#Salvator Dalì

[toonspirits]

The curse of Munch's The Scream is back

in a metaartistic world where Munch's scream is a curse that (once every thousand years) infects the population transforming them into a kind of living dead, four terrible representations of different artistic styles: Mona Lisa, Bansky Man, Van Goth and one strange thing coming from the Dalì desert whose name he doesn't yet know; I'm the only hope of survival.

Coming soon from your trusted dealer.

[vividiste]

"Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l'unico problema. Per non sentire l'orribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi tiene a terra, dovete ubriacarvi senza tregua. Ma di che cosa? Di vino, poesia o di virtù : come vi pare. Ma ubriacatevi. E se talvolta, sui gradini di un palazzo, sull’erba verde di un fosso, nella tetra solitudine della vostra stanza, vi risvegliate perché l’ebbrezza è diminuita o scomparsa, chiedete al vento, alle stelle, agli uccelli, all'orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che scorre, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, chiedete che ora è; e il vento, le onde, le stelle, gli uccelli, l'orologio, vi risponderanno: "È ora di ubriacarsi! Per non essere gli schiavi martirizzati del Tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre! Di vino, di poesia o di virtù, come vi pare".

Charles Baudelaire🌻

Salvator Dalì

[claudiotrezzani]

Modificare, indirizzare, contestualizzare.

Modi d'interpretare ritratti, intendo.

Modificare, come con le luci, c'è il modo basso e quello alto.

Il modo basso è il mio:

la mera spiritosaggine di modificare la disposizione delle parti.

Il modo alto è quello di Sebastien Tabuteaud:

non è solo l'elisione del capo.

E' la macerazione, e piuttosto.

Condita di textures, di bagliori dei simmetrici anelli, di accesi contrasti tonali.

E di una plastica tensione che rivela sofferenza, nel processo della cogitazione.

Ruadh Delone invece indirizza.

Salvator Dalì, di tutta evidenza.

Più gli occhi, che i baffi.

E l'ingegno.

L'ingegno d'alludere senza stucchevolezza di dettaglio.

Ma di far segno, con l'ingegno, e tuttavia.

Sandro Sardoz, ora.

Titola "chiave", ma poi a margine chiosa "autoritratto".

Sì, è lui quello in fondo nella stanza.

Contestualizzare, contestualizzarsi.

E simboleggiare, simboleggiarsi.

Volge le terga alla chiave, Sandro.

Ma sa che c'è. 

E l'offre, a noi la lettura.

All rights reserved

Claudio Trezzani

[poetyca]

Guardare le stelle - Look at the stars - Salvador Dalì

🌸Guardare le stelle🌸“Si dice che quando una persona guarda le stelle è come se volesse ritrovare la propria dimensionedispersa nell’universo.”Salvator Dalì🌸🌿🌸#pensierieparole🌸Look at the stars “It is said that when a person look at the stars it’s as if he wanted to find your own dimension dispersed throughout the universe.” Salvator Dali

[gabrielerootsart]

"Omaggio al Genio" e un'opera che ho voluto dedicare al grande artista Salvator Dalì e ad una sua celebre frase " Non aver paura della perfezione, non la raggiungerai mai" (anno 2016) (n. serie #055) Misure cm 42 x cm 33 Disponibile alla vendita info in privato (presso Lecce, Italy) https://www.instagram.com/p/Co68UMmKZLG/?igshid=NGJjMDIxMWI=

[lamoreperlarte]

Veliero con farfalle, Salvator Dalì (1956)

[andrea-c-soncini-fantasy]

Gli angeli del bizzarro – Un secolo di eccentrici

[gingerbreadvanilla]

Elsa Schiaparelli and Salvator Dalì’s Skeleton Dress: silk crêpe, trapunto quilting, cotton wadding, 1938. Victoria and Albert Museum. 
Such an amazing dress!

[faiunaparola]

Grida

Terrore tangibile

Il cuore si scioglie

Si infiltra tra le dita

Spettro del tuo ego

Nel buio non ti vedo

Sei solo un'eco

Sempre più lontano

Ho paura della notte

Perché qui la mia voce

È ago nel fieno

E il mio cuore è pieno

Di fango nero

E comincia a pesare

E intorno tutto vuoto

Come ego nel l'ignoto

Urla

Ti prego urla

E liberami

Da spettri laceranti

Di visioni allucinanti

Ancora

Urla e grida

Per proteggerti

Dalla brutalità

Che si ha

Nell'arrenderti

Alla morte

E alla sciagura

Come fosse

cosa sicura.

Volto della guerra - Salvator dalì

[ilfascinodelvago]

Il mare sostiene lo sguardo, la terra i nostri piedi. (Marc Levy)

Muchacha en la Ventana (olio su cartone) Salvator Dalì 1925

[vecchiorovere-blog]

C’è uno straccetto celestino

Sopra il muro

Tutto sgulcito di ditate rosa

Tenuto da due borchie di stelle

Ed il lì sotto

Come un cencio cinerino

In cui la gente incespica

Ma che val la pena di raccogliere

-lo si stiracchia un di qua un po’ di là coi piedi

E poi

A calci

Lo si butta via.

 Antonia Pozzi

La persiostenza della memoria

Salvator Dalì

Cencio

[only-arts]

Those who do not want to imitate anything, produce nothing (Salvator Dalì)

[ma-pi-ma]

Il segreto della mia influenza è sempre stato quello di mantenerla segreta.

Salvator Dalì

[gabrielerootsart]

"Omaggio al Genio" e un'opera che ho voluto dedicare al grande artista Salvator Dalì e ad una sua celebre frase " Non aver paura della perfezione, non la raggiungerai mai" (anno 2016) (n. serie #055) Misure cm 42 x cm 33 Disponibile alla vendita info in privato (presso Lecce, Italy) https://www.instagram.com/p/Co68SONKVBW/?igshid=NGJjMDIxMWI=

[lamoreperlarte]

The Persistence of Memory, Salvator Dalì (1931)

[fashionbooksmilano]

Terrific Fashion

Cristina Morozzi

24 Ore Cultura, Milano 2015,235 pagine, ISBN 9788866482840

euro 45,00

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Scarpe architettoniche, abiti botanici, borse-scultura e gioielli animaleschi. Dall'haute couture più surreale al capricci del prêt-à-porter, ecco la moda "terrific": la più libera, pazza e disinibita. La moda è instabile e vorace. Macina tendenze stagionalmente, rivelando una creatività libera e disinibita. La sua regola è il non aver regola. Basta scorrere la sua storia per trovare luminosi esempi di questa sregolatezza: la surreale Elsa Schiapparelli, amica di Salvator Dalì; Miuccia Prada; Alexander McQueen, creatore di pezzi di insuperabile virtuosismo, tra il nostalgico e il macabro. Dopo aver vissuto le sue rivoluzioni alla fine del secolo scorso – la minigonna di Mary Quant, il minimalismo ascetico della nouvelle vague giapponese, la deriva rock e punk – la moda manda oggi in passerella tutti gli umori possibili e immaginabili: futurismi e nostalgie, trasgressioni e bon ton, localismi etnici e standard internazionali. Individuare “le uniformi” è diventato un gioco più sottile e sfumato. L’abito è, e sempre sarà, un segnale, il più visibile e il più diffuso, perché abita le strade del mondo e abbraccia tutte le classi sociali. Eppure, anche in questa varietà, magmatica e libertaria, è possibile scovare delle manifestazioni devianti, delle creatività fuori dal coro. Dei solitari che riescono, pur nell’ambito di un continuo stupore (missione primaria della moda che deve, sempre e comunque, essere glamour), a essere sorprendenti, osando tutte le possibili derive e nutrendosi d’ispirazioni che giungono da altri territori: dall’arte, dall’anatomia, dalla botanica, dall’architettura… 

1/12/19

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