#Suzuki Ionis
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carsthatnevermadeitetc · 8 months ago
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Suzuki Ionis Concept, 2005. A futuristic monobox prototype powered by a fuel cell that was presented at the 39th Tokyo Motor Show. The sliding doors did away with a B-pillar. Dating from a time when Suzuki had a relationship with General Motors, the Ionis used GM's by-wire technology to control the steering, the brakes, and the throttle, freeing up interior space. 
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Nuovo accordo di Suzuki Corporation con Eliiy Power Co
 Suzuki Motor Corporation e Eliiy Power Co. hanno annunciato un ulteriore accordo di investimento e di alleanza commerciale allo scopo di accelerare il processo alla realizzazione di una società orientata al riciclo a emissioni zero.     Suzuki, nel 2012, ha investito 1 miliardo di yen in Eliiy Power, un’azienda che produce batterie agli ioni di litio di grandi dimensioni e sistemi di stoccaggio…
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levysoft · 4 years ago
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Le auto Mild Hybrid hanno senso? Pro e contro delle ibride “leggere” Con i nuovi incentivi le Mild Hybrid ritornano sotto i riflettori: servono davvero a qualcosa o sono solo uno stratagemma fiscale?
Mild Hybrid. Due parole che ormai siamo abituati a leggere spesso riguardo alle auto. Le ibride leggere infatti, come vengono tradotte in italiano, si stanno diffondendo a macchia d’olio. Dalle più piccole ed economiche sul mercato alle ammiraglie top di gamma, dai semplici sistemi a 12 Volt ai più complessi a 48. Ci sono Case che celebrano in pompa magna queste versioni ed altri che, senza dire nulla, aggiungono ai suoi motori “tradizionali” una componente ibrida.
Tutto chiaro, tutto bello. Ma questi sistemi, a cosa servono? Sono davvero vantaggiosi per consumi ed ambiente? Sono solo dei “vantaggi fiscali”? Oppure sono proprio inutili? Vediamo insieme i pregi e le critiche mosse al mild hybrid, un argomento di attualità sempre maggiore. Attenzione: non ci sono solo bianco e nero in questa storia, le sfumature di grigio sono moltissime!
Cosa sono le auto Mild Hybrid?
Vi abbiamo già parlato sulle pagine di Tech Princess delle auto Mild Hybrid, in una puntata del nostro celebre Auto For Dummies dedicato al mondo delle auto ibride. Per una disamina completa di tutti i sistemi ibridi e in particolare dei mild hybrid vi rimando lì.
Oggi però vi farò un piccolo ripasso della tecnologia che c’è dietro il mild hybrid. Le ibride leggere hanno un powertrain, ovvero un insieme di motori, costituito da un motore principale termico (che può essere benzina, diesel, anche a GPL o a metano) e da un piccolo motore elettrico. Questo motorino elettrico è collegato ad una piccola batteria agli ioni di litio, e sostituisce in un colpo solo motorino di avviamento ed alternatore. Quindi ha anche il compito di ricaricare la batteria ed alimentare tutti i sistemi di bordo, oltre che di immagazzinare energia all’interno della batteria.
Questo motore così “piccoletto” non raggiunge in media i 10-15 CV di potenza, spaziando dai 5 di FIAT Panda Hybrid ad arrivare agli oltre 20 di Audi A6 TDI o simili. Non ha quindi una potenza necessaria per muovere da solo le ruote. A cosa serve quindi? Ad aiutare il motore termico nei momenti in cui questo, per sua intrinseca natura, fa fatica a muovere l’auto. Alle ripartenze da fermo, ad esempio, a bassi giri, o quando si richiede tutta la potenza al motore.
Dal punto di vista meccanico, il sistema ibrido leggero può essere collegato al motore in due modi. Il modo più economico è montarlo come fosse un classico alternatore, ovvero collegato al motore tramite una cinghia. Questo sistema si chiama BSG (Belt Starter Generator), ed è pressochè adattabile ad ogni motore in circolazione, e a modelli sia manuali che automatici, oltre che piuttosto economico.
Il secondo sistema è più complesso, ed è chiamato ISG (Integrated Starter Generator). In breve, questo sistema prevede che il motore elettrico sia posto all’interno del cambio, di solito automatico. Questo sistema è più costoso, ma utilizza di norma motori più potenti, e più efficiente.
Quali sono i compiti del motore elettrico su un’auto mild hybrid?
Ricapitoliamo insieme velocemente quali sono i compiti del sistema ibrido su un’auto mild hybrid.
Il motore elettrico sostituisce alternatore e motorino di avviamento, permettendo un sistema Start&Stop fulmineo e senza vibrazioni o scatti.
Il motore elettrico recupera energia in rilascio e in frenata, a volte in maniera ben avvertibile.
Questa energia va ad alimentare i sistemi di bordo, e viene immagazzinata nella batteria agli ioni di litio del sistema ibrido.
L’energia raccolta viene infine utilizzata dal motore elettrico per aiutare il motore termico quando fa più fatica: alle ripartenze da fermo, durante le riprese, a pieno carico o quando il motore è a bassi giri.
Una mild hybrid è una ibrida “vera”? Per la legge… si
Arriviamo alla domanda fatidica che molti di voi si staranno facendo: le mild hybrid sono delle ibride “vere”?
La risposta è semplice: no. Il motore elettrico infatti non è mai in grado di muovere da solo l’automobile. Può supportare il motore termico, può sopperire ai suoi momenti con meno coppia e potenza, ma non sarà mai in grado di portarvi in giro neanche per pochi metri. Questo le rende anche dal punto di vista semantico differenti dalle ibride classiche. Ma sarebbe anche sbagliato chiederglielo: il sistema non nasce per questo!
Attenzione però: se dal punto di vista tecnico ed ingegneristico le mild hybrid non sono equiparabili a delle vere e proprie ibride, per la legislazione italiana, al momento, lo sono. Per le leggi italiane, infatti, non cambia nulla tra una Toyota Prius, una BMW i8 o una Suzuki Ignis Hybrid. Sono tutte ibride allo stesso modo. E da ibride, godono degli stessi vantaggi fiscali.
E di cosa si parla? Di parcheggi gratis sulle strisce blu in diverse città (previa iscrizione o segnalazione, mi raccomando!), di passaggio libero, o quasi, nelle ZTL e, soprattutto, a varie agevolazioni riguardo al pagamento di bollo ed assicurazione.
Se per l’assicurazione lo “sconto” dipende dalla società a cui vi rivolgete, per il bollo le agevolazioni cambiano a seconda della Regione di residenza. In Lazio e in Veneto, ad esempio, non si paga il bollo per 3 anni, mentre in Liguria per 5 anni. In Piemonte, 5 anni solo per le ibride con meno di 136 CV. Per saperne di più, andatevi a cercare la pagina riguardante le esenzioni dal bollo della vostra Regione di residenza.
Per ultimo ma non per importanza, tocchiamo il discorso incentivi statali. Da pochi giorni sono stati aperti gli ecobonus anche alle auto termiche con emissioni inferiori ai 110 g di CO2 al km, che per questa fascia raggiungono i 3500 euro. E indovinate quale sistema abbassa i livelli di CO2 sui modelli termici? Si, proprio lui, il Mild Hybrid. Sono tantissimi i modelli ibridi leggeri che usufruiscono dell’ecobonus, dalle piccole FIAT Panda e Suzuki Ignis a berline come BMW 320d, o SUV come Ford Puma.
I vantaggi segreti delle Mild Hybrid che rispondono a tutte le critiche
Come tutte le novità, anche le Mild Hybrid hanno attirato contro di loro molte critiche. Da chi le etichetta come totalmente inutili, a chi non capisce se abbiano reali vantaggi, a chi proprio non le considera. Io devo ammettere che all’inizio della diffusione di questi sistemi ero parecchio scettico.
“Cosa potranno mai portare 10 CV? Sarà solo una questione fiscale”. Certamente, i sistemi che portano poco o nessun vantaggio tangibile ci sono, come in ogni ambito c’è una soluzione venuta peggio di altre. Però pensandoci meglio, ragionandoci e soprattutto provando varie auto di questo tipo, ho realizzato che questo tipo di soluzione porta diversi vantaggi, diciamo, “nascosti” ad una prima veloce occhiata.
Intanto, un sistema mild hybrid è piuttosto leggero ed economico da realizzare. Questo significa che quando si dovesse scaricare, non ci sono 2-3-400 kg di batterie e motori elettrici da portare in giro, a tutto vantaggio di prestazioni ed efficienza. Certo, di solito questi sistemi pesano circa 50, massimo 80 kg, ma se si eliminano alternatore, motorino di avviamento e batterie adatte allo Start&Stop, alla fine, lo svantaggio non supera il peso di un bambino!
In secondo luogo, questi sistemi sono la chiave per permettere la sopravvivenza di due cose che agli appassionati stanno molto a cuore: i motori termici e il cambio manuale. Grazie ad un piccolo motore elettrico, infatti, le emissioni teoriche e anche quelle reali si abbassano notevolmente, senza eliminare del tutto i motori benzina o diesel.
È un dato di fatto che, a parità di modello, un motore mild hybrid consumi ma soprattutto emetta meno CO2 di un’auto solo a benzina o solo diesel. Proprio i gli amati-odiati motori diesel sono i primi utilizzatori di questi sistemi: grazie a loro, i già pulitissimi gasolio moderni emettono una quantità di anidride carbonica irrisoria se raffrontata alle medesime versioni di 10 anni fa.
Per quanto riguarda il cambio manuale, beh, se su ibride pure ed ovviamente elettriche l’automatico è d’obbligo per il perfetto connubio tra parte termica (se presente) e parte elettrica, sulle Mild Hybrid nulla vieta di avere il cambio manuale, anzi. Se siete fautori di questo tipo di cambio, c’è ancora speranza. Ci sono ad esempio modelli come le Mazda 2, 3 e CX-30, che offrono Mild Hybrid e manuali allo stato dell’arte. Yes please.
Il motore elettrico, migliore amico del termico
La frase è di certo una provocazione, ma racchiude in sè una verità nascosta che pochi di quelli che criticano questi sistemi conoscono.
Il motore termico, infatti, per sua intrinseca natura non ha una curva di potenza lineare. Sia nei motori aspirati che, in misura ancora maggiore, nei motori turbo, per raggiungere la potenza massima bisogna aspettare un certo numero di giri motore per avere la massima potenza e, soprattutto la massima coppia. Se infatti la potenza è importante per determinare quanto un’auto vada veloce, la coppia determina in quanto tempo un’auto riprende velocità.
I motori elettrici, invece, non hanno questo problema, anzi: erogano potenza e coppia fin da 0 giri, da subito, e sono ricchi di coppia. Ad un motore di 10 CV, infatti, corrispondono circa ben 50 Nm di coppia, un boost davvero niente male. In questo modo, capite che il vantaggio di un sistema mild Hybrid è proprio questo: essere in grado di riempire i vuoti di potenza del motore, riuscendo da una parte ad alleviarne il lavoro (e quindi riducendo i consumi), e dall’altra a dare una bella spinta in più nei momenti difficili.
Habemus fluidità e zero vibrazioni
Non si parla solo di migliore guidabilità in marcia. Un motore elettrico al posto del motorino di avviamento migliora sensibilmente il sistema di Start&Stop. Questo dispositivo, ormai presente da oltre 10 anni sul mercato, è da molti criticato per la sua lentezza nel riaccendere il motore nei momenti concitati, e nelle vibrazioni conseguenti al riavvio. Bene, con un motore più potente ed elettrico l’accensione è pressochè istantanea, e le vibrazioni sono totalmente attenuate. Moltissime auto Mild Hybrid, poi, usano il motore elettrico per sfruttare al massimo il veleggio. Mollando l’acceleratore in velocità, infatti, il sistema mantiene il motore termico al minimo, abbattendo i consumi, e spegnendolo direttamente sotto i 15 o addirittura i 30 km/h, facendo avanzare l’auto per pura inerzia.
L’ultimo aspetto da considerare è la fluidità. Ho notato su Ford Puma e soprattutto su Mazda CX-30 che il motore elettrico ha reso meno ruvido, più elastico e fluido il motore termico. Su Puma, ad esempio, le vibrazioni del 3 cilindri Ecoboost sono pressochè inesistenti, e la ripresa è fluidissima fin da poco più di 1000 giri. Anzi, sulla versione da 155 CV il sistema ibrido è ancora più utile. Per ottenere tutta quella potenza da un piccolo 1.0 tre cilindri, Ford ha montato un turbo molto grosso, che avrebbe aumentato molto il turbo lag. Grazie ai 50 Nm di coppia extra del motore elettrico, però, il turbo lag è pressochè inavvertibile, e si ha in questo modo un motore turbo così spinto che è anche fluido e regolare.
Ancora più importante il ruolo svolto sull’innovativo SkyActiv-X di Mazda. Il motore benzina che funziona come un diesel giapponese, infatti, per via del suo funzionamento così particolare sfrutta supporti di banco ammortizzati e, per evitare ruvidità sgradevoli ai bassi giri, il motore elettrico aiuta la spinta e allevia il motore da parte del lavoro.
Il risultato? Un motore davvero fluido, senza vibrazioni e con una curva di potenza regolare su tutti i giri. Per saperne di più sul ritrovato della tecnica by Hiroshima, vi rimando al nostro articolo di approfondimento sul nuovo SkyActiv-X.
Un aiuto alla manutenzione: meno componenti, meno scocciature
L’ultimo vantaggio “nascosto” è quello legato alla manutenzione e alla durabilità dell’auto. Avere un secondo motore può spaventare, così come avere una batteria agli ioni di litio. Queste preoccupazioni sono però contraddette dall’esperienza elettrica degli ultimi 10 anni, e di quella ibrida degli ultimi 20. Il sistema ibrido Toyota, ad esempio, si è rivelato incredibilmente affidabile e duraturo, soprattutto nella componente elettrica. I motori elettrici puri, invece, si sono dimostrati affidabilissimi, come dimostrano le centinaia di Tesla con oltre 400 mila km senza bisogno di manutenzione ai motori.
Perciò l’eliminazione di alternatore e motorino di avviamento, notoriamente due componenti cagionevoli, sostituiti da un solo motore elettrico molto affidabile può portare diversi vantaggi nella manutenzione a lungo termine di un’auto Mild Hybrid. Ma non è solo lì che il motore elettrico aiuta. Come abbiamo detto in precedenza, infatti, il sistema recupera energia cinetica in rilascio e in frenata. Durante le fasi di rilascio, tutti questi sistemi, chi più chi meno, rallentano l’auto come un potente freno motore. Alcuni modelli, poi, rallentano in modo davvero importante, permettendo di effettuare moltissimi rallentamenti cittadini senza sfiorare il pedale del freno.
Questo vuol dire che pastiglie e dischi sono chiamati in causa molto meno spesso rispetto ad un’auto simile senza sistema ibrido. Può sembrare poco, ma alla lunga è un bel risparmio, e un bel vantaggio per la sicurezza visto che si avranno freni efficienti per più tempo!
Il Mild Hybrid è l’unico futuro… per i motori termici
Siamo arrivati alla fine di questa riflessione sui sistemi Mild Hybrid. Questo tipo di motorizzazione sta diventando sempre più diffuso e scelto dai clienti. La sua semplicità, il suo relativamente basso costo e la sua facilità di utilizzo stanno trovano molti estimatori. Certo, per chi sogna una mobilità elettrica non è ancora abbastanza, ma a chi ama i motori e li guarda con diffidenza consiglio di fare questa riflessione.
Tutti noi appassionati amiamo i motori a scoppio. È insito dentro di noi amarli, e preferirli ai motori elettrici, così asettici e privi di suono. È però indubbio che le doverose limitazioni sulle emissioni renderanno la vita sempre più difficile ai nostri amati motori termici. Come fare per salvare la specie? Un sistema Mild Hybrid limita le emissioni di inquinanti, facendo rientrare moltissimi motori all’interno delle fasce “dei buoni”. È in grado poi di riempire i vuoti di potenza e di coppia del motore termico, senza un aggravio di peso eccessivo, e dando la possibilità di salvare dall’estinzione il cambio manuale. Se si ragiona pensando a tutte queste componenti… il Mild Hybrid non sembra così cattivo, anzi. avrà sempre più senso per voi. Voglio vedere se lo etichetterete ancora come “quello falso” o “quello sbagliato“…
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pasqualemassa · 2 years ago
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Sostenibilità. Suzuki sviluppa una nuova tecnologia per il riutilizzo di piccole batterie agli ioni di litio in Giappone
Sostenibilità. Suzuki sviluppa una nuova tecnologia per il riutilizzo di piccole batterie agli ioni di litio in Giappone
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ferios-favorite-styles · 3 years ago
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♬おすすめの曲 プレイリスト♪ Ferios List #053
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on-point-design · 7 years ago
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“AQUASCUTUM 2017 A/W SPECIAL COLLABORATION with NAOKO OKUSA”
Art Direction & Edit 寸 A3(297x420mm)/色 4c+グロスニス/頁 8p/紙「グラディアCoC 菊判Y目 59.5kg」/欧「Times New Roman」/和「本明朝新がなB」
Editor In Chief: NAOKO OKUSA, Editor: AYAKO SUZUKI (HRM), Photo: YUSUKE MIYAZAKI (SEPT) model, item [005], TAKEHIRO UOCHI (TENT) item [006-007], Hair: JUN GOTO, Make-up: YUMI ENDO (eightpeace),Model: IONI (SATORU JAPAN)<br>
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onpointdesignjp · 7 years ago
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“AQUASCUTUM 2017 A/W SPECIAL COLLABORATION with NAOKO OKUSA” 寸 A3(297x420mm)/色 4c+グロスニス/頁 8p/ 紙「グラディアCoC 菊判Y目 59.5kg」/ 欧「Times New Roman」/和「本明朝新がなB」 Editor In Chief: NAOKO OKUSA, Editor: AYAKO SUZUKI (HRM), Photo: YUSUKE MIYAZAKI (SEPT) model, item [005], TAKEHIRO UOCHI (TENT) item [006-007], Hair: JUN GOTO, Make-up: YUMI ENDO (eightpeace), Model: IONI (SATORU JAPAN), Art Direction & Design: YUKI NAGANO (On-Point Design) #Aquascutum #OkusaNaoko #大草直子 #OnPointDesign
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kristivadiva · 6 years ago
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Suzuki Regina in Green and the Ionis is the mpv. Interesting concepts from 2011 and 2005
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