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#Piccolo Pete
mugbowlfan · 1 year
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I've seen people do this with Cuphead and Mugman but I haven't seen anyone do it with Pete and Tallulah! So I did it myself!
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ask-cupbros-parents · 2 years
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A silly Idea,
what if....Tallulah piccolo was Walter?
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Beastar reference
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Walter sold his costumes to Porkrind in the end.
Many years later,it end up in LOST 'N' FOUND box , guess who wears his costumes (⁠ ͡⁠°⁠ ͜⁠ʖ⁠ ͡⁠°⁠)⁠
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[Style inspired by Casino Cups]  
Please do not repost or trace my artworks!
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nightmaretherabbit · 2 years
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Tallulah Piccolo and Patch-Eyed Pete
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13 days y'all.
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kamesi-maga · 2 years
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Tallulah Piccolo e Pete Tapa olho.
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fabuloustrash05 · 6 months
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Goku: I'm here!
Vegeta: You're late. No matter how hard I try I can't get you to understand the importance of being punctual.
Goku: Maybe you should just give up and accept me for who I am?
Vegeta: No, I will break you. While you were out being tardy, I was hard at work devising a special punishment. I've crafted an intricate personal high five with everyone, except you.
Goku: What?! But you hate high fives.
Vegeta: Yes, every minute of it was HELL. But it'll be worse for you.
Vegeta: You’re all dismissed. Goodbye, Gohan.
[Vegeta & Gohan high five]
Goku: Salute into a fanny waggle?
Vegeta: Goodbye, Krillin.
[Vegeta & Krillin high five]
Goku: The snake charmer!
Vegeta: Goodbye, Piccolo.
[Vegeta & Piccolo high five]
Goku: That's a butt bump…
Vegeta: Goodbye, Tien.
[Vegeta & Tien high five]
Goku: Double fist bump reverse explosion into a Pete Townsend strum?! *sighs in relief* All right, that was terrible, but it's over now, and I made it through.
Vegeta: Goodbye, Yamcha.
Goku: WHAT?!
[Vegeta & Yamcha high five]
Goku: No, nO, NO! YAMCHA TOO?!?!
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im-not-a-l0ser · 7 months
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aitan · 7 months
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CHARLES MINGUS E ORSON WELLES
CAPODANNO AL FIVE SPOT
Capodanno 1959, seduto in prima fila, proprio sotto il contrabbasso di Mingus c’era Orson Welles, quasi un alter ego del jazzista, per genialità, esuberanza, fierezza, complessità. E anche per le tante disavventure artistiche. Per Mingus era un idolo, lo seguiva dai tempi radiofonici di The war of worlds, adorava Quarto potere (dove in una scena c'era il suo amico d'infanzia Buddy Collette che suonava il sax in una festa sulla spiaggia), ammirava il suo modo di vestire, il suo impegno politico (sempre in prima linea per la difesa dei diritti civili, il suo Macbeth tutto nero è del 1936), la sua voce (“mi ricorda Coleman Hawkins. Potevi sentirla a un miglio di distanza”). E non era il solo jazzista a essere stato sedotto dalla voce radiofonica di Orson Welles, anche Miles Davis lo citava come un’influenza sul suo modo di suonare: “Fraseggio, tono, intonazione: tutte queste cose possono avere come modello un maestro della parola”.
Il 1959 sarà un anno d’oro del jazz per quantità, qualità, creatività. Al Five spot, piccolo, fumoso, maleodorante locale di Bowery, scelto come luogo di riferimento da artisti e intellettuali, l'anno comincia con un formidabile double bill: sono di scena, uno dopo l’altro, Sonny Rollins, alla testa di un trio con il bassista Henry Grimes e con il batterista Pete La Rocca, e Charles Mingus con il pianista Horace Parlan, il batterista Roy Haynes (che sostituisce il fedelissimo Dannie Richmond arrestato) e i sassofonisti Booker Ervin e John Handy. È la prima sera dell’anno, ma nel club di Bowery dei fratelli Joe e Iggy Termini è anche l’ultimo impegno di quel prestigioso, favoloso cartellone con Mingus molto irrequieto per tutta la scrittura. Aveva appena registrato la musica per il film di John Cassavetes Shadows, una colonna sonora bocciata nel rimontaggio finale (la stessa cosa sarebbe successa anni dopo con Todo modo di Petri), aveva ripreso i suoi musicisti brutalmente e una volta aveva minacciato violentemente i clienti di un tavolo che, durante il suo set, non smettevano di parlare. Oltretutto ogni sera tendeva ad allargare il suo set e Sonny si inferociva, talvolta rifiutandosi di suonare. Ma era un gran clima, entusiasmante e effervescente. Rollins era in un momento di transizione, alla vigilia di un ritiro clamoroso per rinnovare il linguaggio del suo sax tenore con il leggendario e solitario corso di aggiornamento stilistico sul ponte di Williamsburg: «In un posto tranquillissimo, un angolo morto che oggi sarebbe impossibile ritrovare con il traffico che c’è» il suo racconto, dove poteva esercitarsi liberamente.
Anche Welles, come Mingus, era reduce da una delusione cinematografica: la Universal gli aveva tolto di mano la post-produzione del nuovo film, L’infernale Quinlan, ne aveva tagliato una ventina di minuti e aveva fatto girare nuove scene, modificando il primo montaggio. Più o meno nello stesso periodo era finito in soffitta un documentario intitolato Viva Italia (Portrait of Gina) perché Gina Lollobrigida aveva messo un veto, non gradendo il suo ritratto di giovane attrice ambiziosa e la Abc tv lo aveva bocciato ritenendolo cosi poco ortodosso da non poter essere trasmesso. Era un film di mezz’ora scarsa sull’Italia, paese che Orson ha frequentato per 20 anni (la terza moglie è stata l’attrice italiana, Paola Mori). Dopo un lungo oblio (Orson aveva perduto l'unica copia esistente all'Hotel Ritz di Parigi) è stato riscoperto nel 1986, proiettato al festival di Venezia ma poi di nuovo bandito su intervento della Lollobrigida.
La presenza del regista di Quarto potere al Five spot non era casuale
Nel club di Bowery si poteva incontrare chiunque, da Jack Kerouac che leggeva le sue poesie, alla mitica baronessa Pannonica de Koenigswater scesa dalla sua Rolls Royce, a William de Kooning che voleva respirare la libertà del jazz, a Leonard Bernstein che si divertiva a curiosare nella notte, allo scrittore Norman Mailer con la sua passione per quella musica. Ma la musica da sempre è stata una grande passione di Welles. La mamma pianista gli aveva fatto prendere lezioni di piano e violino e Orson aveva anche mostrato un certo talento, tanto da essere considerato un ragazzo prodigio. In gioventù era stato un grande sostenitore del jazz di New Orleans, ma sicuramente ammirava Charles Mingus per la sua musica e la sua personalità, il suo impegno, il suo agire tellurico.
(Marco Molendini)
Non potevo non condividerlo.
Due miei ingombranti miti nella stessa foto, nello stesso locale, nello stesso articolo.
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krueger4eva · 1 year
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My Favorite Canon Animated Platonic Relationships
Note: The list will update whenever a new addition comes to mind.
Scooby-Doo and Shaggy Rogers (Scooby-Doo)
Timon and Pumbaa (The Lion King franchise)
Drake Mallard and Launchpad McQuack (DuckTales 2017)
Mao Mao, Badgerclops, and Adorabat (Mao Mao: Heroes of Pure Heart)
Piccolo and Gohan (Dragon Ball Franchise)
Daffy Duck and Lola Bunny (The Looney Tunes Show)
Tech E. Coyote and Rev Runner (Loonatics Unleashed)
Bugs Bunny and Squeaks the Squirrel (New Looney Tunes)
Mauricio di Mauro and Jacob Scribble (Wunschpunsch)
Niles and Red (The Rhino and the Redbill)
Moe Szyslak and Maggie Simpson (The Simpsons)
Chip, Dale, Monterey Jack, Gadget Hackwrench, and Zipper (Chip n Dale: Rescue Rangers)
Donald Duck, José Carioca, and Panchito Pistoles (The Three Caballeros, DuckTales 2017, and Legend of the Three Caballeros)
Anne Boonchuy and Sprig (Amphibia)
Lilo Pelekai and Stitch (Lilo & Stitch franchise)
Rapunzel and Pascal (Tangled franchise)
Ernest and Celestine (Ernest and Celestine)
Mr. Wolf and Mr. Snake (The Bad Guys)
Molly McGee and Scratch (The Ghost and Molly McGee)
Emily Elizabeth Howard and Clifford (Clifford the Big Red Dog)
Donatello Hamato and April O’Neil (Rise of the Teenage Mutant Ninja Turtles)
Daria Morgendorffer and Jane Lane (Daria)
Max Goof and PJ Pete (Goof Troop)
Max Goof, PJ Pete, and Bobby Zimuruski (A Goofy Movie and An Extremely Goofy Movie)
Shenzi, Banzai, and Ed (The Lion King franchise)
Skipper, Kowalski, Private, and Rico (Madagascar franchise)
Mei and Gabu (Arashi No Yoru Ni/One Stormy Night)
Phillip J. Fry and Bender Bending Rodríguez (Futurama)
Nimona and Ballister Boldheart (Nimona)
James P. Sullivan and Mike Wazowski (Monsters Inc.)
Perry the Platypus and Dr. Heinz Doofenshmirtz (Phineas & Ferb/Milo Murphy’s Law)
Buster Bunny, Babs Bunny, Plucky Duck, Hamton J. Pig and Sweetie Pie (Tiny Toons Looniversity)
Gideon Graves and Lucas Lee (Scott Pilgrim Takes Off)
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lailuhhh · 4 months
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Have you ever thought about Mac and Jack coming home and experiencing fireworks for the first time?? The sounds is so triggering and they both have to stay grounded. Maybe it’s harder for one of them, maybe it’s hard for both of them.
I could see this in two parts. 1) it’s 4th of July and they are expecting the fireworks or 2) it’s a random weekend and they aren’t expecting the fireworks to go off but then they do
Oh ho ho you bet I have
Like the idea for it being during 4th July, they know there’s gonna be fireworks and they know that they might trigger an episode. First year the hunker down at Mac’s just because it’s the normal thing to do, but his neighborhood is alive and well so everyone’s out in the streets setting them off earliest they can do the day Does Not Start Well, but also they started at midnight the previous night so it had sounded like they were back in the sandbox
But then the mortars start going off and the piccolo petes and the crackles and they’re just so loud that it makes them think they’re under fire at base and no one has a good time after
The year after that, they opt to go to Jack because while there’s still gonna be bangs and crackles, they won’t be practically right outside the front door, so it’s more manageable
I also like to think that Jack has more practice in knowing when he’s slipping into an episode and he knows how to handle it and talk himself through so he doesn’t get completely lost. So on the first time back, he can convince himself that he safe, he’s with Mac and Bozer in their house and it’s just colorful lights outside that make a lot of noise, and while it is uncomfortable, he can keep from fully having an episode
Mac’s not so lucky though. He thought having nightmares were the closest thing he could get to explaining and understanding an episode, but when he hears all the booms, his mind immediately goes to bomb, because he understands IEDs and fireworks and know they’re basically made from the same components. He knows logically that he’s safe and nothing going to happen, but he can only hear bombs going off and the emotional factor of that overrules the logic
Bozer definitely got a sign saying veterans lived there after that
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cupheadmugman21 · 2 years
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Tallulah Piccolo and Patch-Eyed Pete secret assassination
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A few extra's
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gonechoo · 9 months
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Movie Time Tails 001
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The copyright dropping on Steamboat Willie this year created a fervent interest in classic inky black-and-white cartoons again, mostly in a brinkmanship of trying to use the character in as thoughtless a way as possible.
I was always fascinated by the early history of funny animals animation, and wanted to explore them as a culture. I'd always intended to post Movie Time Tails to Tumbler eventually, and it seems like this is as good a time as any to start. This story focuses mostly on Casey, who is more or less this universe's "Peg Leg Pete". However, the other major character is more or less an analog to both Mickey Mouse and Walt Disney himself, Pete Possum. He doesn't appear for another dozen pages, however.
These originally appeared in the German piccolo-comic publication "PICO". To date, there are 80 finished pages. I'm not sure exactly the schedule of posting these, but enjoy them.
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Sheila E. La E sta per Escovado. Nasce a Oakland, California, da un matrimonio misto tra una nera e un messicano. Dirla così potrebbe suggerire un quadro da suburbio squallido e vittima dello sprezzo razziale WASP. Non correte subito a rifugiarvi nelle solite immagini sociali. Suo padre non è un fattorino qualsiasi che cerca di mantenere la conigliata. Pete Escovado è un percussionista di fama internazionale. Già da ragazzo entra nel giro che conta, affastellando esperienze lavorative invidiabili, come quella assieme a Marvin Gaye.
Ma il vero fenomeno in famiglia è la piccola Sheila E. Ma ditemi se un talento in boccio non rigogli in un contesto simile. Suo zio Alejandro è un rispettato cantautore. Un altro zio, Javier, è il fondatore di una cult band punk rock californiana nota come The Zeros. I suo padrino è un certo Tito Puente… basta a dare un’idea?
DALLA CULLA AL PALCO
In una culla di stimoli come questa il talento eccezionale di Sheila E. non può che venir fuori come un portento sismico, no? E così non si stenta a credere che a 15 anni faccia già quello che fa ora ma pagata milioni. E visto il carnet di appuntamenti con la storia del pop-rock che ha già depennato. Roba da far impallidire i maschietti se proprio non possiamo evitare di metterla sul piano sessuale.
La sua prima esperienza ufficiale in uno studio di registrazione è nel 1976, quando ha appena diciannove anni, assieme al bassista jazz Alphonso Johnson (Santana). Ma in poco tempo il percorso già battuto da papà Pete, Sheila E. lo ripercorre pari pari e così veloce da lasciare una scia di fuoco alle calcagna.
UN PICCOLO PRINCIPE PER SHEILA E.
A vent’anni ha già suonato con George Duke, Marvin Gaye, Diana Ross e Herbie Hancock… Questo prima di esibirsi davanti a un certo ragazzetto bruttino ma affascinante che si fa chiamare Prince.
Lei ha una tale padronanza ritmica da intimidire turnisti che vantano oltre 30 anni d’esperienza. Per quello scugnizzo del funk è amore al primo beat.
La prima volta che si incontrano, nel 1978 Prince assiste a uno spettacolo di Sheila E. assieme al padre. Lui dopo lo show si fa avanti nervoso e imbarazzato. Le rivela che per tutta la sua esibizione ha litigato a oltranza con il suo bassista su chi dei due la porterà all’altare.
Lei ride, arrossisce ma non è tempo di matrimonio. Ha molti progetti, collaborazioni da paura, una carriera solista, tanto per dire, non può mica convolare a nozze. Il Principe Roger Nelson, giura che se non riuscirà a sposarla, di sicuro farà qualsiasi cosa per averla nella sua band. – Seguo la tua carriera da anni. So chi sei e ti vorrei con me.
Sheila E. stenta a crederlo ma prende nota e trascorre quasi più di un lustro di intensa attività concertistica e da turnista. Intreccia sempre più il proprio cammino a quello del principino. Batti oggi, batti domani, inizia un vero e proprio intruglio sentimental-artistico molto fertile e stimolante.
BATTERIA O MICROFONO?
Lui è premuroso, incoraggiante, convincente. Sembra avere una visione precisa e molto ambiziosa riguardo lei (insieme a letto?). Per via del suo talento, no? E si offre di spingerla (ehm…) un po’ nell’incipit della sua carriera come singer.
È quello che vuole, Sheila E.? Diventare come Diana Ross? Il problema di Sheila E. infatti è di non sapersi decidere tra la batteria e il microfono. Dopo tanta dedizione al primo strumento, negli iridescenti anni 80 decide di tentare con il secondo.
Prince approva e le regala una hit, The Glamourous Life, che inizialmente doveva essere incisa da Vanity. Chi è Vanity? Ma l’ex-compagna di lui e futura dalia nera delle scorribande di Nikki Sixx. Il bassista dei Crue le racconta nel libro The Heroin Diaries.
Il brano che da anche il titolo al primo album solista di Sheila E. si piazza in cima alle charts di dance music. Il connubio con Prince si perpetra nel tour di Purple Rain, dove lei apre i concerti. I due consumano una relazione infuocata ma inizialmente clandestina. Lui ufficialmente esce ancora con la corista ed ennesima figlioccia artistica Susanna Melvoin.
SHEILA E. DOPO IL SUCCESSO UN ALTRO SUCCESSO
Dopo il successo di The Glamorous Life, Sheila E. sempre assistita da Prince, incide Romance 1600. Il nuovo singolo vincente vanta sempre lo zampino del reuccio: A Love Bizarre.
Il brano porta l’album a nuovi traguardi di vendite rivelandosi il picco commerciale di Sheila E. da solista. Da qui però inizia ufficialmente il suo periodo discografico come batterista. Nello specifico e in esclusiva assoluta di Prince.
In realtà Sheila E. è già presente in Parade, ottavo disco del singer. Solo nei brani Life Can Be So Nice e Venus de Milo, però.
A partire da Sign O The Time (1985) sarà lei a occuparsi del cuore ritmico della musica del suo mentore e amante. A chi le addebita un’influenza creativa “princiana” lei ribatte che è stato lui a lasciarsi contaminare da lei.
Andatela un po’ a contraddire! In realtà si può affermare che quei due siano un buon esempio della correlazione tra equazione di Dirac e Amore. Due sistemi che si influenzano vicendevolmente danno una svolta alle rispettive carriere, l’uno grazie all’altro.
DOPO SIGN O THE TIME
Dopo Sign O The Time, Sheila resta al suo posto anche in Lovesexy. Il disco consacra Prince come una delle star di successo più controverse della storia del pop. Nel mentre lei non dimentica il suo terzo disco da solista. E sebbene il singolo Koo Koo dell’omonimo album Sheila E. ottiene discreti risultati, si sente che le cose non vanno proprio al massimo.
Presto Sheila E. deve fare una scelta: riconoscere di non essere lei la nuova Whitney Houston e lasciar perdere la voce. O provarci sul serio.
Mossa letale: una volta lontana dall’aletta protettrice del suo “Petit Prince” i successivi lavori solisti di Sheila E. ottengono attenzioni più moderate dalla stampa e dal pubblico. Fino a ridursi, come singer, a un lumicino in balia del borioso vento dell’indifferenza.
Nonostante la collaborazione con Prince sia ufficialmente finita, Sheila E. seguita a scrivere musica con lui e a non raccogliere i meriti che le spetterebbero.
ANNI 90
Negli anni 90, messa un po’ da parte la carriera di cantante, Sheila E. riprende a darsi da fare come batterista. Dal 1995 collabora con un sacco di bella gente: Phil Collins, Ringo Starr, Beyoncé e l’artista nipponica Namie Amuro.
Poi Jazz a tutto spiano; rock pop con Billy Cobham e Ringo Starr, ballabili con Gloria Estefan, Lionel Richie. E ancora Jennifer Lopez, Hans Zimmer e quel pezzo di sgombro di Kanye West.
Meglio nota come la batterista di Prince che per tutto il bagaglione curriculare o gli album solitari, Sheila E. ha mostrato di valere soprattutto con i piatti più che le stoviglie. La sua è una tecnica di classe finissima supportata da un potere straordinario nel dar feeling alle costruzioni ritmiche di tutti i generi.
Purtroppo ha pagato il suo esser donna, e non lo si dice per retorica femminista. Lei si è vista mettere in secondo piano accanto a Prince. E anche dopo ha sofferto il confronto con un ambiente professionale esclusivamente maschio, guadagnando attenzione per la sua presenza scenica e soprattutto la sua sensualità.
Una batterista donna è un concetto che spiazza il pubblico. Questo Prince l’ha sempre saputo. Può aver solo pensato: se è lei la tipa giusta, al diavolo cosa pensa il mondo, la prendo anche se è donna.
Ma il bricconcello sulfureo, autore di decine di brani altamente sexy. Pezzi scabrosi che hanno spinto la figlia di Al Gore alla masturbatio compulsiva nella sua stanzetta. Lui ha sempre pensato doppio sulle mosse da fare in carriera.
Francesco Ceccamea
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aki-draws-things · 1 year
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Whumptober 2023~
Fandom: top gun
Characters: Ron slider Kerner, nick Goose Bradshaw, Pete maverick mitchell, tom iceman Kazansky
Prompts: solitary confinement, "make it stop"
Warning: Dark Nick Bradshaw, dark Pete Mitchell, possessive behavior, alpha/omega au, omega Ron, alpha nick, alpha Pete, alpha tom
Summary: [ITALIAN ONLY FOR NOW SORRY] quando Nick nota Ron al bar qualcosa scatta. Intende riprendersi l'omega che Iceman è riuscito a portargli via, ed è disposto a tutto per farlo.
Maverick inclinò la testa con un sorrisetto, arricciò il naso e si appoggiò alla spalla di Goose.
"Era quello lì? Seriamente?"
Nick borbottò qualcosa, non aveva ancora distolto lo sguardo da Slider. Erano passati anni, non sembrava cambiato molto, eccetto forse che non era un pilota alla fine. No, era solo un RIO. Non che avesse mai avuto la stoffa del pilota, a dire il vero. Era solo un ragazzetto troppo magro e fragile. O almeno lo era stato. Era cresciuto adesso.
Nick non riuscì a frenare il ghigno che gli si dipinse sul viso. Slider ancora doveva notarlo, era avvinghiato al suo alpha come se la sua stessa vita dipendesse da quello. Tom parlava con la barista, aveva alzato una mano e la passava tra i capelli corti dell'uomo alle sue spalle, affondò le dita nei riccioli che si erano salvati quando aveva tagliato i capelli. Poi gli passò un drink, non prima di averne provato un sorso. Oh, certo. Tom era sempre stato assurdamente protettivo.
"Un omega? Oh, goose, da te non me lo sarei mai aspettato. È così... inferiore."
Si leccò le labbra.
"Già. Ma era mio. E intendo riprendermelo."
"Da condividere?"
Goose guardò brevemente Maverick, poi scrollò le spalle.
"Solo perché sei tu, Pete. Potrei anche cedertelo per un po'."
"Inizia a piacermi. Come pensi di prenderlo?"
Nick fischiettò, vide come Slider si mosse, si spostò, sembrò drizzare le orecchie. Nick sorrise ancora, soddisfatto.
"Ero io il suo padrone, non Mr alpha perfettino. Sarà lui a venire da me."
Tom ringhiò e strinse la presa su Ron che chiuse gli occhi e affondò il naso contro il suo collo.
Goose conosceva quel suono, quel ringhio. "Mio", sembrava dire. Ah-- come se Slider potesse effettivamente essere suo quando Nick si era premurato che il marchio che portava sulla pelle gli ricordasse ogni volta a chi appartenesse in realtà. Avrebbe marchiato anche Mav, se solo avesse acconsentito. In realtà doveva ancora chiederglielo, e sapeva che l'alpha più giovane non avrebbe detto di no, ma voleva il suo permesso prima. Era pur sempre un alpha. Slider, d'altro canto, senza appartenere a nessuno era destinato a morire. Non si era fatto, all'epoca, troppi problemi a lasciare che Nick lo giostrasse e prendesse come voleva. Poi era subentrato Tom.
Tom, con quella sua aria da cavaliere senza macchia e senza paura. Tom, che credeva di poter arrivare e prendere quello che era suo. E quello stupido omega aveva lasciato fare. Non lo biasimava, su quello. Ron non voleva a altro che appartenere a qualcuno. Ma quel qualcuno era lui. Doveva essere lui. Aveva speso soldi per quella patetica--
"Mio. Mio. Mio." Ron si avvolse sulla sua schiena, sfregò il volto nell'incavo del suo collo.
Oh, Tom l'aveva notato. Bene. Era quello che goose voleva. Voleva che vedesse nel momento in cui quel piccolo, patetico omega tornava dal suo padrone come era giusto facesse.
E lo avrebbe punito, decise Nick. Lo avrebbe punito e avrebbe addirittura consentito a Mav di aiutarlo. Doveva imparare la lezione, cosa aveva pensato di fare? scappare in quel modo con il primo alpha che trovava? Volare?
Ah! Come se fosse davvero in grado di mantenere abbastanza controllo, e volare con un Alpha, anche peggio. Doveva aver fatto un bel lavoretto per aver avuto quell'occasione, un lavoretto coi fiocchi. Beh, Nick sapeva bene quanto bastava quanto Slider fosse abile con la bocca. Probabilmente non c'era voluto troppo a convincere il comandante. Gli aveva insegnato lui, dopotutto.
Nick fischiettò ancora prima di voltarsi e trascinare Mav via con sé. Rise quando l'eco basso del ringhiò giunse alle sue orecchie. Oh, non vedeva l'ora di farlo a pezzi. E lo avrebbe fatto davanti a quel perfetto alpha che pensava di poter avere tutto.
~~~
Ron conosceva quel profumo. Lo conosceva e faceva di tutto per ignorarlo.
Oh, forse entrare nella marina non era stata quella grande idea, alla fine. Tutti quegli alpha lì attorno, quegli occhi puntati su di lui. Non che dessero fastidio, non con Tom al suo fianco. Aveva passato così tanto tempo a comportarsi da alpha per compiacere suo padre, finché l'uomo, stanco di quel rifiuto, di quell'errore, di quel nato sbagliato che aveva infangato la sua linea, non lo aveva venduto. Come si conviene ad un buon omega, dopotutto.
Nick, il suo padrone, il suo Alpha, era... a Ron piaceva. Era gentile. Era caldo. Le sue mani erano morbide e delicate sulla sua pelle.
Nick era buono con lui, era Ron ad essere sbagliato, e Nick era costretto a punirlo, ma Ron avrebbe imparato, promise. Si sarebbe guadagnato il suo affetto. Il suo amore.
Ron lo aveva guardato con quegli occhi che Nick diceva sembravano di un cerbiatto, e aveva promesso di essere perfetto.
"Amore? Oh, sei proprio una dolcezza. Ma se avessi voluto amore avrei scelto qualcuno in grado di darmi dei figli."
Posso farlo. Posso darteli. Se me lo chiedi-- ma Ron non lo disse. Sarebbe stato il perfetto omega e Nick lo avrebbe amato, alla fine.
(Si domandò a quanto suo padre era stato disposto a lasciarlo andare. Si domandò quanto valesse. Sperava tanto, era-- non era il classico omega, non era piccolino e fragile e sottomesso. Sperava che il suo alpha--)
Il suo alpha, l'alpha che Ron amava, aveva amato, l'alpha che aveva marchiato la sua iniziale sul suo petto era lì, in quella stanza e Ron non era certo di poter, voler, resistere.
Tom non lo avrebbe lasciato andare. Ron non voleva andare, non dopo quello che era successo.
(Ma era stata colpa sua. Aveva provocato il suo Alpha e nick era stato costretto a punirlo. A legarlo in quella stanzetta senza finestre, con un collare troppo stretto al collo e l'uniforme di cui ron andava così fiero, a brandelli e macchiata di sangue. Lo aveva provocato lui, meritava di restare rinchiuso da solo finché nick non avesse deciso che era abbastanza.)
Ma il suo profumo era così dolce. Invitante.
(No. No, Ron era in controllo. Di sé stesso, della sua vita.)
"Ron? Stai bene?"
La voce di Tom era bassa. Un sussurro. Si era avvicinato, le labbra contro il suo orecchio, il respiro caldo su di lui. Vicino. Così vicino. Ron respirò a fondo, riempì i polmoni del suo profumo, cercò di scacciare quello di Nick.
Alpha. Alpha. Alpha.
Nick lo aveva comprato. Lo aveva marchiato. Apparteneva a lui.
A Ron sembrò di annegare. Gli parve di andare a fondo senza speranza alcuna di sopravvivere. Ogni parte di lui urlava e strepitava, lo spingeva verso il baratro.
Verso Nick.
Era un richiamo che non poteva frenare per quanto provasse. Per quanto volesse.
Avrebbe, aveva, chiesto a Tom di marchiarlo. Di renderlo suo. Solo suo.
"Qualunque cosa tu voglia, Tommy. La farò. Sarò chiunque mi chiedi di essere. Ma ti prego-- ti prego."
Aveva cercato di grattare via la cicatrice sul petto, di tagliarla. Tom lo aveva baciato, stringendo le mani che tenevano il coltello, gettandolo dall'altro lato della stanza. Finché la cicatrice era sul suo corpo, Ron non sarebbe mai stato libero.
"Fallo smettere... fallo smettere ti prego. Se dici che sono tuo, che sei il mio padrone allora la smetterà. Tom-- tommy ti prego--" gemette. Tom non lo disse mai.
Ron aveva le guance arrossate dal caldo e dal sole quando i suoi passi lo portarono davanti a Goose e Maverick. Conosceva l'alpha più giovane di fama, ma null'altro. Non sembrava un alpha. Così come lui non sembrava un omega, di solito.
"Hey dolcezza. Deciso di tornare a casa?"
No, voleva dire. Deciso di romperti la faccia a pugni e essere libero.
Ron annuì e li seguì.
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aureushelianthus · 1 year
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risingsouls · 1 year
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idk other anon, maybe you should actually fucking listen to people when they tell you that she's not going to land a hit on them for a very specific reason. it does not matter how quick she is, if she doesn't have ki, she's not going to be able to hit a DB character.
i know you can read, anon. actually fucking read this.
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[Yeeeeah, I think I've given plenty of fair warning that, without giving me any other information about the character, I've deduced that she could not fight Vegeta on equal footing. Immortal or not, trained her whole life or not, compared to most of the main cast of Dragonball, even the least powerful of the bunch, it's going to be like pitting Hercule or even Videl against them.
This is exactly the dynamic:
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And for people that have been here for a while, you've seen me lament over the fact that this series doesn't give the humans(?) like Tien, Yamcha, and Krillin (especially Tien) a really fair shot because I DO believe and would LOVE to see a human character be on the same level as Goku and Vegeta (I mean I've pushed for the idea of Trunks being Bulma and Yamcha's kid instead of Vegeta's for Pete's sake). I've even argued that, with Tien actually training his whole life, even in peace, HE should be the one keeping up with SSB in Super rather than 17 or at least alongside the android.
So this definitely isn't about some kind of stupid idea that a human couldn't and shouldn't be able to keep up with Vegeta because I absolute believe one could. But in this series, ki is a MUST. They even made this apparent with Videl, even though they did shit all with her really learning or utilizing it. This is all simply, from what little they want to share or have developed, I don't see their character competing with the likes of Vegeta or really ANY DB main cast character on a serious level. Would she make a good sparring partner for someone willing to entertain not going all out and not using ki (i.e. someone a lot more laid back like Goku, or Yamcha, or Krillin, possibly even Tien or Piccolo)? Sure! But not Vegeta. He's not one to train with people weaker than him or who don't present a plausible challenge.]
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jedi-bird · 1 year
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People a few houses up from us are sure enjoying their m80s tonight. Several times now the house has shook. At least they laid off the piccolo petes this year.
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