#Premio cinematografico e televisivo
Explore tagged Tumblr posts
Text
Annunciate le candidature agli Art Directors Guild Awards, i premi con cui ogni anno il sindacato degli scenografi (ADG) sceglie le migliori prestazioni professionali in ambito cinematografico e televisivo. I loro verdetti sono considerati un tassello chiave nelle dinamiche dell’Awards Season, perché solitamente consentono di prevedere il successivo vincitore agli Oscar nella categoria Miglior scenografia.
Basti pensare che nelle ultime 18 edizioni (2006-2024) in cui il premio è stato nettamente separato in 3 categorie (D’Epoca/Fantasy/Contemporaneo) ben 14 volte il vincitore degli ADG Awards è stato confermato agli Oscar: 6 volte nella categoria Miglior scenografia per un film fantasy (Il labirinto del fauno, Avatar, Mad Max: Fury Road, Black Panther, Dune: Part One, Povere Creature), 7 volte nella categoria Miglior scenografia per un film D’Epoca (Il curioso caso di Benjamin Button, Hugo Cabret, Il grande Gatsby, Grand Budapest Hotel, The Shape of Water, C’era una volta a Hollywood, Mank) e 1 volta nella categoria Miglior scenografia per un film contemporaneo (La La Land).
Quest'anno partono favoriti nelle rispettive categorie: The Brutalist (Period), Conclave (Contemporary) e Wicked (Fantasy). Quest'ultimo in particolare considerato il frontrunner per gli Oscar.
#wicked#the brutalist#Conclave#best production design#miglior scenografia#ADG Awards#art directors guild
2 notes
·
View notes
Text
Marateale Award in Winter: enorme successo per la terza edizione della kermesse che premia le eccellenze della settima arte
Da Micaela Ramazzotti a Franco Nero passando per Paolo Bonolis, Can Yaman e Achille Lauro: sono solo alcuni dei premiati nel corso dell'evento.
Roma, 19 dicembre 2023 - Una vera e propria pioggia di star per il ritorno di "Marateale Award in Winter", terza edizione della versione "invernale" della storica kermesse "Marateale – Premio internazionale Basilicata", guidata dal direttore artistico Nicola Timpone e dalla presidente Antonella Caramia, che ha all'attivo quindici edizioni di grande successo. Nel corso di una cerimonia, che si è tenuta ieri, lunedì 11 dicembre, nella suggestiva Sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma, è stato consegnato un riconoscimento alle eccellenze del mondo del cinema, contaminando questo settore culturale così strategico del made in Italy con ambiti affini come giornalismo, musica, comunicazione, televisione e imprenditoria. Una grande festa del cinema che ha visto protagonisti veri e propri fuoriclasse di questo settore.
La cerimonia, condotta da Eva Immediato, ha avuto inizio con un caloroso benvenuto di Nicola Timpone e Antonella Caramia ai prestigiosi ospiti e ai rappresentanti istituzionali, tra cui Alessandro Onorato, Assessore ai grandi eventi, sport, turismo e moda del Comune di Roma; Daniele Stoppelli, Sindaco di Maratea; Paolo Barletta, CEO di Gruppo Barletta.
"Marateale Award in Winter 2023 ha confermato ancora una volta il suo ruolo di punto di riferimento nel mondo del cinema, celebrando l'arte, la cultura e il talento che caratterizzano il panorama artistico italiano e internazionale" hanno commentato Nicola Timpone e Antonella Caramia, aggiungendo: "Siamo felici di annunciare che il corto vincitore della prossima edizione di Marateale avrà diritto alle qualificazioni per la candidatura agli Oscar".
Tra i premiati di quest'anno: Massimiliano Caiazzo che ha ricevuto il premio per la sua performance in "Mare Fuori", riconoscendo il suo talento nell'arricchire i personaggi con profondità emotiva e complessità psicologica; Franco Nero, icona del cinema, è stato celebrato per la sua carriera versatile e le sue interpretazioni memorabili; Micaela Ramazzotti, a cui è stato consegnato il premio "Migliore opera prima della stagione cinematografica" per il suo esordio alla regia con "Felicità"; Paolo Bonolis, fuoriclasse del panorama televisivo nostrano; Giorgio Tirabassi, per aver impresso la sua cifra stilistica all'interno di film, fiction e in particolare nel cortometraggio "Lo zio di Venezia" di Alessandro Parrello, che ha ricevuto una menzione speciale.
Premiato Achille Lauro, per lo straordinario percorso artistico che lo ha incoronato grande protagonista della musica italiana, e l'attore Can Yaman, per essersi messo al servizio della Can Yaman for Children ets che raccoglie fondi per affiancare e supportare in ambito sociosanitario bambini e adolescenti.
Premiato anche il film di Matteo Garrone "Io Capitano": a salire sul palco l'attore Seydou Sarr e Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema che ha coprodotto il film.
Riconoscimenti a Giuseppe Saccà, AD di Eagle Original Content, per il suo impegno nella produzione cinematografica; a Ludovica Rampoldi, sceneggiatrice di eccezionale talento le cui opere hanno significativamente arricchito il panorama cinematografico e televisivo italiano; Antonio Gerardi, attore lucano dal grande talento e dalla indiscutibile versatilità; Laszlo Barbo, regista, produttore e sceneggiatore con un'eccezionale abilità nel creare storie coinvolgenti e visivamente impattanti.
A salire sul palco anche Lord Nox, ideatore della colonna sonora di Marateale, e Walter Nicoletti, attore, produttore e regista che ha esportato l'eccellenza lucana a Hollywood.
Durante la cerimonia, ciascuno dei premiati ha ricevuto il riconoscimento da grandi nomi dell'industria cinematografica. Come di consueto, i premi sono stati realizzati dal Maestro orafo Michele Affidato, una versione invernale della statua in argento del Cristo Redentore che viene assegnata ogni estate a Maratea. Al termine della premiazione, degustazione a base di prodotti tipici lucani.
0 notes
Text
Marateale Award in Winter: enorme successo per la terza edizione della kermesse che premia le eccellenze della settima arte
Da Micaela Ramazzotti a Franco Nero passando per Paolo Bonolis, Can Yaman e Achille Lauro: sono solo alcuni dei premiati nel corso dell'evento.
Roma, 19 dicembre 2023 - Una vera e propria pioggia di star per il ritorno di "Marateale Award in Winter", terza edizione della versione "invernale" della storica kermesse "Marateale – Premio internazionale Basilicata", guidata dal direttore artistico Nicola Timpone e dalla presidente Antonella Caramia, che ha all'attivo quindici edizioni di grande successo. Nel corso di una cerimonia, che si è tenuta ieri, lunedì 11 dicembre, nella suggestiva Sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma, è stato consegnato un riconoscimento alle eccellenze del mondo del cinema, contaminando questo settore culturale così strategico del made in Italy con ambiti affini come giornalismo, musica, comunicazione, televisione e imprenditoria. Una grande festa del cinema che ha visto protagonisti veri e propri fuoriclasse di questo settore.
La cerimonia, condotta da Eva Immediato, ha avuto inizio con un caloroso benvenuto di Nicola Timpone e Antonella Caramia ai prestigiosi ospiti e ai rappresentanti istituzionali, tra cui Alessandro Onorato, Assessore ai grandi eventi, sport, turismo e moda del Comune di Roma; Daniele Stoppelli, Sindaco di Maratea; Paolo Barletta, CEO di Gruppo Barletta.
"Marateale Award in Winter 2023 ha confermato ancora una volta il suo ruolo di punto di riferimento nel mondo del cinema, celebrando l'arte, la cultura e il talento che caratterizzano il panorama artistico italiano e internazionale" hanno commentato Nicola Timpone e Antonella Caramia, aggiungendo: "Siamo felici di annunciare che il corto vincitore della prossima edizione di Marateale avrà diritto alle qualificazioni per la candidatura agli Oscar".
Tra i premiati di quest'anno: Massimiliano Caiazzo che ha ricevuto il premio per la sua performance in "Mare Fuori", riconoscendo il suo talento nell'arricchire i personaggi con profondità emotiva e complessità psicologica; Franco Nero, icona del cinema, è stato celebrato per la sua carriera versatile e le sue interpretazioni memorabili; Micaela Ramazzotti, a cui è stato consegnato il premio "Migliore opera prima della stagione cinematografica" per il suo esordio alla regia con "Felicità"; Paolo Bonolis, fuoriclasse del panorama televisivo nostrano; Giorgio Tirabassi, per aver impresso la sua cifra stilistica all'interno di film, fiction e in particolare nel cortometraggio "Lo zio di Venezia" di Alessandro Parrello, che ha ricevuto una menzione speciale.
Premiato Achille Lauro, per lo straordinario percorso artistico che lo ha incoronato grande protagonista della musica italiana, e l'attore Can Yaman, per essersi messo al servizio della Can Yaman for Children ets che raccoglie fondi per affiancare e supportare in ambito sociosanitario bambini e adolescenti.
Premiato anche il film di Matteo Garrone "Io Capitano": a salire sul palco l'attore Seydou Sarr e Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema che ha coprodotto il film.
Riconoscimenti a Giuseppe Saccà, AD di Eagle Original Content, per il suo impegno nella produzione cinematografica; a Ludovica Rampoldi, sceneggiatrice di eccezionale talento le cui opere hanno significativamente arricchito il panorama cinematografico e televisivo italiano; Antonio Gerardi, attore lucano dal grande talento e dalla indiscutibile versatilità; Laszlo Barbo, regista, produttore e sceneggiatore con un'eccezionale abilità nel creare storie coinvolgenti e visivamente impattanti.
A salire sul palco anche Lord Nox, ideatore della colonna sonora di Marateale, e Walter Nicoletti, attore, produttore e regista che ha esportato l'eccellenza lucana a Hollywood.
Durante la cerimonia, ciascuno dei premiati ha ricevuto il riconoscimento da grandi nomi dell'industria cinematografica. Come di consueto, i premi sono stati realizzati dal Maestro orafo Michele Affidato, una versione invernale della statua in argento del Cristo Redentore che viene assegnata ogni estate a Maratea. Al termine della premiazione, degustazione a base di prodotti tipici lucani.
0 notes
Text
Kira Muratova
https://www.unadonnalgiorno.it/kira-muratova/
Kira Muratova, regista e sceneggiatrice, è stata un’importante protagonista del cinema sovietico e ucraino.
Sempre sotto il mirino delle autorità, le sue opere sono state censurate per oltre trent’anni.
Filmava le persone della classe povera con realismo e senso critico, con uno stile lontano dall’estetica dell’epoca.
Nacque col nome di Kira Korotkova a Soroca, in Moldavia, il 5 novembre 1934, da padre russo e madre rumena.
Dopo aver studiato filologia all’Università di Mosca si era diplomata al VGIK, l’università sovietica di cinematografia.
Dopo aver sposato il regista Aleksandr Muratov, di cui ha preso il cognome, si era trasferita con lui a Odessa, in Ucraina e insieme firmarono varie opere, tra cui il lungometraggio, Il nostro onesto pane.
Nel 1967, ha realizzato il suo primo grande lavoro cinematografico dal titolo Brevi incontri che è stato censurato e che ha segnato la sua indipendenza dal marito. Rappresenta l’inizio di un lungo discorso politico e rivoluzionario durato altri trent’anni che ha profetizzato il declino e la caduta dell’impero sovietico.
Anche il film successivo, Lunghi addii, del 1971, messo al bando dalla censura è uscito solo nel 1987 ricevendo il premio Fipresci al Festival di Locarno.
Il cinema di Muratova esplora le passioni e le ossessioni individuali. Trabocca di caratteri portati al limite della follia, con uno sguardo generoso sull’umanità, sul racconto personale, nella sua forma ed essenza più intima.
Tutti i suoi film mostrano una capacità sottile e arguta di osservazione dell’animo umano. Non c’è alcuna retorica o un abbellimento della realtà che appare incupita, degradata, spesso senza speranza.
È stato un cinema di personaggi, di sguardi, di primi piani, di silenzi dilatati, di nudità sgraziate, di sentimenti melodrammatici, di mutilazioni, di cani e di gatti, di urla di dolore, di umorismo mordace. Risulta evidente il pesante ostracismo subito dal regime sovietico che ha sempre cercato di boicottare la produzione e la distribuzione dei suoi film, intravedendo proprio nel suo sguardo sarcastico e poco indulgente il potenziale sovversivo.
Le sue opere sono rimaste, infatti, sconosciute al pubblico fino alla perestroïka, quando ebbero modo di riemergere, insieme a quelle di altri registi e letterati e iniziarono a circolare in diversi festival internazionali.
Nel 1990 ha fatto parte della giuria al Festival di Venezia e, nello stesso anno, vinto l’Orso d’argento al Festival di Berlino con il film Sindrome astenica.
Ha sempre voluto mantenere le distanze sia dal cinema hollywoodiano che da quello europeo d’autore proclamando quella indipendenza e unicità che l’hanno resa una figura determinante nel traghettare la Russia nella modernità.
Il suo ultimo lavoro Eterno ritorno (2012) parte da Nietzsche per svolgere una meditazione sull’arte e sulla vita, sulla uniformità e sulla molteplicità.
È scomparsa il 6 giugno del 2018 a Odessa.
I suoi film, in Italia, sono stati tutti trasmessi dal programma televisivo Fuori orario. Cose (mai) viste.
1 note
·
View note
Text
FABRIANO / "IL MIRACOLO" DI AMMANITI, INTERVISTA AL REGISTA
FABRIANO / “IL MIRACOLO” DI AMMANITI, INTERVISTA AL REGISTA
FABRIANO, 9 luglio 2018 – Si è conclusa ieri la ventiduesima edizione del premio cinematografico e televisivo “Castello di Precicchie”.
Ultima giornata dedicata al vincitore di 3 David di Donatello e 2 Nastri d’Argento Giuseppe Battiston.
Sabato invece grande curiosità per Niccolò Ammaniti ed il cast della serie “Il Miracolo” tramessa su Sky Atlantic. Serie che ha entusiasmato critica e pubblico…
View On WordPress
#Ammaniti#cinema#fabriano#Il Miracolo#Niccolò ammaniti#Precicchie#Premio cinematografico e televisivo#Premio cinematografico e televisivo castello di precicchie#Sky Atlantic#televisione
0 notes
Text
Tutti gli eventi CAMPARI a Venezia .79
Per il quinto anno consecutivo, Campari – in qualità di Main Sponsor – torna protagonista della 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, con una serie di eventi esclusivi in programma per tutta la durata della kermesse, dal 31 agosto al 10 settembre. Due le spettacolari location che prenderanno vita e attorno alle quali ruoteranno le iniziative organizzate dal brand simbolo dell’aperitivo italiano per eccellenza, dove gli appuntamenti si susseguiranno tra Passione e Creatività, elementi imprescindibili per la realizzazione di un’opera e fil rouge nel dialogo tra i volti ormai affermati del Grande Schermo e i giovani talenti emergenti. Uno dei due luoghi sarà la Campari Lounge – situata presso la Terrazza Biennale, proprio di fronte al Palazzo del Casinò –, icona di avanguardia e continua ricerca tecnologica, che si trasformerà in un vero e proprio palcoscenico per l’occasione, dove gli ospiti Campari si cimenteranno in una serie di performance, con appassionanti monologhi accomunati da un protagonista fondamentale: la Passione. Qui, venerdì 2 settembre, aprirà la scena l’attrice Rocío Muñoz Morales, madrina di questa edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia. Le esibizioni proseguiranno sabato 3 settembre con il noto volto del panorama cinematografico italiano Claudio Santamaria, che, insieme alla moglie Francesca Barra, giornalista, scrittrice e conduttrice, incontrerà all’interno della Campari Lounge venti giovanissimi talenti del Grande Schermo, parte del progetto DO di My Movies. Seguiranno le performance dei giovani attori Giancarlo Commare e Benedetta Porcaroli, rispettivamente domenica 4 e lunedì 5, e infine Federica Sabatini, che venerdì 9 settembre accompagnerà gli ospiti nella chiusura del sipario. Come ogni anno, la Campari Lounge ospiterà anche gli incontri con i protagonisti di Orizzonti, il concorso internazionale di Biennale Cinema 2022 dedicato ai film rappresentativi di nuove tendenze estetiche ed espressive. Inoltre, il 6 e l’8 settembre, tornerà a grande richiesta l’emozionante Campari Boat-In Cinema, quest’anno in uno spazio completamente rinnovato. Qui, all’interno della suggestiva cornice dell’Arsenale di Venezia, gli ospiti potranno godere di spettacolari performance e contenuti esclusivi, all’interno di vere e proprie lounge che affiorano dall’acqua della laguna, la cui forma richiama quella dei bicchieri del famoso aperitivo Campari. A fare da padrone di casa e presentatore ufficiale delle due serate sarà Nicolò De Devitiis, conduttore televisivo e Iena. Martedì 6 settembre salirà sul palco del Campari Boat-In Cinema l’affermato e poliedrico attore Stefano Accorsi, che si esibirà in un entusiasmante monologo, dove la Passione sarà ancora una volta al centro della scena. A seguire, il maxischermo allestito sulla banchina dell’Arsenale ospiterà la proiezione di Amanda, pellicola diretta da Carolina Cavalli, con un cast composto, tra gli altri, da Benedetta Porcaroli e Galatéa Bellugi. Si proseguirà anche giovedì 8 settembre, con la presentazione dei cortometraggi realizzati dai talentuosi ragazzi del Centro Sperimentale di Cinematografia. Una serie composta da sei brevi episodi creati nell’ambito di Campari Lab, il progetto volto a scoprire, valorizzare e formare i nuovi talenti in tutte le professioni che contribuiscono ad alimentare l’arte cinematografica. Per l’occasione, insieme ai ragazzi, salirà sul palco anche l’attrice Federica Sabatini, nel ruolo di madrina del progetto e mentore. Infine, come consuetudine, lunedì 5 settembre – presso il Palazzo del Cinema – verrà assegnato il Campari Passion for Film Award, premio nato dalla collaborazione tra Campari e la Direzione Artistica della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, con l’obiettivo di valorizzare il prezioso lavoro delle figure che, accanto al regista, contribuiscono alla realizzazione del progetto artistico rappresentato da ciascuna opera cinematografica. Vincitrice di questa edizione è la costumista statunitense Arianne Phillips, artista visionaria e all’avanguardia che, con il suo gusto unico, unito al talento e alla passione, ha arricchito tanto il mondo del cinema, quanto quello della moda e della musica. , con una serie di eventi esclusivi in programma per tutta la durata della kermesse, dal 31 agosto al 10 settembre. Due le spettacolari location che prenderanno vita e attorno alle quali ruoteranno le iniziative organizzate dal brand simbolo dell’aperitivo italiano per eccellenza, dove gli appuntamenti si susseguiranno tra Passione e Creatività, elementi imprescindibili per la realizzazione di un’opera e fil rouge nel dialogo tra i volti ormai affermati del Grande Schermo e i giovani talenti emergenti. Uno dei due luoghi sarà la Campari Lounge – situata presso la Terrazza Biennale, proprio di fronte al Palazzo del Casinò –, icona di avanguardia e continua ricerca tecnologica, che si trasformerà in un vero e proprio palcoscenico per l’occasione, dove gli ospiti Campari si cimenteranno in una serie di performance, con appassionanti monologhi accomunati da un protagonista fondamentale: la Passione. Qui, venerdì 2 settembre, aprirà la scena l’attrice Rocío Muñoz Morales, madrina di questa edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia. Le esibizioni proseguiranno sabato 3 settembre con il noto volto del panorama cinematografico italiano Claudio Santamaria, che, insieme alla moglie Francesca Barra, giornalista, scrittrice e conduttrice, incontrerà all’interno della Campari Lounge venti giovanissimi talenti del Grande Schermo, parte del progetto DO di My Movies. Seguiranno le performance dei giovani attori Giancarlo Commare e Benedetta Porcaroli, rispettivamente domenica 4 e lunedì 5, e infine Federica Sabatini, che venerdì 9 settembre accompagnerà gli ospiti nella chiusura del sipario. Come ogni anno, la Campari Lounge ospiterà anche gli incontri con i protagonisti di Orizzonti, il concorso internazionale di Biennale Cinema 2022 dedicato ai film rappresentativi di nuove tendenze estetiche ed espressive. Inoltre, il 6 e l’8 settembre, tornerà a grande richiesta l’emozionante Campari Boat-In Cinema, quest’anno in uno spazio completamente rinnovato. Qui, all’interno della suggestiva cornice dell’Arsenale di Venezia, gli ospiti potranno godere di spettacolari performance e contenuti esclusivi, all’interno di vere e proprie lounge che affiorano dall’acqua della laguna, la cui forma richiama quella dei bicchieri del famoso aperitivo Campari. A fare da padrone di casa e presentatore ufficiale delle due serate sarà Nicolò De Devitiis, conduttore televisivo e Iena. Martedì 6 settembre salirà sul palco del Campari Boat-In Cinema l’affermato e poliedrico attore Stefano Accorsi, che si esibirà in un entusiasmante monologo, dove la Passione sarà ancora una volta al centro della scena. A seguire, il maxischermo allestito sulla banchina dell’Arsenale ospiterà la proiezione di Amanda, pellicola diretta da Carolina Cavalli, con un cast composto, tra gli altri, da Benedetta Porcaroli e Galatéa Bellugi. Si proseguirà anche giovedì 8 settembre, con la presentazione dei cortometraggi realizzati dai talentuosi ragazzi del Centro Sperimentale di Cinematografia. Una serie composta da sei brevi episodi creati nell’ambito di Campari Lab, il progetto volto a scoprire, valorizzare e formare i nuovi talenti in tutte le professioni che contribuiscono ad alimentare l’arte cinematografica. Per l’occasione, insieme ai ragazzi, salirà sul palco anche l’attrice Federica Sabatini, nel ruolo di madrina del progetto e mentore. Infine, come consuetudine, lunedì 5 settembre – presso il Palazzo del Cinema – verrà assegnato il Campari Passion for Film Award, premio nato dalla collaborazione tra Campari e la Direzione Artistica della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, con l’obiettivo di valorizzare il prezioso lavoro delle figure che, accanto al regista, contribuiscono alla realizzazione del progetto artistico rappresentato da ciascuna opera cinematografica. Vincitrice di questa edizione è la costumista statunitense Arianne Phillips, artista visionaria e all’avanguardia che, con il suo gusto unico, unito al talento e alla passione, ha arricchito tanto il mondo del cinema, quanto quello della moda e della musica. Read the full article
0 notes
Text
Quando Anthony Burgess stroncava (con malizia) Umberto Eco: “leggetelo, saprete tutto sui monasteri italiani del XIV secolo…”
L’arguzia, salace e salata, di Anthony Burgess è un insegnamento giornalistico doc. Nel 1983 Burgess – che morirà dieci anni dopo, e quanto ci manca il suo salutare cinismo – è una autorità. Ha pubblicato i libri maggiori, compreso, da poco, il suo capolavoro, Gli strumenti delle tenebre, edito nel 1980. Nello stesso anno, in Italia, Bompiani pubblica Il nome della Rosa, il romanzo storico di un insigne intellettuale, Umberto Eco, che l’anno dopo vincerà il Premio Strega. Il romanzo, si sa, diventa un bestseller internazionale: in quel 1983 esce in Inghilterra, per la traduzione di William Weaver (che in inglese ha tradotto tutto Calvino, di tutto, da Gadda a Primo Levi, da Moravia alla Fallaci e che da allora sarà il traduttore di un bel tot di libri di Eco). Giornalista dalla penna irritante, Burgess distilla veleno dal miele: non si produce in una ‘stroncatura’ – genere ‘urlato’ a lui poco confacente in ambito libresco – ma disseziona con malizioso garbo il corpo del Nome della Rosa. Sostanzialmente, ritiene Eco un capace seguace di Conan Doyle – ma G. K. Chesterton, a suo avviso, è inafferrabile – e lo intruppa nella più becera narrativa ‘di genere’ insieme ad Arthur Hailey e a James Albert Michener, ora misconosciuti ma all’epoca autori di polpettoni-bestseller (così, Burgess bacchettandone uno, ne piglia altri due nel mazzo). L’articolo, tradotto in parte, è stato pubblicato nel 1983 ed è ora uno dei pezzi forti di The Ink Trade, libro appena stampato da Carcanet che raduna una antologia di articoli editi tra il 1961 e il 1993. Pare che Eco abbia chiesto a Burgess di supervisionare l’adattamento cinematografico del suo libro (oggetto del film di Jean-Jacques Annaud uscito nel 1986, con Sean Connery): lo scrittore declinò l’invito. Va riscoperta, per altro, l’attività di sceneggiatore di Burgess (non del tutto convinto della forma cinematografica che Stanley Kubrick preferì per Arancia meccanica), che non si limita al – bruttino – Gesù di Nazareth di Zeffirelli: la penna di Burgess si scopre in una serie di fiction per la tivù – sovente di argomento storico, su Amundsen, Attila, Ciro il Grande, Freud e… Sherlock Holmes and Doctor Watson, nel 1980 – e nel film televisivo Mosè (1974), diretto da Giancarlo De Bosio, con un cast formidabile, che contava Burt Lancaster, Ingrid Thulin, Mariangela Melato, Michele Placido. In quel contesto, Burgess scrisse la sceneggiatura con Bernardino Zapponi, mitico autore di Fellini (firma, tra l’altro, I clowns, Roma, La città delle donne). Giocando con le allusioni e i miraggi, Fellini amava Burgess, ne elogiava, ricorda Tullio Kezich, “il sapere enciclopedico” tanto che “insieme a lui avrebbe voluto scrivere un film ambientato nell’antica Grecia”. Burgess e Fellini… Il progetto resta nel libro dei sogni, nel regno del sarebbe bello. (d.b.)
***
Quando leggiamo il nome, Guglielmo di Baskerville, siamo presi dal sospetto che si tratti di una incarnazione di Sherlock Holmes, specialmente quando costui inizia a investigare intorno a una serie di crimini commessi nell’abbazia. In sostanza, ci pare di assistere a una specie di ‘scherzo’, la trasposizione dell’investigatore di Baker Street nell’Italia medioevale, proprio come ci è parso uno ‘scherzo’ leggere – cosa che Eco probabilmente non ha fatto – la biografia di Conan Doyle firmata da Owen Dudley Edward, in cui l’autore espone le prove evidenti che dimostrerebbero come Sherlock Holmes sia il prodotto di una educazione gesuita. Ovviamente, i Gesuiti non esistevano all’epoca di Guglielmo di Baskerville, ma – edotto dall’Aquinate e da Aristotele e addestrato da Bacone intorno alla ricerca empirica – Guglielmo avrebbe potuto essere un ottimo gesuita inglese. Benché gli manchi la rotondità, l’arte wildiana del paradosso e la compassione di Padre Brown, certamente Eco conosce il nostro Chesterton. Teologia e criminalità, chissà perché, vanno spesso d’accordo.
Come i lettori sapranno, questo romanzo è diventato un bestseller in ogni paese dove è stato tradotto. Davvero, è strano, sfogliando il New York Times, leggere che questo romanzo, nella lista dei bestseller, appaia poco dopo John Le Carré, Morris West, Norman Mailer, Jackie Collins. Ciò, indipendentemente dalla popolarità del suo autore. Il dottor Eco è uno studioso di semiotica e un discepolo di Joyce; ciò che conosco di lui è affare eminentemente accademico; nessuno si sarebbe atteso un romanzo, divenuto così rapidamente un bestseller.
Ogni cosa, nel libro, pare lottare contro la possibilità di una vasta platea di lettori. Il romanzo è erudito, pieno di latinismi e di curiosità teologiche, irto di parole difficili, quasi del tutto privo di interessi sessuali. Esso racconta, con dettagli piuttosto specifici, la vita in una società medioevale, chiusa, con pochissimi contatti con la nostra, permissiva e positivista. Probabilmente, il puro e semplice accumulo di dettagli ne ha sancito il successo. La gente legge Arthur Hailey e James Michener per conoscere qualcosa riguardo alla gestione degli aeroporti e, in forma di romanzo, indottrinarsi in merito alla storia patria. Beh, leggete questo libro e non avrete più nulla da imparare su come funzioni un monastero italiano nel XIV secolo.
Anthony Burgess
L'articolo Quando Anthony Burgess stroncava (con malizia) Umberto Eco: “leggetelo, saprete tutto sui monasteri italiani del XIV secolo…” proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/2QihBBS
1 note
·
View note
Photo
Annunciati i vincitori dei Costume Designers Guild Awards (#CDG), i premi con cui il sindacato dei costumisti elegge ogni anno le migliori creazioni sartoriali in ambito cinematografico e televisivo. Per le previsioni dei #MiglioriCostumi, questi verdetti hanno un’importanza cruciale nelle logiche della Stagione dei Premi, dato che solitamente la pellicola che conquista il CDG Award in una delle 3 categorie cinematografiche (Best Excellence in Contemporary Film, Best Excellence in Period Film, Best Excellence in Sci-Fi/Fantasy Film) successivamente vince anche l’Oscar nella categoria Migliori costumi. Basti pensare che su 6 edizioni (il premio è stato inaugurato nel 1999 e fino al 2004 prevedeva l’assegnazione dei premi per 2 sole categorie, Contemporary e Period) 2 volte il vincitore degli CDG Awards è stato confermato agli Oscar (Chicago, Il Signore degli Anelli – Il ritorno del Re). Nelle restanti 17 edizioni (2005-2022) in cui è stata introdotta la 3a categoria dedicata ai film sci-fi/fantasy la convergenza tra il verdetto dei Costume Designers Guild Awards e quello degli Oscar è avvenuta 10 volte: Memorie di una Geisha, La Duchessa, The Young Victoria, Anna Karenina, Grand Budapest Hotel, Ma Rainey’s Black Bottom, Cruella (Period Film), Alice in Wonderland, Mad Max Fury Road, Black Panther (Sci-fi/Fantasy Film). Nella categoria dedicata ai migliori costumi d’epoca, la Best Excellence in Period Film, confermata la favorita agli Oscar Catherine Martin che per #Elvis può contare sul maggior numero di riconoscimenti tra quelli assegnati dalle associazioni dei critici americani, oltre al BAFTA e al Variety Artisans Award. Sorpresa nella categoria Best Excellence in Sci-fi/Fantasy Film, laddove la sua rivale Ruth E. Carter (Black Panther: Wakanda Forever) la vincitrice del Critics Choice Award e l’HCA Film Award è stata battuta da Shirley Kurata per #EverythingEverywhereAllAtOnce. Discorso differente per il vincitore della categoria��Best Excellence in Contemporary Film laddove ha vinto Jenny Eagan per Glass Onion: A Knives Out Mystery che però è stata esclusa dalla cinquina agli Oscar per i migliori costumi. https://www.instagram.com/p/CpMv7XSMI7u/?igshid=NGJjMDIxMWI=
0 notes
Photo
Grande Evento LEONARDO AT THE TABLE presso l’Antica Corte Pallavicina Relais dello chef Massimo Spigaroli a cura di Marco Eugenio Di Giandomenico
Mercoledì, 4 dicembre 2019
Grande successo dell’evento LEONARDO AT THE TABLE nell’occasione dei cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci (1519-2019) presso l’Antica Corte Pallavicina Relais a Polesine Zibello (PR), organizzato dall’Associazione Ethicando (www.ethicando.it) con il patrocinio dell’ARD&NT Institute (Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano).
L’evento, curato dal critico d’arte Marco Eugenio Di Giandomenico, ha promosso la figura di Leonardo da Vinci relativamente ad alcuni aspetti delle sue poliedriche attività svolte durante la sua permanenza a Milano alla corte di Ludovico il Moro negli ultimi anni del quattrocento.
In particolare è stato proiettato uno stralcio del film FOUR GIANTS IN MILAN (2014) di Pino Farinotti, per la regia di Andrea Bellati, distribuito da DNA Distribution di Giovanni De Santis, relativo al grande impulso di Leonardo all’implementazione del sistema dei navigli milanese e alla sua invenzione del tovagliolo “El Mantin”.
Durante la serata è stato esposta l’opera d’arte dell’artista Paola Giordano (tra gli ospiti della serata) dal titolo LE NUOVE MADONNE (2010 – 120x80 cm, tecnica mista su tela), un’interpretazione contemporanea della Gioconda del terzo millennio, di una donna, che a prescindere dal ceto sociale di appartenenza, risulta avviluppata da una realtà metropolitana dominata dalle nuove tecnologie, dove le identità socio-culturali sembrano smarrirsi, e comunque sempre vittima di violenza (cfr. Marco Eugenio Di Giandomenico, PAOLA GIORDANO. SUGGESTIONI METROPOLITANE TRA VITA E ARTE, Ethicando Editore, Milano, 2019).
L’opinionista eno-gastronomico Giovanni Zullo ha mostrato il tovagliolo “El Mantin” di Leonardo, riprodotto nelle sue dimensioni originali (50x50 cm), relazionando sulla relativa invenzione da parte del grande genio vinciano sulla scia degli elaborati scientifici dello storico Carlo Pedretti da poco scomparso.
Momento centrale dell’evento il gala dinner a firma dello chef stellato Massimo Spigaroli, con un menù di eccellenza ispirato al dialogo tra le arti, con pietanze per lo più comprendenti il prodotto principe del territorio, vale a dire il Culatello di Zibello.
La serata ha goduto delle ottime performance musicali di DANILA MUSIKHIN LIVE BAND (Danila Musikhin, Antonio Di Santo, Luca Mondini) e della cantante Cecilia Gayle.
Varie le altre personalità dell’arte e della cultura presenti, tra cui lo scrittore e critico cinematografico Pino Farinotti, la giornalista Daniela Azzola Farinotti, il titolare dell’antico ristorante BAGUTTA Marco Pepori, il produttore cine-televisivo Stefano Bondioli, il grande artista Franco Scepi, l’artista della pizza Giuseppe Maglione (titolare ad Avellino di DANIELE GOURMET. Cfr. Marco Eugenio Di Giandomenico, L’ESTRO DEL GUSTO. GIUSEPPE MAGLIONE, ARTISTA DELLA PIZZA SOSTENIBILE, Apeiron Edizioni, Napoli, 2019), il professore ordinario di fotografia dell’Accademia di Brera Roberto Rosso, il vice presidente di Ethicando Association Roberto Presicci, i distributori cinematografici Giovanni De Santis e Corrado Parigi, il produttore televisivo Carlo Rametta, il direttore della Cittadella degli Archivi del Comune di Milano Francesco Martelli, Francesco Palmariggi insieme alla barboncina Wally Taylor, vincitrice del premio PALM DOG 2019 al Festival del Cinema di Cannes (maggio 2019).
Oltre a quelli di Roberto Rosso, l’evento è stato documentato dagli affascinanti scatti fotografici di Giorgio Picchioni.
www.ethicando.it
www.bettingonitaly.com
#Marco Eugenio Di Giandomenico#leonardo at the table#massimo spigaroli#antica corte pallavicina#paola giordano#giovanni zullo#franco scepi#giants in milan#pino farinotti#wally taylor#Roberto Presicci#carlo rametta#Roberto Rosso#giovanni de santis#francesco palmariggi#Giorgio Picchioni#cecilia gayle#giuseppe maglione#ethicando association#ard&nt institute#danila musikhin#Antonio Di Santo#luca mondini#bettingonitaly#francesco martelli
0 notes
Text
Annie Awards, gli anime nominati per l’edizione 2020
Fra i film in lizza troviamo Weathergin with You, Promare e Alita: Angelo della Battaglia!
Svelati i titoli nominati per le premiazioni della 47a edizione degli Annie Awards, che anche quest’anno vedranno i membri della ASIFA-Hollywood (la sezione di hollywoodiana della Association Internationale du Film d'Animation) conferire dei riconoscimenti ne campo dell'animazione (e in parte limitata anche del live-action), a livello cinematografico, televisivo e videoludico.
Dal 2016 la categoria principale Best Feature, nella quale rientrano le grandi produzioni americane, viene affiancata dalla Best Indie Feature/Miglior film d’animazione indipendente, che invece dà spazio a tutti quei titoli meritevoli, ma che non godono di una larga distribuzione. Nella precedente edizione il premio è stato assegnato a “Mirai”, l’ultimo lavoro di Mamoru Hosoda.
Miglior film indipendente / Best Indie Feature
WEATHERING WITH YOU (Toho-STORY-Comix Wave Films)
OKKO’S INN (Madhouse, DLE)
PROMARE (Trigger-XFLAG)
Migliori effetti per un film / Best FX for Feature
WEATHERING WITH YOU (Toho-STORY-Comix Wave Films)
Nominati: Hidetsugu Ito, Yuko Nakajima, Jumi Lee, Ryosuke Tsuda
Miglior regia - Film / Best Direction - Feature
WEATHERING WITH YOU (Toho-STORY-Comix Wave Films)
Nominati: Makoto Shinkai
Miglior sceneggiatura - Film / Best Writing - Feature
WEATHERING WITH YOU (Toho-STORY-Comix Wave Films)
Nominati: Makoto Shinkai
Miglior animazione dei personaggi - Live Action / Best Character Animation - Live Action
ALITA: ANGELO DELLA BATTAGLIA (Weta Digital)
Nominati: Michael Cozens
POKÉMON DETECTIVE PIKACHU (Framestore)
Nominati: Dale Newton, Waiyin Mendoza, Rochelle Flynn, Leila Gaed, Paul Jones
Miglior regia - TV / Best Direction - TV/Media
RILAKKUMA & KAORU (Dwarf-Netflix)
Nominati: Masahito Kobayashi
ULTRAMAN (Production I.G, Sola Digital Arts)
Nominati: Kenji Kamiyama, Shinji Aramaki
Miglior storyboarding - TV / Best Storyboarding - TV/Media
CAROLE & TUESDAY (Bones-Netflix)
Nominati: Shinichiro Watanabe
I vincitori in tutte le categorie saranno annunciati durante la cerimonia di premiazione che si terrà il 25 gennaio 2020.
Autore: SilenziO))) (@s1lenzi0)
[FONTE]
#weathering with you#okko's inn#promare#carole & tuesday#ultraman#rilakkuma & kaoru#pokémon detective pikachu#alita angelo della battaglia#annie awards#miglior film d'animazione#eventi#premi#newsintheshell#news in the shell#cartoni animati#animazione
0 notes
Text
Vanity Fair Stories, conclusa la seconda edizione con 21mila presenze
Cristina Lucchini, Virginia Raffaele, Roberto Bolle
Atmosfera
Clavdio
Fulminacci
Malika Ayane
Pubblico
Franco
Alessandro Cattelan, Gianluigi Buffon
Alessandro Cattelan, Stefano Accorsi
Berlucchi
Campari
Cotril
Edison
Giampaolo Farchioni, Giovanni Veronesi
Guerlain
Gianna Nannini
Kasia Smutniak
Malcom Pagani, Cesare Cremonini, Simone Marchetti
Mara Maionchi, Samuel, Malika Ayane
Ligabue
Alessandro Cattelan, Margherita Buy
Motorola
Matt Dillon
Paola Cortellesi
Pierfrancesco Favino, Skoda
Perris Monte Carlo
Motorola
Pubblico
Simone Marchetti
Skoda
Racconti sensoriali di Gian Luca Perris
Vanity Fair Stories - The Awards
Zalando
Antonello Venditti, Malcom Pagani
Benedetta Tobagi, Leyla Monanni, Giovanni De Bellis
Vittoria Puccini
Valentina Vignali, Marta Losito, Nina Rima, Paola Iezzi
Sky
Simone Marchetti, Claudia Gerini
Marco Giallini, Malcolm Pagani
Lea T
Marco D'Amore
Carolina Crescentini
Pietro Valsecchi, Malcolm Pagani
Alessandro Roja
Federico Anselmo, Ilaria Cucchi
Guerlain
Lirio Abbate, Marco Tullio Giordana
Gabriella Pession
Milena Canonero
Claudio Marchisio
Ambra Angiolini
Francesco De Gregori
Luca Zingaretti
Paolo Genovese
Alessio Boni
Giovanni Veronesi
Emma Marrone
Bottles
Tommaso Paradiso
Oscar Schillaci, Levante, Malcolm Pagani
Filo Vals
Si è concluso domenica 24 novembre Vanity Fair Stories, il grande evento organizzato da Vanity Fair Italia e patrocinato dal Comune di Milano, giunto alla seconda edizione.
The Space Cinema Odeon ha ospitato una due giorni aperta al pubblico, ricca di ospiti nazionali e internazionali, experience e proiezioni, che ha registrato 21.000 presenze.
Tanti gli ospiti che hanno preso parte al Festival: il giornalista e saggista Lirio Abbate, l’attore Stefano Accorsi, l’attrice Ambra Angiolini, l’attrice Euridice Axen, la cantautrice Malika Ayane, l’attore Valerio Aprea, l’attore Luca Barbareschi, il produttore cinematografico Marco Belardi, il duo Benji & Fede, la giornalista Daria Bignardi, l’étoile Roberto Bolle, l’attore Alessio Boni, il cantautore Brunori Sas, il calciatore Gigi Buffon, l’attrice Margherita Buy, il premio Oscar Milena Canonero, l’autrice e conduttrice Daniela Collu, l’attrice e conduttrice Lodovica Comello, l’attrice e conduttrice Paola Cortellesi, l’attrice Cristiana Capotondi, l’attrice Carolina Crescentini, l’attivista Ilaria Cucchi, il giornalista Roberto D’Agostino, la conduttrice Ilaria D’Amico, l’attore Marco D’Amore, il cantautore Francesco De Gregori, l’influencer Giulia De Lellis, l’Amministratore Delegato di Rai Cinema Paolo Del Brocco, l’attore e regista statunitense Matt Dillon, l’autrice e produttrice televisiva Simona Ercolani, l’ex calciatore Samuel Eto’o, l’attore Pierfrancesco Favino, l’attrice Anna Ferzetti, l’attrice Pilar Fogliati, l’attrice Anna Foglietta, l’attrice Chiara Francini, il regista Paolo Genovese, l’attrice Claudia Gerini, l’attore Marco Giallini, l’attrice Matilde Gioli, il produttore cinematografico Nicola Giuliano, il giornalista e conduttore tv Massimo Gramellini, lo sceneggiatore Nicola Guaglianone, l’attrice e comica Caterina Guzzanti, l’attore e comico Corrado Guzzanti, la cantautrice Paola Iezzi, l’attrice Lorenza Indovina, la top model Lea T, l’attore Edoardo Leo, l’Amministratore Delegato di Medusa Giampaolo Letta, il cantante Luciano Ligabue, l’attrice Valentina Lodovini, l’influencer Marta Losito, l’Executive Vice President di Sky Italia e Ceo di Vision Distribution Nicola Maccanico, volto tv e conduttrice radiofonica Mara Maionchi, l’attore Vinicio Marchioni, l’ex calciatore Claudio Marchisio, l’attore Valerio Mastandrea, l’agente Moira Mazzantini, la giornalista Leyla Monanni, il regista Gabriele Muccino, il cantante Tommaso Paradiso, l’attrice Gabriella Pession, il conduttore televisivo Andrea Pezzi, il produttore cinematografico Domenico Procacci, l’attrice Vittoria Puccini, l’attrice Virginia Raffaele, l’attrice Luisa Ranieri, l’attore Alessandro Roja, l’influencer Nina Rima, il cantante, autore e frontman dei Subsonica Samuel, l’attore Alessandro Siani, l’attrice Kasia Smutniak, il Presidente di RTL 102.5 Lorenzo Suraci, la giornalista e scrittrice Benedetta Tobagi, la regista Maria Sole Tognazzi, il regista Marco Tullio Giordana, il produttore Pietro Valsecchi, il regista e produttore cinematografico Enrico Vanzina, il cantante Antonello Venditti, lo sceneggiatore Giovanni Veronesi, la cestista e modella Valentina Vignali, e l’attore Luca Zingaretti.
A cui si aggiungono gli ospiti musicali che hanno intrattenuto il pubblico durante la serata musicale che ha chiuso il Festival: Emma Marrone, Levante, Filo Vals, Clavdio, Malika Ayane, Fulminacci e Franco126.
Sabato sera, la sala principale del The Space Cinema Odeon ha ospitato The Awards, la serata di premiazione di Vanity Fair Stories, con la partecipazione speciale di Alessandro Cattelan che ha visto premiati: Stefano Accorsi, Margherita Buy, Luciano Ligabue, Samuel Eto’o, Gigi Buffon, Pierfrancesco Favino, Matt Dillon, Kasia Smutniak, Marco Giallini, Edoardo Leo, Marco D’Amore, Chiara Martegiani, Corrado Guzzanti, Domenico Procacci e Alessandro Siani.
A grande sorpresa è salita sul palco Gianna Nannini che ha incantato il pubblico con i suoi capolavori: Ragazzo dell’Europa, America, Sei nell’anima.
Nel corso delle due giornate sono state assegnate delle targhe speciali a 5 personaggi di grande talento: Cesare Cremonini, Giovanni Veronesi, Antonello Venditti, Francesco De Gregori e Gabriele Muccino.
Vanity Fair Stories conferma il successo anche sulle piattaforme digitali. 1,2 milioni di utenti hanno seguito Vanity Fair Stories sul sito con 7,7 milioni di pagine viste durante il fine settimana del festival, con ottimi risultati di traffico sia sul sito vanityfair.it sia su vanitystories.vanityfair.it, entrambi in crescita rispetto allo scorso anno. I profili social di Vanity Fair Italia raggiungono 2,8 MIO di fan e follower con una crescita YOY del +6%. Oltre 350mila le visualizzazioni del live streaming trasmesso sulla pagina Facebook di Vanity Fair Italia e una social reach complessiva nelle due giornate di #vanityfairstories di 8 MIO. Le dirette video più seguite su Facebook sono state quelle relative agli interventi di Ligabue, Daria Bignardi, Virginia Raffaele e Roberto Bolle, Ambra Angiolini, Lea T, Mara Maionchi, Malika Ayane e Samuel. Il talk più seguito è stato “Certe notti durano 30 anni” con Luciano Ligabue. Il maggior engagement su Twitter è stato generato dal talk di Daria Bignardi.
L’evento è stato reso possibile grazie al supporto di alcuni partner:
Main partner: ŠKODA;
Con il contributo di: Tendercapital Productions; Edison;
Thanks to: Berlucchi, Campari, Farchioni Olii;
Beauty Partner: Guerlain; Perris Monte Carlo; COTRIL;
Iniziative speciali: Motorola; Vitale Barberis Canonico; Zalando; 24Bottles;
Institutional sponsor: A+E Networks Italia con History, Canale 407 di Sky; Rai Cinema; Sky; Taodue Film; Warner Bros. Entertainment Italia;
Media Partner: Yes Milano; RTL 102.5; Urban Vision;
Technical Partner: Verso;
Si ringraziano inoltre: laF – TV di Feltrinelli e Medusa;
L'articolo Vanity Fair Stories, conclusa la seconda edizione con 21mila presenze sembra essere il primo su Glamour.it.
Vanity Fair Stories, conclusa la seconda edizione con 21mila presenze published first on https://lenacharms.tumblr.com/
0 notes
Text
FABRIANO / PREMIO DI PRECICCHIE, QUESTA SERA NICCOLÒ AMMANITI
FABRIANO / PREMIO DI PRECICCHIE, QUESTA SERA NICCOLÒ AMMANITI
FABRIANO, 7 luglio 2018 – Seconda serata per il Premio Cinematografico e Televisivo Castello di Precicchie. Dopo la serata dedicata a Paola Minaccioni, questa sera sarà la volta di Niccolò Ammaniti, che sarà premiato per la serie “Il Miracolo”.
Oltre allo scrittore e regista romani anche Lucio Pellegrini (uno del team dei registi) e gli attori Sergio Albelli, Elena Lietti e Lorenza Indovina. L’om…
View On WordPress
#Castello di Precicchie#fabriano#Il Miracolo#Niccolò Amminiti#Paola Minaccioni#Precicchie#Premio cinematografico e televisivo
0 notes
Text
Giffoni Film Festival 2022: al via la nuova edizione
Manca poco più di una settimana al Giffoni Film Festival 2022. Dal 21 fino al 31 luglio Giffoni Valle Piana (in provincia di Salerno) torna ad essere la capitale italiana (e non solo) del cinema. Un ripasso necessario Il Festival di Giffoni nasce nel 1971 da un’idea dell’allora diciottenne Claudio Gubitosi, che ancora oggi ne è il direttore artistico. Il Festival passa da una manifestazione poco più che regionale a un evento di respiro internazionale. Oggi aderiscono personalità del mondo cinematografico, culturale e musicale. Uno degli ospiti è stato il regista François Truffaut, che nel 1982 in una lettera ha lasciato scritto: «Di tutti i festival del cinema, quello di Giffoni è il più necessario». La struttura del Giffoni Film Festival è la caratteristica che più di tutte rende questa manifestazione così importante e di rilievo. Protagonisti e giurati della manifestazione, infatti, sono i bambini e i ragazzi, provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo. Il loro compito è vedere i film in concorso e discuterne con registi, autori e interpreti, per poi essere chiamati a sceglierne il vincitore. Ogni giorno, inoltre, i giurati incontrano vari ospiti appartenenti soprattutto al mondo cinematografico e televisivo, con i quali intraprendono un dibattito, ponendo loro delle domande. Giffoni Film Festival 2022: ospiti da tutto il mondo La presentazione in quel di Pompei è stata anche la perfetta occasione per parlare di quelli che saranno gli ospiti di questa tanto attesa edizione. Si "parte" con Eduardo Scarpetta (David di Donatello e Nastro D'Argento) per poi annoverare nella lunga lista: l'attrice Swamy Rotolo (David 2022 come Miglior Attrice), il protagonista di “E' stata la mano di Dio” Filippo Scotti, il regista di "Bangla" Phaim Bhuiyan (premiato con il Nastro e con il Globo D'oro). Non basta? Non vi preoccupate perché tra gli ospiti ci sono anche la giovanissima Aurora Giovinazzo (Immaturi, Freaks Out, candidata ai David e ai Nastri), Beatrice Grannò (in "Doc", anche musicista) e Tecla Insolia (protagonista della prossima serie "5 minuti prima" di Raifiction e Panafilm). Ospiti internazionali e non solo Ci saranno poi anche i nomi più affermati del cinema italiano ed internazionale. Micaela Ramazzotti, il premio Oscar Gary Oldman, l'attore scozzese Richard Madden (che ricordiamo per i suoi ruoli nelle serie Game of Thrones e I Medici), Laura Morante, Maria Chiara Giannetta, Anna Ferzetti, Gabriele Mainetti, Oliviero Toscani, Aldo Berlinguer, Andrea Occhipinti, Alberto Malanchino e Caterina Caselli. Read the full article
0 notes
Text
Esegesi di Francesco Piccolo, uno scrittore da lasciar perdere (che fa il risotto con lo stesso impegno di Einstein…)
«Faccio il risotto con lo stesso impegno di Einstein quando si concentrava per scrivere la formula che doveva sintetizzare la sua teoria» (Francesco Piccolo, il Diario del virus)
*
Passata la Pasqua, su la Lettura arriva l’evento: «Francesco Piccolo condivide le sue pagine del “Diario a staffetta” dopo Sandro Veronesi, Mauro Covacich e Silvia Avallone». Una tappa miliare per il Corriere della Sera, dato il peso specifico del personaggio, la sua onnipresenza dietro una quantità spropositata di libri, di film, di programmi televisivi, di ospitate da amici potenti: Feltrinelli, Einaudi, Laterza; Nanni Moretti, Paolo Virzì, Silvio Soldini, Francesca Archibugi, Elena Ferrante; il lungo triumvirato con Fabio Fazio e Massimo Gramellini nel programma televisivo “Che tempo che fa”; la docenza di “Arti del racconto” allo Iulm di Milano.
*
Stupisce il fatto che il diarietto del virus venga relegato a pagina 20: in altri tempi Piccolo troneggiava regolarmente dopo la copertina, nella prima sezione intitolata “Il dibattito delle idee”. Stavolta, invece, a pagina 2 regna Paolo Giordano (i tempi sono cambiati) con una lunga intervista a Jared Diamond sulla pandemia, e la prima domanda del giovane scrittore è: «Quando ha realizzato che questa pandemia sarebbe stata diversa?».
Ha realizzato.
Ecco l’orribile, orribile, orribile anglo-americanismo che pezzo a pezzo sta divorando la prosa, l’eloquio, perfino le attività cognitive delle persone. Siamo arrivati al punto in cui dire una cosa semplice come “quando si è reso conto che sarebbe stata diversa…” è diventato così difficile da sopraffare giornalisti, scrittori, intellettuali, scrivani.
*
Respiriamo, torniamo in noi. Va tutto bene, andrà tutto bene, ripetiamocelo.
E ora riprendiamo il filo. Dunque, perché Francesco Piccolo non ha più il posto d’onore nel “Dibattito delle idee” su la Lettura, ma solo una comparsata all’interno? Ai tempi in cui discettava in quella sezione regale, Piccolo ha lasciato testimonianze importanti, paginoni multipli che sono rimasti impressi nella coscienza di molti. Ricordiamo ancora quando nel 2016 – doveva essere il numero #216 – lanciò una nuova filosofia che avrebbe lasciato il segno negli anni seguenti, secondo la quale la nostra realtà è diventata troppo complessa, perché ci sono troppe scelte: «Non sai quale tipo di yoga fare, quale succo di frutta contiene almeno un po’ di frutta, quale bicicletta non rubano, quale moto è ecologica, quale riso, quale birra artigianale (…), quale casco, quale partita di calcio, quale film». Quindi, secondo la sua teoria il caffè lo devi prendere come c’è, il sesso lo fai con chi ne ha voglia, il succo di frutta lo prendi a caso, se internet non funziona te ne freghi, guardi il primo programma che passa in tv senza distinzioni, eccetera. La sua dottrina è: Semplificare. Proprio come ha fatto con i suoi libri, scritti semplici e senza fatica, rapidi, diretti al primo strato della corteccia cerebrale, di successo sicuro perché l’amico Fabio Fazio nella trasmissione “Che tempo che fa” glieli ha megafonati per tutto il Paese, tenendoselo accanto a fare da spalla nella conduzione, così un sacco di gente correva a comprarli. Dopo la morte di Umberto Eco, fu Fabio Fazio a decretare dagli schermi, in via definitiva, che Francesco Piccolo è «il più prestigioso intellettuale italiano».
*
Bisogna ammettere che la neo-filosofia piccoliana, che con un’espressione felice venne definita cazzocanismo, è penetrata con efficacia nel nostro tessuto culturale, partendo dalla letteratura e finendo alla politica. Lo spartiacque fu il Premio Strega assegnato nel 2014 al suo libro Il desiderio di essere come tutti, edito da Einaudi. Né saggio né romanzo, intendeva essere la “riflessione definitiva” sugli ultimi trent’anni di vita italiana visti attraverso il doppio filtro della passione politica di sinistra e della filosofia piccoliana. Tralasciando la valutazione dell’opera – il risultato artificioso e poco credibile di un prodotto studiato a tavolino, del tutto autoreferenziale e privo di contenuti originali –, ci limitiamo a osservare come quella vittoria fu l’espressione più chiara di come si costruisce un potere con la rete d’intrecci fra politica, televisione, cinema e baronato editoriale.
*
Basti pensare che quel premio venne “soffiato” per soli cinque voti ad Antonio Scurati, che, avendo l’appoggio pesantissimo di Elisabetta Sgarbi, confidava ragionevolmente nella vittoria; e quando, poco prima dell’annuncio del vincitore, capì di avere perso per la seconda volta, Scurati seduto al tavolo Bompiani disse: «Che stiamo a fare qui?» e subito se ne andò piantando tutti. Dunque, forse anche Piccolo ha qualche responsabilità per come Antonio Scurati è diventato: prima di riuscire a prendersi ciò che riteneva suo (l’ultimo Premio Strega 2019), lo immaginiamo mentre vaga senza requie, mormorando «il mio tessoooooro…», fino a deformarsi nell’irriducibile odiatore dei milanesi, col senso tragico dell’esistenza coltivato in balcone e l’orologio indietro di ottant’anni.
*
A quell’epoca Francesco Piccolo aveva assunto un grande peso anche perché – mettendosi in contiguità col veltronismo cinematografico – sembrò avviare una vera operazione congiunta di stampo cultural-politico, da intellettuale engagée, che secondo noi andrebbe approfondita. In un’intervista all’Huffington Post del marzo 2015, oltre agli attacchi all’oltranzismo sindacale e alla sinistra non renziana («Per me le idee di Landini sono un ritorno all’indietro, un atto reazionario e in definitiva il male della sinistra») e ai dovuti omaggi glamourous dell’intervistatore («I pantaloni di velluto blu a coste larghe. La camicia grigia. I ricci appena accennati, la barba. Un Macbook sul tavolo. La finestra aperta sul chiasso di Piazza Vittorio»), si legge:
“Ne Il desiderio di essere come tutti lei racconta come si è liberato del complesso di superiorità comunista. Un vizio che molti avevano contestato al Pci molto tempo prima. Ha mai pensato di esserci arrivato tardi? «C’è chi l’ha detto prima di me, certo: ma l’ha detto da fuori, non da comunista. E così è troppo facile. Io ho vissuto la superiorità antropologica, l’ho vissuta da dentro. Liberarsene è come per i governi: un lungo cammino. Non potevo scrivere quel libro a trent’anni, forse nemmeno a quaranta, potevo farlo solo a cinquant’anni»”.
*
Ora non sappiamo se questa “liberazione dal complesso di superiorità antropologica” abbia portato bene alla sua sponda politica, visto che oggi Matteo Renzi è quasi azzerato e il Partito Democratico è vassallo di un’entità politica ostile che negli anni ha lavorato per il suo annientamento. Non sappiamo nemmeno se abbia portato bene alla sua vena artistica, date le prove letterarie successive, che tuttavia – grazie al consolidato potere mediatico-affaristico, molto ben gestito – hanno avuto una risposta di mercato sempre poderosa.
*
Nel noto Momenti di trascurabile infelicità, edito da Einaudi nel 2015, Piccolo affina abilmente la sua superficialità pseudo-intellettuale travestita da esercizio minimal, derivandola direttamente dalla filosofia del cazzocanismo. «L’anno scorso, mia moglie mi ha allungato un pacchettino avvolto da carta colorata e un fiocchetto dorato: il mio regalo di Natale. All’inizio, ho provato a sciogliere il nodo e a scartare il pacchettino con delicatezza, ma non c’era modo che si aprisse; solo dopo tanto tempo, e molto innervosito, ho strappato la carta con le unghie e con i denti. Mia moglie mi guardava fisso negli occhi, curiosa e ansiosa – ma anche spaventata per quella violenza – perché aspettava di capire se mi piaceva. L’ho aperto, l’ho guardato e ho sfoderato un sorriso molto ampio e ho detto grazie. Ti piace?, ha detto lei. Moltissimo, ho detto io. Ma non ho capito cos’era. Era un oggetto strano, con colori belli e una forma particolare, ma non era possibile capire cosa fosse. Intanto che lo mostravo agli altri, lei mi chiedeva: hai capito a cosa serve? Hai indovinato? E io rispondevo: sí, certo; ma sempre piú esitante. Poi chiedevo anche agli altri se avevano capito, con la speranza segreta che qualcuno rispondesse sí con convinzione, cosí finalmente me lo facevo spiegare; per poi dire come se già avessi capito: bravo, hai indovinato».
*
Ovviamente, pescando a caso fra le recensioni, quella di Raffaele La Capria si fece ossequiosa verso «il suo stile ironico-antitetico», parlando addirittura di realismo kafkiano: «Il nuovo libro di Francesco Piccolo si avventura per queste strade e lo fa non per inventarsi intelligenti e concisi aforismi fatti di parole e di saggezza, no, non è questo il suo intento; piuttosto il suo intento è proprio l’analisi di una trascurata realtà, è un realismo minore e a volte infinitesimo, spesso assurdo, qualche volta surreale, perfino – ma forse esagero – perfino un po’ kafkiano».
*
Niente forse, caro recensore: lei sta esagerando, e parecchio. Ma sappiamo come vanno le cose, da voi non si potrà mai dire che quel libro è un’inutile raccolta di inettitudini concettuali e stilistiche. Qui si vede l’arte: scambiare il superfluo per minimal, prendere i momenti del niente di chiunque, chiamarli infelicità e spacciarli come roba buona da comprare; offrire cose abissalmente insignificanti che chiunque faticherebbe a scrivere, perché troppo banali e prive d’interesse.
*
«Mi addormento in treno o in aereo, anche solo un poco. Quando riapro gli occhi, vedo il mio vicino di posto che ha davanti un succo d’arancia quasi finito e una bustina aperta dove c’erano i biscotti o i salatini. Il carrello è già passato. E chissà se ripasserà più». «Quando ci si trova di fronte alle porte dove c’è scritto staff only, e non si può entrare». «Quando la donna delle pulizie telefona per dire che oggi non può venire». «Sparecchiare la tavola con i piatti sporchi di sugo e dover spingere i resti del sugo nella spazzatura». «La sigla del telegiornale che arriva dalla finestra di un’altra casa, la mattina o il pomeriggio». «Il fatto di non sapere se la luce del frigorifero, quando l’hai chiuso, si spegne veramente». «“Lasciare il bagno pulito dopo l’uso”, il cartello che c’è in alcuni bagni pubblici».
*
Ma stiamo rischiando di dimenticare di cosa si parlava: dobbiamo tornare al Diario del virus del Corriere della Sera, agli otto scrittori, con Francesco Piccolo messo stranamente in quarta fila e relegato a metà fascicolo. Ci chiedevamo il perché di questa retrocessione, ma vedendo Sandro Veronesi sul trono come dominus della staffetta, a pesare sulle teste di tutti, abbiamo la risposta: Veronesi è il vincitore del Premio Strega 2020, ce l’ha già in mano, ed è bene che si sappia subito.
*
Dunque, non resta che iniziare a leggere il piccolo Diario: «Stamattina sono uscito per andare a fare la spesa. Presto, per due motivi: il primo è che trovo poca fila quando il supermercato apre; e poi perché posso fare una passeggiata intorno all’isolato del supermercato. Ogni tanto devo farlo, perché sento che i muscoli mi fanno male, di notte mi sveglio più del solito, come se avessi bisogno di scalciare e dare pugni nell’aria».
*
I due motivi: trova poca fila, e fa una passeggiata. Che dire, in questo mare si prende questo pesce. Ma parlerà anche lui di Veronesi?
*
«Sono stato tentato molto in questi giorni, dopo aver letto tutte le cose che fa Sandro Veronesi, di scrivere che anche io lavo, stiro, cucino, faccio il bucato, carico la lavastoviglie – perché ho pensato che sarebbe stato bello comunicare ai lettori della “Lettura” questa capacità, pensando che i lettori della “Lettura” non sapranno mai se lo faccio veramente; ma poi ho pensato che non era giusto, che Veronesi lo dice perché lo fa davvero e io lo avrei detto solo per fare bella figura e per non essere da meno; e quindi lascio perdere».
*
Bene, allora ci riteniamo liberi di lasciar perdere anche noi. Ad maiora!
Paolo Ferrucci
L'articolo Esegesi di Francesco Piccolo, uno scrittore da lasciar perdere (che fa il risotto con lo stesso impegno di Einstein…) proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/2zL9zOR
0 notes
Photo
Annunciati i vincitori degli attesi Art Directors Guild Awards (#ADG), i premi con cui ogni anno il sindacato degli scenografi sceglie le migliori prestazioni professionali in ambito cinematografico e televisivo. I loro verdetti sono considerati un tassello chiave nelle dinamiche dell’Awards Season, perché permettono di prevedere il successivo vincitore agli Oscar nella categoria miglior scenografia. Basti pensare che nelle ultime 16 edizioni (2006-2022) in cui il premio è stato nettamente separato in 3 categorie (D’Epoca/Fantasy/Contemporaneo) ben 13 volte il vincitore degli ADG Awards è stato confermato agli Oscar: 5 volte nella categoria Miglior scenografia per un film fantasy (Il labirinto del fauno, Avatar, Mad Max: Fury Road, Black Panther, Dune), 7 volte nella categoria Miglior scenografia per un film D’Epoca (Il curioso caso di Benjamin Button, Hugo Cabret, Il grande Gatsby, Grand Budapest Hotel, The Shape of Water, C’era una volta a Hollywood, Mank) e 1 volta nella categoria Miglior scenografia per un film contemporaneo (La La Land). (LINK nella STORIA) #AwardsSeason #Winners #TechnicalGuildAwards #ADGAwards #ArtDirectorsGuild #BestProductionDesign #Migliorscenografia #Awards #Movies #StagionedeiPremi #AwardsRace #OscarsRace #RoadtoOscar #Babylon #GlassOnionAKnivesOutMystery #EverythingEverywhereAllAtOnce https://www.instagram.com/p/Co1axxbIx_V/?igshid=NGJjMDIxMWI=
#adg#awardsseason#winners#technicalguildawards#adgawards#artdirectorsguild#bestproductiondesign#migliorscenografia#awards#movies#stagionedeipremi#awardsrace#oscarsrace#roadtooscar#babylon#glassonionaknivesoutmystery#everythingeverywhereallatonce
0 notes