#R'n'B
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lysergicfunk · 1 year ago
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Happy Birthday SADE (Helen Folasade Adu born 16 January 1959)
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sonicandvisualsurprises · 3 months ago
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spilladabalia · 2 months ago
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Eléwa - Sayin Nothin
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lovelybeautifulsleep · 1 year ago
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En Vogue, magazine photoshoot, 1994. Magazine and photographer uncredited. Top to bottom: Maxine Jones, Terry Ellis, Cindy Herron, Dawn Robinson.
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entheo-music · 10 months ago
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Kelela - Divorce (DJ Manny Remix) (Vignette)
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ninetiesjamz · 1 month ago
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Janet Jackson - That's the Way Love Goes
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zjamz · 3 months ago
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Beyoncé - Daughter 
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black-arcana · 4 months ago
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Min Jiwoon 민지운 'Sentimental Love' MV
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webofdnw · 2 years ago
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Kaytraminé
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sharpenings · 11 months ago
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taediumvitaewe · 23 days ago
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lysergicfunk · 1 year ago
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Congratulations Mr. George Clinton for receiving your star on the Hollywood Walk of Fame
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sonicandvisualsurprises · 9 months ago
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1953 - Bear Cat (The Answer To Hound Dog) - aka Walking The Dog by Rufus Thomas. Answer song to Big Mama Thornton's Hound Dog
An answer song, response song or answer record is a song (usually a recorded track) made in answer to a previous song, normally by another artist. The concept became widespread in blues and R&B recorded music in the 1930s to the 1950s. Answer songs were also popular in country music in the 1950s, 1960s, and 1970s, sometimes as female responses to an original hit by a male artist or male responses to a hit by a female artist.
Source : https://en.wikipedia.org/wiki/Answer_song
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spilladabalia · 5 months ago
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Arca & Tokischa - Chama
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danzameccanica · 9 years ago
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Per quattro anni, dal 2009 al 2012 compresi, chiunque frequentava le discoteche, i gay-club, i bar, l’università, la vita in generale sapeva che a fine anno sarebbe arrivato, puntuale come un orologio svizzero, il nuovo album di Rihanna. Che il disco sarebbe stato supportato da tre singoli spacca-pista e spacca-schermo (riguardo ancora oggi con piacere i video di "Disturbia" o di "Man Down"). Il lungo e fortunatissimo destino discografico di Rih-ri Fenty è da considerarsi davvero riuscito col precedente Unapologetic, un disco finalmente poco pasticciato, con una produzione avvolgente e tanti capolini fuori dal gangsta-world.
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Anti esce supportato solo da un singolo, "Work". Poco prima viene rilasciato nn brano ("FourFiveSeconds"), nonostante i featuring altisonanti quali Kanye West e Paul McCartney, non comparirà in tracklist così come il successivo non-singolo "Bitch Better Have My Money", dall’incessante ritornello dubstep: famosissimo fra i giovanissimi ma anch’esso fuori dall’edizione standard dell’album. Il ragionamento e l’atteggiamento di Rih-ri è un bel fuck-off all’industria musicale, ai suoi ritmi e alle sue forzature. Anti è un album che vuol far vedere il contrario di tutta la Rihanna che conosciamo: a partire dall’anti-singolo per eccellenza, "Work" (con Drake), un brano che non ha che un soffio di strumentazione per lasciare tutto alla voce portante di Rihanna: una dolce e spensierata filastrocca che prende per mano l’ospite per lasciarlo subito, tanto poco egli lascia l’impronta sul brano. Le atmosfere post-dubstep (quelli erano gli anni) sono velate, e riescono a creare solo un amalgama dalla quale la voce è sempre e costantemente lo strumento principale: in primo piano ma senza mai primeggiare fra gli altri suoni. "Kiss it better" la vede sempre duettare con una chitarra elettrica creando forse le migliori melodie vocali in un brano che non avrebbe stonato in un album di Prince. Oscura e sensuale "Desperado" (da segnalare il remix di MK), Rihanna canticchia, urla, strilla, parla, balla, dà il ritmo e prende il tempo… tutto con la sua voce, a volte raddoppiata, a volte triplicata come un harmonizer. I suonini digitali di "Yeah I said it"; l’hip-hop/trap di "Needed Me" ci mostra una versione desaturata di Skrillex.
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La bellezza minimale di Anti sta anche nella sua versatilità, nel modo in cui a volte prende sonorità psichedeliche, post-soul e anni ’60 come in "James Joint": synthpop da camera, sballo da CBD sexy e nebuloso. Anti tocca il punto più alto con la cover "Same Ol’ Mistakes" dei Tame Impala: un brano perfetto che difficilmente si distacca dall’originale, come se Rih-ri si divertisse semplicemente a cantare sopra lo stesso pezzo di Currents. "Never-ending" è il brano più vocale, solo chitarra e voce, quasi come Taylor Swift, con un piede nel blues e uno nel cantautorato. Ancora più filologicamente perfetto "Love on the Brain", struggente e dolce ninna-nanna quasi da road-movie, con gorgheggi blues, piano hammond e un registro pazzesco e vesatile. "Higher" ci riporta indietro ai grammofoni degli anni ’50 dove Rihanna canta a squarciagola tirando fuori tutto il suo registro fino a graffiare di passione; "Close to You tocca" forse le note più romantiche di una tipica colonna sonora americana: da serie tv, da film strappalacrime… poco importa: Rihanna ha fatto una panoramica della musica americana partendo dalle sue radici, riuscendo a trovare una chiave di lettura convincente senza far calare di un attimo l’attenzione per poi tornare alla fine sulle sue sonorità anche turbolente, oscure ("Goodnight Gotham") e sperimentali ("Pose"), per poi concludere con un altro brano psichedelico, nebuloso e sexy ("Sex With me") che ci fa ricordare chi è Rihanna oggi. Un’icona musicale e visuale (Instagram nel 2012 stava esplodendo), che sceglie i propri look guardando le nuove anti-icone di fashion (tanto somiglia ad una Natalia Vodianova o ad una Cara Delevigne in "Bitch Better Have my Money") o di arte (tanto somiglia a Jean-Miquel Basquiat nelle immagini promozionali dell’Anti Tour 2016). Anti è una delle cose più belle che è potuta accadere alla musica pop; forse il suo canto del cigno nonché orazione funebre.
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ninetiesjamz · 3 months ago
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Lutricia McNeal - Ain't that just the way
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