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primepaginequotidiani · 3 months ago
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PRIMA PAGINA Avvenire di Oggi lunedì, 12 agosto 2024
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djtubet · 11 months ago
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Riprendono i lavori per una Music Commission Fvg
Qualche giorno fa Dj Tubet presente a un primo incontro informale presso la sala Pasolini della Regione Friuli Venezia Giulia per raccogliere spunti dal comparto musicale utili ad arricchire il disegno di legge che prevede l'istituzione della Music Commission FVG.
L'incontro promosso dagli assessori Lucia Buna e Diego Bernardis - consigliere regionale FVG con la partecipazione del Presidente del Consiglio Regionale Mauro Bordin ha raccolto la preziosa partecipazione di 50 professionisti tra musicisti, organizzatori di grandi eventi, associazioni, scuole di musica, etichette discografiche, studi di registrazione, stamperie musicali, fonici, cooperative, e rappresentanti sindacali.
Felice di poter dare il mio contributo allo sviluppo di questo importante passo per lo sviluppo e la tutela e la competitività del nostro comparto musicale regionale.
Ringrazio gli asessori sopramenzionati per l'attenzione e le modalità partecipative nella finalizzazione di questo processo legislativo.
Mi sento di ringraziare anche a margine tutto il Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia per l'attenzione che ha saputo dare al nostro settore con interventi puntuali e processi legislativi dal difficile periodo pandemico ad adesso.
Condivido con voi amici il comunicato stampa ufficiale che contiene alcune foto dei presenti.
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generalevannacci · 7 months ago
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Gianluca Cicinelli
Il governo di Giorgia Meloni, fatto più grave che sia una donna a prendere questa decisione, sta introducendo politiche per permettere alle organizzazioni anti-aborto di accedere liberamente ai consultori, con finanziamenti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), riducendo di conseguenza le risorse disponibili per la sanità pubblica.
Una misura specifica è stata adottata attraverso un emendamento proposto dal deputato Lorenzo Malagola di Fratelli d’Italia, già passato in commissione Bilancio della Camera, che modifica l’articolo 44 del disegno di legge del Piano riguardante la sanità.
L’emendamento, come riportato dal Quotidiano Sanità, autorizza le regioni a destinare i fondi del Pnrr per la salute a sostenere i servizi nei consultori che possono includere, senza oneri aggiuntivi per le finanze pubbliche, l’apporto di enti del terzo settore con esperienza nel supporto alla maternità.
Questo emendamento in realtà è superfluo, poiché la legge 194/78 già permette ai consultori di collaborare con volontari come assistenza per le maternità difficili, il suo scopo reale è quindi quello di fornire sostegni finanziari pubblici ad associazioni vicine al governo e palesemente contrarie all’aborto. Un attacco senza precedenti alla legge 194.
Organizzazioni come la “Pro vita e famiglia” promuovono proposte di legge come quella di costringere le donne a sentire il battito cardiaco e vedere un’ecografia del feto prima di un aborto. Le forze che sostengono il governo in alcune regioni hanno già dispiegato tutta la loro ideologia anti abortista. Per esempio in Piemonte, dove il “Movimento per la vita” ha ricevuto l’autorizzazione per gestire uno spazio di ascolto fetale negli ospedali.
I consultori offrono già supporto a chi sceglie di proseguire una gravidanza, semmai sono fortemente limitati nei fondi e nel personale. In Italia l’accesso all’aborto è tra i più bassi al mondo mentre l’obiezione di coscienza degli anti abortisti è altissima e diviene spesso un ostacolo al lavoro dei consultori.
Il becero cinismo del governo Meloni non fa che aggravare il dolore e lo stress psicologico delle donne che cercano aiuto nei consultori. Iniziative come quella di costringere una donna ad ascoltare il battito cardiaco del feto non servono a far cambiare idea alle donne ma a colpevolizzarle, manipolando il senso di colpa.
Le donne del centrodestra non hanno niente da dire sull’argomento? Quando in Italia l’aborto era reato le donne delle classi più agiate superavano l’ostacoio andando ad abortire in Svizzera o in strutture compiacenti. Erano le donne dei ceti medi e bassi a dover ricorrere a strumenti, come le “mammane”, che spesso provocavano la loro morte. Difficile credere che tutte le elettrici del centrodestra siano ricche e favorevoli a questa ulteriore restrizione dei diritti delle donne che riguarda anche loro.
Ormai non è più questione politica ma etica. Un’involuzione che non riguarda soltanto le scelte in economia o in politica estera, discutibili ma legittime. Quando un governo politico si assume la responsabilità di diventare “governo etico”, obbligando a un’unica morale i suoi cittadini e violando i diritti civili e umani, va verso la strada intrapresa decenni fa da altri governi, rappresentati senza vergogna dal simbolo della fiamma nel logo del partito che esprime il presidente del consiglio.
Il professor Luciano Canfora è stato querelato da Giorgia Meloni esattamente per aver posto in rilievo questa comunanza ideologica con un passato totalitario di governi “etici”, che, al di là della parola usata per descriverla, nella sostanza pone esattamente il problema etico che molti italiani e italiane iniziano ad avere con questo governo.
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abr · 7 months ago
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In Italia il numero medio di figli per donna nel 2023 è stato di 1,20, una media tra 1.18 delle italiane e 1,87 delle straniere (coi sigg. Egonu vari che contano come italiani, ndr.) Quindici anni fa il tasso di fecondità era circa 1,4 per le italiane e 2,5 per le immigrate.
In Danimarca lo scorso anno è accaduto qualcosa di inusuale: per la prima volta le donne immigrate da paesi “non occidentali” hanno avuto meno figli delle danesi, 1,4 contro 1,6.
Rispetto a 30 anni prima il calo per le straniere è stato superiore al 50%. (...) Anche le donne di origine straniera, cioè, vogliono ricevere un’istruzione adeguata, entrare nel mercato del lavoro, sposarsi solo quando è il momento. (...) Ovviamente ci sono una serie di concause ma (...) la spiegazione dell’adeguamento agli stili di vita occidentali è quella che riscuote più consensi ed è interpretata come una vicenda di successo.
Questa trasformazione culturale, in Danimarca, si è però manifestata anche in virtù di precisi indirizzi politici. Nel 2002, ad esempio, è stata introdotta una norma per limitare i matrimoni a scopo di ricongiungimento, consentendo le nozze tra residenti e stranieri solo ad aspiranti coniugi con almeno 24 anni di età (...). (Oltre ad altre leggi sui sussidi che) hanno aumentato l’occupazione femminile (delle migranti) ma hanno ridotto il tempo per dedicarsi ai figli.
Il caso danese è emblematico perché delinea bene i contorni di un paradosso che emerge nei contesti sviluppati. Da un lato la nascita di figli dovrebbe risultare agevolata da scenari in cui sono effettivamente disponibili servizi di cura, misure che favoriscono la conciliazione tra famiglia e lavoro per entrambi i genitori, alti tassi di occupazione maschili e femminili, buoni sostegni. Dall’altro invece, (dove ciò accade davvero come in Danimarca) e nonostante un welfare familiare considerato tra i più evoluti, sono soprattutto le donne appartenenti ai gruppi a basso reddito, e con istruzione inferiore a decidere di avere meno figli (...).
via https://www.avvenire.it/mondo/pagine/le-donne-immigrate-hanno-meno-figli-delle-danesi
Avvenire evidenzia un aspetto non noto e molto interessante, Fallisce però la diagnosi: del resto é house organ del clero decotto, collaborazionista e rassegnato al (quindi agevolatore del) cupio dissolvi Occidentale.
Il tema vero qui evidenziato è il crollo del cardine accoglione: ma quali lavori (ciulare) che i nostri non voglion più fare, ma quali pensioni ci pagheranno; di più, chi li porta qui perché costan poco, sappia che i costi sociali di codesti saran costantemente crescenti.
In Danimarca si vede bene: più benessere (relativo) e servizi sociali per i povery, più questi fan come mediomen e arricchity: meno figli (mentre i veri ricchy ne fan sempre) e non viceversa (1,6 é meglio che 1,2 nostrano ma sta sempre sotto il tasso naturale di sostituzione). Si adeguano al finto edonishmo in realtà livore, incazzatura, passività aggressiva, ignoranza priva di speranza quindi perdente.
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pradaldi · 6 months ago
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Bounty from the illustration and comic festival Central Vapeur. 1) Mon Lapin Quotidien, n°27, n°28, collectif, L'Association, 2024 2) Komikaze 19, collectif, 2020 3) Mineral Feeling, Dario Sostegni, De Press , 2021 4) Ozu, Mari Kanstad Johnsen, ed Fotokino, 202? 5) Still Life a collector's world, Atak, ed Fotokino, 2020 6) Les révoltés de l'Oasis, Lucie Deroin, Bang éditions, 2024 7) Bradley à Bradley, Connor Willumsen, Ça et Là, 2023 8) L’École des Voyous n°1, collectif, 2022 9) Cringe Party, Charlotte Bresler & Mona Granjon, 2024 10) 50 Mini Monstres, Emma Morison, 2023
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der-papero · 11 months ago
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Una cosa che mi ha lasciato completamente spaesato è aver ripreso ieri la stessa metro che prendevo ai tempi dell'Uni per recarmi ad Ingegneria, facevo la tratta Piazza Garibaldi => Campi Flegrei.
So' passati vent'anni.
Un cambiamento radicale di tutto. Alla nuova Piazza mi ci ero abituato, ma ieri son sceso per la prima volta dopo tutto questo tempo in metro e non c'era nulla di quello che conoscevo. La vecchia edicola dove compravo i biglietti. Le posizioni dei tornelli. E, più importante di tutti, i treni.
In rete ho faticato per trovare qualche foto d'epoca, del resto, nel 1996 i cellulari non facevano fotografie, si usavano davvero solo per chiamare (i più fortunati potevano giocare a Snake), Internet andava a gasolio, e a chi ce l'aveva.
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Ieri mi sembrava di essere atterrato su un altro pianeta.
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All'epoca io prendevo anche il C15 dell'ATAN, per andare (quando dovevo) a Monte Sant'Angelo, e stavamo appesi ai sostegni delle porte dell'autobus lasciate aperte, visto che era impossibile chiuderle, che se uno mollava la presa si ritrovava culo per strada tipo Fantozzi.
Una volta bucò pure la metro, il macchinista andava a piedi sulla piattaforma del binario con la ruota di metallo pieno della metro sotto al braccio, esclamando in preda allo choc,
int a tant ann 'e carrier, 'na cos accusì nun l'aggie mai vist!!!
E invece oggi la metro ti dice anche da quale lato devi scendere, e anche in inglese ...
E se non credete a me, credete alle parole di un mio amico dell'Uni che ancora oggi la prende e non si fa ancora capace.
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Insomma, tutto questo per dirvi che ieri era tutto bellissimo ma, non so perché, io mi sentivo a disagio.
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ambrenoir · 3 months ago
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"Si verifica una rottura nella storia della famiglia, dove le età si accumulano e si sovrappongono e l'ordine naturale perde senso.
È quando il figlio diventa il padre di suo padre".
È quando il padre diventa anziano e inizia a muoversi come se fosse nella nebbia.
Lento, lento, impreciso.
È quando uno dei genitori che ti teneva saldamente per mano quando eri piccolo non vuole più stare da solo.
È quando il padre, una volta fermo e insuperabile, si indebolisce e prende fiato due volte prima di alzarsi.
È quando il padre, che in passato comandava e ordinava, oggi sospira, geme e cerca dove siano la porta e la finestra: ogni corridoio ora è lontano.
È quando uno dei genitori, una volta attivo e lavoratore, non riesce a vestirsi da solo e non ricorda di prendere le medicine.
E noi, come figli, non faremo altro che accettare che siamo responsabili di quella vita.
Quella vita che ci ha generato dipende dalla nostra vita per morire in pace.
Ogni figlio è il padre della morte di suo padre.
Forse la vecchiaia del padre e della madre è curiosamente l'ultima gravidanza.
La nostra ultima lezione. Un'opportunità per restituire le cure e l'amore che ci hanno dato per decenni.
E così come adattavamo la nostra casa per accudire i nostri bambini, bloccando le prese elettriche e mettendo i cancelli di sicurezza, ora cambieremo la disposizione dei mobili per i nostri genitori.
La prima trasformazione avviene nel bagno.
Saremo i genitori dei nostri genitori, ora metteremo un maniglione nella doccia.
Il maniglione è emblematico.
Il maniglione è simbolico. Il maniglione è inaugurare il "rimescolamento delle acque". Perché la doccia, semplice e rinfrescante, ora è una tempesta per i vecchi piedi dei nostri protettori.
Non possiamo lasciarli soli neanche per un momento.
La casa di chi si prende cura dei propri genitori avrà sostegni lungo le pareti.
E le nostre braccia si estenderanno in forma di corrimano.
Invecchiare è camminare sostenendosi agli oggetti, invecchiare è persino salire scale senza gradini.
Saremo estranei nella nostra stessa casa.
Osserveremo ogni dettaglio con paura e incertezza, con dubbio e preoccupazione.
Saremo architetti, designer, ingegneri frustrati.
Come non abbiamo previsto che i nostri genitori si sarebbero ammalati e avrebbero avuto bisogno di noi?
Ci lamenteremo dei divani, delle statue e delle scale a chiocciola. Rimpiangeremo tutti gli ostacoli e il tappeto.
Felice il figlio che è il padre di suo padre prima della sua morte, e povero il figlio che appare solo al funerale e non dice addio un po' ogni giorno.
Quel mio amico, ricordo, accompagnò suo padre fino agli ultimi minuti.
In ospedale, l'infermiera stava per spostarlo dal letto alla barella, cercando di cambiare le lenzuola, quando lui gridò dal suo posto: "Lasci che l'aiuti io.
" Raccolse le forze e per la prima volta prese suo padre tra le braccia. Appoggiò la testa di suo padre contro il suo petto.
Sistemò sulle sue spalle suo padre consumato dagli anni e dalla malattia.
Piccolo, rugoso, fragile, tremante. Rimase ad abbracciarlo per un bel po', il tempo equivalente alla sua infanzia, il tempo equivalente alla sua adolescenza, un bel po', un tempo interminabile.
Cullando suo padre da un lato all'altro.
Accarezzando suo padre. Calmandolo e dicendo a bassa voce:
"Sono qui, sono qui, papà!"
"Quello che un padre vuole sentire alla fine della sua vita è che suo figlio è lì."
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canesenzafissadimora · 10 months ago
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Non è vera quella storia che raccogli quel che semini.
Seminare non serve a nulla se non predisponi l'impianto d'irrigazione, tieni lontani i parassiti, levi le erbacce, metti dei sostegni fino a quando le piante non saranno abbastanza forti per reggersi da sole.
Se non sei lì a tirarle su quando il vento le ha piegate a terra.
Vale per qualunque tipo di amore.
Non si raccoglie quel che si semina e basta.
Raccogliamo solo ciò di cui ci prendiamo cura, sempre.
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Matteo Bussola - da "Notti in bianco, baci a colazione"
Scilla di notte
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thepastisalreadywritten · 9 months ago
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SAINTS OF THE DAY (February 17)
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The Seven Holy Founders of the Servite Order were seven men from the town of Florence who became bound to each other in a spiritual friendship.
The Seven Holy Founders are Saints Bonfilius, Alexis Falconieri, John Bonagiunta, Benedict dell'Antella, Bartholomew Amidei, Gerard Sostegni, and Ricoverus Uguccione.
They led lives as hermits on Monte Senario. They had a special devotion to the Blessed Virgin Mary.
On Friday, 13 April 1240, the hermits received a vision of Our Lady.
She held in her hand a black habit, and a nearby angel bore a scroll reading "Servants of Mary."
Mary told them:
"You will found a new order, and you will be my witnesses throughout the world. This is your name: Servants of Mary.
This is your rule: that of Saint Augustine.
And here is your distinctive sign: the black scapular, in memory of my sufferings."
They accepted the wisdom of Our Lady, wrote a Rule based on Saint Augustine and the Dominican Constitutions, adopted the black habit of an Augustinian monk, and lived as mendicant friars.
The men founded the Order of Servites, which received the approval of the Holy See in 1304.
Servite, a Roman Catholic order of mendicant friars — religious men who lead a monastic life, including the choral recitation of the liturgical office, but do active work — founded in 1233 by a group of seven cloth merchants of Florence.
They are venerated on February 17 because it is said to be the day on which Saint Alexis Falconieri, one of the seven, died in 1310.
All seven were beatified on 1 December 1717 by Pope Clement XI. They were canonized by Pope Leo XIII on 15 January 1888.
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primepaginequotidiani · 3 months ago
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PRIMA PAGINA Avvenire di Oggi domenica, 11 agosto 2024
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stunmewithyourlasers · 1 year ago
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Una mezz'oretta fa,mentre bevevo il caffè pre-seduta studiomattafolle mi è rimbalzato un piccolo pensiero tra i neuroni morti:studiare per fare quello che si vuole fare nella vita e che appassiona,con tutti i rischi che ne conseguono oppure studiare solo per scappare(quindi la cosa più redditizia richiesta e fium)?
Non avrei da dormirci la notte perché io so cosa voglio,ma comincio a pensare che né la mia regione, né il paese me lo daranno e sarò l'ennesimo a scappare cercando di far fruttare le mie inclinazioni fuori(non so onestamente quanto la formazione in psicologia clinica fuori porti chiamate v:), d'altro canto andare a fare ciò che porta aziende da fuori a venirti a prendere in kayak fino alle pendici dell'Etna non mi ispira perché non le sento mie queste cose,non ho mai avuto un briciolo di scintilla o interesse a riguardo.
Onestamente mettere nelle condizioni di dover programmare ad una fuga persone non dico di 20 anni, che già pare essere tardi,ma di 16 che dovranno scegliere l'università o peggio di 13 che magari vanno a prendere un diploma x professionalizzante mi pare assurdo.
Le stai uccidendo queste persone, soprattutto se fuori da leggi di un magico mercato che si regola da solo(cit.) o con meno sostegni in casa, nient'altro.
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abr · 11 months ago
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Uno dei primi provvedimenti del governo Javier Milei in Argentina è sospendere i sostegni economici ai giornali.
«Queremos cubrir la urgencia económica en la que estamos inmersos».
Regola numero zero, affama i Servi della Bestia. Come si può non stimarlo tantissimo.
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condividiamolavita · 4 months ago
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non ho mai amato i sostegni per gli anziani nel bagno come in questa situa ( leggi post sotto)
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florautieri · 5 months ago
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Non è vera quella storia che raccogli quel che semini.
Seminare non serve a nulla se non predisponi anche un impianto di irrigazione, tieni lontani i parassiti, levi le erbacce, metti dei sostegni fino a quando le piante non saranno abbastanza forti per reggersi da sole.
Se non sei lì a tirarle su quando il vento le ha piegate a terra.
Non si raccoglie quel che si semina e basta, non è vero niente.
Raccogliamo solo ciò di cui ci prendiamo cura, sempre.
(Matteo Bussola)
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il-ferreo · 5 months ago
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Forse
youtube
Scriverai..?
No..
Sei troppo orgogliosa per farlo e cadrebbe il tuo Muro che dimostri agli altri..io ti sento ancora però...
Io no,non ti scriverò, non sarò quello che perseguita e d'altronde mi hai detto che ti ho persa e non nutri piu nulla nei miei confronti.Perche quindi scriverti?
Peggiorerei il tuo niente...ti lascio andare come tu hai fatto con me.
Troppe volte ho calpestato il mio essere perché tu non sai chiedere scusa ...perche pensi che sia sempre l'uomo a doverlo fare con la tua mentalità troppo del sud.
La coppia e formata da due unità,dove non arriva uno arriva l'altro ma non può essere sempre la stessa metà a chiedere e scrivere.
E' uno stilare parole premute fino a far male...ma se tu non sai dimostrare a te stessa che anche tu sbagli..non ci rivedremo più..e così sia,
Ritengo a parere mio che i tuoi pensieri che rimbombano ancora voglion dire che non sei onestà e la domanda sorge spontanea..
Se non lo sei con te stessa onesta come fai ad'esserlo con me?
Sai cosa rimbombano per te?
..I bei ricordi ma non ciò che abbiamo sopportato per arrivare ad' essere unici.Io la forza che ci mettevo la ricordo..tu cosa ricordi?niente...il lamentarti per un odience maggiore.
Scrivi le frasi su questo social che per te è vita qui.. ma per me la vita è fuori e non avevo bisogno di sostegni ma di te,solo di te.
Sei un social bisognosa di apprezzamenti per condurre qui la tua odissea.
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canesenzafissadimora · 9 months ago
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“Non è vera quella storia che raccogli quel che semini.
Seminare non serve a nulla se non predisponi l'impianto d'irrigazione, tieni lontani i parassiti, levi le erbacce, metti dei sostegni fino a quando le piante non saranno abbastanza forti per reggersi da sole.
Se non sei lì a tirarle su quando il vento le ha piegate a terra.
Vale per qualunque tipo di amore.
Non si raccoglie quel che si semina e basta.
Raccogliamo solo ciò di cui ci prendiamo cura, sempre.”
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Matteo Bussola, da "Notti in bianco, baci a colazione"
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