#Sylvain Tesson
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"Il y a une vie après la mort: les pissenlits." 🐞 🐌 🐦
Sylvain Tesson
Gif de Laura Paulussen
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Marie Amiguet - The Velvet Queen (2021)
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On the Wandering Paths (Denis Imbert, 2023).
#jean dujardin#denis imbert#sur les chemins noirs#on the wandering paths#sylvain tesson#diastème#Magali Silvestre de Sacy#Basile Belkhiri#Marie Credou#Cédric Kerguillec
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Une fuite, la vie dans les bois ? La fuite est le nom que les gens ensablés dans les fondrières de l’habitude donnent à l’élan vital. Un jeu ? assurément ! Comment appeler autrement un séjour de réclusion volontaire sur un rivage forestier avec une caisse de livres et des raquettes à neige ? Une quête ? Trop grand mot. Une expérience ? Au sens scientifique, oui. La cabane est un laboratoire. Une paillasse où précipiter ses désirs de liberté, de silence et de solitude. Un champ expérimental où s’inventer une vie ralentie.
Sylvain Tesson, Dans les forêts de Sibérie
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221113 RM’s Instagram Story
“삶이란 어른이 된 뒤 어린 시절에 가졌던 꿈에 경의를 표하는 것일 뿐이다.“
실뱅 테송 희망의 발견: 시베리아의 숲에서
"Life is about adults paying homage to their childhood dreams."
Sylvain Tesson The Consolations of the Forest: Alone in a Cabin on the Siberian Taiga
Trans cr; Annie @ bts-trans © TAKE OUT WITH FULL CREDITS
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“La pioggia è stata inventata
perché l’uomo si senta felice
sotto un tetto.”
— Sylvain Tesson
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Per provare un senso di libertà interiore bisogna disporre di spazio e di solitudine.
(Sylvain Tesson)
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"Il y a un côté réfractaire, un ralentisseur. La Bretagne est le dos d'âne de l'histoire, c'est à dire qu'elle demande au temps de ralentir un peu."
Sylvain Tesson
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La lucidité creuse le trou de la serrure par lequel nous ne devrions jamais regarder pour ne pas perdre foi en nous-mêmes.
Sylvain Tesson
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Je termine ce Book.
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"Atoll attend sirène pour lui passer la bague au doigt" 🧜♀️
SylvainTesson
Gif de ageheureux
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Marie Amiguet - The Velvet Queen (2021)
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Le silence des bêtes est la double expression de leur dignité et de notre déshonneur. Nous autres, humains, faisons tant de vacarme.
Sylvain Tesson
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« Et si la liberté consistait à posséder le temps ? Et si la richesse revenait à disposer de solitude, d'espace et de silence - toutes choses dont manqueront les générations futures ? »
Dans les forêts de Sibérie - Sylvain Tesson (2011).
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Le souvenir est une impulsion électrique comme une autre.
Sylvain Tesson, Dans les forêts de Sibérie
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Procedevamo leggeri senza pensare ad altro che a trovare la strada, intenti a godere di tutto ciò che si offriva allo sguardo: una pianta di nocciolo, il volo di uno svasso, un granaio di pietre a secco. Ci accontentavamo di quelle cose. Ci sottraevamo al dispositivo.
Il dispositivo era la somma delle eredità comportamentali, delle sollecitazioni sociali, delle influenze politiche e delle difficoltà economiche che determinavano i nostri destini pur restando inavvertite. Il dispositivo disponeva di noi. Nel suo modo insidioso e sornione, ci imponeva una condotta senza che ci rendessimo nemmeno conto del suo accresciuto potere.
C'è un piccolo verme, il dicrocoelium dendriticum, che infesta le formiche e ne controlla i movimenti costringendole a rimanere immobili su un filo d'erba, qui sono mangiate dagli erbivori che diventano i nuovi ospiti del parassita. Il dicrocoelium è il dispositivo della formica. I microchip al silicio sono i nostri dicrocoelium[sic]. Ognuno di noi, pienamente consenziente, porta con sé il suo parassita sotto la forma di uno di quei processori tecnologici che regolano le nostre vite.
I papuani si tramandano una visione del mondo nella quale il potere degli spiriti si mescola alla realtà: quello è il loro dispositivo. Il nostro non ci fa mancare le comodità, la salute e un'alimentazione ricca e abbondante, ma ci inocula la sua narrazione e ci sorveglia. Riceviamo le sue informazioni e la sua pubblicità, ci pieghiamo ai suoi imperativi, ubbidiamo alle sue ingiunzioni ed esso ci subissa di intimazioni diluite nel chiacchiericcio generale.
Sui sentieri neri ci inoltravamo nel silenzio sottraendoci al suo influsso. Ogni bosco offriva un rifugio dove le notizie erano deliziose ma difficili da individuare e da registrare: un barbagianni aveva fatto il nido tra le travi di un mulino, un falco attaccava il quartier generale di un roditore, un orbettino danzava tra le radici. Cose così. Avevano la loro importanza ma il dispositivo le ignorava.
in Sentieri neri / Sur les chemins noirs di Sylvain Tesson (2016). Traduzione di Roberta Ferrara (2018). Edito da Sellerio.
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