#Splasc(h)
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musicmakesyousmart · 6 years ago
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Piccolo Ensemble Elettroacustico - OSTinLOOP “A Tribute to Morricone”
Splasc(h) Records
2011
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riffsstrides · 6 years ago
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Lars Danielsson, Paolo Fresu
Summerwind
ACT, 2018
Lars Danielsson / bass & cello Paolo Fresu / trumpet & flugelhorn
ACT Music brings together a pair of virtuosos in Lars Danielsson and Paolo Fresu, for the duo outing Summerwind. Both are well-known for their melodic and expressive playing as well as an innate gift for spontaneity. Recorded in the Swedish seaport city of Gothenburg, in early 2018, the album incorporates elements of folk, classical and jazz music in a relaxed setting. Bassist and cellist Lars Danielsson has been a staple of the ACT label for more than ten years and across ten albums. Among his partners on those collections are Tigran Hamasyan, Magnus Ostrom, Arve Henriksen, Mathias Eick, Bugge Wesseltoft, and Nils Petter Molvaer. The Swedish composer and producer came onto the scene with New Hands (Dragon Records, 1986), in his namesake quartet, featuring Dave Liebman, Bobo Stenson and Jon Christensen. Over almost twenty years that group has provided Danielsson with a platform from which he has expanded his work to symphony orchestra and big band formats.
Trumpeter Paolo Fresu first came to the attention of audiences in the US with Carla Bley on The Lost Chords Find Paolo Fresu (ECM/Watt, 2007) though he had been leading his own quintet in Italy since his 1985 leader debut Ostinato (Splasc(h)). The Sardinia native graduated from the Conservatory of Cagliari in 1984, and went on to teach at the Siena Jazz National Seminars, and the jazz university in Terni. He is the director of Nuoro Jazz Seminars in Nuoro, Italy. Most of the fifteen compact tracks are original compositions—eleven from Danielsson and/or Fresu, including the real-time improvisation "Dardusó." Swedish composer Oskar Lindberg, Krzysztof Komeda and Johann Sebastian Bach provide the eclectic assortment of cover material. Opening with "Autumn Leaves" the duo establishes a pattern of patiently developing some profoundly melodic tunes. Four tracks in, Danielsson's "Stilla Storm" breaks loose with a more upbeat and animated wrap-up. The Oskar Lindberg contribution—"Jag lyfter ögat mot himmelen"—maintains that more buoyant atmosphere which then takes a decidedly different tone with Fresu's noir-ish, but all-to-brief "Drexciya." The trumpeter takes a thoughtful approach to Komeda's "Sleep Safe And Warm," a piece that came to be identified with Tomasz Stanko. Danielsson's arrangement of Bach's "Wachet auf, ruft uns die Stimme" gives the piece a nice updating without losing the original texture. Despite the duo formation, Danielsson and Fresu often manage to evoke a sweeping sound; full and resounding even in its most fleeting narrations. There is an overall laidback nature that saturates Summerwind but through the tranquility a subtle heat keeps things energized. The spartan album is a showcase for the first-class talents of Danielsson and Fresu.
KARL ACKERMANN in All About Jazz
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paoloferrario · 5 years ago
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mi ricordo .... : Addio PEPPO SPAGNOLI, paladino del Jazz, fondatore della casa discografica Splasc (h), articolo di Alessio Brunialti, in La Provincia 6 marzo 2020
mi ricordo …. : Addio PEPPO SPAGNOLI, paladino del Jazz, fondatore della casa discografica Splasc (h), articolo di Alessio Brunialti, in La Provincia 6 marzo 2020
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La nostra redazione partecipa al lancio del cd : I’ll Remember Bird,di prossima uscita realizzato dal quartetto Italo Londinese Doctor...
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paoloferrario · 5 years ago
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mi ricordo …. : Addio PEPPO SPAGNOLI, paladino del Jazz, fondatore della casa discografica Splasc (h), articolo di Alessio Brunialti, in La Provincia 6 marzo 2020
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riffsstrides · 6 years ago
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Mario Piacentini Trio
Ancora Sogni
Splasc(h) Records , 2015
Mario Piacentini - piano Riccardo Fioravanti - contrabbasso Marco Tonin - batteria
In tempo di riletture jazzistiche di highlights del pop italiano, un posto significativo occupa Ancora sogni del Mario Piacentini Trio. Il cd è ricco di esecuzioni di notevole spessore, non di rado intense e toccanti, segnate da un moto interiore venato di note malinconiche, del tutto congeniali al pianismo colto e sensibile di Piacentini, ben accompagnato da Riccardo Fioravanti e da Marco Tonin, strumentisti di prim'ordine.
Particolarmente interessante è la riproposizione di Tema de I Giganti, in cui l'improvvisazione risulta fresca, stilisticamente elegante per il modo bop col quale il trio sa esprimersi con linguaggio moderno, meditativo ed incisivo. In tal senso, torna alla mente (senza che il paragone sia irriverente) Bill Evans col suo fluire pianistico raffinato ed introspettivo, supportato da ritmiche storiche (Scott Lafaro, Paul Motian, Eddie Gomez, Percy Heath, Philly Jo Jones) cui sembrano riferirsi il bravo Fioravanti e il poliedrico Tonin non con intenzioni imitative bensì con efficace personalizzazione dei modi di esplorarne le coloriture.
Altrettanto convincente appare il disegno armonico di Senza fine, brano tra i più rivisitati anche in ambito jazzistico, che qui trova forse una delle migliori interpretazioni sia a livello formale che sul piano dell'abbandono del tema per attimi di pura creatività e calda espressione.
Andora e Sonatina per Maria sono opera dello stesso pianista; più convincente la prima, originale dal lato compositivo nell'intenzione di evocare un fluire della memoria, ricordi intimi del paesaggio ligure che trovano luogo nel tono elegiaco e commosso della pièce in coerente linea esecutiva con quanto proposto di onirico nell'album che, non a caso, "Ancora sogni" sembra davvero indicarci.
Fabrizio Ciccarelli per Jazzitalia
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riffsstrides · 6 years ago
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Mario Piacentini Quartet
Un Altro Dicembre
Splasc(H) Records , 2015
Mario Piacentini (pianoforte),
Tore Brunborg (sax tenore),
Riccardo Fioravanti (contrabbasso),
MT Marco Tonin (batteria)
Relativamente poco conosciuto in Italia (lo ricordiamo, tra l'altro, nello splendido Night Caller di Rita Marcotulli, disco di quindici anni orsono), Tore Brunborg è un quarantasettenne sassofonista norvegese dalle qualità davvero straordinarie, che si aggiunge al trio del pianista Mario Piacentini (clicca qui per leggere la recensione del loro precedente lavoro, Ancora sogni) per concorrere alla realizzazione di un CD davvero molto apprezzabile.
Quali siano i pregi di questo album è presto detto. In primo luogo, una selezione di composizioni - in gran parte originali, più due omaggi alla grande tradizione della canzone popolare italiana - in stile ballad, di grande fascino narrativo e di forte suggestione espressiva. Qui, spiccano a firma di Piacentini la title track, “Canto atavico” (che già titolava un antico album del pianista) e “Waltz for a Lonely Star”, ma anche “Bekken”, di Brunborg, e la splendida rilettura del classico “Estate”.
In secondo luogo, l’eccellente affiatamento dei quattro musicisti, con Piacentini e Brunborg in piena luce, ma tutti comunque pienamente partecipi alla musica, con spazi per eccellenti assoli (si ascolti quello di Riccardo Fioravanti in “Mille lire più, mille meno”). Insomma, senza “comparse” a svolgere l’ingrato compito del side man.
Infine, appunto, il ruolo svolto dall’ospite straniero, un Brunborg il cui tenore dal suono netto ed espressivo, suonato quasi fosse un coltralto - in parte memore della lezione del connazionale Jan Garbarek, ma per suo tramite legato al più remoto insegnamento di Lester Young - si staglia fulgoreo al centro delle strutture e dei suoni composti dai compagni di viaggio, riconoscibile e comunicativo.
Il risultato è, come detto, notevole: un jazz che appare tanto radicato nel mainstream, quanto aperto ad atmosfere diverse - quelle, più “nordiche” evocate latentemente da Brunborg, o quelle più romantiche che traspaiono dalla tastiera di Piacentini, pianista dalla solida formazione classica. Per un ascolto di grande godibilità, ma non supino. Quello cioè che manca spesso in quel jazz “di maniera” che è ben lontano dallo stigma di questo CD.
AAJ ITALY STAFF in All About Jazz
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