#Sergio Pedolazzi
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lovliblog · 9 years ago
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Skiddi, ovvero come semplifico la vita di chi ama sciare
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Skiddi è la storia di un’idea tanto semplice quanto brillante che, spinta  da una grande passione, si trasforma in un prodotto di successo. Un mini trolley tascabile per trasportare gli sci e semplificarci la vita, un oggetto indispensabile per chi ama sciare. 
Abbiamo incontrato Sergio Pedolazzi, ideatore di Skiddi, che ci ha raccontato qualche dettaglio su questo piccolo e rivoluzionario accessorio: 
1. Com’è nasce il concept di Skiddi?
L'idea di Skiddi nasce, come spesso accade, da un'esigenza o per risolvere un problema vissuto in prima persona, e nel mio specifico caso era quello di agevolare il trasporto degli sci, laddove bisogna percorrere un tragitto medio lungo, dai parcheggi o dall'albergo fino agli impianti di risalita.
Mi sono chiesto se non esistesse già qualche dispositivo che poteva aver già risolto il problema ma non trovando niente di esistente, decisi di crearlo da me.
Ho cominciato a realizzare i primi schizzi e disegni, e i primi prototipi cambiando forma e dimensione decine di volte per trovare la giusta soluzione che nella mia testa doveva rispondere ad alcuni requisiti: doveva risultare semplice, piccolo, tascabile e colorato...e fu allora che mi venne l'illuminazione: un piccolo ovetto con le ruote retraibili, a cui diedi il nome di SKIDDI.
2. Raccontaci com’è andata dal punto di vista dello sviluppo dell’idea…
Il processo di sviluppo che mi ha portato al concept finale di Skiddi non è stato semplice... all'inizio ho provato a creare prototipi con diversi materiali, dal legno alla resina con stampi in silicone, ma con risultati scarsissimi... poi venni a conoscenza della stampa 3d open-source grazie ad un articolo che lessi su una rivista circa 2 anni fa: parlava della stampa 3d per l’auto-produzione e prototipazione, ne rimasi completamente affascinato e fu allora che cominciai ad avvicinarmi al mondo dei makers.
Compresi subito che la stampa 3d era esattamente l'ultimo anello mancante che mi avrebbe consentito di realizzare agevolmente e a basso costo nuovi prototipi, sperimentando forme nuove, e raggiungere finalmente un modello di SKIDDI funzionale ma anche esteticamente “cool”!
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3. Dall’idea alla realizzazione: come avviene la produzione?
Innanzitutto vorrei sottolineare che oggi il prodotto è veramente 100% Made in Italy, e quasi a km 0. Precisamente tutti i miei fornitori, sono localizzati in un raggio di 24 km tra le provincie di Bergamo e Brescia.
Nello specifico la scelta di produrre in Italia è dovuto essenzialmente a 2 motivi: innanzitutto per questioni logistiche e di controllo, e poi perché la qualità del nostro tessuto imprenditoriale manifatturiero italiano non ha rivali.
Tutte le parti plastiche di SKIDDI vengono inoltre realizzate dalla Società Cooperativa Airone di Pompiano (BS), che impiega personale svantaggiato con disagi fisico-psichico, e nel programma di reinserimento sociale prevede anche un'attività di produzione di materiali plastici. Questo significa creare un meccanismo costruttivo di crescita, attraverso una filiera che vede un'attività di business, quindi profit, generare un impatto sociale positivo e soprattutto misurabile sul territorio.
La scelta dei materiali e l’ingegnerizzazione del processo produttivo è stato frutto di attente valutazioni, anche per un prodotto così semplice. Tutte le parti plastiche vengono realizzate per pressofusione attraverso uno stampo industriale a 9 impronte.
Per le parti più sollecitate è stato scelto nylon caricato in fibre di vetro, mentre per la parte colorata che abbraccia gli sci, ABS, che risulta più flessibile ma altrettanto resistente. Infine la gomma che costituisce il sistema di chiusura è EPDM, una gomma che resiste all’acqua ai raggi UV e anche a basse temperature (fino a -40°) si può allungare fino a 3 volte la sua lunghezza senza deformarsi.
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4. Com’è composto il team di SKIDDI?
Innanzitutto preciso che oggi Skiddi non è un’azienda, ma un prodotto. La mia società si chiama D-Factory e si occupa della produzione e commercializzazione di SKIDDI, oltre allo sviluppo di altri prodotti che verranno lanciati sul mercato nei prossimi mesi.
Il team che comunque si è occupato del lancio di Skiddi è stato costituito per i ¾ dello sviluppo da me stesso.
Solamente una volta depositato un brevetto e realizzato gli ultimi prototipi funzionanti ho capito che per passare da un buon prodotto a un prodotto commercializzabile avevo bisogno di un sostegno sia economico che di sviluppo del business, per validare la potenzialità del mercato e per aiutarmi dal punto di vista del posizionamento.
A quel punto mi sono affidato a un incubatore di idee di Brescia D-Namic, e la figura del suo CEO Alessandro Scozzesi, grazie al quale sono riuscito ad ottenere dei finanziamenti a fondo perduto e a lanciare una campagna di crowdfunding sul portale americano Kickstarter. È stata questa la chiave di volta che mi ha concesso di accelerare il posizionamento e la distribuzione di Skiddi su scala mondiale, ottenendo non solo dei finanziamenti ma grande visibilità, che mi ha fatto approdare alla fine anche su Lovli.it.
Oggi D-Factory è composta da 4 soci fondatori, e partecipata in parte dall’incubatore D-Namic con il quale vengono condivisi dei collaboratori interni ed esterni che si occupano principalmente della parte di social media marketing, publishing, e video editing, non solo per SKIDDI ma anche per gli altri progetti incubati.
5. Immagino l’abbia già regalato ai tuoi amici: quali sono state le loro reazioni?
Ovviamente amici e parenti sono stai i miei primi “tester”, mentre oggi sono diventati i miei primi “procacciatori” di nuovi clienti.
Skiddi ha generato in loro un grande entusiasmo, non solo perché erano ovviamente sostenitori di una mia idea, ma perché hanno potuto testare di persona la grande utilità del prodotto, fino a innamorarsene.
Loro sono stati fondamentali per capire cosa funzionava bene, e invece cosa dovevo modificare per rendere SKIDDI più semplice e migliorarne continuamente la funzionalità anche nei piccoli dettagli.
E poi il più grande riscontro l’ho ottenuto, ancora una volta, attraverso il crowdfunding.
Kickstarter infatti, nella sua logica, spinge i sostenitori (ossia le gente comune che proviene da qualsiasi parte del mondo) a dare consigli nell’iter di sviluppo dell’idea, offrendo non solamente un contributo economico ma proponendo feedback e migliorie, con l’obiettivo di aiutare il proponente nel realizzare un prodotto fatto su misura sulle loro esigenze.
Skiddi è disponibile su Lovli in 6 colori diversi: scopri come rivoluzionare i tuoi weekend sulla neve!
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