#Pirotecnica
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paolovisuals · 1 month ago
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💥 Quando il cielo si illumina a festa! 🎇
Ho catturato l'esplosione di colori dei fuochi d'artificio durante i festeggiamenti della Madonna delle Grazie a Sannicola!
Dal drone si possono apprezzare i dettagli e la bellezza di una serata così speciale. ✨
Scattare foto aeree mi permette di vedere tutto da un punto di vista unico! Vuoi vedere altre foto come questa?
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abatelunare · 1 month ago
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Una sola cosa
Vi dirò una cosa, sul film Deadpool e Wolverine. Mi ha reso tollerabile l'idea del multiverso cinematografico della Marvel. Conosco quei supereroi da quando ero ragazzo. Seguivo l'Uomo Ragno, Iron Man, Hulk e un paio di altre testate. E sono un fottuto purista, in materia. Vedere lo scempio politicamente corretto e narrativamente arbitrario che ne hanno fatto mi fa incazzare in una maniera che neppure saprei descrivere. Perché hanno rovinato qualcosa che ho amato tantissimo (ma che al quale ho rinunciato per scegliere la letteratura). Ma Deadpool lo adoro. Perché è un coglione. Ed è assurdamente consapevole d'essere un personagio di finzione. Ora, Deadpool e Wolverine è una fantastica e pirotecnica miniera di citazioni, riferimenti e cazzate. I due protagonisti gigioneggiano come mai hanno fatto nella loro carriera. E io mi sono divertito moltissimo.
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multiverseofseries · 5 months ago
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Inside Out: It's Pixar, It's Always Pixar!!!
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Con Inside Out di Pete Docter, la Pixar torna ai geniali fasti del passato e confeziona un film che diverte, emoziona e stupisce continuamente.
Sin dalle prime immagini di Inside Out si ha l'impressione di un ritorno ai fasti del passato. Ci era sembrato di veder brillare nuovamente la scintilla creativa che aveva permesso alla Pixar di distanziare tutta la concorrenza diretta. Con alla guida il Pete Docter di Up, lo studio di Lasseter ci ha condotto in un luogo misterioso che tutti abbiamo dentro di noi, la nostra mente, facendoci trovare faccia a faccia con la personalizzazione delle nostre emozioni basilari.
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Inside Out: un'immagine del film animato
Capolavoro annunciato?
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Inside Out: una scena tratta dal film animato
Quando tante aspettative si creano attorno a un progetto, c'è sempre il rischio che restino deluse, che lo sguardo dello spettatore punti troppo in alto mancando il bersaglio e perdendo di vista il valore reale. Non è questo il caso. E ce se ne accorge sin dalle primissime sequenze. E non potrebbe essere altrimenti nel vedere in azione le cinque emozioni della piccola Riley, guidate dall'esuberante Gioia ed impegnate a gestire le reazioni della ragazzina a tutto ciò che la circonda. Emozioni che si trovano a dover gestire una situazione d'emergenza, forse il peggio che possa capitare ad una ragazzina che si avvicina all'adolescenza, mettendo a rischio quei punti saldi, scuotendo alle fondamenta le sue isole della personalità e mettendo in subbuglio le sicurezza precostituite: un trasloco, dal Minnesota ad un mondo diverso come può essere San Francisco in California.
Il mondo della mente
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Inside Out: il character poster italiano di Gioia
Poco più su si è parlato di luogo nel far riferimento alla mente, background di gran parte dell'azione che si sviluppa in Inside Out e non si è usato questo termine a caso, perché si tratta a tutti gli effetti di un luogo vero e proprio, con diverse aree, la sua fauna e la sua flora (perché non si può dimenticare l'irrinunciabile foresta di patatine fritte della Terra dell'immaginazione). Le cinque emozioni, Gioia, Tristezza, Disgusto, Rabbia e Paura sono i principali protagonisti e gestiscono il tutto dal loro Quartier generale, definendo lo stato d'animo e le reazioni di Riley (come di ognuno di noi) e decretando la sensazione (e, visivamente, il colore) di ogni ricordo che viene immagazzinato.
Prima del traumatico trasloco, è il giallo della Gioia a dominare i ricordi, sia quelli chiave che tutti gli altri, di Riley, ma le cose sono destinate a cambiare ed i cinque protagonisti emotivi di Inside Out dovranno fare i salti mortali per gestire la situazione, in una storia che si dipana esplosiva e pirotecnica in tutti i recessi della mente, nell'archivio della memoria a lungo termine, negli abissi del subconscio dove albergano le paure recondite, nella vivacità della Terra dell'immaginazione. Un mondo che ha il sapore del parco tematico, con le sue tante aree ed i suoi tanti abitanti che fanno da contorno ai protagonisti, sui quali non si può non citare l'entusiasta amico immaginario di Riley, Bing Bong, e gli spazzini che si occupano di portar via i ricordi inutilizzati, ma anche il treno dei pensieri che si intravedeva già in una delle prime clip.
Le emozioni guidano la storia
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Inside Out: il sorriso di Gioia in una scena del film d'animazione
C'è un momento in Inside Out, dopo gli esplosivi venti minuti iniziali, in cui per un attimo si teme che la genialità del film ci si possa fermare all'idea iniziale e la prima presentazione dei personaggi, ma non è così: il film prosegue agile, senza perdere colpi, catapultandoci da una situazione all'altra come su montagne russe di emozioni che ci sballottano dalle risate alle lacrime senza soluzione di continuità, mentre scopriamo di più delle cinque emozioni che governano Riley (ma anche di ognuno di noi, come si vede fin da subito con i flash nella mente dei due genitori della ragazza e nel meraviglioso inserto che accompagna i titoli di coda).
Un'attenzione per la storia e i suoi dettagli, fin nei suoi personaggi secondari, da sempre caratteristica Pixar, che qui torna con prepotenza facendo passare in secondo piano il pur eccellente comparto tecnico: a differenza di altri casi passati, infatti, non c'è niente di rivoluzionario che salta all'occhio nella impeccabile messa in scena. Forse perché si è troppo concentrati sull'aspetto narrativo per far caso ai miracoli tecnologici, forse perché semplicemente è la stessa Pixar ad aver volontariamente spostato maggiormente l'attenzione su storia, personaggi e, soprattutto, emozioni.
Il cinema ha bisogno della Pixar.
Non solo idee
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Inside Out: Tristezza e Gioia in una scena del film d'animazione
Il cinema, e l'arte dell'intrattenimento in generale, non di rado ci mostra grandi idee non sviluppate come meriterebbero. Non è anomalo, tutt'altro; sembra piuttosto la normale conseguenza della difficoltà nel padroneggiare l'arte della narrazione con tutto ciò che comporta in termini di capacità di conquistare e coinvolgere il proprio pubblico. Maestria tecnica a parte, se c'è un aspetto specifico che rende la Pixar unica nel mondo dell'animazione contemporanea, e non solo, è proprio quell'abilità nello sviluppare le sue idee, già di per sé geniali. Una qualità che rende addirittura guardabile un titolo minore come Cars 2 e permette allo studio di Lasseter di poter sfornare sequel che non sfigurano al cospetto dei loro precursori. É una qualità importante e non merce da poco, ed è per questo sento di affermare con sicurezza e profonda stima una grande realtà confermata: il cinema ha bisogno della Pixar e tutti noi non possiamo che essere grati all'impareggiabile lavoro sviluppato nel corso degli anni.
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canesenzafissadimora · 8 months ago
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Arriva all’improvviso,
dura quanto i cerchi nell’acqua dopo il sasso,
interrompe i pensieri, la malinconia,
non si fa prenotare, nessun appuntamento,
la misteriosa briciola della felicità.
Chi la riconosce troppo tardi
le manda un saluto alla memoria
di quando c’era e non la conosceva.
Prova a soffiarci sopra ma non serve,
non parte la scintilla della brace.
Allora ci sto attento,
nervo pronto alla scossa
elettrica, materna, pirotecnica
della felicità, eccola, è adesso.
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Erri De Luca
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fiorile-arte · 5 months ago
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Corrado Bonomi Rosencrantz e Guilderstern a cura di Edoardo Di Mauro Corrado Bonomi è uno degli esponenti più significativi di quell’area di “concettualismo ironico” che in Italia sta ormai definitivamente imponendosi, complice una diffusa stanchezza nei confronti dell’ininterrotta sequela di trovate neoconcettuali, tanto patinate ed estetizzanti quanto vuote di significato al di là di una diligente ma pedestre citazione di quanto abbondantemente già visto nel recente passato, che hanno qualificato in negativo gli anni ’90. Gli “ironici” si caratterizzano viceversa per una ampia dose di irriverente e caustica irrisione di molti luoghi comuni dell’immaginario collettivo. Da un punto di vista estetico le opere si presentano connotate da un estroso eclettismo, marcato è lo spazio concesso alla decorazione, frequente l’uso della pittura, espressa con modalità analitiche e concettuali, oppure con intervento “primario” su di un ampio repertorio oggettuale. Nell’ambito di un frequente utilizzo di forme provenienti dall’immaginario ludico dell’infanzia assistiamo, inoltre, ad una tipologia compositiva che prevede l’impiego di materiali sintetici e derivati plastici, idonei alla realizzazione di assemblaggi dalla colorazione viva e squillante. Corrado Bonomi, personalità dotata di un curriculum importante ed apprezzata da anni anche al di fuori dei confini nazionali, particolarmente in Germania, adopera l’oggetto con gioia e creatività infantili, mostrandoci il volto di un’arte che è gioco combinatorio, calembour di citazioni in bilico tra cultura “alta” e “bassa”, in grado di stupire chi guarda con soluzioni spiazzanti ed inaspettate, specie per chi si aspetta di fruire l’arte in una dimensione aulica ed inaccessibile. I temi prescelti da Bonomi per le sue originali installazioni castigano con soave ironia i luoghi comuni del rigore concettualista come nella serie dei “Castelli in aria”, autentici manieri d’epoca confezionati in cartone e sospesi su nuvole di cotone, sdrammatizzano senza negarle retoriche e tragedie nazionali, come nel Mussolini in miniatura affiorante da un piatto di spaghetti al pomodoro in ceramica mentre declama l’incauta dichiarazione di guerra, od ancora stravolgono il concetto di serializzazione dell’opera d’arte con la performance “Pizzeria Belle Arti” dove l’artista, sui classici involucri da asporto realizza su ordinazione, col pennello ed in presa diretta, per poi venderle a costi contenuti, pizze dai molteplici gusti, e questo solo per citare una piccola parte del suo inesauribile repertorio. Esperto nella realizzazione di opere costruite con materiali e rifiuti riciclati, altro aspetto rilevante della sua pirotecnica vena creativa, Bonomi ha studiato, per questa personale nello spazio di Fiorile Arte, una installazione ad hoc. Questa volta il tema trattato, sempre con sagace ironia, è quello del carcere. Dalla vetrata posta a ridosso della strada si potrà ammirare un tipico muro carcerario realizzato con cartoni dipinti. Entrati all’interno della galleria si noterà una porta, anch’essa di cartone, su cui è affissa una targa recante il nome di Rosencrantz e Guilderstern, “gli avi di Bibi e Bibò”, per citare le parole di Bonomi nel descrivere il progetto. Dalla fessura della porta si potrà avere, uno per volta, la visione completa dell’opera. Assistiamo quindi alla consueta ma sempre geniale commistione di elementi sapientemente decontestualizzati da ambiti diversi, dove la tetraggine del luogo di prigionia si stempera con le citazioni letterarie e fumettistiche, per concludersi con un tuffo nel passato della storia dell’arte, con i riferimenti piuttosto evidenti a “Etant donnes” di Duchamp, rispetto alla fessura da cui sbirciare voyeuristicamente la parte finale dell’opera, nonchè all’iconografia tipica delle stampe piranesiane.
Edoardo Di Mauro, gennaio 2004
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diceriadelluntore · 2 years ago
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Storia Di Musica #272 - Thin Lizzy, Black Rose: A Rock Legend, 1979
Phil Lynott non è alla vista il classico irlandese: carnagione scura, capelli afro, figlio di Philomena, irlandese, e Cecil, guyanese di passaporto brasiliano che all’età di tre anni si trasferisce a Dublino. Avrebbe una voce perfetta per il soul, ma si innamora al nascente hard rock tanto che a 17 anni fonda la prima band, siamo nel 1968, insieme all’amico batterista Brian Downey, a nome Orphanage. Quando si unisce un signor musicista, Eric Bell, che faceva parte dei Them di Van Morrison, il trio sceglie come nome un ricordo d’infanzia: la scelta cade infatti sul nome di uno dei protagonisti dei fumetti The Dandy, uno dei più antichi almanacchi di fumetti del mondo, che si chiamava Tin Lizzie, cambiandolo in Thin Lizzy, con quella “h” a sottolineare l’accento irlandese che pronuncia tin come thin. Il trio comincia a farsi notare e va a suonare anche a Londra. Nel 1971 pubblicano per la Decca il primo album, Thin Lizzy,  e nel 1972 pubblicano il primo singolo di successo, un traditional irlandese, Whisky In The Jar, che diventerà poi una delle canzone dell’heavy metal nascente (si ricordano le numerose versioni dei Metallica per esempio). Bell se ne va, e viene sostituito prima da Gary Moore, poi dal duo di chitarristi Scott Gorham e Brian Robertson, e con la formazione a 4 pubblicano il primo grande disco: Nightlife del 1974, che ha due singoli di successo in Philomena (dedicata alla madre di Lynott) e Still In Love With You. Iniziano i tour di spalla ai grande gruppi del rock, e lo stile inizia a delinearsi: un hard rock venato di blues ma che sa pescare anche nel folk e nella musica tradizionale dell’isola verde. Dopo Fighting del 1975, è Jailbreak del 1976 che li fa conoscere in tutto il mondo: contiene infatti uno degli inni rock degli anni ‘70, The Boys Are Back in Town, che ancora oggi passa frequentemente nelle radio. Pressati dai fan e dalla casa discografica di sfruttare il successo, pubblicano nello stesso anno di Jailbreak addirittura un altro disco, Johnny The Fox, che ha un’altra canzone mito, Don’t Believe A Word, ma il clima cambia pesantemente: problemi di alcol e droga, Robertson che dopo il disco non parte in tour, e viene sostituito da Gary Moore. Bad Reputation è prodotto in Canada da Tony Visconti (1977) e vende moltissimo, e l’apoteosi si conclude con un live, Live And Dangerous (1978), che arriva al numero 2 in classifica inglese ma passa alla storia per essere considerato un “finto live”, manipolato ad arte in studio da Visconti per passare come tale. Vanno a Parigi, con Moore che prende il posto di Roberston anche in studio, e registrano in 3 mesi al Pathé Marconi EMI Studios. Se dal vivo si presentano come una pirotecnica band heavy metal, con tutti gli eccessi del caso, dal vivo sono molto più sperimentali e il disco che ho scelto oggi lo dimostra in pieno. Black Rose: A Rock Legend che esce nell’aprile del 1979, in piena scossa punk, prende il nome dall’ultima canzone, Róisín Dubh, un traditional irlandese (dove la rosa simboleggia l’Irlanda, martoriata dall’invasione inglese) che mette in medley con altri canti tradizionali: Shenandoah, Will You Go Lassie Go, Danny Boy e The Mason's Apron, ovviamente arrangiato con il piglio di Lynott e Moore. Il disco si apre con il rullante potente di Do Anything You Want, rombante, e che mostra ancora una volta il timbro vocale affascinante di Lynott, che a fine brano canta “alla Elvis Presley”. Toughest Street In Town è il loro lato più radiofonico, S & M ha un ritmo funky, Waiting For An Alibi è il singolo del disco, che arriva in classifica in UK fino al numero 6. Sarah è una dolce ballata dedicata alla neonata figlia di Lynott. Got To Give Up e Get Out Of Here sono due brani che fanno esplodere tutta la bravura chitarrista di Moore e Gorham, che si trovano a meraviglia, e davvero da riscoprire è soprattutto la seconda, maestosa. Chiudono il disco With Love, che è il brano più furbo, e si chiude con i 7 minuti spettacolari di Róisín Dubh. Lynott, con gravi problemi di droga, inizierà una carriera solista, che destabilizzerà la band, che perde Gary Moore per l’ennesima volta: viene sostituito prima da Midge Ure, che diventerà poi famoso con gli Ultravox, e poi da Snowy White. I risultati sono scarsi, ma c’è l'ennesima svolta: nel gruppo arriva John Sykes, giovane e talentuoso chitarrista, con cui Lynott rinasce, e lo dimostrano due grandi dischi: Thunder And Lightining e Life\Live, entrambi del 1983, con quest’ultimo che in un brano vede la presenza sul palco di tutti i chitarristi precedenti. Sarà il canto del cigno, perchè la band si scioglie e nel 1986 Lynott muore, per abuso di droghe, dopo 10 giorni di coma. Il nome Thin Lizzy continuerà a esistere, ma diventerà una sorta di band commemorativa di un decennio vissuto a tutta velocità da un irlandese che non sembrava un irlandese, che aveva un gran talento.
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twinssebastiani · 2 days ago
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L’OSIMO FIVE PIEGA L’ACLI VILLA MUSONE - 04.11.2024 - L'Osimo Five vince una pirotecnica partita in casa dell'Acli Villa Musone. I "senza testa" si impongono per... ⚽️ https://www.twinssebastiani.it/dettaglio.php?id=12473
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thebeautycove · 6 days ago
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JOVOY PARIS - AQUA MEMORABILIS - Eau de Parfum - Novità 2024 -
“For happiness, how little suffices for happiness! The least thing precisely, the gentlest thing, the lightest thing, a lizard’s rustling, a breath, a wisk, an eye glance—little maketh up the best happiness” Nietzsche wrote in a rare moment of stillness.
That’s Aqua Memorabilis to me, a shared memory. A great little slice of happiness.
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Di poco è fatta la migliore felicità, scriveva Nietzsche in uno dei suoi rari momenti di quiete. Parafrasandolo direi che la felicità è un soffio leggero, quasi improvviso, che ti sfiora il viso, un sorriso che riconosci come gesto protettivo, l’aria di casa e certi aromi ben custoditi nella memoria dei luoghi e del tempo.
François Hénin di Jovoy Paris ha cullato nei ricordi il profumo della sua infanzia, il sapore delle clementine, l’odore delle bucce spremute sulle fiamme e lasciate essiccare nel camino. Ha fortemente desiderato ritornare olfattivamente lì, plaudendo alla memoria, riportando in vita l’essenza, il valore di quel tempo per destinarlo al futuro, ai ricordi nuovi che verranno.
Vanina Muracciole ha raccolto la sfida, ha plasmato un lembo di gioventù in poesia della memoria, traslato accordi odorosi in un appassionante concentrato di energia e dinamismo.
Aqua Memorabilis è una delizia senza pari, fragranza scintillante, acuta, pirotecnica, accesa da prolungati riflessi citrini, variegata da sfumature succose esperidate, levigata da seriche nuance ambrate, potenziata dal virtuosismo dei legni. Una composizione timeless sulla quale si impone il refrain 'forever young at heart', un frame olfattivo che non sviluppa languore nostalgico ma sollecita sensazioni di irrefrenabile entusiasmo e gioiosa meraviglia.
Nitida e impattante la nota di mandarino legata a pompelmo e arancia amara, protagonisti assoluti della piece dolceamara. Controcanto a violetta e pepe nero che attenuano la dimensione esperidata e giocano sul contrasto poudré floreale. Carattere e profondità nel finale boisé ambrato, cedro, vetiver, sandalo in carismatica armonia col soffio leggero e tonificante di magici muschi.
Così il ricordo, vivo, reale, elegantemente condiviso. La madre di Hénin, lo definisce ‘il miglior profumo al mondo’. Cara Madame Pâquerette, chi sono io per contraddirla?
Creata da Vanina Muracciole.
Eau de Parfum 15 e 100 ml. Online qui
©thebeautycove   @igbeautycove
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londranotizie24 · 1 month ago
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letteredalucca · 1 month ago
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Trent'anni e non sentirli
Le candeline che Valentina ha portato e dimenticato Serata pirotecnica a casa della Prof con la P maiuscola di inglese, per festeggiare i trent’anni della maturità. Scemi uguale, ognuno con la sua vita da grande, i figli, il lavoro, le passioni e le incombenze della vita. La mia classe non era diversa dalle altre a scuola, e per un bel po’ di tempo non abbiamo neanche sentito l’esigenza di…
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rallytimeofficial · 2 months ago
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Fichera-Colombaro bis nella Suzuki Rally Cup con la vittoria al Rally 1000 Miglia
🔴🔴 Fichera-Colombaro bis nella Suzuki Rally Cup con la vittoria al Rally 1000 Miglia
Avevano promesso battaglia prima ancora di arrivare alla finale stagionale, e così è stato. Il 1000 Miglia per la Suzuki Rally Cup è stata una gara pirotecnica, combattuta, con capovolgimenti di fronte continui e tre teste di serie che si sono scontrate sulle strade della leggenda prova dopo prova. Alla fine entusiasta nel cuore di Brescia ha alzato la seconda corona d’alloro stagionale Giorgio…
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m2024a · 3 months ago
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Nella cerimonia inaugurale atleti ai margini e cadute di gusto kitsch Se volevano stupirci con la loro proverbiale grandeur, beh gli organizzatori, registi, coreografi, i nani e le ballerine della cerimonia d’apertura di Parigi 2024 ci sono riusciti, ma niente affatto alla grande. Portiamo ancora i postumi della sbronza multimediale della parata parigina. Effetti collaterali per la salute degli stoici spettatori della maratona inaugurale: rischio polmoniti per chi sedeva nei posti delle tribune scoperte, riservate anche al nostro capo di Stato Sergio Mattarella, e coliti per alcuni passaggi nauseabondi che mortificano secoli di grande arte francese. Dagli spalti del Trocadero (mi raccomando da casa calcare la erre e porre il dovuto accento sulla ò) alla fine della tempestosa quanto pirotecnica – anche senza fuochi finali per le polveri bagnate - inaugurazione, il pubblico è andato via allucinato dalle mille paillettes con cui è stata addobbata la Ville Lumière, ma anche bagnato fradicio di inquietudine, spiazzante. Lo smarrimento di chi ha assistito a un megashow in piena regola in cui c’era di tutto, tranne che il vero spirito olimpico che di solito è il protagonista assoluto. Invece no, Parigi traccia il solco e si riprende la sua Bastiglia sciovinista anche in campo sportivo. Le squadre, gli atleti, dopo Parigi 2024 faranno parte del mero contorno coreografico e chi non ha un fiume a disposizione come la Senna – depurata e portata ai livelli di trasparenza del fondale di Stintino, pensa la sindaca Hidalgo - e non si procura i battelli o al limite dei barconi di salvataggio, da questo momento è squalificato. Parola di “Re Sòla” Macron e di tutti i suoi cortigiani salvapoltrone all’Eliseo. Gli unici gongolanti dopo oltre quattro ore di parodie, passando da un ponte all’altro del kitsch e dell’effimero gigantismo spettacolare. Frutto di effetti specialissimi di una tecnocrazia-tecnologica ormai padrona assoluta dei Giochi. Come un piatto di nouvel cousine gli chef della serata hanno messo in pentola di tutto: pop, rock, lirica. E poi hanno scekerato gli ingredienti con un pizzico fin troppo abbondante di imprescindibile “fluidismo”. I nostalgici non hanno fatto in tempo a versare la lacrimuccia sulle note romantiche de Il tempo delle mele (qui ormai i poeti della musica Brassens, Gainsbourg, Trenet, Brel sono dinosauri da museo antropologico) che implacabile dall’altra parte dell’Oceano è planata a pelo d’acqua l’adrenalinica e postmoderna Lady Gaga. Un’americana a Parigi, una star strapagata dalla Coca-Cola come se dovesse esibirsi alla festa di compleanno di un presidente Usa o meglio ancora alle nozze di uno dei tanti sceicchi piazzati in tribuna che hanno applaudito la versione 3.0 di Mon truc en plumes , omaggio almeno alla francesissima Zizi Jeanmaire, ballerina, attrice e showgirl scomparsa in piena pandemia, nel 2020. Dal cabaret si è passati ad attimi di malvasia e champagne, in cui il nuovo motto coniato per l’occasione unica e irripetibile, si spera, è stato “egalitè-fraternitè-diversitè”. Che non è quel tipo di diversità invocato alla vigilia dal presidente della Ue Ursula Von der Layen: “Come la nostra Unione europea, le Olimpiadi mostrano la forza della diversità e dello spirito di squadra”. No qui si è andati giù pesante di trucco e parrucco a ridisegnare un’umanità che ormai pare aver senso solo se trasgredisce. Non prendeteci per biechi bacchettoni moralistici, ma che senso ha dover vivere ogni singolo evento planetario, per di più sportivo, come se fosse un Gay Pride? Perché il Villaggio olimpico deve essere scambiato a tutti i costi per la nuova residenza dei vecchi cari Village People? (per i millennials quelli dell’intramontabile brano Y.M.C.A.). Perché questa necessità ossessiva di sbandierare ad ogni costo il vessillo della “diversità” e appendersi delle medaglie al collo che diventano delle ineleganti collane bixes da far luccicare in mondovisione. E poi sbertucciare anche L’ultima cena (povero Leonardo che qui al Castello del Clos Lucè era già morto nell’anno non olimpico 1519) con un apostolato di drag queen che in confronto le ballerine del Moulin Rouge passano per delle educande. Il catastrofismo mal denunciato dal megashowbiz di Parigi ci dice che forse siamo davvero agli ultimi giorni dell’umanità… No, la speranza c’è, ma sta solo nel finale della patetica tragicommedia di Paris 2024. Sta nella foto memorabile della torcia accesa sotto la pioggia battente del penultimo tedoforo: la leggenda del ciclismo Charles Coste, classe1924, oro nell’inseguimento a Londra 1948: con lui storia e il paralimpismo (era in carrozzina) almeno sono salvi. La speranza sta nel toccante ed eterno L’inno dell’amore di Edith Piaf interpretato dalla rediviva Celine Dion che ha chiuso il sipario. Questi due attimi di vera “eternitè” fanno sperare che ci sia ancora, arte, poesia, amore e spirito olimpico, perfino sotto la Torre Eiffel.
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lamilanomagazine · 5 months ago
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Calvi Risorta: Carabinieri intervenuti per incendio trovano una Santabarbara, sequestrati 360.000 petardi
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Calvi Risorta: Carabinieri intervenuti per incendio trovano una Santabarbara, sequestrati 360.000 petardi. I carabinieri della Stazione di Calvi Risorta, unitamente ai colleghi della Compagnia di Capua, e ai vigili del fuoco di Caserta, sono intervenuti sulla SS Casilina per un incendio divampato nella zona del comune di Calvi Risorta (CE), che ha interessato e completamente distrutto un'ala di un deposito industriale. Sul posto, al momento dell'intervento, non vi erano persone. Al termine delle operazioni di spegnimento, durate circa 5 ore, i carabinieri si sono subito resi conto che l'incendio era divampato per deflagrazione di polvere da sparo verosimilmente utilizzata in loco per produrre illegalmente fuochi d'artificio. Si è reso quindi necessario l'intervento di una unità specializzata dell'aliquota artificieri del Comando Provinciale Carabinieri di Caserta che ha accertato la presenza di polvere pirica. I personale dell'Arma ha, quindi, proceduto a perquisire i locali attigui a quello distrutto dalle fiamme, rinvenendo in uno di essi n. 2400 (duemilaquattrocento) scatoloni, ciascuno contenenti n. 150 fuochi pirotecnici, tipo petardo a polvere nera, denominato " super cobra 6 ", prodotti illegalmente e riconducibili alla categoria F4, cioè di rischio potenziale elevato che possono essere venduti esclusivamente a persone con conoscenze specialistiche ed in possesso della licenza del prefetto o del nulla osta del questore. Il predetto materiale esplosivo, quantificato in 360.000 (trencentosesantamila) petardi del tipo sopra indicato, per un peso totale di oltre 1000 (mille) kg. di sostanza detonante ed un valore commerciale al dettaglio stimato in quasi 4 milioni di euro è stato posto in sequestro ed affidato in custodia all'azienda pirotecnica specializzata. Il capannone industriale interessato dalle fiamme e l'attiguo deposito, ove erano custoditi i fuochi pirotecnici, sono stati posti in sequestro. I Carabinieri stanno ora indagando per identificare i responsabili dell'incendio, della fabbricazione e detenzione dei petardi illegali.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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canesenzafissadimora · 6 months ago
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Arriva all’improvviso, dura quanto i cerchi nell’acqua dopo il sasso, interrompe i pensieri, la malinconia, non si fa prenotare, nessun appuntamento, la misteriosa briciola della felicità.
Chi la riconosce troppo tardi le manda un saluto alla memoria di quando c’era e non la conosceva.
Prova a soffiarci sopra ma non serve, non parte la scintilla della brace. Allora ci sto attento, nervo pronto alla scossa elettrica, materna, pirotecnica della felicità, eccola, è adesso.
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"Il più, il meno" - Erri De Luca
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cinquecolonnemagazine · 6 months ago
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Maggio dei Monumenti 2024: "La Volta Celeste"
Verrà inaugurata venerdì 3 maggio, con lo spettacolo degli acrobati della Compagnia dei Folli, sotto la “Volta Celeste”, la 30esima edizione del Maggio dei Monumenti, in programma fino al 2 giugno. In Piazza Municipio alle ore 21.00 aprirà la manifestazione uno spettacolo tra trampoli e fuochi d’artificio con un’introduzione scritta ad hoc sul tema scelto per questa edizione: l’acqua. Un viaggio nel mondo immaginario dei multiformi personaggi che popolano la Volta Celeste. Visioni fantastiche di sole e luna impegnate in una danza aerea, di variopinti uccelli, di strane macchine volanti che si rincorrono come in una giostra, di mezzi fantastici a propulsione pirotecnica, e molti altri misteriosi personaggi. "La Volta Celeste" Alla fine del viaggio, la Volta Celeste si accenderà in una spettacolare battaglia in cui angeli e demoni volanti si contenderanno il privilegio di poter portare la propria immagine come ricordo imperituro negli occhi e nel cuore dello spettatore. Nel pomeriggio, alle 16.00, il Maggio dei Monumenti avrà un’anteprima a Largo Corpo di Napoli e zone limitrofe con lo spettacolo le “Acque invisibili”. Un tableau vivant di Simona Da Pozzo, realizzato in collaborazione con i performer del progetto Arte dal Vivo, Acque invisibili è un'azione performativa che attiva le memorie d'acqua della città: acqua di cui il monumento Corpo di Napoli, detto “il Nilo”, è un segno visibile. Il tableau vivant racconterà soprattutto le acque di Napoli scomparse, rendendo visibili i putti mancanti della statua: nell’allegoria fluviale i putti rappresentano i cubiti d'acqua portati dalla piena del Fiume Nilo. Colonna portate degli eventi inseriti nell’edizione 2024 sarà la Mostra diffusa dal titolo “Per-corsi d’acqua”, che vuole offrire un racconto vario e articolato sulla storia delle acque a Napoli creando delle relazioni tra luoghi, opere, monumenti e, soprattutto, persone coinvolte negli itinerari per essere degli inediti narratori. Dal 4 maggio e per tutti i fine settimana fino al 1° giugno turisti e cittadini potranno prendere parte alle visite organizzate in 5 itinerari: Itinerario 1: L'acqua che purifica: i luoghi di San Giovanni (San Giovanni a Carbonara - Pozzo di Virgilio - Duomo - San Giovanni a Mare - San Giovanni Maggiore)Partenza: sabato ore 10.00 e ore 12.00; domenica ore 10.00 Itinerario 2: L'acqua allontanata (Fontana del Gigante - Santa Maria della Catena - Molosiglio - Piazza Francese - Santa Maria di Porto Salvo)Partenza: sabato ore 10.00 e ore 12.00; domenica ore 10.00 Itinerario 3: L'acqua trasportata, infiltrata ...scomparsa (Santa Caterina a Formiello - SS. Annunziata - Fontana della Scapigliata - San Pietro ad Aram - Sant’Anna alle Paludi)Partenza: sabato ore 09.30 e ore 11.00; domenica ore 09.30 Itinerario 4: L’acqua del mito, tra storia e leggenda (Largo Sermoneta - Fontana del Sebeto - Santa Maria del Parto - Fontana del leone - Fontana della sirena – Parco Vergiliano a Piedigrotta)Partenza: sabato ore 09.30 e ore 11.30; domenica ore 10.00 Itinerario 5: L'acqua di Parthenope (Piazza Trieste e Trento - Giardini di Palazzo Reale - Santa Lucia e il Pallonetto - via Marino Turchi - via Santa Lucia e l'acqua ferrosa del Chiatamone - Fontana del Gigante)Partenza sabato ore 11.00 e ore 12.00; domenica ore 11.00 Programma completo su www.comune.napoli.it Per prenotare i prossimi itinerari di Percorsi d'acquahttps://www.eventbrite.it/o/comune-di-napoli-65123383823 Immagine di copertina: Ufficio Stampa Comune di Napoli Read the full article
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delectablywaywardbeard-blog · 7 months ago
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