#STO PER SENTIRMI MALE
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LA SUOCERA
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Ho bisogno di cambiare. Forse questa è l'unica cosa che so al momento. E' tornato il buio, è tornato prepotentemente, come non mai e non so come affrontarlo. Sinceramente non so cosa sia andato storto nella mia vita, in quale momento o in quali momenti mi sono perso. Non è la prima volta che mi accade, ho avuto i miei periodi no ma non sono mai stati così visibili, esposti al mondo. C'è un mondo di rabbia dentro me che ho sempre saputo gestire ma ultimamente no, basta veramente un cazzo e come una bomba sono pronto ad esplodere. Questo mi fa tremendamente paura, anche perché non importa chi ci sia dall'altro lato e si ritroverà a beccarsi tutto il mio odio. Odio, odio per cosa? Questo ancora devo capirlo. Nella mia vita ho sofferto si, come tutti e meno di molti ma questo non può e non dovrebbe giustificare nulla. Sono bloccato, non riesco a vivere, e quando poi lo faccio e torno alla normalità è sempre peggio, ogni volta fa un po' più male. Forse la parte peggiore è vivere quegli attimi di felicità che mi mancano perché sono un ingordo, ho bisogno di sentirmi pieno, a volte anche un po' apprezzato ma allo stesso tempo non sono capace di gestirlo. Ho imparato che non sono mai contento di nulla, non mi basta mai e quindi come si fa? Come posso sopraffare questo mio modo di essere? Sono sempre in conflitto con me stesso, come se ci fossero due personalità che a volte convivono nello stesso momento e questo crea un conflitto enorme, vado in tilt. Spesso penso che l'unica soluzione sia quella di isolarmi, di mandare tutti via, le persone sono sempre state bene senza di me, possono continuare a farlo per il resto della loro vita. Ma della mia che ne sarà, deve davvero finire così? Deve essere davvero "un solo attimo di beatitudine può forse colmare una vita intera?". Non sono pronto a questo, non sono pronto a vivere un futuro misero fatto di solitudine, ne ho già vissuta tanta, ad un certo punto deve arrivare il mio momento no? Forse il mio momento è già arrivato e l'ho perso? Ed ora che si fa? Come supero tutta la tristezza che sento in ogni centimetro della mia pelle? Tutta questa tristezza che a volte non ha fatto parte della mia vita per alcuni attimi. Ci si abitua mai a stare male? Dobbiamo davvero vivere una vita di merda quando potremmo essere felici? Non lo so, ho perso il libretto delle istruzioni di questa vita. Ho perso tanto e sto continuando a perdere, sto continuando a perdermi. Aspetto un po' di luce in questa oscurità, una mano che forse mi tiri su anche se so che dipende tutto da me. Da me, appunto, questo è il problema più grande. Ho sempre provato a fare tutto da solo nella mia vita e questo è il risultato, un "uomo" a pezzi che distrugge tutto ciò che tocca. In fondo volevo solo una vita, una famiglia, una casa e dei figli, ed invece eccomi qui, io e i miei demoni a pensare su come farla finita. Ho bisogno di cambiare, ma per cambiare devo cambiare me, non so se ci riuscirò.
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“Hanno decretato che doveva chiedere aiuto ai suoi amici”
Devo stare attenta.
Devo stare attenta quando bevo,se perdo di vista il bicchiere butto tutto.
Devo stare attento quando sto con i miei amici anche se li conosco da anni,non sempre posso fidarmi.
Devo stare attenta quando esco,devo guardare l’ora e la zona.
Devo stare attenta se è tardi,devo avere il cellulare carico per stare in chiamata con qualcuno.
Devo stare attenta in treno e cambiare carrozza se non ci sono donne.
Devo stare attenta a non pubblicare contenuti spinti perché sono provocanti.
Devo stare attenta a come mi vesto.
Devo stare attenta in casa.
Devo stare attenta quando svengo,non posso sentirmi male ovunque,devo capire chi ho intorno e nemmeno l’ospedale è un posto sicuro.
Devo stare attenta al ragazzo che amavo fino all’altro ieri perché se mi chiede un confronto potrebbe essere l’ultimo della mia vita.
Oggi ne è sparita un’altra.
Evidentemente “non è stata abbastanza attenta”.
Devo stare attenta nello stare attenta,altrimenti diranno che non lo sono stata abbastanza.
E devo stare attenta a tutte le età,perché la carne è sempre carne.
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Come ho fatto a ridurmi così male? Mi sento una nullità da quando non sto più con lui, niente ha più colore. La mia razionalità mi dice che è sbagliato, ma il mio cuore continua a sentirsi così.
Mi vedevo più bella con lui.
Facevo le cose con uno spirito più positivo.
Amavo persino le piccole cose.
Ma poi ho dovuto rinunciare a lui e da allora ho perso la luce e i colori. È tutto sbiadito.
Eppure avevo promesso a me stessa che avrei cercato di non legarmi più così tanto. Ma non ce l'ho fatta, credevo di essere forte e indipendente ma il mio cuore si è comunque legato.
Anche quando dopo mesi di attenzioni e corteggiamento ho iniziato a sentirmi sola perché notavo piccolezze e mancanze. Anche quando era sempre troppo impegnato ma mai dedicava del vero tempo a me, quando vivevo come se dovessi continuamente mettermi in fila per aspettare il mio turno. Quando a volte restavo male perché esprimevo le mie insicurezze e lui mi rispondeva che dopo tot mesi era assurdo che io dubitassi del suo interesse e quindi sentendomi in colpa gli chiedevo scusa.
Però giustificavo sempre perché in fondo non era geloso né possessivo. Ci sostenevamo a vicenda. Nonostante la distanza. Forse giustificavo le sue trascuratezze proprio per la distanza, pensavo di essere esagerata o avere impressioni sbagliate.
Nonostante tutto mi manca ancora tanto. Non sento più gioia.
È finito tutto.
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nelle ultime settimane ho realizzato di star vivendo intensamente da un bel po', di nuovo, un ciclo nuovo di interessi, e quella che ero prima, anche se lo sono stata solo per un poco, ancora, mi sembra lontanissima (lo è). quando ne divento consapevole, ormai sempre più all'inizio, poi sto male. mi fa stare male non riuscire a dedicarmi alle cose nella giusta misura e a lungo termine, riuscire a fare troppo solo di una sola cosa mentre tutto il resto non esiste più. a volte penso questa cosa mi sarebbe piaciuta quando ero quella lì, oggi non mi va, in questo periodo non mi va, in questi mesi non mi interessa. non mi sento mai me stessa perché una mia persona unitaria non esiste, non mi sembra di appartenere mai a niente né che niente mi appartenga. se proprio devo accettare di vivere a fasi vorrei poter esprimere il desiderio di vivere fasi più brevi, per non avere il tempo di costruirmi (o immaginare di costruirmi) una personalità intorno alla cosa del momento. all'inizio, quando ancora non riconoscevo il pattern, favorivo il cambiamento, che si impone sempre prepotente più all'interno che fuori; adesso non lo faccio più, so che è tempo sprecato, che mi passerà, e io faccio resistenza e passo gli anni a farmi mancare persone che sono stata, a sentirmi nessuno e non volermi definire, perché non voglio cambiare, perché a volte mi affeziono e mi piaccio e perché comunque non ne vale la pena se fra sei mesi devo rifare tutto da capo
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Essere me significa vivere ogni singola emozione come se fosse l'unica cosa che conta. Non ci sono vie di mezzo, non ci sono sfumature che mi permettano di galleggiare in superficie. Mi immergo completamente, che si tratti di rabbia, gioia o dolore. Ogni emozione mi travolge, mi attraversa fino al midollo, e questo mi rende incredibilmente vulnerabile.
Mi arrabbio tanto, forse troppo, e piango ancora di più. Sono quelle piccole cose che gli altri nemmeno notano, quei gesti o parole dette senza pensare, che mi fanno più male. Non serve una grande offesa per ferirmi, basta una parola fuori posto, un'espressione che sa di indifferenza, per farmi sentire piccola, trasparente. E l'indifferenza... quella mi pesa sul cuore come una pietra. È come se il silenzio delle persone mi urlasse che non importa, che non sono abbastanza. E questo mi ferisce nel profondo.
Non ti farò mai del male, però. Anche quando sarò io a soffrire, anche quando sarò io a sentirmi trascurata o respinta. Potresti ferirmi mille volte, allontanarti, ignorarmi come se non fossi nulla, e io resterei lì, apparentemente forte. Sembrerò imperturbabile, come se niente riuscisse a toccarmi davvero. Ma dentro… dentro sto crollando. E tu non te ne accorgerai mai. Forse perché non voglio che tu lo sappia, forse perché il mio silenzio è l'unica cosa che so usare per proteggermi. Nascondo tutto, soffoco il dolore in un angolo del mio cuore, lo tengo lì finché non diventa parte di me.
E poi c'è l'affetto. Quando mi affeziono, lo faccio completamente, senza mezzi termini. Non esiste un "poco" per me. Ti dono tutto quello che ho, ti lascio entrare nelle parti più nascoste di me, quelle che nessuno vede. E lo faccio sapendo che potresti spezzarmi. È il rischio che corro, lo so. Ma non posso essere diversa. Amare con riserve non mi appartiene. Vivere ogni emozione fino in fondo è il mio modo di esistere, anche quando so che mi farà male. È un dolore che conosco bene, eppure continuo a ripetere lo stesso ciclo, perché non so essere diversamente.
A volte mi chiedo se questo mio modo di sentire le cose mi renda più forte o più debole. Vivo ogni cosa con tale intensità che mi sembra di bruciare dall'interno, ma forse è proprio questo il problema: brucio troppo in fretta. Mi esaurisco. E mentre gli altri riescono a distaccarsi, a proteggersi, io resto lì, con il cuore in mano, vulnerabile. Non so se un giorno cambierò, se imparerò a mettere un freno, a proteggermi meglio. Ma per ora, questo è ciò che sono.
Vivo, sento, amo. Anche quando mi spezza, anche quando mi distrugge. E lo faccio senza riserve, senza chiedere nulla in cambio, tranne forse una cosa: che qualcuno, un giorno, riesca a vedere oltre il mio silenzio e a capire che dietro quella forza apparente c'è una fragilità che non ho mai imparato a mostrare davvero.
-Anonimo🖤
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Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se potessi tornare studente?
Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento.
Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo quest’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo.
Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi.
Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua.
Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi.
Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io?
E non mi parlate dei vostri stipendi, del sindacato, delle vostre beghe familiari e sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No.
Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia.
Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni.
Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi.
Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini.
Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce.
E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla.
Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano.
Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete ditemelo.
Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri?
Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno?
Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità.
Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni.
E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi?
E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano…
Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi.
Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti.
Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato.
Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego.
E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami.
Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi.
E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite.
Per questo, un giorno, vi ricorderò.
- Alessandro D'Avenia
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La mia mente vaga da sola e va in luoghi così lontani e isolati che nessun altro riuscirebbe a ritrovare la strada.La mia mente potrebbe viaggiare per migliaia di chilometri in pochi secondi, solo per tornare indietro con più domande sulla morte, sull’amore e sul significato dell’esistenza.Ho una mente che non riesco a raggiungere, un uragano di emozioni avvolto in un unico, enorme groviglio dentro la mia testa, che cerca di farmi impazzire. Ho una mente che non può davvero essere domata.
Resto a letto per giorni. Qualche ora dopo, potrei ritrovarmi su un tetto e urlare per l’intensa euforia che mi riempie le vene, con una magia che il mio corpo trova incomprensibile ma a cui si adatta lo stesso. Sono un’altalena terrorizzata, che un momento prima vola tra le stelle e quello dopo cade giù con tutta la sua forza. Ho così tanto amore da dare, eppure sono incapace di farlo. Dentro di me ci sono due mostri che combattono per un primo posto dove al vincitore non spetta altro che dolore.
Quando sono sovraeccitata, sono la regina del mondo. Me ne vado in giro con una sicurezza che nessuno può compromettere. Sono una vincente, sono imbattibile, posso fare qualsiasi cosa. Posso fare in modo che inizi a piovere. Posso far sì che smetta. Posso cambiare il modo in cui vedete il mondo e provo pena per chi non lo guarda attraverso i miei occhi. Mi dispiace per quelle povere anime che non riescono a trovare la luce alla fine del tunnel. Sono entusiasta, sono amorevole. Voglio vedervi felici, non voglio mai vedervi piangere. Voglio che dimentichiate le ferite che il mondo vi ha riservato, e che vediate tutta la bellezza che contiene. Sono in cima al mondo e niente e nessuno può toccarmi.
Poi crollo. Voi non siete voi e io non sono io. E il mondo sta per finire. Questa vita è la nostra punizione. È quello che ci spetta per aver pensato di meritare felicità e amore. Spegnete le luci e andatevene perché non c’è speranza e io morirò da sola. Se mi vedete piangere, fate finta che non stia accadendo perché niente di quello che direte cambierà il fatto che sono disperata e pronta a morire. Non potete salvare me, non potete salvare voi stessi. No, non uscirò stasera, andate senza di me ragazzi. Mi spiace che non riusciate a sentirmi presente. Mi dispiace di essere sempre così triste. Chiedo scusa se riesco a parlare solo di perdita. Scusate, perché non so più come parlare. Perché siete ancora qui? Andate, correte! Via! Non meritate una persona come me nella vostra vita, perché sono fatta di dolore e dovreste davvero andare, adesso. Non riesco a controllare ciò che faccio, le mie mani non mi appartengono. Non so dove sto andando.
Non è momentaneo. Non è una fase. Non è la parte in cui piombate da me per dirmi che le cose andranno meglio, perché non è quello che ho bisogno di sentire. Quello di cui ho bisogno, ma di cui non parlerò mai, è sapere se resterete o ve ne andrete. Se riuscirete a sopportare qualcuno che cambia continuamente personalità, come nel gioco dei mimi. Se un giorno vi sveglierete e deciderete che è troppo, che non potete gestirla.
Sono cose che non dirò mai perché sono troppo orgogliosa e perché non piangerò quando un giorno deciderete di allontanarvi da tutto questo. Farà male, ma non lo saprete mai. Mi squarcerà in due, ma vi mostrerò soltanto che non siete mai stati importanti per me. Non ci proverò, non supplicherò. Mi richiuderò la porta alle spalle nel momento in cui vi sentirò titubare, perché la vita mi ha già dato abbastanza lezioni su come essere sola.
Perciò, mi dispiace se pensate che io sia fredda, distante. Mi dispiace che parliate incessantemente della mia folle capacità di essere totalmente autonoma, a volte. Mi dispiace se, ogni tanto, vi sembro egoista o minacciosa. Posso soltanto mettere nero su bianco quello che sento. Se state leggendo, allora dovreste sapere che vi amo, nel miglior modo in cui posso farlo. L’unico modo in cui posso farlo.
(via huffpost)
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26 gennaio 2023.
È già passato un anno. Un anno fatto di paure, paranoie (tante paranoie), pianti (tanti pianti), fatica, insicurezze, nuove sfide, cambiamenti e momenti di smarrimento. Un anno durante il quale ho dovuto imparare a convivere con un corpo che ancora non sento mio, durante il quale ho dovuto imparare a conoscermi, a cercare di mettere pace nel conflitto tra mente e corpo. Ci sono giorni più difficili di altri, forse la maggior parte, o forse sono quelli ai quali faccio più caso.. ma d'altro canto è stato anche un anno pieno di soddisfazioni. Di momenti nei quali mi sono detta: "Brava Jessica" ed è raro io riesca a dirmelo. Un anno durante il quale dopo anni sono riuscita a mettermi in costume e andare in piscina, a fare centinaia di scalini girando Roma senza sentirmi morire, anzi, godendomi il paesaggio, a provare un vestito e pensare che forse non ci sto così male.
Vorrei poter dar ragione a quelli che dicono sia la strada più semplice, la cosiddetta "scorciatoia", perché in cuor mio vorrei che fosse stato e che sia un percorso facile, privo di dolori, lacrime e paure. Ma in fondo ne è valsa la pena viverlo con esse e continuare a lottare per dare una rivincita come si deve alla piccola Jess, che si è sempre sentita fuori luogo, sbagliata, ingombrante e allo stesso tempo così minuscola da essere sempre messa in angolo.
Non è ancora arrivata la fine ma fino ad ora è stato un bel viaggio, brava Jessica.
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Non vedo l’ora di stare con te perché tu mi vuoi bene per come sono, perché non mi devo nascondere in un modo che non è il mio per sentirmi bene. Sto male quando te ne vai perché rinuncio al bene che sento quando sto con te e alla tua compagnia e al senso di spensieratezza che mi dai ogni volta. Non mi fai pensare ad altro che a noi, per me esistiamo solo noi e basta. Ma ho sempre paura quando ci vediamo, perché passa troppo in fretta e poi torno a casa con la malinconia e il semplicemente stare in camera mia, mi ricorda di noi, mi fa stare male il doppio. Io vorrei solo stare assieme a te ogni giorno anche se è impossibile attualmente ma il problema è che ho paura di essere accantonata, che tu possa avere di meglio da fare piuttosto che passare del tempo con me. Se ci fai caso, è quello che fanno le persone attorno a me ed ho paura che possa succedere anche con te. Si, senza apparente motivo. Credo che sprofonderei. Se ci penso so che non c’è motivo per stare male, però mi sento così e mi partono le paranoie.
“E se ne ha già avuto abbastanza della mia compagnia?”
lo so che sono stupida e vorrei riuscire a parlartene come lo sto scrivendo ma non so parlare, perché semplicemente mi sento stupida ed impaurita. Ti ho fatto un audio di 7 minuti e non te l’ho mandato perché mia sentivo stupida, mi sembra di essere una paranoica piangiona ed è quello che sono. Mi importa troppo di noi e di te perché quello che hai fatto e fai per me, è sempre tanto. Non ti ho mai screditato davanti agli occhi di nessuno, anzi. Però forse, davanti ai tuoi di occhi, qualche volta ho fatto passare quello che non dovevo. Mi sento male se ti tratto male e ho il magone per l’altro giorno, non me ne sono resa conto finché non mi hai lasciata davanti a casa e ho pensato “ma cosa cazzo sto facendo?”. Ti ho chiamato, sei tornato indietro e appena salita in macchina volevo abbracciarti, chiederti scusa e dirti solo di rimanere con me ma non ce l’ho fatta. Mi dispiace da morire per tutti i miei comportamenti e voglio che tu capisca che non c’è persona più importante per me e spero sempre di essere tale anche per te. Nulla mi fa più paura di perderti perché vorrebbe dire perdere anche un pezzetto di me.
-I.
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Non i poster del musical del demonio fuori dal poli
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quando cresci in una famiglia disfunzionale non ti rendi conto che è così, quello che per te è normale potrebbe non esserlo, impari che è abitudine fare o dire o provare determinate cose e spesso proprio non te ne accorgi, quando cresci senza amore poi passerai la vita a rincorrerlo, quando tutto è instabile non desideri altro che una pausa, un attimo, un respiro, mi sdraio. qua. è stata una doccia ghiacciata, fa male ma forse ne avevo bisogno. sto stringendo talmente forte i pugni che finirò per sgretolarmi. non penso, non posso permettermelo. sono di nuovo sola e fa fottutamente male, questa volta molto di più, ma questa volta voglio imparare a starci da sola. con tutti i casini che porto, non ho più fiducia nelle persone. questa volta forse voglio stare sola, voglio tutti cazzo lontano da me. ho deciso di andarmene di casa, mi creo la mia realtà, ci credo così tanto che già sta diventando possibile. non voglio correre, girerò su me stessa in continuazione tanto da avere i capogiri, voglio mettere tutto in discussione, cambiare le sensazioni, essere padrona delle mie scelte e non avere paura di sbagliare, vedere di più e percepire ciò che conta davvero nel mondo. voglio fare tante cose belle e sentirmi parte della melodia. adoro i silenzi. i pensieri sono potenti. e sì cazzo, ci credo nel cambiamento... è inevitabile.
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Sono crollata di nuovo.
Credevo di sentirmi meglio e invece mi sono svegliata in lacrime.
Il mio cuore ormai è spezzato, sto cercando di raccogliere i pezzi ma non riesco più a incollarlo. È distrutto...
Mi sento sempre più sola. So di essere circondata da tante persone ma nel mio cuore c'è inverno. Fuori ci sono già delle temperature piacevoli ma nel mio cuore c'è una tempesta fredda di neve.
Se penso che un anno fa credevo di aver trovato l'amore e un anno dopo piango tutte le mie lacrime perché ho dovuto lasciarlo andare...
E niente. Oggi non ho voglia di vedere né sentire nessuno. Per non parlare di quanto siano pesanti le persone dentro casa tua quando ti fanno sentire in colpa perché non ti alzi dal letto o non hai (per una volta) fatto quello che si aspettavano. Quando si crolla non c'è nessuno che ti dà una mano, sanno solo ripeterti che devi superarla (ovvio che lo so, non ho bisogno che tu me lo ripeta)...
Sono davvero stanca. Ho il cuore che fa male e non ho più voglia di sorridere davvero. Pochissime cose mi fanno stare bene ma le vivo raramente...
Ditemi che andrà tutto bene e tutto ha un senso perché io impazzisco.
#sfogo#crollo#lacrime#tristezza#dolore#cuore spezzato#fine#the end#amore#amarezza#delusione#domenica
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In questa Notte delle Streghe confesso apertamente di essere una di Loro. Non sono Strega da quando sono venuta al Mondo ma da molto più tempo. Dai tempi dei tempi quando erano considerate vere e proprie minacce e per questo venivano messe al rogo. Anch’io sono stata messa al rogo e uso questa Vita per trovare il Mio sacrosanto diritto di riscatto.
Sono una Strega che sta ancora imparando i trucchi del mestiere per resistere alle intemperie di quest’Esistenza di certo non facile, data la complessità che la rappresenta, affinando le proprie armi come la sensitività per tenere testa al Mistero che l’avvolge.
Sentire tutto e prima di tutti è una condanna, insieme alla sensibilità che mai abbandona. Eppure alle volte è capace di donare gioie inaspettate capaci di farmi rinascere. Sono poteri forti per i quali bisogna fare molta attenzione, perché se lasciati andare possono recare danni imponenti a Me Stessa e non solo. A causa di questa condizione, non è facile farmi accettare dagli altri. Nonostante la modernità dell’epoca moderna nella quale si vive, le poche Streghe rimaste come Me fanno tantissima fatica a farsi comprendere.
Mi chiamano strana ed Io ne vado fiera! Ad alcuni poi dò veramente un sacco di fastidio, forse a causa dell’invidia che involontariamente innesco per questo Mio modo d’essere unico e quindi diverso, fatto sta che alle volte purtroppo finisco per sentirmi piuttosto perseguitata. Sto pagando a caro prezzo colpe che non ho giacché addossate da altri. Mi è stato fatto moltissimo male per il quale sto pagando ancora il conto insomma. Ho fatto un mucchio di errori certo, non li rinnego e di questi me ne assumo le responsabilità.
Fortuna che non sono sola, posso contare infatti sulla forza straordinaria di Madre Natura e dell’Amata Luna, da sempre la Mia alleata più importante insieme alla Notte. E poi con Me vi è anche Il Prezioso Fedele Corvo, che è come un Fratello, condividendo qualsiasi sacrilegio.
Tutto quello che chiedo è un buon antidoto di tranquillità unita a qualche buona dose di conquista che credo di meritarmi, per lo scotto che sto continuando tutt’ora a pagare solo e soltanto per essere la Strega che sono.
@elenascrive
#31 ottobre#halloween#io#me stessa#confessioni#strega#io sono#pensieri#riflessioni#metafora#prosa#io scrivo#scrivo#scrivere#scrivendo#scrittura#scrittura creativa#mie parole#parole mie#vita#vivere#sentimenti#scritto da me#mie foto#foto mie
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Mi manchi.. mi manca tutto di te, mi manca quando la sera dopo lavoro ti venivo a prendere e cenavamo insieme, mi manca quando ci distendevamo insieme sul letto a guardare in film, quando stavi male e ti preparavo una tazza di the con il limone per farti stare meglio, mi manca quando andavo a giocare a calcetto e ti portavo con me ed eri la mia fan numero 1, mi manca farti addormentare con i grattini e mi dicevi "hai la mano magica", mi mancano le liti stupide, mi manca guardarti e capirci al volo, mi manca fare l'amore con te, mi manca venire da te durante una festa e sussurrarti all'orecchio quanto sei bella, mi manca passare le giornate in famiglia, mi manca passare le giornate con la pioggia sotto la coperte o le belle giornate in giro a prendere un gelato, mi manca asciugarti i capelli, mi manca quando mi facevi le skincare che amavi tanto fare ma che a me non interessavano e ti lasciavo fare, mi manca vederti leggere, mi manca quando mi raccontavi tutto il libro che avevi divorato e mi dicevi "adesso devo aspettare" e io puntualmente ti compravo il secondo volume, mi manca parlare di progetti, di figli e di matrimonio, mi mancano le volte che mi chiedevi consiglio, mi manca quando mi dicevi che per te ero la persona più importante al mondo, mi manca vederti piangere, vederti sorridere, vederti nervosa, mi manca sentirti dire che non hai fame, mi manca quando ti veniva il ciclo e avevi sbalzi di umore e io cercavo di non fartelo pesare, mi manca comprarti le schifezze per riempire quella fame strana che ti veniva quando avevi quel periodo del mese, quando mi chiedevi "domani che mi metto.?" Mi manca guardarti dormire, mi manca fare avanti e indietro con la macchina da casa mia a casa tua, mi manca ascoltare le tue stupide musiche che poi tanto stupide non erano perché piacevano a te, mi manca sentirmi dire "amò finiscila". Mi manca tutto di te ogni singola cosa, mi dicevi che eravamo per sempre, che eravamo io e te contro io mondo, per 10 anni ci siamo cresciuti, accettati,amati e difesi, ci siamo visti nudi, vestiti e pieni di insicurezze, abbiamo lottato i nostri mostri e grazie a noi abbiamo superato tante difficoltà, ricordo ancora quando mi dicevi io così non ce la faccio e ti dicevo si invece sei forte sei unica e se non dovessi farcela ci sono io che che ti aiuterò sempre, mi ricordo quando era al contrario ed ero io a pezzi e tu mi dicevi qualsiasi cosa accada io sono qua non esistono problemi che non possiamo affrontare insieme. E ora? Cosa è successo, perché mi hai abbandonato, come può un amore così grande finire così da un giorno all'altro, come può un sentimento così grande bruciarsi come una stella cadente che passa e poi svanisce, com'è possibile? Sei stata la mia prima volta, il mio punto fermo in mille situazioni instabili, e ora? ... la mia più grande certezza mi ha guardato negli occhi e mi ha detto non so più cosa sento, sto bene da sola. Avrei voluto prendere una pallottola sul petto piuttosto che sentirmi dire queste parole. Mi manchi tanto V.
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Sono arrivato ad un periodo della mia vita in cui metto tutto in dubbio. La verità è che non ho più certezze. Mi sveglio la mattina e mi sento vuoto; ho sempre parlato di questo e più vado avanti nella vita, più vedo che il sentirsi vuoti può solo andare peggiorando. Ho l'ansia se studio e le volte in cui non sto studiando è perché l'unica forza che riesco a trovare è quella che mi permette di stare coricato con gli occhi aperti a guardare il soffitto, eh sì anche lì mi sale l'ansia per non star facendo niente di produttivo o buono nella vita. Prima mi tagliavo e il mio malessere lo sfogavo in qualche modo, avevo tanti sogni e riuscivo ancora ad aggrapparmici. Adesso ho smesso da 8 anni e ogni tanto ci penso. Penso a quanto fosse facile prima piangere per una ragione, sì una ragione che io stesso procuravo ma almeno era una valida ragione. Vorrei andare da uno psicologo ma il solo pensarci mi fa perdere tempo, ultimamente non riesco a trovare il tempo neanche per lavarmi i capelli o per fare le cose più stupide, anche mangiare è diventato difficile figurati parlare con qualcuno. La verità è che lo so quanto questi non siano i veri problemi della vita e so anche che sicuramente questa sensazione di vuoto sono in molti a provarla o che sicuramente tutto questo è solo svogliatezza e basterebbe solo impegnarsi di più. E allora perché se so queste cose non ci riesco comunque? Perché seppur me le ripeta ogni cazzo di giorno la mia mente si blocca e si risveglia dopo ore. A che scopo continuo a vivere se tutte le cose che mi impunto a fare non vanno mai a termine o finisco per rovinare i rapporti con chi ho intorno? Non devi rispondere per forza, volevo solo dire queste cose a qualcuno che forse può capirmi. Non ho detto tutto ma è quanto basta per sentirmi più leggero. Ho provato a parlarne con alcuni ma o mi bloccavo o non riuscivano a capire il mio sentimento, e lo capisco benissimo. Scusa per lo sfogo
Come posso non rispondere a questo sfogo quando percepisco benissimo quello che stai provando in questo preciso istante? Stai vivendo la tua vita tra la corsa e la pigrizia, dove ti sembra di fare troppo ma non stai facendo tanto. Dove il tempo sembra scorrere troppo veloce per le azioni che compi o che stai per compiere. Purtroppo quando arrivi ad uno stadio di malessere interiore così grande, cadi in questo limbo dove diventi una persona appesa tra la vita e la morte su un filo sottile. Il fatto che non riesci a comunicare perché senti di non essere capito, aggrava la situazione. Hai mai provato ad esprimerti in altri modi? Con dei disegni, delle fotografie, dei dipinti, delle canzoni, dei versi? La scrittura e il dialogo non sono sempre l'unico modo per avere vita salva. Non devi permettere alla società di metterti pressione su ciò che devi o non devi diventare nella vita, ricorda che basta già la tua singola esistenza a contribuire allo sviluppo nel mondo, sia nel bene che nel male. Sei riuscito da solo a dedurre la tua posizione e il tuo status mentale e questo non è da tutti, anzi. Hai già la chiave per guarirti, perché ti riconosci, conosci i tuoi errori e il tuo blocco mentale. Ora manca solo la tua forza di volontà nell'applicare il tuo sapere. Ti posso dare un consiglio per alleviare quella sensazione di vuoto. Vai in un parco dove ci sono dei bambini che giocano, o se riesci.. Sarebbe ancora meglio se ti circondassi per un attimo da loro. Osservali bene, cerca di studiare le loro azioni e prova a capire cosa c'è di diverso tra le tue emozioni e le loro. Scatterà qualcosa dentro di te, ne sono certo!
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