#Tecniche di manipolazione digitale
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technewssocial · 5 months ago
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Deepfake, cosa sono. Con Gabriele Gobbo - 209
In questa puntata di FvgTech, Gabriele Gobbo affronta il tema dei deepfake, video creati con l’intelligenza artificiale che utilizzano immagini di altre persone e alterano le dichiarazioni, clonando anche la voce originale. Questi video sono impiegati per vari scopi, spesso malevoli, come truffe online dove utenti poco esperti sono ingannati e finiscono per inviare denaro a presunte piattaforme…
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blogsdaseguire · 18 days ago
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Come Riconoscere un'Immagine Creata dall'Intelligenza Artificiale
Scopri come riconoscere un'#immagine creata dall'#intelligenzaartificiale. Esplora tecniche, indizi e strumenti utili per distinguere tra immagini reali e generate da IA, e proteggi la tua percezione visiva nell'era digitale. 2 tool utili per fare questo.
Nell’era della manipolazione digitale, può essere sempre più difficile distinguere il reale dall’artificiale. Le immagini, un tempo considerate fonti affidabili di verità, possono ora essere generate in modo convincente dall’intelligenza artificiale (IA). Questo solleva la domanda: come possiamo riconoscere un’immagine generata dall’IA? Sebbene non esista un metodo infallibile, ci sono diverse…
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m4m1xo · 4 months ago
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Evoluzione della SEO in Italia
Evoluzione della SEO in Italia. Negli ultimi anni, la SEO (Search Engine Optimization) ha subito una trasformazione radicale, soprattutto in Italia.
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Da pratica di nicchia a componente essenziale delle strategie di marketing digitale, la SEO ha rivoluzionato il modo in cui le aziende si presentano online e interagiscono con i propri clienti.
Questo articolo esplorerà l'evoluzione della SEO in Italia, analizzando i cambiamenti chiave, le tendenze emergenti e le sfide future.
I primi anni della SEO
Negli anni 2000, la SEO in Italia era ancora agli albori. Le strategie erano principalmente incentrate sull'ottimizzazione on-page, come l'inclusione di parole chiave nei titoli, nelle descrizioni e nei contenuti delle pagine web.
Il link building era una pratica comune, spesso caratterizzata da tecniche di spam e scambio di link, che oggi sarebbero considerate black hat.
L'era dei motori di ricerca intelligenti
Con l'evoluzione dei motori di ricerca, soprattutto Google, le pratiche SEO hanno dovuto adattarsi a nuovi algoritmi sempre più sofisticati.
Gli aggiornamenti come Panda, Penguin e Hummingbird hanno penalizzato le tecniche di manipolazione e premiato la qualità dei contenuti e l'esperienza dell'utente.
In Italia, questo ha significato un cambiamento significativo verso la creazione di contenuti rilevanti e l'ottimizzazione per la user experience.
Il boom del mobile e del local SEO
L'avvento degli smartphone ha rivoluzionato il modo in cui le persone cercano informazioni online. In Italia, il mobile SEO è diventato cruciale, con le aziende che devono garantire siti web responsive e tempi di caricamento rapidi.
Parallelamente, il local SEO ha guadagnato importanza, con un crescente numero di ricerche effettuate tramite dispositivi mobili per trovare servizi e prodotti locali.
L'importanza dei contenuti di qualità
Oggi, la SEO in Italia è fortemente orientata verso la creazione di contenuti di alta qualità che rispondano alle esigenze e alle domande degli utenti.
Blog, articoli, video e infografiche sono strumenti essenziali per attrarre e coinvolgere il pubblico.
La keyword research rimane fondamentale, ma l'enfasi è posta sull'intento di ricerca piuttosto che sulla semplice ripetizione di parole chiave.
L'ascesa della SEO tecnica
Mentre i contenuti di qualità sono cruciali, la SEO tecnica è altrettanto importante per garantire che i motori di ricerca possano indicizzare e comprendere correttamente un sito web.
In Italia, le aziende stanno investendo in aspetti come la velocità del sito, la struttura dei dati, la sicurezza (HTTPS) e l'ottimizzazione per i Core Web Vitals, introdotti da Google come fattori di ranking.
L'influenza dei social media
I social media hanno trasformato il panorama SEO in Italia. Anche se i segnali social non sono un fattore di ranking diretto, la loro influenza sulla visibilità e sulla reputazione di un brand è innegabile.
Le strategie integrate di SEO e social media marketing sono diventate essenziali per amplificare la portata dei contenuti e attrarre traffico organico.
Le sfide future
La SEO in Italia continuerà a evolversi con l'avanzare della tecnologia e dei comportamenti degli utenti. L'intelligenza artificiale, la ricerca vocale e l'ottimizzazione per gli assistenti virtuali come Google Assistant e Alexa rappresentano le nuove frontiere.
Le aziende italiane dovranno rimanere aggiornate sulle tendenze globali e adattare le loro strategie per mantenere la competitività.
Conclusione
L'evoluzione della SEO in Italia riflette i cambiamenti globali del settore, con un'enfasi crescente sulla qualità dei contenuti, l'ottimizzazione tecnica e l'integrazione con altre discipline del marketing digitale.
Le aziende che abbracciano queste tendenze e investono in strategie SEO avanzate sono destinate a prosperare nel panorama digitale sempre più competitivo.
Gualtiero Santucci
Chiamami a questo numero: 3385300652
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god-loves-youandme · 4 months ago
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Evoluzione della SEO in Italia
Evoluzione della SEO in Italia. Negli ultimi anni, la SEO (Search Engine Optimization) ha subito una trasformazione radicale, soprattutto in Italia.
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Da pratica di nicchia a componente essenziale delle strategie di marketing digitale, la SEO ha rivoluzionato il modo in cui le aziende si presentano online e interagiscono con i propri clienti.
Questo articolo esplorerà l'evoluzione della SEO in Italia, analizzando i cambiamenti chiave, le tendenze emergenti e le sfide future.
I primi anni della SEO
Negli anni 2000, la SEO in Italia era ancora agli albori. Le strategie erano principalmente incentrate sull'ottimizzazione on-page, come l'inclusione di parole chiave nei titoli, nelle descrizioni e nei contenuti delle pagine web. Il link building era una pratica comune, spesso caratterizzata da tecniche di spam e scambio di link, che oggi sarebbero considerate black hat.
L'era dei motori di ricerca intelligenti
Con l'evoluzione dei motori di ricerca, soprattutto Google, le pratiche SEO hanno dovuto adattarsi a nuovi algoritmi sempre più sofisticati. Gli aggiornamenti come Panda, Penguin e Hummingbird hanno penalizzato le tecniche di manipolazione e premiato la qualità dei contenuti e l'esperienza dell'utente.
In Italia, questo ha significato un cambiamento significativo verso la creazione di contenuti rilevanti e l'ottimizzazione per la user experience.
Il boom del mobile e del local SEO
L'avvento degli smartphone ha rivoluzionato il modo in cui le persone cercano informazioni online. In Italia, il mobile SEO è diventato cruciale, con le aziende che devono garantire siti web responsive e tempi di caricamento rapidi.
Parallelamente, il local SEO ha guadagnato importanza, con un crescente numero di ricerche effettuate tramite dispositivi mobili per trovare servizi e prodotti locali.
L'importanza dei contenuti di qualità
Oggi, la SEO in Italia è fortemente orientata verso la creazione di contenuti di alta qualità che rispondano alle esigenze e alle domande degli utenti. Blog, articoli, video e infografiche sono strumenti essenziali per attrarre e coinvolgere il pubblico.
La keyword research rimane fondamentale, ma l'enfasi è posta sull'intento di ricerca piuttosto che sulla semplice ripetizione di parole chiave.
L'ascesa della SEO tecnica
Mentre i contenuti di qualità sono cruciali, la SEO tecnica è altrettanto importante per garantire che i motori di ricerca possano indicizzare e comprendere correttamente un sito web.
In Italia, le aziende stanno investendo in aspetti come la velocità del sito, la struttura dei dati, la sicurezza (HTTPS) e l'ottimizzazione per i Core Web Vitals, introdotti da Google come fattori di ranking.
L'influenza dei social media
I social media hanno trasformato il panorama SEO in Italia. Anche se i segnali social non sono un fattore di ranking diretto, la loro influenza sulla visibilità e sulla reputazione di un brand è innegabile.
Le strategie integrate di SEO e social media marketing sono diventate essenziali per amplificare la portata dei contenuti e attrarre traffico organico.
Le sfide future
La SEO in Italia continuerà a evolversi con l'avanzare della tecnologia e dei comportamenti degli utenti. L'intelligenza artificiale, la ricerca vocale e l'ottimizzazione per gli assistenti virtuali come Google Assistant e Alexa rappresentano le nuove frontiere.
Le aziende italiane dovranno rimanere aggiornate sulle tendenze globali e adattare le loro strategie per mantenere la competitività.
Conclusione
L'evoluzione della SEO in Italia riflette i cambiamenti globali del settore, con un'enfasi crescente sulla qualità dei contenuti, l'ottimizzazione tecnica e l'integrazione con altre discipline del marketing digitale.
Le aziende che abbracciano queste tendenze e investono in strategie SEO avanzate sono destinate a prosperare nel panorama digitale sempre più competitivo.
Gualtiero Santucci
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Olografia digitale: una vera e propria rivoluzione visiva
L'avvento dell'olografia digitale sta aprendo nuove porte all'esperienza visiva umana, spingendo i limiti della percezione e trasformando il modo in cui interagiamo con il mondo digitale. Questa tecnologia affascinante promette di trasportarci in un regno di immagini tridimensionali interattive e coinvolgenti, che aprono una vasta gamma di opportunità in settori come intrattenimento, medicina, design e molto altro ancora. Olografia digitale: un'immersione nel mondo tridimensionale L'olografia digitale, una tecnica che crea immagini tridimensionali visibili senza l'uso di occhiali o dispositivi speciali, rappresenta un salto in avanti nell'evoluzione dell'esperienza visiva. A differenza delle immagini bidimensionali tradizionali, le proiezioni olografiche danno vita a oggetti e scene che sembrano fluttuare nello spazio, consentendo agli spettatori di esplorare dettagli da angolazioni diverse. L'olografia digitale trova applicazione in una vasta gamma di settori. Nell'ambito dell'intrattenimento, i concerti olografici consentono ai fan di vedere le loro icone musicali preferite per tornare in vita sul palco. Nei settori dell'istruzione e della formazione, l'olografia offre un modo interattivo per apprendere concetti complessi attraverso la manipolazione diretta degli oggetti virtuali. In medicina, gli strumenti olografici supportano la pianificazione di interventi chirurgici e la visualizzazione di dati medici in modo più dettagliato. Sfida tecnologica ed evoluzione Nonostante le promesse, l'olografia digitale ha sfide tecnologiche significative. La creazione di immagini olografiche richiede la perfetta sincronizzazione di più elementi, compresa la luce, per creare l'illusione di profondità e movimento. Tuttavia, i progressi nella miniaturizzazione dei componenti e nella capacità di elaborazione stanno rendendo sempre più praticabile la realizzazione di proiezioni olografiche di alta qualità. Uno dei settori più influenzati dall'olografia digitale è l'industria dell'intrattenimento. Spettacoli olografici che riportano in vita artisti defunti o consentono a performer vivi di condividere il palco con avatar olografici stanno ridefinendo le possibilità del live entertainment. Tuttavia, questo solleva anche questioni etiche e giuridiche riguardo l'uso delle immagini olografiche di persone decedute e l'autenticità delle performance. Trasformazione del design e dell'esperienza utente Nel mondo del design, l'olografia digitale offre nuove prospettive per la creazione di prodotti, da moda a architettura. I designer possono visualizzare e manipolare prototipi virtuali in tempo reale, rendendo il processo creativo più efficiente ed espressivo. Inoltre, l'olografia digitale potrebbe trasformare l'esperienza dell'utente, consentendo agli acquirenti di esaminare i prodotti in dettaglio prima dell'acquisto. Oltre alle sfide tecniche, l'olografia digitale solleva domande etiche e sociali riguardo all'autenticità delle rappresentazioni visive e alla privacy. L'uso di immagini olografiche potrebbe essere strumentale in attività fraudolente o manipolative. Inoltre, potrebbe influenzare la nostra percezione di ciò che è reale, sfocando i confini tra l'immaginazione e la realtà. In copertina foto di George da Pixabay Read the full article
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fotopadova · 4 years ago
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La fotografia come forma d’arte (seconda parte)
di Lorenzo Ranzato
– La fotografia pittorialista tra artificio e natura 
 L’ambivalenza della fotografia pittorica
Nella seconda metà dell’Ottocento il dibattito sulla fotografia d’arte si concentra sul nodo cruciale che ruota attorno al tema dell’antinomia tra finzione e verità. Come abbiamo visto, un esempio paradigmatico delle diverse posizioni culturali e stilistiche dei nuovi fotografi-artisti è costituito dal confronto spesso aspro e irriducibile tra Robinson ed Emerson, che David Bate ha ben documentato nel suo libro La fotografia d'arte.
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 H.P. Robinson, When the day,s work is done, 1877, stampa composita
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 P.H. Emerson, Setting the bow-net, 1886, “fotografia naturalistica”
Già in quella contesa emerge chiaramente l’ambivalenza della fotografia autoriale che aspira a ottenere "l'effetto artistico" per due strade diverse, mediante la stampa combinata (Robinson) o attraverso le riprese dal vero (Emerson). In realtà, “il conflitto fra artificio e natura”[1] diventa il tema ricorrente che si manifesterà lungo il complesso percorso di tutta la storia delle arti visive del Novecento, e quindi anche della fotografia. Tema ancor oggi centrale nel dibattito artistico-culturale, perché, come ci ricorda Claudio Marra, riemerge agli inizi degli anni duemila, quando si consuma il passaggio rapidissimo e totalizzante dal sistema analogico a quello digitale.
Ma ritorniamo sulle tracce dei fotografi pittorialisti…
Gli autori che hanno l’ambizione di realizzare creazioni artistiche con il mezzo fotografico sono attratti dai tradizionali temi della pittura, come i ritratti, le figure di nudo, i paesaggi o le composizioni narrative che rappresentano scene allegoriche, storiche e letterarie[2]. I fotografi pittorialisti non si limitano ad essere “pittorici” nella forma, ma condividono gli stessi soggetti degli impressionisti in Francia, dei preraffaelliti in Gran Bretagna e più tardi dei secessionisti a Vienna[3].
Le occasioni per promuovere le opere fotografiche avvengono seguendo percorsi analoghi a quelli delle Accademie di Pittura e dei vari Saloni internazionali, nonostante le difficoltà iniziali dovute alla diffidenza o alla contrarietà di organizzatori e critici d’arte. Tutto ciò è possibile grazie anche alla nascita delle Associazioni fotografiche che promuovono concorsi e organizzano mostre e premi, in Europa e in America, con l’obiettivo di affermare lo statuto artistico della fotografia.
 Differenti modi e diversi gradi di “manipolazione dell’immagine”
Una delle fotografie più controverse dell’epoca è senza dubbio “la complessa e ambigua allegoria morale” Due modi di vivere dello svedese Oscar Rejlander, esposta alla mostra Tesori d’Arte di Manchester nel 1857. L’artista utilizza più di trenta negativi diversi, per mettere in scena una sofisticata composizione, con il dichiarato obiettivo di “dimostrare l’eccellenza della fotografia e il potenziale artistico dello strumento”[4].
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 O.G. Rejlander, Two ways of life, 1857
La tecnica, come abbiamo visto nella prima parte dell’articolo, è quella della stampa combinata (più negativi assemblati e composti in camera oscura), che Rejlander insegna a Henry Peach Robinson. A partire dalla sua prima stampa composita Fading away, Robinson diventa a sua volta un fautore convinto di questo approccio compositivo, che divulga anche attraverso i suoi libri, per dimostrare che la fotografia è “in tutto e per tutto arte pittorica”[5], a dispetto dei detrattori che ne criticano l’artificiosità.
 Altri sono i metodi utilizzati da due autori francesi, con produzioni artistiche che tendono a una maggiore naturalità (Le Gray) o virano decisamente verso l’imitazione delle tecniche pittoriche (Demachy). Questi fotografi-artisti usano rispettivamente la stampa al collodio e alla gomma bicromata, dove la manualità nella fase di “postproduzione” e l’abilità del fotografo diventano un requisito indispensabile.
Gustave Le Gray nasce come pittore, ma presto si avvicina alla fotografia, diventando uno degli esponenti di spicco del pittorialismo francese. Fra l’altro, contribuisce alla fondazione della Societé héliographique nel 1851 e poi alla fondazione della Société française de photographie nel 1854.
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G. Le Gray, Alberi-foresta di Fontainebleau, c. 1856, stampa all’albumina al collodio umido
Diventa famoso tra i suoi contemporanei, che definiscono la sua opera “il trionfo dell’arte fotografica”[6], grazie a una straordinaria capacità di usare le innovazioni tecniche per creare immagini di grande lirismo. Un lirismo a volte metafisico, con il quale ha saputo riprodurre la natura, nei suoi paesaggi marini, nei suoi studi del cielo oppure nelle sue vedute della foresta di Fontainebleau.
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 G. Le Gray, La grande onda, Séte, 1856-59, stampa all’albumina da due negativi al collodio umido
“Una marina, un molo, onde e nuvole. È questa la fotografia più famosa e drammatica scattata da Le Gray sulla costa mediterranea nei pressi di Montpellier. Un panorama che oggi diremmo quasi banale, eppure nel 1857 non era così. Infatti non era semplice ottenere sulla stessa lastra al collodio umido la giusta esposizione per la luminosità del cielo e dell’acqua, inevitabilmente si sarebbe favorito l’uno o l’altra”[7]. La soluzione escogitata da Le Gray è quella di riprendere la veduta in due momenti distinti, ottenendo due negativi con esposizioni diverse, uno esposto per il cielo, per avere maggior contrasto e nuvole più definite, l’altro esposto per il mare, stampandoli poi insieme. La composizione dei negativi appare così perfetta che solo in tempi recenti gli studiosi si sono accorti che le sue marine sono ottenute con più di un negativo. Questo approccio, che qualcuno potrebbe considerare uguale alla stampa combinata, in realtà non ha la funzione di mettere in scena una narrazione allegorica o letteraria, come nelle fotografie di Rejlander e Robinson, né possiede quella complessità compositiva costituita dal montaggio di molti negativi. Le Gray, con grande maestria, usa la sovrapposizione dei negativi con un intento squisitamente tecnico: estendere la latitudine di posa dell’immagine.
 Un altro “metodo di manipolazione dell’immagine” è quello usato dal fotografo pittorialista francese Robert Demachy, già presentato da Gustavo Millozzi su Fotopadova: “particolarmente interessato ai processi fotografici non tradizionali è noto soprattutto per aver contribuito alla rinascita del processo della gomma bicromatata […] che gli ha permesso l'introduzione di colori e pennellate nell'immagine fotografica. Il pigmento arancione talvolta da lui impiegato intende evocare la sanguigna, una matita rossastra spesso usato nei disegni antichi” [8]. Non vi è dubbio che la sua visione fotografica sia stata decisamente influenzata dall’uso di questo metodo di stampa che si avvicina alle tecnica pittorica, soprattutto per quanto riguarda lo stile e la resa materica della téxture.
Fondatore del Photo Club di Parigi nel 1894, è uno dei più importanti interpreti di questo approccio estetico, basato sul seguente postulato “l’interprétation manuelle du cliché, qui intervient – en sus de l’opération de la prise de vue – sur le négatif e surtout sur le tirage”[9].
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 R. Demachy, fotografie realizzate con metodi di manipolazione che si avvicinano alle tecniche pittoriche
Grazie al procedimento di stampa alla gomma bicromatata, molti fotografi pittorialisti avranno la possibilità di esprimere la loro artisticità, con tecniche che consentono di assimilare le stampe ottenute agli acquerelli: è il procedimento in assoluto più creativo, che ogni artista decide di personalizzare, in base all'effetto finale che vuole ottenere soprattutto grazie alla propria abilità manuale.
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[1]  La definizione di Gillo Dorfles (in Artificio e natura, Skira, 2003, p.9) è riportata da Claudio Marra nel suo libro Fotografia e pittura nel Novecento (e oltre), Mondadori, 2012.
[2]  Juliet Hacking, Fotografia la storia completa, Atlante, 2013: per una ricostruzione esaustiva del periodo trattato e per una panoramica completa dei fotografi pittorialisti, si veda il capitolo “dal 1856 al 1899”, pp.89-167, in particolare i paragrafi “la fotografia e le arti”, pp.112-115, “la fotografia pittorica”, pp. 160-163.
[3]  David Bate, Art photography , 2015, trad. It. La fotografia d’arte, Einaudi, 2018, p. 47.
[4] J. Hacking, op. cit., pp.116-117.
[5] Ivi, p.113.
[6] Ivi, pp.98-99.
[7] https://ilfotografo.it/il-fotografo/fotografia-storica-gustave-le-gray/
[8]  Si veda di Gustavo Millozzi, Robert Demachy e il pittorialismo, in fotopadova.org, dove sono riprodotte alcune delle immagini più significative del fotografo francese: https://www.fotopadova.org/post/170982186403
[9]  AA. VV., Histoire de voir, Le medium des temps modernes (1880-1939), Photo Poche, 1989, p. 70.
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arreton · 4 years ago
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《[...] la forma attuale della schiavitù non è più quella, volontaria o involontaria, dell’assenza di libertà, è piuttosto quella di un eccesso di libertà, in cui l’uomo liberato a ogni costo non sa più da cosa, né perché è libero, e neppure a quale identità votarsi — in cui, disponendo di tutto ciò che lo circonda, non sa più come disporre di se stesso.
In questo senso, l’immersione negli schermi, nelle reti e nelle tecniche del Virtuale, con le sue smisurate possibilità, ha fatto compiere un grande passo avanti alla liberazione, e contemporaneamente ha posto fine al problema della libertà.
Oggi la soluzione più semplice è questa rescissione, nella manipolazione digitale, della cura di sé e della responsabilità — di quella parte di libertà e di soggettività che si reclama a gran voce e di cui si cerca in tutti i modi di sbarazzarsi — al punto che il compito fondamentale del potere è quello di ridistribuire coattivamente la responsabilità, ingiungendo a ciascuno di assumersele “liberamente e totalmente”.
Il potere stesso non smette mai di darsi un’aria di responsabilità pur tirandosi indietro con tutti i mezzi — meglio del resto essere colpevole che responsabile, perché la colpa può sempre esser attribuita a qualche potenza oscura, mentre la responsabilità, quella ricade su di noi.》
—Jean Baudrillard Il patto di lucidità o l'intelligenza del Male
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cyberfero · 4 years ago
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Ingegneria sociale: come gli hacker truffano le loro vittime
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ICON_PLACEHOLDEREstimated reading time: 10 minutes Ingegneria sociale è il termine usato per una vasta gamma di attività dannose compiute attraverso le interazioni umane. Utilizza la manipolazione psicologica per indurre gli utenti a commettere errori di sicurezza o a fornire informazioni sensibili. In seguito, con quelle informazioni, l'hacker è in grado di portare a termine con successo attacchi mirati, come il furto di dati, un ransomware o un'interruzione di servizi. Gli attacchi di ingegneria sociale avvengono solitamente in più fasi. L'esecutore prima indaga sulla vittima designata per raccogliere le informazioni di base necessarie, come i potenziali punti di ingresso e i protocolli di sicurezza deboli, necessari per procedere con l'attacco. Poi, l'attaccante si muove per guadagnare la fiducia della vittima e fornire stimoli per azioni successive che violano le pratiche di sicurezza, come rivelare informazioni sensibili o concedere l'accesso a risorse critiche. Ciò che rende il social engineering particolarmente pericoloso è che si basa sull'errore umano, piuttosto che sulle vulnerabilità del software e dei sistemi operativi. Gli errori commessi dagli utenti legittimi sono molto meno prevedibili, il che li rende più difficili da identificare e contrastare rispetto a un'intrusione basata sul malware.
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È da notare che il target di un ingegnere sociale non è per forza una rete o un software. Riuscire ad entrare in un edificio eludendo la sicurezza, per poi installare un dispositivo o rubare dei documenti, sono azioni che rientrano comunque sotto questa tipologia di attacchi.
Le tecniche dell'ingegneria sociale
Gli attacchi di ingegneria sociale si presentano in molte forme diverse e possono essere eseguiti ovunque sia coinvolta l'interazione umana. I seguenti sono cinque metodi più comuni di attacchi di ingegneria sociale digitale. Baiting (dall'inglese bait, "esca") Come suggerisce il nome, gli attacchi di baiting utilizzano una falsa promessa (un esca, appunto) per stuzzicare l'avidità o la curiosità della vittima. Attirano gli utenti in una trappola che ruba le loro informazioni personali o installa sui loro sistemi un malware. La forma più infame di baiting utilizza supporti fisici per disperdere il malware. Per esempio, gli aggressori lasciano l'esca (tipicamente chiavette infette) in aree appariscenti dove le potenziali vittime sono certe di vederle (ad esempio, bagni, ascensori, il parcheggio di un'azienda presa di mira). L'esca ha un aspetto legittimo, come un'etichetta che indica il contenuto, come la lista degli stipendi dell'azienda. L'indizio che rivela cosa dovrebbe contenere può cambiare, ovviamente, ma ha la prerogativa di essere potenzialmente molto interessante. Le vittime raccolgono l'esca per curiosità e la inseriscono in un computer di lavoro o di casa, con conseguente installazione automatica di malware sul sistema. Le truffe di adescamento non devono necessariamente essere eseguite nel mondo fisico. Le forme di baiting online consistono in annunci allettanti che portano a siti dannosi o che incoraggiano gli utenti a scaricare un'applicazione infetta da malware. Qui si sfocia nelle tecniche di phishing, che vedremo tra poco. Note di difesa: per difendersi da questi attacchi di ingegneria sociale, oltre che prestare la massima attenzione a cosa si collega al proprio computer, non guasta avere un sistema di antivirus e anti-malware efficiente. Per l'azienda, un sistema SIEM di nuova generazione e UEBA aiutano nell'individuare comportamenti sospetti degli utenti e riducono moltissimo il rischio di infezione malware.
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Scareware (dall'inglese to scare, "spaventare") Lo scareware consiste nel bombardare le vittime con falsi allarmi e minacce fittizie. Gli utenti sono ingannati a pensare che il loro sistema sia infettato da un malware, spingendoli a installare un software che non ha alcun beneficio reale (se non per l'esecutore) o è esso stesso un malware. Lo scareware viene anche chiamato software di inganno (deception software), rogue scanner software e fraudware. Un esempio comune di scareware è il banner popup dall'aspetto legittimo che appare nel tuo browser mentre navighi sul web, mostrando un testo come "Il tuo computer potrebbe essere infettato da programmi spyware dannosi". In altri casi il popup si offre di installare lo strumento (spesso infetto da malware) al posto vostro, o vi indirizza a un sito dannoso dove il vostro computer viene infettato. Lo scareware è anche distribuito tramite email di spam che distribuisce avvisi fasulli, o fa offerte agli utenti per comprare servizi inutili/nocivi. L'ingegneria sociale è spesso molto fantasiosa e riesce a trovare modi sempre nuovi per ingannare. È necessario essere sempre all'erta. Note di difesa: Nel caso si sospetti che il messaggio ricevuto sia davvero legittimo, la cosa migliore è cerca una soluzione attivamente, senza cioè usare i link suggeriti dal messaggio stesso. Per esempio, si è ricevuto un messaggio da un servizio che annuncia che il nostro account è stato compromesso. In caso di dubbio, si può contattare l'assistenza del servizio direttamente dal loro sito per chiedere chiarimenti. Evitare a tutti i costi di usare i link suggeriti dal messaggio sospetto.
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Pretexting (dall'inglese to pretend, "fingere") In questo attacco di ingegneria sociale, un attaccante ottiene informazioni attraverso una serie di menzogne abilmente costruite. La truffa è spesso avviata da un esecutore che finge di aver bisogno di informazioni sensibili da una vittima in modo da eseguire un compito critico. L'aggressore di solito inizia stabilendo la fiducia con la sua vittima impersonando colleghi, polizia, funzionari bancari e fiscali, o altre persone che hanno il diritto di conoscere l'autorità. L'hacker pone domande che sono apparentemente necessarie per confermare l'identità della vittima, attraverso le quali raccoglie importanti dati personali.
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Molti tipi di informazioni vengono raccolte utilizzando questa tecnica, come numeri di carta d'identità, indirizzi personali e numeri di telefono, registri telefonici, date di ferie del personale, registri bancari e persino informazioni di sicurezza relative a un impianto fisico. Ogni informazione, per quanto possa sembrare innocua, potrebbe successivamente essere usata per un secondo attacco. Anche il nome di una guardia giurata assunta dall'azienda potrebbe essere già sufficiente per instaurare fiducia e chiedere uno strappo alla regola quando si domanda il codice di accesso alle porte automatiche. Phishing (dall'inglese to fish, "pescare") Essendo uno dei più popolari tipi di attacco di ingegneria sociale, le truffe di phishing sono campagne di e-mail e messaggi di testo che mirano a creare un senso di urgenza, curiosità o paura nelle vittime. Poi le spinge a rivelare informazioni sensibili, a cliccare su link a siti web dannosi o ad aprire allegati che contengono malware. Un esempio è un'e-mail inviata agli utenti di un servizio online che li avvisa di una violazione della politica che richiede un'azione immediata da parte loro, come un cambio di password obbligatorio. Include un link a un sito web, quasi identico nell'aspetto alla sua versione legittima, che invita l'utente a inserire le sue credenziali attuali e la nuova password. Dopo aver inviato il modulo, le informazioni vengono inviate all'attaccante. Dato che i messaggi identici, o quasi identici, vengono inviati a tutti gli utenti nelle campagne di phishing, individuarli e bloccarli è molto più facile per i server di posta che hanno accesso alle piattaforme di condivisione delle minacce. Nota di difesa: Se è vero che in alcuni casi ci siamo abituati a non dare peso a questo tipo di messaggi, è anche vero che gli ingegneri sociali si sono fatti sempre più furbi. Non è il caso di abbassare la guardia. Invece è molto utile diffidare sempre di messaggi che richiedono inserimento di credenziali. Questi attacchi fanno leva sul fatto che è facile imbrogliare alcuni utenti, vuoi per distrazione o ingenuità. La difesa migliore è la formazione dei dipendenti tramite un servizio di phishing etico e successivi training mirati.
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Spear phishing (dall'inglese spear, "lancia") Questa è una versione più mirata del phishing in cui un aggressore sceglie specifici individui o imprese. Quindi adattano i loro messaggi in base alle caratteristiche, alle posizioni lavorative e ai contatti delle loro vittime per rendere il loro attacco meno evidente. Lo spear phishing richiede molto più sforzo da parte dell'autore e può richiedere settimane e mesi per essere portato a termine. Sono molto più difficili da rilevare e hanno migliori tassi di successo se fatti con abilità. Uno scenario di spear phishing potrebbe coinvolgere un attaccante che, impersonando il consulente IT di un'organizzazione, invia un'e-mail a uno o più dipendenti. È formulata e firmata esattamente come il consulente fa normalmente, ingannando così i destinatari a pensare che sia un messaggio autentico. Il messaggio richiede ai destinatari di cambiare la loro password e fornisce loro un link che li reindirizza a una pagina dannosa dove l'attaccante ora cattura le loro credenziali.
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Come difendersi dagli attacchi di ingegneria sociale
Gli ingegneri sociali manipolano i sentimenti umani, come la curiosità o la paura, per portare avanti gli schemi e attirare le vittime nelle loro trappole. Pertanto, è essenziale essere prudenti ogni volta che vi sentite allarmati da un'e-mail, attratti da un'offerta visualizzata su un sito web, o quando vi imbattete in media digitali vaganti in giro. Essere all'erta può aiutarvi a proteggervi dalla maggior parte degli attacchi di ingegneria sociale che avvengono online. Inoltre, i seguenti consigli possono aiutare a migliorare la tua vigilanza in relazione agli attacchi di ingegneria sociale. - Non aprire e-mail e allegati da fonti sospette. Se non si conosce il mittente in questione, non è necessario rispondere a un'e-mail. Anche se li conosci e sei sospettoso del loro messaggio, fai un controllo incrociato e conferma le notizie da altre fonti, come per telefono o direttamente dal sito di un fornitore di servizi. Anche un'e-mail che sembra provenire da una fonte affidabile potrebbe essere stata avviata da un aggressore. - Usare l'autenticazione multi-fattore. Uno dei pezzi più preziosi di informazioni che gli aggressori cercano sono le credenziali dell'utente. Usando l'autenticazione a 2 fattori aiuti a garantire la protezione del tuo account in caso di compromissione del sistema. Esistono applicazioni gratuite per ogni tipo di dispositivo mobile che ti permettono di implementare questo tipo di autenticazione. - Diffidare delle offerte allettanti. Se un'offerta sembra troppo allettante, pensaci due volte prima di accettarla come reale. Usa Google per verificare l'argomento e determinare rapidamente se hai a che fare con un'offerta legittima o con una trappola. - Aggiornare il software antivirus/antimalware. Assicurati che gli aggiornamenti automatici siano attivati. Controlla periodicamente che gli aggiornamenti siano stati applicati e scansiona il tuo sistema per possibili infezioni. Se l'azienda dispone di un reparto IT, questi consigli dovrebbero essere le misure standard di sicurezza.
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Servizi di sicurezza per aziende
Quando si pensa ai dati che la propria azienda custodisce e gestisce, non si è mai troppo prudenti nella difesa. L'ingegneria sociale fa leva sul fatto che un dipendente si hackera più facilmente di un computer, cosa che molto spesso risulta veritiera. Oltre alle misure di protezione informatica elencate qui sopra, è bene che i dipendenti siano tutti consapevoli dei rischi e delle potenziali minacce. SOD propone una serie di servizi che vanno proprio in questa direzione. Il primo e forse più importante è quello di phishing etico in cui proviamo ad attaccare l'azienda con tecniche di phishing. Scopriamo quali sono i punti deboli e organizziamo training interni per fornire gli strumenti adeguati al personale. Abbiamo anche i classici Vulnerability Assessment e Penetration Test per testare i sistemi di sicurezza informatica. A questo servizio sono applicabili degli addon per coprire un maggior numero di aree. È disponibile un addon specifico per l'analisi delle app e la revisione del codice, ma anche uno in cui proviamo a violare l'azienda con attacchi fisici. Testeremo la sicurezza fisica dell'azienda, la possibilità di entrare negli edifici, l'accesso alle centraline di rete e altro. Infine, per mantenere controllate le reti, il servizio SOCaaS permette di monitorare tutta la rete, individuare azioni sospette (con analisi del comportamento tramite intelligenza artificiale), installazioni non autorizzate, tentativi di violazioni e molto altro. La sicurezza dei dati in azienda è davvero importante, contattaci per sapere come possiamo aiutarti! Read the full article
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aneddoticamagazinestuff · 5 years ago
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Marco Calamari: alle Europee con il Partito Pirata
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Marco Calamari: alle Europee con il Partito Pirata
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Marco Anselmo Luca Calamari, ingegnere classe 1955, è candidato alle Elezioni Europee tra le fila del Partito Pirata. Quando mancano ormai poche ore all’apertura dei seggi, gli abbiamo chiesto di spiegarci i principi che il Partito Pirata intende portare in Europa, ben sapendo l’importante ruolo che Calamari potrà svolgere all’interno della sua compagine.
Innovazione
Parlare di innovazione: una decina di anni fa significava essere una nicchia d’avanguardia, mentre parlarne oggi significa cercare soluzioni per problemi quotidiani, generali e del tutto comuni. È più impreparata la politica a parlarne od è più impreparato il cittadino medio a recepire l’importanza di certi argomenti?
La politica, particolarmente quella italiana, pare fisiologicamente impreparata a parlare di tecnologie, figuriamoci di innovazione. In Italia appendere al nome di un’iniziativa qualsiasi il fatidico “4.0” permette di spacciarla come innovazione ad un pubblico che ci crede, ed anche agli addetti ai lavori a cui conviene crederci.
Pure il bombardamento mediatico sulle startup e sugli incubatori confonde ulteriormente il parlare di innovazione. A chi si affaccia sul mercato del lavoro viene spiegato che per trovare lavoro bisogna “inventarselo” creando la propria startup. Come se il desiderare che esista ancora un mercato del lavoro “normale” fosse fuori moda od addirittura irragionevole.
L’innovazione è invece quasi sempre fatta di piccoli passi, non di rivoluzioni. Prendere un programma legacy degli anni ’70 e metterlo in grado di lavorare in un’architettura distribuita è molto più innovativo che riscriverlo usando la più recente e pubblicizzata tecnologia web.
Il cittadino “medio”, ma anche quello “sopra la media”, quando è al di fuori del suo specifico deve orami credere all’informazione che gli viene proposta. E purtroppo l’informazione, spesso anche un’informazione “onesta”, in un mondo iperspecializzato, non produce vera conoscenza. La nostra è un’epoca complessa, dove la conoscenza non si trova più nei libri e nelle biblioteche, ed ottenerla è sempre più difficile.
E nei social, purtroppo, la maggioranza delle persone crede di aver capito tutto di tecnologia ed innovazione; tutti si sentono “innovatori”.
Copyright
Usciamo da una serratissima battaglia in tema copyright: qual è la direzione che vuol intraprendere il Partito Pirata in Europa, ora che la direttiva è stata approvata?
Il Partito Pirata europeo e i vari Partiti Pirata nazionali, quello italiano in testa, si stanno impegnando a minimizzare il danno provocato dalla sciagurata direttiva europea, cercando di rendere i suoi vari recepimenti nelle legislazioni nazionali meno aggressivi possibile. Purtroppo gli spazi di manovra che la direttiva lascia sono piuttosto ridotti.
Lo lotta per una Società della Conoscenza invece continuerà senza soste e su tutti i fronti, come è stato fin dal 2006, quando in Svezia come reazione alla chiusura di “The Pirate Bay”, è stato fondato il primo Partito Pirata. Ed in Italia il Partito Pirata continuerà a supportare iniziative lodevoli come quella di “Scambio Etico“, realizzata da un pioniere come Luigi Di Liberto con “TNT Village“.
Conoscenza
IA, blockchain, criptovalute e via discorrendo: temi che spesso diventano hashtag, se non mero marketing. Dal punto di vista politico quali tematiche meritano immediata attenzione?
Come Partito della Conoscenza, l’inquinamento dell’Infosfera e la manipolazione delle persone tramite bolle informative sono le nostre preoccupazioni principali.
Le tecniche di IA permettono ormai di sintetizzare contenuti testuali, audio e video arbitrari che sono difficilmente riconoscibili da quelli genuini. Mancano pochi anni prima che il patrimonio umano di conoscenza venga inquinato e sovvertito da contenuti di questo tipo, prodotti e diffusi con scopi aggressivi. Sarà una “guerra dell’informazione”, molto più pericolosa delle attuali “guerre informatiche”. Non verranno più aggredite le infrastrutture informatiche e telematiche, ma direttamente l’informazione stessa. Proprio quello che accadeva in “1984”, dove il lavoro di Winston Smith consisteva nel riscrivere continuamente la storia.
Altra grave minaccia nasce dall’abuso dei social come fonte informativa. Sempre grazie all’IA ed ai metodi di analisi dei Big Data è possibile creare bolle informative personalizzate attorno a ciascuno, al fine di manipolare singolarmente gli individui per influenzarli in una determinata direzione. Non parliamo di un Grande Fratello manipolatore, di un pericolo del prossimo futuro, parliamo della storia di due anni orsono, di Cambridge Analytica.
Blockchain e criptovalute sono invece a tutt’oggi delle opportunità, non delle rivoluzioni.
Digitalizzazione e PA
La digitalizzazione della PA può essere uno snodo cruciale sulla strada della trasformazione digitale. In Italia qualcosa si sta muovendo: il Partito Pirata ritiene che si possa/debba agire a livello europeo, oppure si tratta anzitutto di un problema nazionale? Come giudicate il lavoro del Team per la Trasformazione Digitale?
La digitalizzazione delle PA è stata ben promossa dalla UE tramite le direttive che in Italia hanno portato alla redazione del CAD, il Codice dell’Amministrazione Digitale.
Purtroppo in questo caso l’UE può dirigere, in qualche caso finanziare, ma la realizzazione deve poi essere nazionale. E qui in Italia, al netto di trionfalismi, e di qualche embrione di cose funzionanti ma mai arrivate a regime come la SPID, nel 2019 stiamo ancora aspettando un’Anagrafe Unica Nazionale, un singolo database centralizzato. E pensare che siamo stati il paese guida nella realizzazione della Firma Digitale, ed abbiamo realizzato e diffuso capillarmente la PEC che, tra luci ed ombre, ha cambiato in meglio la vita quotidiana dei cittadini e dei professionisti.
GDPR
Forse l’Europa non è stata pienamente apprezzata per quanto fatto con il GDPR, ma poco alla volta i meriti di questa svolta stanno emergendo: occorre fare di più?
Il GDPR è stato un vero trionfo, e questo è ormai provato. L’UE con esso ha costretto i giganti dell’informazione, Facebook e Google in testa, a compiere una svolta di 180 gradi e restituire i dati personali a chi li aveva forniti permettendogli di riutilizzarli, od anche solo di capire quali e quanti siano. Occorre riflettere per capire il vero significato, la potenza, la portata rivoluzionaria di questa apparente banalità.
Privacy e oltre
Quali sono le prossime frontiere che occorre sfidare in tema di protezione dei dati personali?
La protezione dei dati personali sta ormai cessando di essere un problema tecnologico da affrontare con mezzi legislativi. Probabilmente quasi tutto quello che si poteva ottenere in questo modo è stato ottenuto.
La prossima frontiera, anzi l’impegno odierno, riguarda la manipolazione delle informazioni, e la manipolazione delle persone realizzata tramite la manipolazione delle informazioni. Le tecnologie per farlo sono ormai reali, realmente utilizzate, e si stanno evolvendo a velocità sorprendenti persino per gli addetti ai lavori. Non c’è nessuna legge a difenderci su questo fronte, e ne abbiamo un disperato bisogno. L’indignazione di politici e capi di governo ai tempi di Cambridge Analytica si è dissolta, e si è trasformata piuttosto in una corsa ad adottare queste tecnologie a proprio vantaggio, una specie di “corsa agli armamenti” contro i propri cittadini.
Al voto
Marco, un appello al voto?
Chi deve decidere se votare Partito Pirata ha a disposizione il CEEP19, il programma politico per le elezioni europee concordato, condiviso ed adottato da tutti i partiti pirata europei.
Un programma realmente privo di nazionalismi, ma fatto di iniziative ed obbiettivi a vantaggio di tutti.Un suo confronto con i programmi politici degli altri partiti è semplicemente umiliante per questi ultimi.
Ed a chi ha paura dello sbarramento e del voto disperso, diciamo che un voto agli indipendenti ed agli innovatori non lo sarà mai.
Marco Calamari – volantino
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ramveggie · 4 years ago
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Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Il campo della fotonica sta acquisendo importanza nei sistemi di comunicazione. Alcuni ricercatori hanno dimostrato la fattibilità dell’uso della fotonica nei satelliti orbitanti nell’ambito di una rete di comunicazioni più ampia.
Nel prossimo futuro, sarà necessario un consistente potenziamento delle capacità dei satelliti per le telecomunicazioni, non solo per affrontare le sfide dell’Agenda digitale europea, ma anche per rimanere allineati con la rapida evoluzione delle comunicazioni terrestri in un mondo connesso a livello globale. Con l’attuale tecnologia a radiofrequenza, esiste un rapporto lineare tra la dimensione, la massa e il consumo energetico dei carichi utili delle telecomunicazioni e la loro capacità.
La fotonica è la scienza che studia la generazione, il rilevamento e la manipolazione della luce (fotone) e ha contributo in gran parte alla rivoluzione avvenuta nella tecnologia dell’informazione per quanto riguarda le applicazioni terrestri. La fotonica rappresenta la tecnologia più promettente per il superamento delle difficoltà affrontate dai satelliti per le telecomunicazioni, grazie all’attrezzatura a fibre ottiche compatta, leggera e a bassa potenza.
Il progetto OPTIMA, finanziato dall’UE, intendeva dimostrare il concetto e i vantaggi di un carico utile fotonico per i satelliti per le telecomunicazioni. Il progetto si proponeva di unire gli sforzi degli interlocutori europei del mondo industriale e accademico nel settore delle comunicazioni spaziali e terrestri.
I ricercatori hanno condotto una campagna di selezione dei componenti di carico utile che avrebbero agevolato le verifiche ambientali predefinite. Dopo aver sviluppato un dimostratore, il gruppo del progetto OPTIMA ha realizzato dei moduli interamente funzionali, configurandoli in base al tipo di pacchetto adatto per un futuro carico utile.
Il gruppo ha testato con successo le prestazioni del carico utile fotonico di OPTIMA, che ha superato tutti gli standard di conformità, caratterizzazione e convalida necessari affinché fosse pronto per il collaudo del prototipo in orbita. Nel corso della convalida finale del dimostratore, i ricercatori hanno introdotto la matrice a commutatore ottico, riscontrando che aveva un impatto minimo sulle prestazioni, a parte la leggera riduzione prevista del guadagno da punto a punto.
Prototipo pronto per l’orbita
Il gruppo del progetto OPTIMA ha presentato una novità mondiale tramite la qualificazione di un commutatore ottico altamente riconfigurabile, modulare, di alto ordine a un elevato livello di maturità tecnologica, capace di soddisfare i rigorosi requisiti dei test di vibrazione e d’urto. I ricercatori hanno dimostrato per la prima volta una catena di convertitori multi-frequenza basata sulla fotonica pronta per l’orbita, funzionante nelle bande Ka e V in combinazione con la commutazione ottica basata sulle tecniche di multiplazione a divisione di lunghezza d’onda (WDM, Wavelength-Division Multiplexing).
«Sono necessari molti sforzi per trasferire questi vantaggi al mondo dei carichi utili delle telecomunicazioni, poiché tutte le apparecchiature fotoniche utilizzate nelle applicazioni terrestri devono essere adattate per sopportare le vibrazioni meccaniche durante il lancio e per sopravvivere 15 anni nell’ambiente difficile di un’orbita geostazionaria», afferma il coordinatore del progetto OPTIMA, Javad Anzalchi, dell’Airbus Defence and Space.
Uno sguardo al futuro
«La tecnologia sviluppata nell’ambito del progetto OPTIMA consentirà un’introduzione diffusa della fotonica nei carichi utili dei satelliti per le telecomunicazioni», afferma Anzalchi. «Ciò permetterà di potenziare più facilmente la capacità dei satelliti per le telecomunicazioni con antenne multifascio e favorirà gli investimenti nella ricerca per gestire collegamenti intersatellitari di prossima generazione più coerenti con componenti completamente integrati e qualificati».
© Unione europea, 2020
cordis.europa.eu
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pangeanews · 5 years ago
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“La politica è legata a impressioni e sentimenti, l’UE è uno straordinario caso di incapacità, l’uomo sarà sempre più inutile: avremo popolazioni di zombie”. Intervista estrema a Marco Giaconi Alonzi
Ci sono uomini che scrivono per l’avvenire. Anche se ti lasciano delle parole, hanno in mente la loro risonanza. Oltre te che leggi, al di là del tuo istante che dopo non esisterà più coi contorni precisi. Uno di questi uomini è Marco Giaconi Alonzi che avete imparato a conoscere in un’intervista pubblicata recentemente su questo foglio digitale. Siccome è stata gradita, ho ripreso in mano alcune carte di letteratura giaconiana che mi coinvolgono. Ci torno su per leggerle tra le righe. Le voglio approfondire in un’altra intervista, più secca questa volta.
*
Giaconi è di Pisa ma potrebbe avere già vissuto in India o in Cina, forse in Corsica. In ogni caso, non ha nulla di sciamanico benché sappia di ermetismo tanto quanto di attualità. Vi faccio un esempio della sua versatilità. Leggevo Herzog poco fa e trovo queste righe salienti:
“Cercare la propria realizzazione in un altro, nelle relazioni interpersonali, era un gioco femminile. E l’uomo che prova prima una donna e poi l’altra, malgrado il suo cuore bruci d’idealismo, è già entrato nel mondo femminile. Dalla caduta di Napoleone in poi il giovane ambizioso ha trasportato nel boudoir la sua sete di potere e Herzog, accettando il disegno di una vita privata (approvata da coloro che ne avevano l’autorità) si mutava in qualcosa che rassomigliava a una concubina”.
La chiosa giaconiana è fulminante:
“Liberare la civiltà occidentale dal semplicismo psicologista e moralista delle genti del Nord è un obbligo di questi tempi. Vanno bene solo per i romanzi, dove moltiplicano per mille tratti che un uomo vero, qui al Sud, chiuderebbe con un breve sorriso. Anche le ‘rivolte contro il mondo moderno’ che abbiamo già letto erano figlie del Grande Nord. Occorre un nuovo grande meriggio, fatto di sole sul limite dell’acqua e silenzio. Ci salverà la tradizione orientale? vedremo”.
*
Giaconi è fermamente convinto che bisogna sempre guardare più in là, a Oriente. Anche nel secondo conflitto mondiale lo scacchiere mirava lì: prendere e tenere l’Oriente. Con le parole di Giaconi (tenete presente che qualcuno doveva pure insegnare strategia agli operativi): “Gli inglesi sapevano che l’Oriente sarebbe stato USA, e lo lasciarono, senza troppi complimenti, agli americani, così feroci ma, in fondo, generosi prestatori per i loro vecchi padroni britannici. E Washington pensava all’Oriente come contrappasso economico della UE, con produzioni molto più economiche, e a una copertura aggiuntiva dell’Est ‘democratico’ contro Russia e Cina. Ma con molte ambiguità, fin dall’inizio, sulla Cina, di cui gli USA miracolo! capirono fin dall’inizio il potenziale antisovietico”.
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Altra certezza di Giaconi. Senza il Servizio non esisterebbe alcuna narrativa british. Ecco una delle sue rasoiate. Ditemi se non è narrativa: “Gli anglosassoni lasciano i Paesi come le donne. Non è che non gli piaccia la donna, come peraltro spesso accade, è che non hanno il senso della permanenza, che è tipicamente tedesco. Se il 25 aprile lo avessero fatto con un alleato britannico, le cose sarebbero andate più semplicemente. Un bombardamento sugli uffici centrali, e una rapidissima fuga, stile Dunkerque, per portare le truppe altrove intatte”.
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Che il Servizio inglese abbia forgiato la narrativa è un fatto. Che abbia lasciato delle scie anche nei campi sereni della poesia, è invece una felice coincidenza che verificate leggendo In parenthesis di David Jones (appena tradotto da Mondadori). Questo era il discorso di un generale sui campi della prima guerra mondiale: “I tell you your contentions is without reason, it is indeed a normality in the vicissitude of the blutty wars — moreover his Intelligences is admirable, the most notorious in all the world”.
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Non ho più altri messaggi da esporre. Cercherò di ricostruire di nuovo un senso con l’intervista (Andrea Bianchi).
***
Professore, Lei predilige René Guénon. Cosa andrebbe letto di lui?
Di Guénon mi interessa soprattutto l’ipotesi della antichissima Tradizione Unitaria e l’idea, ben più complessa di quanto non si creda, del divario sapienziale tra Occidente e Oriente. Ma niente di “mistico”, beninteso. Quindi, gli Scritti sulla Crisi del Mondo Moderno (ed. Luni) le Considerazioni sulla Via Iniziatica, edito da Casini, il piccolo ma rivelatore L’esoterismo di Dante (Adelphi). Guénon è chiaro come il sole, nei suoi testi, diversamente dai finti iniziati, e delinea il motus in fine velocior del nostro mondo contemporaneo. Per ora, ha indovinato tutto.
In che modo la comprensione della civiltà islamica serve sul continente europeo?
Siamo arrivati rapidamente a una polarizzazione cretina. O c’è l’idea che l’Islam è solo “jihad della spada” (e anche “della parola”) e che tutto è iniziato con Osama, tipica riduzione all’attualità banalizzata del mondo occidentale attuale, oppure che l’Islam è sapienza antica che è naturalmente aliena dalla violenza, una sorta di antistorica Woodstock mediorientale. Altra fesseria “mistica” dei finti iniziati. O dei politici progressisti, ormai eredi più del “buon selvaggio” di Rousseau che del Marx che sosteneva l’imperialismo britannico. Quindi, occorre conoscere la logica dei versetti “abrogati” del Corano, e abrogati da chi, poi la tradizione interpretativa del testo sacro e le sue principali scuole, poi ancora la normativa sul jihad (è maschile, ditelo ai giornalisti) che è molto complessa, il nesso infine tra le norme corporali e quelle del pensiero, tutto questo è assolutamente necessario. Se no, si oscilla tra i due estremi suddetti della stupidità “western”. Ci fu una disputa durissima, per esempio, tra il “Dr. Fadl” e Osama, all’inizio di Al Qa’eda. Il medico egiziano, jihadista a modo suo, voleva che Osama rispettasse le norme coraniche sulla “guerra santa”, Osama diceva che aveva ragione lui. Ecco, di tutte queste cose non vi è traccia, nel dibattito occidentale sul jihad. Da tutto ciò deriva che l’Islam vincerà, nella nostra terra degli “infedeli”. E ricordiamoci che il “terrorismo” è solo una delle tante tecniche del jihad, non la malattia mentale di qualche “fanatico” islamista.
Forse il ripiegamento dell’Europa su sé stessa è stato opportunamente preparato dagli Stati Uniti? 
Non credo. L’UE è già molto imbecille da sola. L’UE è il più straordinario caso, nella storia moderna, di incapacità e stupidaggine geopolitica. Al massimo va bene per la dimensione dei piselli, nel senso del legume.
Però nel passato ci sono state altre ipotesi brillanti riguardo la formazione dell’unità europea. Penso a Anton Prinz von Rohan (1898-1975). Ci spiega in sintesi che cosa auspicava?
Una sintesi tra Francia e Germania, ma culturale, mi raccomando, non come quella attuale. Poi, affascinato dal fascismo (una allitterazione) si inventò una sintesi tra cattolicità, fascismo e Terzo Reich. Un tipo che non aveva capito dove stava.
Insomma Rohan era uno che negli anni Venti organizzava convegni tenendo insieme Carl  Schmitt, von Hofmannsthal, Paul Valery. Possibile che sia stato trascurato anche lui nel processo di formazione europeo?
Si, è ovvio, si era “macchiato” di rapporti con il Terzo Reich e il fascismo italiano. Ah, se il primo fascismo, prima di andare al potere, non avesse distrutto le reti coperte del PCd’I, già pronte per l’insurrezione di classe, chissà quanti democratici sarebbero stati eliminati già nel 1922…
Cerchiamo di essere chiari. Da dove deriva la predominanza delle categorie mentali dell’economia su tutti gli altri campi di attività? 
Dall’imitazione, del tutto retorica, della matematica nella analisi dei fenomeni economici, ovvero, nella mentalità attuale, unicamente degli scambi di borsa e degli equilibri monetari. Che appaiono essere tutta l’economia. Il lavoro, il capitale, le macchine, non esistono più. La gente si impaurisce e si intimidisce quando vede le formule, e il più è fatto. È una manipolazione da giocolieri contemporanei, che operano in tutti i settori.
È un processo di lungo respiro o possiamo misurarlo sugli ultimi trenta, quarant’anni? 
Temo sia il primo caso. Certo, se non mi ricordo male, non ci sono formule nei testi di Luigi Einaudi. E, nei testi rigonfi di matematiche, certe operazioni finanziarie vengono compiute usando le equazioni dei gas perfetti… Chissà se qualcuno ha già trovato l’equazione dell’insider trading…
Quando insegnava in Svizzera con Feyerabend ha mai toccato questo argomento?
Sì, Feyerabend era insofferente dell’eccesso di formalizzazione. Lui, poi, odiava massimamente quella filosofia da five o’clock tea che si chiama “analisi del linguaggio”, altra truffa concettuale, in questo caso minimalista. È la storia di Wittgenstein e Popper, con il primo che dice “esistono solo proposizioni all’indicativo, le altre non sono razionali” e Popper che risponde di no, con Wittgenstein che minaccia poi con l’attizzatoio lo stesso Popper. E lui che risponde che sì, certo che esistono, per esempio “non si minaccia con l’attizzatoio”. Wittgenstein era uno psicotico grave, come alcuni suoi seguaci genovesi, e Popper era uno che credeva che la scienza fosse assimilabile a un dizionario dei sinonimi e dei contrari. I filosofi della scienza, a parte Feyerabend, sono dei casi gravi. E soprattutto, non sanno nulla di scienza.
Ora le chiederei di seguirmi in una pausa. Le leggo un brano di un testo inedito che studiai per la mia tesi. È dello storico Delio Cantimori e risale agli anni di Rohan. È un’ipotesi continua sull’Europa. “Lo ‘storicismo’ del Prinz Rohan gli permette di usare utilmente quello che noi chiameremmo ‘austriacantismo’, cioè il senso delle necessità superiori di uno stato non strettamente nazionale, anzi sopranazionale (come deve essere ogni stato imperiale, ed in genere ogni stato democratico, sia pure anche socialista: si ricordi che le rivoluzioni nazionali, a cominciare dalla luterana, sono state il germe delle ‘democrazie’ moderne), portato all’estremo, in senso quasi ‘reazionario’. Rohan si richiama direttamente all’esperienza dell’Impero austro-ungarico, come fatto europeo in politica internazionale, come allo stato corporativo, in quanto esperienza europea per la politica interna delle nazioni”.
Non bisogna mai fare profezie ma Lei ci può dire qualcosa. In che direzione va l’Europa?
L’UE nacque come progetto nordamericano di copertura-crescita economica dell’Europa Occidentale verso il Patto di Varsavia. Espansione del benessere economico per sedurre l’Est e per “tenere dentro” una parte delle popolazioni UE, possibili oggetti della propaganda sovietica. Finita la contrapposizione tra i due blocchi dentro lo spazio europeo, l’UE ha perso la sua finalità profonda. Ed è rimasta un’area di libero scambio interno. Va bene così, ma molti Paesi europei, oggi, producono grandi flussi di merci e di capitali verso Paesi fuori dall’UE. Quindi, l’Unione o si adatta a questa nuova configurazione dell’economia dei Paesi membri, o si troverà a non contare nulla. Certo, è anche una colossale barriera tariffaria, ma oggi si trova a confrontarsi con gli Usa e la Cina, che hanno le armi e le monete sovrane, mentre l’UE non ha nessuna delle due. Se l’UE fosse un solo sistema di difesa, e se la moneta unica fosse un “prestatore di ultima istanza”, come il dollaro, allora la grande partita globale si potrebbe anche giocare. Quindi l’UE, prima o poi, fallirà e cadrà nell’irrilevanza, anche per i suoi membri.
Riguardo alla politica italiana, invece, non tocco nessun tasto. Forse ci può lasciare uno spunto dal suo Francesco Cossiga. Come vide negli anni il processo di aggregazione sul continente europeo? 
Cossiga era un tenuissimo europeista. Nel senso che vedeva nell’UE solo la possibile correzione delle distorsioni strutturali dell’economia italiana. Pure, Cossiga riteneva anche l’UE “la più ottusa e antidemocratica creatura politica”. Per lui, dopo Tangentopoli, “la politica era morta” e pensava che l’UE, autodistruggendosi sicuramente, avrebbe destrutturato anche gli Stati membri. E il risultato, nel vaticinio di Cossiga, sarebbe stata l’immigrazione di massa dall’Africa.
Lei ha viaggiato molto, come tutti possono fare oggi, tranquillamente, auspici Ryanair e McDonald’s globali. Però il suo sguardo era diverso. Ad esempio, mi dica della Russia, o anche dell’ex URSS. Loro erano veramente convinti che fosse in atto una rivoluzione lisergica: a dire che l’ottundimento globale, lavoratori disoccupati a casa e per giunta drogati, era qualcosa di orchestrato. La minaccia è ancora latente?
Si, l’ottundimento di massa sarà sempre più diffuso, e diventerà totale. Avremo popolazioni di zombi che saranno organizzati non da altri uomini, ma da sistemi automatizzati. Clockwork orange di Anthony Burgess, uno scrittore cattolico della tradizione di Lord Acton, sarà la descrizione di un piccolo particolare.
E riguardo al terrorismo informatico a che punto siamo invece? Rimane la minaccia prioritaria? Guardi, glielo chiedo oggi che si leggeva della nuova carta di credito Apple…
Certo che sarà una minaccia sempre più potente. Vale 1,5 trilioni di dollari, oggi, la sua economia mondiale. 300 miliardi di dollari statunitensi sono il volume annuale del mercato della cybersicurezza privata. Le PMI saranno le più colpite, in futuro, da attacchi cyber. È un terrorismo economico, soprattutto: conoscenza dei segreti industriali dell’avversario, ma anche, e da tempo, delle reti governative e delle strutture dell’intelligence. Sarà la nuova piattaforma della guerra futura.
Se mi segue, vorrei tornare alle caratteristiche italiane in confronto ai paesi del nord. Non trova che il Regno Unito, per non parlare degli USA, non riuscendo più a produrre delle satire su sé stesso del genere di Dickens stia dimostrando la sua sconfitta concettuale? O storica, come preferisce. 
Da quando la Gran Bretagna ha vinto e perso la Seconda guerra mondiale, ha perso anche la sua anima. Temo che la letteratura umoristica laggiù non sarà più possibile, se non al livello più basso, che è quello dell’irrisione di un dato personaggio pubblico. Il livello delle offese che la gente, ovunque nei social, lancia ai personaggi pubblici, politicanti compresi, indica un odio feroce e infinito. Ne vedremo delle belle.
Mi spiego meglio. Molti luoghi italiani, quando li ho rivisti dopo esser passato per il filtro della complessità londinese, li potevo chiamare tranquillamente un deserto: hic sunt leones. Deserti affollati quanto si vuole, ma desolati. Motivo in più per guardare ad altri modelli, all’Oriente, all’Islam, in alternativa al calvinismo laico degli amministratori delegati. O sbaglio?
L’Oriente, per quel che ne so, ha una sola idea in testa: diventare americano. Anche il loro esoterismo è ormai paccottiglia per turisti. L’Oriente è solo un brulicare di ominidi che vogliono essere Elvis. L’Islam è l’ossessione dell’Idea Unica, del deserto del mondo rispetto alla possessione dell’uomo da parte del Dio Unico. L’Italia non esiste affatto. Non è nemmeno un’idea. Il calvinismo laico degli ignorantissimi (li conosco) amministratori delegati è un caso clinico. Non vedo soluzioni turistiche, non vedo vie di fuga.
E a proposito di leoni del deserto, lei ha scritto spesso su alleo.it che il potenziale di immigrazione può trasformarsi in una pedina elettorale. Che sia di un estremo o di un altro dell’arco parlamentare, poco conta. Ha cambiato idea?
Certo che no. Lo sappiano o no (temo di no) i politicanti attuali, l’immigrazione di massa destabilizza alla radice gli Stati moderni. Fa saltare il banco del welfare, deforma il mercato del lavoro, crea immediatamente quell’area di zombi che costerà meno drogare che far lavorare. E espanderà l’economia criminale, che è già oggi una vasta parte, pure lecita, dell’economia ufficiale. La pedina elettorale, comunque, a destra come a sinistra, sarà così giocata: o il “buon selvaggio” amato dalla sinistra, la quale crede che la produttività non esista, e quindi non si cura dell’origine del reddito pubblico dei migranti, oppure dalla destra, che teme l’invasione e l’espansione della criminalità. In tutti e due i casi, la politica sarà, come sempre oggi, legata alle impressioni e ai sentimenti. La ragione è fuori moda.
Una volta le dissi che Londra è come una scacchiera. Mobilità sociale quanto si vuole, arricchiti a destra e manca, ma nell’insieme il tasso di corruzione è più alto lassù che qui. Dico della corruzione dei costumi, non quella percepita misurata per far contente le renne di santa Claus… Mentre Londra è una scacchiera, l’italiano invece sembra sia disposto sul tavolo da gioco dama. Tutti uguali, in apparenza, ma nella più totale anarchia. Una dama italiana che è magmatica: si è pedone, ma ci si deve fingere alfiere per scavalcare tronfie torri e mettere in scacco non re, ma… pedoni del tuo stesso colore. È così anche dal suo osservatorio o sto facendo il poeta? 
Per quel che mi dicono i miei “boys”, la corruzione “vera” è elevatissima ovunque, ma specie nei paesi moralisti o che fanno i bravi contro il sud “sporco” e “immorale”. L’attuale Re di Spagna prende le mazzette su tutti i grandi affari, fumando grossi sigari. Non parliamo nemmeno delle dinastie nordiche. Negli Usa è la norma. Non se ne esce, ma anche l’Italia non è l’ultima in classifica. Guardarsi poi da quelli che parlano sempre male dei “politici”: chiedono mazzette più sostanziose degli altri. Per la corruzione di cui parla Lei, sono del tutto d’accordo.
Non che Londra sia il paradiso, ribadisco: lassù ha vinto tutto ciò che è tonico (me too compreso), muscolare, darwiniano e, in fondo, violento. Però dà pace e forse un italiano lo può capire: nella scacchiera inglese non ci sono partite, ma un solo gioco a cui obbedire, fatto di mosse semplici e ripetitive, mentre ogni pezzo ha l’unico valore che ha e deve stare al suo chiaro posto. Per Chesterton, nascere in Inghilterra vuol dire essere programmati da subito come se si fosse un binario degli scambi ferroviari di Clapham (dove oggi, guarda il caso, si è trasferita la Apple nella vecchia sede delle industrie di carbone…). Esagero?
Non credo. L’inglese è pieno di regole fino a scoppiare, le accetta tutte e, per uscirne, c’è solo il pub fino a notte fonda.
Quindi i brits si sono fatti ricchi, da poverelli che erano, andando per mare con cattiveria, astuzia, criminalità. Insomma permane loro natura fondativa di pirati del Cinquecento? Davvero gli inglesi vanno controllati pesantemente, per non ripetersi e tornare a predare? È per questo che hanno bisogno di così tante regole, per poi magnificarle? Ma insomma, visto che poi lassù rimane tutto in bilico, con quella loro metafisica darwiniana sillabata da palati angelici, che però funziona solo come mito biologista e morale… Davvero i migliori sono loro?
Cero che sono rimasti pirati. E moralisti protestantici, altra pirateria, ma metafisica. Ne scorgo i tratti ovunque: nel modo di vestire, spesso troppo azzimato, segno certo del parvenu, nell’estremismo della divisione dei redditi e nel classismo estremo, altro segno indubitabile del parvenu, nel mito darwiniano, che ormai nessuno scienziato serio sostiene più, ma che rimane come mito sociale, come fortune che si autogiustifica come “razza”, e molti altri tratti, omosessualità di massa compresa.
Chiudiamo con un grammo di pepe. Come vede i giovani, sia ventenni che quarantenni di oggi? Scommetterei che per Lei la rete ha fuorviato un po’ tutti: i corpi oltre che le menti ormai inette alla riflessione… Davvero i ragazzini che si filmano tenderanno sempre più ad assomigliare, a letto, allo Chirac del “due minuti compresa la doccia”?
Il virtuale ha vinto per knock-out il reale. Non ci sarà più l’antigienico incontro tra due corpi, ma l’atto tra due terminali. La comunicazione, il mito dell’attuale epoca, ha assorbito il significato. I nostri ragazzi non sono più adatti alla produzione: basta un flusso di informazione, secondo loro; né all’ozio, che è oggi un frenetico comunicare gli stati mentali di una non-mente. L’Uomo sarà sempre più inutile. Chirac sarà un mito eroico, nel mondo dei decimi di secondo.
Grazie di nuovo, Professore.
*In copertina: una fotografia di scena da “Arancia meccanica” (1971), il film di Stanley Kubrick tratto dal romanzo di Anthony Burgess
L'articolo “La politica è legata a impressioni e sentimenti, l’UE è uno straordinario caso di incapacità, l’uomo sarà sempre più inutile: avremo popolazioni di zombie”. Intervista estrema a Marco Giaconi Alonzi proviene da Pangea.
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tmnotizie · 5 years ago
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ANCONA – Negli ultimi anni la scena legata al nuovo artigianato, i cui attori sono internazionalmente definiti come Crafters e Makers, deve il suo fiorire ai nuovi mezzi di comunicazione e produzione digitale ed all’attuale crisi economica e ambientale.
Lavori fatti a mano già progettati con un concetto di brand, diversi rispetto ai tradizionali manufatti artigianali, realizzati da persone provenienti da tutto il mondo che operano in maniera indipendente e al di fuori dai canali tradizionali di produzione/vendita ed esposizione: ecco gli ingredienti di una creatività capace di far arrotondare uno stipendio, di portare a un secondo lavoro o, nei casi di maggior talento e capacità imprenditoriale, di condurre al primo passo di una vera e propria attività imprenditoriale.
Un fenomeno che sta cambiando il modo di vedere creatività e conoscenza del lavoro manuale, rendendoli strumenti efficaci di micro imprenditoria e ridefinendo la percezione dell’artigianato.
WeeKenDoit è una manifestazione che ha come scopo quello della condivisione e la divulgazione delle tecniche artigianali, sia tradizionali che innovative. Con un amore sviscerato per i valori della cultura handmade ed il design, una forte attitudine digitale social e una comunicazione immediata, si propone di accorciare le distanze tra pubblico, artigianato e impresa, rinnovandone l’immagine, abbattendo i luoghi comuni e fornendo nuove competenze.
Giunta alla sua IV edizione la manifestazione ha visto anche quest’anno una partecipazione accorata registrando per quasi la totalità dei workshop proposti il sold-out e un sempre crescente pubblico per gli eventi collaterali proposti.  Ad oggi è l’unico evento in Italia con focus sull’apprendimento nel campo del nuovo artigianato e della scena handmade.
> 15 workshop pratici di tecniche artigianali: dalla saldatura, al ricamo in oro, dalla serigrafia su tessuto alla pelletteria > 4 workshop teorici di avvio all’imprenditorialità: dalla comunicazione del brand sui social, le stories su instagram alla vendita dei prodotti con WooCommerce > 2 mostre che fanno scoprire la città e accorciano le distanze tra Mole e centro storico > 1 market con espositori da tutta Italia > 1 presentazione libro con la scrittrice Camilla Ronzullo aka Zelda Was A Writer > 1 talk con Marco Tortoioli Ricci, Presidente AIAP > insegnanti e partecipanti da tutta Italia
Novità e eventi collaterali 2019
Per scaldare i motori del festival Mercoledì 17 Luglio avremo due pre-eventi collaterali per iniziare alla grande il festival.
> ore 18:00 _ “La Misura di Tutto” di Camilla Ronzullo
Presentazione del Libro Camilla Ronzullo – Zelda Was A Writer in collaborazione con Libreria Fogola
ore 18:00 _ “Talk con Marco Tortoioli Ricci – AIAP”, in collaborazione con Tonidigrigio. Marco Tortoioli Ricci, nuovo Presidente dell’AIAP, presenta la nuova veste dell’associazione. Il focus del talk riguarderà in modo specifico la figura professionale del grafico, con la volontà di avvicinare la comunità alla cultura del progetto e con l’intento di creare un dialogo e un terreno fertile, affinché tali figure professionali possano prosperare. Durante il festival ogni sera ci sarà un evento collaterale diverso l’uno dall’altro.
Giovedì 18 Luglio alle ore 21.00 si svolgerà un party organizzato da Scataglini tessuti, nostro partner tecnico e responsabile dell’allestimento, per festeggiare il lancio del nuovo sito ed e-commerce. Scataglini è un ’azienda che dal 1988 trasforma i sogni di tutti i creativi in soffici stoffe personalizzate.
Venerdì 19 Luglio alle ore 21.00 si svolgerà presso C-lab una mostra di opere originali e stampe d’arte di Naomi Vona, una artista sperimentale italiana che vive a Londra. Il suo progetto creativo é focalizzato sulla manipolazione di immagini pre-esistenti, con lo scopo di trasformare radicalmente il loro significato originale. Naomi si definisce una “parassita di archivi”, ma senza cattive intenzioni.  I suoi lavori sono un mix di illustrazioni e collage realizzati su immagini vintage e contemporanee. Dopo le sue manipolazioni creative, ogni ritratto acquisisce un nuovo volto e significato.
Sabato 20 Luglio alle ore 21.00, in occasione del centesimo anniversario della nascita del movimento Bauhaus, si svolgerà una mostra presso Contemporaneo Showroom, dove tredici nuovi artigiani da tutta Italia celebreranno tale movimento con lavori creati per l’occasione.
Gli artisti/artigiani:
Laura Turrini/Abel- Designer – Instagram @abel_designer
sito https://www.etsy.com/shop/Abelshop
Creazioni Zuri – Instagram @creazionizuri
sito http://www.creazionizuri.it/
Cristina Donato- Instagram @cristinaTessitura
sito http://www.cristinatessitura.it/
Daniela Diletti – Instagram @la.marchigiana
sito https://www.lamarchigianastore.com/
Giulia Civitico/Microamica – Instagram @microamica
sito https://www.facebook.com/microamica/
Officine Gualandi – Instagram  @officine.gualandi
sito http://www.officinegualandi.it/
Usta Crea – Instagram  @usta_crea
sito www.ustacrea.it
Clotilde – Instagram @clotilde.official
Sito https://www.clotilde.biz/
Massimo Rabini “Niba”/ Artingegno – Instagram @niba_artingegno
sito  www.artingegno.it/art
Mariangela Distante – Instagram  @mariangela.distante
Sito https://mariangeladistante.wixsite.com/madglass
Lefrac – Instagram   @lefrac_bags
Sito http://lefrac.com/
PROGRAMMA WORKSHOP 
Giovedì 18 
ore 10:00 _ “TexTattoo, Tatuaggi Tessili” La Congrega, Via degli Orefici, 5 Staremo insieme a realizzare tatuaggi ma di tessuto, con aghi ma al posto di inchiostri, fili di cotone e frammenti di vecchi tessuti. Se il tatuaggio decora la pelle, questi tessili decoreranno i tuoi capi, un pantalone, una gonna, qualcosa che vuoi recuperare. Porta il tuo vestito, quello che vuoi rinnovare e se vuoi anche il disegno del tatuaggio che non hai mai avuto il coraggio di fare… lo realizzeremo insieme di stoffa! Ti aspettiamo in una delle botteghe artigiane storiche della città!
Ore 15:00 _ “Cartamodello Do It Yourself!” Tutor: Alessia Barbarossa. Ricava il cartamodello dalla tua maglia preferita per renderlo l’abito dei sogni per l’estate e da riutilizzare come base per gli scampoli che hai in casa! Sponsor tecnico SCATAGLINI TEXTILES.
ore 15:00 _ “OcchiAll’Intreccio” Tutor: Silvia Belli e Silvia Ballini. Sei sempre stato affascinato dalla tecnica dell’intreccio ma non hai mai trovato qualcuno che ti insegnasse? Al WeeKenDoit è possibile e durante il workshop imparerai le prime basi e realizzerai un portaocchiali in midollino!
ore 15:00 _ “Storytelling e comunicazione del brand sui social” Tutor: Nikola Brunelli e Giuseppe Puocci – Ware en Valse. Essere presenti sui social è fondamentale, ma non basta. Bisogna anche comunicare al meglio il proprio brand, progetto e prodotto per renderlo accattivante e spingere i probabili acquirenti a seguirci. In questo workshop impareremo proprio ad avere una comunicazione che spacca!
ore 18:00 _ “Saldatura & Flashdance” Tutor: Alice Canapa – Eilish. Lancia il tuo messaggio di amore (o di odio) con l’anello più cool della Riviera del Conero. Durante il workshop imparerai a incidere il metallo utilizzando i punzoni e come saldare una lastra di ottone per realizzare un anello.
Venerdì 19
> ore 10:00 _ “Legatoria: il Borsalibro“ Librare, Via S. Pietro, 9 Sei appassionato di carta e legatoria? Non puoi perdere il workshop nella bottega artigianale storica “Librare”, realizzerai una mini borsa di carta formato libro. il materiale è fornito dal laboratorio.
 > ore 15:00 _ “Collage Fotografico – Da Fashion Advertising a Messaggio di Protesta – Doodle Art con Naomi Vona“ Tutor: Naomi Vona Cosa succede quando trasformiamo lo scopo iniziale di una pubblicità di moda in qualcosa che abbia un messaggio più profondo e significativo? Durante questo evento darai un nuovo messaggio a queste pagine pubblicitarie, che sia controverso, divertente, personale ma pur sempre un nuovo e più strutturato messaggio di protesta. L’artista Naomi Vona vi guiderà durante questa sessione creativa, dandovi consigli tecnici sull’utilizzo dei materiali e delle tecniche di manipolazione dell’immagine.
> ore 15:00 _ “Ma dove vai, se una casa in vetro non hai? “ Tutor: Mariangela Distante Durante il workshop realizzeremo una Casa in vetro, con la tecnica Tiffany. Utilizzando un vetro a scelta, trasparente e/o colorato, dopo il posizionamento del nastro di rame e la successiva saldatura con barrette di stagno, si potrà realizzare una teca in vetro a forma di casa.
> ore 15:00 _ “Che Stories!” Tutor: Paolo Isabettini Il tempo è la risorsa più preziosa che abbiamo, scorre veloce e non torna mai indietro. È per questo motivo che anche se 15 secondi sono pochi vanno sfruttati al massimo! Scopri tutti i segreti per raccontarti attraverso le Instagram stories, creare video interessanti, sfruttare al massimo le potenzialità del tuo smartphone e far sì che chi ti segue abbia ogni giorno un nuovo motivo per farlo.
 > ore 18:00_ “Ricama la Tua Iniziale in Oro!” Tutor: Elena Ciarrocchi Ricama la tua iniziale muovendo i primi passi nella tecnica del ricamo in oro. Impareremo a cucire il cordoncino, a preparare l’imbottitura in feltro e ricamare con la canutiglia. ore 18:00 _ “Socks print!” Tutor: Lucia Elefante – Babel Armati di telai, racle e colori fluo trasformeremo anonimi calzini bianchi in coloratissimi calzini stampati a mano. Utilizzando mascherine e carte adesive stamperemo con una tecnica di stampa serigrafica alternativa e ogni partecipante personalizzerà il proprio paio di calzini. Sabato 20
> ore 10:00 _ “Tinture naturali” Tutor: Massimo Baldini e Roberta Bilò Per Weekendoit l’esperto Massimo Baldini presenterà la tintura con il blu di Guado e grazie alla collaborazione di Roberta Bilò della scuola Sinequa, i partecipanti al workshop realizzeranno colorazioni geometriche modulari su una pashmina in fibra di eucalipto con la tecnica di piegature e pressioni. Sponsor tecnico SPAZIO FISSO
> ore 10:00 _ “Pelletteria per principianti“ Tutor: Laura Guerresi – Filufilu bags Vuoi avvicinarti alla tecnica della pelletteria? Durante il workshop imparerai le nozioni di base per cucire la pelle e realizzerai una pochette di pelle scamosciata che diventerà il miglior abbinamento per i vostri look futuri! Sponsor tecnico LA GARZARARA e HUSQVARNA
  > ore 10:00_ “Inizia a vendere i tuoi prodotti con WooCommerce oggi!” Tutor: Francesca Marano WooCommerce oggi è lo strumento più potente per costruire un negozio online. Sfruttando la potenza di WordPress come base, WooCommerce aggiunge tutte le funzionalità e la libertà necessarie per creare il negozio perfetto. La creazione di un negozio online può confondere ma può essere riassunta in alcuni passaggi importanti e li esamineremo insieme in modo da poter iniziare a vendere e sviluppare il tup business online nel modo più rapido e semplice possibile!
 > ore 15:00 _ “Tiny Shiny Rabbit” Tutor: Agnese e Luca – Messieurs animaux Crea la tua lucina con le orecchie, appendila in casa e sogna! Sponsor tecnico SCATAGLINI> ore 15:00 _ “La T-shirt FrouFrou” Tutor: Fabrique Sai cosa c’è di meglio del Festivalbar, della reunion delle Spice o della nuova serie di Beverly Hills con i protagonisti vecchi? Cucire la tua nuova T-Shirt FrouFrou! Il progetto è semplice e adatto anche alle principianti e il tessuto è wow, realizzato in esclusiva da Scataglini Textiles con disegno inedito di Camilla Ronzullo, aka Zeldawasawriter! Sponsor tecnico HUSQVARNA e SCATAGLINI
> ore 15:00 _ “Come e perché realizzare immagini creative per Instagram” Tutor: Valentina Veneziano+Mirco Farnetani – Valina Vuoi distinguerti? Questo workshop ti aiuterà a comprendere come e perché sia importante usare la creatività per far conoscere su Instagram il tuo prodotto, progetto, brand, da una delle content creators più apprezzate d’Italia.
> ore 18:00 _ “Birdhouse! La casetta per gli uccellini versione home decor” Tutor: Rinoteca Hai un giardino? un terrazzo? nessuno dei due? Non importa! La casetta per gli uccellini che realizzeremo insieme è un oggetto d’arredamento che potrai appendere anche ad una mensola. Stamperemo in serigrafia un pattern originale sulla casetta precedentemente tagliata al laser che andremo poi ad assemblare insieme. Et voilà il must havedell’home decor per l’estate 2019!
 > ore 18:00 _ “MINI ME! Character Design per self-promotion” Tutor: Danilo Mancini – Sailor Danny Sailor Danny ha una vera passione per la street art e per il suo modo di comunicare in maniera virale. In questo workshop imparerai con lui, grazie ad alcune linee guida di base, come creare personaggi unici con il vostro stile personale da poter utilizzare su sticker, biglietti da visita, t-shirt, siti web e ovunque vogliate promuovere la vostra identità!
Showcase Market finale Domenica 21 luglio dalle 11:00 alle 21:00
Come da consueto WeeKenDoit si concluderà con lo Showcase, il market con alcuni dei migliori artigiani e autroproduttori selezionati dalla regione e da tutta Italia. Abbigliamento, gioielli, accessori, serigrafia, arredo, oggettistica e attività gratuite per bambini.
Organizzazione
WeeKenDoit nasce da un’idea di Gaia Segattini
Con il sostegno di: Pepe Lab 
Con il patrocinio di: Comune di Ancona
Sponsor: SiteGround
In collaborazione con:
Contemporaneo, CLaB Design, Supermap!, Fogola, Rinoteca, Publiesse, La Congrega, Librare, Sailor Danny, Factory 00, Tonidigrigio, Aiap 
MEDIA PARTNER
Nerto, Meme Marchigiani, Creative Boxe, Instagramers Marche, IgersAncona
SPONSOR TECNICI
Husqvarna, La Garzarara, Rinoteca, Scataglini, Samas Pubblicità, Lago
INFO https://www.weekendoit.it
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purpleavenuecupcake · 6 years ago
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Arriva la "blockchain in Italia"
Al via al Mise i tavoli tecnici per trattare la questione dei registri distribuiti nazionali  e blockchain. E’ l’Agid, tuttavia, che dovrà  dare l’ultimo sigillo. Cinque le questioni da dirimere: validità giuridica dei documenti,  tutela dei dati e delle identità digitali. Nel frattempo è stato istituito un fondo per lo sviluppo della "catena dei blocchi",con la legge di Bilancio 2019. II decreto riporta all'articolo 8-ter una definizione delle tecnologie basate su registri distribuiti, precisando che la memorizzazione di un documento informatico via Dit (distributed ledger technology) produce gli effetti giuridici della validazione temporale elettronica, ex articolo 41 del Regolamento Ue 910/2014. Si rimanda quindi a una validazione "semplice", perché quella "qualificata" - con maggiore rilevanza probatoria - richiede invece una serie di requisiti (ex articolo 42) tra cui l'intervento di un «prestatore di servizi qualificato». L'Agid  entro metà maggio dovrà, quindi,  stabilire le norme tecniche sulla validazione temporale e non dovrà trascurare che il timestamp - marca temporale -  richiede un formato standard come l’OpenTimestamps. La blockchain (letteralmente "catena di blocchi") è una struttura dati condivisa e immutabile. È definita come un registro digitale le cui voci sono raggruppate in "pagine" (dette blocchi), concatenate in ordine cronologico, e la cui integrità è garantita dall'uso di primitive crittografiche. Sebbene la sua dimensione sia destinata a crescere nel tempo, è immutabile in quanto, di norma, il suo contenuto una volta scritto non è più né modificabile né eliminabile, a meno di non invalidare l'intera struttura. La blockchain è dunque assimilabile a un database distribuito, gestito da una rete di nodi, ognuno dei quali ne possiede una copia privata. Non è richiesto che i nodi coinvolti conoscano l'identità reciproca o si fidino l'un l'altro. Difatti, per garantire la coerenza tra le varie copie, l'aggiunta di nuovo blocco è globalmente regolata da un protocollo condiviso. Una volta autorizzata l'aggiunta del nuovo blocco, ogni nodo aggiorna la propria copia privata: la natura stessa della struttura dati garantisce l'assenza di una sua manipolazione futura. Grazie a tali caratteristiche, la blockchain è considerata paragonabile alle banche dati e ai registri gestiti in maniera centralizzata da autorità riconosciute e regolamentate (pubbliche amministrazioni, banche, assicurazioni, intermediari di pagamento, ecc.), e ne rappresenta pertanto un'alternativa in termini di sicurezza, affidabilità e costi.   Read the full article
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marikabi · 7 years ago
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Attenti allo squalo
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In un lunghissimo editoriale, quasi un ‘paper’ accademico, pubblicato lo scorso aprile su di una rivista di libri statunitense, si descriveva una serie di strategie e tattiche psicologiche utilizzate dai social e dai politici per manipolare le scelte di consumatori ed elettori.
Ovviamente, per capire come si può manipolare la mente dei singoli (nella loro quotidianità) deformando a piacimento le scelte di larghissime fasce di popolazione, occorre conoscere le personalità degli individui. Come ogni studente di Scienze Psicologiche ben sa, la categorizzazione della personalità degli essere umani è impresa complicata, tanto da far nascere numerose teorie al riguardo, nonché altrettanto numerose tecniche d’indagine e di approccio al settore.
Una delle più recenti tecniche, utilizzata anche dai social, è denominata OCEAN e misurerebbe (in inglese) la quantità di Apertura (Openess), Coscienziosità, Estroversione, Amabilità e Nevroticità delle persone. La tecnica è talmente sottile che avrebbe addirittura correlato l’uso nei post delle parole “apparentemente” ed “effettivamente” ad alti livelli di Nevroticità. Cribbio.
Il concetto di base è che noi stessi non conosciamo affatto le condizioni che possano renderci felici, poiché si trovano spesso sotto il nostro livello di giudizio e scelta, quasi a livello sub-liminale, tant’è che stiamo lì a meravigliarci quando appaiono sui social pubblicità che non ci aspetteremmo di vedere, ma che invece sono derivazioni dei nostri crucci interni: una dentiera, un apparecchio correttore dell’alluce valgo, un auricolare invisibile per sordità incipienti, i gioielli da abbinare all’abito da cerimonia per il matrimonio di nostro nipote e così via. (Ovviamente, la gamma dipende molto dall’età del soggetto preso di mira da questo marketing di stampo comportamentistico.)
Mi pare di aver già scritto di un esperimento di Facebook condotto su circa settecentomila iscritti al fine di capire se la manipolazione nelle notizie apparse sui loro feed potesse inficiare l’umore dei post personali. In effetti, i risultati hanno confermato l’ipotesi: noi siamo fortemente condizionati dal contesto e se questo viene artatamente modificato potremmo trasformarci in ottimisti o pessimisti, renziani o pentastellari, apocalittici o integrati, animalisti, vegani, convinti dell’innocenza della Juve, ovvero ogni altra cosa.
Pensate che Facebook ci abbia utilizzato come cavie? Avete ragione. Tuttavia, a chiunque abbia protestato per la vicenda (che risale al 2014), la società di Zuckerberg ha risposto che il consenso agli esperimenti era implicito nelle condizioni d’uso del social. Cornuti e mazziati, insomma e quasi a nostra insaputa.
Morale? Gli analisti del voto dovrebbero dare più peso a queste pre-condizioni dell’era digitale, prima di discettare dalla ‘pancia’ dei Paesi.
Che c’entra lo squalo del titolo?
A) perché incuriosisce alla grande e b) perché, alla luce della comunicazione efficace alla modifica dei comportamenti individuali, se volete tenere qualcuno fuori dalla vostra proprietà al mare è meglio scrivere “Zona popolata da squali” e non “Proprietà privata”.
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ilsignorm · 7 years ago
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Pickup artist con HuniePop
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In "HuniePop" sono uno Americano sfigatello e imbranato con le ragazze che ha l'incredibile fortuna di incontrare Kyu, una fata del sesso che mi insegnerà tutto quello che c'è da sapere sulla seduzione e mi trasformerà in un pickup artist, un "artista del rimorchio".
Nel mondo reale esistono intere comunità online di pickup artists e corsi appositi, tenuti non da fatine ma da loschi figuri della stessa risma dei motivatori e dei predicatori. Essi promettono l'apprendimento di raffinate tecniche che si basano su psicologia spicciola e teorie parascientifiche ormai sfatate come la programmazione neuro linguistica e che a volte sfociano nella manipolazione e nella molestia, nello stile del Don Giovanni mozartiano, disposto pure allo stupro.
"HuniePop" è la applicazione di questa mentalità machista e predatoria al videogioco.
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In "HuniePop" mi aggiro per la città, dalla mattina alla sera, alternandomi tra 12  ragazze (di cui 3 segrete) diverse per età, etnia e carattere. Ne scelgo una, ci parlo, pongo domande per conoscerla meglio, rispondo alle sue curiosità su di me (mentendo spudoratamente) e, se interrogato, ripeto ciò che mi ha raccontato su di lei. Poi, dopo una chiacchierata utile a guadagnare un po' di punti esperienza, posso finalmente chiedere alla ragazza di uscire.
Gli appuntamenti si risolvono in un gioco di "allineamento per 3" (una versione modificata della meccanica di "Candy Crush Saga" o "Bejeweled"): davanti a una griglia riempita di forme e simboli colorati, ho un numero limitato di mosse e un punteggio da raggiungere, punteggio ottenibile spostando un simbolo alla volta, verticalmente o orizzontalmente, per combinarlo con almeno due simboli dello stesso colore. Dopo ogni appunamento riuscito con una ragazza ottengo una sua foto , in pose sempre più sensuali ed esplicite, e dopo almeno quattro appuntamenti posso portarmela a letto e farci sesso attraverso un'altra partita a base di allineamenti per 3 (ma in una variante rapida e frustrante) e ottenere una immagine che la raffigura alla fine del rapporto, grondante di sperma.
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Gli appuntamenti-puzzle sono la parte del gioco più riuscita: sanno porre sfide difficili (ma la loro difficoltà diventa, nelle fasi avanzate, piuttosto esagerata e artificiosa) e sono sorretti da aggiunte interessanti alla formula. Per esempio, ci sono statistiche potenziabili con i punti esperienza guadagnati, oggetti utilizzabili per ottenere vari vantaggi e il fatto che, per ogni personaggio, ci sia un colore preferito, che dà più punti se combinato, e uno sfavorito, in quanto ogni colore è collegato a un particolare tratto o approccio: romanticismo (arancione), talento (blu), flirt (verde), sessualità (rosso) .
È un peccato che tutto ciò sia perso in mezzo a misoginia (le ragazze sono meri obiettivi e subiscono passive limitandosi ad aspettare che io le seduca) e a battute e situazioni sessiste e razziste (la fatina mi suggerisce di provarci con una ragazza madre ispanica sfruttando il suo "baby mama drama" e io le regalo cose come maracas e sombrero). E se all'inizio del gioco posso scegliere il sesso del mio personaggio, e interpretare quindi una ragazza omosessuale, questo serve unicamente a solleticare gli appassionati di lesbicate e cambia solo dettagli nei dialoghi.
Ma forse da "HuniePop" posso tirar fuori anche un messaggio positivo, perché tra tutte le ragazze incontrate nel gioco ce ne è una, Nikki , una artista appassionata di videogiochi, per cui la fatina del sesso mi suggerisce solo di "essere me stesso". Ed ecco, "HuniePop" e i maestri di seduzione insegnano, non volendo, che un ragazzo insicuro, timido, fisicamente non conforme ai canoni di bellezza (uno dei ragazzi, insomma, che frequenta i corsi per diventare pickup artist) può effettivamente cambiare, farsi coraggio e uscire di casa e imparare a comprendere e approcciare le ragazze. E che là fuori, tra tutte le persone che conoscerà, ce ne è una con cui non dovrà fingere: là fuori c'è Nikki.
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"HuniePop" è un'opera creata per Windows, Mac e Linux da HuniePot, dopo una riuscita campagna su Kickstarter, e distribuita da MangaGamer. Può essere acquistata dalla piattaforma di distribuzione digitale Steam [http://store.steampowered.com/app/339800/], in versione censurata, a 9,99 euri o, in versione integrale, sul sito di MangaGamer [http://www.mangagamer.com/detail.php?product_code=130], a 9,95 dollari, e sul suo sito ufficiale [http://www.huniepop.com/] a 10 dollari. Questo articolo è originariamente uscito sul blog di www.usedpanties.sexy.
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fotopadova · 6 years ago
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Antiche tecniche: perché ancora oggi? (2)
di Gustavo Millozzi -
 -- Seconda parte --
per  la prima parte: link
 - Pensi, Giuseppe Toffoli, che le attuali tipologie di immagini affrontate dai fotografi d’oggi (quali ad esempio la fotografia concettuale e scientifica) possano avere traduzione con l’impiego delle antiche tecniche, a mio avviso più consone a rappresentare soggetti in effetti quali nature morte, still-life, paesaggi ed al massimo, ritratti o figure ambientate?
 Sicuramente sono moltissimi gli esempi che si possono riportare oggi. Restando vicino a casa, penso all’amico Dennis Ziliotto, un ritrattista magistrale che utilizza il Collodio Umido. Nelle sue fotografie la tecnica diventa inscindibile dall’estetica e dall’espressività di ogni suo ritratto. Mi viene in mente la fotografia che Dennis ha scattato a Italo Zannier a Venezia pochi mesi fa.
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 ©Dennis Ziliotto, Ritratto a Italo Zannier (Collodio umido)
 Penso poi agli still-life dell’amico Matteo Capaia di Genova, agli alberi ed ai boschi di Luther Gerlach degli USA, alle Carte Salate e alle stampe all’Albume di Dan Estabrook, ai Chimigrammi di Danilo Pedruzzi, ai Cianotipi di Alen Greene.
 Da una mera rappresentazione della realtà, spesso, queste estetiche quasi sconosciute (dico quasi perché ormai abbiamo capito che stanno riconquistando popolarità) possono portare a delle vere e proprie realtà indipendenti e parallele alla nostra con però la capacità intrinseca dell’artigianalità, di poter vedere e toccare la matericità dell’opera: vederla, toccarla, annusarla, e quindi non più un’effimera rappresentazione digitale di una fotografia, per quando elaborata essa sia.
A tal proposito però vorrei sottolineare un aspetto che ritengo estremamente importante: la spinta alternativa all’utilizzo delle Antiche Tecniche per cercare espressività non deve cadere nel banale concetto che essendo fatta a mano non può essere perfetta. Questo può portare a rendere errori ed imprecisioni dell’opera, per la stragrande maggioranza delle volte assolutamente casuali ed irriproducibili, come fossero la firma di autenticità. Non è accettabile. Un caro amico, Giorgio Bordin, che ha scritto i migliori manuali disponibili in italiano su alcune Antiche Tecniche Fotografiche, disse: “I violini di Stradivari sono perfetti - Tintype e Ambrotipi dell’800 sono perfetti”. Oggi la maggior parte dei più bravi di noi che utilizzano le Antiche Tecniche Fotografiche realizzano cose decisamente meno belle di quelle dell’800. Spesso si sfruttano le imperfezioni del manufatto, dimostrazione di incapacità, dicendo che se è fatto male allora davvero si vede che è fatto a mano; chissà cosa ne penserebbe Ansel Adams oppure Alfred Stieglitz. 
- Hai notato che c’è una certa tendenza, non solo in fotografia (che in questi ultimi tempi ha visto il ritorno non solo della ripresa in produzione della pellicola ma anche di nuove fotocamere ad essa destinate, ma altresì di apparecchi fotografici a foro stenopeico) di rivalutare nel campo della riproduzione musicale il disco in vinile, gli amplificatori valvolari con una produzione di nuovi e più sofisticati giradischi?
 Certo che lo si nota. In ogni dove si può vedere questa tendenza al passato. Da una parte i nostalgici che non ne possono fare a meno, dall’altra l’industria ed il marketing che amplificano l’offerta stuzzicando e manipolando gli interessi della gente. Bisogna, come spiegavo prima, capire quale è il reale motivo che ci spinge a ricercare questi prodotti. L’audiofilo non potrà fare a meno di ascoltare musica attraverso un amplificatore valvolare mentre personalmente, anche se di musica ci capisco poco, qualche mese fa ho rimesso in funzione un giradischi di famiglia acquistato negli anni 70 e recuperato ancora funzionante in soffitta dei miei genitori. Ammetto che questo sfizio, oltre che per un chiaro elogio alla longevità dei prodotti ben fatti degli anni 70, è anche dettato dalla moda del momento.
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 ©Luther Gerlach, Collodio umido
 - Il desiderio di alcuni di ritornare pertanto al passato, impiegando i vecchi procedimenti fotografici, potrebbe essere collegato ad un diffuso desiderio di respingimento della sempre più avanzata “tecnocrazia” con ritorno a modi di vita più semplici ed a nostra misura, al pensiero di un futuro minato dal pericolo, sempre più avanzato, che le macchine tolgano definitivamente all’uomo possibilità di intervento, non solo manuale ma ancor peggio di giudizio? 
 Come sempre la storia si ripete. Pensiamo alla paura che la fotografia alla sua nascita aveva suscitato nel mondo della pittura, al timore che l’introduzione dell’industria fotografica aveva provocato ai fotografi arruolandone di nuovi meno dediti alla chimica, all’introduzione delle carte polietinate in sostituzione delle baritate, del formato Leica versus il medio formato e non ultimo del digitale versus l’analogico.
Il discorso ritorna sempre al principio. Oggi la speranza di trovare nelle Antiche Tecniche qualche semplificazione per ottenere buone fotografie senza usare un apparecchio digitale ed il computer non regge proprio. Poi bisogna considerare l’aspetto della conoscenza: studiare queste Antiche Tecniche può giovare notevolmente al proprio bagaglio culturale e permette al proprio linguaggio fotografico di evolvere. Infatti, come per lo scrittore conoscere più stili narrativi permette di poter scegliere il proprio personale modo di comunicare, anche per il fotografo conoscere tutte le possibilità fotografiche che la storia ci ha tramandato permette di poter utilizzare il digitale in maniera più adeguata alle proprie necessità comunicative e perché no, di scoprire nuove forme espressive.
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© Matteo Capaia, ambrotipo, collodio su vetro
Si dice che il colore è nato nel 1935 ma solo negli anni 50 è diventato espressivo. Il digitale è nato negli anni 90 ma ad oggi è ancora molto legato a riprodurre i risultati estetici delle tecnologie analogiche. La fotografia digitale è appena nata e le sue potenzialità non sono ancora pienamente sfruttate. Conoscere oggi la storia e la tecnica della fotografia significa comprendere bene cosa è il linguaggio fotografico ed i suoi confini.
I migliori fotografi italiani appartengono agli anni 70, epoca in cui hanno appreso le competenze delle Antiche Tecniche, e si sono affermati proprio attraverso un’approfondita conoscenza delle stesse. Hanno sentito il bisogno di studiare e capire quale tecnica potesse fornire quello specifico risultato estetico ed espressivo.
Come dovremmo aver ormai capito, la tecnologia in fotografia ci viene sempre più in aiuto, ma dobbiamo imparare a domarla e sfruttarla a nostro insindacabile volere. 
- Alcuni dei componenti chimici impiegati per la realizzazione di tali processi sono molto pericolosi per la salute ed inoltre l’attuale campagna in atto per la salvaguardia dell’ambiente con eliminazione delle sostanze inquinanti e dannose non permette più l’uso di parecchi elementi chimici impiegati a tal fine. E’ probabile che anche le soluzioni ora imposte per il loro smaltimento, purtroppo sempre non facile per un uso privato, rischino così di esser presto non più permesse…cosa hai da dire in proposito?
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 ©Giuseppe Toffoli, negativo al collodio e sua stampa all’albumina
 Personalmente non utilizzo particolari sostanze: alcool, etere, collodio, alcuni semplici sali come Bromuri e Ioduri di Potassio, altri che richiedono qualche attenzione nella manipolazione perché contengono Cadmio, ma, mettendo in atto tutte le norme di sicurezza, si riducono al minimo i rischi. Lo sviluppo delle lastre al collodio si prepara con solfato di ferro, zucchero e alcool. L’arresto con semplice acqua. Resta il bagno di fissaggio che può essere regolarmente smaltito nei centri di raccolta. Per le albumine è ancora più semplice visto che si utilizza l’albume delle uova (con i tuorli restanti si può fare una buona torta!), un sale come quello da cucina, e lo sviluppo si fa in semplice acqua. Anche l’esposizione viene fatta alla luce naturale del sole e non richiede nemmeno consumo di energia elettrica.
A parte gli scherzi, in questi ultimi anni l’attenzione all’ambiente si fa sentire molto e le tecniche fotografiche che richiedevano prodotti chimici pericolosi e/o inquinanti si sono evolute. I dagherrotipi ad esempio si possono ottenere senza l’utilizzo del Mercurio ed i Dicromati, utilizzati largamente dagli amanti della Gomma Bicromatata, sono oggi sostituiti con sostanze alternative sicure e non cancerogene che permettono risultati equivalenti. La sicurezza si aggiunge ai fondamentali motivi per studiare prima di cimentarsi in questo fantastico mondo. Concludo affermando che il Gruppo Rodolfo Namias, in questo delicato argomento, ha sempre messo a disposizione, attraverso i suoi soci, le competenze tecniche necessarie per affrontare tutti i processi fotografici con le dovute attenzioni.
La mente umana non ha limiti.
Viva la Fotografia. Tutta.
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