#Piatti per vino bianco
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Come abbinare il vino bianco: guida pratica
Abbinare il vino bianco ai piatti è essenziale per esaltare i sapori. Questa guida offre consigli su come scegliere il vino giusto. Si considerano le caratteristiche del cibo, le tradizioni italiane e le nuove tendenze. Parleremo anche di come conservare il vino e quali calici usare. Questo aiuta a migliorare l’esperienza di degustazione. Punti chiave Comprendere le caratteristiche…
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Dicono che tutti i giorni dobbiamo mangiare una mela per il ferro e una banana per il potassio. Anche un'arancia per la vitamina C e una tazza di Tè verde senza zucchero, per prevenire il diabete.
Tutti i giorni dobbiamo bere due litri d'acqua anche se poi espellerli richiede il doppio del tempo che hai messo per berli.
Tutti i giorni bisogna bere un Actimel o mangiare uno yogurt per avere i "L. Cassei Defensis", che nessuno sa bene che cosa cavolo siano, però sembra che se non ti ingoi per lo meno un milione e mezzo di questi bacilli tutti i giorni, inizi a vedere sfocato.
Ogni giorno un'aspirina, per prevenire l'ictus, e un bicchiere di vino rosso, per prevenire contro l'infarto. E un altro di bianco, per il sistema nervoso. E uno di birra, che già non mi ricordo a che cosa serva. Se li bevi tutti insieme, ti può provocare un'emorragia cerebrale, ma non ti preoccupare perché non te ne renderai neppure conto...
Tutti i giorni bisogna mangiare fibra. Molta, moltissima fibra, finché riesci a evacuare un maglione.
Si devono fare tra i 4 e 6 pasti quotidiani, leggeri, senza dimenticare di masticare 100 volte ogni boccone. Facendo i calcoli, solo per mangiare se ne vanno 5 ore. Ah, e dopo ogni pranzo bisogna lavarsi i denti, ossia che dopo l'Actimel e la fibra lavati i denti, dopo la mela i denti, dopo la banana i denti... e così via finché ti rimangono tre denti in bocca, senza dimenticarti di usare il filo interdentale, massaggiare le gengive, il risciacquo col colluttorio... Meglio ampliare il bagno e metterci il lettore di CD, perché tra l'acqua, le fibre e i denti, ci passerai varie ore.
Bisogna dormire otto ore e lavorare altre otto, più le 5 necessarie per mangiare, 21. Te ne rimangono 3, sempre che non ci sia traffico. Secondo le statistiche, vediamo la televisione per tre ore al giorno. Ma no! Non si può, perché tutti i giorni bisogna camminare almeno mezz'ora.
Bisogna mantenere le amicizie perché sono come le piante: bisogna innaffiarle tutti i giorni per mantenerle in vita.
Inoltre, bisogna tenersi informati, e leggere per lo meno due giornali e un paio di articoli di rivista, per una lettura critica.
Ah!, si deve fare sesso tutti i giorni, però senza cadere nella routine: bisogna essere innovatori, creativi, e rinnovare la seduzione.
Tutto questo ha bisogno di tempo. E senza parlare del sesso tantrico.
Bisogna anche avere il tempo di scopare per terra, spolverare, lavare i piatti, i panni, stirare e non parliamo se hai dei figli o un cane.
Insomma, per farla breve, i conti danno 29 ore al giorno. Non c’è niente da fare: devi fare varie cose insieme. Si chiama multitasking, non c’è altra soluzione! Per esempio, ti fai la doccia con acqua fredda e con la bocca aperta, così almeno ti bevi i due litri canonici. Mentre esci dal bagno con lo spazzolino in bocca e fai l’amore (tantrico) con il compagno/a che nel frattempo guarda la TV e ti racconta, mentre tu lavi il pavimento. Ti rimane una mano libera? Chiama i genitori o qualche amico. Dopo aver chiamato i genitori, avrai senz’altro bisogno di un goccio di vino per tirarti su. Il Bio Puritas con la mela te lo può dare il partner, mentre si mangia la banana con l’Actimel, e domani fate il cambio.
Mi è venuta la confusione mentale.
Adesso ti lascio, perché tra lo yogurt, la mela, la birra, il primo litro d’acqua e il terzo pasto con fibra della giornata, già non so più cosa sto facendo. So che devo andare urgentemente in bagno. E ne approfitto per lavarmi i denti. Però, se ti rimangono due minuti liberi, invia una copia ai tuoi amici, che devono essere annaffiati come una pianta.
Se ti avessi già mandato questo messaggio, perdonami. È l’Alzheimer che, nonostante tutte le cure, non sono ancora riuscita a debellare.
web - Autore sconosciuto
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Gegè entrò in casa stanco morto. Si levò le scarpe (se no Mimì si sarebbe incazzata), appese il giubbotto tutto umidiccio per la pioggia imminente ed entrò in cucina. “ciao” Disse sconsolato e senza alcuna forza si sedette al suo posto mettendo il pane appena comprato nel centro della tavola. “Ti sei lavato le mani” Chiese Mimì che stava spadellando sulla cucina. “si si - Rispose lui che non aveva voglia di rialzarsi – cosa si mangia?” Chiese con lo stomaco che gorgogliava “Oggi ho cucinato io …. – fece orgogliosa Mimì, la cui esperienza più alta come cuoca era stata l’acqua messa a bollire per la pasta – ho fatto il merluzzo alla ghiotta” Gegè inghiotti amaro. Non bastavano le dodici ore di lavoro, la giornata ‘cupusa con le colline introno a Messina piene di nubi grigie e cupe, la pioggerellina sottile che a scrosci bagnava le strade e rendeva brillanti e scivolosi i marciapiedi delle strade. Ora ci voleva uno dei famosi piatti di Mimì che era capace di bruciare anche l’acqua quando la metteva a bollire “Ahh – fece con falsa gioia e capendo che commentando l’abilità culinaria della moglie avrebbe scatenato una sciarra senza fine aggiunse rassegnato – che bello … e che cosa hai preparato?” “Ho fatto il merluzzo alla ghiotta !! – rispose Mimì orgogliosamente – ho messo il merluzzo in padella, ho aggiunto l’olio, i capperi, le olive e appena è incominciato a cuocere l’ho bagnato con un bicchiere abbondante di vino bianco. Ho lasciato andare e poi ho messo il pomodoro e infine il prezzemolo” E con orgoglio, gli mise davanti un piatto abbondante con i filetti di merluzzo affondati in un brodetto di pomodoro” Gegè l’osservò diffidente. Non c’erano segni di cose strane, come le spezie di curcuma, curry e pepe rosa che una volta Mimì aveva messo in abbondanza in un uovo al tegamino rendendolo immangiabile. Con la punta della forchetta toccò il brodo e se la portò alla bocca per capire se al suo solito aveva versato su tutto un cucchiaio di sale, rendendo tutto orrendo come raggia. Si sorprese: il sale era giusto e il gusto era buono. Spezzò un pezzetto di pane e lo immerse nel brodo e quando il pane fu ben ammorbidito dal sugo lo mangiò in un attimo. Era buonissimo. Si sentiva il vino, un bianco secco, e il sentore marino dei capperi. Prese un’oliva con la forchetta e la mangiò. Sentì il gusto amarognolo addolcito dal sugo. L’oliva si sciolse in bocca lasciandogli il palato vellutato e pieno del suo gusto. Spezzò ancora il pane e ne immerse un boccone nel sugo, prendendo con la forchetta un pezzo di pesce e con entrambi si riempì la bocca. Masticò con soddisfazione e ripeté la doppia imboccata ripetutamente, sentendo sotto i denti il sapore delicato del pesce e quello croccante del pane inzuppato dal sughetto dolce e caldo. L’umidità che sentiva nelle spalle scomparve e la stanchezza rallentò. Si riempi il bicchiere con il vino bianco che Mimì aveva usato per cucinare il pesce. Il vino scese freddo e fruttato in gola, liberandola dal sapore dolce e mieloso del pesce e del sugo, spingendo i rimasugli del pane sparsi in bocca e in gola, giù giù nello stomaco, dove l’alcool del vino si diffuse immediatamente dandogli una sensazione di leggerezza e soddisfazione. Guardò Mimì che osservava stupita la fame con cui mangiava. Incontrò i suoi occhi con il suo sguardo e gli chiese “allora, ti è piaciuto?” “si – rispose pronto – bravissima” Poi prese il bicchiere con ancora un sorso di vino, e lo alzò verso di lei “alla più bella cuoca che ho mai conosciuto” “Scemo” rispose lei sorridendo e arrossendo. Lui inghiottì il vino e restò a guardare il rossore delle sue gote “Ti amo” Disse alla fine, forse per colpa del vino o dello stomaco pieno e caldo. Lei sorrise e abbassò lo sguardo perché si era commossa. Da allora, quando voleva dirgli che l’amava, gli faceva sempre il pesce alla ghiotta.
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La genovese
Sensuale. Mai banale.
Non è semplice, per nulla. Ti devi impegnare.
Verace ma anche piena di cultura. Di tradizioni che appassiona l'anima.
Ci vuole tempo, il tempo giusto. Ci si deve impegnare avendo cura di saperla conquistare con movimenti e atteggiamenti adeguati.
Lei ti ripagherà avvolgendoti e scaldandoti.
Bisogna abbondare, bisogna amare l'abbondanza negli ingredienti.
Quella che ripaga di ogni impegno e che sa riempirti tutta la vita, la bocca e il cuore rendendoti felice.
Facile cadere in tentazione con le più famose Amatriciana e Carbonara, oramai scontate. Dosate e adorate dalla massa che segue le mode.
La preparazione e lunga assai, piangi anche l'acqua del battesimo mentre ti appresti ad accoglierla. Quante cipolle. Ma sono lacrime che sei disposto a versare, perché sai che ti ha già conquistato e la desideri.
La sensualità ha il profumo della carota, del sedano e della cipolla che sfumano nel vino bianco.
La carne, la tentazione, che si amalgama al tutto, è attrazione. Sia in pentola così come sotto i vestiti.
Alla fine ammiri quel capolavoro che, incredibilmente, i più ignorano per altri piatti più facili e meno impegnativi. Un'opera maestra che tu riesci a vedere, perché guardi con gli occhi del cuore.
La sensualità, la cultura, l'ironia, la tristezza da curare con la presenza e l'amore dovremmo impararlo dal cibo. Quello vero e sincero. La pasta è pronta.
La genovese, la desideravo tanto. Con tutto me stesso.
Mentre la poso nel piatto ascolto il riff di With or Without You degli U2, eppure sono cosciente che la genovese è partenopea.
«Così cantava Partenope, che provava un dolore dolce
La sua voce era una freccia che colpì il mio cuore.»
Lei che non si sente adeguata, ma in realtà è una sirena che va abbracciata.
P.s. quando cucino mi scatta la poesia gastronomica.
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1.
Chiudo gli occhi stanchi e nella mia testa la tua immagine si fa strada tra i mille pensieri che alloggiano indisturbati nella mia mente e so che è la fine. Un dolce finale anche se speravo in uno diverso per noi.
Ora siamo un quadro.
Uno di quei dipinti attaccati alle pareti di qualche cazzuto riccone alla ricerca di qualcosa che riempi il vuoto che lo accoglie ogni volta che posa piede nel suo regno fatto di monete d'oro.
Siamo quel quadro sul muro della sala da pranzo.
Lo vedi?
Amore, caro amore mio.
I colori freddi, tristi, pieni del dolore e del odio che ci siamo buttati addosso, come piatti buttati sui muri candidi di una cucina vuota, fin troppo grande per delle presenze talmente piccole.
La tua mano stringe il fondo della bottiglia rotta, il resto, i suoi frammenti, ora sono sparsi sul pavimento scuro del triste ambiente.
Siamo due morti che se ne sono scordati di crepare, percorriamo la strada verso l'inferno, ma ci perdiamo alla ricerca della grande porta che accolga le nostre anime dannate.
La mia gola tagliata.
Il corpo ricoperto di sangue rosso, fin troppo nero, ormai secco e quasi bruciato.
La testa all'indietro.
Le labbra schiuse.
Gli occhi stanchi.
In una supplica di pietà e perdono.
Il tuo sguardo fermo, freddo, fisso sul mio corpo svuotato da ogni briciolo di vita.
Siamo un quadro.
Amore, caro amore mio.
I miei polsi legati col nastro rosso che scende tra le mie scapole coprendo a malapena la mia nudità.
Il tuo piede sul mio petto preme come se potessi scappare, alzarmi e come uno zombie affamato iniziare a correre in modo scomposto alla ricerca di qualcosa che non riuscirei a raggiungere. Alla ricerca di qualche lampo di pietà, pentimento o dispiacere che non troverò mai nei tuoi scuri, cupi e freddi come il ghiaccio, occhi. Quei maledetti occhi che non fanno trapelare nemmeno l'amore, nemmeno la paura, nemmeno l'umanità che si cela da qualche parte in quel guscio tremendo che ti fa da corpo.
Sono morta, un ultimo respiro ed il bianco della mia pelle ora è malato, spento, grigio. Il corpo senza vita di una bestia che ha lottato. I graffi. I lividi e persino le lacrime secche sulle guance che increspano il sangue che le colora.
Una lacrima sola sulla tua guancia, appena visibile tra le ciocche dei capelli che ti ricadono delicatamente sul viso stanco.
Siamo un bel quadro nella sala da pranzo di un riccone cazzuto, triste, privo di senso.
Guardalo mentre entra nella vuota, spoglia casa. Appoggia il soprabito sulla sedia della cucina, non guarda lo specchio davanti a se mentre passa per il corridoio freddo con le pareti più bianche del latte, si fa schifo, o forse si odia. Non lo saprai, non lo saprò nemmeno io. Siede nella poltrona scura, il trono del suo regno. Le spalle curve, le braccia abbandonate vicino al corpo sulle maniglie consumate. Spacca la bottiglia di vino dopo averla svuotata bevendone a grandi sorsi e sporcandosi il davanti della candida camicia. Afferra il fondo della bottiglia. Un taglio netto, la testa ricade all'indietro, il sangue schizza sui muri donando loro per la prima volta un colore vivo, la casa inizia a vivere, i muri si muovono e i mobili iniziano a ballare un valzer triste, Jean Sibelius regna nell'aria fresca che odora di ruggine. Il nostro quadro ora è ricoperto di un rosso diverso.
Amore, caro amore mio.
Il cazzone ricco muore, come muoio anch'io.
Un taglio netto e moriamo insieme, o muoio solo io?
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Ricettario di piatti leggeri per rimettersi in forma
Preparazioni base:
Aglio maturato / cipolla o scalogno maturati
Pulire gli spicchi di un'intera testa di aglio, togliere l'anima, metterli nel boccale del minipimer, versare olio di oliva extra vergine e frullare fino ad ottenere una crema. Versare in un barattolo di vetro sterile, passare nel microonde per 1 minuto a massima potenza (fino a quando “bolle”), lasciare raffreddare leggermente, mescolare, aggiungere se serve altro olio. Procedere allo stesso modo con lo scalogno. Utilizzare nei sughi al posto del soffritto avendo cura di togliere dal computo altrettanti cucchiaini di olio.
Brodo vegetale
Mettere in pentola sedano, carota, cipolla, porro, zucchina, una foglia di alloro, sale. Coprire di acqua, portare lentamente a bollore e far sobbollire per mezz'ora. Filtrare, togliere l'alloro e aggiustare di sale. Tenere sempre pronto in frigo per aiutarsi nelle cotture dei sughi e dei secondi. Frullare le verdure rimaste per ottenere un passato di verdura.
Concia per carne
Tritare finemente a coltello rosmarino e salvia, aggiungere a piacere aglio, sale, pepe, poco aceto bianco.
NB in ogni ricetta l’olio, se presente, deve essere misurato.
Idee per condire la pasta:
Sughi bianchi:
Prosciutto cotto e piselli
Cuocere i piselli surgelati con brodo vegetale, aglio e cipolla maturati. Frullarne la metà per ottenere una crema. Aggiungere in padella il prosciutto cotto sgrassato tagliato a piccoli cubetti. Sfumare se necessario con un goccio di vino bianco. Portare a cottura e aggiustare di sale e pepe, condire la pasta col sugo e la crema di piselli.
Speck e zucchine
Cuocere le zucchine tagliate a piccoli cubetti regolari con brodo vegetale, aglio e cipolla maturati. Frullarne la metà per ottenere una crema. Aggiungere in padella lo speck sgrassato tagliato a piccoli cubetti. Sfumare se necessario con un goccio di vino bianco. Portare a cottura e aggiustare di sale e pepe, condire la pasta col sugo e la crema di zucchine.
Funghi porcini secchi e prosciutto crudo
Ammollare i funghi porcini secchi, scolarli, strizzarli e cuocerli con aglio e cipolla maturati. Aggiungere il prosciutto crudo sgrassato tagliato a piccoli cubetti, sfumare se necessario con un goccio di vino bianco e portare a cottura bagnando con l'acqua di ammollo dei funghi. Aggiustare di sale e pepe.
Funghi misti surgelati
Cuocere i funghi ancora surgelati in una larga padella. Profumare con aglio e timo, aggiustare di sale e pepe. Condire le tagliatelle di semola (non all'uovo) direttamente in padella.
Funghi pioppini e speck
Pulire i funghi e spadellare in una larga padella antiaderente con lo speck sgrassato a striscioline, aglio in camicia e timo. Sfumare con vino bianco, aggiustare di sale e pepe. Terminare la cottura della pasta in padella col sugo mantecando con acqua di cottura.
Verdure e curry
Tagliare melanzane, zucchine, peperone, porro, carote a piccoli cubetti regolari. Arrostirli (separatamente se sono in quantità) in una larga padella unta (mettere un cucchiaino di olio e “spalmarlo” su tutta la padella con uno scottex). Profumare con aglio, paprika, curry, peperoncino, aggiustare di sale e pepe.
Cipolla rossa e lambrusco
Affettare abbondante cipolla rossa, salare e stufare in padella con un bicchiere di lambrusco. Far evaporare la parte alcolica poi cuocerla a lungo e lentamente col coperchio aggiungendo se serve brodo vegetale. Lasciare il sugo leggermente acquoso, lessare gli spaghetti e terminare la cottura in padella mantecando con la cipolla. Aggiustare di sale e pepe e finire con olio a crudo.
Broccoli e peperoncino
Cuocere i broccoli surgelati con brodo vegetale e aglio. Frullarne la metà per ottenere una crema. Aggiungere ai broccoli in padella il peperoncino e sfumare se necessario con un goccio di vino bianco. Aggiustare di sale e pepe, condire la pasta col sugo e la crema di broccoli.
Ragù bianco light (coniglio e carciofi)
Tritare sedano, carota e cipolla e “soffriggere” con un cucchiaino di olio e brodo vegetale. Aggiungere la carne macinata di coniglio, cuocerla a fuoco vivo finchè butta fuori tutta l'acqua, sfumare col vino bianco poi aggiungere brodo vegetale e portare a cottura lentamente. Aggiungere sale, pepe e spezie (ad esempio pimento tritato). Aggiungere i carciofi affettati fini (ancora meglio se spadellati a parte, ungendo la padella con lo scottex).
Pesce spada e arance
Tagliare il pesce spada a piccoli cubetti, condire con un cucchiaino di olio, sale, pepe, aglio, peperoncino, basilico, scorza di arancia. Spadellare e sfumarlo con il succo di un'arancia, aggiungere uvetta sultanina (ammollata nello stesso succo di arancia), olive nere taggiasche (considerare 6 olive pari a un cucchiano di olio). Condire la pasta in padella col sugo aggiungendo se consentito lamelle di mandorle tostate. Terminare con aneto (o l'erbetta del finocchio).
Tonno fresco e melanzane
Tagliare la melanzana a cubetti e spadellare in padella unta con lo scottex, poi mettere da parte. Tagliare il tonno a piccoli cubetti, condire con un cucchiaino di olio, sale, pepe, aglio, peperoncino, basilico. Spadellare nella stessa padella, unire pomodorini, capperi e la melanzana. Aggiustare di sale e pepe. Condire la pasta in padella col sugo aggiungendo prezzemolo fresco tritato.
Sughi rossi:
Pomodoro, aglio e basilico
Versare la passata di pomodoro in un pentolino aggiungendo aglio, olio, basilico, sale e pepe. Far sobbollire col coperchio.
Tonno in scatola
Versare la passata di pomodoro in un pentolino aggiungendo aglio, olio, sale e pepe. Far sobbollire col coperchio. Aggiungere capperi dissalati tritati a coltello e il tonno al naturale sgocciolato dal liquido di conservazione. Terminare con prezzemolo fresco tritato.
Melanzane
Tagliare la melanzana a cubetti e spadellare in padella unta con lo scottex, poi mettere da parte. Versare la passata di pomodoro in un pentolino aggiungendo aglio, olio, basilico, sale e pepe. Far sobbollire col coperchio. Aggiungere le melanzane.
Puttanesca
Versare la passata di pomodoro in un pentolino aggiungendo aglio, cipolla, olio, basilico, sale e pepe. Far sobbollire col coperchio. Aggiungere capperi e olive (togli 1 cucchiaino di olio ogni 6 olive taggiasche, ben asciugate).
“Amatriciana” con speck
Versare la passata di pomodoro in un pentolino aggiungendo aglio, olio, sale e pepe. Far sobbollire con il coperchio. Aggiungere lo speck sgrassato tagliato a cubetti (volendo spadellare prima a secco).
Ragù di manzo light
Tritare sedano, carota e cipolla e “soffriggere” con un cucchiaino di olio e brodo vegetale. Aggiungere la carne macinata di manzo (un taglio magro), cuocerla a fuoco vivo finchè butta fuori tutta l'acqua, sfumare col vino bianco poi aggiungere la passata di pomodoro, brodo vegetale e portare a cottura lentamente. Aggiungere sale, pepe e spezie (ad esempio pimento tritato).
Ragù di anatra e arancia
Tritare sedano, carota e cipolla e “soffriggere” con un cucchiaino di olio e brodo vegetale. Aggiungere la carne macinata di anatra (il petto senza pelle), cuocerla a fuoco vivo finchè butta fuori tutta l'acqua, sfumare col succo di un'arancia spremuta poi aggiungere una punta di concentrato di pomodoro, brodo vegetale e portare a cottura lentamente. Aggiungere sale, pepe e spezie (ad esempio pimento tritato). Terminare con scorza di arancia grattugiata e semi di papavero.
“Ragù” di moscardini o seppia al nero
Tagliare i moscardini a piccoli cubetti regolari, condirli con un ½ cucchiaino di aglio maturato e ½ di cipolla e spadellarli, sfumarli col vino bianco, lasciare evaporare poi versare la passata di pomodoro. Aggiustare di sale, pepe, peperoncino. Cuocere lentamente e col coperchio per mezz'ora. Allo stesso modo si può usare la seppia e aggiungere al pomodoro anche il suo nero.
Risotti:
zafferano
radicchio rosso
zucchine
funghi porcini secchi
peperoni
zucca
asparagi
gamberi
Tostare il riso in casseruola a secco. Sfumare col vino bianco. Aggiungere aglio e cipolla maturati. Portare a cottura aggiungendo brodo vegetale bollente (o l'acqua di ammollo dei funghi per il risotto ai funghi) un po' alla volta e tenendo mescolato. Durante la cottura aggiungere le verdure scelte. A fine cottura “mantecare” con una mezza sottiletta light.
Per il risotto ai gamberi preparare un brodo con le teste dei gamberi, sedano, carota, cipolla, porro, gambi di prezzemolo, concentrato di pomodoro: tostare prima il tutto, sfumare col brandy poi coprire di acqua fredda. Aggiustare alla fine di sale e pepe. Procedere col risotto come spiegato sopra usando il brodo di gamberi per portarlo a cottura. Unire alla fine i gamberi tagliati a cubetti.
Insalata di riso parboiled o basmati/riso nero/orzo/farro/cous cous:
Tonno in scatola e verdure crude
Lessare il riso parboiled, scolare e freddare. Condire con olio, aggiungere il tonno al naturale sgocciolato dal liquido di conservazione e le verdure crude tagliate a piccoli cubetti regolari (pomodori, peperoni, zucchine, carote,...). Conservare in frigo fino al consumo.
“Cantonese light”
Lessare il riso basmati, scolare e freddare. Condire con olio, aggiungere i piselli e il prosciutto cotto sgrassato tagliato a piccoli cubetti regolari. Aggiungere un uovo strapazzato cotto a parte in padella antiaderente senza grassi (togliere l'uovo usato dal computo settimanale). Conservare in frigo fino al consumo.
Gamberi e zucchine (riso nero)
Lessare il riso nero, scolare e freddare. Sbollentare i gamberetti. Tagliare la zucchina a cubetti, sbollentare e freddare. Condire il tutto aggiustando di sale e pepe. Conservare in frigo fino al consumo.
Vongole e zucchine (riso nero)
Lessare il riso nero, scolare e freddare. Tagliare la zucchina a cubetti, sbollentare e freddare, poi mettere da parte. Spurgare le vongole, scolarle e metterle in una casseruola con mezzo bicchiere di vino bianco, aglio, gambi di prezzemolo. Accendere il fuoco, tenere il coperchio ben chiuso e cuocere qualche minuto finché non saranno aperte. Sgusciarle. Condire il riso con le vongole, le zucchine, l'acqua rilasciata dalle vongole (filtrata). Conservare in frigo fino al consumo.
Cous cous con verdure e curry
Tagliare melanzane, zucchine, peperone, porro o cipolla, carote a piccoli cubetti regolari. Arrostirli (separatamente se sono in quantità) in una larga padella unta (mettere un cucchiaino di olio e “spalmarlo” su tutta la padella con uno scottex). Profumare con aglio, paprika, curry, peperoncino, aggiustare di sale e pepe. Cuocere il cous cous come indicato sulla scatola aggiungendo un cucchiaino di curry all'acqua bollente. Sgranare il cous cous e condire con le verdure. Meglio se preparato il giorno prima.
Minestre:
Minestrone
Tagliare tutte le verdure a piccoli cubetti regolari e quelle in foglia a striscioline fini. Carote, zucchine, pomodori, rapa bianca, porro, finocchio, sedano, il verde dei cipollotti, zucca, bietole, spinaci, cavolo nero, fagiolini, verza, cappuccio, cavolfiori, broccoli,...Aggiungere piselli ma non patate né fagioli. Si può preparare il mix e poi conservarlo nel congelatore. Basterà versare in pentola l'occorrente, coprire di acqua e cuocere aggiungendo solo un po' di sale. Terminare con un cucchiaino di olio crudo e una macinata di pepe.
Brodo light con capelli d'angelo
Mettere in pentola petto di pollo, sedano, carota, cipolla, porro, una foglia di alloro, sale. Coprire di acqua, portare lentamente a bollore e far sobbollire per un'ora. Filtrare e aggiustare di sale. Cuocere nel brodo la pasta scelta (non all'uovo). Un'alternativa al primo di pastasciutta. La carne di pollo può essere sfilacciata e mangiata a cena in insalata.
Creme di verdura:
zucchine
broccoli
zucca e zenzero
finocchio e zafferano
sedano rapa e carote
sedano rapa e curry
Cuocere le verdure scelte tagliate a pezzettoni con aglio e/o cipolla maturati e brodo vegetale. Frullare e aggiustare di sale, pepe, olio e aromi scelti.
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Come scegliere il miglior vino per accompagnare i piatti estivi
Con l'arrivo dell'estate, il desiderio di gustare un buon bicchiere di vino fresco, leggero e versatile aumenta. Tuttavia, scegliere il giusto vino per accompagnare i piatti estivi non è sempre facile, poiché la leggerezza e la freschezza richieste da questo periodo dell'anno possono essere facilmente compromesse dalla scelta sbagliata della bottiglia. Ecco alcuni suggerimenti per scegliere il miglior vino per accompagnare i piatti estivi. Vino bianco per piatti leggeri Il vino bianco è spesso la scelta preferita per i piatti estivi, specialmente per gli antipasti, le insalate e i piatti a base di pesce. Tuttavia, è importante scegliere un vino che sia leggero e fresco, cioè con una bassa gradazione alcolica e una buona acidità. Il Vermentino, il Pinot Grigio, lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc sono tra i bianchi più adatti a questa stagione. Vino rosato per la carne Il vino rosato è un'altra soluzione perfetta per l'estate. Può essere abbinato a molti piatti, ma in particolare alla carne bianca e alle insalate di frutta. Il rosato può avere diverse sfumature, dalla più chiara alla più intensa, e la scelta dipende dal tipo di piatto che si vuole accompagnare. Il rosato del Bardolino, il Cerasuolo d’Abruzzo, il Rosé dei Colli Berici e il Rosé dell'Oltrepò Pavese sono solo alcuni dei numerosi vini rosati che si possono trovare sul mercato. Vino frizzante per gli aperitivi Il vino frizzante, come il Prosecco, lo Spumante e il Cava, è sicuramente la scelta migliore per gli aperitivi estivi. La loro freschezza e leggerezza fa di questi vini la scelta ideale per accompagnare i cracker, l'insalata di mare e i formaggi freschi. Inoltre, il vino frizzante si presta bene anche all'abbinamento con i dessert, soprattutto quelli a base di frutta fresca. Vino rosso per le grigliate Molti pensano che il vino rosso sia inadatto alla calura estiva, tuttavia, si sbagliano. Il vino rosso si può abbinare a molti piatti estivi, in particolare grigliate di carne e pesce. È importante scegliere un vino rosso leggero e fresco, con una buona acidità e tannini delicati, così da poter essere accompagnato a piatti come hamburger, salsicce e bistecca alla griglia. Tra i vini rossi estivi, consigliati il Lambrusco, il Sangiovese, il Pinot Noir e il Dolcetto. Vino dolce per i dessert Il vino dolce, come il Moscato, è il compagno ideale per i dessert estivi. La sua dolcezza equilibrata e l'aroma fruttato si sposano perfettamente con il gusto di frutta fresca e con le torte. Inoltre, i vini dolci possono essere abbinati anche ai formaggi stagionati, come il Gorgonzola, o ai dessert a base di cioccolato. Se volete provare una vera rarità potreste cercare il "Mufii" un vino muffato prodotto da uve bianche autoctone ( alias Erbaluce... ) sulle colline di Barengo, piccolo paese in provincia di Novara a 250 mt slm. Affinato un anno in barrique di acacia a tostatura lieve, presenta colore paglierino/dorato, è vivo, lucente, di bella consistenza. Naso intenso, di grande impatto con note iniziali di scorza di agrumi, mandarino, cedro che evolvono in sentori di pesca, albicocca, frutta tropicale, canditi, miele. In bocca magnifica acidità, grande salivazione che bilancia perfettamente il tenore zuccherino. Persistente, elegante si può quasi definire un vino contemporaneamente da tavola e da meditazione. Proprio per questo si può prestare ad abbinamenti poliedrici. Fois gras, formaggi erborinati e mediamente stagionati, tartare di salmone con salsa di soia, riso con curry e uva passa, dolci con ricotta e canditi. In conclusione, la scelta del vino giusto per accompagnare i piatti estivi non è affatto complicata. La leggerezza e la freschezza sono le caratteristiche principali da tenere a mente, ma anche il tipo di piatto da accompagnare e le preferenze personali giocano un ruolo fondamentale nella scelta. Ricordate infine, che il vino è un complemento del cibo, quindi la scelta dipende sempre da come si vuole gustare il proprio pasto. Fonti: 1. https://www.gamberorosso.it/notizie-consigli/abbiamo-chiesto-agli-esperti-i-vini-rossi-da-provare-questestate-e-non-solo/ 2. https://www.dovevivo.it/magazine/vino-e-cibo-estate-5-accordi-vincenti-per-le-tue-serate-al-fresco/ 3. https://www.gruppomontenegro.com/it/cosa-beviamo/con-quale-vino-accompagnare-i-piatti-estivi 4. https://blog.dekaro.it/scopriamo-i-migliori-vini-da-abbinare-ai-piatti-estivi/ 5. https://www.mufii.it/az.-la-passitaia.html Read the full article
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Iniziamo la settimana preparando tutto per salutare il 2022 e dare il benvenuto al 2023. Per dire “ Au revoir” al 2022, durante la festa di fine anno proporremo l’Armagnac ai nostri ospiti. Originale e molto alla moda, perché dona un tocco di eleganza e di prestigio. Si tratta di un brandy distillato esclusivamente da vino bianco. Prende il nome dall'antica contea di Armagnac, il cui territorio storico corrisponde all'attuale zona di produzione. Tra tutti i distillati, l'Armagnac è l'unico a possedere questa incredibile capacità di essere perfettamente associato a molti piatti, dagli antipasti ai dessert. A me è stato consigliato di abbinarlo ai cioccolatini per concludere in bellezza le nostre cene con gli amici. E voi conoscevate l’Armagnac? Con cosa lo abbinereste? Thanks to @explorefrance @barbara.lovato #ExploreFrance #Armagnac #armagnacstyle @baciperugina_it #dolcegabbana #baciperuginadolceegabbana (presso Piacenza) https://www.instagram.com/p/CmqsOEYMzmF/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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abbinamento cibo21
abbinamento cibo21
Saltimbocca alla romana.
Uno dei piatti della cucina romana più riprodotti fuori dai confini regionali: fettine di vitello arrotolate con prosciutto e salvia, chiuse con uno stecchino e cotte in poco burro con una spruzzatina di vino. Si può scegliere, in cottura e in tavola, un bianco locale come il Marino, oppure, se si preferisce un rosso, il Velletri e il Cerveteri.
Sarde a beccafico.
Ricetta tradizionale siciliana: sarde passate in forno cosparse di pangrattato, acciuga, pinoli e uvetta. Abbinamento regionale con un bianco: Alcamo o Contessa Entellina.
Sarde a scapece.
È fra i piatti di pesce tipici del Meridione. Le sarde infarinate si friggono nell’olio e poi si coprono con una marinata realizzata facendo bollire insieme aceto, aglio e peperoncino. Si insaporiscono infine con delle foglioline di menta. Ci vuole un vino rosso leggero, fruttato e poco tannico, servito fresco: ad esempio un Vesuvio Rosso.
Sarde in savor.
Una delle più classiche ricette venete: sarde fritte, marinate con cipolla, aceto, pinoli e uvetta. L’uso dell’aceto è consistente, ma l’armonia del piatto è tale da fondere piacevolmente l’agro e il dolce, ‘chiamando’ un vino bianco dal bouquet floreale e fruttato. Il Veneto ne offre parecchi: ad esem-
pio Soave, Lugana, Pinot Bianco dei Colli Euganei. Il vicino Friuli suggerisce il Sauvignon del Collio. Chi vuole, d’estate può accostarci un rosso giovane servito fresco: Bardolino o Breganze.
Scaloppine alla pizzaiola.
Scaloppine cotte in una salsa fatta con olio d’oliva, pomodoro, sale, pepe e origano. Ottime in estate con un bianco fresco come Chardonnay del Collio, Frascati o Greco di Tufo. Per chi preferisce un rosso: Cabernet del Trentino, Sangiovese di Romagna o Refosco dei Colli Orientali del Friuli, tutti serviti freschi.
Scampi crudi.
L’importante è trovarli freschissimi. Per l’abbinamento, scegliere un Sauvignon dell’Alto Adige o del Collio, un Verdicchio dei Castelli di Jesi. C’è invece chi ama orientamento sulle bollicine: dal Prosecco di Coneqliano Valdobbiadene o i migliori Franciacorta.
Sciatt.
Sono delle specie di frittelle tonde di grano saraceno irnpast.iucon acqua, sale e grappa: al centro di ogni disco c’è un pezzetto di formaggio. Piatto tipico della Valtellina, lo si abbina coi rossi supe riori locali (Inferno e Sassella) o con lo Sfursat.
Scottiglia.
Un ricco stufato di carne aretino e maremmano: ne entrano a far parte pollo, coniglio, vitello, maiale e persino la cacciagione. S’accompagna col Chianti riserva o col Bolgheri Rosso. Le versioni più impegnative della scottiglia (col cinghiale in particolare) stanno col Brunello di Montalcino o col Bolgheri Sassicaia, oltre che coi grandi ‘supertuscans’.
Sorbir d’àgnoli.
La minestra dei giorni di festa in terra mantovana è costituita dagli agnoli in brodo, la forma locale dei ravioli. L’abbinamento è obbligatorio: il Lambrusco Mantovano. Chi non è schizzinoso non esiti a ricorrere al rituale del bevr’in vin, vuotando mezzo bicchiere di Lambrusco nel piatto colmo di brodo.
Spaghetti aglio, olio e peperoncino.
“Ci facciamo uno spaghettino aglio-olio?” Chi non ha mai trovato l’amico che gli ha fatto questa proposta? Ci vuole un bianco: ad esempio Collio Tocai, Biferno Bianco, Alcamo.
Spaghetti alla carbonara.
Un popolarissimo primo della cucina romana. Gli spaghetti sono conditi con uova fresche, Pecorino Romano e guanciale di maiale rosolato. Da servire con una bottiglia di Frascati superiore o di Velletri Bianco.
Spaghetti cacio e pepe.
Piatto povero del Lazio: spaghetti bagnati con un po’ dell’acqua di cottura e insaporiti con una generosa grattugiata di Pecorino Romano e di pepe. Per chi ama i bianchi: Frascati superiore. Per chi predilige i rossi: Cerveteri.
Spaghetti con l’acciuga.
Primo semplicissimo: spaghetti conditi con l’acciuga salata rosolata nell’olio d’oliva. Sta benissimo col Fiano di Avellino, col Verdicchio dei Castelli di Jesi o col Soave.
Spaghetti con la bottarga.
La bottarga è costituita dalle uova di muggine (o di tonno) salate, pressate e stagionate per qualche mese. Si usa per insaporire generosamente gli spaghetti: ottimo l’abbinamento con la Vernaccia di Oristano in versione secca.
Spaghetti con le vongole.
Un classico fra i primi della cucina marinara, nelle due versioni con pomodoro o senza. Quando gli spaghetti con le vongole sono in bianco vengono abbinati con un vino bianco come Collio Sauvignon, Pinot Grigio di Lison-Pramaggiore, Soave (giovane), Verdicchio dei Castelli di Jesi, Solopaca. Se c’è il pomodoro si accostano con un rosso morbido come il Colli del Trasimeno o con un rosé come il Salice Salentino Rosato, ma anche con un bianco come l’Ischia Forastera.
Speck.
Pane nero e speck rappresentano l’ideale spuntino d’una vacanza in Alto Adige.
Se lo speck è affettato sottilmente sta benissimo coi bianchi Gewurztraminer e Mùller Thurgau,
mentre in fette larghe almeno un centimetro da tagliare a cubetti sta meglio con dei rossi più o meno carichi: Alto Adige Schiava, Lagrein Dunkel e Santa Maddalena.
Spezzatino di vitello.
Vuole un rosso d’un certo corpo, ma non invecchiato: vanno benissimo Torgiano, Rosso (onero, Valpolicella e Gutturnio dei Colli Piacentini secco.
Spiedo bresciano.
Quando si dice un piatto monumentale: sul grande spiedo bresciano vengono cotti pezzi di coniglio, pollo, maiale e poi uccelletti e patate. I sapori si mescolano, creando un insieme di grande armonia. L’abbinamento migliore è col Garda classico Groppello. In alternativa un Botticino o un Capriano del Colle Rosso, anch’essi bresciani.
Strudel.
Il classico strudel di mele trentino-tirolese si abbina in maniera perfetta col Vin Santo del Trentino. Eccellente anche col Ramandolo dolce dei Colli Orientali del Friuli, con l’Aleatico di Gradoli e con l’Albana di Romagna passito.
Tagliatelle al ragù.
Non c’è trattoria dell’area padana che non ve le proponga. Si abbinano con dei rossi leggeri come Bardolino, Valdadige Rosso, Freisa d’Asti o con dei vini vivaci come Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Lambrusco di Sorbara o Bonarda frizzante dei Colli Piacentini.
Tajarin al tartufo bianco.
È semplicissimo, ma è un piatto da re: le tagliatelline piemontesi profumate col tartufo bianco di Alba sono una meraviglia. L’abbinamento classico è col Barbaresco, anche se questo comporta in genere un ulteriore sensibile esborso in aggiunta a quello dovuto al tartufo. In alternativa una buona Barbera d’Alba, preferibilmente invecchiata.
Taleggio.
Celebre formaggio lombardo da abbinare con un rosso come il Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese. Chi opta per un bianco può scegliere un Gavi.
Torta pasqualina.
Questa torta salata ripiena di uova, ricotta ed erbette appartiene alla tradizione genovese. L’abbinamento può essere regionale, scegliendo fra due bianchi: un Cinque Terre o un Vermentino della Riviera Ligure di Ponente.
Tortelli di zucca.
Un classico della cucina mantovana: ravioli ripieni di zucca, amaretto, mostarda di mele e formaggio grana. Bene col Riesling delle Colline Mantovane del Garda o dell’Oltrepò Pavese. Ottimo abbinamento anche col Gewurztraminer dell’Alto Adige o col Mùller Thurgau del Trentino.
Tortellini in brodo.
Minestra classicissima della tradizione emiliano-romagnola. Date preferenza all’abbinamento regionale, scegliendo fra due opzioni: un rosso giovane ma di buon corpo e discreta acidità come il Sangiovese di Romagna o un vino brioso e vivace come il Lambrusco (Sorbara o Grasparossa di Castelvetro).
Trenette al pesto.
L’emblema della gastronomia ligure. I profumi del basilico e dell’aglio invitano all’abbinamento con un bianco giovane, fresco e morbido. Lo sposalizio è regionale: Cinque Terre, Vermentino dei Colli di Luni, Pigato di Albenga.
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Vino Bianco"Glicine" Terre Siciliane IGT - Corvo,vol. 11%(6 bottiglie da Cl 75) Ideale per un bere moderno è perfetto come aperitivo e si abbina ad antipasti, primi piatti, fritti di pesce e verdura. Servire a 6°-8° Fresco e piacevole. Vino fragrante e ricco di sapori mediterranei Dalle assolate terre siciliane, l'anima versatile di un vino aromatico Glicine IGT Terre Siciliane, vino della Sicilia, Italia
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Chiusura dell'anno 2024 per lo Struscio Fiorentino: Convivio nell'Spedale del Bigallo
La Compagnia dello Struscio ha concluso le sue visite e passeggiate "lento pede" con un mangereccio saluto presso l'antico 'Spedale del Bigallo. Molti strusciaioli si sono riuniti al desco in cordialità e buonumore gustandosi piatti medioevali e vino speziato per l'ultima sortita del 2024.
In principio ci siamo visti lo 'Spedale, la corte, la piccola cappella, il giardino vista Firenze. Caratteristico il finto pozzo presente in corte, realizzato (e poi lasciato in sede) per girare alcune sequenze del film "Il peccato. Il furore di Michelangelo" dove lo 'spedale è stato usato per rappresentare la casa dei Buonarroti a Firenze. Nel giardino, dopo il saluto del Priore Franco Ciarleglio la strusciaiola Roberta Scarano ci ha illustrato la storia della Compagnia del Bigallo e la sua commistione con la Compagnia della Misericordia; a questo è seguita la fotografia di rito dell'allegra compagnia.
Fotografia di Gianni Degl’Innocenti Balsicci Ci siamo poi spostati nella sala e, una volta preso posto, sono cominciate le libagioni. Il buffet degli antipasti, servito nell'antica cucina dello 'spedale con possibilità di accedere alla terrazza con vista di Firenze, consisteva in rape armate, un binomio fatto da una fetta di barbabietola sormontata da una fetta di rapa bianca, la torta di Re Manfredi, chiamata cosi perché dedicata dal padre, l'imperatore Federico II di Svevia, al figlio. E poi il biscotto brisee agli aromi dell'orto e spezie servito con il salame. Il tutto accompagnato da vino bianco o rosso o da acqua aromatizzata. Poi il desinare si è spostato ai tavoli dell'enorme sala, cosi grande da farci sembrare pochi, e comodamente seduti abbiamo gustato una carabaccia, che come sappiamo era il piatto preferito di Leonardo da Vinci.
Gustata la prima pietanza è stata portata un'arista lardellata profumata con spezie come il cumino, il coriandolo e pepe. L'arista era accompagnata da torta bolognese. Questa torta, sconosciuta ai più, è tratta dal manoscritto "Libro de Arte Coquinariadi" del Maestro Martino. Come dolce abbiamo gustato una torta diriola, che sarebbe l'antenata del più famoso latteruolo, ricetta presente nel famoso libro dell'Artusi. Il tutto è stato annaffiato da vino rosso e per terminare con un brindisi, per la conclusione dell'anno strusciaiolo, è stato usato il vino ippocrasso, un vino aromatizzato, fermentato e poi addolcito con il miele.
Fotografie di Gianni Degl’Innocenti Balsicci Nell'occasione sono già state fatte 3 tessere per 3 nuovi strusciaioli pronti per l'anno 2025.
Lo Struscio Fiorentino Read the full article
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Sei lì seduto per cena, ad un tavolo che accoglie cinque persone intente a consumare i piatti serviti per cena.
Con un calice in mano , rotei all’interno un vino bianco di una cantina locale, tutti parlano , scherzano e gioiscono.
Tu invece seduto lì senti quei rumori diminuire , fino a sfumarsi nel nulla . Il caos , e poi silenzio.
Sei lì seduto, con l’intento di assaporare un vino, tutto scompare.
Sei lì , senza rumori di sottofondo , senti solo silenzio , senti i tuoi pensieri.
Sei lì, tutto si ferma. Tutto gira nonostante tu sia lì…
Già, tutto continua a girare anche se sei immobile proprio lì.
Gira senza darti diritti ne doveri , gira senza darti il minimo sentore che possano sentire cosa provi, girano senza sapere che sei umana anche tu
Non a tutti importa che posto occupi ad un tavolo.
Importa solo che tu lo occupi per poter riscaldare la seduta sulla quale poggi il culo.
#illusion#life#cuore infranto#me ne hai fatto tanto di male#cado a pezzi#croce sul cuore#frasi di vita#amore amaro#lovely#pensieri nascosti#falsità#silenzio
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MARZAMEMI
Abbiamo lasciato il Gelsomineto per andare a mangiare. La Figlia mi chiede se conosco qualche trattoria li vicino. Le sorrido e le dico di chiamare un ristorante a Marzamemi. A Marzamemi, dopo le casette e le strade simili a tanti paesini sulla costa, ci abbraccia serena e luminosa la grande piazza che nasconde il mare, con la piccola chiesa, gli edifici dell’antica tonnara trasformati in ristoranti e negozi. È tornare indietro nel tempo, quando il mare era color corallo per il sangue dei tonni e le case accoglievano i pescatori , gli attrezzi per le gabbie in cui intrappolare i tonni e le nere Parascalmi, le barche su di cui ai lati della camera della morte, si eseguiva la rituale, drammatica mattanza (“sangu pi sangu”, sangue per avere sangue, come diceva mia nonna quando uccideva gli animali da cortile per nutrire tutti noi). La chiesa in piazza, non è un ornamento, ma il nodo tra la vita e la morte per cui Marzamemi è nata, l’incrocio tra il dolore e la vita, l’ultima certezza prima degli incerti giorni di un tempo. Ora invece il tempo sembra fermarsi nella solare serenità della piazza e che questa serenità contagia ogni persona che l’attraversa. I tavoli sulla piazza del ristorante prenotato sono vuoti. La Figlia, mi guarda preoccupata. “Vieni” le dico e la porto sul di dietro del ristorante dove, dopo un vicolo pieno di fiori, c’è una grande terrazza sopra gli scogli del mare. La terrazza è coperta da canne e la luce filtrando tra loro, assume una luminosità dorata. Intorno scuri scogli usurati dalle onde, bianca schiuma, il blù del mare, l’azzurro perfetto del cielo. I piccoli tavoli sono coperti da antiche tovaglie siciliane ricamate o fatte all’uncinetto mentre forchette e coltelli sono di quelli grandi e pesanti delle grandi occasioni. I bicchieri colorati ed i vecchi piatti siciliani, rendono quel luogo familiare alla memoria e unico tra tutti quei locali, che seguono temporanee mode e tendenze. Alla destra abbiamo una famiglia olandese con la madre che non starà zitta per tutto il pranzo mentre il marito, dirà solo due parole, “Pane prego” per fare la scarpetta nel salmorigghiu del pesce. Alla sinistra abbiamo una coppia francese, non più giovane che si guardano da innamorati e che parlano sottovoce dicendosi frasi che li fanno sorridere e riempiono i loro occhi di complicità e malizia. Scrivono nell’aria versi che nessun poeta potrà mai copiare e che restano intrappolare tra le canne del tetto e trai petali dei fiori. Arriva il responsabile di sala, in realtà un ragazzo con i capelli ricci e i baffetti alla Domenico Modugno che ci porta un menù colorato. Ordiniamo poche cose tra cui un calice di Grillo perché per raggiungere Marzamemi ho attraversato le terre dove nascono il Grillo e l’Inzolia. Terre bianche, secche, aride, bruciate dalla calura e mi stupisce come i vini di quella terra possano essere così profumati, sapendo di fiori e di vento. Forse nell’uva la vite mette i suoi sogni, quel suo voler essere nell’arida terra, fiori e bellezza e sono questi sogni che sentiamo nel vino e che alla fine donano ebrezza. Mangiamo ascoltando il mare, la brezza che attraversa le canne, osservando l’andare e venire di invisibili camerieri che percepisci solo per le gustose emozioni che lasciano sui tavoli. Lentamente mangiamo guardando i colori dei fiori, gli sguardi amorevoli degli innamorati, la gioia delle famiglie, il soffice silenzio in cui tutto si perde tra il profumo dei fiori del bianco Catarrato e la dolcezza assoluta della cassata. La lentezza con cui viviamo una necessità come nutrirsi diventa piacere, ci libera da ogni ansia donata dal correre dei minuti, ci da un senso di libertà che le grandi città ci hanno rubato. Così ci riprendiamo lo spazio e il tempo per essere felici, per dimenticare affanni, credere nella serenità e inventare nuovi sogni. In fondo, è questo Marzamemi. ( andando via l’olandese si ferma a guardare il mare che urta gli scogli. La moglie lo raggiunge e lo abbraccia osservando il mare con la sua testa appoggiata alla spalla del marito. Sono già ammalati di nostalgia).
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La Locanda dei Giurati - Como, carni d'eccellenza, anche d'estate
Alla Locanda dei Giurati di Como ogni stagione è perfetta per gustare bistecche d'autore. Anche l'estate. Questo spazio infatti è vero un paradiso per chi vuol provare le migliori carni al mondo. "Dal colore rosso ciliegia, la Frisona gallega disponibile in Locanda ha una forte presenza di grasso che la rende eccezionale nel gusto e particolarmente succosa al palato", racconta lo staff de La Locanda dei Giurati - Como sui social. Questo spazio è davvero un paradiso di chi ama la carne, in tutte le sue forme. E non solo. I piatti vegetariani non mancano e tra le specialità, quando è il momento giusto nella stagione, è disponibile il tartufo.
E non c'è senz'altro solo la frisona gallega, tra i tagli disponibili qui. Le carni tra cui scegliere a La Locanda dei Giurati - Como sono tante, tantissime. "Dal colore rosa brillante, Avileña Negra Ibérica si presenta con strati di grasso bianco e una consistenza compatta".
Si può scegliere anche La Arakin spagnola, o ancora la Fassona piemontese, che si distingue da tutte le altre carni per la sua tenerezza e per la straordinaria magrezza. Due caratteristiche che in genere non vanno di pari passo e per cui la Fassona Piemontese rappresenta la classica eccezione che conferma la regola.
E non ci sono solo carni. Ecco anche un primo piatto d'autore. " Lasciati sedurre dal gusto avvolgente delle nostre fettuccine Alfredo, arricchite dalla pancetta del Buttero e dalla croccantezza della salvia. Un piatto che unisce tradizione e innovazione per un'esperienza indimenticabile", racconta lo staff.
E poi ci sono atmosfera, stile e servizio. "Lasciati incantare dall'eleganza e dal calore della nostra sala, dove ogni dettaglio è pensato per farti sentire speciale. Qual è l'elemento dell'atmosfera che ti fa sentire davvero a casa in un ristorante? Alla Locanda dei Giurati c'è tutto... e anche di più".
Senz'altro il successo della Locanda dei Giurati cresce nel tempo per un mix vincente di semplicità ed eccellenza, da gustare tra l'altro anche a pranzo, con business lunch tutti da vivere. Ecco come lo staff de La Locanda dei Giurati di Como presenta sui social la sua filosofia: "Un fantastico vino e la nostra pregiata carne, sono il connubio perfetto per creare un momento sensoriale ai nostri ospiti. Un'opera d'arte che si può associare solo alla nostra Locanda, perché venire da noi, non è solo stare bene, ma è arrivare a toccare il piacere degustativo attraverso i nostri piatti".
La Locanda dei Giurati - Como
via Giulini 16, 0314310051
Dalle 12:30 alle 14:30 e dalle 19 alle 23, chiuso il lunedì
www.locandadeigiurati.com
https://www.instagram.com/locandadeigiurati/
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La Locanda dei Giurati - Como, carni d'eccellenza, anche d'estate
Alla Locanda dei Giurati di Como ogni stagione è perfetta per gustare bistecche d'autore. Anche l'estate. Questo spazio infatti è vero un paradiso per chi vuol provare le migliori carni al mondo. "Dal colore rosso ciliegia, la Frisona gallega disponibile in Locanda ha una forte presenza di grasso che la rende eccezionale nel gusto e particolarmente succosa al palato", racconta lo staff de La Locanda dei Giurati - Como sui social. Questo spazio è davvero un paradiso di chi ama la carne, in tutte le sue forme. E non solo. I piatti vegetariani non mancano e tra le specialità, quando è il momento giusto nella stagione, è disponibile il tartufo.
E non c'è senz'altro solo la frisona gallega, tra i tagli disponibili qui. Le carni tra cui scegliere a La Locanda dei Giurati - Como sono tante, tantissime. "Dal colore rosa brillante, Avileña Negra Ibérica si presenta con strati di grasso bianco e una consistenza compatta".
Si può scegliere anche La Arakin spagnola, o ancora la Fassona piemontese, che si distingue da tutte le altre carni per la sua tenerezza e per la straordinaria magrezza. Due caratteristiche che in genere non vanno di pari passo e per cui la Fassona Piemontese rappresenta la classica eccezione che conferma la regola.
E non ci sono solo carni. Ecco anche un primo piatto d'autore. " Lasciati sedurre dal gusto avvolgente delle nostre fettuccine Alfredo, arricchite dalla pancetta del Buttero e dalla croccantezza della salvia. Un piatto che unisce tradizione e innovazione per un'esperienza indimenticabile", racconta lo staff.
E poi ci sono atmosfera, stile e servizio. "Lasciati incantare dall'eleganza e dal calore della nostra sala, dove ogni dettaglio è pensato per farti sentire speciale. Qual è l'elemento dell'atmosfera che ti fa sentire davvero a casa in un ristorante? Alla Locanda dei Giurati c'è tutto... e anche di più".
Senz'altro il successo della Locanda dei Giurati cresce nel tempo per un mix vincente di semplicità ed eccellenza, da gustare tra l'altro anche a pranzo, con business lunch tutti da vivere. Ecco come lo staff de La Locanda dei Giurati di Como presenta sui social la sua filosofia: "Un fantastico vino e la nostra pregiata carne, sono il connubio perfetto per creare un momento sensoriale ai nostri ospiti. Un'opera d'arte che si può associare solo alla nostra Locanda, perché venire da noi, non è solo stare bene, ma è arrivare a toccare il piacere degustativo attraverso i nostri piatti".
La Locanda dei Giurati - Como
via Giulini 16, 0314310051
Dalle 12:30 alle 14:30 e dalle 19 alle 23, chiuso il lunedì
www.locandadeigiurati.com
https://www.instagram.com/locandadeigiurati/
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Al Barbaricum abbiamo scoperto alcuni piatti di origine longobarda. Vediamo la ricetta di oggi!
Spongata
Il termine spongata si trova per la prima volta nei documenti dell’abbazia di San Colombano di Bobbio (PC), fondata nel 614 in epoca longobarda. Nel 794 Carlo Magno nel Concilio di Francoforte impose che tutti i monasteri benedettini di pertinenza imperiale (come Bobbio) dovessero offrire unam tortam o pain d’hostelage (cioè torta o pane di accoglienza) agli ospiti, ai pellegrini e ai visitatori durante le festività natalizie, la spongata appunto. Ecco la ricetta di oggi.
Ingredienti per il ripieno: 1 kg miele 200 pangrattato o biscotti secchi tritati 200 gherigli di noci 100 mandorle tagliate a fettine 80 gr pinoli 100 gr uvetta 70 gr cedro candito mix di spezie: cannella, chiodi di garofano, noce moscata, zenzero, anice stellato Ingredienti per la pasta: 400 gr farina 180 gr burro 200 gr zucchero 1 tuorlo vino bianco q.b. per impastare
Amalgamare nel miele (sciolto a bagnomaria) il pane o i biscotti tritati, le noci, le mandorle, i pinoli, i canditi, l'uvetta e tutte le spezie. Lasciare riposare il tutto almeno 15 giorni. Nel giorno prefissato preparare la pasta sul tagliere amalgamando tutti gli ingredienti, lasciarla riposare, poi dividerla in due parti e stenderla in due dischi. Foderare una tortiera col primo disco, versare il ripieno e ricoprire col secondo disco di pasta. Sigillare bene i bordi e punzecchiare la superficie con la forchetta. Cuocere in forno caldo a 180° per 25 minuti coprendo la pasta con la carta di alluminio senza lasciare nessuna apertura. A fine cottura spolverare con lo zucchero a velo.
Dal libro “RICETTE E RACCONTI DELLA MIA REGGIO” DI MARTA FERRARI.
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