni e pensieri Saggi e aforismi Read the full article
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Canadian kids tv shows poll part 3: Treehouse edition!
inspired by the PBS kids polls going around. this one's for the Canadians & people who watched Canadian shows (ik at least some were broadcast internationally). would love to know if you're not from Canada answering this but if u don't wanna say that's ok!
Link to YTV poll
Link to Teletoon poll 1: #-F shows
Link to Teletoon poll 2: F-P shows
Link to Teletoon poll 3: R-Z shows
will link subsequent polls in the notes
(These are based on shows I remember watching a lot so if you're missing your fave feel free to mention it in the replies or tags)
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