#Poesia Salvatore Di Dio
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Tramonto Sereno tramonto primavera -rinasco sono con te
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Grey Religion - “Lacrime e illusioni”
Il nuovo singolo dell’eclettico artista sugli stores digitali e nelle radio
Esce “Lacrime e illusioni”, nuovo singolo di Grey Religion, poliedrico artista emiliano, sui principali stores digitali e nelle radio in promozione nazionale.
Questo brano comunica all’ascoltatore sofferenza e confusione che l’artista ha vissuto e affrontato in un momento della sua vita sfogando le sue emozioni in parole e musica da lui composte. “Lacrime e illusioni” sembra comunichi direttamente a una ragazza, ma in realtà è rivolta a tutte le persone che spesso subiscono un distacco emotivo e di fiducia. Poesia e musica che nascono di notte, perché Grey Religion compone e scrive esclusivamente nelle ore notturne quando è solo e può essere totalmente se stesso in un mondo dove spesso bisogna mettersi maschere per sopravvivere alla crudeltà della società. Per tutto il resto, sarà la musica a stessa a raccontare tanto altro, basta volere e saper ascoltare.
Storia dell’artista
Nicholas Russo, in arte Grey Religion è un beatmaker, produttore, fonico, rapper e cantante emiliano. Fin dall’età di sei anni intraprende il percorso da musicista studiando chitarra elettrica presso finale Emilia: era un bambino un po’ solitario fuori dagli schemi che preferiva vivere le sue giornate a suonare piuttosto che andare a giocare. All’età di undici anni forma due band e inizia a suonare in vari locali partecipando a diversi talent nella zona, iniziando così a scoprire il mondo esterno. Dopo il liceo frequenta il conservatorio di Ferrara ma non soddisfatto di ciò che aveva intrapreso inizia a studiare chitarra elettrica nella scuola di musica moderna di Modena, frequentando contemporaneamente corsi di steimberg cubase e produzione mixing e mastering. Realizza, inoltre, un suo studio di registrazione in casa e comincia ad auto prodursi dando vita a diversi progetti a partire dal rap dark conscious fino ad arrivare al pop acustico e rock. Il suo primo album “Muoio in poesie” è stato pubblicato nel 2019. Passava intere notti a registrare e a scrivere canzoni infatti ha diversi album ancora nascosti al pubblico. Nel 2019 partecipa alla scuola di Mogol in Umbria tramite il concorso Tour Music Fest dove per una settimana ha studiato diverse strategie di scrittura e lezioni di canto. Iniziò così a pubblicare diversi videoclip musicali tra cui “Non scherzo sai”, “Vorrei regalarti”, “Non mi fermo”, “Non lasciarmi mai”, “Dio”, “Fantasma”, arrivando fino ad oggi con l’uscita di “Ombre”, il suo secondo album. Negli ultimi mesi ha seguito dei corsi di mixing and mastering dal fonico di Cesare Cremonini e Laura Pausini presso Recording Over Studio a Cento (FE), ha studiato alcune tecniche di missaggio da Salvatore Addeo (fonico di Emis Killa, Vegas Jones) E infine ha appreso metodi di mixing da Marco Borsatti (ingegnere del suono di Vasco Rossi), portando quindi alla crescita il suo studio di registrazione “Panic Room”.
Instagram: https://www.instagram.com/grey.religion/
Facebook: https://www.facebook.com/GreyReligion/
Spotify: https://open.spotify.com/artist/2LQ05pmykJTnjHe9I3XHuH?si=Le61KOMyQjqoi91pJknzgw
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Fano: A Passaggi, il festival della poesia con il vincitore del Premio Fortini
Fano: A Passaggi, il festival della poesia con il vincitore del Premio Fortini. L’ultima pagina dell’edizione 2023 di Passaggi Festival sarà scritta in versi: a chiudere la manifestazione dedicata ai libri, in programma a Fano, sarà il mini festival di poesia ‘Passaggi diVersi’: tre appuntamenti, tutti concentrati nella serata finale di domenica 25. Ad aprire sarà il ‘Premio letterario internazionale Franco Fortini’ (ore 21): sarà proclamato il vincitore dell’ottava edizione, scelto fra la cinquina finalista composta da Prisca Agustoni (Verso la ruggine, ed. Interlinea), Francesco Brancati (L’assedio della gioia, ed. Le Lettere), Marilena Renda (Fuoco degli occhi, Nino Aragno editore), Mary Barbara Tolusso (Apolide, ed. Mondadori), Gian Mario Villalta (Dove sono gli anni, ed. Garzanti). La Giuria del Premio, è presieduta da Christian Sinicco e composta da Maria Borio (segretaria), Bernardo De Luca, Tommaso Di Dio, Carmen Gallo, Paolo Giovannetti, Fabrizio Lombardo, Francesca Marica, Giuseppe Nibali (segretario), Niccolò Scaffai, Francesco Terzago, Italo Testa e Antonio Tricomi, Il Premio Letterario Internazionale “Franco Fortini” è organizzato da Poiein APS in partenariato con Passaggi Cultura e in collaborazione con Centro Interdipartimentale di Ricerca Franco Fortini in “Storia della tradizione culturale del Novecento” – Università di Siena, Fondazione per la critica sociale, Fondazione Palazzo Litta per Arti Onlus – MTM, Ass. Culturale Perda Sonadora – Festival Cabudanne de sos Poetas e Dipartimento di Comunicazione, arti e media “Giampaolo Fabris” dell’Università IULM. A seguire l’appuntamento dedicato agli ‘Editori coraggiosi’ (ore 22), con due coppie formate da editore e poeta, intervistate da Fabrizio Lombardo. Ci saranno Franca Mancinelli, curatrice della collana di poesia dell’editore Anima Mundi, insieme con la poetessa Roberta Castoldi, autrice de “La formula dell’orizzonte” (AnimaMundi), e Cristina Daglio, editrice di Puntoacapo, con il poeta Luca Nicoletti (“Rappresentazione della Luna”, Puntoacapo edizioni). Si terminerà, dalle 23 a mezzanotte, con ‘Calici diVersi’, con letture di poesie e degustazione di vini marchigiani dell’azienda Crespaia di Fano, e con il brindisi finale di Passaggi Festival 2023. I poeti protagonisti della lettura ad alta voce saranno Christian Sinicco, finalista al Premio Strega Poesia con ‘Ballate di Lagosta’ (Donzelli); Francesca Bavosi, autrice di “Ipotesi di misura” (Fara Editore); Gianni Iasimone con “Il mondo che credevo. Un poema metà-fisico” (Arcipelago Itaca); Daniele Ricci con “Lezione di meraviglia” (Italic Pequod) di, Salvatore Ritrovato con “La circonferenza della vita” (Marcos y Marcos). A presentare la serata saranno Fabrizio Lombardo e Marta Mallucci del social media team di Passaggi. “Quest’anno - spiega Lombardo, curatore della rassegna - abbiamo condensato in una serata lo spirito che all’interno di Passaggi festival rappresenta la poesia, ovvero uno sguardo intenso che ritiene la scrittura poetica capace di descrivere il presente meglio di altre forme. In quest’edizione ne sono testimonianza libri importanti come quelli in finale al premio Fortini; le voci al femminile dei progetti editoriali che andremo a raccontare; le diverse scritture che ascolteremo nel reading che chiuderà la rassegna e il festival”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Immagine: la poesia "Alla nuova Luna" di Salvatore Quasimodo.
In principio Dio creò il cielo e la terra, poi nel suo giorno esatto mise anche i luminari nel cielo e al settimo giorno si riposò.
Dopo miliardi di anni l’uomo fatto a sua immagine e somiglianza, senza mai riposare, con la sua intelligenza laica, senza timore, dentro il cielo sereno d’una notte d’ottobre mise altri luminari uguali a quelli che giravano dalla creazione del mondo. Amen.
9 ottobre 1957
Il primo giorno, settembre 2022, sono entrato nelle quinte ed ho scritto alla lavagna la parola maturità. In grande. Oggi le tracce. Vediamo: la prima è una poesiola che può aver scritto Quasimodo in dieci minuti. Va be', ma è fatta per fare parlare di tutto, si dice. Sì, ma vediamo pure cosa gli studenti intendono per "intelligenza laica". Di tutto di più, temo. E perché quei luminari sono uguali? 2 Moravia: non lo fanno tutti. E la borghesia? Sappiamo ancora cos'è? 3 Chabod: è una traccia soprattutto su un autore del quarto anno, Mazzini. Fa poi riferimento a letture personali sul tema della nazione: 😂😂😂🤣. B2, quella di Angela. 1 tipica traccia del GAC. Condividi il suo elogio della creatività? Grazie al cazzo che lo condivido! Dovrei essere creativo e contestarla, ma non sono così coglione da non sapere che mi dovete valutare voi, che non brillate per creatività. B3. Il testo propone una filosofia della storia e la "produzione" chiede di parlare "degli avvenimenti internazionali" odierni. Cioè di Putin! C1 Quella contro il Ministero Bianchi. Primo premio all'indecenza. Medaglia d'oro al delirio di chi attacca un ministro precedente. Inaudito davvero. C2 Anche Belpoliti ha ironizzato sulla pochezza del proprio stesso testo, un testo banalissimo per provocare pseudoriflessioni banalissime. Ad un certo punto si dà per scontato che non saper attendere sia la stessa cosa di "volere tutto e subito". Non è così; non saper attendere significa anche non saper vedere, non saper ascoltare, non saper sentire il tempo che passa.
Questi sono quelli del merito. Meritacci loro.
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Cena Romantica al Ristorante Luna Blu Parma con la Poesia di Francesco Nigri
Cena Romantica al Ristorante Luna Blu Parma con la Poesia di Francesco Nigri
Cena Romantica al Ristorante Luna Blu Parma con la Poesia di Francesco Nigri Il Ristorante Luna Blu di Parma ha organizzato una Cena Romantica con ospite il poeta Francesco Nigri. L’evento si terrà giovedì 26 maggio dalle ore 20,00 presso il Ristorante Luna Blu nei pressi del Parco Ducale di Parma in via Gramsci 11. Conosciuto per il suo pesce freschissimo, al Luna Blu non mancano ovviamente…
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#al poeta importa solo ciò che da dio sentì dire tramite un suo amico ama e fa ciò che vuoi#altri leggono poesia e si avvicinano a dio#amore amare crederci#anelito poesia a sperare ricercare definito nell indefinito#belle poesie d amore#bellissime poesie d amore#casa editrice albatros il filo francesco nigri#Cena Romantica al Ristorante Luna Blu Parma con la Poesia di Francesco Nigri e versi tratti dal libro di poesie d&039;amore IL SEGRETO DI E#credere che è possibile amare predicato#del Team Luna Blu Parma#distribuzione messaggerie libri spa#dopo dieci anni dalla sua ultima pubblicazione francesco nigri torna#ebe divinità giovinezza#ebe mitologia#ebe pozione coppiera segreto ambrosia nettare#ebe presenza necessaria per giovinezza dei#francesco nigri a fiere internazionali e nazionali letteratura del libro#Francesco Nigri con Salvatore e Virginia Buonocore#Francesco Nigri pubblica a breve un nuovo libro di poesie d&039;amore | Oltre 200 pagine di immersione in versi innamorati in libreria e on#frasi poesie d amore#il filo gruppo albatros poesie d amore libro libri francesco nigri#Il nuovo libro di poesie d&039;amore di Francesco Nigri si chiamerà IL SEGRETO DI EBE | Edito da Il Filo Albatros in librerie e store onlin#il poeta non è nè isola nè terra mare cielo#IL SEGRETO DI EBE Libro di Poesie d&039;amore di Francesco Nigri | Edizioni Il Filo Albatros in librerie e store online formato cartaceo e#il sogno è il verso del primo e dell ultimo canto quotidiano#La Casa Editrice di Alda Merini pubblicherà Francesco Nigri | In uscita a breve il nuovo libro di poesie del poeta dell amore#la più bella poesia d amore#la poesia vive un uno spazio frequentato da tutti quello dell anima#la storia il come il perchè di amore grande dato di vivere#la verità poetica si arricchisce della visione tensione di tanti
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IL MARESCIALLO MUSCARA’ e la legge degli uomini
Il maresciallo Muscarà stava leggendo il rapporto del Capitano Pioppolo, che era, a suo modesto giudizio uno dei migliori scrittori di carabinese, così lui chiamava quell’italiano burocratico e legale che si usava per scrivere un rapporto anche inutile che presto finiva nell’assurdo ed irreale. “Il Cosimo Foti, di professione ambulante, domiciliato in un appartamento locato in via … civico .. interno … trovandosi a svolgere la sua suddetta attività nella strada ove aveva domicilio il Lo Cascio Salvatore, incensurato senza fissa dimora con cui aveva avuto da dire a motivo di Rosa Concetta di professione badante ma denunciata più volte per prostituzione e raggiro di incapace, con cui il suddetto Lo Cascio conviveva e da cui aveva avuto cinque figli germani, lo affrontò con ingiurie e minacce a cui il Lo Cascio Salvatore reagiva con incontrollata veemenza procurandogli un taglio nel sopracciglio destro che al pronto soccorso veniva curato con punti tre di sutura e una prognosi di quindici giorni, salvo complicazioni!” “poesia!” commentò tra sé e sé il maresciallo. “pura poesia!” concluse soddisfatto con una punta di invidia. “Maresciallo – fece la voce agitata dell’appuntato Cacace che apparve dal nulla sulla porta del suo ufficio – ce lo abbiamo!” “Bene Cacace! E chi abbiamo?” “Il nostro primo omicidio del mese!” “Ah, e chi è il fortunato?” “Un certo Campisi, Sam Campisi di anni 83!” “Non mi sembra di conoscerlo…” “È uno che viveva in America e che sembra sia rientrato da poco! Così ci ha detto l’assassino, il sedicente Raffaele Saija che è venuto a consegnarsi. È di là nell’ufficio piccolo. Vuole interrogarlo?” “Ha chiamato l’avvocato.?” “No vi ha rinunciato e vuole farle una dichiarazione spontanea” Il maresciallo pensò che era tutto molto strano e decise che era meglio se andava a sentire. Si alzò e si diresse verso il piccolo ufficio dove parcheggiavano le persone in attesa o i commilitoni di passaggio. Prima di entrare osservò da un angolo della vetrata dell’ufficio malamente ricoperta da un foglio di plastica opaco la stanza dove seduto davanti ad un tavolino dell’ Ikea di Catania che faceva da scrivania, vi era un vecchio dai capelli bianchi con in mano una vecchia coppola. La giacca era almeno di due misure più grandi, forse di quando era più giovane e forte ed era di un consunto velluto nero che faceva risaltare il bianco intenso della camicia e quello dei capelli e della barba. Le scarpe erano di quelle del calzolaio del paese rinforzate nella punta e nel tacco per durare secoli. Lo sguardo appariva un po’ perso ma per nulla impaurito o sottomesso. Il Maresciallo entrò di corsa “Buongiorno, sono il Maresciallo Muscarà,” “”Mi chiamo Raffaele Saija di anni settantanove e mezzo coniugato con Cosima Galletta di anni ottantatré con due figli, Vittoria e Pasquale di anni…” “Signor Saija, signor Saija, questo lo dirà dopo nelle sedi opportune. Lei ha rinunciato all’avvocato quindi qui siamo solo noi due Muscarà e Saija. Prenda un sospiro e mi dica tutto quello che è successo” Il vecchio si fermò nel ripetere una litania che chissà quante volte aveva snocciolato tra se e se. Si toccò il petto come se sentisse una fitta Il Maresciallo gli chiese “Vuole un bicchiere d’acqua ? – e senza aspettare la risposta gridò – Cacace porta un po’ d’acqua” Cacace usci di corsa e rientro dopo poco portando un grosso bicchiere colmo d’acqua. Il vecchio ringraziò, prese da una scatoletta una pastiglia, la mise in bocca e bevve due lunghi sorsi. Finito di bere si asciugò le labbra con un fazzoletto ed iniziò a parlare “Ecco Maresciallo, se devo dire tutto devo iniziare da quando avevo dieci anni. Fu la prima volta che vidi mia moglie vestita con il suo abito della prima comunione. Maresciallo, era bellissima, una piccola madonna, con i lineamenti aggraziati, la pelle bianchissima, due occhi nerissimi e lucenti come u vitru da lava e i capelli neri come gli occhi e ntrizzati (intrecciati)in due lunghe trecce. Io non sapevo cosa era l’amore e non capivo perché il cuore mi battesse cosi forte. Dentro mi sentivo sottosopra come quando avevo fatto indigestione di sfinci. Da allora, ogni volta che la vedevo mi succedeva la stessa cosa. Crescendo per me lei diventò la persona più importante del paese; quando nel cortile della scuola la vedevo restavo tutto il tempo dell’intervallo ad osservarla, in chiesa andavo solo per vederla e nelle gite del primo maggio o di pasquetta mi aggregavo sempre ai suoi amici per stare con lei. Quando avevo poco più di vent’anni, la vidi una sera che si baciava dietro il campanile cu du figghiu i buttana i Samueli u stottu. Maresciallu: mossi (sono morto) nta du mumentu chi visti. Pi mia Samu era na mala pissuna: sfriggiusu, latru, fausu e cu chiù n’avi chiossa ni po’ diri! Vidiri a idda chi pi mia era na madonna baciata da iddu, era comi vidiri Giuda baciari nostru signuri Gisu Cristu. Passai a notti cu l’anima mei chi si strazzava comi i fogghi di rami dill’abbiri quannu cu maistrali veni a ragnola e passa paru facendo divendare le foglie piccoli coriandoli verdi. Milli voti mossi e milli voti risuscitai sulu pi moriri ancora quannu pinsava a iddu e a idda.” Cacace si mosse come a dire al vecchio che l’aveva presa troppo alla lontana. Il vecchio guardò il Maresciallo che immobile attendeva che continuasse. “Poi marisciallu successi u patatracche. Mi dissiru chi idda era incinta e jo già pinsava chi s’avianu spusari comi si fa tra persone che si vogliono bene e sono da rispettare. Mi stava mittennu u cori in paci. Inveci vinni a sapiri che iddu, du disunuratu figghiu i spasciata, l’avia lassata, era scappatu a merica lassannula sula nto menzu i na strada!” Il vecchio fece il gesto di sputare in un angolo della stanza “Puu figghio ibuttana, nta l’infennu ta caliari l’ossa - fece rivolgendosi alla figura ideale a cui aveva idealmente sputato, poi rivolgendosi al maresciallo che aveva guardato severamente il gesto che aveva fatto continuò – Scusassi Maresciallu, ma a pinsari a iddu mi si ntucciunianu i budeddi! Comunque, la famiglia di lei la cacciò di casa e lei si ridusse a vivere a casa di una sua zia in campagna. Da quel momento, appena la notizia si diffuse in paese, da tutti venne considerata na buttana. Sua zia poi era una menza pazza che viveva in un catoio (cesso) di casa e la trattava peggio i na criata (serva). Una volta sono andato a vederla e la trovai con la pancia grossa che stava raccogliendo ligna nto boscu. Era magrissima, i capelli raccolti alla meno peggio, gli occhi circondati da due brutte occhiaie per la vita mala che faceva, vestita di stracci rupizzati (piene di pezze) e i piedi nudi pieni di caje (ferite). Ci incontrammo e ci guardammo senza dire una parola. Quando le dissi “ciao” dalla vergogna scappò piangendo.” Il vecchio prese il fazzoletto e si asciugò gli occhi e la bocca. ”Io no sapia chi vulia diri vuliri beni. L’amuri era una parola che sentivo nelle canzoni, nella predica che faceva il parrino in chiesa. Jo sapevo solo che così infelice e sofferente lei non doveva restarci, perché era come se il dolore e la vergogna che lei provava, li sentivo io nelle mie carni e nella mia anima! Annai i cussa a casa e a me patri ci dissi ca vulia spusari. Me patri, chi era patri, mi disse quello che doveva dire un patri in questi casi: che ero pazzo, chi era na mala fimmina, ma jo continuava a diri ca vulia spusari e che l’avrei fatto anche me ne dovevo fujri (scappare) cu idda. Mio padre allora il giorno dopo andò dal padre di lei e gli disse che io ero intenzionato a fare cose serie. Suo padre rispose che sua figlia per lui era morta, che non ne voleva sapere cosa, chi era na buttana e da buttana doveva finire nel catoio dove era. Mio padre lo guardò stupito, lui viveva per noi figli e non capiva questo odio. “Anche Dio ha fatto morire suo figlio ma dopo tre giorni lo ha fatto resuscitare: Tu non si nu patri” gli disse con disprezzo e se ne andò. Mi venne a prendere e mi portò dal prete pregandolo di andare con me dalla ragazza per proporgli di sposarmi. Il prete mi guardò scettico e diffidente. Mi chiese “Ma tu si nu carusu, chi ni sai i vuliri beni?” io gli risposi quello che sapevo. Che di volere bene non sapevo nulla, ma sapevo che era lei la mia vita. Allora il prete mi portò da lei e la convinse che chi doveva nascere aveva bisogno di un padre ed io ero quello giusto perché già volevo bene a lei e allo stesso modo avrei voluto bene anche a chi aveva in grembo. Così ci sposammo e lei venne a vivere da noi e ci nacque Vittoria: Maresciallo una rosa bellissima, bella come poteva essere solo sua madre. Mia figlia Vittoria, perché il padre non è chi fa i figli, ma chi sa crescergli! Poi nacque mio figlio Pascale e fu la gioia di mio padre. Vittoria la mandammo a scuola dalle suore, perché la gente del paese diceva cose brutte su sua madre, lei era brava a studiare e ora fa il medico o spitali i Missina. A mio figlio che aveva il suo nome, mio padre lasciò l’uliveto e un gran pezzo di terra che lui ha trasformato in una vigna e da lavoro a tutti i figli di quelli che chiamavanu buttana a sua madre: tutti per parlare con lui si devono levarsi il cappello!!” Concluse con orgoglio il vecchio. “Ho capito, signor Raffaele, - fece il maresciallo Muscarà – ma mi dica cosa è successo oggi, perché è venuto qui a dire che ha ucciso questo Sam!” “L’omu chi parra sulu pi dari sciato a bucca è n’omu i pagghia! Jo ci l’avia dittu e u fici! – rispose con veemenza il vecchio – anni fa nu so cumpari da merica era venuto e mi aveva detto che Sam sarebbe tornato al paese per prendersi sua figlia e jo ci rispunnii che se fosse tornato, appena u vidia quant’è veru Diu, jo ci sparava! Ca nta menzu l’occhi ci mittia na padda i ghiummu a du fitusu, figghiu i buttana malu cavatu! E comi dissi, fici! Appena ho saputo chi era tornato annai e ci sparai nto menzu l’occhi ,Ca propriu nta frunti!” “e con che cosa gli ha sparato” “ Cu chista Marisciallu” fece il vecchio tirando fuori dalla grande giacca un enorme revolver e puntandolo verso il militare “Maresciallo.. “ Gridò Cacace buttandosi verso l’arma. Il Maresciallo aveva reagito d’istinto e con una mano aveva afferrato la canna spostandola verso l’alto. Si senti un botto secco e del fumo uscì dalla canna della pistola e dal tamburo. Il maresciallo strappò di mano la pistola al vecchio e lanciò un’occhiata severa a Cacace dicendo “Ma non l’avevi perquisito?” “Ecco io … pensavo.. “ “e non pensare che è meglio.” Commentò severo il Maresciallo che osservò il revolver. Era una vecchia Webley, una pistola d’ordinanza che l’esercito inglese aveva usato fin dopo la seconda guerra mondiale. Era coperta da una patina di grasso vecchio e attaccaticcio e sul tamburo vi erano degli ossidi che avevano avvolto le cartucce nel tamburo. Per questo il colpo alla fine si era trasformato in “flop”. “ e questa dove l’hai presa?” Chiese il Matesciallo. Il vecchio scosse la testa come seccato a ripetere una cosa nota a tutti. “ Quannu ci fu a guerra e rivarunu i miricani e l’anglisi, una camionetta di questi si erano fermati a chiedere dell’acqua e mio nonno, insieme all’acqua gli diede anche il vino. Questi si mbriacarano. Quando avevano bevuto tanto che non stavano più in piedi e si erano messi a dormire per terra, mio nonno li prese e li mise sulla camionetta lasciandoli al paese, vicino a dove stavano i loro. Arrivato a casa, sotto una sedia trovarono la pistola. Non è che la poteva riportate a quelli che aveva lasciato per strada a dormire, così l’ha tenuta. Me nonnu a misi in una pezza impregnata di olio e la nascose vicino alla gebbia (vasca per la raccolta dell’acqua) e li è sempre rimasta. Mio nonno e mio padre ogni tanto la pulivano con l’olio per farla funzionare e devo dire che funziona benissimo!” Il maresciallo lo guardò serio e preoccupato “Signor Raffaele, lo sa che per quanto mi ha detto lei può essere accusato di omicidio preterintenzionale e la legge è molto severa in questi casi!” Il vecchio si drizzo sulla sedia “I liggi i fannu l’omini, i stissi omini chi a me figghia a chiamavanu figghia i buttana e ora chi avi nu pezzu i catta i dutturi, ci vannu a baciari i mani mi cura di brutti mali! – con l’indice scarno si toccò il centro del suo petto e tutto serio disse – jo haiu a me liggi!” Il maresciallo lo osservò “Andiamo a vedere a chi ha sparato, Cacace, Caccamo venite con noi” Cacace guardo le manette, ma il Maresciallo fece un veloce cenno di capo per dire che non servivano. All’uscita dalla porta della caserma il maresciallo era davanti e il vecchio tra i due carabinieri. Pochi passi dalla porta si era raccolto un capannello di vecchietti che malgrado il sole si erano riuniti a gregge intorno come ad aspettare che qualcuno uscisse dalla caserma. Il Maresciallo a vederli chiese con lo stesso timbro di voce di quando dava gli ordini “Cos”è questo assembramento, lasciate passare” I vecchi però neanche lo guardarono ed il più vicino si rivolse al vecchio “Raffaele bonu facisti…” “ su miritava du porcu…” aggiunse subito un altro “omu i medda era…” concluse un terzo “Circolate, circolate, - aggiunse il Maresciallo arrivando alla camionetta – Non avete niente da fare?” E fece entrare sulla camionetta Raffaele che per tutto il tempo, con uno sguardo da statua, guardava davanti a se indifferente a tutti. “dove dobbiamo andare?” chiese Caccamo che si era messo al volante “o campusantu” Fece il vecchio e quindi partirono di corsa Al Maresciallo però il fatto di andare al camposanto gli suonò strano. Uccidere qualcuno nel momento in cui meno se l’aspetta rivela la bravura del killer professionista. Il cimitero era un ottimo posto, fuorimano, con pochissimi testimoni, e la vittima veniva sorpresa in un momento in cui era distratto dalle sue emozioni. Ma Raffaele non era un killer, uccidere Sam in piazza o al cimitero per lui era indifferente. “A cosa non quatra” Si disse alla fine. Arrivarono presto al cimitero e vi entrarono. Camminando Muscarà chiese “Ma Raffaele,perché gli hai sparato qua? Al camposanto” Il vecchio alzò le spalle e disse con semplicità “Iddu stava ca…..” E si fermo e indicando una tomba e continuò con odio “stu cunnutu figghiu i buttana!” Caccamo e Cacace guardarono la tomba in pietra nera con quattro sbuffi di polvere pirica in quattro punti intorno alla fotografia spaccata in mille pezzi da una pallottola. “Ma Maresciallo è ….” Fece Cacace sorpreso e deluso “Mottu è – fece il Maresciallo con Naturalezza – dopo cinque colpi che ti aspettavi che restasse vivo? Fozza fate qualche foto e recuperate qualche palla per l’esame balistico.” i due lo guardarono ed essendo militari obbedirono all’inutile ordine. “lo hai preso proprio in mezzo agli occhi” Disse a Raffaele “Chistu si miritava sa cosa fitusa, s’omu i nenti chi era” “Maresciallo, Maresciallo” Tutti e quattro si voltarono a vedere una donna elegante che camminava nel mezzo del viale del camposanto cosi come un raggio di sole attraverso un campo gelato dalla brina. Era infatti una donna bellissima, da capelli neri e gli occhi ancor più neri dal taglio a mandorla. Una collana di corallo rosso sobbalzava ad ogni suo passo sospinta verso l’alto dal seno procace della donna coperto da un vestito di candido lino, tanto che a guardarla arrivare come una tempesta nel mezzo del deserto Cacace e Caccamo restarono immobili con gli occhi che non perdevano di vista quell’inatteso spettacolo della natura. “Maresciallo, sono la dottoressa Vittoria Saija, non c’è motivo perché arresti mio padre, non ha fatto niente di male. Lei sta approfittando della sua situazione di povero vecchio per interrogarlo senza il suo avvocato: si vergogni!” Il Maresciallo pensò che se la figlia assomigliava alla madre, allora Raffaele aveva fatto bene a sposarsela contro l’opinione di tutto il paese. “Suo padre ha fatto una dichiarazione spontanea scegliendo di non avvalersi della presenza di un avvocato - ed aggiunse severo – lei sapeva che suo padre deteneva un arma di guerra?” e senza aspettare che la donna rispondesse gridò “Cacace, Caccamo, portate il sign Saija in macchina e aspettatemi “Ma era una pistola che ha sparato forse nella guerra dei boeri il secolo scorso! Lei non si rende conto…” “E’ lei che non si rende conto!” disse severo il maresciallo una volta che i due sottoposti si erano allontanati. “Suo padre ha atteso una vita questo momento e lei glielo vuole rovinare” “come ?” fece la donna presa di sorpresa dalle parole del maresciallo. Lui la prese sottobraccio e si incamminò lentamente verso la macchina. “Suo padre ha aspettato per una vita – riprese sottovoce – di mostrare al paese che avrebbe ucciso chi ha fatto soffrire lei e sua madre” “non capisco” “ci pensi! se avesse solo sparato e poi se ne fosse tornato a casa chi avrebbe saputo del gesto? La tomba è priva di fiori segno che dopo tutti questi anni Sam non ha più alcun parente o nessun parente lo vuole riconoscere come tale! Nessuno avrebbe denunciato, ipotizzato, supposto o sarebbe stato minimamente interessato a denunciare suo padre. Il suo sarebbe rimasto un gesto anonimo, solitario e alla fine da vigliacco. Quindi perché sparargli e venire poi in caserma a denunciarsi magari dicendolo tutto ai quattro vecchietti seduti in piazza? che senso c’è in tutto questo? Suo padre poi non crede nella Legge e quindi per lui non c’è senso nello scontare una pena perché ha infranto un codice morale ed etico valido per tutti gli altri uomini ma non per lui. Perché per lui era così importante attraversare la piazza del paese in mezzo ai carabinieri?” La donna si fermò e l’osservò stupita e preoccupata “Perché Maresciallo, ha fatto tutto questo” Il Maresciallo sorrise restando qualche secondo in silenzio “Per amore e per quale altro motivo avrebbe potuto farlo?” “Per amore ? ma Maresciallo…” “Non lo giudichi come se fosse una persona normale. Suo padre non lo è! In un tempo in cui tutti si riempivano la bocca della parola onore, lui ha fatto una scelta in cui, in un certo modo si disonorava, legandosi ad una donna che era stata violata e abbandonata, diventando padre di una bambina non sua e per anni ha visto i suoi concittadini insultarvi e disprezzarvi. Per questo motivo ha voluto mostrare a tutti che la sua scelta di allora non era stata la scelta di un debole che sceglie chi non lo può rifiutare. La sua era stata una scelta cosciente d’amore e di forza perché per sua madre è stato per tutti questi anni pronto ad uccidere chi le ha fatto del male ingannandola e abbandonandola ed appena ne ha avuto l’occasione ha virtualmente fatto questo gesto estremo.” “Ma ormai tutto questo è passato, ormai tutti lo rispettano!” “Lui pensa solo per bisogno, e forse è vero, perché lei cura i mali e suo fratello da lavoro, non perché pensano che lo meritiate! E’ questo quello che suo padre ha voluto dire sparando alla tomba. Forse anche prima alcuni lo rispettavano per i figli che ha e il futuro che ha dato loro, ma suo padre è uno all’antica e non dimentica le offese del passato. Poi lo sa come siamo noi siciliani: le forme, gli atteggiamenti, non sono esteriorità, ma i contenitori della sostanza, dell’essenza di quello che un uomo è. Noi siciliani non consideriamo “chi è” una persona, se è il figlio di questo o quello, se è laureato o nobile o ricco, ma “cosa è”, se è una persona affidabile, rispettosa, giusta e valida o, come diceva Sciascia, se uno è un quaquaraqua, un ominicchio o un uomo. Suo padre ha voluto ribadire che quella che fece anni fa fu una scelta da uomo, basata sull’amore che ha per sua madre, e che quindi sua madre aveva fatto quello che aveva fatto perché ingannata e tradita e non per altro.” La donna l’osservò attentamente. “Cosa vuol fare adesso, lo porterà in prigione?” “No, lo porterò in caserma attraversando la piazza e in caserma verbalizzerò il suo ritrovamento casuale di un’arma da guerra; non credo che farà caso a quello che gli farò firmare o che gli leggerò prima della firma; finita la parte burocratica tra circa un’oretta lo farò uscire da dietro la caserma dove lei lo aspetterà per portarlo a casa. Tutti penseranno che venga presto incriminato di qualcosa di grave, ma saranno solo loro supposizioni” Lei restò qualche secondo in silenzio “Grazie” disse alla fine sorridendo. Lui la salutò e raggiunse nella camionetta gli altri. Guidarono fino al limite della piazza dopodiché Muscarà fece scendere tutti e mettendosi davanti ai tre si diresse con passo militare verso la caserma avendo cura di passare davanti al bar, a quell’ora con i tavolini pieni di vecchietti che giocavano a briscola o a scopa. A vedere il gruppetto di militari le voci dei vecchietti pian piano si spensero e tutti li osservarono. Quando Raffaele fu alla loro altezza, un vecchio seduto in un tavolino più prossimo a Raffaele, si alzò in piedi come al passaggio della Madonna Santissima Addolorata durante la processione paesana di Pasqua. Subito dopo di lui, uno ad uno, tutti gli altri fecero lo stesso.
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Per te, Napoli mia, dipinse un angelo uno scenario di poesia, contando note di melodie scritte tra pagine d’un libro d’or. Sul mar nacque una via ed una Santa le diede il nome: Santa Lucia. Scrisse quel nome con la sua scia la vela candida d’un pescator. Laggiù, tra Sorrento e Mergellina, voluttuosa sirena, dorme Capri sul mar. E tu, Napoli mia, splendi nel cielo degli occhi azzurri d’ogni Maria. Musica arcana scritta da Dio, mia cara Napoli, questo sei tu! Sole: un altro sole non C’è. Mare: non v’è più azzurro di te. Un pentagramma son le stelle di dolce musica d’amor. Ma la canzone tua più bella la canta il mare questa sera. Per te, Napoli mia, dipinse un angelo uno scenario di poesia, cantando note di melodie scritte tra pagine d’un libro d’or. Sul mar nacque una via ed una Santa le diede il nome: Santa Lucia. Scrisse quel nome con la sua scia la vela candida d’un pescator. Laggiù, tra Sorrento e Mergellina, voluttuosa sirena, dorme Capri sul mar. E tu, Napoli mia, splendi nel cielo degli occhi azzurri d’ogni Maria. Musica arcana scritta da Dio, mia cara Napoli, questo sei tu! (Salvatore Mazzocco) #sanremo51 #festivaldisanremo #sanremo https://www.instagram.com/p/B4s8A2fqXK7/?igshid=21wq4sa61iy6
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Anche se Cristo nascesse mille e diecimila volte a Betlemme, a nulla ti gioverà se non nasce almeno una volta nel tuo cuore. Ma come potrà accadere questa nascita interiore. Eppure questo miracolo nuovo non è impossibile purché sia desiderato e aspettato. Il giorno nel quale non sentirai una punta di amarezza e di gelosia dinanzi alla gioia del nemico o dell'amico, rallegrati perché è segno che quella nascita è prossima. Il giorno nel quale non sentirai una segreta onda di piacere dinanzi alla sventura e alla caduta altrui, consolati perché la nascita è vicina. Il giorno nel quale sentirai il bisogno di portare un pò di letizia a chi è triste e l'impulso di alleggerire il dolore o la miseria anche di una sola creatura, sii lieto perché l'arrivo di Dio è imminente. E se un giorno sarai percosso e perseguitato dalla sventura e perderai salute e forza, figli e amici e dovrai sopportare l'ottusità, la malignità e la gelidità dei vicini e dei lontani, ma nonostante tutto non ti abbandonerai nè lamenti né a bestemmie e accetterai con animo sereno il tuo destino, esulta e trionfa perché il portento che pareva impossibile è avvenuto e il Salvatore è già nato nel tuo cuore. Non sei più solo, non sarai più solo. Il buio della notte fiammeggerà come se mille stelle chiomate giungessero da ogni punto del cielo a festeggiare l'incontro della tua breve giornata umana con la divina eternità. Giovanni Papini #poesia #writing https://www.instagram.com/p/CJQf-3aHRcG/?igshid=fb6ay8t89hio
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Luci che volteggiano
Puntini di luce volteggiano in aria illusione ottica
(Salvatore Di Dio)
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“L’uomo non vale più di un gatto. La poesia insegna che l’inestimabile è in tutto”: dialogo con Lorna Crozier, poetessa totale
Dotata di energia tripla, quando le chiedo di inviarmi delle poesie, Lorna, con docile audacia, mi invia una silloge sulla “Vita sessuale dei vegetali” – vi siete mai chiesti come copulano le cipolle o come se la godono patate e cocomeri? – una poesia – insieme ironica e malinconica – su come fanno sesso gli anziani e un’altra, di icastica bellezza, quasi conradiana, sulla Paura dei serpenti. Lorna Crozier, nata a Swift Current, dove lo sguardo corre pietoso lungo scurrili praterie, “cresciuta tra le pianure dove gli eroi locali erano giocatori di hockey e bigodini, dove ‘non ho mai pensato di poter diventare scrittrice’” (così nel sito biografico, qui), è uno dei poeti canadesi contemporanei, insieme a Jan Zwicky (che abbiamo intervistato qui), più importanti di oggi. Prima raccolta edita nel 1976 (Inside the Sky), una serie di libri, tra gli anni Ottanta e Novanta (The Garden Going Out Without Us; Angels of Flesh, Angels of Silence; Inventing the Hawk) che le garantiscono il massimo riconoscimento in Canada per la letteratura (il Governor General’s Award), Lorna, capelli ribelli, occhiali romanzeschi e sorriso perpetuo, coltiva una poesia devota al genio della variazione. Con spigliata naturalezza Lorna vi intrattiene sulle perplessità sessuali di Iside (“Quando le fu chiesto di riassemblare Osiride, Iside fu tentata di abbandonare il suo pene o di rimodellarlo?”), ha il coraggio di domande vipere, vispe e vespertine (“Non sarebbe diverso il nostro mondo se il dio del Vecchio Testamento avesse avuto una moglie e una figlia?”) è consapevole che i premi letterari sono nulla (“I premi portano in dono al lettore la pigrizia, e fanno più danni che benefici allo scrittore”), che la poesia non si può insegnare, è un dono.
Lorna Crozier secondo Kevin Konnyu
Eppure, ha dettato i suoi versi davanti alle Regina Elisabetta, dal 2011 è Officer of the Order of Canada, e va in giro per il mondo come una specie di ambasciatrice della poesia canadese. I critici avvicinano la sua lirica all’opera di Alice Munro (canadese, Premio Nobel per la letteratura nel 2013), mentre sul New York Times Book Review Ursula LeGuin, la grande colona della fantascienza, la creatrice del mondo di ‘Earthsea’, leggendola ha esultato, “che gioia leggere un libro di questa meravigliosa, visionaria poetessa canadese!”. Eppure, Lorna (qui trovate informazioni sul suo conto), donna dagli sguardi pregni di compassione, lettrice impareggiabile – da Pasolini a Shakespeare, da Anna Achmatova a Basho – una per cui “le parole possono fare l’amore”, rimane argentata nell’umiltà, riconosce che in fondo “l’uomo non è più importante di un gatto o di un cavallo” e che “l’inestimabile è in ogni cosa”. La poesia – che per Lorna è la vita, “il mio ultimo respiro coinciderà con i miei ultimi versi” – come ricerca dell’inestimabile. Che bello.
Quando è scaturito in lei l’istinto poetico? Quali sono i temi della sua poesia? In sintesi, da Inside in the Sky (1976) a What the Soul Doesn’t Want (2017) come è cambiata la sua ispirazione?
“Per quarant’anni ho scritto e pubblicato poesie. L’istinto al fare è incarnato nel mio sangue e nelle mie ossa. È una parte di me: come respirare, mangiare, dormire e amare chi mi è accanto. Non posso separarlo da ciò che sono. Capisco la pratica dei maestri dell’haiku, che compilano poemi sulla morte. Spero che il mio ultimo respiro coincida con il mio ultimo verso, e che qualcuno di caro sia con me a scriverlo. Spero che questo qualcuno sia anche un buon editor, e che se il poema finale è cattivo, lo getti via! Nella mia poesia, sono sempre stata consapevole che scrivere è un atto che sfonda il silenzio, spesso più eloquente di molti giochi di parole. Molti dei personaggi che adotto non hanno la possibilità di parlare, non sono inclusi nelle pagine dei libri. Tra questi, ci sono i miei genitori. Erano contadini, lavoratori con pochi libri in casa, di certo non erano intellettuali. Nella letteratura del mio paese non ci sono personaggi come loro. Ho trattato i miti, inoltre, ma cambiando il punto di vista, parlando dalla parte di chi non ha avuto voce, le donne, soprattutto. Cosa pensò Sarah, mi domandavo, quando suo marito Abramo, rispondendo al comando del loro dio, andò per uccidere suo figlio? Quando le fu chiesto di riassemblare Osiride, Iside fu tentata di abbandonare il suo pene o di rimodellarlo? Non sarebbe diverso il nostro mondo se il dio del Vecchio Testamento avesse avuto una moglie e una figlia? Mi piace, in poesia, l’impulso del ‘come se’, perché richiede lo scintillio della nostra immaginazione. Sono sempre stata affascinata dagli effetti del paesaggio sui personaggi. Sono nata in un angolo deserto di un mondo senza grandi alberi. Ora vivo in una foresta. Sarei una persona diversa se fossi nata a Vancouver Island piuttosto che a Saskatchewan”.
Che valore ha la poesia, ha un valore ‘etico’ o ‘politico’? Insomma, può il poeta cambiare la storia dell’uomo?
“Per me, leggere e scrivere poesia è un metodo per sopravvivere. Mi fa sentire meno sola. Afferma il mio amore per il mondo nel troppo breve tempo che mi è dato su questa terra. Questo è il massimo risultato per ogni forma d’arte. La poesia, credo, agisce sulle nostre stesse cellule perché è musica. Accelera i battiti del cuore, l’intelletto, la nostra visione luminosa. Può per questo cambiare la storia o gli uomini? Certo, ma forse la incrementa. Ci rende essere umani migliori, in miglior sintonia con le altre forme di vita, meno rigidi, più empatici. Ci rende più prossimi agli animali, un tutt’uno con l’oceano e il vento? Lo spero. Ci fa apprezzare ciò che non può essere venduto e comprato? Lo spero”.
Lei ha ottenuto diversi riconoscimenti, dal governo canadese, dai lettori. Che valore hanno i premi, per un poeta?
“I premi sono magnifici per gli editori e per i librai, non per gli scrittori. C’è un solo vincitore tra centinaia e centinaia di libri e il resto rischia di essere dimenticato. Ho apprezzato i premi in cui la giuria era composta dai miei colleghi e la loro approvazione era autentica. Ma i premi portano più danni che benefici, credo, soprattutto quando i lettori basano le loro scelte di lettura su chi ha vinto qualcosa, ignorando gli altri. I premi portano la pigrizia in dono al lettore. E non è una cosa buona”.
Chi sono i suoi ‘maestri’, autori ‘classici’ o contemporanei? Che cosa le piace leggere, quali poeti ama? Conosce la poesia italiana?
“A scuola, mi innamorai dei poeti romantici, di Shakespeare, di Robert Browning, di Tennyson. Furono i miei primi maestri. Poi c’è stato Thomas S. Eliot, seguito dai grandi canadesi che hanno cominciato a scrivere a metà degli anni Sessanta: Patrick Lane, Margaret Atwood, Alden Nowlan. Ho letto molti poeti in traduzione, Tomas Tranströmer, Rainer Maria Rilke, Rumi… Sono in sintonia con gli scrittori spagnoli più che con quelli italiani, ma amo Eugenio Montale, Pier Paolo Pasolini, Salvatore Quasimodo, Ungaretti. Qualcosa si perde nella traduzione, ma molto rimane. Non riesco a immaginare la mia poesia senza Vallejo, Mistral, Ingeborg Bachmann, Anna Achmatova, Czeslaw Milosz, Osip Mandel’stam e i magistrali haiku di Issa e di Basho”.
Lei insegna scrittura creativa. A suo avviso, è possibile insegnare la ‘creatività’? Come insegna ai suoi studenti a comprendere la propria personale ispirazione poetica?
“La tecnica si può insegnare: il modo di chiudere un verso libero, i rudimenti del ritmo, le scelte che vanno compiute per la cernita delle parole adatte, la necessità di adottare varie forme. Queste cose le puoi imparare da solo, ma con un buon insegnante fai prima. Ma, come ha detto Aristotele, non penso che l’abilità di costruire metafore possa essere insegnata. E questa è una delle abilità più importanti, o meglio, dei ‘talenti’. È un tropo sacro: l’unione di cose dissimili che affermano la connessione tra un uomo e un altro, tra uomo e animale, tra corpo e anima, tra passato e futuro. O il salto verbale, la sintesi, in un poema, che è essenziale perché una poesia non sia mediocre, non si può insegnare. Un insegnante può aiutarti ad affinare qualcosa del genere, ma queste cose o le hai o non le hai. Una cosa che ho fatto come insegnante è stata aiutare gli studenti a credere in se stessi e nelle loro storie, ad affermare che ciò che hanno vissuto importa, senza che importi da dove vengono o quali privazioni abbiano subito durante l’infanzia. Voglio che escano dalla mia lezione come lettori migliori rispetto a quando sono entrati classe. La poesia in sé è la migliore insegnate di poesia”.
Quale idea di vita propone nella sua poesia?
“Spero che la mia poesia trasmetta che la vita è piena di meraviglia, di connessione, di follia, di gioia, di dolore. Spero che suggerisca che c’è un solo canto per tutto e che gli esseri umani non sono i soli a cantarlo. Spero che suggerisca che le parole di una poesia possono placare una sete che non si sapeva di avere, che le parole possano fare l’amore con te, brutalmente o dolcemente, che le parole possano mostrarti ciò che non ti rendi conto di non vedere. Spero che suggerisca che l’umano non ha più valore del gatto, del cavallo, della salamandra, ma che l’inestimabile è in tutti noi”.
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Paura dei serpenti
Il serpente sa separarsi dalla sua ombra, che si muove su nastri di luce, nell’aria, mattino e sera, nell’oscurità al cuore delle cose. Ricordo quando la paura dei serpenti è sparita. Cadde dalle spalle come una vecchia pelle. A Swift Current i ragazzi trovarono un serpente enorme, mi inseguirono lungo i vicoli, Larry Moen lo muove come una torcia verde, gli altri urlano, Buttaglielo sulla schiena, il mio terrore che scivoli lungo il tunnel della mia schiena (Larry, quello che mi ha toccato tra le gambe, il primo, è il ragazzo più grande e noi dovremmo sapere che non dobbiamo avvicinarci a lui con i nostri piccoli vestiti e la pelle morbida), mio fratello che dice, Lasciala andare, e io che mi accuccio dietro la caragana, e guardo Larry che inchioda il serpente al palo del telefono. Si contorceva su due punti di luce, incapace di strisciare rotto dal dolore, la bocca aperta, la rossa lingua che assapora il suo terrore, l’ho amato, allora, quel serpente. I ragazzi stanno lì con le loro mani cretine che penzolano dai polsi, la bellissima verde bocca che si apre, una oscurità tremenda a forma di O che nessuno può udire.
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La mia ultima poesia erotica
Chi vuole ascoltare di due vecchiacci che si montano nel sedile posteriore di una Buick, nel capanno del giardino tra la vermiculite, in cucina dove dovremmo trangugiare ovomaltina e dire no? Chi vuole ascoltare di circa 26 anni di avvitamenti, della nostra non certo seducente carne ora sciolta come pasta per pizza che si attacca tra le mani prima di essere sbattuta?
Chi vuole ascoltare di due vecchi amanti, che si schiaffeggiano come l’acqua sul fango, capelli dove non dovrebbero esserci e poca roba dove dovrebbe esserci qualcosa, il mio piede dall’alluce infiammato che scorre sul tuo polpaccio ossuto, le tue mani callose che sprofondano nello scivolo della mia pancia, i nostri vaghi gemiti, al collasso?
Dobbiamo indossare gli occhiali per vedere qualcosa!
Quando sussurri quello che vuoi io non sento ma fallo comunque, e fallo bene in qualche modo. Rassegnati, alcune notti preferiamo mangiare Haagen Dazs o vedere un film con Nick Nolte che pare messo peggio di noi. Certe notti preferiamo accarezzare i gatti.
Chi vuole sapere come facciamo a farlo sappiamo che siamo entusiasti come la prima volta – onesti – come la prima volta, se solo potessimo ricordarlo, i nostri vecchi corpi fanno ciò che sai i corpi fanno, consumati e belli e spudorati.
Lorna Crozier
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When does instinct for poetry arise in you? What are your main themes in poetry? In short: from ‘Inside in the Sky’ to ‘What the Soul Doesn’t Want’, what has changed in your inspiration?
For forty years, I have been writing and publishing poetry. The instinct to do so is embedded in my blood and bones. It’s as much a part of me as breathing, eating, sleeping, and loving those close to me. I can’t separate it from what I am. I can understand the haiku-master’s practice of writing a death poem. I hope my last breath will end my last line, and that someone dear to me will be there to write it down. I hope this someone dear is also a good editor, and that if the final poem is bad, they’ll throw it out!
In my poetry, I’ve always been aware of writing as an act of breaking through a silence that is often more eloquent than any combination of words. Many of the personas I adopt are those who have not been given a chance to speak, those who have not been included in the pages of books. That includes my parents. They were rural, working class people who had few books around the house and who were not intellectual in any way. I didn’t come across people like them in my country’s literature. I’ve also taken on the retelling of myths, switching the point of view to those who haven’t been offered a voice, mainly women. What did Sarah think, I wondered, when her husband Abraham, on the command of their god, went off to kill their son? Was Isis, when she was asked to reassemble Osiris, tempted to leave off his penis or reshape it? How would our world be different if the Old Testament god had had a mother and a wife? I enjoy the “what-if” impulse in poetry, the part that demands the sparkiest of one’s imagination.
I’ve also been fascinated by the effect of landscape on character. I was born in desert-like corner of the world with no big trees. Now I live in a rainforest. I would be a different person and a different writer if I’d been born on Vancouver Island rather than Saskatchewan.
What value do you give to poetry? Does poetry also have an ‘ethical’ or ‘political’ value? Can poetry change history or men?
Reading and writing poetry is a method of survival for me. It makes me feel less alone. It affirms my love for the world in my too-short-time on earth. That’s a major accomplishment for any art form. Poetry, I believe, acts on our very cells because of its music. It quickens our heartbeats, our intellect, our bright seeing. Can it therefore change history or men? Yes, but perhaps in increments. It’s capable of making us better human beings, more in tune with other forms of life, less rigid, more empathic. Does it make us closer to animals, at one with the ocean and the wind? I hope so. Does it make us value what cannot be bought and sold? I hope so.
I have seen that you have received many awards from the Canadian government and readers. What value do you assign to the prizes?
Prizes are good for publishers and booksellers, but not for writers. There is only one winner out of hundreds and hundreds of books and the rest are in danger of being forgotten. I appreciated winning prizes because the juries were composed of my peers and their approval was affirmative. But prizes bring more harm than good, I think, particularly when readers base their choices on who won this year and ignore the rest. Prizes lead to reader laziness. That is not a good thing.
What are your poetry ‘teachers’? The classical authors, the contemporaries? What do you like to read? Which poets do you love to read? Do you know Italian poets, do you read them?
In school, I fell in love with the Romantic poets, with Shakespeare, with Robert Browning and Tennyson. They were my first teachers. Then there was Eliot, followed by the great Canadians who began writing in the mid-sixties: Patrick Lane, Margaret Atwood, Alden Nowlan. I read a lot of poets in translation now: Transtromer, Rilke, Rumi, etc. I’m more familiar with Spanish writers than Italian though I like Montale, Pasolini, Quasimodo, Ungaretti. Something is indeed lost in translation but so much remains. I can’t imagine what my poetry would be like without Vallejo, Mistral, Bachman, Ahkmatova, Milosz, Mandlestam and the masterful haikuists, particularly Issa and Basho.
I read that you teach creative writing. In your opinion, is it possible to teach creativity? How do you bring your students to understand their poetic inspiration?
Technique can be taught: the way to end a free-verse line, the rudimentaries of rhythm, the choices involved with selecting one word over another, the demands of various forms. You can learn these things on your own, but if you have a good teacher, you can learn them more quickly. But like Aristotle, I don’t think the metaphor-making ability can be taught. And that is one of the most important skills, or I should say “talents.” It’s a holy trope: the bringing together of two unlike things affirming the connection that exists between one human and the other, between human and animal, between the body and the soul, between the past and the future. Or the quick leaping inside a poem that is essential for a poem to be anything but mediocre—that can’t be taught. A teacher can help you hone something like that, but I think you either have it or you don’t. I could be wrong. One of the things I tried to do as a teacher was to help students believe in themselves and their own stories, to affirm that what they have lived matters no matter where they come from or what in their childhood they lacked. I also wanted them to be better readers when they left my class than when they entered. Poetry itself is the best teacher of poetry.
What idea of life do you propose – if it exists – in your poetry?
I hope my poetry proposes that life is full of wonder, connectivity, madness, joy, grief. I hope it proposes that there is a song for everything and that human beings are not the only ones singing. I hope it proposes that words in a poem can slake a thirst you didn’t even know you had, that words can make love to you, rough or gentle, that words can show you what you didn’t realize you couldn’t see. I hope it proposes that the human is no more valuable than the cat, the horse, the salamander, but what a pricelessness there is in us all.
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Odi della Santa Trinità (Il Figlio)
3 febbraio 2003
(Gesù Cristo assume :)
Sì, Vassula, il vostro gentile Signore e Salvatore vi ha liberato; La nostra 1Dottrina non è diversa e, in unione, Diciamo: Scopri Me, Me il tuo Dio; scopriteCi nella purezza del cuore; Ho grandi cose da dire alla Mia creazione, che la abbellirà;
no, pochi capiscono la Santa Trinità indivisa, tuttavia Noi siamo una sola Sostanza, un potere e una sola Conoscenza, un Solo Dio... e siamo liberi di comunicare a tutte le anime in ogni momento; Padre ed io e lo Spirito Santo, tutti e tre scendiamo come tre testimoni per ri-scrivere la Nostra Parola e rieducarvi a vivere una vita reale in Noi;
come il Padre vi ha spiegato, il vostro cuore è stato creato grazie al Nostro Amore Sublime per restituirci questo Amore; il vostro cuore, fin dall'inizio, è riempito solo della Nostra Presenza; è creato in modo così ineffabile che dovrebbe essere in grado di mantenere tutto l'Amore Sublime e la Dolcezza della Nostra Presenza; ma se le spine e rovi la percentuale, come una cisterna perforata, perderà il suo contenuto; le spine sono le preoccupazioni del mondo e il richiamo delle ricchezze, che possono forare il cuore e asciugarlo dalla Sorgente che dà vita.
Signore, tu eri la Porta
per la Tua rivelazione per me
e così facendo, Tu mi hai nascosto bene in Te.
Grazie al Tuo Grande Amore,
Sei diventato carne
e tu sei rimasto con noi.
Mi dica, Signore,
Come possiamo non perderti?
come qualcuno può contenerti
per sempre nel suo cuore
senza perdere Te, in questo mondo tempestoso,
pieno di tossine e tentazioni?
Perché sembra che per questo
che non ti ha amato fin dall'inizio
come dovremmo,
né esalta il Vostro Santo Nome
come dovremmo, né temere Te,
né raggiunge lo stesso amore
come ci ami,
Il rischio è grande.
Molti di noi perderanno
dal primo giorno.
Sì, Signore, non è la verità?
Allora dimmi, Signore,
qual è il segreto da non forare
e c'è una cura per il danno,
una volta fatto?
Per gli uomini, è impossibile; a Dio, tutto è possibile 2 ;
e poi, il dono del libero arbitrio è dato a tutti; l'uomo che mi teme accetterà volentieri la correzione e non Mi perderà; coloro che Mi cercano saranno nutriti da Me e rimarranno ad evase; L'amore è lo Spirito di Dio attraverso il quale ottenete la Mia Luce, illuminando il vostro cuore; colui che lotta veramente e sinceramente per partecipare alla Mia Grazia, può rimanere distaccato daquesto mondo e non perderà la sostanza sublime che è nel suo cuore; ma colui che si ferma e dialoga con la Tentazione, ascoltando le ricchezze mondane, questo rimarrà nel mondo e soffocherà nella polvere del peccato 4 ;
Avevo detto che mio Padre ed io e lo Spirito Santo saremo venuti a rimanere con l'anima che Mi ama e conserva i Miei Comandamenti; La mia Presenza è pienamente in questi cuori e, attraverso la Luce che noi diffondiamo in loro, queste anime raggiungono la Conoscenza Divina di Me stesso; questa grande Conoscenza Amorevole conduce i loro piedi nella Camera Nuptial dove io, il loro sposo, li attendo per godere di una pace senza problemi...
ogni anima può raggiungere le vette del Mio Amore; ogni anima è chiamata ad un'unione Divina con Me; perché sto conversando con te nel tuo tempo? perché devo profumare questa generazione con le Mie Divine Odi? perché mi rivolgo a voi in poesia e religione? perché sono andato giù nelle regioni oscure per stare con te? perché devo diffondere lo splendore della Mia luce inaccessibile su tutti voi? perché sto visitando cimiteri e aprendo tombe alla ricerca dei morti? perché vi sto chiamando a un'Unione Divina e a un matrimonio spirituale?
Vi dirò perché: anche se siete "minati" come avete detto, Vassula, c'è ancora speranza di riparazione; questo è ciò che è tutto; Vengo a salvare il peccatore; e come ho detto prima: "All'uomo, è impossibile; a Dio, tutto è possibile" 5;in altre parole, sono infinitamente ricco di Grazia ed è attraverso la Grazia che si può essere salvati; Non desidero la morte del peccatore; Io sono la Risurrezione e desidero che tutti voi vivete nella Mia Luce; per questo scendo sulla terra attraverso queste Odi e con altri mezzi per resuscitare voi, voi che siete autorizzati a svelare Grazia nella tomba, e che ora stanno mentendo, marcio per milioni, a causa del peccato...
nella Mia infinita compassione, dissi nelle Corti del Cielo: "Non voglio vedere all'infinito e per sempre la morte del peccatore, con dolore, ma piuttosto che egli ritorni da Me e viva"; dall'alto, ho visto un cimitero enorme, e il fetore di corpi marci si stava diffondendo in tutto il cosmo... il mondo, in decomposizione, è coperto di tenebre, inghiottito dalle tenebre, così vedo i miei figli ed eredi continuamente schiavizzati e morenti? per quanto tempo devo vedere la Mia famiglia fatta a pezzi e divisa? è tempo, sì davvero, di separare le tare scenocab dal grano; così, ho fatto un giuramento e ho detto:
"Darò loro, con il potere del Mio Santo Spirito, la Grazia affinando che l'io nascosto di chi risponde alla Mia graziosa Chiamata possa vivere in Me e che io possa vivere in loro per fede; poi, piantati nell'amore ed eretti sull'amore, saranno allevati per ottenere la pienezza totale di Me stesso";
così, ho risposto alla tua dichiarazione, Vassula; Ho detto nella Mia Misericordia Infinita: "Diffonderò la luce in questa creazione irrazionale per illuminare le loro menti e rinnovarle attraverso una rivoluzione spirituale; Io stesso li guiderò in questo rinnovamento del sé e dello spirito, conducendo ciascuno alla bontà e alla santità della verità; Il mio desiderio di salvare tutti brucia nel Mio Cuore; Non devierò il Mio Volto, ma insegnerò a tutti e li riequivocherò;
sì, in verità, il Signore del cielo e della terra accenderà questa terra del Suo Amore; Visiterò i Miei figli prodigi e ricorderò loro Me, ricordando loro questo oceano di bontà, ricordando loro di riporre la loro fiducia in Me; con grande tenerezza, insegnerò loro a praticare il bene e a non cedere mai al male; poi, dolcemente, li rieducherò, ri-scrivendo la Mia Parola con il loro vocabolario 6,per raggiungerli più sicuramente;
in altre parole, la Saggezza Divina si adatterà ai loro bisogni per farmi comprendere la loro anima così impoverita, dando loro la Conoscenza della salvezza, attraverso il perdono dei loro peccati; e come il Sol Levante, farò brillare i loro cuori; Li seminarò nel Mio Cuore, dove fioriranno e dichiareranno con gioia:
"Quanto sono grandi i tuoi segni, Maestro; quante e potenti le Tue meraviglie! Tu, il Dio Onnipotente e meraviglioso, che ha fatto risplendere su di me il Tuo Volto e mi ha aiutato, adornando tutta la mia anima di Te stesso, che il Tuo Nome sia lodato e adorato; »
e io, nella Mia gioia, risponderò: "D'ora in poi, Mio amato, risiedo in voi e voi risiederete in Me, vostro Dio;
gli angeli, allora, canteranno con una sola voce: "Il Dominio 7di Dio è sproporzionatamente vasto; È Lui che è il nostro Dio; nessuno può paragonarsi a Lui; Egli guida i Suoi eredi come dei nel Suo dominio; come principi reali riportati alla gloria, li porta con grande giubilo nel Suo Regno; Tu sei il Illustrious, senza rivale; che tutta la terra lo veneghi e teme Lui, perché Egli è il nostro Dio e Re! » "
sì, questi nobili Odi saranno cantati a questa generazione, e ad altri che la seguiranno; Il Mio Cuore, cantandoli, è suscitato dall'emozione perché sono stufo dell'amore per te...
8Mirra-del mio Cuore, scrivi le mie parole, guardandomi... Io vi dico, proprio come ha detto mio Padre: quando parlo, non uso parole rigide; non è il Nostro modo di parlare, né facciamo santi e martiri in questo modo, ma la virtù e la religione sono la Nostra dolce conversazione con voi; Rivolgo i Miei Odi senza spada al Mio fianco, ma con il miele sotto la Mia lingua; Il mio aspetto meraviglioso nella vostra generazione oscura, è come un Sole che non tramonta mai; La Mia Luce è perennemente contemplata dalla Mia Corte Celeste, con stupore ma con entusiasmo allo stesso tempo;
Benedetti sono coloro che si purificano e si lasciano avvolgere nel Mio abbraccio, diventeranno se stessi luce;
Benedetti coloro che, attraverso la Mia Luce, acquisiscono la Sapienza, riceveranno la grazia della Conoscenza;
Benedetti sono coloro che diventano la fiamma della Fiamma ed entrano nel Fuoco inaccessibile, diventando tutt'uno con Lui senza essere consumati; quale ardente desiderio accenderà queste anime, volendo dare fuoco a tutta la terra dalle Mie Istruzioni e dalla Mia Legge d'Amore!
Beati coloro che, nonostante le loro anime così povere, ora hanno orecchie per ascoltarmi perché anche loro otterranno una luce celeste nel loro intelletto per seguire le Mie osservanze; sì, benedetti sono coloro che ascoltano la Mia Parola e agiscono secondo essa; la Luce ineffabile li comprenderà pienamente, trasformandoli in dei per partecipazione; in caso contrario, come entreranno nel Regno dei Cieli? dovete essere adeguatamente vestiti e riconosciuti dal Padre;
il Regno del Cielo può essere paragonato al banchetto reale che un re diede per il matrimonio di suo figlio, come nella parabola che ti avevo dato 9;Io sono proprio quello che ha parlato allora, che parla ora; il matrimonio era pronto, ma coloro che sono stati cordialmente invitati non erano interessati ad andare; infatti, molti di loro sogghignò su invito del re, e è una tentazione comune tra coloro che credono di lavorare per i Miei interessi e sono chiamati, ma non hanno il tempo di rispondere alla Mia Chiamata; in realtà, il loro spirito è lontano da Me; sono assorbiti nelle loro cose banali o nei loro affari personali; flemmamatico di muoversi o perdere il loro conforto, forniscono tutti i tipi di scuse; rimangono almeno i miserati e i poveri nello spirito e coloro che non Mi hanno mai conosciuto o sentito parlare di Me; è da questi che riceverò lodi e onore perché sono gli eletti che non hanno respinto la Mia Chiamata come primi ospiti o l'uomo che, senza entusiasmo, è entrato senza essersi preso la briga di vestirsi correttamente; il re aveva dato l'ordine ai suoi servi di andare al crocevia della città e invitare tutti, buoni e cattivi... sonole persone che non erano Mien e dalle quali posso dire ora: "Tu sei il mio popolo", invece di essere detto loro: "Tu non sei il Mio popolo, ma i rifiuti di tutti i tipi di società"; Li nominerò figli e figlie del Dio vivente, eredi del Mio Regno...
Guarda, il vostro Re viene da voi ora, nei vostri giorni bui, con una slitta di volo dei Suoi angeli per invitarvi alla Sua festa di nozze; molti sono chiamati, ma pochi sono eletti... chi è senza abiti da sposa, che non si è mai preoccupato di indossarne uno, per mancanza di entusiasmo e rispetto, non entrerà nel Regno del Cielo 11 ;
Io vi dico in verità: a meno che non Mi indossi come capo da sposa, il Padre non Mi riconoscerà in voi... 12dei paesi stranieri, riporterò molti a casa; nessun muro sarà costruito a modo loro, ma i Miei angeli, i custodi della Mia Soglia, apriranno loro una strada, spargendo 13zaffiri, per condurli a Me...
e voi, che mi gridate: "I becchini si riuniscono per me, Signore, salvami! Voglio rinunciare al peccato ed essere con te ora alla festa di nozze! Non disperate; anche voi sarete salvati dal momento che siete ansiosi di essere salvati; e i becchini saranno dispersi dai Miei angeli; allora, i Miei angeli vi solleveranno sublimemente su un foglio bianco abbagliante e, tenendolo per i suoi quattro angoli, saliranno al cielo portandovi in alto per guarire le vostre ferite 14con un balsamo celeste, olio di mirra, spezie e lozioni; questo sarà fatto per purificarvi e purificarvi prima che vi conducano a Me; questo periodo di purificazione e pulizia è una solita preparazione per la futura sposa; ogni futura sposa deve, per un certo periodo di tempo, essere purificata prima che i Miei angeli vi consegnino nella Camera Nuptial per incontrare il vostro Sposo;
I Miei Angeli vi accompagneranno alla Soglia e, mentre state fuori dall'Aula Nuptial, un leggero ricordo del passato vi tornerà: il tempo in cui eravate precedentemente profanati e sprezzante di Me; il tempo in cui eri insensibile alla Mia Chiamata, ma infiammato dalle passioni di questo mondo; ma ora, in questo momento, vi aspetta una nuova vita; vestiti di splendore, raggianti nella tua bellezza, purificati e profumati, sei pronto per entrare nella Camera Nouptial e incontrare il tuo Re; si crogiolava di gioia e tremante, languendo, si fa il vostro approccio al letto nuptial; il vostro sguardo cade improvvisamente sulla Mia Divinità; vedendo il Mio Volto Santo, anche se ancora velata, la vostra anima diventa luce;
"O Re tutti desiderabili, quanto sono benedetto di essere stato favorito da Vostra Maesta' e di essere chiamato a sposare la Sovranità!"
canterà la tua voce a me;
"Beati sono davvero coloro che voi chiamate e vi sposate, trovando il cielo nel Vostro abbraccio ardente; benedetti sono coloro che accarezzano il Vostro Volto Santo e si divano nel Tuo Cuore; "
a queste parole, il Re, Colui che supera tutte le bellezze angeliche, nel Suo splendore immortale, improvvisamente si vede in voi, visione formidabile; infiammato dall'Amore Divino, si unisce alla Sua futura moglie, lo invita nel Suo abbraccio e dice:
"Vi offro, Mio amato, come segno della nostra unione mistica, l'unzione dello Spirito Santo;
appoggiandosi verso di voi, attirandovi vicino al Suo Cuore, Egli metterà questo 16Divine Royal Diadema sulla vostra testa, con un bacio ineffabile dalla Sua Bocca...
e mi ha avvolto nello splendore dell'immortalità...
"Ora diventerete parte di Me stesso e sarete uno con Me, adornando ciascuno dei vostri membri con la Divinità e la Luce, la corruzione e la benedizione, per essere adatto a Me, al vostro Dio e al vostro Re;
improvvisamente, il mondo del passato sembrerà lentamente svanire da voi con tutti i suoi contenuti, per sempre; e in un solo momento, l'impassibilità, la virtù angelica, fioriranno nel tuo cuore; allo stesso modo, una voluttà spirituale di ciò che sembra essere vicino alla visione beatifiana si verificherà istantaneamente; le virtù angeliche in varietà saranno quindi la vostra corona, perché sono ciò che vi offrirò come doni per raggiungere la perfezione; il Dio Assoluto, dunque, si abbraccierà con voi nei delicati profumi della Camera Nuptial e sarà uno con voi, comprendendovi pienamente nella Sua Luce fino a quando voi stessi non diventerete luce;
avvolto nel Mio Santo Spirito, la tua bocca sarà la Mia Bocca, i tuoi membri Miei membri, i tuoi occhi i Miei Occhi, la tua parola sarà la Mia Parola; le vostre azioni e pensieri saranno tutti divini; perciò, il vostro essere e la vostra anima, tutti lucenti, saranno animati da Me; sarà l'inizio della vostra nuova vita in Me... Io vi possegga e, a vostro volta, Mi possederete; il desiderio del vostro sposo non sarà mai soddisfatto; anche se sarete soddisfatti dal Mio Amore Divino, tuttavia, la vostra sete continuerà ad aumentare... Sarò, Mia amata, la vostra Coppa mistica, la vostra divina Liturgia, la vostra fiamma nel vostro cuore, la vostra radiosa dote, il vostro Sole splendente, la vostra Santa Comunione, il vostro cibo immortale; Sarò il tuo versetto del tuo Salmo, il raggio d'oro del sole nei tuoi occhi, il tuo indumento da sposa tangibile, il tuo rilassamento e riposo; Sarò il tuo dolce abbraccio intimo e il soffio profumato della tua anima;
Ora che vi ho vicino a Me, potete togliere il velo dal Mio Volto per contemplare la Mia Divinità; più vedete di Me, più il vostro amore aumenterà; il vostro cuore, in che tempo sta per scoppiare, desiderano amarmi ancora di più; il vostro amore per Me diventerà passione, la passione che vi ho offerto nelle vostre giornate scolastiche e il nostro impegno 17;le virtù infuse dallo Spirito Santo, conquistando il vostro cuore per vivere solo per Me, continueranno ad aumentare il vostro amore fino a quando non produce in voi una ferita incurabile... simbolo del nostro matrimonio spirituale perfetto e indissolubile, simbolismo della nostra unicità, simbolismo della nostra beatitudine, simbolismo della nostra perfetta unione Divina, che simboleggia che avete assaggiato la Vita. "
O mistero terribile!
Mistero della salvezza!
Freccia infiammata del mio cuore!
Contemplare il Divino,
è quello di desiderare e di avere più che mai
sete della Divinità.
Come la rugiada del cielo,
facendo brillare le sue goccioline
come diamanti sparsi,
la nostra anima risplende
nella vostra Luce Luminosa.
Luce Luminosa, non vista dall'occhio,
intangibile e incomprensibile,
tuttavia assolutamente vero
nella Sua Essenza,
che unisce le creature con Te
per condividere la tua divinità
e trasformarli in dei con la partecipazione,
Ti do gloria e onore.
Da quando sei diventato carne,
le porte della divinizzazione
siamo stati aperti;
Vivo nella gioia
nonostante il mio infortunio.
Sì, svelando il Tuo Volto Santo
e guardandoti,
La tua bellezza è diventata la mia ferita
e il mio dilemma.
Il potere dei tuoi misteri
non ha eguali
e le parole diventano morte
se cerchiamo di descriverli.
Parole e riflessione
diventare cenere
che sono sparsi
dalla brezza più leggera...
Com'è aver assaggiato Life?
Una vita in Dio e trascorsa con Dio,
è aver assaggiato la Vita.
Quali gioielli divini, mio Signore,
Stai riversando su tua moglie
Gioia
mentre tu gli dai,
e quanto sei impaziente
per far conoscere a tutti
La tua nuova conquista!
Una volta hai detto, mio Dio:
"Non abbiate paura di coloro che uccidono il corpo
ma non può uccidere l'anima;
piuttosto temere colui che può distruggere
sia il corpo e l'anima all'inferno.
Sì, perché avere paura,
una volta che diventiamo La tua proprietà
E il tuo possesso?
Se in questo matrimonio spirituale divino,
Tu possiedi l'anima e l'anima del tuo,
Mio Signore
che non oserebbe mai avvicinarsi
per rompere questa unione?
Neanche tutto l'inferno si è riunito!
la mia gioia ora è
per essere vicino a Dio,
e non guardo nessun altro nel cielo
che Egli in cui vivo
e questo rimane in me...
Chi è unito a Me sarà circondato da varie virtù; attraverso di loro, chiuderò il Mio delizioso giardino e lo saglierò con virtù angelica: l'impraticabilità, per raggiungere la perfezione; il Santo Sacro che trascende il cielo e la terra può aiutarvi a raggiungere tale libertà attraverso La Sua Grazia, liberi dai sentimenti carnali e dalle tentazioni, portando loro la morte, annientando questi cattivi odori sostituendoli con una luce profumata; Vi offrirò, una volta unito a Me, la vera libertà della carne e io cristallizzerò la vostra mente in un modo così ineffabile che apparirai come un diamante; Io che sono l'Assoluto, infonderò in voi il desiderio di adorarmi, il desiderio di essere permanentemente all'interno della Vita, il desiderio di essere irradiato di luce fragrante, il desiderio che continuo a soffiare su di voi Il Mio profumo per tenere la Mia Fiamma illuminata in voi; ora, Mio amato, che ho vicino a Me, circondato dal Mio splendore, avvolgendovi con la Mia Gloria, vi ho innestato su di Me.
Signore, tu che sei Amore,
Non hai mai smesso di sorprendermi
dalla scelta che hai fatto
di affidare tale grandezza
e tali odi nobili
a qualcuno che spesso
confonde la mano sinistra con la destra!
Come puoi affidarmi
tali temi?
Ma come posso negare
che è dal Tuo Amore Esuberante
mi hai insegnato
e data la Conoscenza
di tutti i temi inconoscibili!
Mi hai innestato su di te
per voi a prendere forma
in un essere incongruo 18,
con la certezza di perfezionare un tale essere;
Il cadavere prendere vita;
allora, questo essere, incapace di fare nulla al riguardo,
disprezzerà tutte le ricchezze mondane
per lei 19avrà scoperto
Il regno ineffabile
e Colui che è vestito di Gloria.
Ha scoperto il Miracolo dei Miracoli,
mentre le tue parole
gocciolare su di me come rugiada.
Abbracciandoti,
Ho covato come un fiore
e tutto ciò che era siccità in me
si trasforma in un giardino.
Ora profuma il tuo Sposo e arricchirò la tua anima con gentilezza; che il vostro amore cresce ogni giorno; far conoscere a tutti questa verità fondamentale:
"Il Signore Dio conosce quei vent'anniche sono sibioli e permette loro di venire a Lui";
sono coloro che sono favoriti a raggiungere la divinizzazione condividendo il Mio letto matrimoniale in un'unione divina con Me; sono coloro che sono destinati a diventare luce per aver dato la loro vita per Me e permettendomi di assimilarli completamente in Me; questo Grande Sposo, il cui Amore è la causa della vostra ferita e il motivo per cui il vostro cuore è sedotto, vi chiede di portare dolcemente questa ferita d'amore, perché aumenterà il vostro fervore per ammonire ulteriormente il vostro cuore a non cadere nelle tentazioni;
Altare! le tue dichiarazioni mi seducono; la vostra veemenza audacia di afferrarmi e tenermi saldamente senza lasciarmi andare, in modo che io possa soffiare sul Mio giardino e diffondere il Mio dolce odore intorno a lui, mi dà il pretesto di allargare la vostra ferita; È perché hai scoperto miele e latte sotto la mia lingua? o è il profumo dei miei vestiti? o forse il Mio Divino dominio e il Mio potere uniscono la creatura al Creatore? forse è forse la Mia Luce puramente radiosa che vi ha attirati verso di Me, spingendovi a impadronirmi e a possedermi?
Il tuo Tutto è il vigore della mia passione;
non c'è altro modo adeguato
per descrivere il perché.
Tu sei il Dio invisibile;
tuttavia, posso sempre afferrarti
e possedendo senza rischiare di prendere fuoco,
mentre Tu sei anche il Fuoco Divino.
Ora che ti ho preso
e vi tengo saldamente,
è sicuro che non ho intenzione di
Lasciati andare!
Non ti lascerò lasciare,
non più di quello che ho intenzione di farvi
abbandonarmi per essere lasciato solo
in questa vita.
Oh! Non! Mai...
Anche se so che si può tirare fuori
o diminuire la Tua Luce,
Parlerò di nuovo con Te;
Parlerò con Te
sotto la luce delle stelle e della luna
ma dal momento che una notte è solo breve
e che l'alba deve venire comunque,
Ci vado ancora una volta
essere in conversazione sotto gli scaffali
e la luminosità del Sole!
In Te, mieto la mia mirra;
di Te, io sono nutrito di miele,
e latte come bevanda.
Siate avidi, Mio amato, di possedermi; Le mie ricompense sono gloriose per chiunque io abbia sposato; Mi dedico di unire il Mio Cuore a chiunque lo desideri veramente e li invito cortesemente ad un'Unione Divina con Me; La mia Presenza trascende ogni comprensione; anche quando dici, Ma Vassula, che io sono invisibile, io rimango bene in te; Continuerò a deliziare il vostro cuore affinché io possa continuare ad ottenere le fragranze più squisite della Mia amata e, come vi disse il Padre, vi dico: "Come qualcuno che alza la mano tenendo in mano un incenso pieno di incenso, alzerò il tuo cuore, tenendolo alto, lasciando che tutte queste rare essenze girino per profumare Me e imbalsamare la terra; il tuo dolce profumo sarà tutto intorno a Me, godendo mi, così come tutto il cielo; La mia gioia sarà così grande che sarà presa per una danza nuziale... "
e voi che avete letto questo Inno finora, siate ansiosi di cercarmi e anche di rivelare il Mio Volto Santo nella Camera Provvisoria; svela il Mio Volto Santo e impara a contemplare la Mia Bellezza e la Mia Attrazione; allora, come in un fascino, anche voi mi bacerete, mentre vi scioglierete nella Mia Luce; Io brillerò in tutti i vostri membri e coloro che vi vedranno non saranno in grado di discernere una luce dall'Altro... cercatemi con grande coscienza, avete sete di Amore, inseguitemi, raggiungetemi... perché grazie a voi, rallanchò il Mio passo per permettervi di trovarmi; non vuoi la vita? La mia presenza in Te è vita, quindi entrate nella Vita; Io sono la Porta che conduce alla Vita Eterna;
Io sono la vostra Coppa Mistica e, una volta che bevete, una primavera che dà la vita scaverà da voi; una vita trascorsa con Me è infatti una vita trascorsa a contemplare il Divino, ricevendo benedizioni ineffabili che trascendono il pensiero e la comprensione; allora, le delizie di questa terra perderanno semplicemente il loro valore, perché lo sposo ti saturerà piuttosto con l'acqua della Vita, elevandoti al terzo cielo; Il Paradiso deve essere abbracciato con Me, il vostro Dio, nei nostri coniugi spirituali, diventando un tale uomo con la Divinità; Immerso in Me, avrete un solo desiderio e sarà quello di darvi continuamente alla Mia Volontà, mentre io darò continuamente la Mia amata; sono le Mie dolci Odi che ho cantato ora per tutti voi, la Mia dolce Dottrina, il Mio Dialogo, che ogni anima deve ascoltare;
1
La Santa Trinità.
2
Gesù cita la Scrittura: Mt 19.26
3
In inglese "spassionato".
4
In inglese "... e sarà calpestato dalla polvere del peccato.
5
Mt 19.26
6
Contemporaneamente, ho anche sentito "i loro termini".
7
Deve essere inteso come il Cuore.
8
Qui il Signore si fermò, e poi mi chiamò
9
Mt 22,1-14
10
Coloro che non sono i primi ospiti.
11
Anche nostro Signore mi fece capire che la persona vestita involontaria lo aveva fatto allo scopo di denigrare l'ospite e cercare di influenzare gli altri a seguirlo...
12 In
quel momento Gesù parlò come se stesse parlando da solo; così ho preso questo come un oracolo.
13
Gli zaffiri rappresentano le virtù.
14
Le ferite rappresentano colpa e peccato.
15
Simbolizza la purificazione.
16
L'unzione.
17
Messaggio del 23 maggio 1987, all'inizio, quando Gesù cominciò a insegnarmi.
18
Io.
19
L'anima.
20
Anime.
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Per te, Napoli mia,
dipinse un angelo uno scenario
di poesia,
contando note
di melodie
scritte tra pagine d’un libro d’or.
Sul mar nacque una via
ed una Santa le diede il nome:
Santa Lucia.
Scrisse quel nome
con la sua scia
la vela candida d’un pescator.
Laggiù,
tra Sorrento e Mergellina,
voluttuosa sirena,
dorme Capri sul mar.
E tu, Napoli mia,
splendi nel cielo degli occhi azzurri
d’ogni Maria.
Musica arcana
scritta da Dio,
mia cara Napoli, questo sei tu!
Sole: un altro sole non C’è.
Mare: non v’è più azzurro di te.
Un pentagramma son le stelle
di dolce musica d’amor.
Ma la canzone tua più bella
la canta il mare questa sera.
Per te, Napoli mia,
dipinse un angelo uno scenario
di poesia,
cantando note
di melodie
scritte tra pagine d’un libro d’or.
Sul mar nacque una via
ed una Santa le diede il nome:
Santa Lucia.
Scrisse quel nome con la sua scia
la vela candida d’un pescator.
Laggiù,
tra Sorrento e Mergellina,
voluttuosa sirena,
dorme Capri sul mar.
E tu, Napoli mia,
splendi nel cielo degli occhi azzurri
d’ogni Maria.
Musica arcana
scritta da Dio,
mia cara Napoli, questo sei tu!
(Salvatore Mazzocco)
#sanremo51 #festivaldisanremo #sanremo
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Libri| Quannu te cunta ‘u core
Sabato 12 gennaio 2019, alle ore 18.00, a Lecce, presso la sede dell’associazione Cecyntè (Piazza Duca d’Atene, 6), si terrà la prima presentazione di “Quannu te cunta ‘u core”, la nuova raccolta poetica di Ada Garofalo, edita da Musicaos Editore.
Interverranno il dott. Ilio Torre, psicologo e esperto di Psicologia Quantistica e l’editore, Luciano Pagano, che dialogheranno con l’autrice. Un inedito connubio inedito di “dialetto e jazz”, nel quale i versi letti dall’autrice e da Franco Manni (attore, autore e regista), si uniranno alla musica del sassofono di Fulvio Palese.
L’evento inaugura gli incontri de “Il Salotto di Cecyntè” dove gli artisti, nello spirito proprio del luogo, avranno modo di incontrarsi, arricchirsi, scambiare e nutrire esperienze. La lingua dialettale è materna, identitaria, ricchezza di suoni che nascono dall’anima, con lo stesso spirito con cui nasce la musica jazz; da qui l’incontro, anzi, gli incontri con il sassofono di Fulvio Palese e con le letture di Franco Manni, scrittore e regista di opere in vernacolo, attore e collaboratore storico di Ada Garofalo, sul palcoscenico. Parte del ricavato sarà destinata al Progetto Shala-tribalosophy in Kenya.
La poesia di Ada Garofalo dipinge con il dialetto salentino ciò che accade nel mondo, in una trasposizione fedele dei paesaggi e dei luoghi del ricordo. La realtà che l’autrice racconta è tangibile, e racchiude un invito a riconoscersi per fare ritorno a sé. Il dettato del cuore, che erompe senza avviso, non può esprimersi senza che prima non si sia creato, in noi, il silenzio. È il silenzio di una notte scura, rischiarato dalla luce della luna, capace di descrivere il momento in cui le forze sembrano mancare, svanito il desiderio stesso di raccontare; un viaggio, quello del lettore, che al suo terrmine lo ritroverà mutato, faccia a faccia con la propria anima, “cu’ l’anima/ ca chiama,/ ca sta tantu vicina/ … e me parìa luntana” (E me parìa luntana). Il punto di partenza e quello di arrivo coincidono, per chi avrà la consapevolezza che tutto è vita, il principio e la fine, lo spazio e il tempo, i ricordi, la tenebra del buio e la luce fioca, gli affetti più cari e i legami che si frantumano. L’autrice ci avrà dimostrato che il silenzio, anche quello più sottile e prezioso, non merita di essere scalfito, a meno che le parole non provengano dall’intimità del proprio cuore.
“Cecyntè” è una Dimensione fatta di accudimento, gentilezza, inclusione, assenza di giudizio, espansione, amore nelle piccole cose (prima che nelle grandi) e che pertanto potrebbe avere sede ‘reale’ nello Spazio del Cuore. “Cecyntè”, attraverso le sue attività, vuole semplicemente diffondere un messaggio ai suoi compagni di viaggio: l’augurio che ognuno di noi possa riscoprire dentro di sé, per poi condividerla con il resto dei mondi, questa Dimensione (Ceci-in-te).
Fulvio Palese è saxofonista, compositore, arrangiatore. Musicista poliedrico, ha studiato saxofono presso il Conservatorio di Lecce ed è dottore di ricerca in filosofia presso l’Università del Salento. Suona indifferentemente tutti i saxofoni dal sopranino al basso ed il clarinetto basso.
Ha approfondito lo studio del jazz fra gli altri con Roberto Ottaviano, Jimmy Owens, George Cables, Cameron Brown, Javier Girotto ed ha seguito masterclass di saxofono classico con Federico Mondelci, Antonio Jimenez Alba, Maurice Moretti, Mario Marzi.
Organizzatore e direttore artistico del festival “Il Jazz Sale” (Torre Suda – LE). Direttore artistico per la parte musicale del Mercatino del Gusto dal 2002 al 2007. Attualmente è ideatore e direttore artistico dell’Hypogeum Jazz Festival. Ha svolto e svolge un’intensa attività orchestrale in veste di sax solista con l’Orchestra Sinfonica di Lecce, l’Orchestra di Terra d’Otranto, l’Orchestra della Magna Grecia (Taranto), l’Orchestra Nazionale dei Conservatori, l’Orchestra Filarmonica “Nino Rota”, l’Orchestra fiati del Conservatorio di Lecce, la Swing Orchestra del Conservatorio di Lecce, la Small Jazz Orchestra del Conservatorio di Lecce. Molte le collaborazioni cinematografiche e teatrali in veste di compositore ed esecutore, fra cui: Cristina Comencini “Liberate i pesci”, Giovanni Veronesi “Manuale d’amore 2”, Andrea Coppola “2×2”, Michele Placido “Salento viaggio di poesia”, Vincenzo Bocciarelli “Mozart cocholate” e “Volo fra musica e parole”, Astragali Teatro, “Le vie dei canti”, Nanni Moretti,”Concerto Moretti”.
Attualmente è docente di saxofono jazz presso il Conservatorio “T. Schipa” di Lecce, docente di saxofono presso il Liceo Musicale “G. Palmieri” di Lecce, docente di saxofono presso l’Accademia DAMUS di Lecce e l’Istituto comprensivo “I. Calvino” di Alliste e docente di Improvvisazione e musica d’insieme jazz presso l’Associazione “Amici della musica” di Presicce. Tiene regolarmente seminari e masterclass di armonia e improvvisazione jazz.
L’autrice.
Ada Garofalo nasce il 18 maggio 1955 a Racale, in provincia di Lecce, dove attualmente vive. Dopo gli studi classici frequenta la Facoltà di Farmacia a Napoli, percorso che nel ’78 interrompe, sposandosi e trasferendosi a Milano, e laureandosi poi in Servizio Sociale presso l’Università degli Studi di Trieste. È madre di tre figli. Dipendente dell’Azienda Sanitaria Locale di Lecce, lavora da sempre nel campo della neuropsichiatria infantile.
Nel privato, fin dai primi anni novanta, si occupa di teatro e si appassiona alla lingua salentina, ricoprendo attualmente, e ormai da tempo, il ruolo di Presidente dell’Associazione Teatrale “Sinonimi e Contrarie” (ex Teatr’Insieme di Racale). È interprete e coautrice, insieme ai suoi storici compagni di viaggio (Maristella Gaetani, Gerardo De Marco, Franco Manni e, fino al 1996, Francesco Causo e Giampaolo Viva) di eccellenti lavori teatrali in vernacolo (a volte inediti, a volte liberissimi riadattamenti di opere già note), lavori rappresentati, con grande successo di pubblico e di critica, nei migliori teatri salentini: ‘A lingua t’‘a gente (1993); A ci tantu… a ci nenzi (1995); Gelosia … cci malatia (1996); Cchiù niuru te cusì… nu’ putia vanire (1998); T’aggiu spusata, sì… ma sapia ca eri murire (2000); Pelo e contropelo… e permanente per signora (2003); Quannu ‘u tiaulu ‘mpizza ‘a cuta (2004); Salvatore e i suoi fratelli. Lecce, Charleroi, Parigi, Toronto e ritorno (2010).
L’Associazione “Teatr’Insieme”, poi “Sinonimi e… contrarie”, dal 1996 fa parte e partecipa alle iniziative organizzate dal “Centro Studi R. Protopapa per la difesa e la promozione del Teatro e della Cultura popolare Salentina”.
Nel 2004, come componente del Centro Studi, Ada Garofalo partecipa insieme a Maristella Gaetani, ai lavori teatrali allestiti e rappresentati dai detenuti nella Casa Circondariale Borgo San Nicola di Lecce (“Pe’ nu piezzu te pane” e “Il figlio dell’Altissimo” di Giacomo Profilo); successivamente è tra gli interpreti, con alcuni detenuti, del lavoro “Secondo Qoèlet, dialogo tra gli uomini e Dio”, di Luciano Violante, per la regia di Giacomo Profilo, rappresentato nel Comune di Campi Salentino e al Teatro Politeama Greco di Lecce.
Nel 2005 partecipa al lavoro teatrale “Quannu foi ca muriu lu Pietru Lau”, liberamente tratto dai “Canti te l’autra vita” di G. De Dominicis, rappresentato al Teatro Politeama Greco di Lecce.
Nel 2014 pubblica, per i tipi di Grauseditore, “Gallinelle e nodi. Sabbia e poesia”, una raccolta di testi in versi e prosa, definita come “un viaggio che si snoda tra le pagine per esplorare la vita” (Valeria Naviglio), o come “un volo pindarico… un viaggio tra i pensieri… particolarmente intenso e profondo… uno stile letterario raro e prezioso” (Paola Bisconti), o ancora “La rivoluzione della semplicità… una raccolta di liriche che trasudano vita… anche quando dall’italiano si passa a quel sanguigno pugliese, ritmato al punto da ricordare i grandi maestri greci” (Sabatino Di Maio), o infine “Una preghiera laica, insonne, sommessa, moderna, di una donna del XXI secolo… un libro che si regge sulla parola… delicato, intimista… intrigante” (Francesco Greco).
Informazioni: Cecyntè, 3381218128 [email protected]
Musicaos Editore [email protected] www.musicaos.org tel. 0836.618232 / 3288258358
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RACCONTO DI NATALE : IONA
Iona entrò in casa tutta arrabbiata. Sua nonna, che come sempre aspettava con ansia il suo arrivo sulla porta di casa, se ne accorse subito. Appena entrata Iona butto lo zaino per terra con un plateale gesto di stizza come fanno i bambini quando vogliono attenzione e a passi pesanti e con la faccia rabbiosa attraversò il salotto diretta nella sua stanza. ”Iona, cori i to nonna chi ti succidiu?” la nonna chiese mentre la vedeva passare davanti con il muso lungo lungo ad evidenziare una terribile rabbia. La piccola fece ancora qualche passo poi si girò di scatto facendo oscillare tutti i suoi capelli ricci da destra a sinistra, quando si fermò, con la voce stridula e gli occhi quasi pieni di lacrime grido “io non ci torno più in quella scuola di stronzi! Non ci torno più neanche se mi ammazzano” e girandosi di scatto se ne uscì dal salotto singhiozzando in modo ancor più plateale e sbattendo la porta. Entrò nello stesso momento la madre di Iona, carica di sacchetti pieni di frutta e verdura sbuffando per la fatica. “Catina, ma chi ci succidiu a to figghia?” chiese la nonna angosciata dal pianto della nipote. La madre di Iona sbuffò mettendo sul tavolo della cucina la spesa. “nenti Mà, u sai chi è esagerata” “na visti mai accussi ncazzata…” insiste la nonna preoccupata. “nenti Mà: cosi i carusi. Oggi in classe sceglievano chi doveva iniziare la recita di Natale, ed erano rimasti lei e Ginu, u figghiu du pisciaru…” “beddu chiddu…” commentò la nonna che quando insegnava aveva avuto il padre come scolaro. “...allura Iona ha recitato la poesia meglio di lui e la maestra ha scelto lei; Gino si è arrabbiato e si è alzato in classe e ha detto che non si poteva far recitare la poesia ad una che ha le orecchie come a quattara ill’assu i coppi; tua nipote che è permalosa gli ha risposto e ne è venuto fuori un putiferio perché Gino la voleva picchiare, ma figurati si Iona si potta i coppi a casa (figurati se non li restituisce) “ “fici bonu - rispose la nonna seria seria - non le doveva dire quello che ha detto, lo sai quanto Iona si vergogni delle sue orecchie, se ne è fatta un complesso” “si deve abituare all’ idea, non e che da grande le orecchie scompaiono – rispose la madre che aveva fretta, ed aggiunse per chiudere la discussione - Ha detto la sua maestra se poi l’aiuti a fare le ali degli angioletti della recita, io vado che ho la riunione, prepara qualcosa per stasera” bevve un sorso d’acqua e usci di corsa. La nonna restò dietro la porta di Iona e dopo un minuto bussò “Iona, vuoi qualcosa? Posso entrare? “ “NO! – urlo rabbiosa Iona – non voglio vedere nessuno, malanova a quannu me matri mi fici sto ricchi i Dumbo” “Iona cori da nonna nun fari accussi, chiddu.. Ginu… è bastasi nun ta pigghiari..” “iddu u dici, ma l’otri u pensanu: si misiru tutti a ridiri quannu dissi chi haiu i ricchi come l’asu i coppi…” “non ta piggjiari sciatu mei, tu si bedda, intelligenti….” “ e chi ricchi i n’elefanti” grido ancora più rabbiosa Iona.
Si mise a piangere abbracciata al suo cavallino bianco e nascosta sotto le coperte nel suo letto. Aveva chiuso anche le persiane, così tutta la stanza era nella penombra, ma a lei, nel buio delle coperte, non le interessava essere vista o vedere qualcuno. Era arrabbiatissima, ma ancor di più era disperata. Si ricordò la prima volta quando, mentre stavano guardando il film Dumbo all'asilo, tutti i suoi compagni si misero a ridere girandosi vero di lei; o di quando si doveva comprare gli orecchini e tutti quelli che provava erano orribili tanto da sembrare, da come pendevano, i piccoli babbi natale di cioccolata che appendeva all’albero di Natale. Inoltre ogni volta che litigava con qualcuno ecco che subito venivano fuori le sue orecchie che a seconda dei casi erano o “i ricchi d’elefanti”, o “i manici da quattara”, o “u radar ill’aerupottu”, “i ricchi du scimpanzè”, o le chiedevano se sentiva le formiche camminare nel Sahara. Nessuno dei suoi compagni di classe la guardava come i maschi guardano le bambine e se prendeva qualche bel voto tutti a dire che il bel voto dipendeva dal fatto che chi aveva le orecchie grandi aveva più spazio per il cervello…. Non ne poteva più! Più lei si impegnava per essere brava, per essere la migliore ed essere apprezzata, più tutti a tirare fuori le sue maledette orecchie per farla sentire una scimmia. Perché le avevano dato quelle orecchie? lei non era diversa dalle altre bambine, perché tutti la giudicavano per come era fuori e non per quello che era veramente? Erano tutti stronzi! Gesù bambino non doveva portare regali a nessuno, perché erano tutti cattivi con lei!
Non c’era niente da fare, si disse la nonna, Iona era più testarda di suo padre e non avrebbe ragionato per un bel po'. La nonna si intristì. Le orecchie erano state per Iona sempre un problema. Avevano cercato di farle superare questa sua fobia, ma lei era invece diventata sempre più sensibile a quello che lei pensava fosse un suo irrimediabile difetto. Era arrivata a farsi crescere i capelli e a cotonarli per nascondere le orecchie o anche d”estate quando il caldo era troppo per tenere la folta capigliatura libera sulle spalle, portava tutti i generi di cappelli che le permettessero di nascondere le grandi orecchie. La nonna era demoralizzata se a questa età era così sensibile, figurarsi a vent’anni quando la bellezza per una ragazza in cerca d’amore diventava una questione di vita o di morte. Senti un tonfo venire dal salotto. Andò a vedere, ma non trovò nulla di strano, solo quando guardò il presepe capi che l’angelo sopra la capanna era caduto. Andò a prenderlo accanto all’asino. Lo girò per aggiustare il filo che lo teneva in alto sulla capanna. “Signuri mei, ci vurria nu miraculu pi Iona…” penso amareggiata. Rimise l’angelo a posto e lo guardò. L’angelo ruotava mostrando ora il volto ora le ali con l’aureola, ora il volto, ora le ali con l’aureola. “un miracolo…” si disse di nuovo la nonna e sorrise. Andò al telefono e compose un numero, quando la maestra di Iona rispose la salutò e continuò “Senti na cosa Lucia, avemu fari nu miraculu……”
“forza, ca mettiti l’ ali” Iona allargo le braccia mentre la nonna le sistemava sulla schiena due ali dorate. Le mise poi un cerchietto in testa da cui partiva un’aureola dorata. Le acconciò i capelli in modo che il cerchietto non si vedesse e nel fare questo lascio scoperte le grandi orecchie. “no nonna si vedono le orecchie “ disse Iona spaventata. “No, devono andare cosi per l’aureola, se no si vede il cerchietto…” Iona cercò uno specchio per guardarsi ma nello sgabuzzino della sacrestia della chiesa dove si trovavano, non ce n’era. Non capiva perché lei si dovesse vestire li dentro mentre i suoi compagni di classe erano nello stanzone in fondo alla sacrestia. Le avevano spiegato che lei doveva uscire per prima e recitare la poesia con una candela in mano nel buio della chiesa e poi sarebbero arrivati i compagni su due file vestiti da angioletti cantando Tu scendi dalle stelle. “le orecchie si devono vedere – fece la nonna seria – cosa ti ho detto?’” “che Gesù ci deve fare un miracolo – rispose Iona automaticamente - deve..” “non lo dire - fece sottovoce la nonna – devi dirlo a mezzanotte dopo la poesia, chiudi gli occhi e lo chiedi a Gesù, è il suo compleanno non potrà negartelo e poi sarà tutto buio, non ti vedrà nessuno” quest’ultimo argomento convinse Iona più della possibilità del miracolo a cui non sapeva se credere o meno. Quando fu il momento le luci si spensero e lei lentamente uscì dalla sacrestia camminando nella chiesa buia fino al centro della navata con una candela accesa in mano. Una volta nel mezzo della chiesa si guardò intorno, ma nel buio non riusciva a scorgere nessuno e si sentì meglio perché forse, anche gli spettatori della recita non avrebbero notato le sue orecchie; la maestra Lucia le porse il microfono e lei incomincio a recitare.
Oggi è una notte molto speciale Perché è la santa notte di Natale In questa notte stellata e bella Gli angeli portano la lieta novella Oggi è nato il nostro salvatore Figlio di Dio e del suo amore Da un bue e un asinello è scaldato Da tutti i pastori è qui adorato Venite a guardare tutti quanti il piccolo bambino qua davanti Venite adoriamo il pargolo divino Venite preghiamo Gesù bambino L’amore di Dio guarda i nostri cuori non gli importa come siamo fuori E in questa notte di pace e bontà Gridiamo al mondo la gran novità Che anche se non hanno le ali Tutti i bambini son tra loro uguali Non conta il colore o dove son nati Non conta se ricchi oppure affamati agli occhi dell’amore non c’è differenza nel cuore di Dio nessuna preferenza Tutti i bimbi del mondo sono fratelli perchè Dio li vede tutti quanti belli
Finita la poesia Iona chiuse gli occhi e dentro di se incomincio a pregare “Gesu bambino sono stata brava, ho sempre fatto i compiti e ho aiutato la mamma, ti prego fammi di diventare le orecchie come quelle dei miei compagni, non voglio più essere diversa da loro.” Intanto sentiva i compagni che entravano cantando, quando furono vicini a lei piano piano le passavano davanti e la baciavano su una guancia. Le luci si alzavano e lentamente la chiesa si illuminava. Sentì che i genitori ridevano ed apri gli occhi e li vide che tutti battevano le mani o che facevano le foto con i telefonini. Lei si guardo intorno disorientata da tanto clamore e si girò a vedere i suoi compagni che erano sui gradini che portavano all’altare. Restò a bocca aperta: avevano tutti delle orecchie uguali alle sue, che uscivano dalla testa larghe e tonde. “mamma mia che ho fatto?” Pensò e si toccò le sue per vedere se Gesù bambino nel fare il miracolo le avesse dato delle orecchie normali rendendola ancora una volta diversa, ma le sue orecchie erano rimaste come erano. Penso che nel passare tutti i suoi compagni l‘avevano baciata, anche quel runzuni di Gino gli aveva stampato un bacio sulla guancia, forse per dirle che le volevano bene e che se avevano le stesse orecchie, non era per prenderla in giro, ma perché non la pensavano diversa da loro. Iona era felice, si girò sorridendo a guardare il pubblico: anche se le orecchie dei suoi compagni sembravano di gesso colorato, Gesù era stato bravo, aveva fatto un miracolo e poi, come diceva la nonna, tutti hanno delle orecchie di cui si vergognano, alcune si vedono ed alcune sono nascoste, ma è quando tutti le possono vedere senza farci caso e noi non ci vergogniamo più di averle, che incomincia il Natale.
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Rita, la gatta Maya e Piano Barlaci
In una graziosa cittadina sul mare vi è un punto (chiamato Belvedere) dove il panorama esplode a 360 gradi: davanti, il porto con le sue barche e il mare di un blu intenso che si perde all'orizzonte; a destra, (quando il tempo lo permette), la Rocca della cittadina di Cefalù; a sinistra, il promontorio di Capo Zafferano; alle spalle, infine, si alza, immensa, una montagna dalla forma molto particolare: qualcuno, guardandola, ci vede una donna distesa, altri un vulcano, altri ancora ci vedono due persone che si abbracciano, ma lei, anzi lui, è il monte San Calogero.
Nella parte più bella della città, vicino via San Salvatore, sorge il piano Barlaci, dove sono presenti resti di un anfiteatro romano. Dopo anni di incuria, adesso, da alcuni anni, è diventato crocevia e punto di incontro di giovani artisti.
Un giovane pittore che ha la fortuna di vivere in una casa la cui terrazza si affaccia sul piano Barlaci, ha la bella idea di valorizzare questa piazza.
Si comincia, piano piano, con rappresentazioni teatrali, ed in un continuo crescendo con esposizioni di quadri, serate di musica, di teatro, di poesia, insomma, di "Notti clandestine a Piano Barlaci": incontri, in piena estate, per alcuni giorni, di persone e artisti che si esibiscono o espongono le loro opere (recentemente un meraviglioso presepe realizzato dal maestro Piscitello).
Da qualche anno vive sui tetti di quelle case, che si affacciano sul piano Barlaci, una gatta di nome Maya.
Sull'origine del nome ci sono diverse interpretazioni: dal greco "creatrice, madre" o dal latino "dea della primavera" o dall'hindi "potere creativo di Dio". Lei è, comunque, una gatta con una faccia simpatica, dal manto grigio e con delle zampe bianche, come se indossasse dei calzini.
Padrona assoluta dei tetti di piano Barlaci, vive felice scorazzando e cacciando su quei tetti.
Piano piano, incuriosita, comincia a lasciare il tetto della sua casa e si avvicina alla terrazza della casa di Rita, sorella del pittore di piano Barlaci. Anche se Rita fa Gatto di cognome, questo non deve farci pensare che lei abbia affinità con i gatti. Rispetto e tolleranza si, ma mai rapporti molto ravvicinati.
Piano piano la gatta Maya, che è la gatta degli altri Gatto, nonché cugini dell’umana Rita, guarda attratta quella bella terrazza piena di piante che la signora, con tanta cura, aveva piantato, per renderla gradevole a se stessa ed agli ospiti in visita.
Lei, Maya, osserva con attenzione tutti i movimenti che fa l'umana e tutte quelle piantine sul tavolo: che attrazione!
"Adesso gli faccio un'incursione", decide! Con uno slancio felino, come sanno fare solo i gatti, salta sul tavolo, le ruba una piantina e scappa. Rita, avvilita, la guarda scappare con la piantina in bocca…
"Mah, non ho mai visto una gatta così… Non riesco a darle una definizione", mormora ad alta voce, "una gatta davvero monella"!
E con pazienza sostituisce la piantina rubata da Maya.
Un'altra volta la trova sdraiata sul tavolo!
"Maya, scendi dal tavolo"!
Ma lei, annoiata, socchiude gli occhi quasi a fessura, le fa una bella soffiata e protesta con tanti miaooo miaooo!
Cosi per settimane e settimane.
Un giorno, però, l‘umana Rita, vede che Maya ha un approccio diverso, che la guarda in maniera più dolce e più conciliante. Siccome Rita ha il cuore grande e generoso, le porge una bella fetta di prosciutto.
“Miao, miao", sembra ringraziare Maya.
Adesso, ogni volta che Rita apre la porta della terrazza, lei, Maya, si presenta al suo cospetto: "Dai, mollami qualcosa da mangiare", sembra dire il suo sguardo.
"Ecco un bel piatto di tortellini…, forse avrà fame", pensa Rita. "E' per questo che mi fa i dispetti?"
Così, gatta & Gatto, si guardano con più amore felino. Ma rafforzeranno la loro amicizia? Beh, questo alla prossima puntata.
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Lista aggiornata al 28/2.
LISTA LIBRI ORDINATI PER AUTORE - PREZZI A PARTIRE DA 1 €. Per foto, prezzi e dettagli, scrivetemi:
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Guanda); Augias - Quella mattina di luglio; Ballard - L'impero del sole; Barth - La fine della strada; Barthelme - Il padre morto; Bernhard - Amras (ed.Einaudi); Biasion - Sagapò (libro che ispirò Mediterraneo di Salvatores); Bichsel - Zie e lettori; Boll - Termine di un viaggio di servizio; Byatt - Le storie di Matisse; Calasso - I glossatori e la teoria della sovranità; Calvino - Se una notte d'inverno un viaggiatore (prima ed., condizioni accettabili); Canty - Dove sono andati a finire i soldi; Carl Schmitt - Dottrina della costituzione; Carl Schmitt - Terra e mare; Cavazzoni - Il poema dei lunatici; Chasseguet - La sessualità femminile; Cheever - Lo scandalo Wapshot; Chmosky - I nuovi mandarini; Christie - Fermate il boia; Christie - Se morisse mio marito; "Cinquant'anni di papirologia in Italia" (2 vol. - epistolario); Colagrande - Fideg; Cossery - Un complotto di saltimbanchi; Coupland - La vita dopo Dio; Coupland - Tutte le famiglie sono psicotiche; D'Ambrosio - Il museo dei pesci morti; D'Ambrosio - Il suo vero nome; David Eddings - Il segno della profezia; Davis - Rendez vous con il terrore; De Bernieres - Il mandolino del capitano Corelli; Di Paolo - Questa lontananza così vicina; Dostoevskij - L'adolescente (ed.Einaudi con prefazione di Ripellino); Dylan Thomas - Lettere d'amore; Edgar Rice Burroughs - Carson di Venere (Serie cosmo Oro, ed. 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Ubulibri); Jarman - Wittgenstein (sceneggiatura del film); Jim Morrison - Cavalca il serpente; Kerouac - Il libro dei blues; Kerouac - Il sogno vuoto dell'universo; Kubrick - Non ho risposte semplici; "La minaccia dei Lowai", fantascienza illustrata, Brenno Fiumali, Eller, Renato Silvi; "La parola innamorata. I poeti nuovi 1976-78" (ed Feltrinelli con poesie di De Angelis, Cucchi, Magrelli ecc.); "Le schiave degli uomini verdi", fantascienza illustrata, Brenno Fiumali, Eller, Renato Silvi; Lauzi - Esercizi di sguardo; Leiris - Biffures (prima ed. Einaudi); Lettere dei macchiaioli; Lettere inedite di Paolina Leopardi (prima ed. Bompiani); Levi - I sette paradossi magici; Limentani - L'ombra allo specchio; Lucien Mueller - Storia della psicologia; Malerba - Le galline pensierose (prima ed.) Mastrocola - E se covano i lupi; Matteucci - Costellazione familiare; Merini - La terra santa (ed. Scheiwiller); Mishima - Cavalli in fuga; Montale - Le occasioni; Montale - Tutte le opere; Moody - La più lucente corona d'angeli in cielo; Moody - Tre vite; Nabokov - Lolita (in spagnolo, prima edizione 1959); Novakovich - Vita fuori tempo di Ivan Dolinar; O'Brien - Via da Las Vegas; O'Connor - Il cielo è dei violenti; Orson Scott Card - I figli della mente (serie cosmo Oro, ed. 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