#SI: Guerriero
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Mercoledì 31 luglio 2024
~ Sono in torto anch’io perché sto violando la tua privacy scrivendo all’improvviso, però il tuo numero è pubblico e mi sento di dirti quanto segue.
È comprensibile, sei stanco, demoralizzato, deluso, disgustato, arrabbiato dall’accaduto perché lo reputi ingiusto (lo è, perché le piccole attività andrebbero tutelate e non diffidate).
Se questi otto anni di duro lavoro, di dedizione, di passione per quello che fai e di sacrifici hanno un valore, un significato che solo tu puoi attribuire, non devi vendere, non devi cedere questa attività che è frutto del tuo sudore e del tuo impegno.
È un’altra prova da superare, F., è solo un altro ostacolo che si è insediato su ciò che vuoi fare nella vita e hai tutte le carte in regola per superare questa ennesima battaglia. Non ti devi arrendere!
Credi ancora fortemente nella tua idea, lotta ancora per questo tuo sogno, malgrado le avversità.
Non ti hanno inferto il colpo finale, sei andato al tappeto… rialzati, rimettiti in piedi, stringi i denti e sferra TU il pugno della vittoria: Credici!! Reinventati!! Lo devi a te stesso.
La storia ci insegna che il Coraggio rende Grandi e porta al Successo, dunque non dimenticare quanta strada hai già fatto, non puoi mollare… non ti è concesso, non a TE, perché sei nato Guerriero :)
Forza! Dimostra ancora una volta chi sei, a testa alta :) e con il sorriso.~ 💎
In forma anonima, nascondendo la mia identità, volevo che ti arrivasse il valore di questo messaggio, a prescindere da chi ci fosse dietro.
#emozioni#connessioni#credi in te#battaglie#non mollare mai#desiderio#passione#guerriero#lotta per i sogni#occhi belli#artists on tumblr#life#momenti speciali#scrittori#coraggio#successo#la storia ci insegna#insieme#si vince#dedizione#dedicato a te
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HO UN LINFOMA E FARÒ DEL MIO PEGGIO
Fra un mese compio 51 anni e pochi giorni fa ho scoperto di avere un Linfoma Non Hodgkin. È una patologia abbastanza aggressiva ma è stata presa in tempo. Ed è ben curabile, perché la scienza sta facendo passi da gigante nella cura dei linfomi.
Vivo a pochi passi di distanza da un ospedale all'avanguardia che mi ha preso in carico. Sotto molti aspetti, sono davvero fortunato e privilegiato rispetto a molte persone.
Quale sarà il mio atteggiamento di fronte alla malattia? Mi conosco bene e posso prevederlo, perché c'è una parola che lo definisce con precisione. È una parola significativa, addirittura emblematica, che riguarda il mio tasso di maschitudine alfa. Come potete intuire, non mi riferisco a "guerriero", quindi le metafore belliche possiamo tranquillamente metterle da parte.
La parola misteriosa è "mammoletta". Sì, sarò una mammoletta. Questo vuol dire che non vi darò lezioni filosofiche. Non diventerò un maestro di vita pronto a snocciolare grandi verità come "quello che non ci uccide ci rende più forti", "le sofferenze fanno parte dell'esistenza", "l'importante è apprezzare le piccole cose".
Sarò una mammoletta perché lo sono sempre stato, per esempio quando ho scoperto di avere una massa all'inguine. Era un rigonfiamento, duro come un sasso, grande come una pallina oblunga. La mia reazione? Due settimane senza far nulla. Mi sono detto: "Magari passa. Vuoi vedere che fra qualche giorno non ci sarà più? Non ho voglia di affrontare visite ed esami per un falso allarme. Odio gli ospedali".
Questo mio atteggiamento nasce anche da un'idea completamente sbagliata e irrazionale: la paura che gli esami possano creare malattie dal nulla. In pratica una zona oscura del mio cervello ragiona (si fa per dire) più o meno così: sei perfettamente sano, fai l'esame e ti trovano qualcosa. Lo so, non c'è niente di logico in questa convinzione, ma la mia mente non è mai stata fatta di pura logica.
Per quasi due settimane ho cercato di non pensarci anche perché ero in preda all'imbarazzo. Tra tutti i posti, proprio all'inguine doveva capitarmi? Ma la massa non ha dato cenni di sparizione e alla fine mi sono attivato.
Ho riscritto cinquanta volte il messaggio su WhatsApp prima di inviarlo alla mia dottoressa per fissare una visita, perché ogni volta il testo mi sembrava una molestia sessuale: "Buona sera, dottoressa, ho questa massa dura all'inguine e vorrei chiederle un appuntamento per mostrargliela". "Buona sera, dottoressa, ho un rigonfiamento...". Dopo un numero incalcolabile di tentativi, ho trovato le parole giuste e ho scritto un messaggio asettico, inequivocabilmente sanitario, con un perfetto stile burocratico ospedaliero.
Sono stato una mammoletta nei tre mesi e mezzo necessari per giungere alla diagnosi.
Sono stato una mammoletta nel giorno della TAC con mezzo di contrasto. Quella mattina sono giunto all'ospedale in autobus, dopo una notte insonne. Alla fermata ho controllato la cartella che conteneva i documenti. C'erano referti di ecografie, pareri medici e soprattutto l'impegnativa da presentare per svolgere l'esame. Ho controllato perché sono una persona molto precisa, di quelle che tornano indietro mille volte per verificare di aver chiuso il gas. "Non manca nulla", mi sono detto. Ho rimesso i documenti nella borsa. Ho raccolto le forze, mi sono alzato dalla panchina e ho raggiunto l'accettazione dell'ospedale. Senza la borsa. Vi lascio immaginare questa sequenza di eventi: imprecazione, insulti molto pesanti rivolti contro me stesso, corsa a perdifiato verso la fermata. La borsa era ancora lì. Nessuno me l'aveva fregata.
Per fortuna scelgo solo borse brutte.
Sono stato una mammoletta in occasione della PET, che ha rispettato un copione simile a quello della TAC. Venivo da una notte insonne e non ero in grado di comprendere istruzioni elementari, perché la mia intelligenza svanisce quando affronto esami medici. Mi chiedevano di porgere il braccio sinistro e porgevo il destro. Mi chiedevano il nome e recitavo il codice fiscale.
Sono stato una mammoletta quando mi hanno comunicato il risultato della biopsia. Per un considerevole lasso di tempo non ci ho capito nulla. La mia coscienza era come una trasmittente che passava una musica di pianoforte triste sentita mille volte in TV: quella che certi telegiornali usano per le notizie strappalacrime.
Ora guardo al futuro e la mia ambizione non ha limiti: raggiungerò nuove vette nel campo del mammolettismo. So di essere fortunato per molti motivi: l'ematologo, un tipo simpatico, mi ha rassicurato. Le terapie esistono e sono molto efficaci.
Ma mi lamenterò tantissimo, perché non voglio correre il rischio di essere considerato una persona ammirevole da qualcuno. Non lo ero, non lo sono e non lo sarò mai. Rivendico il diritto di essere fragile e fifone. Lasciatemi libero di essere una mammoletta. Per citare un motto di Anarchik, il mio piano è questo: farò del mio peggio.
[L'Ideota]
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—Acá, si no sos muy fuerte, si no tenés mucho empuje, se te van apagando las ilusiones. A veces, no te creas… yo creo que esa idea de quitarse la vida la ha tenido todo el mundo. Es que te cansa. Esto te cansa.
"Los suicid*s del fin del mundo" Leila Guerriero, 2005.
#poesía#poemas#poetas#acción poética#libros#books#escritos#frases#citas#notas#literatura#argentina#buenos aires#uruguay#poetry#amor#desamor#pensamientos#sentimientos#arte#literature#leila guerriero#depresión#salud mental
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ARS VENANDI
La caccia come simbolismo.
Con o senza armi, con la caccia faccio ritorno alle fonti essenziali: la foresta magica, il silenzio, il mistero del sangue selvaggio, l’antica fratellanza del clan. Io interpreto in questi termini il Guerriero, come un ritorno ancestrale ai primi uomini e alla difesa del proprio clan.
Perché la caccia diviene guerra quando la si vive secondo le regole della reciprocità "se tenti di uccidermi, io ti darò per primo la caccia" e questo rappresenta il primo rito primordiale dell'uomo per sottrarsi alle deturpazioni e alla falsità della modernità da scoop giornalistico...lo sta proprio facendo "a pezzi " questo lavoro Bibì
Vincerà sempre chi sa quando combattere e quando non combattere.
E la Taxidermia?...Be sulla Taxidermia i pareri sono contrastanti, ma che fai non appendi i trofei dei porci al muro? #skullandbones
#gli audaci#romanzo#roberto nicoletti ballati bonaffini#bibi netanyahu#i stand with israel#bounty hunter
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Monday Draft
-Mind you all that this is going to be a short fragment of what I wrote in Italian, so you might have to translate, if you want to read it. It's mostly for myself, to keep myself accountable and just keep on writing once more in Italian-
(.....)
“Guardalo come dorme,” Shay mormoró, mentre sul suo viso si dipingeva un sorriso che racchiudeva in sé un misto di levitá e affetto.
Dopo un travaglio durato piú a lungo di quanto il suo spirito potesse sopportare, suo figlio finalmente giaceva tra le sue braccia, sano e salvo, ignaro di tutto ció che lo circondava, avvolto com’era dalla calda coperta di lana che portava i colori della casata di sua madre.
I suoi occhi, cosí scuri e penetranti e completamente rapiti, guardavano il neonato sognante, come se cercassero di mandare a memoria ogni singolo dettaglio di quel piccolo visetto paffuto.
Aveva I colori di sua madre - gli stessi occhi color delle pervinche che crescevano nei prati fuori Lannisport, le stesse lentiggini dorate che puntigliavano le guance morbide e la fronte bombata di entrambi; un Lannister in tutto, persino nel cipiglio del pianto... se non per gli scuri capelli piumati che ricoprivano quel capino cosí minuto, l'impronta inconfutabile che il sangue dei Mormont - il suo stesso sangue - scorreva nelle vene del bimbo.
Shay alzó lo sguardo, e ció che vide sciolse la severa maschera del suo viso in un’ espressione di profonda amorevolezza: Dorothea sonnecchiava pacifica tra le fresche lenzuola che ancora profumavano di pulito, in quell’immenso letto che era stato il loro rifugio sin dalla prima notte in cui avevano deciso di lasciarsi alle spalle qualsiasi parvenza di decoro, e di seguire invece soltanto I dettami dei loro cuori.
Con passo leggero e con accortenza nel non svegliare il pargoletto che si stringeva al petto, Shay si avvicinó all’amata dormiente, e posó sulla fronte di alabastro un tenero bacio.
Ma nonostante la sua accortenza, Shay vide Dorothea battere le lunghe ciglia dorate e destarsi dal sonno ristoratore, richiamata dal mondo dei sogni da quei baci che avevano sempre avuto il potere di risvegliarla.
“Perdonami, amor mio,” sussurró il guerriero con sguardo corrucciato che mal celava l'irritazione che provava verso sé stesso. “Non intendevo svegliarti.”
La labbra della giovane donna si dipinsero in un sorriso ameno e Shay vide rifulgere in quello sguardo una luce serena, la stessa che impermeava ogni singola fibra del proprio essere. Se lei fosse provata dalle lunghe ore del parto o dalle poche ore di sonno, non sembrava darlo a vedere. Tutto ció che lui riusciva a scorgere sul suo viso era amore, un amore che trascendeva tutto il resto. “Da quando Lorcán é nato, ho acquisito gli stessi tuoi poteri: sento anche i bisbigli della servitú da dietro le pareti,” disse lei scherzosamente, puntellandosi sui gomiti per meglio guardare l’amato e il figlio.
(.....)
------------------
#Nemo writes#Monday Draft#Assassin's Creed Rogue#ASOIAF!AU#Shay Cormac#Dorothea Starrick#Guilty Pleasure#Shay//Dora#Shay/OC#My oc#Ship: Starshayde
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A mio nonno
Si, mi ricordo di te, che ora osservi il mondo con ironia e diffidenza da quella vecchia foto ingiallita, tua definitiva dimora. Dietro di te, da buon contadino, hai lasciato una scia di piccoli semi, che difficilmente attecchiranno su questo terreno ostile, caparbiamente in difesa della propria aridità. Ma l'esempio è un guerriero che il coraggio e la paura hanno reso invincibile. Non avevi abitudini, ma conoscevi quelle degli altri. La tua speranza era la tua certezza. La certezza che un seme, prima o poi, sarebbe riuscito a germogliare.
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En la madrugada del 25 de septiembre de 1972, Alejandra Pizarnik fue a buscar a Fernando Noy, pero la portera del edificio le dijo que él se había ido de vacaciones. Entonces regresó a su casa y, en algún momento, tomó cincuenta pastillas de Seconal. Por la mañana la llamaron por teléfono varias amigas –Olga Orozco, entre otras– pero nadie atendio , ninguna sospechó nada. Finalmente una de ellas, que tenía llaves, entró al departamento de Alejandra ubicado en la calle Montevideo a buscar unos libros y la encontró agonizando. En su pizarrón de trabajo, donde solía escribir las palabras como si fuera una tela de pintor, se leía: “No quiero ir/ nada más/ que hasta el fondo”.
Texto tomado del libro "Los Malditos"de Leila Guerriero.
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La facoltà che innalza l'uomo sulla bestia è la parola mossa e riempita dalla ragione.
Non il coraggio guerriero, non la ricchezza o comodità della vita, non altri beni di questo genere che danno il tratto prevalente nella fisionomia di altri stati, valgono a distinguere l'uomo investito fin da giovane da una libera forma, dall'informe, l'uomo cosciente e vigile dall'ottuso e incosciente, ma solo la cultura dell'intelletto, quella cultura che si rivela nella lingua.
-Isocrate (Panegirico)
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Pierangelo Bertoli A muso duro live 1986
youtube
Non amo trincerarmi in un sorriso | detesto chi non vince e chi non perde | non credo nelle sacre istituzioni | di gente che ha il potere e se ne serve.
Il 5 Novembre 1942 nasceva Pier Angelo Bertoli.
A muso duro
E adesso che faro' non so che dire
fa freddo come quando stavo solo
ho sempre scritto i versi con la penna
non ho ordini precisi di lavoro
ho sempre odiato i porci ed i ruffiani
e quelli che rubavano un salario
falsi che si fanno una carriera
con certe prestazioni fuori orario
canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro
ho speso quattro secoli di vita
e ho fatto mille viaggi nei deserti
perché volevo dire ciò che penso
volevo andare avanti ad occhi aperti
adesso dovrei fare le canzoni
con i dosaggi esatti degli esperti
magari poi vestirmi come un fesso
per fare il deficente nei concerti
cantero' le mie canzoni per la strada
ed affrontero' la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro
non so se sono stato mai poeta
e non m'importa niente di saperlo
riempirò i bicchieri del mio vino
non so com' e' pero' v'invito a berlo
e le masturbazioni cerebrali
le lascio a
chi e' maturo al punto giusto
le mie canzoni voglio raccontarle
a chi sa masturbarsi per il gusto
cantero' le mie canzoni per la strada
ed affrontero' la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro
e non so se avrò gli amici a
farmi il coro
o se avrò soltanto volti sconosciuti
canterò le mie canzoni a tutti loro
e alla fine della strada
potro' dire che i miei giorni
li ho vissuti.
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OGNI TANTO...
Ogni tanto, smetti di volere sempre tutto sotto il tuo controllo e permetti alle cose di crollare e di seguire il loro corso...
E rimani semplicemente presente a te stesso a osservare senza giudicare.
Proviamo a considerare il fatto che tutto ciò che facciamo non è che un tentativo per fuggire la paura.
Arrabbiarsi è sinonimo di paura;
Attaccarsi e identificarsi con le cose esterne è sinonimo di paura;
Attaccarsi agli altri nasce dalla paura;
Attaccarsi al cibo, alla televisione, ai divertimenti, al alcol, al sesso, e a qualsiasi altra cosa...è segno che non stiamo vivendo nel momento presente con ciò che è, ma che stiamo tentando di fuggire la paura del presente.
Irritarsi è paura.
Aggredire è paura.
Mentire è paura.
Indifferenza è paura.
Giudicare gli altri è paura.
Giudicare se stessi è paura.
Gelosia ed invidia nascono dalla paura.
Egocentrismo ed arroganza nascono dalla paura.
Orgoglio e vanità nascono dalla paura.
Pretendere è segno di paura.
Vivere sempre nelle aspettative è paura.
Sentirsi superiori o inferiori è segno di paura.
Ogni forma di esagerazione nasce dalla paura.
Anche rifiutare le cose, le persone e le situazioni, magari combattendole, anche questo è paura.
La paura del momento presente: l’ignoto.
Paura dell’impermanenza, paura del vuoto, paura della verità, paura di non avere il controllo, paura di perdere il controllo, paura dei cambiamenti, paura della vita che scivola via attimo dopo attimo, paura della morte, paura di non essere.
Ciò che chiamiamo vivere, si risolve per la maggior parte del nostro tempo nel tentativo di parare i colpi dell’impermanenza a son di illusioni, di mascheramenti e di compensazioni per non confrontarci con la realtà, per non confrontarci con l‘insostanzialità delle nostre idee, credenze e fissazioni.
O meglio: per non confrontarci con l’insostanzialita‘ di noi stessi, la falsa idea che abbiamo di noi stessi che crolla inesorabilmente davanti alla paura.
Abbiamo paura di avere paura, perché la paura ha il potere di smascherare le nostre menzogne e ci dimostra che non abbiamo tutto questo controllo sulle cose, sulle persone e sulla nostra vita che siamo convinti di avere.
La vita segue le sue leggi e non le nostre...
E questo fa paura...
E continuerà a spaventarci finché non accetteremo tutte le nostre paure con coraggio e compassione, accettando di far crollare la falsa immagine di noi stessi.
Quella che abbiamo creato e nutrito negli anni, tanto per darci un tono: l’immagine del finto guerriero che spacca il mondo, ma che si nasconde sotto un armatura di cartone e combatte la vita con uno scudo di plastica e una spada di legno.
Cominciamo a famigliarizzarci con noi stessi...
Cominciamo a fare amicizia con noi stessi invece di preoccuparci di combattere il mondo...
Cominciamo a prendere le nostre bugie e ipocrisie con amore e compassione...
Siamo stati colti dalla vita con le mani nel vasetto della marmellata... E va bene così.
Mi osservo e mi accetto, qui e ora e smetto di creare continue costruzioni mentali per difendermi dal presente.
Mi apro a ciò che è...e accolgo me stesso in relazione a tutto ciò che mi circonda, accetto cosa sono e dove sono, e poi comprendo.
E incomincio allora a provare amore e gratitudine per il mio piccolo essere impaurito che sta imparando a conoscere i misteri della vita.
Vivi coscientemente la vita dissolvendo te stesso nella paura.
Fa che la paura diventi tua amica e compagna di viaggio.
Accetta di avere paura e ti farà meno paura l’aver paura.
Finché non troveremo il coraggio di confrontarci con la paura, allora, tutto ciò che faremo della nostra vita non sarà altro che un vano tentativo di evitare la paura.
PRENDI LA VITA NELLE TUE MANI
Roberto Potocniak
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Il corporativismo supera il socialismo e supera il liberalismo, crea una nuova sintesi. È sintomatico un fatto, un fatto sul quale forse non si è sufficientemente riflettuto: che il decadere del capitalismo coincide col decadere del socialismo! Tutti i partiti socialisti d'Europa sono in frantumi! Non parlo dell'Italia e della Germania, ma anche di altri paesi. Evidentemente i due fenomeni, non dirò che fossero condizionati, da un punto di vista strettamente logico; c'era però, fra essi, una simultaneità di ordine storico. Ecco perché, l'economia corporativa sorge nel momento storico determinato, quando cioè i due fenomeni concomitanti, capitalismo e socialismo, hanno già dato tutto quello che potevano dare. Dall'uno e dall'altro ereditiamo quello che essi avevano di vitale. Noi abbiamo respinto la teoria dell'uomo economico, la teoria liberale, e ci siamo inalberati tutte le volte che abbiamo sentito dire che il lavoro è una merce. L'uomo economico non esiste, esiste l'uomo integrale, che è politico, che è economico, che è religioso, che è santo, che è guerriero. - Benito Mussolini, Lo Stato Corporativo (1933)
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LA FOTO
Ho visto il video dell'attentato, ma questa foto mi colpisce con maggiore violenza per la sua terribile intensità, come un pugno nello stomaco.
È un'immagine che ha l'impatto devastante di un'esplosione stellare.
Il fotografo ha colto il fugace istante in cui Trump svetta col pugno chiuso rivolto al cielo (per inciso, questi fasci vogliono fregarci pure il pugno chiuso?). E proprio in quel momento nel cielo sventola la bandiera americana. Perché il ritratto dell'eroe, per essere emblematico, deve racchiudere tutti i simboli.
L'autore di questa foto già consegnata alla storia è certamente dotato di un talento che ha qualcosa di soprannaturale. Io fatico a farmi un mediocre selfie, anche se sto fermo e non mi corre dietro nessuno, mentre ci sono persone capaci di essere al posto giusto nel momento giusto per inseguire un fotogramma di storia che dura un millesimo di secondo, come se fossero in grado di prevederlo in anticipo. Neppure l'Ultra Istinto di Goku può competere con questa dote.
Provate a guardare il video: dopo l'attentato Trump mostra a più riprese il pugno alla folla, ma è quasi sempre coperto dagli uomini della sicurezza. Il fotografo ha colto l'attimo in cui Trump si è stagliato sul mondo con posa da conquistatore, e la scorta è stata declassata al ruolo del debole argine che non può trattenere il suo impeto guerriero.
Trump ha vinto. Quella foto, con la sua spaventosa potenza evocativa, ci fa intravedere un ciclo di estrema destra delirante e paranoica al vertice dell'Occidente.
So bene che Biden è pur sempre capitalismo e imperialismo. Non mi dovete spiegare nulla. Ma Trump fa davvero paura, perché sembra pronto a fare cose che non possiamo nemmeno immaginare. Ci aspetta una dura lotta.
[L'Ideota]
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Siempre dije que si muero y me dan la oportunidad de volver a vivir elegiría exactamente esto. Lo que soy. No cambiaría nada de nada. No sé si soy feliz. En mi condición, en mi elección de vida es muy jodido.
"Los suicid*s del fin del mundo" Leila Guerriero, 2005.
#poesía#poemas#poetas#acción poética#libros#books#escritos#frases#citas#notas#literatura#argentina#buenos aires#uruguay#poetry#amor#desamor#pensamientos#sentimientos#arte#literature#leila guerriero#depresión#salud mental
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Honestly, I have no idea whether writing a ficlet in Italian and then translating it into English counts as two separate entries to Wayfarer's Giveaway so let @idrellegames be the judge here!
Corinne Varyn is Italian-coded and it was very important for me to write their diary entry in Italian first. (And then I had to translate it because I only have, like, 2 friends who would be able to understand the original...)
"caro diario," has an English translation by me / both the translation and the (clunky) Italian original are available on ao3 as well
a diary entry set during the Prologue, spoiler-free, gen
555 words / Corinne Varyn (then - Corina Briadis), a little bit of complaining about the hardships of being a recruit, simple language because my Italian is simple
___
caro diario,
Mi chiamo Corina Briadis. Ho 13 anni. Non ho i poteri magici, sono una persona che posso essere chiamata un magianis, ma questo non significa che sono una persona noiosa.
Esistere senza poteri in un mondo dove tutti sono magici è difficile. Il mondo crede che tutte le persone come me sono uno sbaglio. Uno scherzo della natura.
Ovviamente non è vero, non è giusto, ma cosa possiamo fare? La società ama la magia.
Non avere poteri è molto raro. È facile non incontrarsi qualcuno come me tutta la vita. Perciò, è facile “dimenticare” che non tutta la gente possono usare la magia... e la magia è l’ingrediente necessario per fare molte cose nella vita quotidiana.
Se non hai i poteri magici, devi essere creativo.
Io devo essere creativa se voglio vivere nella societá.
Per esempio, devo passeggiare molto perché usare la tecnologia che richiede l’uso della magia come il teletrasporto è impossibile per me.
Non mi piace questo. Non mi piace fare sport ma non ho la scelta perché non posso diventare una maga.
La mia famiglia naturale mi ha abandonnata. Non si piace il fatto che sono nata senza i poteri. Sono le persone orribile.
Odio loro.
Non voglio vedere mia madre, mio padre, i miei fratelli e le mie sorelle, i miei cugini e le mie cugine, e gli altri parenti mai più.
Spero che sono tutti morti.
So che sono tutti bene.
Non è giusto ma c'è ancora tempo.
La mia famiglia nuova è l'Ordine di Wayfarer.
La mia insegnante preferita, Brissa Varyn, è una mia mentore.
Anche è un mio tutore legalo. Lei è più come una madre per me della mia madre naturale.
Lei ha un partner, un’altro insegnante, Rindan Cenric, e mi anche piacerlo.
C’è anche un ragazzo circa la mia età del nome di Aeran Kellis, chi è un’altro studente e un protetto di Varyn.
È come un fratello per me.
Aeran è molto coraggioso. Non ha paura di litigare con nostra mentore, Varyn, o qualcun altro.
Io, invece, sono piena di paura di tutto.
Il mio futuro sembra molto spaventoso.
Dovrò diventare una guerriera perché la mia famiglia nuova è piena di guerrieri.
Quando entri nell'Ordine di Wayfarer, devi diventare un guerriero. Non hai una scelta qui.
Anche Varyn - chi ha un vero talento per la diplomazia e lavora come una diplomatica per l'Ordine - è una guerriera molto brava.
E io?
Sono nervosa e timida.
Quando la gente mi guarda, diventerò più nervosa, e quando la gente mi ascolta... no, è troppo strano per me.
Sono stata invisibile tutta la mia vita e diventare coraggiosa quando hai 13 anni ancora non è facile.
Le persone con qui devo parlare sono spesso antipatiche, ma io devo essere sempre gentile e diplomatica con loro.
È un lavoro molto difficile, molto duro.
Non mi piacerlo.
Purtroppo - o per fortuna? - sono meglio a parlare di Aeran.
Aeran semplicemente rifiuta essere gentile e diplomatico.
Varyn dice che ho un po’ della sua abilità di conversazione.
È incredibile... Sono meglio a qualcosa di qualcuno per la prima volta...
...ma ora se voglio una conversazione riuscita, devo essere coraggiosa e parlo tutto da sola, e io odio questo.
Non sono una guerriera buona.
So che devo imparare. Non voglio morire giovane...
Ma è molto difficile e io sono stanca...
A prossima volta!
Corinne
#Wayfarer#wfr anniversary#wayfarer anniversary#Reverienne is writing#Corinne Varyn#gotta figure out a proper Italian writing tag
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Il maestro era sceso verso la riva del fiume. Il sole si era appena alzato e dava luce al risveglio del mondo intorno al corso d'acqua. Il silenzio di quelle acque era ricoperto dalle grida degli uccelli, mentre ogni altro suono si armonizzava con gli altri in una musicalità che era solo di quel posto, in una bellezza che era unica nel suo accadere. IL maestro rimase in piedi davanti al fiume, abbandonò le braccia lungo i fianchi, fece alcuni respiri e le sue braccia cominciarono ad alzarsi mentre le gambe sembravano accompagnare quei movimenti, disegnando insieme alle braccia una forma che non aveva fine. L’armonia guidava i suoi movimenti. L'allievo aveva raggiunto anche lui quel luogo, fermandosi però a distanza, aspettando che il maestro desse conclusione a quella preghiera. Quando il movimento del maestro si raccolse per trasformarsi in immobilità il discepolo si avvicinò: - Maestro, vorrei fare come voi dite - Non puoi fare come dico io, perché saresti solo la mia imitazione e come tale non saresti tu. - Come posso allora diventare come voi - Non puoi diventare come sono io. Puoi però vedere come sei e da questa osservazione potrà accadere di incontrare ciò che tu sei, non diverso da me. Il maestro si rivolse ancora al giovane guerriero: - Se sei così ci sarà un motivo, aspetta di incontrarlo prima di buttarlo via... … ed insieme entrarono nel movimento appena concluso per un nuovo inizio, così che fine e inizio sono solo momenti di ciò che non ha mai fine… la vita. Sembrava che i suoni della natura cantassero insieme alla forma che stavano eseguendo, non esistevano in quel momento singolarmente ma esisteva una unica unicità… l’adesso. Franco Piccirilli *************************** The master had gone down to the river bank. The sun had just risen and was giving light to the awakening of the world around the watercourse. The silence of those waters was covered by the cries of the birds, while every other sound harmonized with the others in a musicality that was only of that place, in a beauty that was unique in its occurrence. The master remained standing in front of the river, he abandoned his arms along his sides, took a few breaths and his arms began to rise while his legs seemed to accompany those movements, drawing together with his arms a shape that had no end. Harmony guided his movements. The student had also reached that place, but he stopped at a distance, waiting for the master to conclude that prayer. When the master's movement came to become stillness, the disciple approached: - Master, I would like to do as you say - You cannot do as I say, because you would only be my imitation and as such you would not be you. - How can I then become like you - You cannot become as I am. However, you can see how you are and from this observation it may happen to meet what you are, not different from me. The master turned again to the young warrior: - If you are like this there must be a reason, wait to meet it before throwing it away... ... and together they entered the movement just concluded for a new beginning, so that end and beginning are only moments of that which never ends... life. It seemed that the sounds of nature were singing together with the form they were performing, they did not exist in that moment individually but a single uniqueness existed... the now. Franco Piccirilli
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