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La Directora General de GEPetrol, Teresa Isabel Nnang Avomo, liderará el diálogo sobre inversiones durante la Semana Africana de la Energía (AEW) de 2023
La Directora General de GEPetrol, Teresa Isabel Nnang Avomo, liderará el diálogo sobre inversiones durante la Semana Africana de la Energía (AEW) de 2023
La directora general de GEPetrol, Teresa Isabel Nnang Avomo, se unió a la conferencia de la Semana Africana de la Energía como oradora principal, donde se espera que dirija el diálogo sobre la inversión en exploración, un impulso para el contenido local y el avance de la participación de las mujeres en el petróleo y el gas. Las Compañías Nacionales de Petróleo Africanas (NOC) están desempeñando…
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#Acuerdo de Cooperación#AEC#AEW#African Energy Chamber#Ciudad del Cabo#contenido local#Energía#Gas Mega Hub#Gas Natural#GEPetrol#Hidrocarburos#Inversion#Marathon Oil#Marathon Oil Corporation#Nigeria#NJ Ayuk#Petróleo y Gas#Pobreza Energética#Punta Europa#Sector Energético#Teresa Isabel Nnang Avomo
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La vecchia guarda. 🥰🖤💙
#atalanta bc#francesco rossi#rafael toloi#berat djimsiti#marten de roon#djimmi che punta il ‘winner europa league 2024’… SIAMO NOIII SIAMO NOIIII
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Cajas de seguridad: Ingot crece en la Argentina
Cajas de seguridad: Ingot crece en la Argentina
El negocio de las cajas de seguridad privadas, por fuera del sistema bancario, crece en la Argentina debido a la escasez de oferta por el lado de los bancos y por el apego de los argentinos al dinero en efectivo y las inversiones por fuera del radar estatal. (more…)
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#Argentina#Asia#Buenos Aires#Cajas de seguridad#Córdoba#eeuu#Estados Unidos#Europa#Flores#Gran Buenos Aires#Ingot#Juan Piantoni#Mendoza#Neuquén#Nordelta#Parque Leloir#Punta del Este#Quilmes#Salta#Uruguay
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Xi Jinping punta sull'Italia per avvicinare l'Europa alla Cina
di Gianluca Zeccardo “Nella situazione attuale è di grande importanza promuovere la stabilità e lo sviluppo a lungo termine delle relazioni Cina-Ue”, ha detto il leader cinese, auspicando un “ruolo importante” dell’Italia per una politica di Bruxelles verso la Cina “indipendente e positiva” AGI – Italia e Cina hanno una “solida base” per la cooperazione e Pechino chiede a Roma di unirsi per…
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La strumentalità politica del ministro Musumeci e del viceministro Bignami è evidente, soprattutto da chi qui non si è mai visto. E stavolta è degenerata nello sciacallaggio. Lo stato di emergenza è il minimo sindacale e il Commissario da Roma un errore madornale. La mia intervista a La Stampa a firma di Francesca Schianchi
«Gli ha già risposto la presidente Priolo: quei soldi li abbiamo ricevuti nel corso di 14 anni, non dieci, 40 milioni l’anno. E l’85 per cento di quelle risorse sono già rendicontate, il resto è impegnato in opere in corso. Musumeci poteva rivolgersi al ministro dell’Ambiente, e chiedergli anche se l’Emilia-Romagna è tra le regioni virtuose o meno. E poteva fargli anche un’altra domanda».
«Quanto ha speso la Regione Sicilia, quando Musumeci era presidente? Così, per fare un dibattito pubblico. È una polemica indecente, aperta nel corso di un’emergenza da chi qui, dopo il maggio 2023, non si è più fatto vedere».
«Dopo l’alluvione di maggio 2023 è venuto una volta e poi non si è più visto né sentito. La premier Meloni è venuta due volte e aveva preso un impegno importante, che purtroppo non ha mantenuto».
«Aveva promesso il rimborso del 100 per cento dei danni a famiglie e imprese. A fronte di una stima di quasi quattro miliardi, ad oggi hanno liquidato 12milioni. Mi auguro rimedi».
«Tutte le risorse sono state programmate e impegnate. Quanto ai flussi finanziari, chi amministra dovrebbe sapere che le liquidazioni avvengono a valle. Ma è incredibile che il governo, dopo aver scelto di accentrare tutta la gestione a Roma, se la prenda con gli amministratori locali. Dopo di ché, moltissimi interventi di messa insicurezza sono stati completati: se gli sfollati sono 1250 e non 45mila come l’anno scorso, è perché la maggior parte delle infrastrutture ha retto».
«Guardi che a chiedere che fossi nominato commissario furono anche i sindaci di centrodestra e tutte le parti sociali della regione. Perché le cose vanno gestite sul territorio a tempo pieno, come abbiamo dimostrato dopo il sisma del 2012. E, a differenza di questa destra, prima Errani e poi io abbiamo collaborato con tutti i governi, senza distinzione di colore politico».
«Ho detto da subito che una gestione commissariale da Roma era un errore madornale. Ma questo non toglie la mia stima per Figliuolo, che da servitore dello Stato ha fatto alle condizioni date».
«Al pari di altre, in particolare del Nord. Eravamo una terra tra le più povere del Paese nel dopoguerra, oggi siamo una delle regioni con aspettativa e qualità della vita più alte in Europa, grazie anche a tanti distretti manifatturieri e tante infrastrutture. È vero che in Italia e in Emilia-Romagna si è consumato troppo suolo: per questo abbiamo approvato una legge regionale che punta alla rigenerazione urbana e al saldo zero del consumo di suolo, la più restrittiva del Paese. Ne servirebbe una nazionale in materia: se Bignami se ne occupasse, gliene renderemmo merito».
«A me radical chic non lo ha mai detto nessuno. Però, a differenza di Bignami, io non ignoro e non nego il cambiamento climatico. La differenza è tutta qui: questa destra attacca la scienza e scarica sempre la responsabilità su altri».
«Ho apprezzato che la premier abbia chiamato la presidente Priolo e stanziato subito 20milionidi euro. Che venga dichiarato lo stato di emergenza, però, è il minimo sindacale in casi come questo».
«Musumeci e Bignami hanno fatto una conferenza stampa per attaccare Regioni e comuni mentre erano in corso i soccorsi. Sapendo di essere in difficoltà, si sono giocati il tutto per tutto. Ci provarono l’anno scorso, ci riprovano ora, mentre è proprio in situazioni come questa che le istituzioni dovrebbero pensare solo a collaborare».
«Per come l’ha posta il ministro Musumeci, è un alibi per non investire sulla prevenzione. Il compito dello Stato è fare difesa del suolo, non sponsorizzare le assicurazioni. Poi si può discutere di tutto, ma intanto le assicurazioni paghino quando c’è da pagare e le famiglie più fragili non siano tagliate fuori».
«Niente di nuovo: da mesi questa maggioranza è divisa su molte questioni».
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Mucho se puede discutir sobre los análisis y teorías de León Rozitchner, pero supongo indiscutible el hecho de que su proceso de madurez política con el tiempo lo llevó a darse cuenta de que israel no es en realidad el derecho materialmente histórico de un pueblo perseguido, sino la culminación de la persecusión misma cuando dice:
"¿Recuerdan cuando hace dos mil años los judíos palestinos, nuestros antepasados en Massada sitiada, enfrentaron las legiones del Imperio romano y se suicidaron en masa para no rendirse? ¿Recuerdan la rebelión popular y nacional de nuestros macabeos contra la invasión romana, cuando murieron decenas de miles de judíos y se acabó la resistencia judía en Palestina y nos dispersamos otra vez por el mundo? ¿No piensan que esa misma dignidad extrema que nuestros antepasados tuvieron, de la que quizá ya no seamos dignos, es la que lleva a la resistencia de los palestinos que ocupan en el presente el lugar que antes, hace casi dos mil años, ocupamos nosotros como judíos? ¿No se inscribe en cambio esta masacre cometida por el Estado de Israel en la estela de la “solución final” occidental y cristiana de la cuestión judía? ¿Han perdido la memoria los judíos israelíes? No: sucede que se han convertido en neoliberales y se han cristianizado como sus perseguidores europeos, que, luego de exterminarlos, empujaron a los que quedaron vivos para que se fueran a vivir a Palestina con el terror del exterminio a cuestas."
(...)
Por eso la creación del Hogar Judío en Palestina tiene un doble sentido: la “solución final” europea tuvo éxito, logró su objetivo, el cristianismo europeo se desembarazó de los judíos y muchos de los que se salvaron se fueron de Europa casi agradecidos, sin querer recordar por qué se iban y quiénes los habían exterminado. La Europa cristiana y democrática se había sacado el milenario peso judío de encima. Pero mis padres, que llegaron a las colonias judías de Entre Ríos, sí lo sabían.
(...)
Estamos pagando muy cara esta conversión judía. Los israelíes, ya vencidos en lo más entrañable que tenían de judíos históricos, se han transformado en la punta de lanza del capitalismo cristiano que los armó hasta los dientes para enfrentar el mayor y nuevo peligro que tiene el cristianismo: los mil millones de musulmanes que pueblan el mundo. Pero ni los musulmanes ni los palestinos fueron los culpables de la Shoá: los culpables del genocidio son ahora sus amigos, que los mandan al frente."
(...)
"¿Este es el lamentable destino que Jehová nos reservaba a los judíos? Porque de lo que hacen ustedes en Israel depende también el destino de todos nosotros."
—"Plomo fundido" sobre la conciencia judía (4/1/2009)
Realmente recomiendo muchísimo una lectura crítica y completa de su libro Ser judío y otros ensayos afines, para ver cómo transiciona su pensamiento. Este artículo es uno de los artículos finales (él falleció en el 2011.)
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Ciao, sto seguendo per quel che posso i tuoi reblog a proposito della guerra in Palestina. Stando a Wikipedia, sezione ventunesimo secolo, l'ultimo conflitto tra le due parti risale al 2021 con 11 giorni di scontro per poi arrivare ad una tregua, se così può essere chiamata. Si è ripreso con l'attentato della Palestina (o Hamas) ad ottobre 2023 per arrivare fino ad oggi. Non mi torna il fatto di non citarlo quasi mai, o meglio, si parla di tutto ciò come se tutta la colpa ricadesse solo ed esclusivamente su Israele stesso. Mi piacerebbe creare una discussione normale, sperando di non offendere ecc., sono uno che appoggia l'indipendenza di entrambi gli stati (anche se poi mi sa di situazione simil Corea).
"si parla di tutto ciò come se tutta la colpa ricadesse solo ed esclusivamente su Israele stesso", perché è esattamente così.
In breve ed in modo estremamente semplicistico, e chiedo scusa se sarò (come molto probabile) imprecisa: Israele è un esperimento coloniale da parte di europei di origine ebrea che spinti dall'ideologia sionista hanno deciso di colonizzare la cosiddetta "terra promessa", volevano una "loro patria" e si sono quindi sentiti in diritto di levarla agli abitanti della Palestina. Già dall'ottocento ci sono state migrazioni da parte degli europei per colonizzare pezzi di territorio palestinese, e nel 48 addirittura la fondazione di uno Stato che non dovrebbe nemmeno esistere in quanto frutto di una massiccia colonizzazione europea.
La ripartizione del territorio, come dici tu, c'è stata da parte dell'ONU (oltre ad altri tentativi di una pace tra israeliani e palestinesi), ovviamente in modo assolutamente impari e a favore dei coloni europei, che comunque non contenti hanno continuato e stanno continuando a colonizzare il territorio palestinese, adottare politiche di apartheid e bombardare civili palestinesi, perché il sionismo punta all'intera colonizzazione della "terra promessa", e i palestinesi non sono "graditi".
Le reazioni violente in risposta ad Israele non sono altro che il frutto di soprusi che la Palestina sta subendo da oltre 75 anni, ed è assolutamente imparagonabile la "forza" palestinese a quella israeliana. Israele ha tutto l'Occidente che l'appoggia, essendo appunto uno "Stato" fondato dagli europei, è come se si stesse paragonando un bambino con una fionda ad un uomo armato fino ai denti.
Perciò no, non sono assolutamente d'accordo con la coesistenza dei due stati, la Palestina ai palestinesi, e i sionisti* se ne tornassero in Europa/Occidente.
*edit: invece nulla in contrario all'integrazione delle persone decenti
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Mancano uomini
L’Ucraina ha perso 10 milioni di persone dall’inizio della guerra, un quarto. Colpa di rifugiati, caduti al fronte e un tasso di natalità in picchiata. Cifre impressionanti. La guerra non la stanno perdendo per carenza di armi, ma di uomini. Anche perché i pochi abili, non la vogliono fare. Mentre l’Occidente invia armi, a Kiev imperversa lo scandalo dei disertori falsi invalidi. Carenza di uomini in prima linea ma anche nei palazzi del potere. In Ucraina come in Europa dove i politicanti cavalcano le paure e l’ignoranza dei cittadini invece di gestire la realtà in maniera intelligente. Perché la propaganda rende di più della verità. In Europa crepano più persone di quelle che nascono. Molte di più. Un problema epocale con paesi come l’Italia che si stanno letteralmente spopolando. Una cittadinanza giurassica man mano si congeda senza che nessun la rimpiazzi. Solo da noi servono almeno 120.000 immigrati all’anno. A dirlo sono gli industriali, i datori di lavoro che confermano come l’immigrazione non sia affatto un problema, ma addirittura una necessità. E sempre più urgente. Perché senza lavoratori si abbassano le saracinesche e si chiudono i cancelli d’interi comparti condannando l’intero paese al declino economico e quindi sociale. Ma nonostante attività e paesi interi chiudano i battenti per carenza di uomini, la politica rigetta quelli che sbarcano aprendo centri di detenzione, organizzando deportazioni e rimpatri e lasciando che orde di baldanzosi giovani girino a zonzo. Davvero assurdo. Noi del mondo ricco non facciamo più figli mentre nel mondo povero ne fanno fin troppi e quei figli della miseria per sopravvivere son disposti ad emigrare fin da noi. Ottimo. Una fortuna, altro che disgrazia. Due piccioni con una fava. Eppure niente. Prevale l’ignoranza e la propaganda. Prevale la paura. Tutta colpa della mancanza di uomini nei palazzi del potere. Alla politica non interessasse la realtà ma accontentare i propri tifosi in modo da allungarsi la carriera. I politicanti sanno che a molti l’immigrazione fa paura perchè temono di perdere presunte identità e certezze. E i politicanti sanno soprattutto che la paura rende nelle urne mentre le verità sgradite molto meno. E quindi la sfruttano. Invece di spiegare ai cittadini il quadro generale, invece di coinvolgerli nelle sfide della nostra era, invece di costruire insieme a loro alternative intelligenti, assecondano i loro istinti. Perché conveniente, perché più facile, perché oltre alle prossime elezioni il politicante non vede. Negli ultimi anni la politica non ha potuto negare il dramma dello spopolamento, ma ha tentato di porvi rimedio infilandosi nel letto dei cittadini per fargli sfornare più figli. Pie illusioni. L’univa vera soluzione a portata di mano è smetterla di criminalizzare l’immigrazione e gestirla piuttosto in maniera intelligente. Servono corridoi umanitari ufficiali e sicuri che rimpiazzino quelli clandestini e procedure semplici e rapide di formazione e integrazione professionale e sociale dei nuovi arrivi in modo che siano operativi nel più breve tempo possibile. Servono poi servizi che aiutino uno sviluppo sanno della nuova società multietnica prevenendo ghettizzazioni e derive razziste. Ma per riuscirci servono uomini di potere capaci di lungimiranza, onestà intellettuale, disinteresse, apertura mentale e forza morale. Uomini che mancano nei palazzi del potere ma anche per strada. Dove prevale il tifo e si abbocca a pifferai propagandistici invece d’informarsi e dare una mano. Dove si punta sempre il dito scagliandosi contro gli altri invece di guardarsi allo specchio, dove prevale l’egoismo e le ricette semplicistiche, dove prevale la paura invece che il coraggio che insieme ce la possiamo fare. Soffriamo una drammatica carenza di uomini. E la vera soluzione è riscoprirsi tali.
Tommaso Merlo
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GLI SCONVOLGIMENTI ELETTORALI E I PROBLEMI DI VOLKSWAGEN MOSTRANO IL PREZZO ROVINOSO CHE LA GERMANIA PAGA PER ESSERE IL CAGNOLINO DELLO ZIO SAM
di Finian Cunningham per Strategic Culture Foundation
Questa settimana la Germania è stata colpita da una doppia batosta, a dimostrazione del prezzo rovinoso che il suo popolo sta pagando per il ruolo di cagnolino degli Stati Uniti del suo governo incapace.
Questa settimana la Germania è stata colpita da una doppia batosta, a riprova del prezzo rovinoso che il suo popolo sta pagando per il ruolo di cagnolino degli Stati Uniti svolto da un governo incapace. In primo luogo, c’è stata la bomba politica della sconfitta elettorale dei partiti della coalizione del Cancelliere Olaf Scholz. Poi c’è stata la scioccante notizia economica che la Volkswagen, la casa automobilistica di punta del Paese, sta pianificando la chiusura di alcuni stabilimenti a causa dei paralizzanti costi di produzione. Le ripercussioni stanno scuotendo le fondamenta politiche ed economiche non solo della Germania, ma dell’intera Unione Europea.
Entrambi i colpi inferti alla Germania derivano dalla stessa causa: l’asservimento del governo Scholz alla politica estera degli Stati Uniti. (A dire il vero, la sindrome del lacchè è precedente a Scholz e si è manifestata anche sotto il suo predecessore, Angela Merkel. E, sempre a onor del vero, non si tratta di una condizione solo tedesca. L’intera Europa è un cagnolino dello Zio Sam e sta pagando un prezzo doloroso per questo discutibile ruolo). L’Alternativa per la Germania (AfD) è arrivata prima alle elezioni statali in Turingia, in quella che è stata vista come un’imbarazzante batosta per il Partito socialdemocratico di Scholz e i suoi partner di coalizione. L’AfD ha guadagnato molto, anche se è arrivato secondo rispetto all’Unione cristiano-democratica, nelle elezioni della vicina Sassonia.
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La campana de cristal - Sylvia Plath
“Vi mi vida ramificándose ante mí como el árbol de higos verde de la historia. Desde la punta de cada rama, como un higo morado y gordo, un futuro maravilloso me hacía señas y guiñaba. Un higo era un marido y un hogar feliz y niños, y otro higo era un poeta famoso y otro higo era un profesor brillante, y otro higo era Ee Gee, el increíble editor, y otro higo era Europa y África y América del Sur, y otro higo era Constantin y Sócrates y Atila y un montón de otros amantes con nombres raros y profesiones poco convencionales, y otro higo era una campeona olímpica de remo, y más allá y por encima de estos higos había muchos más higos que no podía distinguir bien. Me vi sentada en la horquilla de este árbol de higos, muriéndome de hambre, solo porque no podía decidir cuál de los higos elegiría. Quería cada uno de ellos, pero elegir uno significaba perder todos los demás, y, mientras estaba sentada allí, incapaz de decidir, los higos empezaron a arrugarse y a ponerse negros, y, uno a uno, fueron cayendo al suelo a mis pies.”
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sovranisti in cortocircuito da ivermectina...
Europa cattiva o BigPharma cattiva?
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El Ministro de Minas e Hidrocarburos de Guinea Ecuatorial se une a la Semana Africana de la Energía (AEW) 2023 como orador principal
El Ministro de Minas e Hidrocarburos de Guinea Ecuatorial se une a la Semana Africana de la Energía (AEW) 2023 como orador principal
La Cámara Africana de Energía (AEC) (www.EnergyChamber.org) se complace en anunciar que Antonio Oburu Ondo, Ministro de Minas e Hidrocarburos de Guinea Ecuatorial, participará como orador principal en la conferencia African Energy Week (AEW) 2023 (www.AECWeek.com), que tendrá lugar del 16-20 de Octubre en Ciudad del Cabo (Sudafrica). Durante el evento, El Ministro Ondo brindará información sobre…
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OPERATIVI I PRIMI TRENI ALIMENTATI CON OLIO DA CUCINA
In arrivo un nuovo treno alimentato a olio da cucina. Lineas, operatore privato di trasporto ferroviario di merci in Europa, ha infatti avviato la sperimentazione della locomotiva che utilizza il biocombustibile Fame con l’obiettivo di sostituire nel più breve tempo possibile i treni a diesel con nuovi alimentati proprio da olio da cucina.
Il Fame (acronimo per fatty acid methyl ester, estere metilico di acidi grassi) è uno speciale biodiesel ottenuto da acidi grassi di olio vegetale fatti reagire in eccesso di alcool metilico. Benché il biocombustibile Fame sia già utilizzato nei motori marini e nei sistemi di combustione semplici, non era ancora stato testato per il trasporto ferroviario. I test proseguiranno fino a giugno e riguardano il porto commerciale di Gand in Belgio. Lineas è ottimista dal momento che fino ad ora la sperimentazione è stata un successo. “I test attualmente condotti con Fame evidenziano i nostri sforzi per implementare soluzioni di trasporto sostenibili”, afferma Bernard Gustin, Presidente esecutivo di Lineas. “Ci impegniamo a ridurre il nostro impatto ambientale garantendo al contempo l’efficienza e l’affidabilità dei nostri servizi.” Lineas infatti punta a ridurre le proprie emissioni del 42% entro il 2030 sottolineando però che c’è un gran bisogno di un ulteriore sviluppo delle infrastrutture per consentire un uso diffuso di questi combustibili. Attualmente infatti non esiste alcuna infrastruttura di rifornimento per la fornitura di biocarburanti, il che ne ostacola la diffusione immediata. Il progetto sperimentale è reso possibile grazie alla collaborazione con Cargill, gruppo agro-industriale che ha deciso di scommettere sulla particolare soluzione e proprio la cooperazione con varie realtà produttive è ciò che Lineas auspica per accelerare la transizione verso carburanti per trasporti sostenibili.
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Fonte: Lineas
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THE OLD OAK
Per il suo ultimo film (almeno secondo le stesse recenti dichiarazioni del grande regista britannico), Ken Loach ha scelto di girare un film “in purezza”, come si direbbe per il vitigno di un un vino. “The Old Oak” infatti contiene tutti i temi cari a Loach, più uno: il proletariato e il sottoproletariato urbani post-industriali, la disoccupazione, la miniera, l’alcolismo, la povertà materiale e spirituale, ai quali qui aggiunge il tema capitale dei nostri tribolati giorni, l’immigrazione. The Old Oak è il vecchio e malandato pub di Durham, paesino del nord-est dell’Inghilterra, dove la chiusura delle miniere, oltre ad essere stata una tragedia epocale per l’economia del villaggio, era altresì stato un formidabile collante per la solidarietà e le lotte sindacali dei lavoratori. La “colliery”, ovvero la miniera di carbone, è stata per anni una costante nel panorama delle lotte sindacali dei lavoratori di quella parte del paese e, attorno ad esse, sono nate forme del tutto particolari di mutuo soccorso per il sostegno tra lavoratori, insieme anche iniziative ricreative e sociali che spesso ruotavano attorno al pub del luogo. TJ Ballanthyne è il proprietario di “The Old Oak” (la vecchia quercia), luogo che tiene insieme vecchi compagni di lavoro in miniera, ormai quasi derelitti e impoveriti dalle miserabili pensioni, che si ritrovano alla sera e nei giorni di festa per una pinta di birra come s’usa da quelle parti. A rompere quel delicato equilibrio è l’arrivo di poveri ancora più poveri di loro, in questo caso un nutrito gruppo di famiglie di migranti che fuggono dalla guerra in Siria. Tj Ballanthyne e un piccolo gruppo di frequentatori del pub decidono di mettere in piedi una sorta di mensa dei poveri per i nuovi arrivati, suscitando la protesta degli storici frequentatori che, benché anch’essi figli di un proletariato misero, sembrano ostili alle nuove povertà oltre ad essere, perché no, anche un po’ razzisti.
Il film di Loach, nella sua essenziale semplicità, è tutto qui e non è una pellicola per tutti,e non lo è, non solo per i motivi che si potrebbero pensare. Non lo è perché vedere un suo film è sempre un po’ come partecipare ad un rito purificatorio: ci si sottopone ad esso per ricordare a noi stessi che la Storia che stiamo vivendo è questa, o meglio che ancora oggi molti vivono in prima persona questa Storia, fatta di sussistenza, di squallide periferie e di miseria. Loach, nella sua sempre scarna narrazione filmica, supportata dalle eccellenti sceneggiature di Paul Laverty, punta questa volta il suo sguardo sull’assurdo conflitto tra due povertà, quella degli ex-minatori e quella dei migranti. Se c’è stata una strategia vincente nella destra in Europa e nel mondo occidentale, e quindi anche in Italia, è proprio stata quella di far pensare alle classi meno abbienti che il nemico sociale fosse quello più povero di loro. Gli ex minatori inglesi, come i proletari italiani, guardano ai migranti con diffidenza, se non proprio con odio. Quello è il loro “nemico”, non certo il grande capitalista, il facoltoso commerciante, il professionista affermato o l’evasore fiscale (figure che spesso coincidono). Se in un certo senso è normale che ciò accada, poiché fasce deboli della popolazione indigena e migranti si trovano nelle città a convivere negli stessi quartieri, la cosiddetta “coscienza di classe”, grande invenzione marxiana, attende solo di essere recuperata alla sua funzione, per far, finalmente, deflagrare un sano conflitto sociale, unica barriera possibile allo strapotere del liberismo delle destre. Un manifesto politico più che un film? Sì, bisogna ammettere che Ken Loach è un regista fieramente politico, forse l’ultimo rimasto, che parrebbe aver girato sempre lo stesso film, come monito della perenne ingiustizia sociale che avvelena (e ha sempre avvelenato) la nostra Storia. Forse sarà il suo ultimo film e quindi ne rimpiangeremo per sempre la dirittura morale e la sua sete di giustizia, ma anche la sua ineguagliabile poesia cinematografica. E come il “macchinista ferroviere” di Francesco Guccini sulla locomotiva, ci piace pensarlo ancora dietro la sua macchina da presa “lanciata bomba contro l’ingiustizia”.
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Storia Di Musica #302 - The Mahavishnu Orchestra with John McLaughlin - The Inner Mounting Flame, 1971
Mahavishnu: nella religione induista è uno dei nomi di Vishnu, e vuol dire all'incirca Divina compassione, potere e giustizia. Fu il maestro spirituale Sri Chinmoy, una delle figure più carismatiche e importanti nella diffusione delle filosofie indù in Europa e negli Stati Uniti, a dare questo nome al nuovo progetto di John McLaughlin. Il chitarrista era agli inizi degli anni '70 la nuova stella della chitarra jazz, uno dei personaggi decisivi e più incisivi nella nascita della jazz fusion. Era già famoso per il suo virtuosismo quando nella seconda metà degli anni '60 arriva negli Stati Uniti, dopo aver svezzato un'intera generazione di chitarristi inglesi (primo fra tutti un certo Jimmy Page). E fu quasi per caso che appena prima delle registrazione di In A Silent Way (1969): McLaughlin era negli USA da poche settimane per registrare con il fido batterista del secondo quintetto di Miles Davis, Tony Williams (il disco era Emergency! in power trio Williams, McLaughlin e Larry Young al basso), che con il suo fiuto eccezionale gli chiede di partecipare alle registrazioni. Ed è con il magone in gola per poter suonare con un suo mito che John inizia una collaborazione che lo porterà ad essere punta di diamante del successivo, e inimitabile, Bitches Brew, che fu registrato a poche settimane da In A Silent Way ma che vide la luce solo l'anno successivo. Nel mitico disco, una parte del suo assolo di chitarra in Bitches Brew fu isolato dal lavoro paziente e certosino di Teo Macero alla cabina di regia musicale e divenne un omaggio del maestro al suo chitarrista: John McLaughlin, dove Davis non suona nemmeno. Partecipa anche a On The Corner, ma già durane le prime registrazioni del 1969 fu lo stesso Miles a spingerlo alla carriera solista. Inizia con un gioiello: Extrapolation del 1969 lo vede in quartetto con John Surman (sassofono), Brian Odgers (contrabbasso) e Tony Oxley (batteria) in un disco che si lega ancora al bop ma che contiene già i semi di quell'albero fruttuoso che di lì a pochi anni inizierà a incantare una generazione di musicisti jazz. Nel 1971 fonda la sua band, come mentore Chinmoy, che fu influente consigliere anche di Carlos Santana, che diventerà grande amico e sostenitore del chitarrista inglese. La Mahanishnu Orchestra fu fondata insieme a Jan Hammer alla tastiera, Jerry Goodman al violino, Rick Laird al basso elettrico e Billy Cobham alla batteria, quest'ultimo anch'egli collaboratore di Miles Davis e uno dei più influenti batteristi di tutti i tempi per stile tecnica e innovazioni musicali.
Tutto è pronto per l'esordio. Presso i Cbs Studios tra la 49 East e la 52.ma strada in Midtown, Manhattan, in una sola e leggendaria sessione di prove ad Agosto del 1971, dopo averlo suonato solo un paio di volte in precedenza, viene registrato The Inner Mounting Flame, che esce prodotto da McLaughlin nel Novembre dello stesso anno. Sin da subito si capisce che la sintonia telepatica tra i musicisti è a livelli superiori, e rimarrà proverbiale negli anni a venire, e la scaletta sciorina il meglio della band e delle singole abilità dei musicisti. Meeting Of The Spirits è l'invocazione magica a colpi di assoluti istrionici di McLaughlin alla chitarra e Billy Cobham alla batteria, a cui si aggiungono pian piano quelle degli altri musicisti, in un incedere ipnotico e vorticoso. Con Dawn è come un momento di relativa pausa, un prendere fiato per ripartire con Noonward Race, rappresentazione clamorosa della velocità e della tecnica di Cobham e la chitarra che omaggia il da poco scomparso Jimi Hendrix di McLaughlin, sostenuti dal basso pulsante di Laird, il piano jazzato di Hammer e il violino “scanzonato” di Goodman. A Lotus On Irish Streams vede protagonista il violino di Goodman, grande colonna del brano, che disegna delle scie musicali che davvero fanno pensare al fluire liquido dell'elemento, in uno dei brani più sognanti dell'intero repertorio. Vital Transformation riporta sul groove funk e veloce di Noonward Race ma l'atmosfera cambia per The Dance Of Maya che parte misteriosa, poi diventa blues e finisce nella solita e proverbiale corsa a rincorrersi tra chitarra e batteria, vero marchio di fabbrica della banda. You know, You know, dalla struttura delicata, diventerà fornitura pregiata per molti artisti, ricordo David Sylvian in I Surrender, i Massive Attack in One Love, addirittura il rapper Mos Def, Cecil Otter e altri ancora. Awakening conclude con le tastiere di Hammer un disco dove la velocità e la potenza del motore musicale impressiona ancora oggi per precisione, vitalità e per la padronanza assoluta delle variazioni ritmiche, strutturali e sentimentali dei brani.
Il disco fu un successo, e venderà negli anni un milione di copie, uno dei più grandi successi del jazz. Il successo riporterà in classifica persino i primi esperimenti da solista di McLaughlin. La band si riproporrà con Birds Of Fire del 1973 (dove c'è un omaggio al Maestro in Miles Beyond), altra meraviglia, e si ritrova in studio a Londra, ai Trident, per registrare quello che secondo loro dovrebbe essere l'album definito del connubio jazz e rock. Ma la tensione è alle stelle e la band si scioglie a metà lavoro (qualcosa verrà pubblicato in Between Nothingness & Eternity). La band si scioglie, ma McLaughling continua e stavolta costruisce una nuova grande Orchestra con fiati, trombe e il violino di Jean Luc Ponty, fedele collaboratore di Frank Zappa, ed altri grandi musicisti per ampliare le visioni della musica che ha in mente, con risultati altalenanti. La Mahavishnu Orchestra avrà persino una terza rinascita a metà anni '80, e continuerà ad essere il sogno musicale di un eterno ragazzo inglese che una volta disse: Mia madre dovette sequestrarmi la chitarra per mesi perché stavo tutto il giorno a suonarla e andavo avanti nonostante mi sanguinassero le dita.
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Francia, Macron alza la posta a 6 giorni dal voto: «Se vincono gli estremisti rischiamo la guerra civile». Gli "estremisti" sono ovviamente tutti quelli che non la pensano come lui...tipi in stile Salis insomma.... Ma Bardella, fedelissimo di Le Pen, che punta al posto di primo ministro. tira dritto e vola nei sondaggi . Bardella ha parlato della necessità di abolire la riforma delle pensioni di Macron, ma ha anche invocato un «big bang di autorità» nelle scuole, con il divieto di cellulari in classe, l’obbligo di «dare del voi» agli insegnanti e l’introduzione dell’uniforme obbligatoria. Sostenitore di un’Europa «delle nazioni», Bardella ha precisato che non farà mancare il sostegno di Parigi all’Ucraina ma si opporrà all’ipotesi di inviare truppe e missili di lunga gittata a Kiev. Infine, la questione mediorientale. Secondo il leader del Rassemblement National, «riconoscere uno Stato palestinese sarebbe riconoscere il terrorismo». Anzi, i ripetuti attacchi antisemiti in Francia dimostrano semmai la necessità di innalzare uno «scudo per i nostri connazionali ebrei», per difenderli da «un islamismo che non vuole solo separare la Repubblica, ma conquistarla».
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