#Poesia giapponese
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Cent’anni
trascorsi
avendo i fiori come casa.
Questo mondo
era davvero il sogno d’una farfalla.
Ōe no Masafusa
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Haiku: La magia di Dicembre
Dicembre: il mese del silenzio, della riflessione e della gioia condivisa.
Haiku su DicembreDicembre culla,freddo abbraccio di neve,luce di festa. La magia di Dicembre: RecensioneDicembre: il mese del silenzio, della riflessione e della gioia condivisa. Dicembre è il mese che chiude l’anno, avvolgendoci con la sua atmosfera unica, sospesa tra la quiete dell’inverno e il calore delle festività. È un periodo in cui la natura si addormenta sotto una coltre di neve, ma…
#"Spirito natalizio#Alessandria today#Atmosfera Natalizia#bellezza del presente#bellezza invernale#calore del Natale#contemplazione invernale#Dicembre#dicembre emozioni#dicembre riflessione#dolcezza dell’attesa#Fine dell&039;Anno#Google News#haiku dicembre#haiku stagionale#inverno 2024#inverno e poesia#inverno in Monferrato#inverno poetico#italianewsmedia.com#luce di dicembre#luci natalizie#Magia del Natale#magia dell&039;inverno#mese del Natale#mese di dicembre#neve e silenzio#Pier Carlo Lava#poesia e natura#poesia giapponese
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3. Poesia preferita?
Il rombo del tuono
nel cielo nuvoloso
forse pioverà.
E, quando accadrà resterai con me?
Il rombo del tuono
nel cielo nuvoloso
e anche se non piovesse
resterò con te.
- da Man'yōshū, Vol. 11, versi 2513 e 2514
(scusa il ritardo)
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#frasi#frasi belle#frasi vere#frasi e citazioni#citazione del giorno#frasi pensieri#amore#frasi vita#vita#frasi amore#frasi poesie#poesia#haiku#luna#giapponese#giappone#masahide
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PERFECT DAYS
“Sospendere il divenire è l’unico modo per rimanere eterni”. Lo scrisse Carmelo Bene, molti anni fa, in una intervista. Ecco, se volessimo partire da un punto fermo dell’ultimo ed attesissimo film di Wim Wenders, potremmo partire da questa affermazione del grande uomo di teatro italiano. Hirayama, il protagonista silente di “Perfect Days”, vive “in” e “di” una continua ripetizione degli atti quotidiani della sua umile vita: si sveglia, si rade, si lava, si veste, va al lavoro ascoltando cassette di classici rock, blues, soul (pulisce i bagni pubblici in diversi punti di Tokyo), pranza al parco con un panino e fotografa i rami degli alberi, prima di tornare a casa passa dai bagni pubblici per una doccia, poi esce a cena sempre presso lo stesso localino di ramen, (tranne la domenica); poi torna a casa e legge (Faulkner) prima di coricarsi sul futon dell’umilissima dimora. E al mattino dopo il ciclo ricomincia da capo. La ripetizione è la forza della storia di Wenders e “La ripetizione”, detto per inciso, è anche il titolo di un libro di Peter Handke che con Wenders ha più di una similitudine. Le increspature in questa vita assolutamente monotona, ma soddisfacente per Hirayama, sono pochissime, come il rapporto minimale con un collega un po’ svitato e approssimativo nel lavoro, l’incrocio di sguardi con una donna al parco anch’essa in pausa pranzo o le poche battute scambiate con la proprietaria di un altro locale dove Hirayama è solito cenare alla domenica sera e dove incontrerà il di lei ex-marito sofferente di una malattia incurabile. Anche la sporadica visita di una giovane nipote, non scuote la vita di Hirayama. Per essere perfette le sue giornate non necessitano di nulla: il lindore ritrovato di un water, la cura maniacale della pulizia di un lavabo, l’archiviazione delle fotografie scattate al parco, la quotidianità ripetuta e autosufficiente, fanno di ogni giorno un “Perfect Day”, quasi come quella della canzone di Lou Reed che scorre nella audiocassetta, ma con un surplus di solitudine che basta a sé stessa. Mi piace ricordare qui, una seconda similitudine col pensiero di Peter Handke, che ne “Il peso del mondo” scrive: “Prendere il calamaio, caricare la penna, in questo può risiedere la salvezza”. Di cosa è fatto il film di Wenders? È certamente un film calligrafico (del resto è o non è il Giappone l’impero dei segni, come lo definì Roland Barthes?) e la calligrafia è quella delle immagini che da sole raccontano l’esistenza e l’esistente, senza bisogno di molto altro. Il loro ritmo geometrico, come nelle sequenze (in un raffinatissimo b/n) dei sogni di Hirayama o come nella poesia dell’architettura della città o nelle trame delle superstrade di Tokyo che sembrano trasportare la linfa del vivere quotidiano. Tokyo è certamente co-protagonista del film, una città che ha sempre affascinato il regista dai tempi di “Tokyo-Ga” del 1985, che a sua volta era un omaggio a quel quotidiano di cui si alimentava il cinema del più grande regista giapponese di tutti i tempi, Yasujirō Ozu. Magnifico film che va a completare il mio personale trittico della vacanze natalizie insieme a “Foglie al vento” di Aki Kaurismäki e “La Chimera” di Alice Rohrwacher. Tre film difficili da dimenticare.
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Amori non vissuti che restano lì, immobili nella memoria, perfetti e lucenti, come cristalli Swarovski nelle credenze dei ricordi.
Si può amare ciò che non è stato?
Ozpetek esplora, col suo ultimo film, l'universo dei "come sarebbe stato se..?". E lo fa con la delicatezza e la poesia che da sempre lo contraddistinguono.
Ci si può perdere pur avendo una mappa, è il gioco della vita. Ma ci sono incontri che, nella lucente brevità del loro essere, regalano segni indelebili all'esistenza. Perchè, come dice uno dei personaggi "Chi si è voluto bene non si lascia mai. C’è sempre, anche se non lo vedi. Non è il quanto, è il come. È il riconoscersi, è l’intensità di un incontro che fa una storia”.
E nel frattempo, lo scorrere dei giorni, fatti di ore imperfette.
Come nel Kintsugi, l'arte giapponese di riparare i vasi rotti con l'oro, a mostrare la lucente bellezza delle tante fratture dell'esistere: il nobile incastro dei disincastri.
Quanta bellezza
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HAIKU il fiore della poesia giapponese. Lo haiku, la più piccola forma di poesia esistente, scandito in tre versi di cinque, sette, cinque sillabe, affonda le radici nel passato remoto della cultura nipponica: originariamente era la prima strofa (hokku) di un componimento più lungo, ma acquistò un'importanza sempre crescente fino a essere riconosciuto come genere indipendente. Questa antologia ne segue lo sviluppo dalla prima grande fioritura nel Seicento, epoca di profondo rinnovamento sociale in Giappone, fino alle soglie della contemporaneità, attraverso traduzioni che mirano a restituire al pubblico italiano l'icasticità e la purezza di una forma espressiva che ha sempre affascinato l'Occidente. #mondadori #salliland https://www.instagram.com/p/Cp4w_dlor0q/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Bagagliaio dell'auto o tasca di Doraemon?
Dopo numerosi anni e ancor piu' numerosi chilometri di onorato servizio, ho deciso di cambiare la mia vecchia macchinina per una macchina un po' meno vecchia.
Io mi affeziono alle cose e quell'auto era quasi una seconda casa, quindi non mi sono molto stupito quando ho dovuto riempire due borse della COOP con tutto quello che avevo sparso nel bagagliaio.
Per essere precisi, avevo con me:
Una Vuvuzela
il Gioco di Ruolo in Poster "le Monache di Monza" di Centum Oculi
Ricevuta del CAF del 2022
1 paio di stivali modello Polizia Italiana, forniture militari (scomodissimi)
1 CD di musica varia
i fogli di un corso di Mindfulness e disegno
una poesia di Manuela Toto, "Regole Preventive per non ammalarsi"
svariate fatture del meccanico
un fazzoletto di stoffa bianca
un cappello da capitano di marina, da carnevale
un Gilet Catarinfrangente arancione
Salviette antipolvere
Una T-Shirt pulita
un porta tessere di un birrificio
un assorbente omaggio
una spazzola
un arco di plastica e tre freccie a ventosa
Detergente per i vetri (che funziona da Dio anche sul monitor del PC)
un burrazzo
un asciugamano da bancone della Guinness
un altro CD
uno spray pulisci cruscotti
mezza confezione di coltelli di plastica
una scatoletta di tonno per gatti scaduta nel 2020
un martello da campeggio
un paio di occhiali di plasticaccia
un guanto di pelle (il destro)
i fazzoletti di una Idol Giapponese di Lucca del 2019, affettuosamente ribattezzati "la porzione mono-sega"
una lampada con le pile scariche e ossidate
una borsa di tela della Mana Project Studios
una borraccia della Popolarissima della Balorda (con ancora un po' di vino dentro andato in aceto)
un Tin Whistle irlandese
il gioco di carte Hanabi
la mia borraccia di metallo da 75 cl con gli adesivi Nerd
un rotolo di plastica adesiva decorativa
una tovaglia a quadri bianchi e bordeaux
un blocco di fogli A3
Occhiali pseudo fantascientifici
due paia di auricolari da cellulare con jack
un kit da cucito d'emergenza
Un paio di anfibi in goretex supercomodi
un cavo elastico da portapacchi
un caricabatteria accendisigaro/usb
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Creare un Giardino Unico con Piante Esclusive: Bonsai Ficus Ginseng, Kokedama, Bougainvillea e Verde Stabilizzato
Nel mondo del giardinaggio e della decorazione d'interni, le piante giocano un ruolo fondamentale nel creare ambienti accoglienti e naturali. Se gestisci uno spazio verde, un balcone o vuoi semplicemente decorare gli interni della tua casa, I Giardini di Giulia offre una selezione di piante uniche che possono trasformare il tuo ambiente in un'oasi di tranquillità e bellezza. Tra le piante più apprezzate ci sono il Bonsai Ficus Ginseng in vaso Bagua, i kokedama, la Bougainvillea e il verde stabilizzato con muschio e licheni stabilizzati. In questo articolo esploreremo le caratteristiche di queste meravigliose piante e come possono valorizzare i tuoi spazi.
Bonsai Ficus Ginseng in Vaso Bagua: Un Capolavoro di Natura
Il bonsai è una forma d’arte vivente che ha origine in Giappone e che richiede attenzione e cura per mantenerne la forma miniaturizzata. Il Bonsai Ficus Ginseng in vaso Bagua è una delle varietà più amate e diffuse per chi desidera avere un bonsai a casa propria. Questo bonsai è caratterizzato da radici aeree ben sviluppate e un tronco spesso, che gli conferiscono un aspetto robusto e imponente nonostante le sue dimensioni ridotte. Il vaso Bagua, spesso associato ai principi del Feng Shui, aggiunge un ulteriore elemento di equilibrio ed energia positiva agli spazi. bougainvillea la pianta colorata che trasforma il tuo giardino in unoasi mediterranea
Il Ficus Ginseng è molto apprezzato per la sua resistenza e facilità di cura, rendendolo perfetto anche per chi si avvicina per la prima volta al mondo dei bonsai. Richiede una posizione luminosa, ma lontano dai raggi diretti del sole, e deve essere annaffiato regolarmente, mantenendo il terreno umido ma non inzuppato. Grazie alla sua estetica raffinata, è l’aggiunta ideale per un salotto, un ufficio o qualsiasi ambiente che necessiti di un tocco di verde. Acquistare un Bonsai Ficus Ginseng in vaso Bagua su I Giardini di Giulia significa portare a casa un pezzo di natura che dona serenità e armonia.
Kokedama: La Poesia delle Piante Sospese
Il Kokedama è una tecnica giapponese di coltivazione delle piante, che si distingue per la sua semplicità ed eleganza. In italiano, kokedama significa "palla di muschio", e questo riflette esattamente la struttura della pianta: una sfera di terra avvolta nel muschio che contiene le radici, senza bisogno di un vaso tradizionale. I kokedama sono perfetti per essere appesi o esposti su un piatto decorativo, aggiungendo un tocco di originalità a qualsiasi ambiente.
I kokedama sono apprezzati non solo per la loro estetica, ma anche per il loro significato simbolico. Secondo la tradizione giapponese, rappresentano un legame diretto con la natura, portando equilibrio e pace negli spazi. A I Giardini di Giulia, offriamo una selezione di kokedama che variano per dimensioni e tipologie di piante, ognuno creato artigianalmente per garantire unicità. Che tu voglia appendere un kokedama in salotto o posizionarlo su un tavolino, queste piante sospese sono ideali per chi cerca un’idea decorativa minimalista e naturale.
Bougainvillea: La Pianta Colorata che Trasforma il Tuo Giardino
Se desideri aggiungere un tocco di colore e vivacità al tuo giardino, la Bougainvillea è la pianta perfetta per te. Originaria delle regioni tropicali e subtropicali, questa pianta rampicante è nota per i suoi fiori colorati e abbondanti, che vanno dal rosa al viola, dal rosso all'arancione. La Bougainvillea è perfetta per creare un'atmosfera mediterranea, trasformando il tuo spazio esterno in un’oasi fiorita e vibrante.
La Bougainvillea è una pianta versatile che può essere coltivata in vaso o direttamente in terra, ideale per rivestire pergolati, muretti o recinzioni. Richiede poche cure: ama il sole diretto e preferisce un terreno ben drenato. Con la sua capacità di fiorire generosamente per gran parte dell'anno, è una delle piante più spettacolari per il giardino. Acquista la tua Bougainvillea su I Giardini di Giulia e porta un angolo di Mediterraneo a casa tua.
Verde Stabilizzato: Muschio e Licheni per Decorazioni Naturali e Sostenibili
Per chi cerca soluzioni verdi che non richiedano manutenzione, il verde stabilizzato è la scelta ideale. Il muschio e i licheni stabilizzati sono piante naturali che, attraverso un processo di stabilizzazione, mantengono la loro freschezza e colore per anni senza bisogno di acqua, luce o potature. Questa tecnologia li rende perfetti per creare decorazioni murali, pareti verdi o centrotavola innovativi e sostenibili.
A I Giardini di Giulia, offriamo una vasta gamma di prodotti in verde stabilizzato, ideali per chi vuole aggiungere un tocco di natura a spazi interni come uffici, negozi o abitazioni. Il verde stabilizzato è anche una soluzione ecologica e durevole, perfetta per chi desidera un’estetica naturale senza l’onere della manutenzione. I nostri muschi e licheni stabilizzati sono disponibili in diverse tonalità e texture, permettendoti di creare combinazioni creative e personalizzate per ogni ambiente.
Perché Scegliere I Giardini di Giulia
Scegliere piante di qualità è essenziale per creare un ambiente accogliente e duraturo. I Giardini di Giulia offre una selezione di piante curate con passione, ideali sia per gli appassionati di giardinaggio che per chi desidera aggiungere un tocco di verde alla propria casa o ufficio. Acquistare piante online su I Giardini di Giulia è facile e sicuro: garantiamo spedizioni rapide in tutta Italia e un'assistenza clienti dedicata per ogni necessità. verde stabilizzato muschio e licheni stabilizzati i giardini di giulia
Sia che tu stia cercando un Bonsai Ficus Ginseng in vaso Bagua per decorare il tuo salotto, un kokedama per un tocco di originalità, una Bougainvillea per dare vita al tuo giardino o il verde stabilizzato per una decorazione sostenibile, su I Giardini di Giulia troverai sempre la pianta giusta per te.
Visita il nostro sito e scopri tutte le novità nel mondo del verde. Trasforma i tuoi spazi con piante uniche e di qualità.
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ORIGAMI
HAIKU/ STORIA Haiku sull’origami. Carta si piega,forme vive in volo,mani d’artista. #haiku L’haiku è una breve poesia giapponese composta di 3 versi di 5, 7 e 5 sillabe. In questo caso, ho cercato di catturare l’essenza dell’origami, quell’arte di piegare la carta per creare bellissime forme geometriche. L’origami può essere visto come una danza silenziosa della carta, guidata dalla…
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Fiori di ciliegio
tra monti scoscesi
se di giorno in giorno
continuassero così a fiorire
non proverei straziante nostalgia d’amore.
Yamabe no Akahito
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Haiku: No alla violenza contro le donne
“No alla violenza contro le donne”: un Haiku che parla al cuore
Silenzio spezzato,petali caduti a terra,rise al nuovo sole. Recensione “No alla violenza contro le donne”: un Haiku che parla al cuore Questo Haiku esprime in tre versi l’urgenza di dire basta alla violenza sulle donne, utilizzando immagini potenti e simboliche. Il silenzio spezzato rappresenta il dolore e la sofferenza delle vittime, mentre i petali caduti richiamano la fragilità della vita…
#Alessandria today#arte contro la violenza#azione contro la violenza#Cambiamento Culturale#consapevolezza sociale#denuncia poetica#Diritti delle donne#donne e rinascita#empatia e riflessione#Google News#Haiku contro la violenza#haiku significativi#impegno sociale#italianewsmedia.com#linguaggio universale#lotta alla violenza#messaggio d&039;amore#Messaggio sociale#messaggio universale#no alla discriminazione#no alla violenza#petali caduti#Pier Carlo Lava#poesia breve#poesia breve e incisiva#poesia contro la violenza sulle donne#poesia del risveglio#poesia e diritti#poesia giapponese#poesia per il sociale
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Haiku o haikai) Forma poetica della letteratura giapponese, di sole 17 sillabe sullo schema 5-7-5. Elevata a forma d'arte da Basho Matsuo (1644-1694), ha trovato imitatori nella poesia europea novecentesca, specie in quella francese e in quella italiana ermetica
A.I. (Artificial Intelligence - Intelligenza Artificiale)
L'intelligenza artificiale (AI) è la base per simulare i processi di intelligenza umana attraverso la creazione e l'applicazione di algoritmi integrati in un ambiente di calcolo dinamico. In altre parole, l'obiettivo dell'AI è quello di creare computer in grado di pensare e agire come gli esseri umani.
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Simone Ponzi / Paolo Lagazzi dedicato ad Attilio Bertolucci Gli occhi di Bertolucci
Una volta, dopo molti anni dal mio primo incontro con Attilio Bertolucci, e dopo già tante pagine da me dedicate alla sua opera, un amico parmigiano mi chiese: “Ma hai intenzione di scrivere per sempre su di lui? “ Candidamente, e forse un po’ provocatoriamente, gli risposi di si, aggiungendo che il mio bisogno di occuparmi della sua poesia nasceva dalla forza del suo mistero. (...) Proprio questo suo abitare l’esistenza come flusso, senza mai preclusioni mentali, ma abbandonandosi all’avventura, al brivido, alla vertigine nascente dello spostarsi continuo delle cose (anche delle cose più minute e impalpabili), faceva di Bertolucci un maestro, e delle parole semi preziosi. Troppi, nel Novecento, hanno posato a maestri perché l’idea di “maestria” possa godere ancora di buona fama. Ma la maestria di Bertolucci era un fatto naturale, inevitabile: era la vibrazione intima di uno stile negato a qualsiasi rigidezza ideologica, a ogni petizione di principio. Senza l’ambizione d’insegnare alcunché, Bertolucci sapeva insegnare tutto: come si guarda un film, come si può leggere un libro o interpretare la moda, e come è possibile difendersi dal cattivo gusto semplicemente socchiudendo gli occhi; come si può far tesoro anche degli errori, e quali piccoli trucchi bastano, certi giorni, per preservare la nostra libertà, la freschezza profonda del nostro respiro. Per pura forza di passione e intuizione, attraverso la prova della vita e la verità della propria poesia, Bertolucci era arrivato, credo, a una sapienza naturale assai prossima a quella dei maestri taoisti. Ogni conversazione con lui era sempre un evento, un segno, un’occasione per scoprire qualcosa, per portare qualche grano di luce ad affiorare dal magma dell’esperienza. Solo avvicinandomi all’arte giapponese ho avvertito una finezza sensibile pari a quella che Bertolucci sapeva esercitare con la nonchalance dei gesti ordinari, delle parole gettate un po’ a caso sul sentiero dei momenti. Ma nessun altro uomo che ho conosciuto ha saputo trasmettermi un amore così assoluto per l’esistenza in tutti i suoi aspetti, poiché nessun uomo più di lui conosceva gli infiniti modi di manifestarsi della bellezza, perfino nelle situazioni più umili, nei luoghi più inappariscenti, nelle plaghe benedette dell’abbandono”. Per questa sua capacità di amore non riesco a crederlo morto. Ha scritto una volta Rilke: “forse i morti sono coloro che si sono appartati per pensare alla vita”. Bertolucci si era appartato ( e in questo senso viveva in un suo esilio) non dalla vita ma dalla storia, che della vita è solo la corruzione l’ombra distorta, l’eco deforme: e non praticava il suo “a parte” per pensare alla vita, ma per liberarla, nella poesia, dal peso delle idee, dal velo dei pensieri che la impoveriscono, soprattutto quando credono di arricchirla. Ecco perché la sua poesia non può arrivare a chi pretende di pesarla con il bilancino della ragione, con gli strumenti a freddo delle poetiche. Per quanto mi riguarda, seguire Bertolucci nell’avventura delle sue parole sarà sempre tentare di intuire a cosa alludono, come quando, nei tramonti estivi di Casarola, cercavo d’intravedere al suo fianco ciò che riusciva a scorgere nell’inazzurrarsi della luce, nell’avanzare quieto della notte sugli spalti dorati del Groppo Sovrano. Paolo Lagazzi, novembre 2003
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L'ETÀ DELLA DONNA
Una donna dai 18 ai 20 anni è come la città di Gerusalemme, tutti la amano.
Dai 20 ai 22 anni è come la città di Los Angeles, emozionante, brutale e misteriosa.
Dai 22 ai 25 anni è come la città di Londra è bella e tutti sognano di viverci.
Dai 25 ai 30 anni è come la città di Damasco. Romantica, ama la poesia e le belle parole.
Dai 30 ai 35 anni come la città di Parigi, un fiore d'orchidea con profumo.
Dai 35 ai 38 anni come la città di Roma, tutte le strade dell'amore conducono ad essa.
Dai 38 ai 42 anni come la città di Beirut, un legame tra passato e presente tra bellezza e maturità.
Da 42 a 48 anni come la città del Cairo è sofisticata, impressionante e meravigliosa.
Da 48 a 53 anni come la città giapponese di Kyoto, di classe.
Dai 53 ai 60 anni come Khartoum, il suo passato è antico, il suo presente elegante e il suo futuro misterioso.
Nell'età in cui si trova, la donna sarà sempre la cosa più bella della Creazione.
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Suzumi Suzuki "L'ultima poesia", Fanucci Editore
LA LETTERATURA GIAPPONESE FA IL SUO ESORDIO NEL CATALOGO LEGGEREDITORE CON UN ROMANZO DALLE TINTE FORTI E UNA PROSA RICERCATA. NELLA SHORTLIST PER IL 167° PREMIO AKUTAGAWA Traduzione di Chiara Pasqualini Leggereditore/Fanucci La protagonista di questo seducente romanzo se ne è andata di casa a 17 anni. Ora che ne ha 25, lavora come intrattenitrice nel quartiere notturno di Tokyo. La madre, con…
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