#T-T come crescono
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FLORENCE, ITALY - MAY 31: Nicolò Barella of Italy arrives at Centro Tecnico Federale di Coverciano on May 31, 2024 in Florence, Italy. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)
#se mi penso che lui all'ultimo europeo era un piccoletto di 12 anni e adesso e' praticamente SENATORE#T-T come crescono
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nuove specie botaniche
Guarda guarda cosa abbiamo qui: uh che bei pomodoroni, e grossi, anche, duri come il marmo, sì... però che strani, sono gialli... be', non saranno ancora maturi... sì, devono essere pomodori che maturano più tardi... e crescono sugli alberi... dev'essere una qualità di pomodori che cresce sugli alberi, già... li avranno innestati con un albero!... AHAHAHAH!... già già. Un albero di pomodori... eh be', ci sta, la natura è strana... ma non crescono d'estate i pomodori?... Be', dev'essere una qualità invernale, che cresce in autunno. È così. Devo assolutamente dirlo a qualcuno, che ho trovato un albero di pomodori. Oh, magari è l'unico esemplare al mondo, te lo immagini? Magari gli daranno il mio nome, il "solanum t-annhauserum"!... (alla fine erano cachi)
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La saggezza del pene.
Mi prendo la responsabilità di aprire la bocca su un tabù di quelli con la T maiuscola.
Scrivo dopo una seduta profondamente toccante con un uomo.
Scrivo perché so che quello che sto per dire non è una cosa rara che capita a pochi, è invece una storia collettiva di dolore che tocca il maschile e lo piega a metà.
Pene grosso o pene piccolo?
Potenza o Impotenza?
Sarai amato o sarai rifiutato?
Così come tantissima dell’insicurezza delle donne vive nel disagio e nell’imbarazzo legato al loro corpo, anche per gli uomini la “sicurezza interiore” spesso passa da un’esame di virilità che spesso avviene da ragazzini.
Ed è proprio da ragazzini che si passa questa specie di spartiacque tra i fighi che ce l’hanno grosso e gli sfigati che ce l’hanno piccolo.
Perché ai ragazzini non glielo insegna nessuno che il valore di un uomo non sta alla pari con la misura del suo pisello.
I ragazzini crescono negli spogliatoi da calcio e tra una doccia e un’altra se ne raccontano di stronzate.
.. e tra una doccia e un’altra tutti ci provano a guardare in sordina verso il pisello dell’altro e a farsi due conti.
Poi se sei fortunato incontri la prima fidanzatina/o innocente e un po’ naive come te che ti farà sentire il suo grande eroe nonostante la misura che porti in mezzo alla gambe.
Ma soprattutto nonostante la tua “prestazione”.
Se sei meno fortunato le prime esperienze sessuali e di confronto con il tuo pene possono essere un disastro.
Per l’uomo con cui ho lavorato l’esperienza che ha segnato la sua storia è stata l’incontro con una ragazza che lo ha in leggerezza umiliato commentando alla misura del suo pene.
L’umiliazione a 13/14/15 anni non è qualcosa che si può risolvere capendo con la testa che cosa è avvenuto.
L’umiliazione verso i genitali è un colpo al centro dello stomaco dove si proverà vergogna per il resto della vita.
Se la sessualità per le donne è spesso un gran bel panorama di vergogna, giudizio, condizionamenti, paure generazionali, colpa del prete e traumi della madre.
Anche la vita sessuale degli uomini è tappezzata di ferite individuali e collettive profondissime.
Il pene è qualcosa di cui vergognarsi, e c’è sempre un motivo buono.
Te ne vergogni perché è sempre pronto per fare sesso.
Te ne vergogni perché non è mai pronto.
Te ne vergogni perché si eccita quando non dovrebbe e te ne vergogni perché si eccita quando dovrebbe.
Te ne vergogni quando ”dura a lungo “.
Te ne vergogni quando “dura poco”.
La comunicazione tra la mente e il pene di un uomo è spesso pari a zero.
Tra il cuore e il pene forse arriviamo a due su una scala di dieci.
Il pene è abbandonato.
Segregato dietro la cerniera dei pantaloni.
Colpevolizzato e demonizzato per tutto il male che ha fatto nei secoli.
Giudicato perché serve solo a quello.
Il pene porta pena, mi disse una volta un uomo.
Si porta appresso pressione.
Ansia da prestazione.
Paura di fallire.
E poi sì certo, è possibile che FUNZIONI il minimo indispensabile per vivere una vita sessuale mediocre “abbastanza”.
Ma il pene non è una funzione.
Così come non lo è la vagina.
Sono organi di senso, altamente intelligenti che SENTONO e sono connessi alla vita intera dell’organismo.
Pensare con il pene non vuol dire pensare solo al “sesso”.
Il centro energetico del sesso, come quello della mente, del cuore, del plesso solare è un centro di potere.
È un centro di conoscenza.
Ciò che rende il pene una pena è la tua disconnessione, il NON ascolto, l’abuso, le credenze limitanti.
Ma soprattutto i traumi, le memorie e le ferite che porta il tuo pene.
Solo attraverso la riconessione con questa parte sacra del corpo un uomo può riconquistare la sua autentica virilità.
Virilità.
Non significa ce l’ho più grosso di te e posso prendere ciò che voglio, distruggendo e senza voltarmi.
Questa è la piaga del patriarcato: gli anni di abuso del potere di un maschile immaturo e sofferente.
Virilità è la bellezza potente del Fallo come simbolo di forza, di presenza, di sicurezza, di energia.
Il Fallo che penetra il cuore della terra per portare Vita.
Il Fallo che porta il SEME della VITA.
Il Fallo che feconda la terra perché sia abbondante di frutti.
La guarigione del “pene” è una guarigione collettiva.
Non è solo degli uomini.
È anche delle donne.
È di tutti coloro che hanno realizzato che qualcosa nella nostra società è andato perso ed è nostro diritto e dovere ricordare.
È di chi parlerà ai ragazzi maschi del potere e della sensibilità che portano in mezzo alle gambe e di come rispettarsi e rispettare con amore e consapevolezza.
È di chi saprà fermarsi ogni volta che l’atto sessuale diventa una gara carica di pressione e potrà piangere invece che continuare a tenere.
Il pene ha bisogno di piangere e di gridare.
A volte eiaculare è pianto e grido trattenuto per troppo a lungo.
🖤
Federica Clemente
#Tantrasciamanico
#maschilematuro
#sessualitasacra
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A PROPOSITO DI DONNE: “I ragazzi crescono insieme al loro paese" di Olga Kis
xr:d:DAE6PzAjubw:50,j:4305862057666715847,t:24030610 Quanto sia importante la poesia si vede nella vita di tutti i giorni soprattutto quando a parlare sono le donne che vivono situazioni difficili e spesso senza via d’uscita. La poesia viene in soccorso, come il salvagente cui aggrapparsi cui fa riferimento Gibran, citando la funzione della poesia. È questo il caso di Olga Kis, una delle maggiori…
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Strada di città (1)
Graffiti sui muri, lo fanno un luogo per ragazzi, la luce della luna accarezza la vecchia vernice. Teschi, scrittacce, corna, uno è seduto a cavalcioni a fumarsi una sigaretta. Fa freddo, oltre al fumo dalla bocca esce anche il vapore.
Maledizioni da tutte le parti, spiriti imprendibili escono dalle oscenità dell'ambiente, aiutano lo sporco lavoro.
La strada è abbandonata a se stessa da tanto tempo, spazzatura agli angoli della strada, sporcizia ovunque. Ma dalle crepe escono graziosi fiori oltre che erbacce.
Pantaloni larghi, tatuaggi, sigaretta in bocca arriva un ragazzo, porta con sé una bottiglia di birra si salutano e parlano. Gesticolano, si toccano il giubbotto di pelle nero. Ne accendono un'altra. Vengono tutti e due dalla periferia, preferiscono il tabacco alla marijuana. Sono vestiti di nero con disegnini grotteschi sulle t-shirt, uno di loro ha i dreadlocks colorati alle punte.
È un ambiente morto a se stesso, un luogo di cenere e per questo si trova una luce, una luce fievole di rinascita.
Letame, spazzatura e fiori tanti fiori in ogni angolo nascono proprio dal degrado, dalle parolacce, dagli sputi, dall'ingenuità della droga.
Un riff di chitarra elettrica accompagna la scena, due note lente dondolano i muri bruciati dal degrado. Anarchiche e pacifiste se non fosse per le borchie che portano come tiara.
Manifesti di ribellione, anarchici, violenti e rabbiosi. Un'aura minacciosa contro il governo si alza e circonda il quartiere, indurisce i visi, allarga le mascelle strappa i vestiti e quando è stanca bestemmia. Un posto infuriato dalla miseria, dall'abbandono. Dio è morto.
Vecchie industrie, ferrovie d'acciaio arrugginito, luoghi abbandonati, crescono in questa scena i bambini, piccoli fiori che già sono abbronzati di grigio, giocano con le macerie, con i rifiuti: gli allargano i vestiti gli rasano i lati del cranio.
Il cielo è sempre nuvoloso, una luce grigia illumina l'ambiente, carica di elettricità e magia. Le scrittacce illuminano i cuori infranti dalla miseria, gli danno conforto, quelle strade si può chiamarle casa.
L'odio si sviluppa e si evolve, capelli neri come la notte, corrompe e aiuta a sopravvivere, la pelle è bianca, dà speranza e rincuora, dice: aggrappati a me ti do la possibilità di maledire, di metterti sullo stesso piano, di non sottometterti.
Bestie maledette sono i ragazzi, si divertono a trasgredire, i bassi gli martellano i timpani, fumano e se ne fregano, sporchi come carbone, aprono un rifugio nei loro occhi a cavalcioni l'uno di fronte all'altro seduti sulle panchine sfasciate.
Gli zaini portati a una spalla sola, le scarpe da ginnastica rotte e sporche. Vestono di nero. Alcuni si suicidano, altri si tagliano fino all'osso, tutti sono ubriachi la sera, ma hanno una vena poetica, portano una luce incredibilmente bella nei loro occhi, i loro vestiti splendono nell'oscurità della comune ordinarietà.
Rabbiosi, sono demoni e pirati rifiutati dalla società, nelle loro strade sporche sono divinità, i fiori sbocciati di quei tunnel bui e senza anima. Una manifestazione di odio, rabbia e colori sgargianti su un nero oscuro difficile a descriversi.
Senza famiglia, o meglio abbandonata, trovano conforto in se stessi, gli piace stare assieme, condividere la sigaretta.
Dita gialle di sigaretta, pelle grigia, capelli spinati, arruffati, rasati. Li vedi camminare tra i rifiuti, occhi duri, anime ribelli. Induriti dalla povertà.
In cosa credono? In nulla, nessun Dio, nessun maestro, punk disperati si nascondono il volto con i capelli. Fanno della tristezza la loro forza, il loro nichilismo li fa strafottenti.
Una birra su una panchina questo li fa felici, anarchici credono nell'inferno in terra.
Erbacce ai lati di un graffito, mozziconi, cocci di bottiglia, dal degrado nasce una forza chiara. Una luce di speranza dalla morte del vecchio arriva il nuovo.
"No future" gridano i muri come un uomo che abbia accelerato troppo contro un muro, la fine è giunta e con sé tutto il suo squallore. Non ci si riesce a fermare ma nel botto c'è anche la novità.
Si deve arrivare al fondo di questa rabbia per portare questa strada di città alla sua morte totale.
E da lì rinascere come una fenice dalle sue ceneri. Odore di cenere, odore di cenere. Odore di cenere ovunque, tutto deve avviluppare questa rabbia. Deve ridurre tutto in cenere.
I due si alzano, sputano, buttano le cicche e le bottiglie a terra e se ne vanno. Non fanno che aumentare la magia di questo luogo, il fermento spirituale inebriante.
Una scrittaccia dice "rispettiamo solo il degrado", non c'è luce, non c'è luce, non c'è luce e proprio per questo ce n'è tanta.
Solo in questi luoghi è possibile respirare la morte del vecchio, la vita non è che un gioco per bambini, un giocattolo vecchio e arretrato fatto di linee moderne che niente hanno a che fare con la vera luce, la vera vita.
Dalle crepe della strada nascono i fiori in tutto il loro splendore, proprio dalla morte nascono, e anche se li schiacci o li tagli, ricrescono, aprendosi un varco nel cemento e nell'asfalto.
Dal letame nascono i fiori, dalle crepe e dall'incuria nasce il verde della speranza, una nuova vita che distrugge il vecchio morente.
Nascono i giovani che cercano la droga, una dimensione senza vincoli di spazio e tempo, ancora acerba, ancora per ingenui ma sempre la ricerca verso qualcosa che non è nell'ordine delle cose, straordinaria, fatta di libertà per la mente e lo spirito.
Non si può schiacciare il fiore che cresce, borgo corrotto non riuscirai a seppellire il sacro degrado. La morte di Dio va vissuta a fondo per trovare la vera luce.
Cantate il degrado punk, emo, goth, cantate il vostro dolore e deridete il passato, il cosidetto classico che ormai morente, vive solo nei cuori più arretrati.
Bevete in un sorso la vostra vita, rabbiosi e ribelli rifiuti di una società corrotta e falsa, fatevi sporcizia e fate crescere il fiore dentro di voi, esso non vi abbandonerà mai, sarà buono e vi guiderà per la vostra strada.
Cospargetevi di cenere e tutto diventerà più chiaro dalla mente allo spirito.
Il degrado porta un mazzo di fiori alla tua porta, accettali e falli crescere tra i rifiuti. Perché il fiore affonda nel letame.
Intanto arriva un altro ragazzo, capelli nerissimi, bianco di carnagione, borchie sulle braccia, scrive qualcosa sul muro: "sali sul cesso e inizia a pensare".
Si mette a cavalcioni su un cesso gettato tra la spazzatura e ingoia una pasticca, d'un tratto dopo alcuni minuti inizia il trip.
I muri cadono come se fossero stati bombardati e si apre davanti a lui una distesa infinita, guarda su nel cielo e vede una struttura spaziale dalla forma circolare ma irregolare.
È una nave spaziale pronta a esplorare nuovi pianeti e galassie, è enorme, è grande quasi quanto una città ed è densamente popolata, dentro ci sono milioni di persone.
Il ragazzo è come ipnotizzato da questa struttura. Finalmente dopo a lungo attendere l'umanità è pronta per lasciare in massa il pianeta terra ed esplorare nuovi orizzonti, alla ricerca delle risposte più importanti dell'uomo.
Il ragazzo è come estasiato da questa visione e cerca di raggiungere la struttura, "anch'io voglio andare dall'altra parte!" Così la nave lo accoglie e lo prende con sé.
La partenza fu in un attimo, la nave scomparve dalla sua immagine e aprì immediatamente le porte, e davanti all'umanità apparve l'impossibile.
Ogni forma è totalmente sovvertita, ogni linea è spezzata e al tempo stesso unita insieme, le forme geometriche sono cambiate e non è possibile descriverle o disegnarle.
Ogni fiore è diverso dall'altro, sono fiori ma al tempo stesso sono alberi, sono entrambi sia minuscole pianticelle sia quercie giganti.
Ad ogni passo che si fa ogni regola fisica cambia, d'un tratto anche gli uomini mutano d'aspetto e diventano quello che desideravano ardentemente essere, e anche di più, una sorpresa continua, sempre più belli e giovani, ad alcuni per esempio escono mille gambe e con queste gambe salgono su nel viola del cielo e vedono i mille oceani e in ogni oceano posano le loro gambe.
Le mille braccia le usano per modificare e personalizzare ogni cosa che esiste, e gli occhi vedono addirittura le cose che non esistono.
Sono tutti uniti insieme in una coscienza sola e passeggiano restando fermi.
Passeggiano perché lo vogliono e restano fermi perché non c'è il bisogno di vivere. Non c'è il bisogno di vivere si dice tra sé e sé il ragazzo, non c'è il bisogno di vivere.
Si risveglia vomitando e ripetendo non c'è bisogno di vivere, non c'è bisogno di vivere.
Beve un po' di birra, si accende una sigaretta e riflette su quanto vissuto, poi si alza e scrive sul muro:
"in ogni oceano poso le mie gambe,
in ogni terra poso le mie braccia
la testa non è poggiata da nessuna parte
perché non c'è il bisogno di vivere"
Si beve una birra, sputa a terra e si accende un'altra sigaretta mentre se ne va a casa con un forte mal di testa.
"Volevo tutto e l'ho avuto anche solo per un istante!" Pensa il ragazzo.
"Avevo tutto: le mie gambe erano negli abissi dell'oceano e anche più giù per toccare terra, con le braccia potevo fare qualsiasi cosa e con la mente non vivevo ed ero libero da qualsiasi vincolo della vita".
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Sposta gli Oscar, sono i Pawscars
Pauley Perrette e Lou Wegner ospitano i premi annuali dell'American Humane Association, rivelando le migliori star degli animali dell'anno; Guardalo ora online! LOS ANGELES, CA 18 febbraio 2015 - Spostati, Oscar! Oggi, l'American Humane Association sta rivelando i veri vincitori dei migliori premi di recitazione di quest'anno con i PAWSCARS ™, in onore delle migliori star degli animali del cinema e della televisione. Presentato dalla superstar televisiva Pauley Perrette e Lou Wegner, l'American Humane Association 2015 PAWSCARS è ora disponibile per la visione online su americanhumane.org.
E i PAWSCAR 2015 vanno a ... Best Puppy Under Pressure - "The Interview"
Uno dei film più famigerati del 2014 è stato “The Interview”, e la sua star più carina è stata sicuramente Wolfie, un King Charles spaniel che è apparso nel film. L'American Humane Association si è sempre assicurata che Wolfie fosse tenuto al sicuro, specialmente in mezzo a tutto il caos e l'azione. Non è mai stato vicino a nessuna delle esplosioni, degli spari o del rumore forte: tutto ciò che è stato aggiunto in post-produzione o è stato utilizzato un doppio imbottito. Nelle scene in barca, Wolfie veniva sempre tenuto legato per sicurezza, mentre tra una ripresa e l'altra veniva tenuto al caldo con una borsa dell'acqua calda.
Best Magical Cow - "Into The Woods"
Sebbene "The Interview" non abbia ottenuto alcuna nomination agli Oscar, questo vincitore del PAWSCAR ha ottenuto anche tre nomination agli Oscar. "Into The Woods" è la versione Disney del musical mash-up di fiabe di Stephen Sondheim. Il premio per la migliore mucca magica va a “Milky White” interpretato dall'attore di animali Tug. Nel film, Jack scambia la mucca bianca della sua famiglia con fagioli magici. Nella scena in cui Jack la munge, i rappresentanti certificati per la sicurezza degli animali dell'American Humane Association ™ erano appena fuori dalla telecamera, assicurandosi che fosse ferma e che a Jack fosse stato insegnato come mungere la mucca prima di tentare di farlo davanti alla telecamera. Nella scena in cui Tug sta mangiando cose strane come capelli e scarpe vecchie, è stata effettivamente nutrita con sostituti commestibili e nella scena in cui collassa non era affatto lei, era una finta mucca.
Miglior spettacolo acquatico - "Dolphin Tale 2"
In questo sequel di "Dolphin Tale", Savannah, la compagna di Winter, muore di vecchiaia e l'acquario ha solo 30 giorni per trovare un nuovo compagno a Winter. Quando un cucciolo di delfino ferito viene trovato arenato su un banco di sabbia, la chiamano Hope nella "speranza" che diventi la nuova compagna di Winter. L'American Humane Association ha controllato tutte le aree di balneazione per potenziali pericoli e ha visto che i delfini non hanno mai lavorato più di un'ora senza interruzione. Quando il pubblico ha visto Savannah sdraiata sul fondo della vasca, non era un vero delfino, ma un oggetto animatronico.
Miglior sequenza di inseguimento - "Sex Tape"
In questo film, Jason Segel e Cameron Diaz cercano di rintracciare il loro sex tape personale che è stato accidentalmente inviato ai loro amici. Mentre Segal sta cercando la casa di un amico, incontra un pastore tedesco - interpretato sia da Nicki che da King - e la caccia è aperta; Rappresentanti per la sicurezza degli animali certificati dalla American Humane Association erano sul set per quelle scene. Nella gag del tapis roulant, la macchina non era mai in funzione quando il cane era su di essa; animali di peluche e CGI sono stati usati per tutte le parti pericolose e l'intera scena è stata messa insieme in post-produzione.
Miglior cavallo non protagonista - "Dawn of the Planet of the Apes"
"Dawn of the Planet of the Apes" fa parte di un franchise di enorme successo che riceve regolarmente premi per i suoi effetti visivi. Ora vince un PAWSCAR, non per le sue scimmie, ma per un cavallo di nome Dale cavalcato dal leader delle scimmie, Caesar. Sembra che lui - e le altre scimmie - stiano cavalcando senza sella, ma questo è solo un altro esempio di magia cinematografica. Gli attori che interpretavano le scimmie a cavallo usavano le selle, quindi Dale e gli altri cavalli erano punteggiati di indicatori di effetti speciali che permettevano di eliminare le selle in post-produzione. L'American Humane Association si è assicurata che quei pennarelli non fossero tossici e hanno anche dotato i cavalli di zoccoli di gomma per le scene quando erano sul marciapiede. Nelle scene in cui c'erano colpi di arma da fuoco, fiamme o esplosioni, i cavalli venivano sempre filmati separatamente da quell'azione. Anche quando hanno saltato il "fuoco", i cavalli stavano semplicemente saltando sopra una sbarra alta un piede con luci tremolanti.
Best Young Animal Performer (s) - "The Drop"
"The Drop" è un teso dramma mafioso noto per essere l'ultimo film di James Gandolfini. Al centro della sua storia c'è un cucciolo di pitbull di nome Rocco. Poiché i cuccioli crescono così rapidamente, la produzione ha dovuto impiegare tre cuccioli separati T, Puppers e Ice, per mantenere la continuità dell'età. Poiché sono stati usati cuccioli diversi per interpretare lo stesso personaggio, è stato necessario un po 'di trucco per farli combaciare. L'American Humane Association si è assicurata che il trucco utilizzato non fosse tossico. I rappresentanti certificati per la sicurezza degli animali hanno assicurato che nessuno dei cuccioli fosse sovraccarico di lavoro, chiedesse di fare qualcosa al di fuori delle loro capacità e che avessero un ambiente sicuro e confortevole sul set e fuori.
Miglior ensemble - "Wild"
Questo premio può sembrare una scelta strana considerando che il film parla del personaggio di Reese Witherspoon che percorre da solo il Pacific Crest Trail. Ma non è sola, e lungo il percorso incontra un cavallo interpretato da Muffet, una volpe interpretata da Dharma, un serpente a sonagli interpretato da Fred, un cane interpretato da Tess, un coniglio interpretato da Sport e persino un lama interpretato da Taiga. I rappresentanti per la sicurezza degli animali certificati dalla American Humane Association hanno controllato ogni area in cui gli animali lavoravano e hanno supervisionato le scene per assicurarsi che nessuno fosse messo in pericolo. Nella scena in cui le rane vengono rilasciate a Witherspoon, l'area era circondata da una barriera alta un piede in modo che nessuna di loro riuscisse a scappare e tutte e 40 le rane fossero tenute al sicuro.
Quest'anno, il programma "No Animals Were Harmed®" dell'American Humane Association celebra 75 anni come l'unico gruppo ufficiale autorizzato dall'industria cinematografica a garantire la protezione umana, la sicurezza e il benessere degli attori animali sui set di film, programmi televisivi e riprese commerciali. Ogni anno il programma sovrintende alla protezione di oltre 100.000 attori di animali su più di 2.000 set negli Stati Uniti e in tutto il mondo. In onore di questo anniversario speciale, l'American Humane Association ha riflettuto sulla storia degli attori animali e ha chiesto all'America chi fossero le sue star di cani e gatti preferite di tutti i tempi. Con 2.527 voti, i risultati sono stati….
Top Dog Star di tutti i tempi - Lassie
Questo adorabile collie esiste da più di 75 anni. Il suo primo film è stato "Lassie Come Home" con Elizabeth Taylor nel suo primo ruolo da protagonista. Taylor è stato pagato $ 100 a settimana, ma Lassie ha ottenuto $ 250. Da allora ci sono stati molti altri film e una serie televisiva di grande successo. Lassie è stata la prima attrice di animali a ottenere una stella sulla Hollywood Walk of Fame e la prima entrata nella Animal Actors Hall of Fame. Ha una lunga relazione con l'American Humane Association, vincendo 11 dei suoi Animal Television Star Awards, i PATSY.
Top Cat Star di tutti i tempi - Sassy
Questo gatto himalayano ha recitato in "Homeward Bound: The Incredible Journey" della Disney e nel sequel "Homeward Bound 2: Lost in San Francisco". In entrambi i film, Sassy è stato interpretato da un gatto di nome Tiki e doppiato dalla vincitrice dell'Oscar Sally Field.
Infine, un premio alla carriera molto speciale è stato assegnato a….
Vincitore alla carriera Diva Achievement - Crystal
Questa adorata scimmia cappuccino è stata una star animale per 18 anni recitando in più di 25 film tra cui la serie "Una notte al museo", "Una notte da leoni: parte 2", "American Pie" e "Dr. Doolittle ”, oltre a programmi televisivi e spot pubblicitari. Un fatto sorprendente di Crystal è che è un animale da salvataggio. Crystal è ben lungi dall'essere l'unico animale di salvataggio che lavora oggi: circa l'80% dei cani e dei gatti che vedi sullo schermo grande e piccolo sono soccorsi o adottati dai rifugi. Questa scimmia è così amata che il compianto Robin Williams l'ha definita "la sua protagonista preferita".
"Tutti i nostri vincitori di Pawscars 2015 meritano davvero questo onore per tutto ciò che hanno fatto per intrattenerci non solo nell'ultimo anno, ma in effetti, nel caso di Lassie, per decenni e decenni", ha affermato il dottor Robin Ganzert, American Humane Association Presidente e AD. "Le star degli animali sono una parte così importante dei film e dei programmi TV che guardiamo ogni giorno e i PAWSCARS di quest'anno sono il nostro modo speciale per rendere omaggio alla ricca storia degli attori animali. I nostri più sentiti ringraziamenti a Pauley Perrette e Lou Wegner per aver co-ospitato lo spettacolo di quest'anno e a tutti coloro che hanno votato per i loro cani e gatti preferiti di tutti i tempi. "
Per dare agli spettatori uno scoop interno su ancora più Garbos e Gables di attori animali, è stato pubblicato un nuovo libro in concomitanza con il 75 ° anniversario del programma "No Animals Were Harmed". Il presidente e CEO dell'American Humane Association, il dottor Robin Ganzert, ha scritto e pubblicato il libro "Animal Stars: Behind the Scenes with Your Favorite Animal Actors", con Allen e Linda Anderson, marito e moglie fondatori dell'Angel Animals Network. Con una prefazione di "America’s Veterinarian", il dottor Marty Becker, "Animal Stars" offre uno sguardo all'affascinante mondo degli animali e degli addestratori di animali nell'industria cinematografica e televisiva di oggi e alle celebrità con cui lavorano. I proventi della vendita del libro sostengono il lavoro e i programmi salvavita dell'American Humane Association che proteggono i bambini e gli animali d'America. Lo scorso autunno il Dr. Ganzert ha viaggiato per il paese in un tour per autografi di "Animal Stars". Per guardare i PAWSCARS 2015 completi, visitare www.americanhumane.org, visitarli su Facebook all'indirizzo www.facebook.com/americanhumane o @americanhumane su Twitter. I media possono ottenere filmati di qualità broadcast su https://bit.ly/2015pawscars-video. Per ulteriori informazioni sul programma "No Animals Were Harmed®", comprese le recensioni dei film che ha monitorato nel corso degli anni, visitare il sito www.humanehollywood.org.
Informazioni sull'American Humane Association
L'American Humane Association è la prima organizzazione umanitaria nazionale del paese e l'unica dedicata alla protezione di bambini e animali. Dal 1877, l'American Humane Association è stata in prima linea in quasi tutti i principali progressi nella protezione dei nostri più vulnerabili dalla crudeltà, dagli abusi e dall'incuria. Oggi stiamo anche aprendo la strada alla comprensione del legame uomo-animale e del suo ruolo nella terapia, nella medicina e nella società. L'American Humane Association raggiunge milioni di persone ogni giorno attraverso ricerche, istruzione, formazione e servizi innovativi che abbracciano un'ampia rete di organizzazioni, agenzie e imprese. Anche tu puoi fare la differenza. Visitate oggi l'American Humane Association su www.americanhumane.org.
Foto in primo piano di AHLN, utilizzata con una licenza Creative Commons.
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¥ G h o s t ¥
Lui è l’ultimo arrivato nella mia collezione di pietre magiche, per la divinazione e la meditazione.
Si tratta di uno splendido, grande e pesante, esemplare di Quarzo Ialino (noto anche come Cristallo di Rocca).
L’ho acquistato mentre ero in vacanza, in uno stand di minerali e pietre.
Se ne stava sul tavolo, circondato da ametiste, seleniti, occhi di tigre, galene, agate, ipersteni, e altri splendidi minerali.
Io osservavo tutto, rapita, incantata, come Alice nel Paese delle Meraviglie.
Toccavo ogni pietra, aspettando che una di loro mi “chiamasse”.
Poi, ho guardato in basso, verso il centro del tavolo, e ho visto lui, il più bel quarzo ialino che avessi mai visto.
Un grosso prisma a sei facce, completamente puro e trasparente, ma, cosa rara, con numerosissime inclusioni e fantasmi al suo interno.
La rarità, consiste nel fatto che sia trasparente come acqua, nonostante le inclusioni, perché solitamente, le inclusioni rendono i quarzi ialini nebulosi, un po’ lattiginosi (ma sempre bellissimi).
Ma lui no. Lui è uno specchio d’acqua purissimo, dentro cui si possono scorgere paesaggi di ghiaccio, giardini di neve.
Rondini che volano, acquiloni fatati, libellule di platino.
E poi, la cosa che mi ha colpito di più:
nel centro del prisma, s’innalza dalla base quella che a me è subito sembrata una pianta d’argento a tre steli.
La potete vedere nelle foto, anche se nessuna fotografia può rendere la bellezza cangiante di un cristallo.
Osservandolo ancora, si notano i “fantasmi” di questo quarzo, che sono quelle righe diagonali che rappresentano le varie interruzioni, nel corso dei secoli, della crescita di questo quarzo.
Eh sì, perché i quarzi ialini crescono nel tempo, lentamente, e al loro interno, si creano nuovi mondi, piccoli universi, nuove scintille di magia.
Per la sua forma prismatica, la divinazione è un po’ più complicata, ma comunque possibile.
Ha un grande e immediato potere per la meditazione, per i viaggi astrali, i sogni lucidi.
Una leggenda narra, che i quarzi ialini siano le anime degli sciamani, tornati sulla terra per illuminare il cammino degli uomini.
E lui è il mio “Ghost”, un po’ sciamano, e un po’ fantasma*
#katia celestini#alchimilla#italian photographers#artists on tumblr#photographers on tumblr#original photographers#magic photography#magic#quarzo ialino#quartz#ghost photographs#phantom#crystal#cristallo di rocca#cristalloterapia
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LA CAFFETTIERA del mattino
Stamattina mentre aspettavo che salisse il caffè, in tivù Terence Hill raccomandava di stare a casa e, chissà perché, mi sono venuti una serie di pensieri. All’inizio parecchio stupidi, tipo: e gli amanti? Non gli amanti che si amano, intendo i fedifraghi. Tappati in casa con coniuge e figli: hai voglia messaggiarsi. Ci puoi stare quanto seduto in bagno con la doccia accesa prima che l’altro se ne accorga? Sì, va be’, la spesa, il tempo d’andare in farmacia, ma mica puoi andarci tutti i momenti. Ho immaginato lo spasmo, il tormento, il desiderio, lo strazio: ti amo, mi manchi, voglio stare sempre con te! Mi sa che questo virus risolverà un sacco di situazioni confuse.
Sorrido a questo pensiero e me ne arriva un altro, ancora più idiota: e le ricrescite? In due settimane i capelli crescono quasi un centimetro, a me anche due. Tempo un mese e le star di tutto il mondo, quelle che si sono selfate senza make up, faranno a gara a chi ha la ricrescita più bianca e lucente. Farà bene a un sacco di noi. Intanto, però, qualcuno si dispera e nella disperazione si fanno cose assurde, tipo rubare le tempere ai figli. E lì ho visualizzato vivaci ricrescite giallo leone, blu pesciolino, rosa principessa, verde dinosauro. Mi viene la curiosità e faccio una ricerca: proprio ora una famosa azienda di giochi per bambini ha in corso un’offerta: “Speciale multi-pack, 2 confezioni da 6 flaconi. Colori acrilici a base d’acqua molto versatili per dipingere su tutte le superfici. Finitura lucida e brillante ad asciugatura rapida, impermeabile”. Che sia venuto in mente anche a loro? Questo pensiero mi fa ridere e mi consola dei miei capelli grigi, e dei dieci anni in più che mi appioppano. Ho rinunciato alla tinta molto tempo fa per pigrizia, e dopo aver letto il libro Io non mi tingo, di Anne Kreamer. Comunque, vivendo in campagna è una scelta comoda. Pensando agli spazi aperti mi viene in mente chi soffre di claustrofobia, come mia madre. Una volta, alla Rinascente, spaventata dalle scale mobili troppo affollate, ha pensato di fare cosa furba entrando nel grande ascensorone, due metri per tre, che in quel momento era vuoto. Chi ha presente di cosa parlo sa come funzionano quegli ascensori. Arrivata al piano, le porte non le si sono aperte davanti e lei ha cominciato a dare in escandescenza: aprite! Aiuto! Muoio! Fatemi uscire! Finché un tizio le ha bussato gentilissimamente su una spalla e l’ha invitata a voltarsi. (Scusa, mamma, ma tanto la storia che hai dovuto sfilare in mezzo alla folla che sghignazzava davanti alle porte spalancate alle tue spalle la sanno tutti). Per fortuna anche lei vive in campagna, se no a quest’ora starebbe dando in escandescenza battendo i pungi contro la porta di casa: aiuto, aprite, muoio, fatemi uscire! Mi arriva un messaggio, è di T. e lei mi porta a pensare a chi è in casa solo. Ma proprio solo solo. Che finché è una scelta va bene, ma quando sei obbligato… Nessuno con cui fare colazione, nessuno con cui pranzare, cenare, guardare il tiggì e condividere l’ansia che cresce, nessuno a cui fare una carezza, a cui chiedere un abbraccio, che in questi giorni serve, hai voglia se serve. Ho chiuso gli occhi e mi sono vista davanti alla porta di T. con una massa di amici. Le suoniamo, lei viene ad aprire, io le salto al collo e le invadiamo casa. Ecco, amici soli, io adesso vorrei fare proprio questo, saltarvi al collo, riempirvi di baci e stritolarvi in un abbraccio. Penso che sono super iper fortunata a vivere in campagna con un marito per bene, due cani e tre gatti e mezzo. Ammetto però che l’istinto di correre dai nostri genitori anzianetti, la notte in cui è girata la bozza del decreto, c’è venuto e pure forte. Chissà, penso, se è successo che qualcuno, fuggito dalla zona rossa e arrivato in piena notte in alta val Badia, si sia accorto in quel momento, davanti alla porta chiusa della baita, col gatto che ululava nella gabbietta e i bambini che dovevano fare la cacca, d’aver lasciato a casa le chiavi? La sola immagine mi fa scompisciare dal ridere, tanto che mi vengono le lacrime. Mio marito vede che singhiozzo davanti alla caffettiera e viene a farmi una carezza. Poi lui torna a guardare le news e a me vengono pensieri più seri. Penso a chi è dipendente da qualcosa, droga, alcol, gioco, e alle loro famiglie. Penso a chi una casa non ce l’ha e per consolarmi mi dico: “Be’, magari è felice d’avere per sé tutta la città”. Poi però mi ricordo che vive dell’elemosina dei passanti e�� Penso a chi accudisce un malato grave, e si sentiva già solo e abbandonato prima. Penso che se il virus entra nel campo di Moira… Poi smetto di pensarci perché se no non mi riprendo più per tutto il giorno. E faccio una donazione all’UNHCR (https://www.unhcr.it) Penso agli animali nei parchi e mi ricordo che il Safari Park Lago Maggiore ha lanciato una richiesta d’aiuto: leoni, zebre, giraffe, hanno cibo solo per due settimane (https://www.safaripark.it) Penso alle vittime rinchiuse in casa col proprio carnefice. Padri, madri, mariti violenti, bestie feroci ingabbiate e cariche di devastante energia. E sento proprio il bisogno di fare un appello: vicini di casa, se sentite gridare non fate finta di niente. Non parlo delle grida di donne, uomini e figli esasperati, quelle, figurati, in ‘sti giorni... No, dico le grida delle vittime. Si riconoscono. Se le sentite, se lo sapete, chiamate la polizia, i carabinieri, SOS donna, il 1522 Aiutiamo chi è in difficoltà.
State a casa e state bene, mi raccomando.
_ Elisabetta Gnone
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Vorrei sbrogliare la matassa di nodi
che ho in mente
Vorrei sciogliere i troppi pensieri con dell’acido
quasi fossero ghiaccioli d’estate
Vorrei ribaltare la mia vita
come si fa con la frittata
Fossi ciò che vorrei
sarei troppe persone
M’arrangio cercandomi sotto il letto
a volte sopra
scrivendo cazzate per sciogliere i nodi
tra un like e un articolo
tra una manifestazione e un dubbio
Questa gabbia è troppo stretta
non ho il coraggio di aprirla
sarò sempre qui
un giorno magari mi crescono le ali
spicco il volo
ma come posso volare se ho vissuto un’intera vita tra le sbarre?
-Agnese T.
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Nella relazione annuale della Direzione Antimafia scompare il parere positivo alla legalizzazione
Un terzo dei detenuti sono entrati in carcere per la legge sulle droghe mentre crescono in modo esponenziale le persone segnalate per consumo di sostanze psicotrope, soprattutto tra i minorenni, che quadruplicano rispetto al 2015. Il fallimento del proibizionismo lo si vede anche osservando la popolazione detenuta italiana.
Nell’ultima relazione annuale della Direzione nazionale antimafia di Federico Cafiero De Raho scompare il parere positivo alla legalizzazione come mezzo efficace per sottrarre alle mafie il suo mercato principale, mentre ribadisce la “War on drugs”, espressione resa popolare dal presidente degli stati Uniti Richard Nixon, che durante il suo mandato l’ha perseguita con grande impegno. Eppure, nello stesso tempo, «le azioni di contrasto – afferma la Direzione nazionale antimafia nella relazione – nonostante i migliori propositi e gli sforzi più intensi, non hanno determinato, non solo una scomparsa del fenomeno ( che per quanto auspicabile appare obiettivamente irrealizzabile), non solo un suo ridimensionamento, ma neppure un suo contenimento».
Ma la legalizzazione – come ha ricordato l’esponente del Partito Radicale Rita Bernardini – è sparita dall’agenda politica, soprattutto dal nuovo governo visto che nel contratto legastellato non se ne fa alcunaccenno. Per capire il fallimento della lotta alle droghe, bisogna, appunto, analizzare i numeri degli ingressi in carcere. A farne un quadro completo è la recente pubblicazione del IX Libro Bianco sulle droghe, il dossier diFuoriluogo e promosso da la Società della Ragione insieme a Forum Droghe, Antigone, Cgil, Cnca e Associazione Luca Coscioni con l’adesione di altre associazioni, tra cui A Buon Diritto e Arci. Un libro che esamina le politiche sanzionatorie messe in atto dall’Italia sulle tossicodipendenze e i loro effetti sul sistema penitenziario. Giunto alla sua nona edizione, questo rapporto è stato pubblicato al termine di un lungo ciclo che ha visto alternarsi protagonisti e vicende assai contrastanti: dall’approvazione della legge Iervolino-Vassalli ( che regolamenta l’utilizzo degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope) e l’inizio della guerra alla droga in Italia, alla dichiarazione di incostituzionalità di una legge proibizionista e punitiva – la Fini Giovanardi – fino alle recenti ti- mide modifiche legislative.
L’EFFETTO DELLA REPRESSIONE SULLE DROGHE
I dati inclusi nel rapporto rendono l’idea della situazione italiana. Una delle notizie più interessanti è che quasi il 30% dei detenuti entrati in carcere nel 2017 ( 14.139 su 48.144) lo ha fatto per aver violato un solo articolo di una legge: l’articolo 73 del Testo unico sulle sostanze stupefacenti, che sostanzialmente punisce la detenzione per piccolo spaccio. Questo dato, in aumento rispetto allo scorso anno, rappresenta un’inversione di tendenza rispetto al trend discendente seguito all’intervento della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nel 2012. Con la sentenza Torreggiani, la Cedu aveva infatti condannato l’Italia perché il generale sovraffollamento degli istituti penitenziari italiani aveva impedito ad alcuni detenuti di scontare la pena in condizioni dignitose: in seguito a questa condanna, il nostro Paese aveva deciso di fare ricorso alla detenzione in maniera meno diffusa. Se i detenuti in carcere aumentano in termini generali, percentualmente aumentano ancora di più quelli per reati di droga: il 34,5% dei detenuti è infatti in carcere per la legge sulle droghe. Dal dossier emerge che un quarto della popolazione detenuta è tossicodipendente. Record degli ingressi in carcere di persone con uso problematico di sostanze: 34,05%. 14.706 dei 57.608 detenuti al 31/ 12/ 2017 sono tossicodipendenti. Il 25,53% del totale. Si consolida l’aumento dopo che il picco post applicazione della Fini-Giovanardi ( 27,57% nel 2007) era stato riassorbito a seguito di una serie di interventi legislativi correttivi. Preoccupa l’impennata degli ingressi in carcere, che toccano un nuovo record: il 34,05% dei soggetti entrati in carcere nel corso del 2017 era tossicodipendente.
LA TOLLERANZA ZERO NON TOCCA LE GRANDI ORGANIZZAZIONI CRIMINALI
Un’altra notizia emerge dal Libro Bianco è che se si paragonano i numeri relativi all’art. 73 ( piccoli spacciatori in pratica) con quelli relativi all’art. 74 del Testo Unico – che riguarda un una condotta criminosa più grave, quella di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope: dei detenuti presenti in carcere al 31 dicembre 2017, infatti, quasi 14.000 lo erano per violazione del solo art. 73, poco meno di 5000 per la violazione dell’art. 73 in associazione con l’art. 74, mentre solo meno di 1000 erano detenuti esclusivamente per l’art. 74. Questo conferma la tendenza del nostro sistema repressivo sulle droghe a concentrarsi sui “pesci piccoli”, mentre i consorzi criminali non solo restano fuori dai radar della repressione penale, ma ne traggono anche vantaggio, trovandosi ad operare in un mercato ripulito dai competitor meno esperti. Ma chi fa uso personale della droga? Durissima la repressione. Il Libro bianco denuncia che rispetto al 2015 si evidenzia un + 40% di segnalazioni per consumo di sostanze, quadruplicano i minori segnalati e aumentano del 15% le sanzioni amministrative. Su oltre 35.860 persone segnalate, ci sono solo 86 richieste di programma terapeutico mentre il 43,45% viene colpito da sanzione. La repressione colpisce per quasi l’ 80% i consumatori di cannabinoidi ( 78,69%), seguono a distanza cocaina ( 14,39%) e eroina ( 4,86%) e, in maniera irrilevante, le altre sostanze.
RIMEDI
Le associazioni promotrici del Libro Bianco riportano come la dichiarazione di incostituzionalità della legge Fini- Giovanardi ( legge n. 49 del 2006) da parte della Corte costituzionale non ha risolto ma, anzi, ha reso ancora più urgente la revisione della legislazione italiana sulle droghe e, specificamente, sulla parte sanzionatoria e penale. Per questo motivo, gli autori del rapporto hanno presentato tre proposte di legge, riguardanti la modifica del Testo Unico sulle sostanze stupefacenti, la tutela della salute nell’ambito del consumo e della produzione di cannabis, e la regolamentazione legale della produzione, consumo e commercio della cannabis e suoi derivati. Per quel che concerne la proposta di revisione del Testo Unico vigente sulle sostanze stupefacenti, gli autori del rapporto richiedono in particolare la completa depenalizzazione del possesso e della cessione gratuita di piccoli quantitativi destinati all’uso personale. Viene infatti proposta la qualificazione in termini di liceità, penale e amministrativa, del mero consumo di stupefacenti ( e, conseguentemente, delle condotte a esso strumentali). Allo stesso tempo, si propone una riduzione considerevole delle pene previste per le condotte qualificate come illecite, al fine di rendere il trattamento sanzionatorio proporzionale all’offesa, rispettando i princìpi costituzionali. «Tutti sul tappeto restano i problemi aperti o irrisolti: la riunione dell’Onu a Vienna nel 2019, la presentazione delle due proposte di legge sulla legalizzazione della canapa e di revisione radicale del Dpr 309/ 90, la richiesta ultimativa per la convocazione della Conferenza nazionale sulla politica delle droghe, la ridefinizione della natura e dei compiti del Dipartimento antidroga, un confronto sulle soluzioni che emergono in tanti paesi in Europa e nel mondo», scrivono nella prefazione del Libro Bianco i garanti regionali dei detenuti Stefano Anastasia e Franco Corleone.
Damiano Aliprandi
da il dubbio
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alla fine ho aperto google per cercare delle risposte, ma guardo la barra spaziatrice e sono che non potrei fargli queste domande.
sicuramente fare binge watching alle 3 e mezza del mattino a meno di un mese da una serie di consegne che non so come gestire non è stata una buona scelta.
ma in generale perchè sono così preoccupata e riesco a fare così poco per questi esami? non mi piacciono abbastanza? può essere. sono pigra? sì. e dove è andata tutta la mia voglia di volontà? perchè a volte mi sembra che non mi sia rimasta neanche quella.
sarà che non so cosa voglio fare, in generale nel futuro, nè inevitabilmente se sto facendo adesso quello su cui cui vorrei concentrare il mio futuro.
e con i ragazzi punto a capo. non so che vita voglio vivere, come faccio a sapere chi è la persona giusta per la vita che vorrei?
o forse mi manca solo l’amore, mi butto a capofitto nel sussidio di affetto e non crescono davvero dei sentimenti, non pensavo ci sarei finita.
ho letto che non leggiamo le cose come sono, ma leggiamo le cose come siamo. subito dopo ho letto che l’amore vero è raro, il resto è solo ossessione, abitudine, sesso. ed è tutto il giorno che mi chiedo se non ci sia cascata. con chi davvero sentivo un sentimento.
e non me lo dirà il mio cervello in queste condizioni, però ho anche sentito che forse è vero che “continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai?” aveva la sua importanza. con lc è stata l’ultima volta che sono riuscita a stare per un certo periodo con un ragazzo che avevo scelto.
e sono qui ad aver fatto ruotare tre mesi della mia vita abroad attorno ad un ragazzo che sto iniziando a pensare se voglio lasciare.
non che non ci sia stata bene, ma in Olanda mi sono ricordata di come era stato in paragone il viaggio in interrail quando mi stava nascendo un sentimento per d, e allora tutto mi è sembrato annebbiarsi. ed è ancora uno scheletro nell’armadio,
tutte le frasi che le canzoni e i social mi trasmettono ogni giorno mi influenzano e a questo punto mi viene da chiedermi se io, non ancora intera, posso avere un rapporto solido con un’altra persona. di cui già al secondo mese metto in dubbio svariati lati, pur implicitamente e cercando razionalmente di allontanare il pensiero.
ancora l’impulso ha prevalso, quando l’amico in comune che abbiamo mi aveva messa all’erta e ancora oggi mi fa rendere conto che forse se mi sento in colpa quando mi dice “ah no scusa avevo capito volessi lasciarlo quando torni” forse è perchè davvero un po’ voglio lasciarlo quando torno,
e l’amica romena che dice di non lasciare porte aperte, e che siamo giovani, non dobbiamo sposare i ragazzi con cui stiamo,
la marti mi aveva detto di non farmi paranoie invece, e io l’ho ascoltata e mi sono buttata. sicuramente questa volta è il caso di godersela fino in fondo e di non fare stronzate, per quanto il sesso non sia tanto bello quanto ha provato ad essere.
e ancora dedico più paragrafi della mia vita alle mie paralisi emotive, invece di concentrarmi su quello che ho il dispiacere di dover chiamare “il mio dovere”.
scrivo a t
||quindicidodici
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#latergram #barolo #castiglionefalletto . . Non ci si stanca mai di scoprire le mille sfumature nel Barolo, dei suoi 11 comuni, delle sue 181 Menzioni e vedere come due vigne a pochi metri di distanza possano dare vini così diversi. A Pasqua ho stappato un Barolo di Anna Maria Abbona. Produttore di Farigliano che oltre ad eccellenti Nascetta e Dogliani produce due Barolo che anno dopo anno crescono nei consensi e nella critica. . . Barolo Castiglione Falletto DOCG 2016 14,5% 🍇100% Nebbiolo Vigne in Castiglione, con altitudine 250-320 m slm e suolo calcareo Esposizione sud-ovest ed allevamento a Guyot. Età delle.viti 35-50 anni Vendemmia manuale la seconda settimana di ottobre Vinificazione in acciaio con macerazione a °T controllata Affinamento in botte grande di rovere di Slavonia x 30 mesi e 9 in bottiglia Prodotto dal 2009 @james.suckling 94/100 . . 👁️Granato intenso 👃intenso con prevalenza di frutti rossi selvatici, confettura di ciliegie, erbaceo e sottobosco, cuoio 👅intenso e complesso, tannini levigati ma ben presenti, conferma il naso, ed il sorso evolve da una morbidezza fruttata a tannini persistenti . . Un Barolo piacevole e di bella struttura, una buona complessità che già dimostra grande armonia nonostante un importante potenziale evolutivo.🍷🍷🍷 Ho veramente apprezzato questo Barolo che ben esprime il terroir di Castiglione falletto. . . . 📷@johnmaiolo #johnbarolo 📍Turin . . #langhewine #dogliani #nebbiolo #barbaresco #roero #altalanga #langhe #barolo #dolcetto #michelinstar #tobetasted #wines #winetime #winetasting #winemoments #winepic #wineoftheday #winecellar #winelovers🍷 #winelover #winestagram #wineblogger (presso Castiglione Falletto) https://www.instagram.com/p/CNcaDLeLD1g/?igshid=1qf2pjbvm0rpd
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2020 Black Firday Top 2 Spettro Completo Lampada Led Coltivazione - Guida dell'acquirente & Recensioni
2020 Black Firday Top 2 Spettro Completo Lampada Led Coltivazione
- Guida dell'acquirente & Recensioni
Quando si coltivano piante in casa, replicare l'effetto della luce solare è spesso l'ostacolo più grande. Le lampade al sodio, fluorescenti e HID emettono troppo calore e sono molto assetate di energia.
ECO Farm Spettro completo lampada led coltivazione sono progettati per imitare la luce solare naturale esterna per aiutare le tue piante a crescere più sane e produrre raccolti migliori con la qualità e l'intensità della luce a cui sono abituate dalla luce solare naturale.
Diversi spettro di luce crescente
La luce solare naturale include tutti gli spettri, anche al di là di ciò che possiamo vedere ad occhio nudo come l'ultravioletto e l'infrarosso. Le tradizionali luci HPS emettono un'intensa banda alta di lunghezze d'onda nanometriche limitate (luce gialla), che attiva la fotorespirazione, motivo per cui hanno avuto così tanto successo nelle applicazioni agricole fino ad oggi.lampada per coltivazione che forniscono solo due, tre, quattro o anche otto colori non si avvicineranno mai a riprodurre gli effetti della luce solare. Con così tanti diversi spettri LED sul mercato, diventa preoccupante per una grande fattoria con una varietà di specie se la luce di coltivazione a LED è giusta per loro; con ECO Farm LED Indipendentemente dalla specie o dalla genetica che coltivi sotto la nostra luce, avrà successo senza dover indovinare l'output spettrale. Perché cambiare ciò che Madre Natura ha già perfezionato in milioni di anni?
Le luci di coltivazione a LED a spettro completo ECO Farm LED emettono costantemente lunghezze d'onda comprese tra 380 e 779 nm. Ciò include quelle lunghezze d'onda visibili all'occhio umano (ciò che percepiamo come colore) e le lunghezze d'onda invisibili, come l'ultravioletto e l'infrarosso. Le nostre luci di coltivazione a LED ECO Farm imitano davvero la luce solare naturale mentre si abbinano alle intensità delle tradizionali lampade HPS.
Sappiamo che il blu e il rosso sono le lunghezze d'onda che dominano la "fotosintesi attiva". Quindi potresti pensare che fornire questi colori da soli potrebbe aggirare le regole della natura. Tuttavia, c'è un problema: le piante produttive, siano esse in una fattoria o in natura, necessitano della fotorespirazione. Quando le piante vengono riscaldate da una luce gialla intensa come l'HPS o la luce solare naturale, gli stomi sulle superfici delle foglie si aprono per consentire la fotorespirazione. Durante la fotorespirazione, le piante entrano in modalità "allenamento", che le induce a consumare più nutrienti proprio come gli esseri umani vogliono bere acqua o mangiare dopo una sessione in palestra. Ciò si traduce in crescita e in un raccolto più sano.
I vantaggi della luce a spettro completo per le piante
Gli array di LED tradizionali tendono ad emettere solo gli spettri che si attivano dopo il periodo di fotorespirazione (luci di crescita con LED rossi e blu dominanti). Questo è il motivo per cui le luci LED tradizionali a volte terminano i cicli con piante immature che producono basse rese. Fornendo alle piante solo gli spettri "benefici" limitati (luce rosa) dai tradizionali array di LED, le stai essenzialmente mettendo in una modalità di raffreddamento permanente. Potresti finire con alcune piante sane, ma non produrranno tanto o saranno sane come le piante sotto un LED a spettro completo crescono di luce. Se la luce rossa e blu fossero davvero tutto ciò di cui le piante avevano bisogno, perché le luci HPS che non hanno molto di nessuno dei due colori le superano? La risposta è l'intensità che le piante scelgono prima, poi lo spettro. Quando dai alle tue piante sia intensità che luce a spettro completo, ti ripagheranno ogni volta.
2 Miglior spettro completo lampada led coltivazione recensiti:
ECO FARM 100W / 480W / 600W / 960W V4SERIE CON CHIP SAMSUNG 301B / 301H VERSIONE A STRISCE LUMINOSE A SPETTRO COMPLETO LED PRO CON CONTROLLO UV + IR
1. I migliori chip LED Samsung LM301B / LM301H offrono un rendimento elevato 2. Rivestimento in silicone impermeabile IP65. 3. Spettro normale Samsung: spettro completo, 660 nm + 730 nm, 660 nm + 730 nm + 385 nm. 4. Il timer può impostare il tempo di accensione / spegnimento automatico per gestire il ciclo di crescita della pianta. 5. Modalità di connessione CC non saldata, facile da riparare e sostituire. 6. Applicabile per diversificare ortaggi, fiori e piante in serra per l'illuminazione della coltivazione
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spettacolo teatro
NOSTAGLIA DI DIO
Rassegna
Re:act 2019/2020
Martedì 10 Dicembre alle ore 21.15 (A seguire incontro con l'artista Lucia Calamaro)
Mercoledì 11 Dicembre alle ore 21.15
Giovedì 12 Dicembre alle ore 21.15
Secondo appuntamento della nuova stagione di Re:act - Rassegna Teatro Contemporaneo con lo spettacolo NOSTALGIA DI DIO di Lucia Calamaro, spettacolo presentato in collaborazione con il Teatro Stabile dell'Umbria e inserito nella Stagione di Prosa 2019-2020
testo e regia Lucia Calamaro con Alfredo Angelici, Cecilia Di Giuli, Francesco Spaziani, Simona Senzacqua luci Gianni Staropoli scene e costumi Lucia Calamaro assistente alla regia Diego Maiello disegno dell’angelo Luca Privitera foto Guido Mencari Photography
produzione Teatro Stabile dell’Umbria, Teatro Metastasio in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin 2018-2019
Durata: 2h 20’
“Anche la mucca ha il suo principio di interiorità. Esige una casa, l’ambiente modesto e segreto dove l’inconscio vive.”
G. Bachelard
Nostalgia di casa. Questo potrebbe essere l’altro titolo di questo spettacolo, in quanto per me, la casa sono gli affetti, e gli affetti sono l’unica dimensione rimasta che mi rapporti al sacro. Il mondo ci limita, la casa ci accoglie e ci espande. Ed è in questa fioritura potente e affettuosa, che nascono i figli. Che sono per me l’altra domanda su cui si annoda, senza scioglierla, questo spettacolo. I figli da piccoli in particolare, in quanto piccoli Dei onnipotenti. Influenzata dalla favola che ci hanno raccontato, illustrata dalle infinite madonne con bambino, il mio immaginario cattolico infantile - che è l’unico che ho, come probabilmente molti di noi che poi da grandi hanno lasciato perdere- si è ancorato lì. È lì, prima dei 10 anni, su quelle immagini, che l’impressione indelebile mi si è formata: quella di un Dio bambino, visto dalla prospettiva della madre. Insomma Dio, per me, è più un figlio che un padre. Un figlio se non proprio Dio quantomeno onnipotente. Questo è secondo Freud quello che tutti noi siamo per un breve periodo. Come non volerci tornare? Nostalgia di Dio quindi si muove in questo strano crocicchio tra la nostalgia di casa e la nostalgia dell’infanzia onnipotente, che mi è maturato dentro ultimamente, senza capirlo ancora del tutto. Tutti i bambini sono figli. Dio è un bambino. Dio è un figlio. Tutti i figli sono Dio? Chissà. Comunque sia, una cosa si sa: per le madri, i figli, non crescono mai. Lucia Calamaro
INGRESSO
Biglietto Intero 10 Euro
Biglietto ridotto 7 Euro
IMPORTANTE:Per Info e Prenotazioni BIGLIETTERIA TSU
t. 07557542222 (feriali h 16-20)
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Il Mio Verso Rap
IL MIO VERSO RAP
Il mio verso rap vestito a festa batte come fosse un martello. Agile con l’ ali di un uccello vaga sopra la città e non sa dove finirà questo andare dove tutto il soffrire farà rima con il mare. Dove il mio amore nascerà metterà radici nella grigia metropoli del sesso , errante per lidi austeri come ieri anche oggi non ho portato l ombrello. il mio cuore sbava a poppa deciso deriso perduto nella nebbia perduto in un idea che sale verso il monte che parla con Gennaro con Filippo ed Andrea . Mesto martello pneumatico entra dentro il corpo della volontà scaturiscono note dolenti giorni ingrati senza giungere oltre ciò che si pensa di questa storia. una vergogna un momento utopico senza topiche senza ponti senza guardie alle calcagna , senza nulla che abbia la pena di credere e perseguire l’idea di una bellezza amara.
Lascia stare sono in pochi a capire, il molti camminano senza mutande chi se la ride chi non ha peccato chi come un angelo ferito viene portato al pronto soccorso lasciato sopra una barella in attesa che passi il chirurgo di turno . Ci sono i parenti in sala d’attesa ci son due coccodrilli ed un orango tango ci son Filippo ed Andrea c e il destino che t aspetta un lungo viaggio in questo fine maggio con un taglio alla gola un colpo nella gamba sinistra un panciera che stringe il piacere e tu non ridere scansati non chiedermi nulla. Il tempo mi ha condotto in questo orbitorio con un turbante in testa come un indiano ho recitato la mia parte . Siamo rimasti in pochi a capire tre signore di mezza età un ladro una ragione che trascende il mistero della vita.
Il mio pensiero vive nella poesia. in mondi sconosciuti . incapace d amare di volare via verso una nuova esistenza. in mezzo a questo inferno con tante domande da fare con mille turbamenti con un cuore che pompa sangue , colora l’animo. ed il cielo è solo la porta d’ingresso per un nuovo amore . Metto un punto tra un rigo e l’altro non ho scusanti e come prendere la macchina in compagnia di mamma come ieri alla stazione a fare benzina osservare il ragazzo che rubava sogni al vecchio addormentato dentro la sua auto si nascondeva tra le pieghe del desiderio tra l idea di un amore malato incline alla musica alla speranza di esistere ancora.
Lascia stare che qualche anno in più contano , lascia stare che viene presto natale ed andremo alle Maldive in bikini tu con i tuoi tacchi alti tu con quel aria da furbetta con il vestito migliore. Ok baby fammi sognare fammi passare la più bella notte della mia vita aggrappato alla gonna della lussuria come se fossi un condannato a morte in questa città che risucchia il mio sperma misogino mitocondrio generante una condizione umana migliore. Ed al parco giochi i bambini corrono nei verdi prati dell’infanzia nella bella canzone dell‘amore malandrinò, ed io sono rimasto per ore a guardarli alla fine ho compreso che era passato il mio tempo era passato l autobus delle sette.
Ora sono solo qui che mi cingo il capo d’alloro nell’ora meno opportuna con un terribile dolore che mi trascina per contrade deserte. Strade lontane illuminate dal lume di una ragione infiamma il senso di essere di credere. Come ieri sono qui ancora alla ricerca di una felicita di uno spazio tra le pieghe del tempo che spenga il mio dolore nell’ora meno opportuna. Tutto cosi illogico come accingersi a capire dove è nato questo errore madornale dove la strada si è piegata sotto le ruote dell’auto quando sono entrato in altri dimensioni ed in altre questioni mi son consumato come fossi una fiamma dentro una lampada spenta . Dentro il mio tempo che scorre e mi trascina verso altre questioni ipercinetiche chimiche astrazione , castrano l’ingegno biogenetico in malversazioni e discorsi campati in aria.
Non ho capito nulla del mio verso del mio pensiero rap tutto cosi oscuro come le parole mosce che fanno la spola tra un rigo ingiallito ed il dubbio socratico crescono e non cessano di stupirmi nella loro fragile femminilità festaiola funebre come l’aria salubre che respiro . Senza capire cosa sono stato e quando sono caduto in questo orrore ortografico che non mi lascia in pace . Sono quello che sono forse un poeta dialettale che non conosce le lingue straniere con un aria che non me la conta giusta. E questo il discorso d’affrontare nella sera che giunge come ieri sull’onda di un ricordo nella calura dei colori gocciolanti dal pennello intriso di bellezza. Una linea una forma tonda senza occhi senza testa si muove lesta tra il dire e il fare . Un drago ,un mostro con mille teste lancia fiamme brucia il mio ardore l’apostolo ed il furbo sermone del prete circonciso. Ho visto il cielo cadere ho visto le nuvole fare l’amore come erano belle come erano incredibile volare perdersi nell’ipergiunzione di un mondo d’astrofisiche dimensioni. Fuochi d’artificio bruciavano l’amore e non cera nulla valesse la pena capire non cera sorte migliore quella di lasciarsi andare nell’affrontare il proprio destino. Sull’onda del successo chiuso nel cesso da solo con i propri mostri con quel dubbio sulla bellezza.
Tutto cosi bello quasi incomprensibile quasi surreale una bomba calligrafica trascritta su fogli di carta igienica gettata dentro il buco dove il ragno balla la sua tarantella . Meno male il ragno sopra il muro sale scende si cala i pantaloni e giunge finalmente a placare le sue insane voglie. Ora il tempo ha dato scacco matto al giullare ora la torre e caduta ora il cavallo e morto ora siamo in più di mille a chiederci cosa ci facciamo qui a cantare tutti insieme oh bella ciao. Il tempo ci ha resi diversi preso per il collo trascinato oltre ciò che noi credevamo figli dispersi nel sogno di un re e di un amore mai nato. Un bene mai assaporato mai assaggiato bello tondo secolare come l’ossesso delle parole come il sesso consumato in fretta dentro una macchina . Per pochi spiccioli tutto quello credevamo, morire nell’illogicità dei fatti nella forma che non si piega al nostro volere. Una volontà superiore ci conduce verso questo eterno comizio dove son tanti a parlare pronti a tirare sassi al malcapitato tutti d’accordo che la morte non è la verità dei fatti commessi.
Il mio rap improvvisato nato tra montagne di rifiuti durante un viaggio a ritroso nell’ossesso di un sesso sperimentale cosi come ieri , come un angelo ferito sopra un autobus, andare verso casa, verso la fine d’una sera dolce che t’afferra l’animo t’interroga ti mette soggezione. Ed io non ho compreso dove sia il bene di questa vita dove sia il male di quest’anima afflitta, tutto troppo facile da digerire da scrivere come queste canzonetta saltellante nemica delle mie virtù.
Qui tra cent’anni con questo cuore che continua a battere con il mio pensiero rap con il tuo sorriso in una giornata di pioggia scendere , risalire , andare, migrare verso un nulla verso qualcosa che non ha senso. E tutto scorre come ieri anche oggi saremo a casa ad aspettare natale. Saremo li a capire dove abbiamo sbagliato dove il signore ha lasciato l’auto fuori sosta. anche se sembra tutto ridicolo il mio pensiero rap mi porterà ad Itaca forse in Gerusalemme forse ad Amsterdam forse in viaggio su un cavallo alato . E rido forse sono folle come la luna che se la ride dietro le nuvole laggiù a mergellina che si gingilla con gigino il meccanico fa la stupida con Nicola il pescivendolo vola e balla sull’onda porta il suo cuore dietro l’attimo represso nello scrutare il cosmo sulla spiga di grano tutto il valore della farfalla . tutto il suo amore ingordo sordo ad ogni richiamo sordo all’odore della femmina che arde nella fiamma delle passione sono giunto perverso come un fiume in piena in questo porto in questo corpo abbandonato a se stesso.
Ultimo giro ultima corsa il mio pensiero rap e improvvisamente cambiato umore mi ha preso per il collo mi ha baciato sulle labbra mi ha detto ti amo e poi si e gettato dal ponte. Che bello pensai mentre cadevo ero vivo ed adesso sono un uccello che vola in cielo sono una rana che saltella dentro il bel giardino dell’esperienza insieme ad Ezechiele insieme a pietro che non smette di tirarmi la zampa che mi dice stai attento. Ed il mio pensiero rap e ridicolo piccolo brutto cosi sincero che lo vorrei regalare a tutti quello che conosco e non conosco o credo di conoscere. come una bella canzone sarò libero di volare per la città con l’ombrello sotto l’ascella in pompa magna come un morto al cimitero come Ciccio che fuma una cicca che intasca una mazzetta che se la ride mentre si scopa la moglie del padrone. Ora il mio pensiero rap diviene sempre più ridicolo piccolo innocente roseo come la rosa nel bel giardino là tra le gambe di lei il fiore del peccato il fiore che soffre tace stanca a sera mentre allarga le braccia per stringere il cielo a sè .
Ecco cosa faro sarò deciso un taglio netto, forse un giorno ti porterò a conoscere mia madre ti regalerò il mio amore la mia rima sincera che arma se la ride mentre trema mentre cerca per illogici giochi onirici la cecità degli atti commessi sull’uscio del tempo sull’uscio del silenzio il mio pensiero rap sara il figlio che desiderai , mesto cercai tra le pagine dei libri tra quell’amore pagano e quell’amore malato. Dopo berrò tutto il veleno di questo mondo sarò il salvatore atteso di nuovo crocifisso deturpato imprigionato sarò il tuo sogno il fiume dell’odio sarò sull’uscio di un nuovo verso con il mio amore morente mentre imploro pace, imploro la bellezza, nudo davanti alla croce, davanti al mondo intero. Il mio pensiero rap mi condurrà oltre ciò che credo forse nell’amore forse nella speranza di un vivere migliore.
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